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L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari

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220 Serena Enso/i Vittozzi<br />

Il tempi etto venne anche fornito <strong>di</strong> un altarino circolare, eretto su fondazioni<br />

autonome a ridosso del primo gra<strong>di</strong>no della scala d'ingresso, in corrispondenza<br />

dell'intercolunnio centrale (tavv. II; XII,2). L'ara, che ricorda quella<br />

ottagonale collocata sul primo gra<strong>di</strong>no del tempio <strong>di</strong> Sabratha, era impiegata per<br />

bruciare incensi ed aromi secondo il costume abituale nei santuari isiaci l74 • Appartengono<br />

all'Iseo anche due altarini, oggi posti sopra il bancone occidentale<br />

del pronao (tav. XIII,!), dei quali quello de<strong>di</strong>cato a Luna desta particolare interesse<br />

perché richiama <strong>di</strong> nuovo l'identificazione <strong>di</strong> Iside con questa <strong>di</strong>vinità 17S •<br />

Attestata ampiamente nelle fonti letterarie, essa è documentata a Cirene sia dalle<br />

statue <strong>di</strong> Iside provenienti dal santuario acropolitano - tra le altre si veda<br />

proprio la statua policroma (tav. IX,2) - sia dalle raffigurazioni sulle cretule<br />

del Nomophilakeion (tav. XI). L'assimilazione Iside-Luna potrebbe forse risalire<br />

più in<strong>di</strong>etro e collegarsi con la religione in<strong>di</strong>gena, come si è avuto modo <strong>di</strong><br />

notare.<br />

L'attività e<strong>di</strong>ficatoria <strong>di</strong> età adrianea nel Santuario <strong>di</strong> Apollo in riferimento<br />

alla religione isiaca può inquadrarsi nell'ambito del consueto<br />

interesse dell'imperatore nei riguar<strong>di</strong> dei culti egizi, che lo vide impegnato<br />

in modo programmatico in Egitto e in genere nei più importanti santuari<br />

isiaci dell'impero, oltre che, nel quadro della sfera privata e <strong>di</strong> corte,<br />

nella villa del suburbio tiburtino l76 • A Ci rene l'attività si concentra anche<br />

nel restauro dell' oikos <strong>di</strong> Serapide (fig. 1, n. 25), sorto sulla Terrazza<br />

Myrtousa nel I secolo d.C., forse in età flavia In • L'e<strong>di</strong>ficio, che grava<br />

174 DUNANO 1973, III, pp. 199, 203, 219 sg. Sull'ara del tempio sabrathense: G. PE­<br />

SCE, Il Tempio <strong>di</strong> Iside in Sabratha, Roma 1953, p. 41 (per il santuario: supra, nota 146).<br />

175 Sui due altarini de<strong>di</strong>cati a Marte e a Luna: G. OLIVERIO, in SECir, p. 262, nn.<br />

78-79, fig. 66. Sull'identificazione <strong>di</strong> Iside con Luna: supra, p. 170, nota 12.<br />

176 Sulla politica religiosa perseguita dai singoli imperatori romani nei confronti dei<br />

culti egizi: MALAISE 1972, pp. 385-449 (con bibl.); K.A.D. SMELIK, E.A. HEMELRIJK, in<br />

ANRW, II, 17,4, 1984, pp. 1930-1938 (in posizione critica rispetto agli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Beaujeu,<br />

Lambrechts, Leclant, Koberlein e Malaise); MORA 1990, Il, pp. 91-112. A partire da Augusto,<br />

sulla scia dei Tolomei, l'imperatore in Egitto fu considerato il faraone e come tale<br />

fu venerato (F. DUNANO, in Das romisch- byzantinische Agypten. Akten des Internationalen<br />

Symposions 26.-30.9.1978 in Trier, Mainz a.Rh. 1983, pp. 151-160). Particolarmente<br />

riguardo alla posizione <strong>di</strong> Adriano nei confronti della religione egizia: MALAISE 1972, pp.<br />

