Manuale di diritto europeo della non discriminazione
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Questioni probatorie in materia <strong>di</strong> <strong>non</strong> <strong>di</strong>scriminazione<br />
né era possibile trovare una persona che affermasse <strong>di</strong> aver deciso <strong>di</strong> <strong>non</strong><br />
presentare domanda per tale lavoro a causa dell’annuncio. In altre parole, <strong>non</strong><br />
esisteva una vittima «identificabile», e il caso era stato sollevato dall’organismo<br />
per la parità <strong>di</strong> trattamento del belgio. La Cg ha affermato che <strong>non</strong> era<br />
necessario identificare una persona che avesse subito la <strong>di</strong>scriminazione.<br />
Poiché era evidente che la formulazione dell’annuncio avrebbe <strong>di</strong>ssuaso i «<strong>non</strong><br />
bianchi» dal presentare domanda, sapendo in anticipo che quest’ultima <strong>non</strong><br />
sarebbe stata accolta. Pertanto, sarebbe possibile <strong>di</strong>mostrare che una legge<br />
o una politica è <strong>di</strong>scriminatoria, senza necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una vittima<br />
effettiva.<br />
Esempio: qualora ci si avvalga <strong>di</strong> «test situazionali» (esaminati <strong>di</strong> seguito)<br />
spesso coloro che vi partecipano lo fanno sapendo o aspettandosi un<br />
trattamento meno favorevole. Il loro obiettivo principale <strong>non</strong> è accedere<br />
effettivamente al servizio in questione, ma raccogliere prove. Ciò significa che<br />
tali persone <strong>non</strong> sono propriamente delle «vittime». Esse sono prima <strong>di</strong> tutto<br />
interessate a garantire l’applicazione <strong>della</strong> legge piuttosto che a ottenere un<br />
risarcimento per i danni subiti. In una causa intentata in Svezia, nella quale<br />
un gruppo <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong> giurisprudenza aveva condotto dei test situazionali<br />
in alcuni locali notturni e ristoranti, la Corte suprema ha ritenuto che le<br />
persone coinvolte nell’indagine potessero comunque avviare un proce<strong>di</strong>mento<br />
per trattamento <strong>di</strong>scriminatorio. Al tempo stesso era possibile ridurre il<br />
risarcimento dei danni riconosciuti, tenuto conto del fatto che <strong>non</strong> era stato<br />
negato loro qualcosa che volessero realmente (cioè l’accesso ad alcuni esercizi<br />
commerciali) 256 .<br />
5.3. Il ruolo delle statistiche e <strong>di</strong> altri dati<br />
I dati statistici possono svolgere un ruolo importante per fondare una presunzione<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione. Sono particolarmente utili per <strong>di</strong>mostrare la <strong>di</strong>scriminazione<br />
in<strong>di</strong>retta, perché in tali situazioni le norme o prassi in questione sono<br />
apparentemente neutre. In tal caso è necessario concentrarsi sugli effetti delle<br />
norme o prassi per <strong>di</strong>mostrare che sono sproporzionatamente sfavorevoli a un<br />
gruppo specifico <strong>di</strong> persone rispetto ad altre in una situazione analoga. Anche nel<br />
256 Corte Suprema (Svezia), sentenza 1° ottobre 2008, t-2224-07, Escape Bar and Restaurant c. Me<strong>di</strong>atore<br />
per le <strong>di</strong>scriminazioni fondate sull’origine etnica. Una sintesi è <strong>di</strong>sponibile in lingua inglese nel<br />
portale informativo <strong>della</strong> fRA, causa 365-1; Rete europea <strong>di</strong> esperti giuri<strong>di</strong>ci nel campo <strong>della</strong> <strong>non</strong><br />
<strong>di</strong>scriminazione, European Anti-Discrimination Law Review, n. 8 (luglio 2009), pag. 68.<br />
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