Potenza e rapidità da circuito - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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PCB Magazine n.5 - GIUGNO 2013<br />
IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />
SPECIALE: Problematiche ESD<br />
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />
LEGGI PCB SFOGLIABILE<br />
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n.5<br />
GIUGNO 2013<br />
<strong>Potenza</strong> e <strong>rapidità</strong> <strong>da</strong> <strong>circuito</strong>
HOVER DAVIS<br />
The Feeder Company<br />
We make the difference!<br />
Hover Davis produce feeders e moduli di<br />
dispensazione etichette <strong>da</strong>l 1989 per le macchine<br />
pick and place allo scopo di migliorarne la resa<br />
complessiva ed il funzionamento.<br />
I feeders Hover Davis sono compatibili con i<br />
principali costruttori quali: Universal, Siemens<br />
ASM, Panasonic, Fuji, Assembleon, Juki.<br />
Sono semplici all’uso, grazie al caricamento<br />
del nastro <strong>da</strong>ll’alto, all’indicazione di stato, al<br />
funzionamento elettrico con avanzamento e<br />
ritorno del nastro. Offrono inoltre una capienza<br />
del cassetto di raccolta mylar del + 30% e la<br />
calibrazione elettrica.<br />
Inoltre vi garantiamo un bonus di € 100<br />
per ogni nuovo acquisto di feeders Hover<br />
Davis previa alienazione dei feeder Siemens<br />
equivalenti anche se non funzionanti.<br />
Tecnolab S.r.l<br />
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Avrò 116 anni nel 2076. E allora potrò<br />
finalmente tirare i remi in barca e godermi la<br />
meritata pensione. Mio figlio più piccolo sarà<br />
uno splendido 65enne nel pieno dell’attività<br />
lavorativa, circon<strong>da</strong>to <strong>da</strong> figli, nipoti e pronipoti.<br />
Qualcuno mi chiederà come si vivesse nei lunghi<br />
decenni prima del 2007 e io potrò rispondere -<br />
certo con qualche rimpianto - che si stava bene<br />
tutto sommato, che molti (non tutti però) avevano<br />
un lavoro più o meno retribuito, più o meno<br />
soddisfacente. Un po’ come nel 2076 insomma,<br />
con un po’ di tecnologia in meno, ma con la stessa<br />
tranquillità lavorativa che si respira allo scorcio<br />
del settimo decennio dell’anno 2000.<br />
Scherzi a parte, una recentissima simulazione<br />
dell’ufficio economico della CGIL sul futuro<br />
an<strong>da</strong>mento dell’economia italiana parla chiaro:<br />
per ripristinare i livelli occupazionali pre 2007<br />
- considerando una crescita annua dello 0,7%<br />
(<strong>da</strong>ti di crescita previsti per il 2014 <strong>da</strong>ll’ISTAT)<br />
- dovremo aspettare 63 anni prima di tornare<br />
agli antichi “splendori” occupazionali, mentre per<br />
colmare il gap di 112 miliardi tra il Pil del 2007<br />
e quello del 2014 dovremo aspettare solo fino al<br />
2026. Non ci saranno invece speranze per il livello<br />
dei salari reali: mai nel futuro saremo più ricchi<br />
che nel passato.<br />
La simulazione non prevede modifiche nella<br />
politica economica: niente investimenti fuori <strong>da</strong>l<br />
deficit, niente eurobond, con spending review e<br />
pressione fiscale costanti. Insomma, le conclusioni<br />
- viste le premesse - non sono veramente<br />
condivisibili.<br />
Lo scenario <strong>da</strong> incubo proposto <strong>da</strong> CGIL viene<br />
tuttavia bilanciato <strong>da</strong> altre due ipotesi meno<br />
riccardo.busetto@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
Speranze centenarie<br />
▶ EDITORIALE<br />
drammatiche: una crescita media come nel periodo<br />
2000-2007 (+1,7%) che vedrebbe Pil, salari<br />
e occupazione ripristinati entro il 2020 e uno<br />
scenario ottimistico (ma poco probabile e a cui<br />
credono poco gli stessi economisti del sin<strong>da</strong>cato) che<br />
ripristinerebbe l’occupazione ai valori pre 2007<br />
entro il 2016, che ci farebbe tornare al Pil pre-crisi<br />
nel 2017 e che, nel tempo di un anno, riporterà<br />
il potere d’acquisto dei salari a quello degli “anni<br />
d’oro” precedenti il 2008.<br />
Che la CGIL abbia la bacchetta magica per tirarci<br />
fuori <strong>da</strong>l pantano? Chi lo sa?<br />
Secondo gli economisti di Susanna Camusso il<br />
“Piano lavoro” elaborato <strong>da</strong>l sin<strong>da</strong>cato a inizio<br />
anno è la soluzione per ottenere i risultati sperati,<br />
un piano che mette al centro poderosi investimenti<br />
pubblici e privati, operando un forte sostegno<br />
alla doman<strong>da</strong> interna. La soluzione in un nuovo<br />
New Deal, dunque, che parla nei termini di<br />
creazione di posti di lavoro sopattutto nei settori<br />
dell’innovazione e dei grandi beni comuni.<br />
Che dire? Potrebbe essere valido, forse no. Non<br />
sta me a dirlo, che non ne ho né le competenze né<br />
l’autorità per sostenere o criticare un piano così<br />
complesso e articolato. Sta di fatto, come più volte<br />
ho ripetuto nei miei editoriali, che è finito il tempo<br />
delle parole e - volente o nolente - è iniziato il<br />
tempo del fare o, meglio, del dover fare.<br />
“Fate presto” diceva il <strong>Sole</strong><strong>24</strong>ORE all’alba del<br />
governo Monti, quel drammatico 10 novembre<br />
del 2011. Un’esortazione che non è mai stata così<br />
attuale come in questo momento.<br />
PCB giugno 2013<br />
5
6 PCB giugno 2013<br />
▶ SOMMARIO - GIUGNO 2013<br />
IN COPERTINA<br />
Ogni realizzazione ha esigenze<br />
di connessione peculiari che la<br />
distinguono <strong>da</strong>lle altre. L’intero<br />
settore elettronico è però attraversato<br />
<strong>da</strong> alcuni trend ben riconoscibili: in<br />
primo luogo la miniaturizzazione,<br />
accompagnata <strong>da</strong>ll’esigenza di<br />
veicolare sempre più potenza<br />
attraverso il <strong>circuito</strong> stampato.<br />
Per realizzare soluzioni efficienti è<br />
poi fon<strong>da</strong>mentale che il connettore<br />
possa essere assemblato in modo<br />
rapido e semplice, oltre che pratico.<br />
I sistemi con connessione rapi<strong>da</strong> di<br />
Phoenix Contact rispondono a tutte<br />
queste esigenze, fornendo all’utente<br />
un’ampia gamma di proposte tra<br />
cui individuare la soluzione ideale<br />
per la propria applicazione, anche<br />
nella gestione delle connessioni di<br />
potenza.<br />
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20095 Cusano Milanino (MI)<br />
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agen<strong>da</strong><br />
Eventi/Piano editoriale ___________________ 10<br />
a cura della re<strong>da</strong>zione<br />
ultimissime<br />
C.S. e dintorni __________________________ 12<br />
a cura di Silvia Lucchi e Massimiliano Luce<br />
angolo di copertina<br />
Connessione rapi<strong>da</strong> di circuiti stampati ______ 18<br />
a cura di Phoenix Contact<br />
attualità<br />
Vincere la sfi<strong>da</strong> con l’innovazione ___________ 22<br />
di Giuseppe Goglio<br />
L’ESD parla toscano _____________________ 26<br />
di Riccardo Busetto<br />
speciale<br />
Problematiche ESD<br />
<strong>Il</strong> fenomeno ESD _______________________ 30<br />
di Dario Gozzi<br />
Elettrostatica e nanotecnologie _____________ 34<br />
di Gianfranco Coletti<br />
Nuove tecnologie nel mondo ESD _________ 38<br />
di Dario Gozzi
La gestione di eventi ESD ________________ 42<br />
di Giuseppe Angelo Reina e Luca Gnisci<br />
L’ESD a portata di mano _________________ 48<br />
di Giuseppe Vittori<br />
Modelli ESD e livelli di protezione _________ 54<br />
di Andrea Banfi<br />
tecnologie<br />
Step stencil col laser _____________________ 58<br />
di Piero Oltolina<br />
Step stencil e coating delle lamine __________ 62<br />
di Dario Gozzi<br />
progettazione<br />
Progettare meglio e con maggiore <strong>rapidità</strong> ____ 66<br />
di Hermant Shaw<br />
(secon<strong>da</strong> parte)<br />
oltre i pcb<br />
L’evoluzione tecnologica dei display _________ 70<br />
di Dario Gozzi<br />
aziende e prodotti<br />
Crescere e produrre in Val<strong>da</strong>rno ____________ 74<br />
di Dario Gozzi<br />
A ognuno il proprio stilo__________________ 76<br />
di Luca Conte<br />
fabbricanti<br />
Produttori di circuiti stampati in base<br />
a logo di fabbricazione ___________________ 80<br />
PCB giugno 2013<br />
7<br />
Anno 27 - Numero 5 - giugno 2013<br />
www.elettronicanews.it<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma<br />
REDAZIONE: Riccardo Busetto (Responsabile di Re<strong>da</strong>zione), Massimiliano Luce<br />
CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi<br />
COLLABORATORI: Gianfranco Coletti, Luca Conte, Luca Gnisci,<br />
Giuseppe Goglio, Silvia Lucchi, Piero Oltolina, Giuseppe Angelo Reina,<br />
Hermant Shaw, Giuseppe Vittori<br />
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Bu<strong>da</strong>,<br />
Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani,<br />
Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli, Walter Tinelli<br />
SEGRETERIA DI REDAZIONE BUSINESS MEDIA: Anna Alberti,<br />
Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli,<br />
Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone<br />
re<strong>da</strong>zione.pcb@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />
PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />
PRESIDENTE: Benito Benedini<br />
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />
SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1<br />
UFFICIO TRAFFICO: Tel. 02 3022.6060<br />
STAMPA: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />
Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />
Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994<br />
ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />
Associato a:<br />
Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con mo<strong>da</strong>lità connesse ai fini, i Suoi <strong>da</strong>ti personali,<br />
liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti <strong>da</strong> elenchi contenenti<br />
<strong>da</strong>ti personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica<br />
l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />
Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />
al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />
Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />
parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo<br />
o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto <strong>da</strong>ll’editore.<br />
L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />
Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi <strong>da</strong>ti potranno essere trattati <strong>da</strong> incaricati preposti<br />
agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />
di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne<br />
per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />
Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei <strong>da</strong>ti<br />
personali nell’esercizio della attività giornalistica”.<br />
La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono<br />
banche <strong>da</strong>ti ad uso re<strong>da</strong>zionale nelle quali sono raccolti <strong>da</strong>ti personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />
esercitare i diritti previsti <strong>da</strong>l D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei <strong>da</strong>ti personali,<br />
presso il coordinamento delle segreterie re<strong>da</strong>zionali (fax 02 3022.60951).
8 PCB giugno 2013<br />
▶ SI PARLA DI - LE AZIENDE CITATE<br />
Azien<strong>da</strong> pag. Inserzionisti pag.<br />
A ABB __________________________ 74, 79<br />
Agfa _____________________________ 41<br />
C Cadence _______________________ 66, 70<br />
CEI ____________________ 26-27, 48-52<br />
CIM<strong>da</strong>ta _________________________ 12<br />
Confindustria ANIE ________________ 16<br />
D Datapaq __________________________ 12<br />
Den-On __________________________ 28<br />
E EL.BO Service _________________ 27, 42<br />
F Forbo ____________________________ 27<br />
H Harwin ___________________________ 13<br />
I i-tronik ___________________________ 28<br />
L Laryo ____________________________ 13<br />
Laserjob _______________________ 63-64<br />
LPKF _________________________ 58, 60<br />
M Magna Electronics __________________ 28<br />
Mapei ____________________________ 27<br />
Mirtec ___________________________ 13<br />
N Nora _____________________________ 27<br />
P PCB Technologies __________________ 14<br />
Philips Lumileds ________________ 28, 54<br />
Phoenix Contact ________________ 18, 20<br />
Pico Technology ___________________ 14<br />
PowerOne _______________ 26, 28, 74-75<br />
R RSR __________________________ 23-<strong>24</strong><br />
S Samsung __________________________ 73<br />
Siemens __________________________ 12<br />
U Università di Genova ________________ 34<br />
W Weller _________________________ 76, 79<br />
Y Yamaha___________________________ 28<br />
A<br />
APEX TOOL ...................................................17<br />
AREL ...............................................................80<br />
ASM ASSEMBLY .............................................21<br />
C<br />
CABIOTEC .........................................................4<br />
E<br />
ELCO ELETTRONICA .......................................16<br />
F<br />
F.P.E. ..........................................................41-47<br />
I<br />
INVENTEC PERFORMANCE<br />
CHEMICALS ITALIA ..................................II cop.<br />
ISCRA ..................................................... IV cop.<br />
O<br />
OSAI A.S. .......................................................11<br />
P<br />
PACKTRONIC ...............................................9-15<br />
PHOENIX CONTACT ..................................I cop.<br />
R<br />
RS COMPONENTS ...................................III cop.<br />
T<br />
TECNOLAB .......................................................3<br />
TECNOMETAL ...........................................19-80<br />
W<br />
WIN-TEK .........................................................25
l’ispezione ottica oggi raggiunge il più alto<br />
liello i aailit e ripetiilit<br />
Con BF-3Di il sistema AOI diventa uno strumento di misura che fornisce <strong>da</strong>ti<br />
inequivocabili; grazie infatti alla misura dell’altezza dei componenti e delle sal<strong>da</strong>ture<br />
presenti sul PCB, BF-3Di combina analisi 2D e 3D sorpassando i limiti tipici della mera<br />
analisi 2D e dei sistemi con telecamere inclinate.<br />
LE ALTRE SOLUZIONI PER L’ISPEZIONE PCB:<br />
SAKI BF-3Di<br />
Benvenuti nella<br />
TERZA DIMENSIONE<br />
NOVITÀ NOVITÀ<br />
Saki BF-X2<br />
Ispezione ottica<br />
3D a raggi X<br />
Saki BF-Comet10<br />
Ispezione ottica<br />
<strong>da</strong> banco<br />
Saki BF-Tristar II<br />
Ispezione ottica<br />
top/bottom in<br />
contemporanea<br />
Saki BF-Sirius<br />
Ispezione ottica<br />
<strong>da</strong> banco<br />
1<br />
2<br />
3<br />
Renderizzazione 3D e immagine 2D con grafico<br />
delle altezze dei pin per il massimo controllo.<br />
ISPEZIONI PIÙ<br />
ACCURATE E RAPIDE<br />
RIDUZIONE DELLE<br />
FALSE CHIAMATE<br />
OTTIMIZZAZIONE NELLA<br />
CLASSIFICAZIONE DEI<br />
DIFETTI<br />
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10 PCB giugno 2013<br />
▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />
Data e luogo Evento Segreteria<br />
2-6 giugno<br />
Austin, Tx<br />
USA<br />
4-5 giugno<br />
Francoforte<br />
Germania<br />
5-6 giugno<br />
Mosca<br />
Russia<br />
19-20 giugno<br />
Monza (Autodromo)<br />
Italia<br />
20-23 giugno<br />
Bangkok<br />
Tailandia<br />
Piano editoriale 2013<br />
DAC 2013 DAC 2013<br />
1721 Boxelder St.<br />
Suite 107, USA Louisville CO 80027<br />
Tel. +1 303 560 5632<br />
Fax +1 303 560 5632<br />
IPC/FED Conference on<br />
Embedded Components<br />
Gen.-Feb. Sistemi di sal<strong>da</strong>tura<br />
Marzo <strong>Il</strong> test funzionale<br />
Aprile L’ispezione in elettronica: AOI, AXI e SPI<br />
Maggio L’allestimento di impianti di produzione e di laboratori<br />
elettronici<br />
Giugno Problematiche ESD<br />
Lug.-Ago. Pcb embedded<br />
Settembre <strong>Il</strong> test elettrico<br />
Ottobre <strong>Il</strong> software di progettazione e produzione<br />
Novembre Speciale Productronica<br />
Dicembre Circuiti stampati: materiali e tecnologie<br />
Speciali<br />
Gui<strong>da</strong> all’acquisto 2013-2014<br />
La pratica pubblicazione annuale di PCB Magazine che raccoglie in<br />
un unico prodotto tutti i <strong>da</strong>ti delle aziende che, in Italia, operano nel<br />
settore della produzione, della distribuzione elettronica e dei circuiti<br />
stampati.<br />
Focus<br />
Sistemi di lavaggio: lo stato dell’arte; sistemi di rework: tecnologie e<br />
prodotti; normative e stan<strong>da</strong>rd; il punto sulle Pick & Place; minacce<br />
nascoste: umidità e temperatura; la strumentazione di laboratorio.<br />
IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />
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Bannockburn, IL 60015, USA<br />
Tel. +1 847 61.57.100<br />
Fax +1 847 61.57.105<br />
SEMICON Russia 2013 Business Media Russia<br />
Ms. Yulia Solovieva<br />
Tel: +7 495 64.96.911<br />
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SIPLACE Technology Day ASM Assembly Systems S.r.l.<br />
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Fax: +39 02 92.90.46.22<br />
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NEPCON Thailand Marinella Croci<br />
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Tel.: +39 0383 19.11.653<br />
Mob.: +39 339 38.29.681<br />
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Editorial plan 2013<br />
Jan.-Feb. Soldering Systems<br />
March Functional Test<br />
April Inspection: AOI, AXI, SPI<br />
May Manufacturing Plants and Laboratory<br />
Organization<br />
June ESD Issues<br />
Jul.-Aug. PCB Embedded<br />
September Electrical test<br />
October Design and Manufacturing Software<br />
November Productronica: Special Issue<br />
December PCB: Materials and Technologies<br />
Special<br />
Buyers’ Directory 2013-2014<br />
The PCB Magazine special guide that provide essential information<br />
on companies that operate in Italy in electronics field and pcb<br />
manufacturing.<br />
Focus<br />
The Cleaning State of the Art; Rework: Products and Technologies;<br />
Stan<strong>da</strong>rds and Norms; Pick & Place; The Hidden Thrests: Moisture<br />
and Temperature; Laboratory Instruments.
