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a cosa servono - Investis

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anche<br />

e trasparenza<br />

di Rupert Limentani<br />

Associate of The Chartered Institute<br />

of Bankers (Londra), esperto<br />

di consulenza gestionale e del credito<br />

Fra tutti i settori di attività economica, quello con il maggiore<br />

grado di supervisione da parte delle autorità è senz’altro<br />

il settore bancario. Infatti, in Italia ogni istituto di credito<br />

deve obbligatoriamente sottostare alle numerose regolamentazioni<br />

di varie autorità. Poiché la clientela non è generalmente<br />

al corrente dell’ampiezza dell’azione di supervisione,<br />

ci è parso utile dare una breve panoramica di tale attività<br />

da parte delle autorità e spiegare quale sia il benefi cio diretto<br />

e indiretto per la clientela.<br />

Quando il risparmiatore deposita i propri soldi in un istituto<br />

di credito, dà per scontato che la banca rimarrà solvente e sarà<br />

in grado di restituirglieli in qualsiasi momento, anche senza<br />

62<br />

a <strong>cosa</strong><br />

<strong>servono</strong><br />

i controlli?<br />

preavviso. Questa fi ducia è alla radice del rapporto fra cliente<br />

e banca e rappresenta un sine qua non: se venisse a mancare,<br />

i depositanti non lascerebbero più i loro soldi nella banca e<br />

questa non potrebbe più svolgere la propria attività. La fi ducia<br />

dipende in buona parte dalla consapevolezza che il settore<br />

bancario è vigilato, pur non conoscendone i dettagli. I controlli<br />

sono quindi un elemento fondamentale per mantenere<br />

alta la fi ducia nel sistema bancario e per garantire che esso<br />

potrà continuare ad operare in modo corretto.<br />

Le segnalazioni alla Banca d’Italia<br />

L’autorità più presente nel lavoro quotidiano del sistema<br />

bancario è la Banca d’Italia. Infatti è la divisione Vigilanza<br />

ad esercitare un controllo su una vasta gamma di aspetti<br />

dell’attività bancaria.<br />

Tutte le banche effettuano mensilmente una serie di segnalazioni<br />

secondo una procedura e uno schema standard che<br />

copre tutte le voci di conto economico e di stato patrimoniale<br />

con un’analisi molto dettagliata della struttura dei depositi (la<br />

raccolta) e dei crediti (gli impieghi). Soprattutto questi ultimi<br />

sono soggetti ad analisi molto attenta e le segnalazioni devono<br />

fornire i dati aggregati in tanti modi diversi: ad esempio<br />

per fi liale, per provincia, per settore di attività economica, per<br />

durata, per tasso ecc. Due tipologie di segnalazione alla Banca


d’Italia dovrebbero interessare in modo particolare la clientela<br />

di una banca: le segnalazioni del “patrimonio di vigilanza” e le<br />

segnalazioni alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia.<br />

L’adeguatezza patrimoniale<br />

Le segnalazioni del patrimonio di vigilanza, che forniscono<br />

dati sull’adeguatezza patrimoniale (Capital Adequacy) della<br />

banca sono di particolare attualità. Il dato indica il rapporto<br />

fra il patrimonio della banca e i rischi che essa ha assunto<br />

nel proprio bilancio. La Banca d’Italia, pienamente allineata<br />

agli accordi internazionali stabiliti in sede del Comitato di<br />

Basilea della Banca dei Regolamenti Internazionale – impone<br />

alle banche di mantenere un livello di patrimonio che<br />

non deve scendere sotto una certa percentuale dei rischi<br />

che l’istituto detiene (e fra i rischi si contano i crediti, le<br />

garanzie emesse, i derivati, i rischi su cambi e tassi, i rischi<br />

operativi insiti nell’attività bancaria).<br />

Dovrebbe interessare chiunque abbia depositato denaro in<br />

una banca conoscere quanto essa debba essere considerata<br />

rischiosa.<br />

In questi ultimi mesi i giornali hanno scritto molto sul salvataggio<br />

