informalita' e progetto urbano - Università degli Studi di Sassari
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Introduzione<br />
pianificazione forniscono regole e in<strong>di</strong>rizzi precisi alla strutturazione del territorio, mentre<br />
l'informale modella, occupa e genera lo spazio secondo principi quali spontaneità e<br />
autorganizzazione. Secondo Lefebvre (1976) il movimento che si innesca, e che a sua volta<br />
produce una nuova realtà sociale, non si basa né sul formale, né sull'informale, ma sul loro<br />
rapporto <strong>di</strong>alettico nello spazio. L'informale, ponendosi in una relazione <strong>di</strong>alettica con il formale,<br />
configura spazi <strong>di</strong> relazione e definisce un punto <strong>di</strong> incontro tra due <strong>di</strong>fferenti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> strutturare<br />
la società. Non potrebbe infatti esistere alcuna "capacità creativa" da parte <strong>di</strong> una collettività se<br />
non esistesse una regola strutturale del quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Il superamento <strong>di</strong> una prospettiva contrappositiva tra ambiti e l'assunzione <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>mensione relazionale viene affrontata anche da Foucault (1977) attraverso l'analisi delle<br />
relazioni <strong>di</strong> potere. Foucault ribaltata la questione del potere, opponendo alla prospettiva della<br />
sovranità calata dall'alto, tipica <strong>di</strong> un approccio formale, quella <strong>di</strong> un potere decentrato e<br />
informale che segue la vita nella quoti<strong>di</strong>anità nelle sue apparenti casualità. Si tratta <strong>di</strong> un<br />
insieme <strong>di</strong> micropoteri <strong>di</strong>ffusi a un livello del quoti<strong>di</strong>ano capaci <strong>di</strong> instaurarsi nella società e<br />
nelle forme della cultura e del sapere. A tale proposito è in<strong>di</strong>spensabile focalizzare l'attenzione<br />
su questi spazi <strong>di</strong> relazione per cercare <strong>di</strong> comprendere in che misura la pianificazione, in<br />
quanto potere normativo formalizzante, possa "apprendere" dall'informale.<br />
La seconda parte della ricerca indaga le modalità attraverso le quali i processi informali si<br />
manifestano nella città e nei territori contemporanei. Il rapporto tra informalità e spazio <strong>urbano</strong><br />
appare complesso perché caratterizzato da una molteplicità <strong>di</strong> situazioni variegate. A tale<br />
proposito si evidenziano due principali categorie: l'informalità come produttrice <strong>di</strong><br />
microspazialità, a cui fanno riferimento i filoni <strong>di</strong> ricerca del Temporary Urbanism e<br />
dell'Everyday Urbanism, e quella dell'informalità intesa in senso più ampio come modalità <strong>di</strong><br />
abitare il territorio, alla quale si può ricondurre la corrente <strong>di</strong> ricerca dell'Informal Urbanism.<br />
Il filone <strong>di</strong> ricerca del Temporary Urbanism, tentando <strong>di</strong> andare oltre quello che<br />
ipoteticamente prevede la pianificazione formale, si concentra sulle alternative tangibili, anche<br />
se non previste e temporanee, allo status quo. Il concetto <strong>di</strong> Temporary Urbanism (AA.VV.<br />
2007b) si struttura attraverso il coinvolgimento <strong>degli</strong> abitanti che trasformano vuoti urbani, aree<br />
abbandonate, <strong>di</strong>smesse o prive <strong>di</strong> alcun in<strong>di</strong>rizzo progettuale in spazi <strong>di</strong> aggregazione sociale o<br />
per eventi. In questo senso spazi marginali o interstiziali <strong>di</strong>vengono attrattori per lo sviluppo <strong>di</strong><br />
attività spontanee. Gli usi temporanei evidenziano la capacità <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> pensare al <strong>di</strong><br />
fuori delle regole formali, assumere un ruolo progettuale attivo e usare questi spazi come<br />
campo <strong>di</strong> sperimentazione per favorire il manifestarsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti spazialità. Da questo<br />
Laura Lutzoni<br />
Informalità e <strong>progetto</strong> <strong>urbano</strong>. Spazi <strong>di</strong> relazione tra formale e informale: prospettive per il <strong>progetto</strong> della città<br />
Scuola <strong>di</strong> Dottorato in Architettura e Pianificazione - XXIV Ciclo - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Sassari</strong> - 2011 5