Separazione senza limiti<br />
Neorouter Dual offre al mercato una<br />
soluzione innovativa per le linee di altissimi<br />
volumi, dove spesso il collo di bottiglia<br />
risulta il processo di separazione.<br />
Grazie alle due routing head autonome, una <strong>da</strong>l lato top,<br />
l’altra <strong>da</strong>l lato bottom, permette di dimezzare i tempi di<br />
separazione, oltre a consentire di generare l’applicazione<br />
di taglio ottimale per ogni tipologia di PCB.<br />
È possibile infatti programmare il lato del taglio top/<br />
bottom a secon<strong>da</strong> degli ingombri dei componenti vicino<br />
ai testimoni, evitando di dover seguire regole specifiche<br />
per lo sviluppo dei PCB.<br />
DOPPIA FRESA VISTA LATERALE CAMBIO UTENSILE TOP CAMBIO UTENSILE BOTTOM<br />
www.osai-as.it<br />
Innovative Solutions for Electronic Manufacturing
12 PCB giugno 2013<br />
▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI a cura di Silvia Lucchi e Massimiliano Luce<br />
Errata Corrige<br />
Nella notizia “Soluzioni SPI e AOI in azione” pubblicata sul numero<br />
di PCB Magazine di aprile a pag. 16 è stato riportata erroneamente<br />
l’indicazione di Packtronic a fianco dell’indirizzo di CyberOptics.<br />
Packtronic, infatti, non è più <strong>da</strong> tempo distributore di CyberOptics.<br />
La re<strong>da</strong>zione si scusa per l’errore occorso.<br />
Sal<strong>da</strong>tura selettiva<br />
tra monitoraggio<br />
e ripetibilità<br />
Lavorando insieme a un<br />
fornitore elettronico<br />
tier 1 dell’industria<br />
automobilistica, Datapaq ha<br />
messo a punto una soluzione<br />
su misura di monitoraggio<br />
della temperatura per<br />
documentare la ripetibilità<br />
dei processi di sal<strong>da</strong>tura<br />
selettiva. Questo sviluppo è<br />
diventato necessario perché<br />
le case automobilistiche<br />
richiedono sempre più<br />
spesso ai loro fornitori<br />
di eseguire il controllo<br />
statistico di processo.<br />
Chiaramente, anche l’aspetto<br />
economico per l’immediato<br />
controllo della qualità è<br />
molto sentito. In questo<br />
segmento industriale,<br />
infatti, i margini sono<br />
piccoli e i costi dei difetti<br />
Siemens è stata riconosciuta <strong>da</strong> CIM<strong>da</strong>ta come<br />
società leader in termini di presenza di mercato nel<br />
comparto del cPDm (Collaborative Product Defi nition<br />
Management) per il dodicesimo anno consecutivo,<br />
così come per l’ottavo anno consecutivo nel mercato<br />
del Digital Manufacturing. I rilevamenti di CIM<strong>da</strong>ta,<br />
annunciati alla fi ne di aprile, si basano su <strong>da</strong>ti e analisi<br />
approfondite del mercato PLM.<br />
Siemens PLM Software si inserisce nella categoria cPDm<br />
di CIM<strong>da</strong>ta con il portafoglio Teamcenter, il software<br />
più diff uso al mondo per la gestione del ciclo di vita<br />
digitale, mentre il portafoglio Tecnomatix è il software più<br />
di prodotto sono elevati,<br />
misurare e controllare<br />
ogni processo assicura la<br />
redditività. La soluzione<br />
a basso costo di Datapaq<br />
monitorizza sia la fase di<br />
preriscal<strong>da</strong>mento che la fase<br />
di sal<strong>da</strong>tura a immersione<br />
e genera dettagliati<br />
profi li di temperatura che<br />
permettono agli utenti di<br />
paragonare le prestazioni<br />
di macchine diff erenti,<br />
regolare i parametri se<br />
necessario e ridurre i tempi<br />
di preparazione per i nuovi<br />
lotti. Cosa cruciale, il<br />
sistema è abbastanza piccolo<br />
e leggero <strong>da</strong> attraversare<br />
il processo insieme alle<br />
Da 12 anni in cima alla classifi ca PLM<br />
schede a <strong>circuito</strong> stampato:<br />
consiste di un <strong>da</strong>ta logger<br />
Q18 e un’attrezzatura<br />
PA2200A che porta due<br />
termocoppie per la fase<br />
di preriscal<strong>da</strong>mento e tre<br />
termocoppie per la fase<br />
di sal<strong>da</strong>tura a immersione.<br />
Le sonde di sal<strong>da</strong>tura a<br />
immersione permettono<br />
il monitoraggio della lega<br />
di sal<strong>da</strong>tura e anche del<br />
tempo di immersione nella<br />
lega di sal<strong>da</strong>tura (tempo di<br />
contatto).<br />
Esse possono essere regolate<br />
per consentire la misura<br />
del tempo di contatto ad<br />
altezze diff erenti. <strong>Il</strong> cliente<br />
utilizza prodotti Datapaq<br />
per monitorare tutti i<br />
processi di sal<strong>da</strong>tura. Oltre<br />
a minimizzare i costi di<br />
addestramento, ciò facilita<br />
la creazione di best practice,<br />
perché gli ingegneri di<br />
sviluppo dei processi<br />
centrali possono confrontare<br />
le misure di tutti i loro<br />
impianti di assemblaggio.<br />
Datapaq<br />
www.<strong>da</strong>tapaq.com<br />
utilizzato nel settore specifi co del digital manufacturing.<br />
“Secondo la nostra ricerca di mercato, Siemens resta ai<br />
vertici anche nel Digital Manufacturing, con un fatturato<br />
nettamente superiore al secondo classifi cato. L’azien<strong>da</strong><br />
continua a scandire il passo nel comparto fon<strong>da</strong>mentale del<br />
cPDm”, ha dichiarato Peter Bilello, Presidente di CIM<strong>da</strong>ta.<br />
“La crescita del cPDm è leggermente rallentata nel 2012,<br />
ma il settore continuerà a crescere negli anni successivi con<br />
tassi di poco inferiori al 10%”.<br />
Siemens<br />
www.siemens.it/plm
AOI <strong>da</strong> premio<br />
In occasione dell’evento<br />
Nepcon Cina, Mirtec ha<br />
ricevuto il riconoscimento<br />
EM Asia Innovation<br />
Award nella categoria Test<br />
& Measurement/Sistemi di<br />
ispezione AOI per la linea<br />
di prodotto MV-9 2D/3D<br />
CoaXPress In-Line AOI<br />
Series. Per Mirtec si tratta<br />
del diciottesimo premio<br />
ricevuto.<br />
Brian D’Amico, Presidente<br />
di Mirtec, ha commentato:<br />
“Siamo molto orgogliosi<br />
di aver ricevuto l’EM Asia<br />
Innovation Award per<br />
conto del nostro team di<br />
ingegneri di grande talento,<br />
capace di conseguire<br />
eccezionali prestazioni<br />
nella progettazione<br />
e nello sviluppo della<br />
nostra nuova linea AOI<br />
MV-9 CoaXPress 2D/3D<br />
In-Line”.<br />
I nuovi sistemi AOI MV-9<br />
2D/3D CoaXPress<br />
In-Line sono confi gurati<br />
con la tecnologia di<br />
ispezione OMNI-VISION<br />
3D che combina l’ispezione<br />
2D <strong>da</strong> 25 Mega Pixel con<br />
l’ispezione 3D avanzata<br />
Digital Multi-Frequenza<br />
Moiré per fornire una<br />
ispezione precisa dei<br />
componenti SMT presenti<br />
sui PCB assemblati.<br />
I sistemi MV-9 possono<br />
essere confi gurati con<br />
il sistema di telecamera<br />
a 25 MegaPixel<br />
CoaXPress. Questo<br />
sistema di telecamere è<br />
progettato e realizzato<br />
<strong>da</strong> MIRTEC per un suo<br />
utilizzo con la gamma<br />
completa di prodotti<br />
proposta <strong>da</strong>ll’azien<strong>da</strong>. La<br />
telecamera CoaXPress<br />
ha una velocità di<br />
trasferimento di 25 Gbit/<br />
secondo.<br />
Mirtec<br />
www.mirtec.com<br />
Laryo<br />
www.laryo.it<br />
Connettori ad alta quota<br />
esito del lancio<br />
L’ e del recupero<br />
del primo volo del<br />
nano-satellite WUSAT<br />
(Università di Warwick),<br />
che fa assegnamento sulle<br />
famiglie dei connettori ad<br />
alta affi <strong>da</strong>bilità Datamate<br />
e Gecko di Harwin, è<br />
stato positivo nonostante<br />
le impegnative condizioni<br />
operative.<br />
Così come previsto <strong>da</strong>l<br />
team dell’Università di<br />
Warwich, il lancio di un<br />
CubeSat – un piccolo<br />
satellite <strong>da</strong>lle misure di<br />
10 x 10 x 10 cm e con con<br />
una massa di soli 1,33 kg –<br />
sarebbe stato un traguardo<br />
adeguato per aprire<br />
la stra<strong>da</strong> a particolari<br />
esperienze di lancio<br />
in cui siano coinvolti<br />
carichi utili di dimenioni<br />
limitate. <strong>Il</strong> team, per<br />
la <strong>rapidità</strong> di sviluppo,<br />
ha basato i sistemi di<br />
controllo, alimentazione<br />
e comunicazione sulla<br />
piattaforma Arduino. I<br />
<strong>da</strong>ti dei sensori, collocati<br />
su pcb separati, sono stati<br />
acquisiti su schede SD.<br />
Con questo livello<br />
di carico utile, è<br />
necessario un sistema<br />
di interconnessione<br />
miniaturizzato e leggero,<br />
ma che sia nel contempo<br />
di altissima affi <strong>da</strong>bilità.<br />
Per questo motivo il team<br />
di WUSAT ha in corso<br />
di valutazione la famiglia<br />
di connettori di segnale e<br />
di potenza Datamate <strong>da</strong> 2<br />
mm di Harwin e la gamma<br />
di connettori Gecko <strong>da</strong><br />
1,25 mm in grado di gestire<br />
fi no a 2 A. Entrambe le<br />
famiglie di connettori<br />
operano con effi cienza<br />
in ambienti diffi cili,<br />
assicurando l’integrità<br />
del segnale persino in<br />
condizioni estreme di<br />
temperatura, vibrazione<br />
e shock, come quelle che<br />
normalmente si incontrano<br />
durante i lanci e le<br />
missioni dei satelliti. Molti<br />
altri CubeSat impiegano<br />
già i connettori Harwin<br />
per le loro dimensioni<br />
miniaturizzate, il peso<br />
leggero e le eccellenti<br />
performance complessive.<br />
Harwin<br />
www.harwin.com<br />
PCB giugno 2013<br />
13
14 PCB giugno 2013<br />
Al via la decodifica del protocollo audio I2S<br />
Grazie all’ultimo<br />
aggiornamento, il<br />
software per oscilloscopi<br />
PicoScope 6 di Pico<br />
Technology ora può<br />
decodificare <strong>da</strong>ti in I2S.<br />
Lo stan<strong>da</strong>rd I2S (Inter-<br />
IC Sound) è un comune<br />
formato di <strong>da</strong>ti seriali<br />
utilizzato nei dispositivi<br />
audio come lettori CD<br />
e convertitori digitaleanalogico.<br />
Tutti gli utenti PicoScope<br />
possono scaricare<br />
gratuitamente la nuova<br />
versione beta. Oltre<br />
all’I2S, il software può<br />
decodificare <strong>da</strong>ti seriali<br />
I2C, RS-232/UART, SPI,<br />
CAN, LIN e FlexRay.<br />
Come spiega<br />
l’amministratore delegato,<br />
Alan Tong, “PicoScope<br />
si a<strong>da</strong>tta alle capacità<br />
dell’oscilloscopio del<br />
cliente, utilizzando la<br />
veloce memoria onboard<br />
se si possiede un<br />
dispositivo a memoria<br />
profon<strong>da</strong>, oppure la<br />
RAM del PC se si<br />
possiede un oscilloscopio<br />
più economico con una<br />
memoria minore. È<br />
possibile decodificare<br />
tutti i protocolli<br />
compatibili con la velocità<br />
di campionamento<br />
dell’ oscilloscopio del<br />
cliente. Se il numero di<br />
canali dell’oscilloscopio<br />
è sufficiente, è<br />
possibile decodificare<br />
contemporaneamente più<br />
canali seriali o perfino mix<br />
di protocolli diversi”.<br />
La decodifica seriale<br />
PicoScope è di facile<br />
utilizzo e visualizza i<br />
<strong>da</strong>ti decodificati sullo<br />
stesso asse della forma<br />
d’on<strong>da</strong>, consentendo<br />
di confrontare domini<br />
analogici e digitali.<br />
Una finestra di <strong>da</strong>ti al di<br />
sotto delle forme d’on<strong>da</strong><br />
mostra in dettaglio i<br />
pacchetti decodificati con<br />
filtri, trigger di pattern<br />
e opzioni di ricerca<br />
per aiutarvi a gestire<br />
grandi quantità di <strong>da</strong>ti.<br />
È possibile esportare i<br />
<strong>da</strong>ti in un file di testo e<br />
caricare i propri file di<br />
mappatura per convertire<br />
i <strong>da</strong>ti numerici in stringhe<br />
di testo. Le forme<br />
d’on<strong>da</strong> e le finestre di<br />
<strong>da</strong>ti sono interconnesse,<br />
quindi selezionando un<br />
pacchetto in una vista, esso<br />
viene automaticamente<br />
evidenziato anche<br />
nell’altra.<br />
Un oscilloscopio a quattro<br />
canali come PicoScope<br />
44<strong>24</strong> è perfettamente<br />
a<strong>da</strong>tto alla decodifica di<br />
I2S, mentre caratteristiche<br />
come risoluzione a 12 bit,<br />
accuratezza all’1%, analisi<br />
dello spettro integrata<br />
e facilità di trasporto<br />
lo rendono ideale per i<br />
tecnici del suono. Pico<br />
Technology offre anche<br />
oscilloscopi a risoluzione<br />
molto elevata per analisi<br />
audio di precisione.<br />
L’azien<strong>da</strong> ha lanciato il<br />
suo primo oscilloscopio a<br />
16 bit nel 1993 e l’ultimo<br />
modello, il PicoScope 4262<br />
alimentato tramite USB,<br />
offre un’accuratezza CC<br />
dello 0,25%, una SFDR<br />
tipica di 102 dB, una<br />
linearità della larghezza<br />
di ban<strong>da</strong> di ±0,2 dB<br />
nonché un generatore di<br />
segnale a bassa distorsione.<br />
Per applicazioni con<br />
grandi quantità di<br />
segnali di <strong>da</strong>ti seriali, gli<br />
oscilloscopi PicoScope<br />
a segnali misti (MSO)<br />
con 2 canali analogici<br />
e 16 canali digitali<br />
permettono di decodificare<br />
fino a 18 segnali<br />
contemporaneamente.<br />
Come sempre, tutti i<br />
proprietari di oscilloscopi<br />
PicoScope possono<br />
usufruire gratuitamente<br />
delle funzionalità avanzate<br />
di PicoScope. L’ultima<br />
versione beta di PicoScope<br />
6 (R6.7) con decodifica di<br />
I2S può essere scaricata <strong>da</strong><br />
labs.picotech.com.<br />
PCB Technologies<br />
www.pcbtech.it<br />
Pico Technology<br />
http://italian.picotech.com
Soluzioni per aziende di successo.<br />
Costi? Eccellenza. Gua<strong>da</strong>gno!<br />
Come si possono sostanzialmente ridurre i costi di produzione?<br />
Le macchine e i sistemi Ersa definiscono gli stan<strong>da</strong>rd di settore<br />
in termini di tecnologie flessibili, risparmio energetico ed eco<br />
sostenibilità. <strong>Il</strong> disegno modulare permette soluzioni personalizzate<br />
e sostenibili e rappresenta la base per l’incremento della<br />
profittabilità nella vostra produzione elettronica.<br />
In qualità di produttore di macchinari e strumenti per l’industria<br />
dell’assemblaggio elettronico, Ersa si presenta ai propri clienti e<br />
a chi interessato come un partner altamente innovativo e un<br />
fornitore di tecnologie di sal<strong>da</strong>tura con una gamma globale di<br />
prodotti unica nel suo genere.<br />
La visione azien<strong>da</strong>le si basa sul principio che “la nostra leadership<br />
tecnologica ottimizza la qualità e riduce i costi del processo<br />
di produzione dei nostri clienti”. Ersa è infatti costantemente<br />
focalizzata al miglioramento dei prodotti e dei processi a vantaggio<br />
dei propri clienti.<br />
soluzioni per l’elettronica<br />
info@packtronic.it<br />
Distributore esclusivo per l’Italia.<br />
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Excellence.<br />
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Macchine serigrafiche
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ANIE<br />
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rende disponibile<br />
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it, il nuovo software<br />
Capitolati Tecnici,<br />
sviluppato e<br />
costantemente<br />
aggiornato <strong>da</strong> ANIE<br />
per tutte le aziende del<br />
settore e gli operatori<br />
del mercato quali<br />
progettisti, installatori e<br />
committenti.<br />
<strong>Il</strong> progetto Capitolati<br />
Tecnici, nato in<br />
collaborazione con<br />
ITACA (Istituto<br />
per l’Innovazione<br />
e Trasparenza<br />
degli Appalti e<br />
la Compatibilità<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Ambientale) è stato<br />
implementato <strong>da</strong> ANIE<br />
con l’idea di offrire un<br />
prodotto software.<br />
L’applicazione consente<br />
di predisporre un<br />
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documento elettronico<br />
contenente tutte le<br />
informazioni tecniche<br />
necessarie alla<br />
realizzazione di impianti<br />
elettrici, domotici,<br />
ausiliari e fotovoltaici per<br />
uffici, edifici residenziali,<br />
edifici scolastici,<br />
strutture ospe<strong>da</strong>liere<br />
e residenze sanitarie<br />
assistenziali (RSA). Con<br />
questo software, ANIE<br />
ha inteso offrire agli<br />
utenti uno strumento<br />
versatile e prezioso<br />
per lo sviluppo del<br />
business, permettendo al<br />
compilatore di creare un<br />
capitolato personalizzato,<br />
a misura delle proprie<br />
esigenze.<br />
L’interfaccia è stata<br />
progettata per essere<br />
intuitiva e di immediato<br />
utilizzo, tramite una<br />
connessione internet<br />
e un comune browser.<br />
<strong>Il</strong> software consente di<br />
elaborare il capitolato<br />
più volte, a<strong>da</strong>ttandolo<br />
di volta in volta alle<br />
proprie necessità. Una<br />
volta completato, è<br />
possibile salvare il<br />
documento in formato<br />
Word. Si tratta di<br />
uno strumento utile<br />
per poter realizzare<br />
successivamente sia il<br />
computo metrico sia il<br />
preventivo del proprio<br />
impianto.<br />
Aggiornati sia <strong>da</strong>l punto<br />
di vista tecnico sia<br />
normativo, i Capitolati<br />
sono indispensabili<br />
sia al professionista<br />
nell’esercizio della sua<br />
attività di progettista,<br />
sia al committente<br />
dell’opera.<br />
Le schede tecniche<br />
contenute nel<br />
software sono infatti<br />
costantemente<br />
rinnovate, in modo<br />
<strong>da</strong> rispettare sempre<br />
la normativa vigente<br />
e quindi la regola<br />
dell’arte. Le indicazioni<br />
riportate nelle schede<br />
consentono inoltre<br />
di realizzare impianti<br />
sicuri utilizzando<br />
prodotti di qualità.<br />
È infine protetta e<br />
garantita la riservatezza<br />
dei <strong>da</strong>ti contenuti<br />
all’interno dei progetti,<br />
poiché il pannello di<br />
gestione dei Capitolati<br />
risulta accessibile<br />
soltanto tramite<br />
username e password<br />
personali.<br />
Conf industria Anie<br />
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18 PCB giugno 2013<br />
▶ ANGOLO DI COPERTINA - COLLEGAMENTI AVANZATI<br />
Connessione rapi<strong>da</strong><br />
di circuiti stampati<br />
Nella moderna connessione per apparecchi vi sono diverse tendenze.<br />
Da un lato le apparecchiature devono essere il più possibile compatte,<br />
<strong>da</strong>ll’altro una quantità sempre maggiore di potenza viene veicolata<br />
attraverso il <strong>circuito</strong> stampato. Inoltre il cablaggio dei convertitori<br />
di frequenza e degli alimentatori deve essere il più semplice possibile<br />
a cura di Phoenix Contact<br />
<strong>Il</strong> risparmio di tempo e la riduzione<br />
dei costi di installazione è un argomento<br />
importante, quando si tratta<br />
di realizzare impianti efficienti. Nei<br />
sistemi di connessione industriale si<br />
può notare una chiara tendenza verso<br />
la connessione rapi<strong>da</strong>. Oltre alla connessione<br />
a perforazione di isolante e a<br />
molla, la tecnica a molla Push-In sta<br />
conquistando il mercato. Questa pratica<br />
connessione viene utilizzata oggi<br />
nei quadri elettrici e negli impianti,<br />
ma anche sui circuiti stampati. Come<br />
la connessione a vite, la connessione<br />
a molla riscuote un grande successo e<br />
offre numerosi vantaggi, soprattutto in<br />
