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informalita' e progetto urbano - Università degli Studi di Sassari

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2.2.2 Everyday Urbanism<br />

Everyday Urbanism e spazio del quoti<strong>di</strong>ano<br />

2. Dimensione informale della vita urbana<br />

L'informalità, intesa come produttrice <strong>di</strong> microspazialità, è connessa a recenti approcci <strong>di</strong><br />

progettazione urbanistica, <strong>di</strong> cui il filone Everyday Urbanism 78 o “Urbanistica della quoti<strong>di</strong>anità”<br />

è un esempio <strong>di</strong> grande interesse (Chase et al. 1999). Questa corrente, emersa negli anni<br />

novanta, fa riferimento a un orientamento dell'urbanistica che identifica il suo significato nella<br />

vita quoti<strong>di</strong>ana (Mehrotra 2004). Margaret Crawford, una delle maggiori esponenti <strong>di</strong> questo<br />

approccio, concentra l'attenzione sull'importanza della quoti<strong>di</strong>anità, non intesa nel suo senso<br />

comune, ma come rivelatrice <strong>di</strong> una molteplicità e ricchezza <strong>di</strong> significati (Crawford 2009).<br />

Questo filone <strong>di</strong> ricerca, sviluppatosi a partire da alcune riflessioni dei filosofi Henri Lefebvre<br />

(1977) e Michel de Certeau 79 (1984) che evidenziano l'importanza della vita quoti<strong>di</strong>ana e la sua<br />

rilevanza per la comprensione dei processi urbani, si propone <strong>di</strong> scoprire i significati alternativi<br />

della con<strong>di</strong>zione urbana a partire dalla routine or<strong>di</strong>naria e spesso banale della vita e <strong>di</strong><br />

riconnettere tali significati sociali al <strong>progetto</strong> dello spazio.<br />

Gli interpreti <strong>di</strong> tale approccio, in particolare, hanno incentrato la propria attenzione su<br />

luoghi piccoli, temporanei e non intenzionali, in tal modo evitando un approccio standar<strong>di</strong>zzato,<br />

permanente e su larga scala dei progetti <strong>di</strong> pianificazione urbana. L’Everyday Urbanism analizza<br />

lo spazio del quoti<strong>di</strong>ano, ovvero il tessuto connettivo compreso tra lo spazio residenziale, quello<br />

<strong>di</strong> lavoro e le istituzioni, assegnando notevole rilevanza alle esperienze della vita quoti<strong>di</strong>ana (De<br />

Certeau 1984). Secondo Crawford (Chase et al. 1999) lo spazio del quoti<strong>di</strong>ano è un paesaggio<br />

<strong>di</strong>ffuso, talvolta ripetitivo; è ovunque, ma da nessuna parte, è un territorio <strong>di</strong> possibilità e con un<br />

elevato potenziale <strong>di</strong> trasformazione. Lo spazio del quoti<strong>di</strong>ano è spesso descritto come<br />

generico, ma una volta che si osservano le persone che lo abitano e le attività che vi si<br />

78 Il termine Everyday Urbanism sottolinea il primato dell'esperienza umana come aspetto fondamentale della<br />

pianificazione urbanistica. La vita quoti<strong>di</strong>ana della città è considerata il centro <strong>di</strong> attenzione poiché rivela un insieme<br />

<strong>di</strong> attività definite da un sistema <strong>di</strong> pratiche sociali. Gli spazi della vita quoti<strong>di</strong>ana rappresentano un’area <strong>di</strong> transizione<br />

sociale in cui si evidenzia la possibilità <strong>di</strong> avviare nuovi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare lo spazio inse<strong>di</strong>ativo.<br />

Il volume Everyday Urbanism (Chase et al. 1999) si articola in due sezioni principali: una prima sezione Looking at<br />

the city, ovvero "Guardare la città", esamina la vita urbana della fine del XX secolo. Fenomeni quali shopping centers,<br />

suburbanizzazione e sprawl sono analizzati nella prospettiva <strong>di</strong> un primato dell'esperienza dello spazio del quoti<strong>di</strong>ano.<br />

La seconda parte del libro Making the city, ovvero "Fare la città", illustra alcuni esempi in cui lo spazio del quoti<strong>di</strong>ano<br />

si definisce come lo spazio della vita pubblica del XXI secolo. Nella seconda e<strong>di</strong>zione del volume (2008) viene<br />

aggiunta una terza sezione Everyday Urbanism 2008 che affronta progetti in cui lo spazio quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong>viene elemento<br />

centrale <strong>di</strong> cambiamento.<br />

79 Lefebvre (1977) descrive la città come un luogo in cui <strong>di</strong>fferenti gruppi possono incontrarsi, entrare in conflitto,<br />

stabilire alleanze, ma anche partecipare insieme a un'opera collettiva. Nella città la vita si articola intorno a scambi<br />

materiali e immateriali che si verificano quoti<strong>di</strong>anamente, ma che spesso sono invisibili. De Certeau (1984) definisce<br />

"pratica della vita quoti<strong>di</strong>ana" proprio quest'articolazione <strong>di</strong> attività comprese tra lo spazio formale e informale della<br />

città. Gli urbanisti a favore dell'Everyday Urbanism, ponendo al centro dell'attenzione le pratiche quoti<strong>di</strong>ane, tentano <strong>di</strong><br />

connettere queste due sfere.<br />

Laura Lutzoni<br />

Informalità e <strong>progetto</strong> <strong>urbano</strong>. Spazi <strong>di</strong> relazione tra formale e informale: prospettive per il <strong>progetto</strong> della città<br />

Scuola <strong>di</strong> Dottorato in Architettura e Pianificazione - XXIV Ciclo - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> - 2011 77

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