L'Africa romana - UnissResearch - Università degli Studi di Sassari

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154 Claudio Parisi Presicce Le caratteristiche paleografiche dell'iscrizione (fig. 4) indicano una datazione del braciere nell'ambito del IV secolo d.C.20 La struttura dell'altare con braciere mobile alloggiato sul piano sacrificale e soprattutto la presenza in proporzioni ridotte di guance sui lati brevi della tipica forma cirenea (tav. IV,2) lo inseriscono tra gli esemplari più antichi del tipo, diffusosi a partire dalla fine del V secolo a.C. Poiché le dimensioni dell'incasso e quelle del blocco parallelepipedo iscritto non corrispondono esattamente né in larghezza né in altezza, è certo che il braciere rinvenuto non sia quello originario e conseguentemente l'altare è cronologicamente anteriore ad esso. Fig. 4: Apografo dell'iscrizione del braciere di Panacea (dis. A. Pagnini). L'attribuzione del monumento a Panacea e ad altre divinità asclepiadi legittima l'ipotesi che l'edificio consacrato ad Asclepio e a laso esistente nel Santuario di Apollo sia da ricercare nell'area intorno all'altare. La zona inizia ad essere monumentalizzata solo nel corso del IV secolo a.C. e la mensa sacrificale, certamente una delle costruzioni più antiche in questo settore del temenos, costituì il polo intorno al quale si disposero gli altri monumenti dovuti alla devozione dei privati e dell'intera città nei confronti della famiglia divina. Connesso con le attività cultuali praticate sull'altare delle divinità salutari era probabilmente l'edificio sito immediatamente ad Est 21 , di pianta quasi quadrata con ingresso a Nord, cronologicamente successivo all'ara, ma precedente alla definitiva sistemazione della zona (fig. 3; tav. V). La costruzione, infatti, al contrario di altri monumenti della zona, non segue l'orientamento del muraglione di sostegno della terrazza superiore, che costituì il fondale di tutti gli edifici eretti in età ellenistica. L'edificio, di pianta non consueta e con incassi lungo le pareti interne riferibili forse ad elementi divisori, era ipoteticamente utilizzato o per 20 Il ductus incerto e le dimensioni variabili delle lettere dell'iscrizione indicano che si tratta di un altare dedicato da un privato e non di un monumento ufficiale della città. 21 Denominato Leske Dorica da STUCCHI, Architettura Cirenaica, cit., pp. 105,242. Panakeia, latros e le altre divinità asclepiadi a Cirene 155 pratiche incubatorie connesse con il culto del dio medic0 22 o per la stivazione di piante e sostanze medicali. Tra quest'ultimo ed il muraglione di sostegno vi è un piccolo tempietto distilo in antis orientato ad Est 23 , che utilizza come parete settentrionale quella di fondo dell'edificio sopra descritto e ne segue pertanto l'orientamento, non, perfettamente parallelo al muraglione. Al tempietto vanno attribuiti un architrave iscritto ed altri elementi architettonici databili in età traianea 24 , ma è probabile che esso abbia avuto una fase precedente. Due fasi costruttive sono riconoscibili anche nell'edificio di pianta quasi quadrata ed alla seconda di esse, a cui è legata l'aggiunta di una krepis sorreggente un portico davanti alla fronte settentrionale, può essere forse attribuita l'iscrizione di età neroniana nominata precedentemente relativa al rifacimento del tetto. Appare verosimile che il tempietto fosse originariamente consacrato ad Asclepio e ad uno o più membri della sua famiglia confacentemente con il lungo basamento per le immagini di culto accostato alla parete di fondo della cella, che ben si addice a più di una statua. Il muraglione di sostegno, innalzato a tappe successive tra la seconda metà del V e l'inizio del III secolo a.C. 2 5, nell'ultima fase regolarizzò con un grande terrapieno a monte ed un livellamento a valle il pendio della collina nella zona più vicina alle fonti sacre (fig. 5), modificando in parte la morfologia di un'area dove si conservavano tracce di una frequentazione precedente 26 • Queste nel tratto ad Ovest dei Propilei Greci consistono in una serie di arule di modeste dimensioni, che si sovrappongono su più strati e risultano particolarmente concentrate nella zona compresa tra gli edifici attribuiti al culto di Asclepio ed il luogo dove 22 Sulle pratiche incubatorie, cfr. L. DEUBNER, De incubatione, Berlin 1900; C.A. MAIER, Antike lnkubation und moderne Psychotherapie, Ziirich 1949; H. SIEFERT, lnkubation, Immagination und Kommunikation im antiken Asklepionskult, in H. LEUNER, Katathymes Bilderleben, Bern 1980, pp. 324-345. Sul sonno guaritore il documento più completo è la lex sacra dall'Asklepieion di Pergamo: M. WÒRRLE, Altertiimer von Pergamon, VIII, 3. Die Inschriften des Asklepieions, Berlin 1969, pp. 167-190. 23 Denominato Tempietto dell' Agorà degli Dei da STUCCHI, Architettura Cirenaica, cit., p. 201. 24 L'iscrizione è inedita e sarà pubblicata nello studio in preparazione sulla architettura degli edifici presenti nell'area in questione. 25 Per lo studio delle diverse fasi costruttive del muraglione di sostegno, di grande interesse sono le indagini condotte da S. Ensoli sui Propilei Greci e sui portali che li hanno preceduti, per le quali in via preliminare cfr. S. STUCCHI, Gli approcci al Santuario cireneo di Apollo in età greca, in Cyrenaica in Antiquity, Oxford 1985, pp. 79-83; S. ENSOLI, art.cit., pp. 171-176. 26 D. MORELLI, SECir, p. 340 ss., fig. 156.