caso di applicazioni soggette a elevati<br />
livelli di vibrazioni.<br />
Nuova serie di morsetti <strong>da</strong><br />
pcb con connessione Push-In<br />
I nuovi morsetti per circuiti stampati<br />
a molla della serie SPT di Phoenix<br />
Fig. 1 - I morsetti per circuiti stampati con connessione a molla Push-In rendono<br />
il collegamento dei conduttori rapido e pratico<br />
Contact sono dotati di un design stan<strong>da</strong>rd<br />
per la stessa connessione, per tutti<br />
i formati (Fig. 1). La serie SPT di<br />
Phoenix Contact – SPT sta per Spring<br />
Print Terminal – riprende la tendenza<br />
verso la connessione a molla. Quattro<br />
formati con passo <strong>da</strong> 3,5 a 10 millimetri<br />
e un design universale costituiscono<br />
un concetto di dispositivo stan<strong>da</strong>rdizzato<br />
per tutte le classi di potenza.<br />
I morsetti per circuiti stampati SPT<br />
sono connessi tramite la forza della<br />
molla Push-In. Conduttori flessibili<br />
con capocor<strong>da</strong> o conduttori rigidi possono<br />
essere inseriti rapi<strong>da</strong>mente e senza<br />
l’ausilio di utensili, direttamente nel<br />
vano di connessione. Questa tecnica<br />
rende il collegamento al <strong>circuito</strong> stampato<br />
rapido e pratico. Anche i conduttori<br />
flessibili senza capocor<strong>da</strong> possono<br />
essere collegati in modo rapido e semplice.<br />
L’utente apre il vano di connessione<br />
inserendo il cacciavite nell’apertura<br />
superiore. Quindi, inserisce il conduttore<br />
flessibile ed estrae il cacciavite.<br />
Anche in termini di geometria, le connessioni<br />
dei moderni dispositivi sono<br />
soggette a vari requisiti. La serie SPT<br />
garantisce connessioni ottimali, non
solo per il cablaggio frontale,<br />
ma anche per tutti gli altri tipi<br />
di cablaggio. Per tutte le classi<br />
di potenza, il morsetto per<br />
circuiti stampati SPT consente<br />
una connessione orizzontale<br />
a 0° e verticale a 90° rispetto al<br />
<strong>circuito</strong> stampato.<br />
Siglatura o codifica<br />
a colori<br />
<strong>Il</strong> cablaggio di macchine,<br />
quadri elettrici e apparecchiature<br />
deve svolgersi rapi<strong>da</strong>mente. Per<br />
evitare errori di connessione causati<br />
<strong>da</strong>lla fretta, i sistemi di siglatura offrono,<br />
per ogni punto di connessione,<br />
un valido aiuto al tecnico sul posto.<br />
Oltre alla stampa o siglatura opzionale<br />
mediante strisce autoadesive,<br />
la serie SPT offre anche una codifica a<br />
colori <strong>da</strong> polo a polo (Fig. 2). In base<br />
al colore del conduttore <strong>da</strong> collegare,<br />
i morsetti per circuiti stampati ven-<br />
Fig. 2 - Grazie ad una codifica a colori dei morsetti<br />
per circuiti stampati a molla, la procedura di inserimento<br />
è semplificata<br />
gono realizzati in vari colori in singoli<br />
morsetti e assemblati in blocchi.<br />
Utilizzando questa tecnica, è possibile<br />
creare soluzioni per ogni applicazione,<br />
con le quali gli errori di montaggio<br />
sono quasi completamente esclusi.<br />
La struttura del morsetto singolo<br />
offre altre possibilità. I cablaggi all’interno<br />
dell’apparecchiatura possono<br />
essere eseguiti, in modo pratico e rapido,<br />
con morsetti singoli. Le singo-<br />
le connessioni vengono sal<strong>da</strong>te<br />
sul <strong>circuito</strong> stampato insieme<br />
a tutti gli altri componenti<br />
e i conduttori possono essere<br />
inseriti in modo pratico e<br />
rapido. Decadono così le soluzioni<br />
primitive con ausili di<br />
sal<strong>da</strong>tura o prese piatte.<br />
Affi<strong>da</strong>bilità<br />
fin <strong>da</strong>ll‘inizio<br />
Uno speciale acciaio per<br />
molle, che riunisce diversi requisiti,<br />
è il materiale utilizzato per la<br />
molla di connessione SPT. Esso possiede<br />
la necessaria durezza per alloggiare<br />
sal<strong>da</strong>mente il conduttore con<br />
elevati valori di estrazione, ma è sufficientemente<br />
flessibile per resistere<br />
a numerosi cicli di azionamento.<br />
Lo spessore e la resistenza alla trazione<br />
del materiale, i raggi nell’angolo<br />
di piegatura e lo stesso processo di<br />
piegatura sono tra di loro armoniz-
20 PCB giugno 2013<br />
zati. Già nella fase di progettazione,<br />
Phoenix Contact esegue simulazioni<br />
e calcoli FEM su PC (Fig. 3).<br />
Nel corso della loro durata di servizio,<br />
le connessioni per circuiti stampati<br />
sono soggette a condizioni estreme.<br />
Temperature ambiente elevate,<br />
forti vibrazioni o frequenti variazioni<br />
di carico sono solo alcuni dei requisiti<br />
che le connessioni per circuiti stampati<br />
devono soddisfare. Nel laboratorio<br />
Phoenix Contact di Blomberg,<br />
i connettori e i morsetti per circuiti<br />
stampati sono sottoposti a vari test,<br />
per verificare che siano in grado di<br />
soddisfare i rigorosi requisiti imposti<br />
<strong>da</strong>l mercato.<br />
Inoltre, i prodotti della serie<br />
SPT sono dotati delle omologazioni<br />
internazionali UL, IEC e Kema.<br />
Ad esempio, i morsetti per circuiti<br />
stampati sono sottoposti a un Heat<br />
Cycling Test secondo UL – un test<br />
di resistenza, che simula la durata di<br />
un collegamento elettrico con carichi<br />
elettrici estremi. In questo test,<br />
il morsetto è soggetto, per un periodo<br />
di 14 giorni, a 1,5 volte la corrente<br />
nominale per 210 minuti, a cui seguono<br />
30 minuti di raffred<strong>da</strong>mento<br />
e così via. Dopo la prova, la differenza<br />
tra l’aumento di temperatura<br />
nel punto di connessione, indotto<br />
Fig. 3 - In fase di sviluppo dei nuovi<br />
morsetti per circuiti stampati a molla<br />
sono stati simulati su PC carichi estremi<br />
della molla di connessione<br />
<strong>da</strong>lla prima applicazione di corrente<br />
e quello indotto <strong>da</strong>ll’ultima applicazione<br />
di corrente, non deve superare<br />
3 gradi Kelvin. Ciò consente di ottenere<br />
una resistività di massa stabile<br />
per lungo tempo (Fig. 4).<br />
Altri argomenti <strong>da</strong> analizzare sono<br />
le vibrazioni e la protezione contro le<br />
esplosioni. Le connessioni per circuiti<br />
stampati sono soggette a vibrazioni<br />
elevate, ad esempio quando un motore<br />
viene avviato con diversi intervalli<br />
di oscillazione e carico e in caso<br />
di macchine rotanti. Nell’ambito delle<br />
prove di omologazione, i morsetti<br />
per circuiti stampati sono quindi sottoposti<br />
per molte ore a una prova di<br />
Fig. 4 - Nel Heat Cycling Test secondo UL 1059 – qui solo un estratto – la durata del morsetto<br />
per circuiti stampati viene simulata in condizioni di carico estreme<br />
resistenza alle vibrazioni con alte frequenze<br />
e a livelli di accelerazione di 5<br />
g in tutti e tre gli assi.<br />
I morsetti per circuiti stampati SPT<br />
hanno superato anche questo test.<br />
Gli impianti in aree soggette al rischio<br />
di esplosione richiedono speciali<br />
misure di sicurezza: requisiti rigorosi<br />
in termini di distanze in aria e superficiali,<br />
surriscal<strong>da</strong>mento, resistenza<br />
all’invecchiamento e potere di isolamento<br />
del materiale isolante. Le versioni<br />
Ex della serie SPT 2,5 soddisfano<br />
tutti questi requisiti.<br />
Sia che l’utente voglia trasferire segnali,<br />
<strong>da</strong>ti o potenza, i morsetti per<br />
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dei conduttori. Le connessioni<br />
non solo sono conformi alle normative<br />
internazionali, ma soddisfano<br />
la richiesta del mercato di un design<br />
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22 PCB giugno 2013<br />
▶ ATTUALITÀ - PROVINCE E INNOVAZIONE<br />
Vincere la sfi<strong>da</strong><br />
con l’innovazione<br />
La tradizione industriale della provincia di Como<br />
offre opportunità interessanti a chi considera le<br />
attività di ricerca come priorità essenziale della<br />
propria azien<strong>da</strong><br />
di Giuseppe Goglio<br />
Dove un’economia locale<br />
cresce e prospera per anni<br />
intorno a un settore industriale,<br />
i benefici sono alla portata<br />
di molti, sia dei grossi impianti produttivi<br />
sia di tante attività piccole e<br />
medie legate all’indotto. Nel tempo,<br />
questo legame rischia di rivelarsi<br />
anche un pericolo per il futuro<br />
dell’azien<strong>da</strong>, con il proprio destino<br />
legato inevitabilmente alle strategie<br />
del partner.<br />
Esempio pratico di una tale situazione<br />
si trova in provincia di<br />
Como, dove per anni l’evoluzione<br />
dell’industria tessile ha favorito<br />
la crescita di realtà anche in altri<br />
settori.<br />
Tra questi un ruolo, piccolo per dimensione<br />
rispetto ad altre zone, ma<br />
significativo per qualità e competenze,<br />
ha saputo ritagliarselo anche il<br />
mondo dell’elettronica. Lo sviluppo<br />
dei sistemi di automazione e di apparecchiature<br />
a supporto delle attività<br />
produttive ha infatti stimolato la formazione<br />
di una nicchia capace di individuare<br />
specializzazioni nelle quali<br />
rivelarsi eccellenze.<br />
Una parte di queste si è trovata<br />
inevitabilmente a dover fare i conti<br />
con i cambiamenti dettati <strong>da</strong>i nuovi<br />
scenari dell’economia. Non manca<br />
tuttavia chi ha saputo mettere a frutto<br />
anni di esperienza per sperimentare<br />
nuove strade.<br />
Una ricerca costante di nuove sfide<br />
permette infatti di restare competitivi<br />
anche quando intorno a sé il panorama<br />
si rivela tutt’altro che incoraggiante.
Piccole grandi realtà<br />
Bulgarograsso, un piccolo paese in<br />
provincia di Como, nasconde una dimostrazione<br />
di quanto tutto questo<br />
sia possibile, puntando sulle proprie<br />
forze senza mai trascurare di lavorare<br />
sui punti deboli e senza oltretutto<br />
mai stancarsi di mantenere una visuale<br />
attenta a quanto accade intorno<br />
a sé.<br />
“Operiamo nel campo dell’elettronica<br />
<strong>da</strong> sempre, ormai sono<br />
esattamente vent’anni”, racconta<br />
Alessandro Ratti, socio e presidente<br />
di RSR. “Siamo specializzati nella<br />
progettazione di sistemi elettronici<br />
fino alla campionatura o piccole<br />
produzioni comunque al di sotto<br />
dei cinquanta-cento pezzi”.<br />
Progettazione, prototipazione e<br />
realizzazione del software abbinato<br />
ai sottosistemi elettronici sono stati<br />
individuati <strong>da</strong> subito come fattori sui<br />
quali poter convogliare competenze e<br />
abilità acquisite nel tempo, scartando<br />
a priori la tentazione di puntare<br />
a ordini numericamente più consistenti<br />
ma inevitabilmente legati alla<br />
concorrenza sul prezzo. Fon<strong>da</strong>menta<br />
stabili, sulle quali costruire una realtà<br />
capace di a<strong>da</strong>ttarsi all’evoluzione del<br />
mercato. “La prima attività riguar<strong>da</strong>va<br />
le bilance elettroniche, un settore<br />
dove all’inizio si era in pochi”, prosegue<br />
Ratti. “In Italia era un settore<br />
importante, poi negli ultimi anni si è<br />
registrato un calo, tanti hanno dovuto<br />
chiudere e noi abbiamo cercato alternative”.<br />
Un destino comune a tante aziende<br />
in una provincia dove il trasferimento<br />
delle grandi industrie ha lasciato<br />
segni ancora evidenti sul territorio.<br />
Secondo i <strong>da</strong>ti Infocamere elaborati<br />
<strong>da</strong>lla Camera di Commercio<br />
Industria e Artigianato di Como infatti,<br />
nel 2012 alla voce Fabbricazione<br />
di componenti elettronici e schede<br />
elettroniche risultano registrate 15<br />
aziende, una cifra molto bassa per il<br />
volume storico dell’economia locale.<br />
A parziale consolazione, è utile rimarcare<br />
come rispetto all’anno precedente,<br />
emerga un aumento di due<br />
unità.<br />
Cifre ancora più contenute per<br />
quanto riguar<strong>da</strong> l’ambito più specifico<br />
della Fabbricazione di componenti<br />
elettronici, con 8 aziende attive,<br />
rimaste invariate negli ultimi due<br />
anni.<br />
RSR nasce nel 1993 <strong>da</strong>lla esperienza pluriennale dei suoi fon<strong>da</strong>tori nel campo<br />
dell’elettronica analogica e digitale. <strong>Il</strong> titolare Alessandro Ratti è il terzo <strong>da</strong> sinistra<br />
Tra progettazione<br />
e specializzazione<br />
Dati di fronte a cui emerge l’importanza<br />
di sapersi a<strong>da</strong>ttare ai mutamenti<br />
di scenario senza snaturare le<br />
proprie potenzialità. “Abbiamo individuato<br />
alternative promettenti legate<br />
al settore auto”, riprende Ratti,<br />
“mettendo a punto sistemi per la revisione<br />
degli autoveicoli. In Italia<br />
siamo non più di una decina in grado<br />
di progettare questo tipo di attrezzature”.<br />
Come nel caso delle bilance,<br />
affrontare la nuova sfi<strong>da</strong> nella manutenzione<br />
degli autoveicoli, sfruttando<br />
la spinta dell’obbligatorietà delle<br />
procedure per la revisione periodica,<br />
ha permesso di mettere a frutto<br />
l’esperienza e insistere nell’attività<br />
di sviluppo, un impegno faticoso i<br />
cui risultati però sono quasi garantiti.<br />
“Cerchiamo sempre di arrivare a progettare<br />
qualcosa che non sia semplice<br />
evoluzione, ma sia effettivamente innovativo.<br />
Per esempio, dove nel campo<br />
delle misurazioni una volta si usavano<br />
i sistemi a bolla di liquido, ora<br />
la norma sono dispositivi MEMS, e<br />
noi siamo stati tra i primi a metterli<br />
a punto”.<br />
I risultati in questo caso non tar<strong>da</strong>no<br />
ad arrivare. Proprio <strong>da</strong> questi<br />
successi è però importante cogliere<br />
la motivazione per proseguire.<br />
Consapevoli di quanto possa rivelarsi<br />
pericoloso cedere alla tentazione<br />
di godersi un traguardo. “Non ci<br />
si può fermare un momento, bisogna<br />
sempre studiare e aggiornarsi. È faticoso,<br />
ma è anche quello che ci ha<br />
salvato <strong>da</strong>ll’abbattimento dei costi.<br />
Bisogna mantenere un rapporto costante<br />
con il cliente, per sapere esattamente<br />
ciò di cui ha bisogno e ottenere<br />
indicazioni utili su dove orientare<br />
la nostra ricerca. In questo caso,<br />
parlare la stessa lingua è fon<strong>da</strong>mentale<br />
e in questo senso il territorio<br />
presenta ancora buone opportunità”.<br />
PCB giugno 2013<br />
23
<strong>24</strong> PCB giugno 2013<br />
Un territorio a bassa<br />
vocazione elettronica<br />
Per avere un’idea di quanto queste<br />
difficoltà siano reali, è sufficiente considerare<br />
lo stato di salute del settore<br />
più generico nel campo dell’elettronica.<br />
La Fabbricazione di altri componenti<br />
elettronici in provincia di Como<br />
conta infatti 26 aziende, una cifra decisamente<br />
limitata nel contesto di<br />
un’economia tra le più forti in Italia.<br />
Un settore, inoltre, in sofferenza, dove<br />
si contano tre imprese in meno rispetto<br />
al 2011.<br />
“Devo precisare come spesso la nostra<br />
sia un’attività anticiclica, perché<br />
quando gli affari vanno bene, di solito<br />
si tende a investire meno sulla progettazione”,<br />
spiega Ratti. “La nostra strategia<br />
sembra pagare, al punto che stiamo<br />
cercando nuove figure e anche per<br />
il 2013 mi sento ottimista”.<br />
Alcuni spunti<br />
per essere ottimisti<br />
La capacità di ascoltare un cliente<br />
a tradurre quindi in pratica le relative<br />
esigenze, permette a RSR di pensare<br />
soprattutto a mantenere elevato<br />
il proprio profilo in fatto di competenze<br />
e capacità di sviluppare nuovi<br />
sistemi.<br />
Aiutare il cliente a soddisfare una<br />
propria necessità offre all’azien<strong>da</strong> la<br />
possibilità di estendere le competenze<br />
e a sua volta di proporre ulteriori<br />
sviluppi e messe a punto. Un circolo<br />
virtuoso i cui risultati si fanno<br />
apprezzare.<br />
“Credo che l’elettronica sia un<br />
settore con ancora ampie possibilità<br />
di sviluppo e intendiamo individuarle.<br />
Gli spunti non mancano, come<br />
per esempio portare la tecnologia<br />
di prodotti quali cellulari anche<br />
su prodotti industriali, pensando<br />
anche a una maggiore integrazione<br />
tra hardware e software. Parliamo<br />
però di idee in un contesto decisamente<br />
complicato, dove c’è parecchio<br />
<strong>da</strong> lavorare”.<br />
Osservando con attenzione una realtà<br />
dove l’elettronica è diventata un<br />
elemento ormai usuale nella vita quotidiana<br />
di molte persone, gli spunti<br />
non mancano.<br />
La capacità di fare la differenza,<br />
consiste nell’abilità nel saperli cogliere<br />
e tradurli in soluzioni concrete alla<br />
portata di tutti.<br />
“In tanti ambienti di uso comune,<br />
spesso le difficoltà di utilizzo dell’elettronica<br />
sono ancora <strong>da</strong> superare”, conclude<br />
Alessandro Ratti. “Penso quindi<br />
ad ambienti di sviluppo più amichevoli,<br />
interfacce grafiche più immediate<br />
e più uniformi, capaci anche di favorire<br />
la diffusione”.
26 PCB giugno 2013<br />
▶ ATTUALITÀ - EVENTI<br />
L’ESD parla toscano<br />
In un borgo toscano, fra filari di Chianti e un tempo capriccioso,<br />
si è svolto a due passi <strong>da</strong> Arezzo l’evento congressuale annuale<br />
promosso <strong>da</strong> ESD Forum Italia. Un momento ormai consueto,<br />
ma non per questo meno importante, per chi si occupi di problemi ESD<br />
o che ne sia <strong>da</strong> questi indirettamente toccato<br />
di Riccardo Busetto<br />
<strong>Il</strong> numero cinque e i suoi multipli<br />
sono ricorsi in modo quasi<br />
ossessivo all’apertura della giornata<br />
di convegno indetto quest’anno<br />
<strong>da</strong>ll’ESD Forum Italia nel Borgo di<br />
Fontebussi, a due passi <strong>da</strong> Montevarchi.<br />
<strong>Il</strong> 15 di maggio, presso un incantevole<br />
borgo rurale toscano immerso<br />
nella campagna aretina, si è svolta<br />
infatti la XV edizione del forum<br />
organizzata con il supporto di Power<br />
One, azien<strong>da</strong> con sede a Terranuova<br />
Bracciolini, a due passi <strong>da</strong>lla sede del<br />
convegno. Un evento quest’anno molto<br />
“italiano”, in cui l’internazionalità e<br />
la globalizzazione sono state messe<br />
leggermente in ombra <strong>da</strong> una forte<br />
presenza di attori che operano sul territorio<br />
nazionale.<br />
Si è parlato di tante cose al<br />
Borgo di Fontebussi, come <strong>da</strong> tradizione<br />
del convegno; un convegno<br />
organizzato come sempre <strong>da</strong><br />
Giuseppe Angelo Reina, segretario<br />
CT CEI 101 (che quest’anno, guar<strong>da</strong><br />
caso, festeggia i 25 anni di presenza<br />
nel settore), coadiuvato <strong>da</strong><br />
Giuseppe Vittori del CEI, <strong>da</strong>l prof.<br />
Gianfranco Coletti dell’Università<br />
di Genova e <strong>da</strong> tutto lo staff del comitato<br />
del Team Nazionale ESD. E<br />
il numero di partecipanti - superiore<br />
al centinaio - ha dimostrato quanto<br />
l’interesse per l’argomento sia comunque<br />
vivo e, per il futuro, con importanti<br />
capacità di sviluppo.
