Le Relazioni tra Africa e Sardegna in età romana - UnissResearch
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70 Attilio Mast<strong>in</strong>o<br />
L'unica attestazione non epigrafica ed <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua lat<strong>in</strong>a è quella<br />
della moneta di bronzo con la rappresentazione al diritto di due ri<strong>tra</strong>tti<br />
(Cesare ed Ottaviano?) con la leggenda Aristo Mutumbal Ricoce<br />
suf(etes); al rovescio compare un tempio con la scritta Veneris<br />
Kar(ales) 238. In passato il documento è stato riferito a Kar(thago) ed<br />
utilizzato per supporre che nella colonia fondata da Cesare accanto ai<br />
duoviri romani operassero i sufeti, a capo di una comunità <strong>in</strong>digena<br />
subito aggregatasi alla città dedotta nel 44 a.Cr. e poi r<strong>in</strong>forzata da<br />
Ottaviano nel 29 a.Cr.; <strong>in</strong> questo senso si è parlato, anche per Cartag<strong>in</strong>e,<br />
di un'improbabile doppia comunità romano-punica; il collegamento<br />
con Cesare e poi con Ottaviano parrebbe assicurato dal riferimento<br />
a Venere, madre di Enea, capostipite degli Iulii 239.<br />
È stato però ampiamente dimos<strong>tra</strong>to che la moneta, della quale<br />
sono numerosi gli esemplari r<strong>in</strong>venuti <strong>in</strong> <strong>Sardegna</strong>, si riferisce non a<br />
Cartag<strong>in</strong>e ma a Kar(ales), una città ugualmente collegata a Cesare o<br />
ad Ottaviano, <strong>in</strong> quanto municipium Iulium 240. Nel nostro caso i due<br />
sufeti attestano piu che l'esistenza di una doppia comunità sardo<strong>romana</strong>,<br />
il momento del passaggio dalla civitas <strong>in</strong>digena all' organizzazione<br />
<strong>romana</strong> del municipium 241; Aristo e Mutumbal Ricoce, i cui no-<br />
Adonbaal ed Himi/kat, di una città chiamata Qart-Hadasht (Cartag<strong>in</strong>e), nel senso di<br />
«città nuova»; si tende ad escludere che si alluda alla metropoli africana e si suppone<br />
preferibilmente che si <strong>tra</strong>tti di una città sarda. Il toponimo Neapolis potrebbe essere una<br />
<strong>tra</strong>duzione greca del corrispondente term<strong>in</strong>e punico (cfr. M.G. Guzzo AMADASI, Neapo<br />
Iis = Qart-Hadasht <strong>in</strong> <strong>Sardegna</strong>, «Rivista di studi orientali», XLIII, 1968, pp. 19-21);<br />
meno conv<strong>in</strong>cente mi pare la recente ipotesi della Chiera, che suppone ci si riferisca <strong>in</strong><br />
questo caso a Tharros e, <strong>in</strong> ICO Sardo 34, ad Olbia (G. CHiERA, Qarthadasht = Tharros<br />
?, «Rivista di studi fenici», X, 1982, pp. 197-202; EAD., Osservazioni su un testo punico<br />
da Olbia, ibid., XI, 1983, pp. 177-181).<br />
216 ICO Sardo 32, dove si ricorda nel III-II secolo a.Cr. il sufeta Himy da Tharros,<br />
cfr. nota precedente.<br />
m ICO Sardo neop. 8; vd. anche F. MAzzA, Vita pubblica e privata nella <strong>Sardegna</strong><br />
antica. <strong>Le</strong> testimonianze fenicie e puniche, «Antiqua», 111,10, p. 8 e fig. 2.<br />
m La moneta è ampiamente illus<strong>tra</strong>ta <strong>in</strong> GRANT, From imperium to auctoritas, pp.<br />
149 sgg.; vedi anche L. FORTELEONI, <strong>Le</strong> emissioni della <strong>Sardegna</strong> punica, Sassari 1961,<br />
pp. 67 sg. nr. 100.<br />
m Cfr. ROMANELU, Storia, pp. 192 sgg. e 670, con lo stato della questione.<br />
240 Il municipium Claralit(anorum)) è ricordato <strong>in</strong> ILSard. l 50; vd. anche PUN.,<br />
Nat. Hist. III, 7, 85. I liberti del municipio avevano il gentilizio Iutius (cfr. CIL X 7862:<br />
C. Iulius munlicipii I.J(?); 7844, a Sanluri: C. Iulius municipi I. Feticio).<br />
241 Cfr. C. ALBIZZATI, Studi di archeologia <strong>romana</strong>. Due questioni di numismatica<br />
sardo-<strong>romana</strong>, «Annali Facoltà <strong>Le</strong>ttere e Filosofia, Univ. Cagliari», I-II, 1926-27<br />
[1928], pp. 3-6 che è stato il primo a riferire a Karales la moneta; Venere sarebbe <strong>in</strong> questo<br />
caso da collegare a Tanit e ad Ashtart.