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L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari

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214 Serena Ensoli Vittozzi<br />

Tornando ai vari aspetti cultuali della dea «dai molti nomi», commentati<br />

a Cirene sia dalle cretule che dalle sculture del santuario acropolitano,<br />

<strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà in seguito, essi trovano concreta evidenza nella città<br />

in un frammento <strong>di</strong> legge sacra, incisa su una lastra purtroppo mutila<br />

e senza provenienza, in onore <strong>di</strong> Iside myriònymos (tav. XI,4)159. L'epigrafe<br />

riguarda alcune <strong>di</strong>sposizioni sulla violazione del <strong>di</strong>giuno nei giorni<br />

rituali, pare, ogni mese. Essa è datata nel l-II secolo d.C. ed è stata attribuita<br />

all'Iseo del Santuario <strong>di</strong> Apollol60. Ora, la menzione <strong>di</strong> Nesteìai<br />

in onore della dea, che richiama sia quelli ricordati da Erodoto per l'lside<br />

cirenea che il <strong>di</strong>giuno <strong>di</strong> cui narra Apuleio in riferimento ai misteri<br />

isiaci l61 , pone in relazione la legge sacra al santuario dell' Acropoli. Inoltre,<br />

il sacerdote Agathòs Daìmon ricordato sulla lastra deve identificarsi<br />

molto probabilmente con lo stesso personaggio che in qualità <strong>di</strong> neocoro<br />

aveva de<strong>di</strong>cato sull' Acropoli l'Inno ad Jside nel 103 d.C. L'epigrafe pertanto<br />

può esser appartenuta all'Iseo dell' Acropoli ed aver costituito il<br />

protocollo prescritto ai fedeli dai sacerdoti del santuario.<br />

Se questa ipotesi è giusta, si avrebbe la puntuale attestazione dell'epiteto<br />

che <strong>di</strong>stingueva la dea acropolitana almeno a partire dal I secolo<br />

d.C. La polinonimia <strong>di</strong> Iside a Cirene potrebbe tuttavia risalire ancora all'ultima<br />

età ellenistica, sebbene i documenti menzionati appartengano in<br />

gran parte all'età <strong>romana</strong>, ivi compresi i ritrovamenti scultorei <strong>di</strong> cui si<br />

tratterà in seguito. La mirionimia della dea, infatti, rappresenta uno sta<strong>di</strong>o<br />

evolutivo del culto isiaco, documentato almeno a partire dal I secolo<br />

a.C., che va molto al <strong>di</strong> là della semplice identificazione biunivoca della<br />

159 La lastra <strong>di</strong> marmo, opistografa, reca sul dritto parte <strong>di</strong> una più antica de<strong>di</strong>ca (1)<br />

a Tolomeo Soter. G. OUVERIO, «QAL», 4, 1961, p. 30, n. lO, fig. 20 (lato b); SEG, XX,<br />

721, b; SIRIS, p. 337, n. 808. Su Iside myrionma: VIDMAN 1970, pp. 115, 124, nota 83;<br />

MALAISE 1972, p. 190 sg.; DUNAND 1973, III, p. 14 e note 1-3, p. 177; MORA 1990, II,<br />

pp. 66 sgg.; TRAN TAM TINH 1990, p. 793; VERSNEL 1990, p. 50, nota 32 (con ulteriore<br />

<strong>di</strong>samina). Eccetto alcuni testi, tra cui l'iscrizione <strong>di</strong> Cirene, tre de<strong>di</strong>che <strong>di</strong> Philae (B. BER­<br />

NAND, Iscriptions Philae, II, Paris 1969, nn. 162, 168, 180) e soprattutto il I Inno <strong>di</strong> Isidoro<br />

(in/ra, nota 163), le iscrizioni che menzionano Iside myrionma (SIRIS, II, nn. 505,<br />

639,656,692,698, 721, 749) vengono generalmente dall'Occidente, sono redatte in lingua<br />

latina ed appartengono in gran parte alla seconda metà del II secolo d.C. Si vedano ancora'<br />

SIRIS, nn. 325, 351 e VERSNEL 1990, loc.cit. (altre attestazioni, a cui aggiungi D. MERE­<br />

DITH, «ChrEg», 28, 1953, n. 3). Si noti che la frequenza <strong>di</strong> epiteti per le <strong>di</strong>vinità egizie<br />

è generalmente una caratteristica dell'età imperiale, documentata soprattutto in Asia Minore<br />

e nella Grecia continentale .ed insulare (MORA 1990, II, pp. 38, 41).<br />

160 STUCCHI 1975, p. 243, nota 6.<br />

161 HEROD., IV, 186. Ve<strong>di</strong> G. OUVERIO, «QAL», 1961, p. 30 (ivi bibl.); DUNAND 1973,<br />

III, p. 198 (ivi la menzione delle leggi sacre <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>, lasos, Delo ed Atene); BURKERT 1987<br />

[1991J, pp. 125 sg.; TuRCAN 1989, p. 118. Sull'astinenza sessuale prescritta ai fedeli nel<br />

corso dei preparativi delle cerimonie isiache: TIBULL., 1,3,26; PROP., 3, 31, 2 (B. FERR­<br />