Affi <strong>da</strong>bilità su tutta<br />
la linea<br />
Si è parlato principalmente di affi<br />
<strong>da</strong>bilità in occasione del forum,<br />
argomento d’importanza centrale<br />
a livello di produzione industriale.<br />
Argomento sempre trattato in modo<br />
“laterale” in occasione dei convegni<br />
che si occupano di problematiche<br />
ESD, quest’anno l’affi <strong>da</strong>bilità<br />
è stata invece aff rontata in modo<br />
diretto e <strong>da</strong> diverse prospettive:<br />
<strong>da</strong>lle considerazioni tecniche generali<br />
dell’intervento di Giuseppe<br />
Angelo Reina (La gestione di eventi<br />
ESD), elaborato in collaborazione<br />
con Luca Gnisci di EL.BO Service,<br />
alle aperture verso scenari futuristi-<br />
ci, ma non per questo meno reali,<br />
come le previsioni teorico/pratiche<br />
dell’intervento del Prof. Gianfranco<br />
Coletti dell’Università di Genova<br />
(Alcune tendenze delle nanotecnologie,<br />
per evidenziare particolari effetti<br />
elettrostatici) fi no all’elaborazione<br />
delle più recenti basi normative relative<br />
all’argomento elaborate <strong>da</strong>lla<br />
Quarta gui<strong>da</strong> CEI per l’elettrostatica,<br />
che stanno a fon<strong>da</strong>mento del concetto<br />
di affi <strong>da</strong>bilità dei processi produttivi<br />
in presenza di eventi ESD;<br />
come sempre Giuseppe Vittori,<br />
senz’altro il maggiore esperto a livello<br />
nazionale di problematiche di<br />
questo tipo, ha illustrato un argomento<br />
che, sebbene ostico nelle sue<br />
elaborazioni, è sempre fon<strong>da</strong>mentale<br />
per chi opera nel settore.<br />
In sicurezza e con i piedi<br />
per terra<br />
Parte centrale <strong>da</strong> qualche anno<br />
dei convegni indetti <strong>da</strong>ll’ESD<br />
Forum Italia è la sezione dedicata ai<br />
pavimenti e alle procedure per l’approntamento<br />
di aree EPA.<br />
Si tratta di un argomento di estrema<br />
importanza, soprattutto per le<br />
sue ricadute sull’affi <strong>da</strong>bilità della<br />
produzione industriale, là dove la<br />
miniaturizzazione e la tendenza agli<br />
zero difetti si fa sentire nel modo<br />
più sensibile.<br />
Mapei, Forbo e Nora, aziende<br />
<strong>da</strong>lle grandi competenze in materia<br />
di pavimentazioni speciali, spesso<br />
in sovrapposizione naturale fra<br />
loro per temi trattati e argomenti<br />
approfonditi, hanno quest’anno offerto<br />
un panorama variegato degli<br />
elementi che concorrono alla corretta<br />
predisposizione di superfici<br />
antistatiche, offrendo prospettive<br />
d’analisi complementari e alternative.<br />
Si è parlato infatti della concettualizzazione<br />
di “sistemi di pavimentazioni<br />
anti esd”, tema questo trattato<br />
<strong>da</strong> Alessandro Bonafede di Nora<br />
(ESD Protection & Cleanrooms : <strong>Il</strong> sistema<br />
di pavimentazioni), così come<br />
delle problematiche più specifi<br />
che relative alla “Qualifi cazione<br />
del sistema persona/scarpa/pavimento<br />
nella protezione ESD” aff rontato<br />
<strong>da</strong> Domenico Carotenuto di Forbo.<br />
Temi questi particolari, che hanno<br />
trovato un loro completamento a livello<br />
specialistico nell’intervento di<br />
Paola Di Silvestro di Mapei (Sistemi<br />
a bassissime emissioni di sostanze organiche<br />
volatili per la progettazione e realizzazione<br />
di pavimentazioni ESD).<br />
L’argomento già discusso nel passato,<br />
per l’occasione è stato presentato<br />
aggiornato e approfondito proprio in<br />
relazione alle problematiche sull’affi -<br />
<strong>da</strong>bilità.<br />
PCB giugno 2013<br />
27
Livelli crescenti<br />
d’attenzione<br />
28 PCB giugno 2013<br />
La partecipazione alla XV edizione del forum ESD è stata come sempre molto<br />
intensa, con specialisti del settore provenienti <strong>da</strong> tutto il territorio nazionale<br />
A livello di lavorazione e di produzione<br />
la sensibilità verso problematiche<br />
ESD è <strong>da</strong> tempo sempre<br />
più accentuata. L’utilizzo di materiali<br />
e componenti di nuova concezione,<br />
le dimensioni sempre più ridotte<br />
a cui le macchine di assemblaggio<br />
e lavorazione devono operare,<br />
la qualità sempre più alta e i livelli<br />
di difettosità sempre più ridotti<br />
imposti <strong>da</strong>l mercato implicano una<br />
forte attenzione per casi subdoli e di<br />
difficile individuazione come quelli<br />
generati <strong>da</strong>i fenomeni ESD.<br />
Un corretta pianificazione di controllo<br />
dei fenomeni elettrostatici a<br />
tutti i livelli azien<strong>da</strong>li di produzione<br />
è senz’altro il primo passo <strong>da</strong> compiere<br />
per ovviare a queste richieste.<br />
Di ciò se ne è occupato in particolare<br />
Roberto Teppa di Magna<br />
Electronics, multinazionale che<br />
opera nel settore automotive, mentre<br />
Michele Mattei di i-tronik, con<br />
la presentazione di una serie di soluzioni<br />
Den-On per il rework progettate<br />
con particolare attenzione<br />
per le problematiche ESD (si ve<strong>da</strong><br />
l’articolo pubblicato a p. 60 di PCB<br />
Magazine di maggio), ha sottolineato<br />
quanto sia stretto il legame fra<br />
strumenti produttivi e adeguamento<br />
dei siti alle normative di prevenzione<br />
dei fenomeni elettrostatici.<br />
Scendendo a livello di componenti<br />
il tema è stato ripreso <strong>da</strong>ll’intervento<br />
di Andrea Banfi di Philips-<br />
Lumiled che, con il supporto di<br />
Luigi Mancini di Yamaha, ha trattato<br />
delle tematiche ESD calate<br />
nella realtà di produzione dei LED<br />
(ESD Models & Protection Level For<br />
LUXEON Product).<br />
Prevenzione<br />
e sicurezza<br />
L’affi<strong>da</strong>bilità va di pari passo con<br />
la sicurezza e questo è un elemento<br />
che è stato valutato con attenzione<br />
nel corso della giornata dedicata<br />
all’ESD.<br />
Sicurezza passiva contro fenomeni<br />
che possono non solo essere causa<br />
di <strong>da</strong>nni per componenti e assemblati,<br />
ma anche fonte di pericoli reali<br />
per l’incolumità del personale che<br />
si trovi ad operare in certi ambienti<br />
produttivi. Non è forse il caso degli<br />
impianti di produzione elettronica,<br />
ma in altri settori (alimentare, chimico,<br />
ecc.) le scariche ESD possono<br />
essere motivo di fenomeni esplosivi<br />
devastanti, così come è stato trattato<br />
<strong>da</strong> Alessandro Panico, esperto<br />
di problematiche ATEX (Sorgenti<br />
di innesco elettrostatiche generate in<br />
un sistema di aspirazione e filtrazione<br />
antideflagrante pneumatico certificato<br />
ATEX e garantito EX MAT –<br />
Metodo di analisi e ricerca).<br />
Problemi meno evidenti, ma altrettanto<br />
importanti per un’adeguata<br />
prevenzione di contrasto nei confronti<br />
di fenomeni ESD sono stati<br />
infine trattati <strong>da</strong> Lucio Crippa<br />
(Dal packaging tradizionale al packaging<br />
ESD), che ha affrontato un tema<br />
tecnologicamente “povero”, ma<br />
altrettanto importante come quello<br />
del cartone <strong>da</strong> imballo trattato con<br />
sistemi antistatici.<br />
La giornata si è conclusa con una<br />
visita gui<strong>da</strong>ta all’impianto produttivo<br />
di PowerOne, a due passi <strong>da</strong>lla<br />
sede del convegno, importante realtà<br />
produttiva dell’area a cui abbiamo<br />
dedicato un articolo a p. 74.<br />
Un’edizione importante del<br />
Forum ESD, dunque, quella che si<br />
è appena conclusa nella campagna<br />
toscana; non solo per l’anniversario<br />
festeggiato, ma soprattutto per il<br />
livello dei contenuti e per i riscontri<br />
positivi ottenuti <strong>da</strong>i partecipanti,<br />
tutti operatori e specialisti del settore;<br />
un convegno che è ormai un<br />
punto di riferimento obbligato per<br />
il mondo dell’elettronica italiana.<br />
La prossima edizione e il luogo<br />
del XVI forum ESD non sono ancora<br />
stati programmati. I lettori verranno<br />
informati con sollecitudine quando<br />
si avranno informazioni più precise<br />
al riguardo. Gli atti del covegno<br />
sono previsti come pubblicazione<br />
sotto forma di articoli nelle pagine<br />
di PCB Magazine a partire <strong>da</strong> questo<br />
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▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
<strong>Il</strong> fenomeno ESD<br />
È sempre attuale e in continuo affi namento<br />
l’attenzione nei confronti dei problemi ESD<br />
e delle soluzioni che questi fenomeni<br />
quasi impalpabili richiedono. Fenomeni che<br />
nascono a livello atomico, fi niscono per<br />
generare problemi macroscopici immediati o,<br />
peggio ancora, effetti latenti<br />
di Dario Gozzi<br />
<strong>Il</strong> fenomeno dell’accumulo delle<br />
cariche elettrostatiche si verifi ca<br />
in ogni occasione in cui materiali<br />
isolanti vengono in contatto o si<br />
separano, provocando uno scambio<br />
di elettroni attraverso la superfi cie.<br />
Certi materiali hanno maggiore inclinazione<br />
ad accumulare cariche che<br />
non altri, tra questi alcuni sono più<br />
portati a rilasciare elettroni e quindi a<br />
caricarsi positivamente, altri ad accumulare<br />
elettroni e quindi a caricarsi<br />
negativamente.<br />
Questo fenomeno è comunque legato<br />
a un movimento relativo e al<br />
contatto tra due oggetti con caratteristiche<br />
isolanti.<br />
L’accumulo di cariche elettrostatiche<br />
può avvenire anche per induzione.<br />
L’accumulo di cariche elettrostatiche<br />
avviene più facilmente negli ambienti<br />
a basso tasso di umidità, ma in<br />
generale dovunque non sia assicurata<br />
una buona messa a terra di impianti<br />
e strutture, come nel caso dei banchi<br />
di lavoro.<br />
Le cariche elettrostatiche sono invisibili<br />
e silenziose, questo porta tanti<br />
operatori a sottovalutarne la portata.<br />
La prima precauzione è quindi l’assunzione<br />
di responsabilità nel prendere<br />
la decisione di eseguire un’attenta<br />
valutazione del rischio elettrostatico<br />
all’interno del proprio processo o delle<br />
aree operative nel caso di un laboratorio.<br />
Durante la valutazione vanno<br />
presi in esame tanto i sistemi coinvolti<br />
quanto il tipo e la natura dei mate-<br />
riali utilizzati, così come le condizioni<br />
ambientali.<br />
Saper valutare in ogni situazione la<br />
causa e l’entità dei potenziali problemi<br />
è molto importante al fi ne di poter<br />
optare perla giusta misura di prevenzione<br />
prima e di protezione poi, per<br />
minimizzare l’entità del rischio.<br />
L’eliminazione totale delle cariche<br />
elettrostatiche è praticamente impossibile,<br />
ma è percorribile il poterle portarle<br />
a un livello così basso <strong>da</strong> renderle<br />
inoff ensive.<br />
Nel corso degli anni, con l’aumento<br />
del livello di formazione, gli addetti<br />
del settore elettronico sono via via diventati<br />
sempre più critici.<br />
Inizialmente le applicazioni più<br />
sensibili erano quelle militari e aerospaziali,<br />
successivamente con l’espandersi<br />
della presenza elettronica in<br />
quasi tutte le aree industriali, i problemi<br />
di affi <strong>da</strong>bilità hanno indotto<br />
una sempre più attenta rifl essione<br />
sugli eff etti negativi che il fenomeno<br />
ESD comporta. Questo ha stimolato<br />
la richiesta di particolari precauzioni<br />
in tutte le fasi produttive, a<br />
partire <strong>da</strong>lla progettazione dei circuiti,<br />
passando <strong>da</strong>i processi per terminare<br />
all’handling e al packaging.<br />
La progressiva miniaturizzazione<br />
dei circuiti integrati implica un parallelo<br />
affi namento delle prestazioni,<br />
ma anche delle caratteristiche fi -<br />
siche, questo li espone maggiormente<br />
all’azione negativa di eventuali cariche<br />
elettrostatiche. Un <strong>da</strong>nneggiamento<br />
che può essere sia istantaneo<br />
o peggio ancora manifestarsi nel tempo<br />
col decadimento delle prestazioni.<br />
I recenti circuiti sono sensibili di <strong>da</strong>nneggiamento<br />
già a potenziali di qualche<br />
centinaio di volt; un valore di tensione<br />
che l’uomo coi propri sensi non
In figura è riportato un esempio di come potrebbe essere allestita e configurata un’area EPA<br />
è in grado di apprezzare e che di conseguenza<br />
tende a ignorare.<br />
La percezione umana di un evento<br />
ESD si può manifestare solo attraverso<br />
i sensi con la soglia di 3000 V col<br />
tatto e sopra i 10.000 V con la vista.<br />
Questo vuol dire che quando tocchiamo<br />
un oggetto o una persona e<br />
sentiamo quel leggero pizzicare, ci<br />
troviamo ad avere una differenza di<br />
potenziale di almeno 3000 V.<br />
Quando togliamo un indumento<br />
e sentiamo come uno sfrigolio, ci sono<br />
in gioco potenziali pari o superiori<br />
a 5000 V. Nelle giornate primaverili<br />
e ventose, quando toccando l’auto<br />
ritraiamo la mano colpita <strong>da</strong> una<br />
scarica che vediamo e sentiamo, siamo<br />
stati colpiti <strong>da</strong> una scarica superiore<br />
ai 10.000 V; per l’esiguità della<br />
corrente in gioco a noi procura solo<br />
fastidio, ma se dovesse verificarsi su<br />
circuiti in cui le dimensioni delle sue<br />
componenti si misurano in micron,<br />
potrebbe essere fatale.<br />
Effetto triboelettrico<br />
<strong>Il</strong> fenomeno o effetto triboelettrico<br />
consiste nel trasferimento per strofinio<br />
di cariche elettriche tra materiali<br />
diversi di cui almeno uno è isolante, si<br />
viene quindi a generare una tensione.<br />
<strong>Il</strong> termine deriva <strong>da</strong>l greco tribos, che<br />
significa appunto strofinio.<br />
I vari materiali potenzialmente<br />
coinvolti nel fenomeno non si comportano<br />
tutti allo stesso modo, ma reagiscono<br />
acquisendo polarità e intensità<br />
di carica diverse. Si va <strong>da</strong>l materiale<br />
che tende a cedere elettroni caricandosi<br />
positivamente a quelli che<br />
all’opposto tendono ad accettare elettroni<br />
caricandosi negativamente.<br />
La polarità e l’intensità della carica<br />
generata dipendono, oltre che <strong>da</strong>i<br />
materiali, anche <strong>da</strong> altri fattori come<br />
la finitura superficiale, la pressione di<br />
contatto, l’intensità dello sfregamento<br />
e la <strong>rapidità</strong> con cui si allontanano<br />
le superfici messe a contatto, le condi-<br />
zioni ambientali come l’umidità relativa.<br />
La formazione delle cariche elettrostatiche<br />
non richiede necessariamente<br />
lo strofinio in quanto il trasferimento<br />
di elettroni <strong>da</strong> un materiale<br />
all’altro si può manifestare anche mediante<br />
il semplice contatto.<br />
<strong>Il</strong> mettere a contatto due superfici<br />
determina il fenomeno dell’adesione<br />
dove si formano dei legami<br />
chimici nei punti in cui la distanza<br />
tra gli atomi dei due diversi materiali<br />
è dell’ordine di pochi angstrom<br />
(0,1 nm o 1×10−10 m); questo avviene<br />
ovviamente solo su una piccola<br />
percentuale delle superfici a contatto.<br />
Essendo diversi i materiali, diverse<br />
sono le energie con cui gli elettroni<br />
delle orbite esterne sono legati<br />
ai rispettivi atomi. L’interazione a livello<br />
atomico che può venirsi a creare<br />
favorisce il passaggio di elettroni <strong>da</strong>gli<br />
atomi del materiale in cui l’energia<br />
del legame è più debole a quello<br />
in cui è più forte.<br />
PCB giugno 2013<br />
31
32 PCB giugno 2013<br />
Un esempio di <strong>da</strong>nno causato <strong>da</strong> una scarica elettrostatica a livello circuitale<br />
Lo strofinio non fa altro che aumentare<br />
i punti di contatto tra le superfici<br />
e quindi accentua il fenomeno<br />
triboelettrico.<br />
I materiali che acquisiscono elettroni<br />
si caricano negativamente, mentre<br />
quelli che cedono elettroni si caricano<br />
positivamente.<br />
Nei materiali conduttori la carica<br />
acquisita si distribuisce uniformemente,<br />
negli isolanti rimane localizzata<br />
nei punti in cui è avvenuto lo<br />
scambio generando un forte campo<br />
elettrico. Nel momento del distacco si<br />
possono manifestare fenomeni locali<br />
di scarica elettrica, con parziale ritorno<br />
degli elettroni scambiati al materiale<br />
originario.<br />
Dal micro evento al macro<br />
problema<br />
Si immagini di camminare, in una<br />
giornata con basso tasso di umidità, su<br />
un tappeto sintetico indossando scarpe<br />
con suola in gomma. Toccando poi<br />
un oggetto metallico come potrebbero<br />
essere gli infissi di una finestra, si è<br />
soggetti a una piccola scarica elettrica.<br />
Per quanto detto sopra, il contatto<br />
tra suola e tappeto crea un trasferimento<br />
di elettroni, essendo materiali<br />
isolanti le cariche rimangono localiz-<br />
zate. Supponiamo che il primo si carichi<br />
positivamente e le scarpe negativamente.<br />
A questo punto si innesca<br />
un’induzione elettrostatica tra le scarpe<br />
e il corpo umano che è un conduttore<br />
naturale. I piedi si caricano positivamente<br />
inducendo una carica negativa<br />
all’altro estremo, mani comprese.<br />
Avvicinando la mano all’infisso<br />
metallico parte la scarica. <strong>Il</strong> fenomeno,<br />
della durata di qualche microsecondo,<br />
lo avvertiamo solo se la tensione<br />
accumulata è superiore ai 3000 V e<br />
lo vediamo se è superiore ai 10.000 V.<br />
Fenomeni di questo genere, sebbene<br />
non avvertiti <strong>da</strong> una persona per-<br />
ché al di sotto della soglia di sensibilità<br />
umana, possono comunque <strong>da</strong>nneggiare<br />
i dispositivi elettronici.<br />
In particolare i circuiti integrati<br />
presenti in ogni dispositivo elettronico<br />
sono molto esposti all’azione delle<br />
cariche elettrostatiche, con un ampio<br />
intervallo di malfunzionamento<br />
che può an<strong>da</strong>re <strong>da</strong>l <strong>da</strong>nno catastrofico<br />
immediato (con rottura del <strong>circuito</strong><br />
interno al componente) a <strong>da</strong>nni<br />
latenti (e non meno pericolosi) che<br />
causeranno sicuramente un problema<br />
anche se solo riman<strong>da</strong>to nel tempo.<br />
Anche i dispositivi già operativi e<br />
per molti versi protetti come ad esempio<br />
i computer possono essere esposti,<br />
in quanto la scarica potrebbe essere<br />
riconosciuta come un segnale (ad<br />
esempio di reset) e far perdere i <strong>da</strong>ti<br />
in memoria.<br />
Attenzione va posta anche durante<br />
il ciclo di processo in quanto l’elettricità<br />
statica attrae piccole particelle<br />
di materiali presenti nell’ambiente (ad<br />
esempio la polvere), che potrebbero<br />
costituire a vario titolo un inquinante.<br />
Resistenza e materiali<br />
L’accumulo di cariche elettrostatiche<br />
è solo l’origine del problema.<br />
<strong>Il</strong> problema in quanto tale è dovuto<br />
A due diversi ingrandimenti è riportato il <strong>da</strong>nno ESD su un integrato
al passaggio di corrente che trovando<br />
una via di fuga verso terra tende<br />
a ripristinare quell’equilibrio alterato<br />
<strong>da</strong>ll’effetto triboelettrico. Da questo<br />
il motivo per cui assume rilevanza il<br />
suddividere i materiali in base al loro<br />
valore di resistenza superficiale.<br />
I materiali molto conduttivi, con resistenza<br />
superficiale massima di 1 KΩ,<br />
hanno un tempo di dissipazione delle<br />
cariche molto breve, capace di causare<br />
<strong>da</strong>nni se messi a contatto tra potenziale<br />
di accumulo <strong>da</strong> una parte e dispositivo<br />
<strong>da</strong> proteggere <strong>da</strong>ll’altra.<br />
I materiali conduttivi con valori di<br />
resistenza superficiale compresi tra 10<br />
KΩ e 100 KΩ mantengono un grado<br />
di dissipazione piuttosto veloce,<br />
ma ancora nei limiti <strong>da</strong>lla normativa<br />
(CEI EN61340-5-1).<br />
I materiali più a<strong>da</strong>tti <strong>da</strong> utilizzare<br />
per attivare la protezione nei confronti<br />
dei fenomeni ESD hanno una resistenza<br />
superficiale compresa tra 106 Ω<br />
e 1012 Ω e vanno sotto il nome di statico<br />
dissipativi.<br />
Questo non significa un loro uso<br />
generalizzato perché la normativa<br />
prescrive, in funzione degli utilizzi e<br />
delle applicazioni, valori ben definiti.<br />
Quando il valore di resistenza superficiale<br />
super il valore di 1012 Ω, si<br />
è in presenza di materiali isolanti, che<br />
si caricano facilmente e senza precisi<br />
accorgimenti di protezione attiva non<br />
si scaricano.<br />