di alcune banche estere ed hanno parlato del Tier 1. La<br />

parola inglese Tier signifi ca “livello” e il Tier 1 capital non è<br />

altro che il “patrimonio primario” comprendente, fra l’altro, il<br />

capitale sociale, i proventi da aumenti di capitale e gli utili non<br />

distribuiti conseguiti nel tempo. Il rapporto fra tale valore e<br />

l’“attivo a rischio ponderato” (ovvero l’insieme dei rischi elencati<br />

sopra, ponderati singolarmente per il livello di rischiosità<br />

che rappresentano) non deve essere inferiore al 4% (Tier 1<br />

ratio). Quindi le banche non si possono assumere rischi che<br />

siano superiori a 25 volte il patrimonio primario Tier 1.<br />

Il Tier 1 capital si distingue dal Tier 2 capital o “patrimonio<br />

secondario” (riserve di rivalutazione ecc.). Insieme il Tier 1 e il<br />

Tier 2 devono rappresentare almeno l’8% dell’attivo a rischio<br />

ponderato (l’attivo a rischio ponderato è una misura dei rischi<br />

che la banca ha assunto, ivi compreso, fra l’altro, il rischio di<br />

63<br />

Tutte le banche effettuano<br />

mensilmente una serie<br />

di segnalazioni secondo<br />

una procedura e uno<br />

schema standard che<br />

copre tutte le voci<br />

di conto economico<br />

e di stato patrimoniale.<br />

credito). Per un risparmiatore, più è alto il patrimonio Tier 1<br />

più è solida la banca. La Banca d’Italia si informa a scadenze<br />

ravvicinate sul livello di patrimonio delle banche e, in caso di<br />

abbassamento del rapporto verso la soglia del 4% o dell’8%,<br />

interviene per impedire che la banca in questione aumenti<br />

ulteriormente i rischi (crediti ecc.). Pertanto, l’indice Tier 1<br />

e Tier 2 è anche un indicatore della capacità della banca di<br />

erogare il credito.<br />

La Centrale dei Rischi<br />

La seconda tipologia di segnalazione che dovrebbe interessare<br />

i clienti di una banca sono le segnalazioni alla Centrale<br />

dei Rischi di Banca d’Italia. Ogni mese tutte le banche<br />

operanti in Italia segnalano nominativamente alla Centrale<br />

dei Rischi, cliente per cliente, le linee di credito assieme al<br />

relativo utilizzo all’ultimo del mese. Anche in questo caso la<br />

segnalazione segue un tracciato standard e contiene indicazioni<br />

non solo degli affi damenti e utilizzi secondo le varie<br />

forme tecniche, ma indica anche la presenza di sconfi namenti,<br />

incagli e sofferenze.<br />

Le segnalazioni provenienti dalle diverse banche vengono<br />

aggregate e quindi, dopo qualche settimana, tutte le banche<br />

segnalanti ricevono un cosiddetto “fl usso di ritorno”<br />

che contiene, per i soli clienti segnalati da quella banca,<br />

la posizione aggregata su tutte le banche operanti in Italia.<br />

Quando una banca riceve il fl usso di ritorno, lo raffronta<br />

al proprio fl usso di andata e vede immediatamente, cliente<br />

per cliente, come la propria posizione di affi damento si raffronta<br />

all’insieme del sistema bancario.<br />

Per il gestore in fi liale o nel servizio crediti è particolarmente<br />

utile potersi confrontare con il sistema sul singolo<br />

cliente e capire il proprio grado di inserimento nella posizione<br />

fi nanziaria dell’azienda creditrice, nonché captare<br />

eventuali segnali di possibili problemi dal fl usso di ritorno.<br />

È utile sapere che la banca valuta le segnalazioni di ritorno<br />

della Centrale dei Rischi nel momento in cui i fi di vengo-


anche e trasparenza<br />

no rinnovati. Inoltre verifi ca che il totale fi di utilizzato al<br />

31 dicembre corrisponda con quanto l’azienda espone nel<br />

proprio bilancio. Si tratta di controlli volti a migliorare la<br />

qualità del credito della banca e a incoraggiare un utilizzo<br />

responsabile delle linee di credito concesse.<br />

Il cliente ha, naturalmente, il diritto di consultare i dati che lo<br />

