Le Relazioni tra Africa e Sardegna in età romana - UnissResearch

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62 Attilio Mastino - per i collegamenti tra l'Africa e il Lazio o la Gallia - della Sardegna in genere ed in .particolare dei tre porti di Olbia, di Sulci e di Karales; quest'ultima città, alla quale era finalizzato tutto il sistema stradale isolano, non solo aveva un porto alquanto sicuro, ma era il terminale dei collegamenti con Utica e con Cartagine, anche se Nora era geograficamente piu vicina 180. Allo sviluppo di Karales come scalo mediterraneo ha indubbiamente contribuito la favorevole situazione topografica, la presenza di un porto naturale sufficientemente protetto e, penso, la conformazione del golfo e degli stagni, che ricorda molto da vicino quella del golfo di Tunisi, chiuso ad occidente da Cartagine ... Claudiano metteva appunto in evidenza il fatto che Karales era collocata giusto di fronte all'Africa (urbs Libyam. contra Tyrio fundata potenti) 181. In questo contesto è significativa l'attestazione ad Ostia dei navicul(arii) et negotiantes Karalitani 182, assieme ai navic(ularii) Turri/ani 183 e ad una serie di navicularii di città africane 184: presso il teatro, nel cosÌ detto Piazzale delle Corporazioni, questi armatori avevano i propri uffici di rappresentanza, in un'epoca che è stata fissata tra il 190 ed il 200, comunque alla fine del Il secolo, forse durante il regno di Settimi o Severo 18S. Non si dimentichi che Commodo aveva riorganizzato i navicularii, costituendo una vera e propria flotta (classis Africana Commo- ISO Cfr. C. TRONCHETTl, Nora (Sardegna archeologica. Guide e itinerari, l), Sassari 1984, pp. 5 sgg. III CLAUD., De bello Gildonico, I, v. 520. 182 C/L XIV 4549, 21 cfr. G. BECATTI, Mosaici, pp. 72 sg. nr. 102 e tav. CLXXVIII, con la descrizione della nave (vd. anche ROUGÉ, Commerce, pp. 73 sg.). Isj C/L XIV 4549, 19 cfr. BECATTI, Mosaici, pp. 71 sg. nr. 100 e tav. CLXXVI. 184 Cfr. ROUGÉ, Co m merce, p. 304. Per il manifesto del primo convegno di studio su «L'Africa romana» (Sassari, 15-17 ottobre 1983) abbiamo scelto il mosaico (una copia conservata al Museo di Salakta) della statio dei [navic]ulari Syllecti[ni], appunto per dare anche visivamente il segno dell'esistenza di problemi sostanzialmente simili tra Africa e Sardegna (C/L XIV 4549, 23 cfr. BECATTI, Mosaici, pp. 73 sg. nr. 105 e tav. CLXXIX; un civis Sullecthinus ad O§tia_ in C!L XIV 477). Per l'attività degli armatori di Sullectum, cfr. ora A. BESCHAOUCH, Nouvelles recherches sur les sodalités de l'Afrique romaine, «CRA!», 1977, pp. 500 sg. n.43. Assieme ad otto città africane, i mosaici del Piazzale delle Corporazioni di Ostia ricordano le due città sarde (Karales e Turris Libisonis), una città della Gallia (Narbo Martius), una egiziana (Alexandria) ed una incerta, per restare ai soli tredici porti. 1S5 Si tende attualmente ad escludere che le stationes del Piazzale delle Corporazioni di Ostia fossero· veri e propri uffici e si ammette al massimo che si trattasse di «punti di riferimento per gli stranieri», da mettere in relazione con il teatro, cfr. C. PAVOLlNI, Ostia (Guide archeologiche Laterza, 8), Roma-Bari 1983, pp. 67 sgg.