Quando una carica è generata, la<br />
sua distribuzione dipende <strong>da</strong>lla resistività<br />
superficiale del materiale<br />
(la resistività elettrica è l’attitudine<br />
di un materiale a opporre resistenza<br />
al passaggio delle cariche elettriche).<br />
Nei materiali conduttivi e dissipativi<br />
la distribuzione è omogenea,<br />
mentre non lo è negli isolanti dove si<br />
può assistere anche ad addensamenti<br />
di cariche.<br />
Protezione passiva,<br />
protezione attiva<br />
Essendo evidente la facilità e la frequenza<br />
con cui possono essere generate<br />
le cariche elettrostatiche , diventa<br />
fon<strong>da</strong>mentale creare le condizioni<br />
ideali per la gestione e la movimentazione<br />
di componenti e dispositivi (pcb<br />
inclusi) sensibili e vulnerabili alle cariche<br />
elettrostatiche. La copertura <strong>da</strong>i<br />
fenomeni ESD si ottiene applicando<br />
due concetti di base:<br />
- Operare in aree protette (EPA);<br />
- Adottare imballi adeguati per la<br />
movimentazione delle parti ESD<br />
sensitive.<br />
Per inciso un’area protetta non è<br />
necessariamente l’intero reparto, ma<br />
potrebbe essere anche una semplice<br />
postazione di lavoro. E’ una zona<br />
completamente libera <strong>da</strong> campi<br />
elettrostatici dove il livello di sicurezza<br />
è garantito <strong>da</strong>l collegamento a<br />
terra di tutti i materiali statico/dissipativi<br />
e dell’operatore.<br />
I materiali conduttivi dissipano velocemente<br />
le cariche elettriche verso<br />
terra e di conseguenza è sconsigliato<br />
metterli a diretto contatto con<br />
i dispositivi <strong>da</strong> proteggere, soprattutto<br />
nel caso di pcb che contengano componenti<br />
alimentati.<br />
La protezione effettuata mediante<br />
l’impiego di accorgimenti in grado<br />
di dissipare verso terra le cariche<br />
elettrostatiche è definita protezione<br />
passiva.<br />
<strong>Il</strong> fenomeno può essere gestito<br />
anche attraverso sistemi di protezione<br />
attiva e più in particolare con<br />
l’impiego di apparecchiature ionizzanti<br />
che hanno il compito di prevenire<br />
la formazione delle cariche e<br />
nel caso di neutralizzarle.<br />
L’apparecchio emette alternativamente<br />
ioni positivi e ioni negativi<br />
creati per mezzo di elettrodi e<br />
dispersi nell’ambiente di lavoro per<br />
mezzo di ventole. La frequenza con<br />
cui sono generate le due on<strong>da</strong>te è tale<br />
<strong>da</strong> non far interferire ioni positivi<br />
con quelli negativi, ma di <strong>da</strong>rgli<br />
modo di raggiungere le superfici<br />
su cui neutralizzare le cariche eventualmente<br />
presenti.<br />
Sebbene i materiali isolanti siano<br />
ufficialmente banditi <strong>da</strong> un’area<br />
EPA, in alcuni casi è giocoforza il<br />
poterli introdurre e di conseguenza<br />
diventa essenziale cautelarsi.<br />
Per questa ragione è sempre suggerito<br />
di attivare entrambi i sistemi<br />
di protezione, sia quello passivo<br />
che quello attico, per avere la garanzia<br />
della più ampia copertura<br />
possibile.<br />
PCB giugno 2013<br />
33
34 PCB giugno 2013<br />
▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
Elettrostatica<br />
e nanotecnologie<br />
Mondo complesso quello dei polimeri,<br />
soprattutto se considerati a dimensioni<br />
nanometriche. Ecco una visione generale di<br />
quei materiali che segneranno lo sviluppo<br />
tecnologico del nostro futuro. Materiali che<br />
- a livello di effetti elettrostatici - non sono<br />
ancora stati studiati con particolare attenzione<br />
di Gianfranco Coletti, Università di Genova<br />
Per analizzare le ragioni di<br />
recenti successi nell’incremento<br />
delle prestazioni di<br />
alcuni polimeri nano-compositi,<br />
possiamo ricorrere a due “case studies”:<br />
quello del nailon nano-strutturato<br />
e quello del polipropilene<br />
nano-strutturato. <strong>Il</strong> presente studio<br />
offre alcune le linee di ragionamento<br />
<strong>da</strong> collocare in un quadro<br />
generale e può essere agganciato<br />
a un recente compendio Europeo<br />
sulle nanotecnologie (12 ottobre<br />
2012).<br />
Questo esercizio offrirà uno sfondo<br />
sul quale porre in rilievo le aree<br />
in cui l’elettrostatica e i suoi effetti<br />
potrebbero assumere un’importanza<br />
notevole nel panorama delle nanotecnologie.<br />
I polimeri ridotti ai minimi<br />
termini<br />
Come è possibile modificare un polimero<br />
termoplastico in modo che abbia<br />
prestazioni molto maggiori? In<br />
primo luogo bisogna capire a quali<br />
prestazioni ci si riferisce; per esempio<br />
è possibile pensare al carico di rottura<br />
(se si usasse il polimero per la fune<br />
di ascensore, quanti quintali porterebbe<br />
prima di rompersi?), oppure è<br />
possibile immaginare l’energia che assorbe<br />
una sezione nel rompersi (se lo<br />
stesso polimero venisse utilizzato nel<br />
paraurti di un auto, quanta energia assorbirebbe<br />
in caso di urto?)<br />
Per rispondere a queste domande<br />
bisogna sapere com’è fatto “dentro”<br />
un polimero termoplastico. <strong>Il</strong> polimero<br />
non è altro che una robusta catena<br />
di meri (anelli) composta <strong>da</strong> atomi<br />
collegati <strong>da</strong> legami forti e ripiegata<br />
più volte su se stessa e “legata” alle<br />
catene vicine. Le catene sono disposte<br />
fianco a fianco e sono “incollate”
Fig. 1 - Cristallo<br />
di Montmorillonite<br />
fra loro per mezzo di legami deboli.<br />
La doman<strong>da</strong> automatica è: meccanicamente<br />
il polimero “tiene” tramite la<br />
sua catena di legami forti? La risposta<br />
è NO. Varie prove hanno dimostrato<br />
che esso tiene tramite i legami<br />
che stanno a fianco delle catene stesse.<br />
Si tratta di numerosissimi legami<br />
deboli che si sommano; quindi l’effetto<br />
complessivo è elevato.<br />
Dunque, per influire sul carico di<br />
rottura (oppure sull’energia di rottura)<br />
è possibile “agire” sulla numerosità<br />
dei legami “deboli”, oppure renderli<br />
più intensi. Poiché questi sono già “impacchettati”<br />
è difficile renderli più numerosi,<br />
mantenendo lo spazio inalterato.<br />
Sfruttando invece la differenza fra<br />
legami di superficie e legami di volume<br />
è possibile rendere i legami “deboli”<br />
un po’ più intensi. Infatti, se si hanno<br />
a disposizione due materiali con densità<br />
diversa, si forma sempre un “legame<br />
di superficie”: un esempio di questo<br />
tipo è ad esempio la tensione superficiale,<br />
quella che - su scale micrometriche<br />
- aiuta gli insetti o le briciole a stare<br />
a galla sulla superficie di un bicchiere<br />
d’acqua. Là dove invece la densità<br />
di materia è costante (come l’acqua al<br />
di sotto della superficie), l’effetto è opposto;<br />
l’insetto o la briciola cadrebbero<br />
verso il fondo del bicchiere. A scale<br />
nanometriche questo effetto è piuttosto<br />
forte: se si riuscisse a introdurre un<br />
“mezzo sfogliabile” (si ve<strong>da</strong>no Fig. 1 e<br />
Fig. 2), fatto di tante foglie spesse sol-<br />
tanto frazioni di nanometro (2-3 nm),<br />
che collegano strati di catene polimeriche<br />
con uguali strati di catene polimeriche<br />
(come in un sandwich); allora<br />
i legami posti in serie diventerebbero<br />
tutti o legami forti o legami “di superficie”,<br />
cioè dotati – come si è detto –<br />
di maggior forza di legame. Si noti che<br />
lo spazio fra due strati deve essere reso<br />
compatibile (ved. Fig. 3) tramite una<br />
sostituzione di ioni inorganici con appositi<br />
ioni organici: si tratta di un’ope-<br />
Fig. 2 - Esempio di fillosilicato (argilla)<br />
Fig. 3 - Compatibilizzazione<br />
argilla/polimero<br />
razione relativamente delicata, semplice<br />
in teoria, ma assai complessa nella<br />
realtà industriale.<br />
La teoria dice questo, la pratica a<br />
volte conferma, ma a volte non conferma.<br />
Dunque, l’effetto “di rinforzo<br />
meccanico” delle nano-tecnologie è<br />
vero o non è vero?<br />
È possibile dire che sia vero solo<br />
sotto certe condizioni: devono cioè<br />
formarsi ed essere efficaci gli “effetti<br />
di superficie”. Per esempio, molto dipende<br />
<strong>da</strong>lla possibilità che le catene<br />
polimeriche (Fig. 4) possano essere<br />
attratte all’interno dello spazio compreso<br />
fra due sfoglie (effetto di superficie):<br />
occorre dunque trattare opportunamente<br />
quello spazio, altrimenti le<br />
catene polimeriche NON entreranno<br />
nello spazio fra due sfoglie.<br />
Poi occorre evitare che i “sandwich”<br />
si agglomerino, altrimenti la presenza<br />
di legami di superficie diventa NONefficace:<br />
si formeranno così agglomerati<br />
<strong>da</strong> 1 micron o più di diametro, la<br />
PCB giugno 2013<br />
35
36 PCB giugno 2013<br />
Fig. 4 - Esempi di collocazione di strati e di catene polimeriche<br />
cui dinamica è dominata <strong>da</strong> effetti di<br />
volume, non <strong>da</strong> effetti di superficie;<br />
mentre NON ci sarà un aumento delle<br />
forze “deboli”.<br />
Anche per questo compito, cioè<br />
evitare l’agglomerazione, occorre introdurre<br />
opportune contromisure. Se<br />
ad esempio si riescono a ottenere entrambi<br />
gli effetti, si è a buon punto.<br />
È necessario poi ricor<strong>da</strong>re che il<br />
polimero nano-strutturato deve essere<br />
“lavorato”, cioè reso plastico (tra-<br />
mite azioni meccaniche e temperatura),<br />
per esempio tramite estrusione<br />
a caldo, oppure mediante fusione<br />
in stampo (Fig. 6 e Fig. 7). Anche in<br />
questo caso occorre trovare delle soluzioni<br />
(forme, profilo di temperatura<br />
e velocità di avanzamento) empiriche.<br />
Ovviamente occorre partire <strong>da</strong> un<br />
polimero “interessante”, a basso costo<br />
e con applicazioni potenziali o sicure<br />
(per gli investimenti economici).<br />
L’impiego di nailon e di argilla (ad<br />
Fig. 5 - Esempi di correlazione tra energia di frattura e percentuale di argilla<br />
in polipropilene nano-strutturato<br />
esempio sepiolite, oppure montmorillonite)<br />
porta a buoni risultati: si ve<strong>da</strong><br />
ad esempio il caso del sotto-cofano<br />
della Maserati illustrato in Fig. 6.<br />
Un altro caso, recentissimo, ha visto<br />
l’impiego di polipropilene e di montmorillonite:<br />
qui la non aggregazione<br />
veniva ottenuta senza aggiunte di additivi,<br />
lavorando su polimero stesso. Si<br />
tratta di questo caso di produzione di<br />
paraurti di automobili e di altri componenti<br />
per auto.<br />
Riscontri europei<br />
È evidente che le nanotecnologie “at<br />
large” hanno occupato e occupano oggi<br />
una posizione vasta e importante in<br />
diversi settori tecnologici (sono un po’<br />
una nuova “chimica delle macromolecole”).<br />
Con le nanotecnologie ci possiamo<br />
costruire di tutto, <strong>da</strong>i nano materiali<br />
alle nano medicine, ma è anche evidente<br />
che ci vorranno delle nuove regole,<br />
che andranno <strong>da</strong>lla protezione dei<br />
cittadini (interazione del corpo umano<br />
con il mondo esterno) alle analisi<br />
per verificare la presenza o il rilascio di<br />
particelle, <strong>da</strong>lle normative giuridiche alle<br />
nuove normative tecniche, <strong>da</strong>ll’analisi<br />
del rischio alle caratteristiche di efficacia<br />
di nuove tecniche e così via. Un<br />
buon compendio in relazione a questo<br />
argomento, <strong>da</strong> molti punti di vista,<br />
è offerto nel doc COM (2012) 572 final<br />
(http://register.consilium.europa.<br />
eu/pdf/it/12/st14/st14869.it12.pdf ),<br />
rilasciato il 3 ottobre 2012, che rappresenta<br />
una “regulatory review” della<br />
Commissione Europea. Si tratta del<br />
documento più completo in assoluto<br />
pubblicato a livello internazionale.<br />
Un mondo <strong>da</strong> esplorare<br />
A livello di nanotecnologie ci si<br />
aspetta che vengano riesplorati settori<br />
come quello degli effetti elettrostatici<br />
presenti a scale/geometrie nanometriche.<br />
A questi livelli si hanno:
Fig. 6 - Strato protezione motore<br />
della Maserati<br />
- effetti locali (a livello singolo atomo<br />
o poco più), operanti nel quadro<br />
di fenomeni rapidi su stringhe<br />
di atomi, come nel caso di scintille,<br />
oppure di combustione all’interno<br />
della camera di scoppio di un motore;<br />
- effetti localizzati (di superficie) nel<br />
quadro di fenomeni lenti, come<br />
nel caso di invecchiamento elettrico<br />
o meccanico osservati a geometrie<br />
nanometriche. Evidentemente<br />
vi sono fenomeni che avvengono<br />
in “ambienti” inclini a tali eventi<br />
(si ricordi la famosa triade: com-<br />
bustibile, comburente, scintilla),<br />
come gli incendi o gli scoppi, oppure<br />
come il rallentare dell’avanzamento<br />
di cricche su materiali<br />
super-sollecitati.<br />
Sia nel caso di aggregati composti<br />
di segmenti nanometrici sia nel caso<br />
di aggregati composti <strong>da</strong> molecole si<br />
tratterebbe di affrontare e/o studiare<br />
dei fenomeni collettivi. Dato che non<br />
si ha ancora molta confidenza con tali<br />
fenomeni, per effettuare uno studio<br />
accurato ci si avvale di modelli empirici.<br />
Un esempio di modello empirico<br />
Fig. 8 - Curve di Paris che indicano la lunghezza di cricche nella struttura<br />
di un aereo di linea, rapportate al numero di voli consecutivi<br />
Fig. 7 - Alloggio ruota di scorta realizzato in polipropilene<br />
nano strutturato (con fillosilicati e agente distaccante)<br />
risiede nelle Curve di Paris; si ve<strong>da</strong><br />
l’esempio riportato in Fig. 8 riferito<br />
alla lunghezza di cricche nella struttura<br />
di un aereo di linea, rapportate<br />
al numero di voli consecutivi effettuati<br />
senza nessuna manutenzione<br />
intermedia.<br />
In questi casi le proprietà sono legate<br />
all’insieme di molti atomi/segmenti<br />
nanometrici ed è arduo affrontare<br />
la situazione delle relative problematiche<br />
per mezzo di modelli fisici<br />
(trasferibili <strong>da</strong> un caso all’altro). Si è<br />
invece costretti ad utilizzare modelli<br />
empirici: validi, ma non sempre ripetibili<br />
con successo.<br />
Così come per l’esempio citato<br />
delle cricche presenti sulla struttura<br />
dell’aereo, i fenomeni “collettivi”<br />
sono ancora poco esplorati, anche<br />
se sono chiari nelle loro valenze<br />
generali: essi sono “collettivi” perché<br />
riguar<strong>da</strong>no una proprietà legata<br />
all’insieme di molti atomi o di segmenti<br />
nanometrici. E tutto ciò che<br />
può riguar<strong>da</strong>re gli effetti fisici, sia<br />
strutturali che elettrici, può essere<br />
ricondotto a tali dimensioni; questa<br />
situazione, per le dimensioni a cui ci<br />
si trova ad operare, rischia di essere<br />
molto ardua <strong>da</strong> affrontare a livello<br />
nano-metrico oppure interatomico.<br />
Se non si fa attenzione, si corre infatti<br />
il rischio di porsi delle domande<br />
sbagliate tipo: quale è la conduttività<br />
di un atomo di Rame?<br />
PCB giugno 2013<br />
37
38 PCB giugno 2013<br />
▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
Nuove tecnologie<br />
nel mondo ESD<br />
Polimeri conduttivi, nanotubi e grafene saranno<br />
i prossimi materiali utilizzati per la produzione di<br />
abbigliamento e attrezzature per la prevenzione<br />
e la protezione ESD<br />
di Dario Gozzi<br />
Esiste sul mercato un’ampia e<br />
diversificata gamma di prodotti<br />
ESD, molti dei quali possono<br />
essere catalogati in base alla funzione<br />
d’uso come i prodotti per il packaging<br />
(scatole, buste, contenitori), che<br />
proteggono i dispositivi sensibili alle<br />
cariche elettrostatiche. Altri prodotti<br />
sono deputati a creare ambienti EPA<br />
(pavimenti, tappetini, cavi e connessioni<br />
di ground, strumentazione e<br />
abbigliamento); altri ancora a rivestire<br />
provvisoriamente o definitivamente<br />
i dispositivi inclusi al loro interno o,<br />
semplicemente, a ricoprirli. Materiali<br />
di pulizia (usualmente liquidi) affiancano<br />
sistemi di ionizzazione per una<br />
protezione attiva, così come i sistemi<br />
di monitoraggio ambientale ESD.<br />
Mentre il mercato tradizionale<br />
dei materiali, dei prodotti e dei dispositivi<br />
ESD è in crescita a seguito<br />
dell’incremento della presenza dei<br />
dispositivi elettronici nella vita di<br />
tutti i giorni, una serie di innovativi<br />
sviluppi high-tech si affaccia all’orizzonte<br />
della tecnologia ESD. In affiancamento<br />
alle classiche soluzioni<br />
tecnologiche degli ossidi metallici,<br />
del carbonio in fibra o dei materiali<br />
organici, si profilano nanoparticelle,<br />
grafene e polimeri conduttivi.<br />
L’introduzione di questi materiali, la
Fig 1 - Nanotubo a moduli concentrici<br />
del tipo multi-walled nanotube<br />
cui genesi tecnologica è a cavallo tra<br />
fisica, chimica ed elettronica, porta il<br />
messaggio dell’innovazione e la promessa<br />
di prestazioni operativamente<br />
significative in ambito ESD, capaci<br />
di rivitalizzare un mercato maturo.<br />
I due obiettivi<br />
della protezione ESD<br />
La protezione ESD può essere divisa<br />
un due diverse, ma spesso complementari,<br />
direttrici.<br />
Da una parte l’eliminazione delle<br />
cariche elettrostatiche al loro formarsi,<br />
compito espletato semplicemente<br />
dissipandole verso terra.<br />
Dall’altra c’è la prevenzione, ovvero<br />
l’attivazione di una serie di accorgimenti<br />
atti a prevenire la formazione<br />
delle cariche elettrostatiche.<br />
Queste sono usualmente generate<br />
a seguito dell’effetto triboelettrico,<br />
in cui lo sfregamento e la successiva<br />
separazione di due superfici causa il<br />
trasferimento di elettroni, caricando<br />
positivamente quella che li perde e<br />
negativamente quella che li acquista.<br />
L’effetto triboelettrico è quel fenomeno<br />
per cui, al seguito di uno stro-<br />
finamento tra materiali diversi (di<br />
cui almeno uno isolante), si verifica<br />
un trasferimento di cariche elettriche<br />
che genera una differenza di potenziale<br />
elettrico, cioè una tensione.<br />
I materiali antistatici sono progettati<br />
per contrastare il fenomeno.<br />
Le principali applicazioni ESD<br />
sono quelle che coinvolgono un contatto<br />
diretto, nelle operazioni di assemblaggio,<br />
con i componenti e i dispositivi<br />
sensibili alle scariche elettrostatiche.<br />
La protezione deve essere<br />
parte integrante della progettazione,<br />
<strong>da</strong>lla produzione del wafer a<br />
qualsiasi fase dell’assemblaggio dei<br />
pcb, con particolare cura delle varie<br />
fasi di handling.<br />
Anche i più piccoli impianti di<br />
produzione dei pcb non possono (o<br />
non dovrebbero) esimersi <strong>da</strong>l seguire<br />
la normativa ESD, dotandosi di<br />
un’area EPA, equipaggiando adeguatamente<br />
con camici e calzature gli<br />
operatori, utilizzando apposite buste<br />
e materiale ESD di packaging, così<br />
<strong>da</strong> minimizzare quanto più possibile<br />
il rischio di <strong>da</strong>nneggiare i dispositivi.<br />
Tra i paradigmi di cambiamento<br />
della produzione elettronica si assiste<br />
alla progressiva diminuzione dimen-<br />
sionale dei dispositivi, ma - in parallelo<br />
- anche alla diminuzione delle<br />
tensioni operative, fattori che nell’insieme<br />
conducono a una maggiore<br />
sensibilizzazione nei confronti delle<br />
cariche elettrostatiche. L’aumento<br />
dei numeri e delle prestazioni della<br />
moderna elettronica, nonché dei costi<br />
in particolare per i dispositivi portatili,<br />
richiede una continua crescita<br />
della tecnologia ESD.<br />
Materiali per impieghi ESD<br />
Si comincia a respirare aria di<br />
cambio della guardia nella produzione<br />
dei materiali <strong>da</strong> impiegare in ambito<br />
ESD. Convenzionalmente i materiali<br />
maggiormente utilizzati sono<br />
a base metallica, come sottili lamine<br />
o fili metallici affogati o intrecciati<br />
nel materiale non conduttivo; trame<br />
in fibra di carbonio (si tratta di<br />
una struttura filiforme, molto sottile)<br />
come quelle utilizzate nel tessuto per<br />
camici ESD o particolato di carbonio<br />
(detto anche nero di carbonio o<br />
carbon black) affogato nella plastica<br />
per conferire proprietà conduttive. <strong>Il</strong><br />
nero di carbonio è un pigmento prodotto<br />
<strong>da</strong>lla combustione incomple-<br />
Fig 2 - SWNT (Single-Walled Nanotube), nanotubi a parete singola, costituiti<br />
