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L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari

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246 Serena Ensoli Vittozzi<br />

re» che alla conformazione planimetrica <strong>di</strong> quest'ultima, anche in riferimento<br />

alla possibilità che nella tripartizione del vano essa abbia rispettato<br />

lo schema <strong>di</strong> una costruzione più antica 258 • Sulla terrazza meri<strong>di</strong>onale<br />

del santuario <strong>di</strong> Lemno venne eretto un telesterion nel corso del III secolo<br />

d.C. in sostituzione dell'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> età ellenistica. L'aula a tre navate,<br />

per lo più costruita con materiale <strong>di</strong> spoglio, era conclusa sul fondo da<br />

un corridoio e da alcuni vani retro stanti. Essa ripeteva la planimetria del<br />

telesterio più antico, sebbene in <strong>di</strong>mensioni ridotte e in forme povere.<br />

La ricostruzione dell' area sacra acropolitana dopo il cataclisma del<br />

365 si affianca ai riadattamenti dei più antichi e<strong>di</strong>fici ed alla costruzione<br />

dei nuovi impianti pagani dei quali si è trattato a proposito del Santuario<br />

cireneo <strong>di</strong> Apollo. La vita dell'Iseo tuttavia fu breve. Ben presto esso<br />

venne gravemente danneggiato.<br />

L'avvenimento può pensarsi in relazione alle violenze antipagane del<br />

cristianesimo trionfante e pertanto può essere attribuito all'età <strong>di</strong> Teodosio<br />

I (nell'ultimo decennio del IV secolo) oppure intorno al 435 d.C.,<br />

come pensa Stucchi più convincentemente rispetto alla tesi <strong>di</strong> Roques 259 •<br />

Ampie tracce <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o sia nelle strutture del tempietto che nelle sculture<br />

recuperate nell'area dell'«Iseo Bizantino» farebbero supporre, infatti,<br />

una purificazione cristiana con il fuoco. A giu<strong>di</strong>care dalle numerose<br />

statue spezzate, che presentano i volti sfigurati, e dall'esistenza <strong>di</strong> molti<br />

frammenti marmorei isolati, la furia cristiana si scagliò contro le immagini<br />

pagane con la stessa violenza che si riscontra nel Santuario Extraurbano<br />

<strong>di</strong> Demetra, nel Santuario <strong>di</strong> Zeus e in vari e<strong>di</strong>fici dell'Agorà e del<br />

Quartiere Centrale <strong>di</strong> Cirene 260 •<br />

Alla seconda fase <strong>di</strong> vita del santuario, databile nel V secolo d.C.,<br />

può riferirsi l'erezione del braccio <strong>di</strong> muro che si <strong>di</strong>parte dalla cinta del-<br />

258 Ve<strong>di</strong> supra, p. 211 e nota 148.<br />

259 Sulla datazione della furia cristiana a Cirene contro gli e<strong>di</strong>fici e le statue pagani:<br />

GOOOCHILO 1971, pp. 47, 153 (intorno al 391 d.C., sotto Teodosio); STUCCHI 1975, pp.<br />

360,441 (età <strong>di</strong> Teodosio II; e<strong>di</strong>tto del 435: Codex Theodos., XVI, 10,25: «tempia ... destrui<br />

... praecipimus» ed. Mommsen Meyer, I, 1905, p. 905); ROQuEs, op.cit., p. 321 (età<br />

<strong>di</strong> Giuliano l'Apostata: 361-363 d.C.).<br />

260 Sul Santuario <strong>di</strong> Demetra: D. WHITE, «LibyaAnt», 8, 1971, pp. 99-101; ID., in<br />

GOOOCHILO 1971, p. 162; lo., «LibSt», 9, 1977-78, p. 35. Sul Santuario <strong>di</strong> Zeus: R.G.<br />

GOOOCHILO, «PBSR», 26, 1958, pp. 31, 34,40; GOOOCHILO 1971, p. 47. Sull'Agorà: S.<br />

STUCCHI, L'Agorà <strong>di</strong> Cireneo I, l. I lati nord ed est della platea inferiore, Roma 1965, p.<br />

307. Sul Quartiere Centrale: R.G. GOOOCHILO, «QAL», IV, 1961, pp. 83-95; GOOOCHILD<br />

1971, pp. 140-141.<br />

Indagini sul culto <strong>di</strong> Iside a Cirene 247<br />

l'Acropoli (tav. VI,!). Realizzato «in gran fretta» - probabilmente in<br />

seguito agli avvenimenti descritti - seguendo una linea fortificata che<br />

inglobò le rovine del Tempio <strong>di</strong> Iside e Serapide e le strutture a<strong>di</strong>acenti<br />

