L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari
L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari
354 Francesca Ghedini a Bou Arkoub, Thuburbo Maius, Utica, Silin. Ed un'interessante raffigurazione atletica ritroviamo anche in un rilievo dalle terme di Mactar 3 • A ulteriore conferma possiamo ricordare che statue di atleti ornavano talvolta gli stabilimenti termali, a partire dal famoso Apoxyomenos di Lisippo che, come conferma Plinio, era posto davanti alle terme (ante thermas) di Agrippa in Campo Marzio. Ma il tema riecheggia a Treviri, Efeso, Mileto, Leptis Magna, come si può dedurre dall'esauriente monografia che H. Manderscheid ha dedicato all'arredo degli edifici termali 4 • Sulla base di tali testimonianze e accettando il presupposto che possa esistere un rapporto tra l'arredo statuario e musivo di un edificio e la sua funzione, sembrerebbe potersi dedurre che anche in taluni ambienti degli stabilimenti per i bagni si svolgessero spettacoli atletici, in analogia di quanto ben documentato nei ginnasi greciS. Infatti, se pure è vero che l'atletismo godette in Roma di molta minor fortuna che nel mondo greco ed anzi, talvolta, fu sottoposto a critiche anche malevole, ciononostante non mancano testimonianze di momenti in cui esso fu ampiamente valorizzato: le prime gare ginniche furono promosse nel 186 a.C. ad opera di M. Fulvio Nobiliore per celebrare la vittoria di Ambracia 6 e spettacoli analoghi furono offerti al popolo a varie riprese da Silla, Emilio Scauro, C. Curione, Pompeo e Cesare. Ma fu con l'avvento del principato che tali manifestazioni acquisirono un carattere più ufficiale e regolare con gli Actiaca di Augusto, i Neronia di Nerone e i Capitolina di Domiziano 7 • A tale proposito gio- 3 Per i mosaici africani cfr. K.M.D. DUNBABIN, The Mosaics of Roman North Africa. Studies in lconography and Patronage, Oxford 1978, pp. 252 (Cartagine); 255 (Cherchel); 261 (Gightis); 272 (Theveste); 273 (Thenae); 249 (Bou Arkoub); 276 (Utica), 274 (Thuburbo Maius). Per la testimonianza di Silin cfr. O.A. MAHJOUBI, I mosaici della vii/a romana di Silin, in «Lib. AnL», XV-XVI, 1978-79, tav. XXVIII b. Per il rilievo delle terme di Mactar cfr. G.-CH. PICARD, Un bas-relief agonistique à Mactar, in «BCTH», 18, 1982, p. 95 ss. 4 Per l'Apoxyomenos cfr. PL., N.H., 34,62; per altre statue di atleti in edifici termali v. H. MANDERSCHEID, Die Skulpturenausstattung der kaiserzeitlichen Thermenanlagen, Berlin 1982, prospetto a p. 34. 5 Cfr. J. DELORME, Gymnasion. Etude sur les monuments consacrés à l'éducation en Grèce, Paris 1960, passim. 6 LIV., XXXIX, 22; cfr. M.A. MANACORDA, Lo sport a Roma ieri e oggi, in «St.Rom.», 38, 1990, p. 38; ma secondo Dionigi di Alicarnasso l'introduzione dei ludi potrebbe farsi risalire addirittura a Romolo: DION. HAL., II, 30,3 (cfr. J. THUILLlER, Les jeux dans les premiers Iivres des antiquitès romaines, in «M.E.F.R.A.», 101, 1989, p. 239). 