<strong>da</strong> un solo foglio e nanotubi a parete multipla MWNT (Multi-Walled Nanotube),<br />
con le relative dimensioni<br />
PCB giugno 2013<br />
39
40 PCB giugno 2013<br />
ta di prodotti petroliferi pesanti quali<br />
il catrame di carbon fossile o il catrame<br />
ottenuto <strong>da</strong>l cracking dell’etilene,<br />
<strong>da</strong> grassi e oli vegetali. Si tratta<br />
di un particolato carbonioso ad alto<br />
rapporto superficie/volume; detto in<br />
altri termini significa che, possedendo<br />
un’elevata superficie in rapporto a<br />
un piccolo volume, questa caratteristica<br />
lo rende a<strong>da</strong>tto a essere affogato<br />
nelle plastiche conferendo un potere<br />
conduttivo.<br />
Per i materiali <strong>da</strong> utilizzare in ambito<br />
ESD sono stati usati anche ossidi<br />
metallici come l’ITO o l’ossido<br />
di stagno; queste sostanze sono largamente<br />
utilizzate quando il fattore<br />
trasparenza è altrettanto importante<br />
della conducibilità. Oppure composti<br />
organici piuttosto conduttivi tra cui<br />
i sali quaternari di ammonio, le ammine<br />
e gli esteri. L’ITO (<strong>da</strong>ll’inglese<br />
Indium Tin Oxide) o, più precisa-<br />
Fig 3 - Ricostruzione tridimensionale di un reticolo cristallino<br />
mente, l’ossido di indio drogato con<br />
stagno, è una soluzione soli<strong>da</strong> di ossido<br />
di indio (In 2 O 3 ) e ossido di stagno<br />
(SnO 2 ); tipicamente mescola-<br />
Fig 4 - Rivestimento del materiale organico P3HT:PCBM (a sinistra nella foto)<br />
e PEDOT:PSS (a destra); il materiale è preparato in strisce (sopra) e fogli pieni<br />
(sotto). <strong>Il</strong> PEDOT:PSS è utilizzato anche nella costruzione dei pannelli solari e di<br />
alcuni componenti elettronici<br />
ti con percentuale in peso intorno al<br />
90% di In 2 O 3 e 10% di SnO 2 . La caratteristica<br />
principale dell’ITO è di<br />
possedere una buona conducibilità<br />
elettrica associata a una buona trasparenza<br />
ottica.<br />
I nuovi materiali conduttivi allo<br />
studio rientrano nella famiglia<br />
dei nanomateriali e dei polimeri, che<br />
hanno già trovato impiego in varie e<br />
sofisticate applicazioni, ma anche in<br />
nicchie meno appariscenti come per<br />
i materiali ESD. Essi includono nanoparticelle<br />
metalliche utilizzate sia<br />
a livello di coating sia come riempitivo,<br />
che conferiscono proprietà conduttive<br />
a materiali plastici altrimenti<br />
isolanti.<br />
La microscopica dimensione di<br />
queste nanoparticelle si a<strong>da</strong>tta a quei<br />
materiali a cui è richiesta una bassa<br />
conducibilità (tipica della caratteristica<br />
statico-dissipativa); questo<br />
offrirebbe la potenzialità di ottenere<br />
l’effetto desiderato anche a fronte<br />
dell’uso di modiche quantità di materiale,<br />
così che anche l’impiego di<br />
metalli pregiati come l’argento non<br />
comporterebbe costi proibitivi. Al<br />
momento il tutto è ancora a livello<br />
potenziale in quanto il costo della
produzione dei nanometalli rende il processo irrealizzabile<br />
su scala industriale. Nelle attuali applicazioni le nanoparticelle<br />
di argento hanno ricevuto particolare attenzione<br />
per via della loro buona conducibilità elettrica rispetto<br />
ad altri nanometalli; ciò principalmente perché l’ossido<br />
di argento, rispetto ad altri ossidi, è conduttivo. Nelle applicazioni<br />
ESD potrebbero trovare impiego altri metalli,<br />
in particolare nei materiali dissipativi che richiedono una<br />
resistività maggiore rispetto ad altre applicazioni e in cui<br />
la presenza di ossidi parzialmente isolanti non dovrebbe<br />
costituire un grosso problema.<br />
<strong>Il</strong> carbonio a nanotubi, grafene<br />
e PEDOT:PSS<br />
Altrettanto promettente è il carbonio a livello di nanotubi,<br />
che può essere utilizzato anche in piccole quantità e<br />
non è particolarmente costoso, se non per via della novità.<br />
I nanotubi di carbonio sono più conduttivi di ogni metallo<br />
e sono facilmente realizzati in sospensione. Possono<br />
essere suddivisi in due categorie: SWNT (Single-Walled<br />
Nanotube), nanotubi a parete singola, costituiti <strong>da</strong> un solo<br />
foglio, e MWNT (Multi-Walled Nanotube), nanotubi<br />
a parete multipla, formati <strong>da</strong> fogli posizionati come cilindri<br />
concentrici inseriti uno dentro l’altro.<br />
<strong>Il</strong> coating con questi nanotubi, o il loro impiego come<br />
riempitivo dei polimeri, può costituire un ammodernamento<br />
tecnologico rispetto all’utilizzo della fibra di carbonio,<br />
considerando che il loro diametro è più sottile di<br />
un fattore 1000 e che la distribuzione è di tipo casuale rispetto<br />
alla classica trama a griglia.<br />
Si suppone che anche il grafene, che è facile <strong>da</strong> produrre<br />
(si tratta di un materiale costituito <strong>da</strong> uno strato monoatomico<br />
di atomi di carbonio, avente cioè uno spessore<br />
equivalente alle dimensioni di un solo atomo), troverà<br />
numerose applicazioni grazie alla sua conducibilità, e<br />
il materiale per ESD è in predicato di beneficiarne ampiamente.<br />
<strong>Il</strong> PEDOT:PSS - poli(3,4-Etilendiossitiofene)<br />
poli(stirenesulfonato) - è un polimero conduttivo trasparente<br />
utilizzato per esempio sulle pellicole AGFA a protezione<br />
ESD, che non raggiunge tuttavia una conduttività<br />
comparabile con quella dei metalli. <strong>Il</strong> suo utilizzo è comunque<br />
limitato alle applicazioni ad alto valore aggiunto,<br />
come sostituto dell’ITO, pur risultando ben a<strong>da</strong>tto per<br />
le applicazioni che non richiedono elevate conducibilità.<br />
Questi materiali, flessibili nell’utilizzo e di sovente trasparenti<br />
(in particolare nella forma in film), non sono per<br />
loro natura particolarmente costosi, ma il loro prezzo al<br />
momento non è ancora sceso come era auspicabile per un<br />
diffuso utilizzo industriale.<br />
ETICHETTE<br />
PER LA MARCATURA DI CAVI<br />
Le etichette FPE per la marcatura di cavi costituiscono un<br />
sistema semplice ma efficace per una perfetta e duratura<br />
identificazione di fili e cavi elettrici.<br />
Due le tipologie prodotte per le stampanti a trasferimento<br />
termico:<br />
TTC.41. in vinile<br />
Spessore film : 80 μm<br />
Range di temperatura: -40° +80°C<br />
TTC.17. in poliestere<br />
Certificato UL<br />
Spessore film: 25 μm<br />
Range di temperatura: -40° +150°C<br />
Entrambi i materiali sono conformi alle Direttive RoHS e<br />
hanno un trattamento superficiale idoneo per ricevere e<br />
trattenere le resine rilasciate <strong>da</strong>i nastri.<br />
Via Lillo del Duca, 20 I-20091 BRESSO ( MI )<br />
Tel. +39 02 66504472 Main - Fax +39 02 66508183<br />
www.fpe.it - vendite@fpe.it UNI EN ISO 9001:2008
42 PCB giugno 2013<br />
▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
La gestione<br />
di eventi ESD<br />
La gestione di eventi elettrostatici non può<br />
prescindere <strong>da</strong>ll’ottemperanza di norme stabilite<br />
che semplificano ed evidenziano quanto più<br />
possibile i rischi connessi con tali manifestazioni.<br />
Ecco il punto della situazione e una sua<br />
valutazione tecnica<br />
di Giuseppe Angelo Reina e Luca Gnisci – EL.BO Service<br />
I<br />
settori esposti al problema delle<br />
cariche elettrostatiche sono generalmente<br />
regolamentati <strong>da</strong> “normative<br />
di sistema”, che definiscono in<br />
maniera completa gli elementi tecnici<br />
e amministrativi di un programma<br />
di protezione ESD. Le normative<br />
di sistema maggiormente utilizzate<br />
e spesso adottate come riferimento,<br />
anche per settori industriali non<br />
coperti <strong>da</strong> normative in maniera sufficientemente<br />
chiara, sono:<br />
- ESD ANSI S.20.20 “Protection<br />
of Electrical and Electronic<br />
Parts, Assemblies and Equipment<br />
(Excluding Electrical Initiated<br />
Explosive Devices)”;<br />
- IEC 61340-5-1 “Protection of<br />
electronic devices from electrostatic<br />
phenomena – General<br />
Requirements;”<br />
- EIA – JEDEC STD JESD625<br />
“A requirements for handling<br />
Electrostatic-Discharge-Sensitive<br />
(ESDS) Devices”;<br />
- CEI CLC/TR 50404<br />
“Elettrostatica - Gui<strong>da</strong> e raccoman<strong>da</strong>zioni<br />
per evitare i pericoli<br />
dovuti all’elettricità statica.”<br />
Tali norme devono necessariamente<br />
prevedere, e quindi garantire, l’affi<strong>da</strong>bilità<br />
di Aree e Zone protette <strong>da</strong><br />
ESD, le quali devono necessariamente<br />
divenire sempre più efficienti ed essere<br />
dotate di sistemi adeguati per poter<br />
ottemperare a requisiti di affi<strong>da</strong>bilità<br />
e di sicurezza anche in situazioni<br />
estreme.<br />
In relazione ai criteri adottati per la<br />
gestione di eventi ESD, è possibile affermare<br />
che le relative normative citate<br />
sono allineate nello stabilire i veicoli<br />
<strong>da</strong> adottare all’interno di aree protette<br />
<strong>da</strong> ESD raggruppandoli attraverso<br />
due sistemi principali:<br />
1. protezione passiva;<br />
2. protezione attiva.<br />
Per evitare rischi legati a eventi<br />
ESD è necessario assicurare che non<br />
siano presenti potenziali elettrici si-
Fig. 1 – Esempio di scarica <strong>da</strong> uomo a conduttore<br />
gnificativi su superfici e masse che potrebbero<br />
venire in contatto (intimo),<br />
o che siano situate vicine tra di loro,<br />
allo scopo di evitare scariche o interferenze<br />
all’interno di processi esposti<br />
alle ESD.<br />
In questa ottica diviene necessario<br />
operare in piena osservanza delle<br />
procedure precauzionali nei confronti<br />
dei fenomeni ESD attraverso il corretto<br />
impiego di sistemi passivi (rete<br />
di conduttori - equipotenziale – connessione<br />
a terra) e/o attraverso i sistemi<br />
attivi (apparati ionizzanti).<br />
In relazione ai processi produttivi<br />
nell’industria elettronica, è stato accertato<br />
che, ove non venisse adottata alcuna<br />
precauzione nel gestire i problemi<br />
legati all’elettrostatica, un’alta percentuale<br />
dei guasti (sia guasti “a tempo<br />
zero” sia guasti latenti) potrebbe essere<br />
attribuita a <strong>da</strong>nni causati <strong>da</strong>lle ”ESD”.<br />
Questa percentuale può, in teoria, essere<br />
azzerata adottando le precauzioni<br />
descritte <strong>da</strong>lle normative ESD, quindi<br />
attivando un programma inerente<br />
la “qualità”. <strong>Il</strong> fattore discriminante<br />
che consente di percepire la presenza e<br />
l’entità dei difetti ESD tipici di un processo<br />
è l’implementazione sistematica<br />
della “failure analysis”.<br />
Questo strumento è essenziale, tuttavia<br />
esso costituisce un’opportunità<br />
che non sempre viene utilizzata <strong>da</strong>lle<br />
aziende interessate, neppure implementando<br />
un approccio statistico,<br />
cioè introducendo in<strong>da</strong>gini “a campione”.<br />
La conseguenza è che, oggi,<br />
Tabella 1 –<br />
Limiti massimi<br />
ammessi<br />
di resistenza<br />
verso terra<br />
molte aziende non siano consapevoli<br />
dell’entità del problema ESD e che in<br />
molti settori non abbiamo implementato<br />
adeguati piani di manutenzione,<br />
monitoraggio e verifica periodica.<br />
È possibile disporre di <strong>da</strong>ti relativi<br />
alla incidenza di problemi di processo<br />
e di incidenti legati a una catti-<br />
Fig. 2 – Schema di collegamento equipotenziale<br />
Fig. 3 – Livelli MIE presenti su stan<strong>da</strong>rd NFPA 77-2006<br />
va gestione della statica, sia in fase di<br />
design che in fase di realizzazione (ad<br />
esempio in attività industriali come<br />
quelle delle raffinerie, delle cartiere,<br />
della chimica, fine e non, e così via).<br />
In relazione alla gestione di eventi<br />
ESD all’interno di processi esposti<br />
al problema, un denominatore co-<br />
Fig. 4 – HBV su operatore privo di calzatura (<strong>da</strong> 2,5 secondi a 10 secondi)<br />
PCB giugno 2013<br />
43
44 PCB giugno 2013<br />
Fig. 5 – Simulazione scarica <strong>da</strong> umano<br />
a semiconduttore (HBM), sul dito<br />
dell’operatore<br />
mune in grado di allineare in modo<br />
omogeneo le attuali normative ESD<br />
è quello della definizione del limite<br />
massimo di resistenza verso terra, limite<br />
che è sostanzialmente in grado<br />
di garantire l’equipotenzialità all’interno<br />
di un’area protetta <strong>da</strong> ESD (vedi<br />
Tabella 1) .<br />
Raggiunto l’obiettivo di avere un<br />
valore massimo di resistenza verso<br />
terra pari a 1*10 9 Ω (1*10 8 Ω qualora<br />
si consideri la norma CEI CLC/TR<br />
50404) 1 di tutte le parti/superfici conduttive<br />
e dissipative, è possibile asserire<br />
che l’assenza di campi elettrostatici<br />
indesiderati e di potenziali ESD di<br />
parti presenti all’interno di aree protette<br />
è pressoché garantita nel caso in<br />
cui non sussistano problemi di manutenzione<br />
e/o guasti non pianificati.<br />
Questo concetto rimane comunque<br />
valido per i materiali omogenei, mentre<br />
per quelli compositi sono necessari<br />
maggiori approfondimenti.<br />
Resta inteso che in un processo ad<br />
alto rischio di incendio una scarica innescante<br />
avviene quando sono soddisfatte<br />
due condizioni:<br />
- L’intensità del campo elettrico<br />
dovuta al potenziale del conduttore<br />
supera la rigidità dielettrica<br />
Fig. 6 – Esempio di scarica a scintilla (a sinistra) e forma d’on<strong>da</strong> di una scarica<br />
HBM, con una carica di 2 kV detta anche regione esplosiva (a destra)<br />
dell’atmosfera, 2 <strong>da</strong>ndo luogo a una<br />
scarica ad arco o a una scintilla.<br />
- L’energia rilasciata <strong>da</strong>lla scintilla supera<br />
l’energia minima di innesco di<br />
qualunque miscela di comburente/materiale-infiammabile<br />
presente<br />
(Minimum Ignition Energy, MIE).<br />
Nella maggior parte delle applicazioni,<br />
la messa a terra è considerata<br />
il sistema più efficace per dissipare<br />
l’elettricità statica. Quindi le varie resistenze<br />
dei sistemi di messa a terra di<br />
corpi e oggetti, che sono costituiti <strong>da</strong><br />
contatti e/o <strong>da</strong> connessioni elettriche<br />
via cavo, possono costituire un sistema<br />
di messa a terra.<br />
Ponendo, quale obiettivo, un valore<br />
di 100 V massimi all’interno di un<br />
processo o comunque di un valore di<br />
102 V (Human Body Voltage) quale<br />
limite massimo ammissibile, è possibile<br />
affermare che il limite di R massimo<br />
consentito in ogni circostanza sia<br />
legato alla equazione:<br />
V = IR<br />
Ne consegue che, nell’identificare<br />
la prescrizione per un valore massimo<br />
di messa a terra, dovrebbe essere<br />
considerato il singolo contesto e<br />
quindi il singolo valore della corrente<br />
di carica.<br />
Fig. 7 - <strong>Il</strong> <strong>circuito</strong> elettrico a sinistra simula la scarica che può provocare un uomo<br />
carico elettrostaticamente quando tocca il semiconduttore. A destra, la forma<br />
d’on<strong>da</strong> che si genera durante il contatto
Fig. 8 - Curva di scarica attraverso dito operatore (a sinistra) e Curva di scarica attraverso punta metallica (a destra)<br />
Poiché le correnti di carica (velocità<br />
con cui il conduttore è in grado di<br />
ricevere cariche) spaziano mediamente<br />
<strong>da</strong> 10 -11 A a 10 -4 A, i corrispondenti<br />
valori di R sono compresi fra 10 13 Ω<br />
e 10 6 Ω .<br />
A questo punto si evince che per<br />
un valore massimo di I, una resistenza<br />
verso terra pari a 10 6 Ω potrà garantire<br />
una dissipazione sicura in tutte<br />
le situazioni.<br />
Nel caso di capacità del conduttore<br />
di 100 pF (Human Body Model)<br />
potrebbe essere indicata una resistenza<br />
verso terra di 10 8 Ω in quanto, nella<br />
maggior parte delle applicazioni<br />
industriali, la corrente di carica I non<br />
eccede il valore di 10 -6 A.<br />
Resta inteso che è comunque importante<br />
che tutti i conduttori siano<br />
affi<strong>da</strong>bili, di carattere permanente e<br />
non soggetti a usura. Su questo punto<br />
è basata la necessità (fon<strong>da</strong>mentale)<br />
di un’appropriata attività di monitoraggio,<br />
di verifiche ispettive e, dove<br />
richiesto, quella della necessità di manutenzione,<br />
che dovrà essere eseguita<br />
con prodotti adeguati. Si citano a tal<br />
proposito i risultati ottenuti <strong>da</strong> walking<br />
test su pavimenti trattati con cera<br />
non idonea, che hanno alterato pesantemente<br />
i valori di HBV (Human<br />
Body Voltage) passando <strong>da</strong> valori<br />
dell’ordine di 20 V a valori dell’ordine<br />
di 600 V!<br />
Indipendentemente <strong>da</strong>l tipo di processo,<br />
è necessario operare affinché<br />
sia eliminato l’accumulo di cariche<br />
su corpi presenti all’interno del processo<br />
stesso, altrimenti tale accumulo<br />
potrebbe causare scariche elettrostatiche.<br />
Tali scariche possono verificarsi<br />
in diversi contesti e situazioni.<br />
Nei processi industriali esposti al<br />
fenomeno i principali tipi di scarica<br />
sono rappresentati <strong>da</strong>:<br />
1. scintille (sparks);<br />
2. effetto corona;<br />
3. scariche a fiocco (Brush<br />
Discharge);<br />
4. scariche propagantesi a fiocco<br />
(Propagating brush discharge);<br />
5. scariche simili a fulmini;<br />
6. scariche coniche.<br />
Scintille (sparks): Le scintille sono<br />
scariche che avvengono tra due<br />
conduttori (liquidi o solidi); esse sono<br />
determinate <strong>da</strong> un canale di scarica<br />
che trasporta una corrente ad alta<br />
intensità. All’interno del canale il gas<br />
è ionizzato e solitamente il processo è<br />
molto rapido.<br />
Effetto corona: L’effetto corona è<br />
un fenomeno che si sviluppa su bordi<br />
o punti affilati di conduttori e può essere<br />
visibile in condizioni di luminosità<br />
ambientale molto bassa. Le scariche<br />
si manifestano poiché il campo<br />
elettrico su una superficie appuntita<br />
può essere decisamente molto elevato<br />
(> 3 MV/m); normalmente la densità<br />
di energia nel volume interessato<br />
<strong>da</strong>lla scarica è molto inferiore rispetto<br />
quella che accompagna una scintilla<br />
e normalmente l’effetto corona non<br />
produce l’innesco di un’esplosione.<br />
Brush Discharge (Scariche a fiocco)<br />
– Le scariche a fiocco avvengono<br />
quando conduttori di forma arroton<strong>da</strong>ta<br />
e messi a terra vengono in contatto<br />
con “non conduttori” elettrizzati:<br />
per esempio liquidi carichi in superficie<br />
attraverso il potenziale di decantazione<br />
e strumenti metallici adibiti<br />
alla loro misurazione oppure persone<br />
connesse a terra e prodotti plastici<br />
altamente carichi (fogli in poliestere<br />
in processi di sagomatura). Queste<br />
scariche sono pericolose in quanto, in<br />
condizioni opportune, possono innescare<br />
un incendio in miscele di aria e<br />
gas infiammabili.<br />
Propagating brush discharge<br />
(Scariche propagantesi a fiocco) –<br />
Queste scariche sono molto pericolose<br />
ed avvengono tra fogli di materiali<br />
ad alta resistività e alta rigidità dielettrica;<br />
tali fogli si trovano ad avere le<br />
superfici opposte con alta densità di<br />
carica e con polarità opposta. La scarica<br />
viene attivata <strong>da</strong> un collegamento<br />
elettrico tra le due superfici (corto<br />
<strong>circuito</strong>) e appare molto luminosa<br />
PCB giugno 2013<br />
45
NOTE<br />
Bibliografia:<br />
46 PCB giugno 2013<br />
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(struttura ad albero). Essa può essere<br />
prodotta <strong>da</strong>lla presenza di due conduttori<br />
in prossimità delle due superfi<br />
ci cariche. In questo caso la scarica<br />
incanala tutte le cariche presenti sulla<br />
superfi cie non conduttiva nella zona<br />
di corto<strong>circuito</strong>. Pertanto la densità<br />
di carica nel volume interessato<br />
<strong>da</strong>lla scarica è elevatissima e può avere<br />
luogo un importante trasferimento<br />
di energia.<br />
Scariche simili a fulmini: Queste<br />
scariche avvengono all’interno di nubi<br />
di polvere (p.es. eruzioni vulcaniche)<br />
e tra la terra e nubi di polvere. Sono<br />
possibili anche nei silos aventi diametro<br />
> di 3 metri.<br />
Scariche coniche: Queste scariche<br />
avvengono all’interno di silos in presenza<br />
di polveri non conduttive altamente<br />
elettrizzate e in punti ben defi -<br />
niti; questo porta alla presenza di forti<br />