419-427 (ivi bibl.); SMELIK, HEMERLRIJK, op.cit., pp. 1934-1936; TURCAN 1989, p. 93; S.<br />

ENSOLI VIITOZZI, Musei Capitolini. La Collezione Egizia, Milano 1990, pp. 47-50 (in re::<br />

lazione alla problematica <strong>di</strong> alcuni monumenti <strong>di</strong> Roma). Sulle monete alessandrine è raffigurato<br />

Adriano accolto da Serapide come <strong>di</strong>o sunnaos: MALAISE 1972, p. 424 e nota 4.<br />

L'imperatore in Egitto fu identificato con il <strong>di</strong>o Horus: A.C. LEVI, Hadrian as King of<br />

Egypt, «NumChron», 8,1948, pp. 30-38. Quanto agli interventi monumentali <strong>di</strong> età adrianea<br />

nei santuari isiaci dell'impero, si considerino soprattutto quelli effettuati ad Atene (WILO<br />

1984, pp. 1839-1841, n. 1, con bibl. a nota 6, fig. 51), ad Alessandria (ibid., pp. 1755-1758,<br />

n. 1, con bibl. e nota 24, figg. 2-3; il rifacimento sembrerebbe tuttavia da attribuire agli<br />

Antonini), ad Antinoopolis (ibid., pp. 1760-1761, n. 3, con bi bI. a nota 36, fig. 5) e a Luxor<br />

(ibid., pp. 1789-1791, n. 20, con bibl. a nota 103, fig. 21).<br />

177 STUCCHI 1975, p. 202, fig. 193, tav. I, n. 25. Può suggerire una datazione del tempietto<br />

in età flavia, e più in particolare sotto il regno <strong>di</strong> Domiziano, anche la contempora-<br />

Indagini sul culto <strong>di</strong> Iside a Cirene 221<br />

in parte sui gra<strong>di</strong>ni del «Tempietto <strong>di</strong> Hades» (fig. 8), ebbe probabilmente<br />

in quest'occasione due semicolonne poste a mo' <strong>di</strong> anta e mantenne<br />

parzialmente, come nel caso del tempi etto isiaco - secondo Stucchi<br />

per motivi economici -, la struttura <strong>di</strong> età più antica 178 •<br />

Un altro evento deve aver <strong>di</strong>sturbato la vita <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici del santuario<br />

durante il regno <strong>di</strong> Marco Aurelio o <strong>di</strong> Caracalla. Si registrano infatti,<br />

sotto la cura del sacerdote <strong>di</strong> Apollo Tiberio Clau<strong>di</strong>o Batto, il restauro<br />

del Tempio <strong>di</strong> Iside e la costruzione o il rifacimento del Tempio <strong>di</strong> Apollo<br />

Ninfagete 179 • Alla stessa època va attribuita probabilmente anche l'aggiunta<br />

<strong>di</strong> un portichetto davanti all'oikos <strong>di</strong> Seràpide. Nell'Iseo si<br />

ripristinò il tetto e si operarono altri rinnovamenti, come in<strong>di</strong>ca l'iscrizione<br />

incisa sul sommoscapo della colonna occidentale del pronao (tav.<br />

XIII,2)180.<br />

neità che si avrebbe rispetto al rifacimento del limitrofo Tempio <strong>di</strong> Atena (STUCCHI 1975,<br />

pp. 200-201, figg. 190-191, tav. I, n. 27: cfr. fig. 1, n. 27; C. PARISI PRESICCE, in Lincei<br />

1987, p. 147), effettuato probabilmente sotto questo imperatore. Nella dea potrebbe vedersi,<br />

infatti, la Isis-Neith armata assimilata a Pallas (TURCAN 1989, p. 93), considerando<br />

inoltre che l'Atena armata aveva un'antica tra<strong>di</strong>zione in Libia (sull' Atena del Lago Tritonide:<br />

supra, nota 5). Alla stessa identificazione conduce l'interprètazione isiaca della dea<br />

in età domizianea nell'area del Santuario <strong>di</strong> Iside e Se rapide in Campo Marzio (sul santuario:<br />