Le relazioni tra Africa e Sardegna 63 diana), con sede a Cartagine, finalizzata a garantire l'approvvigionamento granario della capitale 186. Qualche anno prima, nel 173 d.Cr., dunque durante il principato di Marco Aurelio, i domini navium Afrarum universarum (ai quali si erano aggiunti in un secondo tempo i rappresentanti dei domini sardi: item Sardorum), avevano dedicato ad Ostia una statua in onore di M. Iulius M.f. Palo Faustus, duoviro, patronus corfp(oris)j curatorum navium marinar{um] 187. Dunque gli armatori africani si erano associati, almeno temporaneamente, tra loro e con colleghi sardi; che la merce che veniva trasportata fosse soprattutto frumento è assicurato dal fatto che il personaggio in onore del quale fu dedicata la statua è indicato esplicitamente come mercator frumentarius 188. Le attestazioni di Africani ad Ostia, impegnti nel trasporto marittimo, sono numerose: si citeranno in particolare i vinari{i] inportatores negotiantes, uno dei quali (un corporatus) era originario di Ulisippira 189; i naviculari Africani 190, i domini navium Carthaginensium ex Africa 191, le naves Kartha{g(iniensesJ)192, i mercatores frumentari et oleari Afrari, questi ultimi a Roma 193; sono inoltre ricordati ad Ostia alcuni altri Africani, sicuramente connessi col commercio marittimo 194. 186 Hist. Aug., Comm. XVII, 7; cfr. H. PAVIS D'EscURAC, Réflexions sur la c1assis Africana Commodiana, in Mélanges d'histoire ancienne offerts à W. Seston, Paris 1974, pp. 397-408. lB7 C/L XIV 4142 = /LS 6140, cfr. ora MASTINO, Popolazione e classi sociali, p. 76 n. 218; LASSÈRE, Ubique populus, p. 132. 1 n Sulle caratteristiche di questa singolare associazione temporanea, cfr. P. BAL­ DACCI, Negotiatores e mercatores frumentarii nel periodo imperiale, «Rendiconti Istituto Lombardo», CI, 1967, pp. 288 sg.; R. MEIGGS, Roman Ostia, Oxford 1973 2 , p. 209; ROUGÉ, Commerce, p. 73. Che il grano africano venisse trasportato a Roma via Sardinia è stato supposto, sulla base dell'iscrizione in questione, da R.l. ROWLAND JR., The Case of the Missing Sardinian Orain, «Ancient World», X, 1984, p. 48 (cfr. MASTINO, A proposito di continuità culturale, p. 213 n. 87). lB9 AE 1940, 64, cfr. LASSÈRE, Ubique populus, p. 626. Si tratta di L. Caecilius Aemi/ianus, veteranus ex coh(orte) pr(ima) praetoria. 190 AE 1955, 183, cfr. LASSÈRE, Ubique populus, p. 632 (epoca di Adriano). 191 C/L XIV 99 (Roma, da Porto), dedicata nel 141 d.Cr. ad Antonino Pio, con la quarta potestà tribunicia ed il terzo consolato. 192 C/L XIV 4626, in memoria di L. Caelius L. fil. Afrn}. Aprilis Valerianfus], curator delle navi cartaginesi, cfr. LASSÈRE, Ubique populus, p. 626; ROUGÉ, Com merce, p.304.' 193 C/L VI 1620 = /LS 1342, cfr. LASSÈRE, Ubique populus, p. 632; M. CORBlER, Les famil/es c1arissimae d'Afrique Proconsulaire (/"-I1l' siècle), in Epigrafia e ordine senatorio, II (= Tituli, V), Roma 1982, p. 698. 194 Un quadro moJto ampio delle principali attestazioni è in P. ROMANELLI, Di alcu-

62 Attilio Mast<strong>in</strong>o<br />

- per i collegamenti <strong>tra</strong> l'<strong>Africa</strong> e il Lazio o la Gallia - della <strong>Sardegna</strong><br />

<strong>in</strong> genere ed <strong>in</strong> .particolare dei tre porti di Olbia, di Sulci e di Karales;<br />

quest'ultima città, alla quale era f<strong>in</strong>alizzato tutto il sistema s<strong>tra</strong>dale<br />

isolano, non solo aveva un porto alquanto sicuro, ma era il term<strong>in</strong>ale<br />

dei collegamenti con Utica e con Cartag<strong>in</strong>e, anche se Nora era<br />

geograficamente piu vic<strong>in</strong>a 180.<br />

Allo sviluppo di Karales come scalo mediterraneo ha <strong>in</strong>dubbiamente<br />

contribuito la favorevole situazione topografica, la presenza di<br />

un porto naturale sufficientemente protetto e, penso, la conformazione<br />

del golfo e degli stagni, che ricorda molto da vic<strong>in</strong>o quella del golfo<br />

di Tunisi, chiuso ad occidente da Cartag<strong>in</strong>e ... Claudiano metteva appunto<br />