campi elettrici sulla sommità del “cilindro<br />
di grano”, il quale mostra ampie<br />
scariche in movimento sulla superfi<br />
cie stessa (radiali nel caso di contenitori<br />
cilindrici) . Le scariche coniche<br />
sono molto pericolose sia in presenza<br />
di atmosfere di aria, gas e vapori<br />
infi ammabili, sia quando vi siano<br />
miscele di aria e di polveri combustibili,<br />
in particolare in presenza di<br />
miscele aventi una energia di innesco<br />
(MIE) bassa.<br />
Messa a terra del personale<br />
La norma CEI CLC/TR 50404<br />
aff erma che quando si manipolano<br />
composizioni che presentano energie<br />
di innesco inferiori a 100 mJ, si dovrebbe<br />
tenere in considerazione l’installazione<br />
di dispositivi di controllo<br />
personale della resistenza nelle singole<br />
postazioni di lavoro.<br />
Nello specifi co la messa a terra del<br />
personale può essere gestita attraverso<br />
calzature e bracciali ; nello specifi -<br />
co il bracciale è indicato per personale<br />
che opera seduto mentre la calzatura è
un elemento fon<strong>da</strong>mentale in presenza di pavimentazioni<br />
ESD allo scopo di raggiungere il collegamento equipotenziale<br />
ESD - “equipotential bonding” (vedi Fig. 2)<br />
Tra le varie tipologie di scariche, quelle a scintilla (vedi<br />
Fig. 3) sono quelle normalmente introdotte <strong>da</strong>l personale<br />
e anche quelle che possono evidenziare le energie massime.<br />
Un errore umano, ad esempio il mancato impiego di una<br />
calzatura, potrebbe far manifestare sul corpo di un operatore<br />
anche potenziali di qualche migliaia di volt (vedi Fig. 4).<br />
In questo caso la energia di scarica ottenuta attraverso<br />
l’equazione E = 1/2 CV2, assumendo un capacità di 200<br />
pF (quella umana varia <strong>da</strong> 100 a 400 pF – vedi Fig. 5), potrà<br />
essere di: 0,4 mJ.<br />
(di fatto non può che essere leggermente inferiore in<br />
funzione della relativa curva di scarica, ma sostanzialmente<br />
consideriamo che quasi tutto il picco massimo si manifesta<br />
in tempi brevissimi). In determinate condizioni (ad<br />
esempio umidità relativa molto bassa – presenza oggetti<br />
metallici), essendo il MIE di comune acetone di circa<br />
0,2 mJ sono avvenute esplosioni durante il suo utilizzo in<br />
abitazioni civili. <strong>Il</strong> fenomeno avvenne in condizioni estreme<br />
in quanto la regione di vapori esplosivi e quasi irrilevante<br />
(vedi di seguito area con regione esplosiva e tipologia<br />
scarica a scintilla) .<br />
Un altro aspetto non banale è quello legato all’impiego<br />
di attrezzi metallici <strong>da</strong> personale non collegato a terra e di<br />
seguito si evidenzia il picco di corrente a parità di potenziale<br />
sul corpo umano (Figg. 6, 7 e 8) .<br />
Conclusioni<br />
La possibilità di produrre problemi ESD quali innesco,<br />
stress elettrici (Electrical Over-Stresses, EOS) e attrazione<br />
di polveri e materiali è molto variegata. La gestione di<br />
eventi ESD all’interno processi produttivi diviene quindi<br />
fon<strong>da</strong>mentale e si deve tassativamente garantire un margine<br />
di sicurezza significativo rispetto a MIE definiti e modelli<br />
impiegati.<br />
Per questo motivo si dovrà indirizzare particolare attenzione<br />
verso la progettazione (applicando, ove possibile,<br />
principi di “robust design”), verso la scelta delle soluzioni<br />
(sistemi di protezione), verso i piani di mantenimento<br />
e verso l’esecuzione (applicazione delle regole <strong>da</strong> adottare)<br />
delle procedure necessarie.<br />
Solo quando siano stati considerati tutti gli aspetti sopra-citati,<br />
sarà possibile garantire un buon livello di protezione<br />
e di affi<strong>da</strong>bilità. Tale livello potrà /dovrà venire ulteriormente<br />
innalzato, tramite sistemi di back-up, per escludere<br />
la possibilità di errori umani o di guasti improvvisi ai<br />
sistemi di protezione in uso.
48 PCB giugno 2013<br />
▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
L’ESD a portata di mano<br />
La Gui<strong>da</strong> CEI è il documento nel quale confluiscono e trovano<br />
collocazione logica le esperienze degli esperti che fanno parte<br />
del Comitato CEI 101 e delle persone che, operando nel mercato,<br />
sono a contatto con le problematiche della statica, con le industrie,<br />
i laboratori, gli enti di studio e ricerca e gli operatori<br />
di Giuseppe Vittori, CEI<br />
La Gui<strong>da</strong> CEI all’elettrostatica e<br />
alla normativa è diventata nel<br />
tempo un sicuro punto di riferimento<br />
per coloro che operano nel<br />
settore o che hanno relazioni con esso.<br />
I contatti e gli scambi di esperienze<br />
hanno permesso di arricchire<br />
e affinare la Gui<strong>da</strong>. Essa ha una<br />
doppia valenza: <strong>da</strong> una parte è, infatti,<br />
una Gui<strong>da</strong> alle problematiche<br />
dell’elettrostatica, fornendo un quadro<br />
generale e completo degli aspetti<br />
caratteristici, delle tendenze at-<br />
tuali in materia, dei pericoli inerenti<br />
le scariche ESD e delle relative misure<br />
di protezione. D’altra parte, la<br />
Gui<strong>da</strong> raccoglie il considerevole patrimonio<br />
normativo in materia elettrostatica<br />
e lo presenta in una forma<br />
sintetica e riassuntiva, raggruppando<br />
le norme e i progetti in aree logiche<br />
per facilitare la loro comprensione<br />
e ricerca.<br />
<strong>Il</strong> XV Convegno Nazionale ESD<br />
è stato scelto come il momento più<br />
a<strong>da</strong>tto per presentare la quarta edi-<br />
zione della Gui<strong>da</strong>. La prima edizione<br />
risale al 2005, la secon<strong>da</strong> edizione<br />
al 2007, la terza edizione al 2010.<br />
<strong>Il</strong> 2013 saluta la pubblicazione della<br />
quarta edizione, che ora passiamo<br />
ad analizzare.<br />
Organizzazione e struttura<br />
della Gui<strong>da</strong><br />
La Gui<strong>da</strong> è organizzata in due linee<br />
principali nell’ambito delle quali sono<br />
a loro volta suddivise tutte le informazioni<br />
della pubblicazione :<br />
A) Aspetti e caratteristiche inerenti<br />
l’elettrostatica<br />
B) Aspetti normativi<br />
Aspetti e caratteristiche inerenti<br />
l’elettrostatica<br />
In questa prima parte vengono inizialmente<br />
richiamati i principi base<br />
dell’elettrostatica, i suoi impatti sugli<br />
apparati e componenti elettrici ed<br />
elettronici e nei relativi processi produttivi.<br />
A fronte di questi rischi, pericoli<br />
e impatti vengono poi ampiamente<br />
descritti i vari sistemi di protezione<br />
opportunamente classificati<br />
in sistemi passivi, attivi ed EPA. In<br />
questo ambito viene appunto dedica-
to spazio alle Aree Protette (EPA) e<br />
agli imballi protettivi. La gui<strong>da</strong> si sofferma<br />
poi sulle evoluzioni, tendenze<br />
e sviluppi in corso o che si sono manifestati<br />
recentemente nella tecnologia<br />
e che influenzano aspetti connessi<br />
ai fenomeni ESD e alla normativa<br />
correlata. Questo primo blocco della<br />
Gui<strong>da</strong> è quindi più precisamente costituito<br />
<strong>da</strong>lle seguenti parti:<br />
- Principi generali di elettrostatica<br />
- Impatti della statica sui componenti<br />
elettronici<br />
I prodotti elettronici sono molto<br />
sensibili alle scariche elettrostatiche<br />
provocate <strong>da</strong>l contatto umano o<br />
<strong>da</strong>ll’influenza di altri apparati elettrici<br />
o elettronici nelle varie fasi di produzione,<br />
manipolazione, collaudo, stoccaggio,<br />
ecc.<br />
I difetti provocati su componenti<br />
e dispositivi non sono sempre evidenti<br />
e rilevabili in collaudo e quindi<br />
non vengono scartati. La difettosità<br />
latente si può manifestare successivamente<br />
in fase di utilizzo con riduzione<br />
delle funzionalità o con collasso<br />
improvviso.<br />
Componenti e dispositivi elettronici<br />
vengono sempre più utilizzati<br />
in nuovi settori produttivi: si sta così<br />
estendendo la necessità di controlli<br />
ESD in questi settori: Automotive,<br />
Industria del bianco (elettrodomestici),<br />
Impianti di illuminazione con<br />
LED, Apparecchi Audio/Video, ecc.<br />
Sistemi di protezione ESD<br />
Per quanto detto sopra si comprende<br />
come la protezione contro i fenomeni<br />
ESD sia essenziale in determinati<br />
ambienti di lavoro: essa si realizza<br />
tramite dispositivi e sistemi di schermatura,<br />
di dissipazione di scarico o di<br />
neutralizzazione delle cariche. I sistemi<br />
più completi sono le EPA (ESD<br />
Protected Areas). Si tratta di ambien-<br />
ti opportunamente attrezzati e organizzati<br />
con dispositivi di protezione e<br />
regole organizzative tali <strong>da</strong> assicurare<br />
una protezione costante contro le<br />
scariche ESD su tutta l’area dell’ambiente.<br />
Vi sono poi singoli sistemi passivi<br />
che consentono di realizzare una<br />
distribuzione omogenea delle cariche<br />
ESD. Esempi di sistemi passivi<br />
sono: pavimentazioni e rivestimenti,<br />
superfici, sedie, calzature, cornici,<br />
bracciali, ecc.<br />
Si ricorre invece ai sistemi attivi<br />
(ionizzatori, umidificatori, ecc.) quando<br />
per vari motivi non è possibile garantire<br />
un accettabile scarico a terra.<br />
Infine per proteggere i prodotti<br />
elettronici sensibili alle scariche<br />
ESD si usano opportuni dispositivi<br />
schermanti e sistemi di imballo speciale.<br />
La movimentazione di prodotti<br />
sensibili all’interno ed all’esterno di<br />
ambienti EPA deve essere effettuata<br />
con l’impiego di speciali imballi<br />
che proteggono <strong>da</strong>lle scariche ESD:<br />
in pratica questi imballi offrono sia<br />
protezione meccanica che antistatica<br />
con bassa generazione di cariche<br />
per strofinio e schermante <strong>da</strong> eventi<br />
ESD.<br />
Tendenze ed evoluzione in elettrostatica<br />
La Gui<strong>da</strong> in questa parte dà un accenno<br />
ad alcune delle tendenze più significative<br />
che caratterizzano la ricerca<br />
e la produzione relativamente alla<br />
protezione e prevenzione dei fenomeni<br />
elettrostatici:<br />
- Materie Plastiche e sintetiche: è<br />
sempre più crescente l’uso di materie<br />
plastiche e di sintesi in sostituzione<br />
dei materiali metallici<br />
conduttivi in moltissimi prodotti,<br />
apparecchiature e strutture.<br />
Questo causa un notevole aumento<br />
dei problemi derivanti <strong>da</strong> fenomeni<br />
elettrostatici, a meno che<br />
non si ricorra a materiali plastici<br />
contenenti additivi conduttivi.<br />
- Miniaturizzazione: le dimensioni<br />
delle apparecchiature e assiemi<br />
elettronici tendono continuamente<br />
a ridursi. Ciò comporta che<br />
le conseguenze di eventuali fenomeni<br />
ESD diventano sempre più<br />
serie e significative. Le ridottissime<br />
distanze di isolamento possono<br />
rendere molto <strong>da</strong>nnose per circuiti<br />
e componenti elettronici an-<br />
PCB giugno 2013<br />
49
50 PCB giugno 2013<br />
che scariche elettrostatiche<br />
di modesta entità.<br />
- Combustione/<br />
Esplosione: si è an<strong>da</strong>ta<br />
accentuando l’attenzione<br />
e l’attuazione di misure<br />
preventive riguardo<br />
il verificarsi di fenomeni<br />
ESD in prossimità<br />
di applicazioni<br />
e situazioni in esiste la<br />
possibilità di innesco di<br />
incendi e/o esplosioni.<br />
Aspetti normativi<br />
La secon<strong>da</strong> parte della<br />
Gui<strong>da</strong> è interamente focalizzata<br />
sulle norme tecniche<br />
che regolano sicurezza<br />
e protezione contro i fenomeni ESD.<br />
Tale parte descrive:<br />
- Gli organismi normatori nazionali<br />
e internazionali incaricati di studiare,<br />
preparare, pubblicare la normativa<br />
tecnica e di tenerla continuamente<br />
aggiornata<br />
- I temi applicativi affrontati <strong>da</strong>lle<br />
norme<br />
- Le aree logiche e applicative in cui<br />
sono raggruppate le norme stesse<br />
- Elenco delle norme raggruppate<br />
nelle aree logiche e descrizione del<br />
loro contenuto<br />
- Norme in fase di progetto<br />
- Glossario e simboli ESD<br />
Comitato Tecnico CEI 101<br />
Lo studio, la preparazione, la pubblicazione<br />
e la manutenzione della normativa<br />
tecnica riguar<strong>da</strong>nte l’elettrostatica<br />
è di competenza del Comitato<br />
Tecnico TC 101 IEC, di cui il corrispondente<br />
in Italia è il CT 101 CEI.<br />
I comitati IEC, in base alle tecnologie,<br />
ai prodotti e alle problematiche<br />
che fanno parte del loro campo di applicazione,<br />
sono classificati in:<br />
- Comitati di prodotto: si occupano<br />
della normativa inerente la sicurezza<br />
e le prestazioni di specifiche<br />
famiglie di prodotti.<br />
- Comitati di sistema o impiantistici:<br />
trattano norme di sicurezza/<br />
prestazioni che riguar<strong>da</strong>no sistemi<br />
e/o impianti elettrici e non specifici<br />
prodotti.<br />
- Comitati trasversali: trattano tecnologie<br />
e problematiche di sicurezza/prestazioni<br />
di tipo generale<br />
che interessano orizzontalmente<br />
prodotti e famiglie di prodotti<br />
appartenenti a diversi Comitati.<br />
Si occupano inoltre di principi generali<br />
inerenti la stan<strong>da</strong>rdizzazione<br />
e la preparazione delle norme<br />
(Terminologia, Simbologia,<br />
Incertezza di misura, ecc.).<br />
<strong>Il</strong> Comitato 101 è un organismo<br />
normatore trasversale, perché<br />
la materia che tratta, l’elettrostatica,<br />
interessa orizzontalmente svariati<br />
prodotti che fanno capo a diversi<br />
Comitati: per essi il CT 101<br />
svolge una funzione di sicurezza<br />
(Horizontal safety function), consistente<br />
nello specificare metodi di<br />
prova e relativi dispositivi<br />
di misura e di sicurezza<br />
riguar<strong>da</strong>nti la generazione,<br />
la ritenzione e la dissipazione<br />
delle cariche elettrostatiche<br />
sui materiali. <strong>Il</strong><br />
CT 101 non tratta quindi<br />
aspetti di elettrostatica<br />
che interessano nel particolare<br />
gli specifici prodotti,<br />
per i quali la competenza<br />
anche per l’elettrostatica<br />
è dei relativi Comitati<br />
di prodotto.<br />
Si intuisce quindi che<br />
per l’elettrostatica esiste un<br />
certo frazionamento delle<br />
norme tra il CT 101 e gli<br />
altri CT di prodotto: obiettivo<br />
della Gui<strong>da</strong> è quello di<br />
fornire un quadro completo della normativa<br />
per l’Elettrostatica e quindi<br />
vengono presentate non solo le norme<br />
del CT 101, ma anche quelle degli<br />
altri CT che più significativamente si<br />
occupano di elettrostatica.<br />
Relazioni del Comitato<br />
Tecnico CEI 101<br />
I Comitati IEC/CEI con i quali<br />
maggiormente il CT 101 si relaziona<br />
sono :<br />
_ CT 47 – Dispositivi a semiconduttore<br />
e microcircuiti integrati<br />
_ CT 91 – Tecnologie per l’assemblaggio<br />
elettronico<br />
_ CT 210 – Compatibilità elettromagnetica<br />
_ CT 31 – Materiali antideflagranti<br />
_ CT 44 – Equipaggiamento elettrico<br />
delle macchine<br />
_ CT 15/112 – Materiali isolanti e<br />
sistemi di isolamento<br />
_ CT 210/77 – Compatibilità elettromagnetica<br />
<strong>Il</strong> Comitato 101 si relaziona inoltre<br />
con diversi Comitati ISO:
_ ISO TC 45 Rubber & Rubber<br />
products<br />
_ ISO TC 61 Plastics<br />
_ ISO TC 122-SC23 Packaging<br />
_ ISO TC 219 Floor Coverings<br />
Temi applicativi delle norme<br />
ESD<br />
La Gui<strong>da</strong> dà una panoramica delle<br />
principali problematiche che vengono<br />
affrontate <strong>da</strong>l Comitato 101 nella<br />
sua attività normativa. Senza pretendere<br />
di essere esaustivi si possono<br />
citare le seguenti:<br />
_ Fon<strong>da</strong>menti di elettrostatica, definizioni,<br />
terminologia<br />
_ Influenza dell’ambiente e prove<br />
ambientali<br />
_ Metodi di misura<br />
_ Simulazione dei fenomeni ESD<br />
(Machine Model, Human Body<br />
Model, ecc.)<br />
_ Pavimentazioni<br />
_ Rivestimenti superficiali<br />
_ Piccoli e grandi contenitori, handling<br />
e movimentazione<br />
_ Calzature<br />
_ Indumenti<br />
_ Postazioni di lavoro<br />
_ EPA (Electrostatic Protected<br />
Areas)<br />
_ Tecniche di controllo dei fenomeni<br />
ES (Ionizzatori, Umidificatori,<br />
ecc.)<br />
_ Programmi ESD<br />
_ Audit<br />
_ Formazione<br />
Altre si stanno aggiungendo nel<br />
frattempo (ad esempio le relazioni<br />
tra elettrostatica e Nanotecnologie –<br />
Nanotribology)<br />
Aree logiche della normativa<br />
ESD<br />
Le norme di elettrostatica (CEI<br />
e IEC), in base al loro contenuto,<br />
sono state raggruppate in quattro<br />
blocchi:<br />
A Principi e requisiti generali<br />
B Metodi di misura<br />
C Modelli di simulazione<br />
D Metodi di prova e caratteristiche<br />
di applicazioni specifiche<br />
Pertanto nella Gui<strong>da</strong> l’elenco delle<br />
norme con il sommario del contenuto<br />
è organizzato con raggruppamento<br />
nelle aree suddette.<br />
Di seguito viene fornita una breve<br />
spiegazione del significato di ciascuna<br />
area.<br />
A) Principi e requisiti generali<br />
Le pubblicazioni comprese in<br />
questo gruppo riguar<strong>da</strong>no i concetti<br />
che stanno alla base dell’elettrostatica<br />
e le prescrizioni di tipo generale.<br />
I documenti hanno per lo più le caratteristiche<br />
di Guide e di Rapporti<br />
Tecnici (Technical Report) e non<br />
quelle di vere e proprie Norme.<br />
B) Metodi di misura<br />
In questo ambito sono raggruppate<br />
le norme che si occupano dei metodi<br />
di misura inerenti le grandezze fisiche<br />
correlate all’entità dei fenomeni<br />
elettrostatici. Le norme di questo tipo<br />
si occupano dei metodi di misura<br />
in generale e non relazionati a specifici<br />
settori applicativi (pavimenti, calzature,<br />
ecc.).<br />
C) Metodi di simulazione<br />
Per comprendere, studiare e misurare<br />
le possibilità che vi siano pericoli<br />
o <strong>da</strong>nni a causa di eventi ESD, vengono<br />
preparati ed utilizzati dei modelli<br />
elettrici ed elettronici che hanno<br />
il compito di simulare in modo controllato<br />
le scariche elettrostatiche. Le<br />
norme di questo gruppo descrivono i<br />
modelli utilizzati per simulare diversi<br />
ambienti.<br />
D) Metodi di prova e apparati di<br />
protezione ESD<br />
In questo gruppo sono raccol-<br />
PCB giugno 2013<br />
51
52 PCB giugno 2013<br />
te Norme e progetti normativi che<br />
si occupano delle prove per la determinazione<br />
della resistenza elettrica<br />
di oggetti e dispositivi specifici o<br />
per la classificazione e la determinazione<br />
delle caratteristiche elettrostatiche<br />
di apparati destinati alla protezione<br />
ESD.<br />
Elenco norme e loro<br />
contenuto<br />
La Gui<strong>da</strong> fornisce l’elenco delle<br />
norme (anche di quelle in fase progettuale)<br />
relative all’elettrostatica,<br />
raggruppate nelle quattro aree logiche<br />
e per ciascuna di esse viene riportata<br />
una esauriente descrizione<br />
del contenuto, di cui si fornisce un<br />
esempio. Le norme riportate nella<br />
Gui<strong>da</strong> sono 27, di queste 13 ritenute<br />
le più significative sono registrate in<br />
forma integrale (in pdf ) nel CD allegato<br />
alla Gui<strong>da</strong>.<br />
Le Norme (e i relativi sommari)<br />
riportate nella presente Gui<strong>da</strong><br />
si riferiscono alle versioni in vigore<br />
alla <strong>da</strong>ta del 31/01/2013,<br />
cioè al momento della preparazione<br />
di questa quarta edizione della<br />
Gui<strong>da</strong>.<br />
L’aggiornamento della normativa<br />
essendo soggetto a un processo<br />
continuo di emissioni di nuove<br />
edizioni, varianti e corrigen<strong>da</strong>,<br />
potrà essere mantenuto a cura del<br />
Lettore consultando il Sito CEI<br />
(www.ceiweb.it).<br />
Di seguito vengono presentati<br />
quattro schemi che mostrano le<br />
norme suddivise nelle quattro aree<br />
logiche:<br />
Descrizione di una norma (esempio)<br />
Come detto in precedenza per<br />
ognuna delle norme riportate negli<br />
schemi la Gui<strong>da</strong> propone una descrizione<br />
riassuntiva del contenuto,<br />
di cui di seguito viene fornito un<br />
esempio.<br />
- CEI 101-6<br />
- CEI EN 61340-2-1<br />
- Elettrostatica – Parte 2-1: Metodi<br />
di misura – Capacità di materiali e<br />
prodotti di dissipazione delle cariche<br />
elettrostatiche<br />
La Norma descrive alcuni metodi<br />
per la misura della velocità di dissipazione<br />
delle cariche elettrostatiche <strong>da</strong><br />
parte di prodotti e materiali isolanti<br />
e dissipativi.
