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informalita' e progetto urbano - Università degli Studi di Sassari

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1.8 Formale-informale come continuum socio-spaziale<br />

1. Informalità e spazio <strong>urbano</strong><br />

Alcune posizioni teoriche considerano l'informalità urbana come un aspetto estraneo alle<br />

forme <strong>di</strong> pianificazione ed esaminano l’impatto <strong>di</strong> pratiche e attività informali secondo una<br />

prospettiva limitata unicamente all’affermarsi <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>suguaglianza e segregazione socio-<br />

spaziale, che si manifestano nelle città e nei territori contemporanei. Vi è infatti una tendenza a<br />

considerare l'informale come elemento legato alla sfera del non regolamentato, dell'illegale, del<br />

transitorio, e quin<strong>di</strong> come un'attività contrapposta e al <strong>di</strong> fuori dell'ambito <strong>di</strong> controllo della<br />

pianificazione che si concretizza in un dominio connesso a processi <strong>di</strong> emarginazione sociale e<br />

povertà (Roy 2005; 2009a).<br />

In contrasto con questa tendenza una consistente letteratura ci permette <strong>di</strong> analizzare questo<br />

concetto spaziale da una prospettiva <strong>di</strong>fferente. L'informalità non può essere unicamente<br />

associata a fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione, caos o a forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>sarticolazione sociale (Alsayyad<br />

2004), ma si riferisce a un contesto più ampio e possiede i caratteri <strong>di</strong>stintivi che ne permettono<br />

una teorizzazione slegata dalle singole geografie dei luoghi (Roy, Alsayyad 2004). A tal fine<br />

appare importante evidenziare come le geografie spaziali non siano da intendersi come<br />

"geografie dei tratti", entità prestabilite che tendono ad identificare i tratti comuni <strong>di</strong> una<br />

particolare con<strong>di</strong>zione, ma piuttosto come "geografie processo" (Appadurai 2000), tali da<br />

identificare una teoria urbana che vada oltre la semplice localizzazione <strong>di</strong> fenomeni urbani, e sia<br />

capace <strong>di</strong> analizzare e comprendere i processi culturali, sociali, spaziali ed economici (Olds<br />

2001).<br />

In primo luogo le categorie del "formale" e dell'"informale" non possono essere analizzate<br />

secondo una prospettiva <strong>di</strong>cotomica-oppositiva, come un potere normativo contrapposto a<br />

quello insorgente, poiché "questi poli, collegati alla volontà delle forze sociali, strutturano con i<br />

loro confini i volti della città" 47 (Chamoiseau 1992: 227) e si sostengono secondo una relazione<br />

<strong>di</strong>fferente.<br />

47 La relazione tra ambito formale e informale viene esplorata all'interno del romanzo Texaco, che descrive le modalità<br />

<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> strutturazione <strong>degli</strong> spazi nella città informale creola. Texaco è una bidonville nata in corrispondenza <strong>di</strong><br />

uno stabilimento <strong>di</strong> una compagnia petrolifera e localizzata ai margini dell'Incittà (città tra<strong>di</strong>zionale). Un urbanista<br />

riceve il compito <strong>di</strong> mettere fine a questo quartiere e prima <strong>di</strong> avviare la procedura <strong>di</strong> demolizione si reca da Marie-<br />

Sofie. La donna matador, attraverso il racconto della sua vita e <strong>di</strong> quella del quartiere, riesce a far comprendere la<br />

ricchezza, l'umanità e le ragioni che lo hanno strutturato. "Nel cuore antico: un or<strong>di</strong>ne chiaro, governato,<br />

standar<strong>di</strong>zzato. Attorno: una corona ribollente, indecifrabile, impossibile, mascherata dalla miseria e dai pesi oscuri<br />

della Storia. Se la città creola avesse avuto a <strong>di</strong>sposizione soltanto l'or<strong>di</strong>ne del centro sarebbe morta. Ha bisogno del<br />

caos delle sue frange. È la bellezza ricca dell'orrore, l'or<strong>di</strong>ne fornito dal <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. È la bellezza palpitante nell'orrore e<br />

l'or<strong>di</strong>ne segreto in pieno <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Texaco è il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Fort-de-France; penso: la poesia del suo Or<strong>di</strong>ne.<br />

L'urbanista non sceglie più fra or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, fra bellezza e bruttezza; ormai s'innalza all'arte: ma quale?"<br />

Laura Lutzoni<br />

Informalità e <strong>progetto</strong> <strong>urbano</strong>. Spazi <strong>di</strong> relazione tra formale e informale: prospettive per il <strong>progetto</strong> della città<br />

Scuola <strong>di</strong> Dottorato in Architettura e Pianificazione - XXIV Ciclo - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> - 2011 52

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