<strong>in</strong> evidenza il fatto che Karales era collocata giusto di fronte<br />

all'<strong>Africa</strong> (urbs Libyam. con<strong>tra</strong> Tyrio fundata potenti) 181.<br />

In questo contesto è significativa l'attestazione ad Ostia dei navicul(arii)<br />

et negotiantes Karalitani 182, assieme ai navic(ularii) Turri/ani<br />

183 e ad una serie di navicularii di città africane 184: presso il teatro,<br />

nel cosÌ detto Piazzale delle Corporazioni, questi armatori avevano i<br />

propri uffici di rappresentanza, <strong>in</strong> un'epoca che è stata fissata <strong>tra</strong> il<br />

190 ed il 200, comunque alla f<strong>in</strong>e del Il secolo, forse durante il regno<br />

di Settimi o Severo 18S.<br />

Non si dimentichi che Commodo aveva riorganizzato i navicularii,<br />

costituendo una vera e propria flotta (classis <strong>Africa</strong>na Commo-<br />

ISO Cfr. C. TRONCHETTl, Nora (<strong>Sardegna</strong> archeologica. Guide e it<strong>in</strong>erari, l), Sassari<br />

1984, pp. 5 sgg.<br />

III CLAUD., De bello Gildonico, I, v. 520.<br />

182 C/L XIV 4549, 21 cfr. G. BECATTI, Mosaici, pp. 72 sg. nr. 102 e tav.<br />

CLXXVIII, con la descrizione della nave (vd. anche ROUGÉ, Commerce, pp. 73 sg.).<br />

Isj C/L XIV 4549, 19 cfr. BECATTI, Mosaici, pp. 71 sg. nr. 100 e tav. CLXXVI.<br />

184 Cfr. ROUGÉ, Co m merce, p. 304. Per il manifesto del primo convegno di studio<br />

su «L'<strong>Africa</strong> <strong>romana</strong>» (Sassari, 15-17 ottobre 1983) abbiamo scelto il mosaico (una copia<br />

conservata al Museo di Salakta) della statio dei [navic]ulari Syllecti[ni], appunto per<br />

dare anche visivamente il segno dell'esistenza di problemi sostanzialmente simili <strong>tra</strong><br />

<strong>Africa</strong> e <strong>Sardegna</strong> (C/L XIV 4549, 23 cfr. BECATTI, Mosaici, pp. 73 sg. nr. 105 e tav.<br />

CLXXIX; un civis Sullecth<strong>in</strong>us ad O§tia_ <strong>in</strong> C!L XIV 477).<br />

Per l'attività degli armatori di Sullectum, cfr. ora A. BESCHAOUCH, Nouvelles recherches<br />

sur les sodalités de l'Afrique roma<strong>in</strong>e, «CRA!», 1977, pp. 500 sg. n.43.<br />

Assieme ad otto città africane, i mosaici del Piazzale delle Corporazioni di Ostia ricordano<br />

le due città sarde (Karales e Turris Libisonis), una città della Gallia (Narbo<br />

Martius), una egiziana (Alexandria) ed una <strong>in</strong>certa, per restare ai soli tredici porti.<br />

1S5 Si tende attualmente ad escludere che le stationes del Piazzale delle Corporazioni<br />

di Ostia fossero· veri e propri uffici e si ammette al massimo che si <strong>tra</strong>ttasse di «punti di<br />

riferimento per gli s<strong>tra</strong>nieri», da mettere <strong>in</strong> relazione con il teatro, cfr. C. PAVOLlNI,<br />

Ostia (Guide archeologiche Laterza, 8), Roma-Bari 1983, pp. 67 sgg.

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