G. GAITI, «RPAA», XX, 1943-1944, pp. 117-163; G. CARETIONI, M. COLINI, L. Coz­<br />

ZA, G. GAITI, La pianta marmorea <strong>di</strong> Roma antica, Roma 1960, pp. 97, 99-102, tav.<br />

XXXI; M. MALAISE, In ventaire pré/iminaire des documents égyptiens décoverts en Italie,<br />

Leiden 1972 -EPRO, 21-, pp. 187-214; A. ROULLET, The Egyptian and Egyptianizing Monuments<br />

of Imperial Rome, Leiden 1972 -EPRO, 20-, pp. 23-35; WILD 1984, pp. 1811-1813<br />

e nota 166, con bibl., p. 1844 sg.; MORA 1990, II, pp. 87 sgg., 108; ENSOLI VIITOZZI, Musei<br />

Capitolini, cit., pp. 59-70, con ulteriore bibl. a nota 38). A Domiziano può attribuirsi,<br />

inoltre, nell'ambito del santuario campense, la costruzione del Serapeo (ENSOLI VITIOZ­<br />

ZI, ibid., p. 66 e nota 52). Sul favore dei Flavi nei riguar<strong>di</strong> delle <strong>di</strong>vinità egizie: MALAISE<br />

1972, pp. 407-417; MORA 1990, II, pp. 107 sgg. Si consideri che sotto i Flavi e gli Antonini<br />

la propaganda <strong>di</strong> Serapis ebbe un fermo pied à terre nella corte imperiale: L. CRACCO<br />

RUGGINI, L'imperatore, il Serapeo e i filosofi, «Contr. 1st. Storia ant. Univ. Sacro Cuore.<br />

Milano», 7, 1981, pp. 183-212; per l'Egitto stesso: ZAKI ALY, The Popularity of the<br />

Sarapis Cult as Depicted in Letters with Proskynema-Formulae, «EtP», 9, 1971, pp. 165-219,<br />

spec. pp. 205-218. Sul culto <strong>di</strong> Serapide nel Santuario cireneo <strong>di</strong> Apollo: supra, p. 186,<br />

nota 66; in Cirenaica: supra, nota 121. La <strong>di</strong>ffusione del culto isolato del <strong>di</strong>o in età imperiale,<br />

che appare rilevante soprattutto in Asia Minore e nelle province africane (MORA 1990,<br />

Il, pp. 39,40,41), collega particolarmente Cirene con il Peloponneso e con Creta, sebbene<br />

in queste zone, come in Italia e nelle province occidentali dell'Impero, Iside ricevesse <strong>di</strong><br />

gran lunga la preferenza dei fedeli (MORA 1990, II, pp. 44, 46; ve<strong>di</strong> inoltre infra, nota 228).<br />

178 STUCCHI 1975, p. 320. Si noti che in quattro templi ripristinati in età adrianea (Artemide,<br />

Iside, Apollo Archegeta, Serapide) fu aggiunta davanti alla cella un'entità architettonica:<br />

un propileo nei templi <strong>di</strong> Artemide e Serapide, una porzione più consistente nei<br />

Templi <strong>di</strong> Iside e <strong>di</strong> Apollo Archegeta (STUCCHI 1975, p. 319, nota lO e p. 320, nota 1).<br />

179 Sul Tempietto <strong>di</strong> Apollo Ninfagete: SEG, IX, 1, n. 175; STUCCHI 1975, pp.<br />

259-260, tav. I, n. 15.<br />

180 L'iscrizione, in lingua greca, ricorda che per la fortuna, la vittoria e la stabilità<br />

dell'imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto e <strong>di</strong> tutta la sua casa, il sacerdote Tibe-

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