154<br />

Clau<strong>di</strong>o Parisi Presicce<br />

Le caratteristiche paleografiche dell'iscrizione (fig. 4) in<strong>di</strong>cano una<br />

datazione del braciere nell'ambito del IV secolo d.C.20 La struttura dell'altare<br />

con braciere mobile alloggiato sul piano sacrificale e soprattutto<br />

la presenza in proporzioni ridotte <strong>di</strong> guance sui lati brevi della tipica forma<br />

cirenea (tav. IV,2) lo inseriscono tra gli esemplari più antichi del tipo,<br />

<strong>di</strong>ffusosi a partire dalla fine del V secolo a.C. Poiché le <strong>di</strong>mensioni<br />

dell'incasso e quelle del blocco parallelepipedo iscritto non corrispondono<br />

esattamente né in larghezza né in altezza, è certo che il braciere rinvenuto<br />

non sia quello originario e conseguentemente l'altare è cronologicamente<br />

anteriore ad esso.<br />

Fig. 4: Apografo dell'iscrizione del braciere <strong>di</strong> Panacea (<strong>di</strong>s. A. Pagnini).<br />

L'attribuzione del monumento a Panacea e ad altre <strong>di</strong>vinità asclepia<strong>di</strong><br />

legittima l'ipotesi che l'e<strong>di</strong>ficio consacrato ad Asclepio e a laso esistente<br />

nel Santuario <strong>di</strong> Apollo sia da ricercare nell'area intorno all'altare.<br />

La zona inizia ad essere monumentalizzata solo nel corso del IV secolo<br />

a.C. e la mensa sacrificale, certamente una delle costruzioni più antiche<br />

in questo settore del temenos, costituì il polo intorno al quale si<br />

<strong>di</strong>sposero gli altri monumenti dovuti alla devozione dei privati e dell'intera<br />

città nei confronti della famiglia <strong>di</strong>vina.<br />

Connesso con le attività cultuali praticate sull'altare delle <strong>di</strong>vinità<br />

salutari era probabilmente l'e<strong>di</strong>ficio sito imme<strong>di</strong>atamente ad Est 21 , <strong>di</strong><br />

pianta quasi quadrata con ingresso a Nord, cronologicamente successivo<br />

all'ara, ma precedente alla definitiva sistemazione della zona (fig. 3;<br />

tav. V). La costruzione, infatti, al contrario <strong>di</strong> altri monumenti della zona,<br />

non segue l'orientamento del muraglione <strong>di</strong> sostegno della terrazza<br />

superiore, che costituì il fondale <strong>di</strong> tutti gli e<strong>di</strong>fici eretti in età ellenistica.<br />

L'e<strong>di</strong>ficio, <strong>di</strong> pianta non consueta e con incassi lungo le pareti interne<br />

riferibili forse ad elementi <strong>di</strong>visori, era ipoteticamente utilizzato o per<br />

20 Il ductus incerto e le <strong>di</strong>mensioni variabili delle lettere dell'iscrizione in<strong>di</strong>cano che<br />

si tratta <strong>di</strong> un altare de<strong>di</strong>cato da un privato e non <strong>di</strong> un monumento ufficiale della città.<br />