7 Cfr. D.E., s.v. Agon. Sull'atletismo a Roma v. anche l'ampia bibliografia raccolta da TH. SCANLON, Greek and Roman Athletics. A Bibliography, Chicago 1984, p. 26ss. e passim; sui giochi atletici in Africa v. M. KHANOUSSI, Les spectacles de jeux atlzlétiques et de pugilat dans l'Afrique romaine, in «R.M.», 98, 1991, pp. 315-322. Gymnasia ... in thermis 355 va forse ricordare che per l'espletamento di questi ultimi, che erano strettamente esemplati su quelli greci, l'imperatore, che fu un vero appassionato di atletismo, fece costruire uno dei pochi stadi attestati nel mondo occidentale, situandolo, forse non casualmente, in Campo Marzio, in prossimità delle terme di Nerone. Le gare atletiche conobbero poi una rinnovata stagione di moda con Alessandro Severo che fu egli stesso atleta di grande abilità (palaestes primus fuit)8. Per quanto riguarda il problema relativo all'ubicazione delle gare, è veri simile che, oltre che nella sede naturale dello stadio, l'atletica potesse svolgersi anche nel circo o nell'anfiteatro nonché, almeno relativamente ad alcune specialità, nelle palestre, che nel mondo romano erano quasi sempre inserite nello stabilimento termale o ad esso connesse. Mentre per le specialità che abbisognavano di maggiore spazio, quali la corsa e il lancio del disco o del giavellotto, si potevano anche utilizzare le ampie aree scoperte che nelle terme di tipo imperiale si disponevano fra l'edificio vero e proprio e il recinto attrezzato, come sembra suggerire la gradinata stadiforme posta sul lato sud ovest della struttura esterna delle terme di Caracalla. Che le terme potessero essere sede privilegiata per lo svolgimento di spettacoli atletici sembra ribadito anche dalla lunga iscrizione posta sul pilone dell'arco di Caracalla a Theveste, che riporta il testo del ben noto testamento di C. Cornelio Egriliano, che proprio in questa sede è stato riesaminato da L. Bacchielli, almeno per la parte relativa alla struttura dell'arco, di cui lo studioso ha proposto una convincente ricostruzione 9 • Ma l'erezione del monumento non esauriva gli obblighi degli eredi del prefetto della legio XIII gemina, che erano anche tenuti, grazie al lascito di altri 250.000 sesterzi, ad offrire al popolo, in determinati giorni, che sono fissati in altra iscrizione apposta al medesimo monumento (CIL VIII 1859 = ILA/g. 3041) e che risultano essere 64, gymnasia publice in thermis, nonché oggetti d'argento al Capitolium della città per un valore di CLXX libbre. 8 S.H.A., Vita AI. Sev., 27,9. Si confrontino anche i capitelli delle terme alessandrine cfr. E. VON MERCKLlN, Antike Figuralkapitelle, Berlin 1962, p. 156 ss., nr. 384. 9 L. BACCHIELLl, Il testamento di C. Cornelio Egriliano ed il coronamento dell'arco di Caracalla a Tebessa, in L'Africa romana, IV, Sassari 1987, p. 295 sS., ivi precedente bibl., in particolare p. 301 per il testo dell'iscrizione, che segue le integrazioni proposte da S. AccAME, Il testamento di C. Cornelio Egriliano e l'arco di Caracalla in Tebessa, in «Epigraphica», III, 1941, pp. 237-43.
