Le Relazioni tra Africa e Sardegna in età romana - UnissResearch
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<strong>Le</strong> relazioni <strong>tra</strong> <strong>Africa</strong> e <strong>Sardegna</strong> 59<br />
Nel 203 a.Cr. Magone, il fratello di Annibale, imbarcatosi nel S<strong>in</strong>us<br />
Gallicus, nel territorio dei Liguri Ingauni, morÌ per una ferita (che si<br />
era procurata <strong>in</strong> uno sfortunato scontro col pretore P. Qu<strong>in</strong>tilio Varo<br />
ed il pro console M. Cornelio Cetego nel territorio dei Galli Insubri),<br />
appena doppiata la <strong>Sardegna</strong>, prima che la nave giungesse a Cartag<strong>in</strong>e;<br />
contemporaneamente il resto della sua flotta era sbaragliato al largo<br />
dell'isola dal propretore Cn Ottavio [66. L'anno successivo, il console<br />
Ti. Claudio Nerone, partito con lo scopo di associarsi nel comando<br />
della guerra <strong>in</strong> <strong>Africa</strong> a Scipione, visto che il comizio tributo non<br />
aveva autorizzato la sostituzione del proconsole, dovette affrontare una<br />
prima tempesta <strong>in</strong>ter portus Cosanum Loretanumque; partito dunque<br />
da Populonia, toccata l'isola d'Elba e la Corsica, all'altezza dei Montes<br />
Insani (probabilmente nella costa orientale della <strong>Sardegna</strong>, <strong>tra</strong><br />
Dorgali e Baunei), vide la sua flotta di 50 nuove qu<strong>in</strong>queremi quasi distrutta<br />
da un violento nubifragio; il console riuscì comunque a guadagnare<br />
Karales e, senza raggiungere l'<strong>Africa</strong>, se ne tornò a Roma alla<br />
f<strong>in</strong>e dell'anno consolare, riportando le navi superstiti da privato<br />
cittad<strong>in</strong>o 167. Si è già detto che nello stesso anno il governatore della<br />
<strong>Sardegna</strong> P. Cornelio <strong>Le</strong>ntulo era sbarcato ad Utica con 50 navi ros<strong>tra</strong>te,<br />
oltre a 100 navi onerarie 168: su queste navi Scipione, subito dopo<br />
la battaglia di Naraggara, s'imbarcò da Utica per Cartag<strong>in</strong>e e per<br />
s<strong>tra</strong>da <strong>in</strong>contrò una nave ornata di rami d'ulivo che conduceva dieci<br />
ambasciatori cartag<strong>in</strong>esi <strong>in</strong>caricati di chiedere la pace; tornato ad Ulica,<br />
richiamato l'esercito del propretore Cn. Ottavio, Scipione mise<br />
l'accampamento a Tynes, dove si recarono i legati cartag<strong>in</strong>esi 169.<br />
A parte l'<strong>in</strong>vio di grano dalla Numidia <strong>in</strong> <strong>Sardegna</strong> nell'<strong>in</strong>verno<br />
del 125 a.Cr. 170 , si ricorderà il s<strong>in</strong>golare it<strong>in</strong>erario seguito per raggiungere<br />
l'Hispania u/terior da P. Vat<strong>in</strong>io nel 62 a.Cr.: partito da Roma, il<br />
legato raggiunse la <strong>Sardegna</strong> e si recò qu<strong>in</strong>di presso lempsale <strong>in</strong> Numidia<br />
e presso Mastanesosus <strong>in</strong> Mauretania; solo <strong>in</strong> un secondo tempo<br />
arrivò, passando per lo stretto di Gibilterra, nella penisola iberica; si<br />
compendono le critiche e le preoccupazioni di Cicerone, che non riu-<br />
166 LIv. XXX, 19,5.<br />
167 LIv. XXX, 39, 1-3; cfr. anche 27,5 e 38, 6-7. Sull'episodio, vd. M. GRAS, <strong>Le</strong>s<br />
Montes Insani de la Sardaigne, <strong>in</strong> Mé/anges offerls à R. Dion, Paris 1974, pp. 349 sgg.<br />
168 Cfr. supra, n. 131. Altre spedizioni vi erano state negli anni 204 e 203 a.Cr., cfr.<br />
supra, nn. 129-130.<br />
169 LIv. XXX, 36, 3 sgg.<br />
170 Cfr. supra. n. 134.