21 Denominato Leske Dorica da STUCCHI, Architettura Cirenaica, cit., pp. 105,242.<br />

Panakeia, latros e le altre <strong>di</strong>vinità asclepia<strong>di</strong> a Cirene 155<br />

pratiche incubatorie connesse con il culto del <strong>di</strong>o me<strong>di</strong>c0 22 o per la stivazione<br />

<strong>di</strong> piante e sostanze me<strong>di</strong>cali.<br />

Tra quest'ultimo ed il muraglione <strong>di</strong> sostegno vi è un piccolo tempietto<br />

<strong>di</strong>stilo in antis orientato ad Est 23 , che utilizza come parete settentrionale<br />

quella <strong>di</strong> fondo dell'e<strong>di</strong>ficio sopra descritto e ne segue pertanto<br />

l'orientamento, non, perfettamente parallelo al muraglione. Al tempietto<br />

vanno attribuiti un architrave iscritto ed altri elementi architettonici<br />

databili in età traianea 24 , ma è probabile che esso abbia avuto una fase<br />

precedente. Due fasi costruttive sono riconoscibili anche nell'e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong><br />

pianta quasi quadrata ed alla seconda <strong>di</strong> esse, a cui è legata l'aggiunta<br />

<strong>di</strong> una krepis sorreggente un portico davanti alla fronte settentrionale,<br />

può essere forse attribuita l'iscrizione <strong>di</strong> età neroniana nominata precedentemente<br />

relativa al rifacimento del tetto. Appare verosimile che il tempietto<br />

fosse originariamente consacrato ad Asclepio e ad uno o più membri<br />

della sua famiglia confacentemente con il lungo basamento per le immagini<br />

<strong>di</strong> culto accostato alla parete <strong>di</strong> fondo della cella, che ben si ad<strong>di</strong>ce<br />

a più <strong>di</strong> una statua.<br />

Il muraglione <strong>di</strong> sostegno, innalzato a tappe successive tra la seconda<br />

metà del V e l'inizio del III secolo a.C. 2 5, nell'ultima fase regolarizzò<br />

con un grande terrapieno a monte ed un livellamento a valle il pen<strong>di</strong>o<br />

della collina nella zona più vicina alle fonti sacre (fig. 5), mo<strong>di</strong>ficando<br />

in parte la morfologia <strong>di</strong> un'area dove si conservavano tracce <strong>di</strong> una frequentazione<br />

precedente 26 • Queste nel tratto ad Ovest dei Propilei Greci<br />

consistono in una serie <strong>di</strong> arule <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni, che si sovrappongono<br />

su più strati e risultano particolarmente concentrate nella zona<br />

compresa tra gli e<strong>di</strong>fici attribuiti al culto <strong>di</strong> Asclepio ed il luogo dove<br />

22 Sulle pratiche incubatorie, cfr. L. DEUBNER, De incubatione, Berlin 1900; C.A.<br />

MAIER, Antike lnkubation und moderne Psychotherapie, Ziirich 1949; H. SIEFERT, lnkubation,<br />

Immagination und Kommunikation im antiken Asklepionskult, in H. LEUNER, Katathymes<br />

Bilderleben, Bern 1980, pp. 324-345. Sul sonno guaritore il documento più completo<br />

è la lex sacra dall'Asklepieion <strong>di</strong> Pergamo: M. WÒRRLE, Altertiimer von Pergamon,<br />

VIII, 3. Die Inschriften des Asklepieions, Berlin 1969, pp. 167-190.<br />

23 Denominato Tempietto dell' Agorà <strong>degli</strong> Dei da STUCCHI, Architettura Cirenaica,<br />

cit., p. 201.<br />

24 L'iscrizione è ine<strong>di</strong>ta e sarà pubblicata nello stu<strong>di</strong>o in preparazione sulla architettura<br />

<strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici presenti nell'area in questione.<br />

25 Per lo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>verse fasi costruttive del muraglione <strong>di</strong> sostegno, <strong>di</strong> grande<br />

interesse sono le indagini condotte da S. Ensoli sui Propilei Greci e sui portali che li hanno<br />

preceduti, per le quali in via preliminare cfr. S. STUCCHI, Gli approcci al Santuario cireneo<br />

<strong>di</strong> Apollo in età greca, in Cyrenaica in Antiquity, Oxford 1985, pp. 79-83; S. ENSOLI,<br />

art.cit., pp. 171-176.<br />

26 D. MORELLI, SECir, p. 340 ss., fig. 156.

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