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a Bou Arkoub, Thuburbo Maius, Utica, Silin. Ed un'interessante raffigurazione<br />
atletica ritroviamo anche in un rilievo dalle terme <strong>di</strong> Mactar 3 •<br />
A ulteriore conferma possiamo ricordare che statue <strong>di</strong> atleti ornavano<br />
talvolta gli stabilimenti termali, a partire dal famoso Apoxyomenos<br />
<strong>di</strong> Lisippo che, come conferma Plinio, era posto davanti alle terme<br />
(ante thermas) <strong>di</strong> Agrippa in Campo Marzio. Ma il tema riecheggia a<br />
Treviri, Efeso, Mileto, Leptis Magna, come si può dedurre dall'esauriente<br />
monografia che H. Manderscheid ha de<strong>di</strong>cato all'arredo <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici<br />
termali 4 •<br />
Sulla base <strong>di</strong> tali testimonianze e accettando il presupposto che possa<br />
esistere un rapporto tra l'arredo statuario e musivo <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio e<br />
la sua funzione, sembrerebbe potersi dedurre che anche in taluni ambienti<br />
<strong>degli</strong> stabilimenti per i bagni si svolgessero spettacoli atletici, in analogia<br />
<strong>di</strong> quanto ben documentato nei ginnasi greciS. Infatti, se pure è vero che<br />
l'atletismo godette in Roma <strong>di</strong> molta minor fortuna che nel mondo greco<br />
ed anzi, talvolta, fu sottoposto a critiche anche malevole, ciononostante<br />
non mancano testimonianze <strong>di</strong> momenti in cui esso fu ampiamente<br />
valorizzato: le prime gare ginniche furono promosse nel 186 a.C. ad<br />
opera <strong>di</strong> M. Fulvio Nobiliore per celebrare la vittoria <strong>di</strong> Ambracia 6 e<br />
spettacoli analoghi furono offerti al popolo a varie riprese da Silla, Emilio<br />
Scauro, C. Curione, Pompeo e Cesare.<br />
Ma fu con l'avvento del principato che tali manifestazioni acquisirono<br />
un carattere più ufficiale e regolare con gli Actiaca <strong>di</strong> Augusto, i<br />
Neronia <strong>di</strong> Nerone e i Capitolina <strong>di</strong> Domiziano 7 • A tale proposito gio-<br />
3 Per i mosaici africani cfr. K.M.D. DUNBABIN, The Mosaics of Roman North Africa.<br />
<strong>Stu<strong>di</strong></strong>es in lconography and Patronage, Oxford 1978, pp. 252 (Cartagine); 255 (Cherchel);<br />
261 (Gightis); 272 (Theveste); 273 (Thenae); 249 (Bou Arkoub); 276 (Utica), 274 (Thuburbo<br />
Maius). Per la testimonianza <strong>di</strong> Silin cfr. O.A. MAHJOUBI, I mosaici della vii/a <strong>romana</strong><br />
<strong>di</strong> Silin, in «Lib. AnL», XV-XVI, 1978-79, tav. XXVIII b. Per il rilievo delle terme<br />
<strong>di</strong> Mactar cfr. G.-CH. PICARD, Un bas-relief agonistique à Mactar, in «BCTH», 18, 1982,<br />
p. 95 ss.<br />
4 Per l'Apoxyomenos cfr. PL., N.H., 34,62; per altre statue <strong>di</strong> atleti in e<strong>di</strong>fici termali<br />
v. H. MANDERSCHEID, Die Skulpturenausstattung der kaiserzeitlichen Thermenanlagen,<br />
Berlin 1982, prospetto a p. 34.<br />
5 Cfr. J. DELORME, Gymnasion. Etude sur les monuments consacrés à l'éducation en<br />
Grèce, Paris 1960, passim.<br />
6 LIV., XXXIX, 22; cfr. M.A. MANACORDA, Lo sport a Roma ieri e oggi, in<br />
«St.Rom.», 38, 1990, p. 38; ma secondo Dionigi <strong>di</strong> Alicarnasso l'introduzione dei lu<strong>di</strong> potrebbe<br />
farsi risalire ad<strong>di</strong>rittura a Romolo: DION. HAL., II, 30,3 (cfr. J. THUILLlER, Les<br />
jeux dans les premiers Iivres des antiquitès romaines, in «M.E.F.R.A.», 101, 1989, p. 239).<br />
7 Cfr. D.E., s.v. Agon. Sull'atletismo a Roma v. anche l'ampia bibliografia raccolta<br />
