informalita' e progetto urbano - Università degli Studi di Sassari
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1. Informalità e spazio <strong>urbano</strong><br />
questa ricerca stabilisca un forte <strong>di</strong>stacco tra le modalità tra<strong>di</strong>zionali del <strong>progetto</strong> della città e le<br />
pratiche spontanee, favorendo la creazione <strong>di</strong> un'urbanistica subalterna, considerata da Koolhaas<br />
l'alternativa non complementare alle forme tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> città. In questo senso le forme<br />
caotiche della città racchiudono al proprio interno logiche <strong>di</strong> espansione assolutamente<br />
razionali e si presentano come sistemi <strong>di</strong> sviluppo <strong>urbano</strong> autonomi.<br />
Tale slancio risolutivo verso economie e forme autorganizzate può essere anche associato<br />
allo "spirito eroico impren<strong>di</strong>toriale" proposto da Hernando de Soto (2000). Secondo l'autore, nei<br />
Paesi del Terzo Mondo vi sono impren<strong>di</strong>tori che possiedono talento, entusiasmo e abilità <strong>di</strong><br />
ricavare profitto dal nulla. L'ostacolo che impe<strong>di</strong>sce loro <strong>di</strong> creare capitale è legato unicamente<br />
all'assenza <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> riconoscimento delle proprietà e alla conseguente impossibilità <strong>di</strong><br />
convertirla in capitale. Il processo <strong>di</strong> "formalizzazione" <strong>di</strong> proprietà informali può favorire la<br />
creazione <strong>di</strong> nuove istituzioni e costituire un sistema aperto <strong>di</strong> proprietà facilmente accessibile a<br />
tutti 18 . De Soto interpreta l'economia informale come una rivolta dal basso che si opporrà al<br />
tra<strong>di</strong>zionale sistema capitalistico. Nella stessa <strong>di</strong>rezione Mike Davis 19 (2006) definisce una<br />
prospettiva futura basata su un conflitto per la sopravvivenza, una lotta tra formale e informale<br />
che si svilupperà proprio a partire dagli slums.<br />
Le riflessioni presentate <strong>di</strong> Koolhaas (AA.VV 2000), De Soto (2000) e Davis (2006) fanno<br />
riferimento a un approccio formale/informale <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>cotomico oppositivo. In contrasto con<br />
queste tendenze l'informalità può essere intesa come una modalità <strong>di</strong> abitare il territorio (Roy,<br />
Alsayyad 2004), ovvero un modo <strong>di</strong> produzione dello spazio costituito da una serie <strong>di</strong><br />
transazioni che collegano molteplici economie e luoghi ad altri. Non si tratta <strong>di</strong> una semplice<br />
linea <strong>di</strong> connessione, ma <strong>di</strong> un continuum tra formale e informale caratterizzato da un approccio<br />
<strong>di</strong> tipo frattale. In questa <strong>di</strong>rezione Hernández (2010) considera gli inse<strong>di</strong>amenti informali come<br />
ambiti <strong>di</strong> relazione in cui si materializza lo spazio in-between (Bhabha 1994), ovvero aree<br />
liminali tra due con<strong>di</strong>zioni in cui possono manifestarsi forme ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> creatività.<br />
Un'ulteriore modalità <strong>di</strong> concepire l'informalità può manifestarsi quando lo Stato tenta <strong>di</strong><br />
intervenire per sopprimerla o attaccarla. Yiftachel (2009) riflette sul significato <strong>di</strong> informalità nel<br />
18 La premessa concettuale <strong>di</strong> De Soto è che i beni possiedono funzioni parallele: da un lato svolgono una funzione<br />
fisica <strong>di</strong> riparo, mentre dall'altra hanno la capacità <strong>di</strong> generare plusvalore. La formalizzazione dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> proprietà<br />
consente <strong>di</strong> sviluppare il potenziale creativo <strong>di</strong> un bene. Nei paesi del Terzo Mondo queste proprietà non sono<br />
convertite in capitale o usate come quota <strong>di</strong> investimento. I poveri possiedono i beni, ma sono esclusi dal processo<br />
che permette loro <strong>di</strong> rappresentare le proprietà e creare capitale. La sfida <strong>di</strong> questi paesi non è basata su una<br />
maggiore quantità <strong>di</strong> risorse o denaro, ma quella <strong>di</strong> creare un sistema <strong>di</strong> proprietà formale accessibile a tutti (De Soto<br />
2000).<br />
19 Nel volume Il pianeta <strong>degli</strong> slum (2006) il teorico dello sviluppo <strong>urbano</strong> e sociografo Mike Davis, facendo<br />
riferimento a grande quantità <strong>di</strong> dati e statistiche, descrive il fenomeno <strong>di</strong> urbanizzazione, le <strong>di</strong>namiche sociali dei<br />
Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo e la situazione in cui vivono milioni <strong>di</strong> abitanti negli slums.<br />
Laura Lutzoni<br />
Informalità e <strong>progetto</strong> <strong>urbano</strong>. Spazi <strong>di</strong> relazione tra formale e informale: prospettive per il <strong>progetto</strong> della città<br />
Scuola <strong>di</strong> Dottorato in Architettura e Pianificazione - XXIV Ciclo - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> - 2011 25