riguardano facendo semplice richiesta a una delle banche con<br />

cui opera, oppure alla Banca d’Italia (la fi liale della provincia<br />

di residenza), utilizzando il modulo che si trova nel sito della<br />

Banca d’Italia stessa. Il fl usso di ritorno che riceverà, conterrà<br />

l’evidenza di tutte le segnalazioni effettuate da banche, società<br />

di leasing ecc. su affi damenti e utilizzi a suo carico.<br />

Le norme e i regolamenti bancari<br />

Vi sono numerose altre segnalazioni effettuate da parte di banche<br />

alla Banca d’Italia e all’Uffi cio Italiano dei Cambi (che ora<br />

fa parte della Banca d’Italia). Queste comprendono segnalazioni<br />

molto dettagliate sul livello di rischi di mercato, oltre a<br />

segnalazioni ad hoc, quali dati su trasferimenti di fondi da e<br />

verso l’estero nonché quelle riferite a possibili transazioni che<br />

contravvengono la normativa antiriciclaggio.<br />

Quest’ultima area è assai complessa e obbliga le banche<br />

non solo a raccogliere elementi certi sull’identità di tutte le<br />

persone con cui opera, clienti e no, ma le obbliga anche a<br />

mantenere una traccia precisa su tutti i bonifi ci in entrata<br />

e in uscita, sugli assegni emessi e incassati, e soprattutto<br />

sugli importi di denaro contante versati o prelevati dalla<br />

clientela nell’arco di un determinato periodo. La Banca<br />

d’Italia vigila attentamente e pretende il rispetto integrale<br />

da parte delle banche della normativa.<br />

È generalmente risaputo che la Banca d’Italia emana in via<br />

continuativa le normative operative che le banche sono tenute<br />

a osservare. Esse prendono spunto da disposizioni di legge<br />

nazionali e comunitarie e le rendono operative.<br />

Meno conosciuto è il fatto che, a valle dell’attività di regolamentazione,<br />

la Banca d’Italia effettua una regolare attività<br />

64<br />

L’attività bancaria<br />

è un’attività fi duciaria<br />

per eccellenza:<br />

non sarà mai troppo<br />

quello che la banca potrà<br />

fare per tutelare la fi ducia<br />

dei clienti, elemento<br />

fondamentale che sta<br />

proprio alla radice<br />

del rapporto<br />

con la banca.<br />

ispettiva sul sistema bancario con visite in loco, che possono<br />

avere la forma di ispezioni generali, ispezioni specifi che<br />

sull’attività creditizia e su altre aree particolari.<br />

Associazione Bancaria Italiana<br />

L’ABI, Associazione Bancaria Italiana, non è un’autorità di vigilanza<br />

come la Banca d’Italia; come si evince dal nome, essa è<br />

infatti l’associazione di categoria fra le banche.<br />

L’ ABI però svolge anche un ruolo di controllo su più fronti,<br />

che risulta essere nell’interesse della collettività. Non solo<br />

svolge un’attività di raccordo fra le banche e le istituzioni,<br />

fornendo interpretazioni autorevoli e univoche a normative<br />

non chiare, ma raccoglie dati di mercato fra le banche, utili ad<br />

effettuare confronti in tempi abbastanza ravvicinati.<br />

In particolare si evidenziano le seguenti attività:<br />

- le segnalazioni dei “Tassi decadali ABI” forniscono ogni dieci<br />

giorni un quadro puntuale sull’andamento dei tassi attivi e<br />

passivi alla clientela suddivisi per area geografi ca, per segmento<br />

di banche, per segmento di clientela ecc. Tali segnalazioni<br />

(e relativo feedback alle banche) aiutano a mantenere trasparente<br />

il mercato del credito e ad evitare che si possano formare<br />

distorsioni nei tassi attivi e passivi;<br />

- le iniziative dell’ABI presso il sistema bancario (ad esempio<br />

l’“Avviso Comune” negoziato nella seconda metà del 2009 per<br />

permettere alle PMI di posticipare rate di mutui, leasing ecc.);<br />

- la pubblicazione di un’ampia gamma di testi bancari e l’organizzazione<br />

di formazione e seminari su tematiche fi nanziarie.