da TH. SCANLON, Greek and Roman Athletics. A Bibliography, Chicago 1984, p. 26ss.<br />
e passim; sui giochi atletici in Africa v. M. KHANOUSSI, Les spectacles de jeux atlzlétiques<br />
et de pugilat dans l'Afrique romaine, in «R.M.», 98, 1991, pp. 315-322.<br />
Gymnasia ... in thermis 355<br />
va forse ricordare che per l'espletamento <strong>di</strong> questi ultimi, che erano strettamente<br />
esemplati su quelli greci, l'imperatore, che fu un vero appassionato<br />
<strong>di</strong> atletismo, fece costruire uno dei pochi sta<strong>di</strong> attestati nel mondo<br />
occidentale, situandolo, forse non casualmente, in Campo Marzio, in<br />
prossimità delle terme <strong>di</strong> Nerone.<br />
Le gare atletiche conobbero poi una rinnovata stagione <strong>di</strong> moda con<br />
Alessandro Severo che fu egli stesso atleta <strong>di</strong> grande abilità (palaestes<br />
primus fuit)8.<br />
Per quanto riguarda il problema relativo all'ubicazione delle gare,<br />
è veri simile che, oltre che nella sede naturale dello sta<strong>di</strong>o, l'atletica potesse<br />
svolgersi anche nel circo o nell'anfiteatro nonché, almeno relativamente<br />
ad alcune specialità, nelle palestre, che nel mondo romano erano<br />
quasi sempre inserite nello stabilimento termale o ad esso connesse. Mentre<br />
per le specialità che abbisognavano <strong>di</strong> maggiore spazio, quali la corsa<br />
e il lancio del <strong>di</strong>sco o del giavellotto, si potevano anche utilizzare le ampie<br />
aree scoperte che nelle terme <strong>di</strong> tipo imperiale si <strong>di</strong>sponevano fra l'e<strong>di</strong>ficio<br />
vero e proprio e il recinto attrezzato, come sembra suggerire la<br />
gra<strong>di</strong>nata sta<strong>di</strong>forme posta sul lato sud ovest della struttura esterna delle<br />
terme <strong>di</strong> Caracalla.<br />
Che le terme potessero essere sede privilegiata per lo svolgimento<br />
<strong>di</strong> spettacoli atletici sembra riba<strong>di</strong>to anche dalla lunga iscrizione posta<br />
sul pilone dell'arco <strong>di</strong> Caracalla a Theveste, che riporta il testo del ben<br />
noto testamento <strong>di</strong> C. Cornelio Egriliano, che proprio in questa sede è<br />
stato riesaminato da L. Bacchielli, almeno per la parte relativa alla struttura<br />
dell'arco, <strong>di</strong> cui lo stu<strong>di</strong>oso ha proposto una convincente ricostruzione<br />
9 •<br />
Ma l'erezione del monumento non esauriva gli obblighi <strong>degli</strong> ere<strong>di</strong><br />
del prefetto della legio XIII gemina, che erano anche tenuti, grazie al<br />
lascito <strong>di</strong> altri 250.000 sesterzi, ad offrire al popolo, in determinati giorni,<br />
che sono fissati in altra iscrizione apposta al medesimo monumento<br />
(CIL VIII 1859 = ILA/g. 3041) e che risultano essere 64, gymnasia publice<br />
in thermis, nonché oggetti d'argento al Capitolium della città per<br />
un valore <strong>di</strong> CLXX libbre.<br />
8 S.H.A., Vita AI. Sev., 27,9. Si confrontino anche i capitelli delle terme alessandrine<br />
cfr. E. VON MERCKLlN, Antike Figuralkapitelle, Berlin 1962, p. 156 ss., nr. 384.<br />
9 L. BACCHIELLl, Il testamento <strong>di</strong> C. Cornelio Egriliano ed il coronamento dell'arco<br />
<strong>di</strong> Caracalla a Tebessa, in <strong>L'Africa</strong> <strong>romana</strong>, IV, <strong>Sassari</strong> 1987, p. 295 sS., ivi precedente<br />
bibl., in particolare p. 301 per il testo dell'iscrizione, che segue le integrazioni proposte<br />
da S. AccAME, Il testamento <strong>di</strong> C. Cornelio Egriliano e l'arco <strong>di</strong> Caracalla in Tebessa,<br />
in «Epigraphica», III, 1941, pp. 237-43.