LE, Die kultische Kenschheit im Altertum, Giessen 1910, pp. 135-137).<br />

Indagini sul culto <strong>di</strong> Iside a Cirene 215<br />

dea con un'altra <strong>di</strong>vinità l62 . La molteplicità dei nomi <strong>di</strong>vini rinvia alla<br />

totalità in<strong>di</strong>fferenziata <strong>di</strong> funzioni, potenzialmente illimitate, attribuite<br />

ad Iside.<br />

Alla fine del periodo tolemaico gli inni greci <strong>di</strong> Isidoro, iscritti sui<br />

pilastri del Tempio <strong>di</strong> Isis-Thermouthis a Me<strong>di</strong>net Ma<strong>di</strong> nel Fayum l63 ,<br />

esprimono più <strong>di</strong> due secoli prima qi Apuleio l'onnipotenza della dea «regina<br />

<strong>degli</strong> dei» e la sua polivalenza: ella è Demetra, Afro<strong>di</strong>te, Rea, Hestia<br />

presso i Greci; Cibele presso i Traci; Leto presso i Licii, Artemide<br />

o Astarte presso i Siriaci. La dea è già 1'«Unica», è la Myriònyma, è il<br />

numen unicum multiformi specie <strong>di</strong> Lucio presso Apuleio l64 •<br />

A Cirene Iside è Dea unica; è la dea <strong>degli</strong> Inni <strong>di</strong> Isidoro ed è soprattutto<br />

la dea <strong>di</strong> Apuleio.<br />

Tra i vari problemi enucleati nel corso dell'indagine sul culto isiaco<br />

nel santuario acropolitano, quello certamente più complesso, perché investe<br />

un'ampia serie <strong>di</strong> altre questioni, riguarda la pratica dei riti misterici<br />

in età ellenistica. Ora, alcuni stu<strong>di</strong>osi che hanno affrontato il problema<br />

in maniera sistematica, nel quadro più generale della <strong>di</strong>ffusione del Culto<br />

isiaco nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo, hanno sottolineaio come l'antica<br />

assimilazione tra Demetra ed Iside, il loro comune riferimento ai thesmoi,<br />

al mondo dell'agricoltura e della «cultura» in genere, possa aver<br />

favorito, già agli inizi del periodo tolemaico, il trasferimento su Iside <strong>di</strong><br />

motivi mitologici e <strong>di</strong> nuove concezioni soteriologiche <strong>di</strong> influenza eleusina<br />

e forse anche <strong>di</strong> pratiche cultuali l65 .<br />

162 MORA 1990, II, pp. 68-70, in riferimento al I Inno <strong>di</strong> Isidoro (in/ra, nota 163).<br />

Dovrebbe indagarsi circa l'eventualità <strong>di</strong> un rapporto tra Iside myrionyma ed Iside misterica,<br />

vedendo nella polinomia della dea una volontà <strong>di</strong> celarne il vero nome. La Dea unica,<br />

forse proprio in qualità <strong>di</strong> dea misterica, comprendeva non una ma tutte le sfere del pantheon<br />

religioso greco e forse era, in quanto tale, non nominabile.<br />

163 A. VOGLIANO, in SEG, 8, 1938, pp. 548-551; V. VANDERLIP, The Four Greek<br />

Hymns oJ Isidorus and the Cult o/Isis, Toronto 1972; VERSNEL 1990, p. 46 sg., nota 19<br />

(con bibl.); MORA 1990, II, pp. 66-71 (ivi bibl.). Ci si riferisce in modo particolare al I<br />

inno, datato variamente tfa il II e il I secolo a.C.<br />

164 APUL., Met., XI, 5,1. J. Gwyn GRIFFITIIS, Apuleius 01 Madaurus. The Isis Book,<br />

Leiden 1975 (EPRO, 39), pp. 145 sgg. Ve<strong>di</strong> anche V. TRAN TAM TINH, Le culte des <strong>di</strong>vinités<br />

orienta/es en Campanie, Leiden 1972 (EPRO, 27), pp. 214 sgg. Particolarmente sull'iscrizione<br />

<strong>di</strong> Capua (SIRIS, 502): TRAN TAM TINH, op.cit., pp. 77, 199-234; Y.<br />

GRANDJEAN, Une nouvelle arétalogie d'/sis à Maronée, Leiden 1975 (EPRO, 49), pp. 69<br />

sgg. Su Isis Panthea: TRAN TAM TINH 1990, pp. 786 sg., 795.<br />

165 BIANCHI, in Perennitas, p. 33 (ve<strong>di</strong> anche ibid., pp. 18,31 e nota 43). Sui misteri<br />

<strong>di</strong> Iside: supra, nota 128 (ivi bibl.). Sulla loro esistenza già nel II secolo a.C. o agli inizi<br />

del I: GRANDJEAN, op.cit., p. 78 (si vedano al riguardo le critiche <strong>di</strong> BIANCHI, in Perennitos,<br />

pp. 19-20 e nota 19). Sull'origine tolemaica <strong>di</strong> Iside misterica e sull'influenza eleusina<br />

alla .base della sua formazione: C.J. BLEEKER, Isis as a Saviour Goddes, in The Saviour<br />

God. Comparative <strong>Stu<strong>di</strong></strong>es in the Conception 01 Salvation Presented to E.O. Jones, Man-

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