La vigilanza sulla borsa<br />

La Consob è conosciuta come l’organo di vigilanza sulle attività<br />

di borsa e sui mercati mobiliari. Essendo le banche attive nella<br />

raccolta ordini per transazioni in titoli azionari e obbligazionari<br />

su mercati regolamentati, è naturale che la Consob debba vigilare<br />

sul sistema bancario su questa attività specifi ca.<br />

Le banche sono tenute a “fi ltrare” tutti gli ordini di compravendita<br />

per titoli azionari e obbligazionari italiani ed esteri,<br />

assieme ai relativi derivati, per identifi care possibili casi di<br />

abusi di mercato. Fra i possibili casi, il più noto è il cosiddetto<br />

insider trading, che si verifi ca quando un investitore approfi<br />

tta di informazioni di cui solo egli è a conoscenza, per<br />

acquistare o vendere un titolo prima del resto del mercato,<br />

ricavando un profi tto.<br />

Analogamente all’attività di vigilanza sull’antiriciclaggio, l’attività<br />

di monitoraggio su possibili casi di abusi di mercato richiede<br />

un notevole dispendio di uomini e mezzi informatici.<br />

Il vantaggio per la clientela di questo controllo “a tappeto”<br />

consiste nel fatto che solo così il sistema fi nanziario (banche,<br />

SIM, SGR ecc.) può garantire una gestione ordinata e trasparente<br />

delle contrattazioni in Borsa, evitando che vi possano<br />

essere manipolazioni di mercato, che andrebbero a danno del<br />

piccolo risparmiatore.<br />

Le banche dati interbancarie<br />

Esistono numerose ulteriori controlli e segnalazioni effettuati<br />

dalla banche, di cui vorremmo descriverne brevemente<br />

solo tre:<br />

Centrale Allarme Interbancario<br />

Trattasi di segnalazioni effettuate ad una centrale alla quale<br />

partecipa l’intero sistema bancario per registrare dettagli di assegni<br />

e cambiali impagati.<br />

Banche dati creditizie<br />

Esistono diverse banche dati interbancarie che monitorano lo<br />

standing creditizio della clientela. Fra le più grande in Italia è<br />

il CRIF, al quale le banche segnalano sulla propria clientela<br />

65<br />

(affi damenti, fi nanziamenti concessi, carte di credito rilasciate<br />

ecc.) per poi attingere in fase di istruttoria fi di.<br />

Centrale dei protesti<br />

La centrale dei protesti mantiene un registro degli avvenuti<br />

protesti. Le banche possono interrogare la centrale per verifi<br />

care se un loro cliente o potenziale cliente risulta protestato.<br />

Le banche dati esterne non sono da considerare un “grande<br />

fratello” che spia l’attività dei cittadini, ma piuttosto una garanzia<br />

per evitare che possano verifi carsi casi di frode, che inevitabilmente<br />

avrebbero un effetto negativo in termini di costo<br />

per la collettività, ovvero per i cittadini onesti. In tutti i casi i<br />

cittadini possono accedere ai propri dati nelle varie centrali,<br />

su semplice richiesta.<br />

I controlli e la supervisione interna<br />

Passando quindi ai controlli interni nelle banche, questi vengono<br />

classifi cati su tre livelli.<br />

I controlli detti “di primo livello” sono i controlli effettuati su<br />

singole transazioni o pratiche all’interno della stessa unità organizzativa.<br />

Ad esempio, la spunta a fi ne giornata da parte del<br />

titolare di un’agenzia degli assegni che i cassieri hanno ricevuto<br />

all’incasso. I controlli “di secondo livello” sono invece controlli<br />

effettuati sull’operato dell’unità organizzativa da parte di<br />

un’altra unità organizzativa (ad esempio il risk management o<br />

il servizio controlli interni). Infi ne i controlli “di terzo livello”<br />

sono i controlli effettuati sulla banca da parte del proprio servizio<br />

ispettorato.<br />

Un numero molto elevato, quindi, di istanze di controllo<br />

interno ed esterno. Lo scopo di tutto ciò rimane comunque<br />

quello che abbiamo descritto in apertura: garantire che l’intera<br />

struttura della banca operi in modo corretto, trasparente<br />

e in linea con le normative interne ed esterne di riferimento.<br />

L’attività bancaria è un’attività fi duciaria per eccellenza: non<br />

sarà mai troppo quello che la banca potrà fare per tutelare la<br />

fi ducia dei clienti, elemento fondamentale che sta proprio alla<br />

radice del rapporto con la banca.

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