(fig. 5), esso mostra una tecnica costruttiva che trova numerosi confronti<br />

in questa età 261 • Alla stessa fase può attribuirsi la costruzione dell' «entità<br />

architettonica minore» ed il ripristino <strong>di</strong> quella «maggiore» - secondo<br />

la plani metri a ricostruttiva fornita da Stucchi (fig. 9) -, la quale in questa<br />

occasione ebbe un'entrata verso Sud. Può riferirsi a questa epoca anche<br />

l'apprestamento del corridoio che raccordò le due entità, il cui ingresso<br />

venne ornato con un protiro, secondo la moda caratteristica del V secolo<br />

d.C. costruito con gli elementi marmorei del tempio ormai <strong>di</strong>strutt0<br />

262 •<br />

Non credo possibile che la vita del bothros sia stata interrotta a causa<br />

delle manifestazioni antipagane. Si può supporre che in seguito ad esse<br />

la fossa venne contenuta entro il perimetro dell' «entità architettonica<br />

minore», all'interno della stessa sala in cui furono religiosamente raccolte<br />

le opere marmo ree che fu possibile recuperare 263 • Sembrerebbe infatti<br />

più probabile che il bothros abbia continuato a funzionare in<br />

relazione alla statua policroma <strong>di</strong> Iside, che parrebbe esser stata oggetto<br />

<strong>di</strong> culto da parte dei fedeli sino alla definitiva <strong>di</strong>struzione del santuario.<br />

D'altra parte le monete recuperate nella fossa non possono costituire che<br />

un termine post quem, come ha visto anche Stucchi.<br />

L'Iseo <strong>di</strong> Apollonia, a cui si è già accennato, conserva in una sorta<br />

<strong>di</strong> palinsesto resti che hanno strettissime analogie con l' «Iseo Bizantino»<br />

<strong>di</strong> Cirene, sia per quanto concerne la pianta che la struttura muraria e<br />

gli apprestamenti <strong>di</strong> culto. La mancanza <strong>di</strong> tratti <strong>di</strong> parete continua all'interno<br />

dell'e<strong>di</strong>ficio ha consentito a Stucchi <strong>di</strong> datare il monumento in<br />

un'età anteriore rispetto all'Iseo dell' Acropoli 264 •<br />

261 STUCCHI 1975, p. 442, nota 1.<br />

262 Sul motivo del protiro e sulla sua <strong>di</strong>ffusione in età tardo-antica da ultimo: R. BIL­<br />

LIG, Bi/der und Bodenfunde. Kleine Beitriige Kenntnis der spiitantiken Stadt, «OpRom»,<br />

XVIII, 3, 1990, pp. 38-43 (ivi ampio numero <strong>di</strong> confronti).<br />

263 Fenomeni analoghi possono in<strong>di</strong>viduarsi nei depositi <strong>di</strong> sculture e frammenti marmorei<br />

scoperti nelle Terme della Myrtousa (FERRI 1927 [1963], pp. 6-7). Sull'ipotesi che<br />

le statue siano state portate in salvo in occasione delle violenze cristiane: GOOOCHILO 1971,<br />

p. 108. Quanto alla stele marmorea de<strong>di</strong>cata ad Hermes e Herakles (tav. XXIV, 3) dagli<br />

Efebi del 224 d.C. (alt. m 1,09), che si ergeva sul bancone della nicchia della «Sala del<br />

bothros», essa fu riutilizzata probabilmente in funzione <strong>di</strong> elemento architettonico (per<br />

analoghi reimpieghi <strong>di</strong> marmi più antichi nelle Terme della Myrtousa: supra, nota 248).<br />

GHISLANZONI 1927, pp. 189-196, n. 20, fig. 23; SEG, IX, n. 128; M. LUNI, Documenti per<br />

la storia deWistituzione ginnasiale e deWattività atletica in Cirenaica in rapporto a quelle<br />

della Grecia, in Cirene e la Grecia (= «QAL», VIII, 1976), Roma 1976, p. 254 sg., n. 20,<br />

nota 215 (con bibl.), fig. 22.<br />

264 STUCCHI 1975, p. 444. Sulle sculture <strong>di</strong> soggetto isiaco o genericamente egizio recuperate<br />

ad Apollonia: J. PH. McALLER, A Catalogue of Sculpturefrom Apollonia, «Li-

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