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informalita' e progetto urbano - Università degli Studi di Sassari

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2. Dimensione informale della vita urbana<br />

temporaneità e quoti<strong>di</strong>anità. Gli spazi <strong>di</strong> uso temporaneo, localizzati in aree interstiziali o<br />

marginali, e quelli della routine del quoti<strong>di</strong>ano si definiscono come aree in cui possono<br />

emergere forme ine<strong>di</strong>te <strong>di</strong> creatività. La città creativa è quella che riesce a in<strong>di</strong>viduare nella<br />

quoti<strong>di</strong>anità dei suoi eventi e nelle micro-azioni temporanee alle <strong>di</strong>verse scale <strong>di</strong> intervento un<br />

potenziale <strong>di</strong> innovazione e mutamento.<br />

2.4.3 Luoghi della partecipazione. Spazi dell'autorganizzazione e della costruzione sociale<br />

Gli spazi informali sono luoghi in cui possono manifestarsi forme <strong>di</strong> partecipazione. Questo<br />

termine è abbastanza vago e <strong>di</strong>fficile da descrivere, ma in generale può essere definito dalla<br />

necessità che "i prodotti collettivi dell'inse<strong>di</strong>amento umano nello spazio (città, villaggi, quartieri,<br />

vicinati, paesaggi, territori e ambienti) siano costruiti (o debbano essere costruiti) nel <strong>di</strong>alogo<br />

sociale, attraverso il coinvolgimento attivo <strong>degli</strong> abitanti nella trasformazione dei luoghi della<br />

comunità" (Paba 1998: 86). Tale termine fa pertanto riferimento a innumerevoli processi <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>visione delle decisioni. Il concetto <strong>di</strong> partecipazione ritrova le proprie origini nelle<br />

esperienze − illustrate nei capitoli precedenti − <strong>di</strong> mobilitazione sociale che hanno dato<br />

origine a partire dagli anni sessanta e settanta al filone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> della pianificazione ra<strong>di</strong>cale.<br />

Christopher Alexander (1977) identifica la partecipazione come l'elemento centrale nel processo<br />

<strong>di</strong> progettazione o pianificazione. Secondo l'autore è impossibile elaborare un <strong>progetto</strong> che si<br />

adatti ai bisogni dei suoi utenti se non sono essi stessi a intervenire attivamente in questo<br />

processo. Solo le persone che vivono in un luogo possono guidare lo sviluppo dell'ambiente<br />

<strong>urbano</strong>.<br />

I processi <strong>di</strong> partecipazione sono ormai parte integrante dei sistemi <strong>di</strong> definizione della città<br />

e stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore. La città ha però mutato la propria struttura<br />

fisica e articolazione sociale e questo fenomeno ha influenzato anche la partecipazione che deve<br />

fare riferimento a <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> complessità urbana. Il concetto <strong>di</strong> partecipazione si lega<br />

in<strong>di</strong>ssolubilmente alle pratiche informali della città in quanto rappresenta una forma <strong>di</strong> azione e<br />

relazione che opera nello spazio interme<strong>di</strong>o tra formale e informale.<br />

Secondo Magnaghi "in un territorio abitato da molte culture, da citta<strong>di</strong>nanze plurali, è<br />

l'autoriconoscimento dei soggetti che si relazionano e si associano per la cura dei luoghi l'atto<br />

costituente <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> comunità; ovvero la comunità è una chance, non un dato storico<br />

riservato agli autoctoni, ma un <strong>progetto</strong> delle genti vive, <strong>degli</strong> abitanti <strong>di</strong> un luogo, che deriva<br />

dall'interazione solidale fra attori <strong>di</strong>versi in una società complessa, che sono in grado <strong>di</strong><br />

reinterpretare l'anima del luogo per attivare nuove forme <strong>di</strong> produzione e consumo fondate sulla<br />

convivialità, la solidarietà e l'autosostenibilità" (Magnaghi 2006).<br />

Laura Lutzoni<br />

Informalità e <strong>progetto</strong> <strong>urbano</strong>. Spazi <strong>di</strong> relazione tra formale e informale: prospettive per il <strong>progetto</strong> della città<br />

Scuola <strong>di</strong> Dottorato in Architettura e Pianificazione - XXIV Ciclo - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> - 2011 96

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