Tabella E – Elenco Norme in fase progettuale (al 01/01/2013 )<br />
Codifica IEC Titolo Progetto<br />
Guidelines for ESD protection in automated process equipment<br />
Test methods for packaging intended for electrostatic discharge sensitive devices<br />
CEI EN 60749-28<br />
Mechanical and climatic test methods – Part 28: Electrostatic discharge (ESD) sensitivity testing -<br />
Charged device model (CDM)<br />
IEC 61340-4-2 Ed. 2.0 Electrostatics - Part 4-2: Stan<strong>da</strong>rd test methods for specific applications - Test methods for garments<br />
IEC 61340-4-6 Ed. 2.0 Test methods for electrostatic safety of intermediate bulk containers (IBC)<br />
IEC 61340-4-7 Ed. 2.0 Stan<strong>da</strong>rd test methods for specific applications - Ionization<br />
IEC 61340-4-8 Ed. 2.0 Stan<strong>da</strong>rd test methods for specific applications – electrostatic discharge shielding - Bags<br />
IEC 61340-4-9 Ed. 2.0 Stan<strong>da</strong>rd test methods for specific applications - Garments<br />
IEC 61340-5-1 Ed. 2.0 Protection of electronic devices from electrostatic phenomena - General requirements<br />
WD 18080-1 Test method using corona charging<br />
WD 18080-2 Test method using rotary mechanical friction<br />
WD 18080-3 Test method using manual friction<br />
WD 18080-4 Test method using horizontal mechanical friction<br />
La Norma comprende una breve<br />
descrizione dei metodi di prova e le<br />
procedure dettagliate di prova per applicazioni<br />
specifi che.<br />
Vengono descritti due metodi :<br />
a) dissipazione della carica depositata<br />
su una superfi cie per eff etto corona;<br />
b) dissipazione della carica <strong>da</strong> una lastra<br />
metallica attraverso un oggetto.(tessuto,<br />
guanti, utensili, ecc.)<br />
La misura della velocità di dissipazione<br />
delle cariche elettrostatiche è<br />
una delle tecniche essenziali nel settore<br />
elettrostatico. Per materiali conduttivi<br />
omogenei questa proprietà si<br />
può valutare misurando i parametri di<br />
resistenza e resistività.<br />
Per i materiali di tipo dissipativo o<br />
isolante e specie per quelli fortemente<br />
ohmici (comprese le fi bre conduttive),<br />
le misure di resistenza possono<br />
non essere abbastanza affi <strong>da</strong>bili o non<br />
fornire suffi cienti informazioni, per<br />
cui è necessario determinare la velocità<br />
di dissipazione.<br />
La misura della velocità di dissipazione<br />
inoltre copre anche i problemi<br />
connessi con l’infl uenza dell’intensità<br />
del campo elettrico applicato durante<br />
la misura e con la disomogeneità<br />
spaziale connessa all’uso di elettrodi<br />
di contatto.<br />
Norme in fase di progetto<br />
La Gui<strong>da</strong> fornisce anche l’elenco<br />
delle Norme di elettrostatica che sono<br />
allo studio <strong>da</strong> parte dell’IEC: si tratta<br />
o di nuove edizioni o di argomenti<br />
completamente nuovi.<br />
Per svolgere questa attività di studio<br />
e preparazione di nuove norme<br />
sono stati costituiti e sono attivi i seguenti<br />
Gruppi di lavoro internazionali<br />
cui possono partecipare anche delegati<br />
italiani:<br />
_ WG5 - Protection of electronic<br />
devices against static electricity<br />
_ JWG13 - Packaging systems used<br />
in electronic manufacturing linked<br />
to TC 40<br />
_ JWG29 - Electrostatics Managed<br />
by TC 31<br />
_ IEC TC101/JWG 14 and ISO/TC<br />
38/JWG 26 WD 18080 Textiles –<br />
test methods for evaluating the electrostatic<br />
propensity of fabrics<br />
_ PT 61340-4-2 - Test methods for<br />
evaluating the electrostatic properties<br />
of garments<br />
Terminologia e simboli<br />
L’ultima parte della Gui<strong>da</strong> è dedicata:<br />
- alla spiegazione dei più comuni<br />
acronimi e termini relativi al settore<br />
dell’elettrostatica;<br />
- alla presentazione dei principali<br />
simboli adottati per la segnaletica<br />
inerente agli ambienti, prodotti e<br />
apparecchiature interessate <strong>da</strong>i fenomeni<br />
ESD.<br />
PCB giugno 2013<br />
53
54 PCB giugno 2013<br />
▶ SPECIALE - PROBLEMATICHE ESD<br />
Modelli ESD<br />
e livelli di protezione:<br />
il caso dei LED<br />
Con il continuo aumento delle prestazioni dei<br />
LED e con il contemporaneo diminuire delle loro<br />
dimensioni, anche la loro sensibilità alle scariche<br />
elettrostatiche, nella maggior parte dei casi,<br />
tende ad aumentare. Ecco come affrontare<br />
il problema<br />
di Andrea Banfi - Philips - Lumileds<br />
Nonostante un grande sforzo<br />
nel settore dei semiconduttori<br />
negli ultimi dieci anni, il<br />
fenomeno delle ESD ha ancora una<br />
influenza rilevante sulle rese di produzione,<br />
sui costi di produzione, sulla<br />
qualità e affi<strong>da</strong>bilità del prodotto<br />
nonché sulla redditività di tutti i dispositivi<br />
semiconduttori, tra cui i LED.<br />
Non tanto per il costo del dispositivo<br />
stesso <strong>da</strong>nneggiato – <strong>da</strong>to che questo<br />
è spesso trascurabile – ma se consideriamo<br />
le spese accessorie come riparazione<br />
e rilavorazione, trasporto,<br />
lavoro e spese generali, risulta eviden-<br />
te l’importanza di capire come maneggiare<br />
e trattare dispositivi quali i<br />
LED, che sono estremamente sensibili<br />
alle scariche elettrostatiche.<br />
Fon<strong>da</strong>menti di ESD<br />
La carica elettrostatica viene comunemente<br />
generata <strong>da</strong>l contatto e <strong>da</strong>lla<br />
separazione di due materiali: questo<br />
processo è conosciuto come “triboelectric<br />
charging”. Esso comporta<br />
il trasferimento di elettroni tra i corpi.<br />
Quando due materiali sono posti<br />
in contatto e successivamente separa-<br />
ti, elettroni a carica negativa sono trasferiti<br />
<strong>da</strong>lla superficie di un materiale<br />
alla superficie dell’altro materiale.<br />
Quale dei due materiali per<strong>da</strong> elettroni<br />
e quale invece li acquisti dipende<br />
<strong>da</strong>lla natura dei due materiali. <strong>Il</strong> materiale<br />
che perde elettroni si carica positivamente,<br />
mentre il materiale che li<br />
gua<strong>da</strong>gna si carica negativamente.<br />
Ad esempio, una persona che cammina<br />
genera elettricità statica per effetto<br />
del contatto e della successiva<br />
separazione della superficie delle suole<br />
delle scarpe <strong>da</strong>lla superficie del pavimento.<br />
Un dispositivo elettronico che scivola<br />
all’interno o all’esterno di una<br />
borsa, un caricatore o un tubo genera<br />
una carica elettrostatica derivante<br />
<strong>da</strong>i contatti e <strong>da</strong>lle separazioni ripetute<br />
del corpo del dispositivo e dei sui<br />
contatti metallici con la superficie del<br />
contenitore.<br />
La quantità di carica generata <strong>da</strong>lla<br />
generazione triboelettrica è influenzata<br />
<strong>da</strong>lla zona di contatto, <strong>da</strong>lla velocità<br />
di separazione, <strong>da</strong>ll’umidità relativa<br />
e <strong>da</strong> diversi altri fattori.<br />
Una volta che la carica viene creata<br />
su un materiale, questa si trasforma in<br />
una carica “elettrostatica”.<br />
Questo carica può essere trasferita<br />
<strong>da</strong>l materiale, creando una scarica<br />
elettrostatica, o “evento ESD”. Un<br />
evento ESD può verificarsi quando<br />
qualsiasi conduttore carico (compreso<br />
il corpo umano) si scarichi su un di-
Fig. 1 – Circuito equivalente del HBM, modellizzato come un condensatore <strong>da</strong><br />
100 pF, che scarica attraverso una resistenza <strong>da</strong> 1,5 kΩ sul componente in prova<br />
spositivo ESDS (sensibile alla scarica<br />
elettrostatica).<br />
Fattori quali la resistenza, il <strong>circuito</strong><br />
di scarica effettivo, la resistenza<br />
all’interfaccia tra le superfici di contatto<br />
interessate, influenzano il livello<br />
di carica, livello che naturalmente può<br />
causare <strong>da</strong>nni.<br />
La tabella 1 mostra i livelli di picco<br />
di tensione tipici di diversi mezzi di<br />
generazione in due intervalli di umidità<br />
relativa.<br />
I <strong>da</strong>nni associati alle ESD di solito<br />
sono causati <strong>da</strong> uno dei tre eventi:<br />
la scarica elettrostatica diretta sul dispositivo,<br />
la scarica elettrostatica proveniente<br />
<strong>da</strong>l dispositivo o le scariche<br />
indotte <strong>da</strong>l campo elettrostatico.<br />
<strong>Il</strong> <strong>da</strong>nno causato a un dispositivo<br />
ESDS (sensibile alla scarica elettrostatica)<br />
<strong>da</strong> un evento ESD è determinato<br />
<strong>da</strong>lla capacità del dispositivo<br />
di dissipare l’energia della scarica oppure<br />
di sostenere i livelli di tensione<br />
coinvolti.<br />
Questa capacità è nota come la<br />
“ESD sensitivity” di un dispositivo.<br />
Scarica sul dispositivo<br />
Un evento ESD può verificarsi<br />
quando un qualsiasi conduttore carico<br />
(incluso il corpo umano) scarica<br />
su un dispositivo sensibile alla scarica<br />
elettrostatica ESDS. Per rappresentare<br />
questo tipo di evento vengono utilizzati<br />
due modelli:<br />
- Human Body Model o Modello di<br />
Corpo Umano (HBM).<br />
- Machine Model o Modello<br />
Macchina (MM).<br />
Human Body Model<br />
La causa più comune di <strong>da</strong>nni dovuti<br />
all’elettricità statica è il trasferimento<br />
diretto di cariche elettrostatiche<br />
<strong>da</strong>l corpo umano o <strong>da</strong> un altro<br />
materiale carico al dispositivo<br />
ESDS. <strong>Il</strong> modello utilizzato per simulare<br />
questo evento prende il nome<br />
di Human Body Model o Modello di<br />
Corpo Umano (HBM) ed è il modello<br />
più comunemente utilizzato per<br />
classificare la sensibilità dei dispositivi<br />
alle scariche elettrostatiche; questo<br />
rappresenta la scarica <strong>da</strong>l polpastrello<br />
di un individuo eretto verso il dispositivo.<br />
In Fig. 1 è riportato il <strong>circuito</strong> equivalente<br />
del HBM, modellizzato come<br />
un condensatore <strong>da</strong> 100 pF, che scarica<br />
attraverso una resistenza <strong>da</strong> 1,5<br />
Kohm sul componente in prova.<br />
Machine Model<br />
Una scarica simile all’evento HBM<br />
può, invece, verificarsi <strong>da</strong> un oggetto<br />
conduttivo carico, ad esempio un<br />
utensile o un apparecchiatura metallica.<br />
Nato in Giappone come il tentativo<br />
di creare il caso peggiore di HBM, il<br />
modello è noto come Machine Model<br />
o Modello Macchina. (MM)<br />
<strong>Il</strong> <strong>circuito</strong> equivalente è costituito<br />
<strong>da</strong> un condensatore <strong>da</strong> 200 pF che<br />
scarica direttamente sul componente<br />
in test senza alcuna resistenza in serie<br />
(Fig. 2).<br />
L’induttanza parassita in serie dei<br />
cavi di uscita è l’elemento dominante<br />
che consente la realizzazione della<br />
forma d’on<strong>da</strong> tipica oscillante della<br />
scarica del modello macchina.<br />
Come caso peggiore di HBM, questo<br />
metodo di prova è molto severo,<br />
anche se esistono nella realtà delle situazioni<br />
rappresentate <strong>da</strong> questo modello,<br />
ad esempio la scarica rapi<strong>da</strong> <strong>da</strong><br />
un piano di assemblaggio o <strong>da</strong> cavi<br />
carichi di una macchina per il test automatico.<br />
Fig. 2 – Diagramma del <strong>circuito</strong> tipico di modello della macchina<br />
PCB giugno 2013<br />
55
56 PCB giugno 2013<br />
A parte la resistenza <strong>da</strong> 1,5 k, la<br />
sche<strong>da</strong> di prova e la presa sono gli<br />
stessi utilizzato per il test HBM.<br />
Scarica <strong>da</strong>l dispositivo<br />
Anche il trasferimento di carica<br />
<strong>da</strong> un dispositivo ESDS è un evento<br />
ESD.<br />
La carica statica può accumularsi<br />
sul componente attraverso la manipolazione<br />
o il contatto con materiali di<br />
imballaggio, le superfici di lavoro o le<br />
superfici della macchina. Ciò si verifica<br />
frequentemente quando un dispositivo<br />
si muove su una superficie o<br />
vibra in un contenitore.<br />
<strong>Il</strong> modello utilizzato per simulare<br />
il trasferimento di carica <strong>da</strong> un dispositivo<br />
ESDS viene denominato<br />
Charged Device Model o Modello di<br />
Dispositivo Carico (CDM).<br />
La capacità e le energie coinvolte<br />
sono diverse <strong>da</strong> quelle di scarica sul<br />
dispositivo ESD. In alcuni casi, un<br />
evento CDM può essere più distruttivo<br />
di un evento HBM per particolari<br />
dispositivi.<br />
Fig. 3 – Configurazione del LUXEON M<br />
con diodo di protezione ESD<br />
La tendenza verso l’assemblaggio<br />
automatizzato sembrerebbe risolvere<br />
i problemi legati a eventi ESD<br />
HBM. Tuttavia è stato dimostrato<br />
che i componenti possono essere più<br />
sensibili ai <strong>da</strong>nni quando sono assemblati<br />
utilizzando apparecchiature automatizzate.<br />
Un dispositivo può essere caricato,<br />
per esempio, muovendosi nella fase<br />
di caricamento quando il componente<br />
è prelevato <strong>da</strong>ll’alimentatore. Se esso<br />
quindi contatta la testa di inserimen-<br />
Fig. 4 – Possibile configurazione per la protezione contro transitori ad alta energia<br />
to o un’altra superficie conduttiva, una<br />
scarica rapi<strong>da</strong> si verifica <strong>da</strong>l dispositivo<br />
verso l’oggetto metallico.<br />
Tuttavia, relativamente ai LED,<br />
questo tipo di evento non è particolarmente<br />
critico grazie alla massa e alla<br />
capacità limitate dei LED.<br />
Scariche indotte <strong>da</strong>l Campo<br />
Elettrostatico<br />
Un altro evento che può, direttamente<br />
o indirettamente, <strong>da</strong>nneggiare<br />
i dispositivi è chiamato Field<br />
Induction o Induzione di Campo.<br />
Come osservato in precedenza, ogni<br />
volta che un oggetto si carica elettrostaticamente,<br />
si determina un campo<br />
elettrostatico associato a tale carica.<br />
Se un dispositivo ESDS viene collocato<br />
in quel campo elettrostatico,<br />
una carica può essere indotta sul dispositivo.<br />
Se il dispositivo viene poi momentaneamente<br />
connesso a terra durante<br />
la permanenza nel campo elettrostatico,<br />
un trasferimento di carica <strong>da</strong>l dispositivo<br />
avviene come evento CDM.<br />
Se il dispositivo viene rimosso <strong>da</strong>lla<br />
regione del campo elettrostatico e<br />
di messa a terra, un secondo evento<br />
CDM si verificherà come carica<br />
di polarità opposta <strong>da</strong>l primo evento,<br />
trasferita al dispositivo.<br />
I prodotti Lumileds e la loro<br />
Sensibilità ESD<br />
<strong>Il</strong> mix di prodotti di Lumileds copre<br />
tutte le applicazioni <strong>da</strong> piccoli<br />
package, con dimensioni dei chip<br />
contenute, fino a package più grandi e<br />
moduli LED per alta potenza.<br />
Per i suoi prodotti Lumileds ha<br />
adottato la Classe 3A della JESD22-<br />
A114-E (> 4 kV) come livello minimo<br />
di immunità HBM sia per i LED<br />
comunemente indicati come High<br />
Power sia per i LED appartenenti alla<br />
famiglia dei Mid-Power.
Per alcuni prodotti questo livello è<br />
stato ulteriormente alzato alla Classe<br />
3B (fi no a 8 kV) come nel caso del<br />
LUXEON M di cui in Fig. 3 è evidenziato<br />
il TVS collocato all’interno<br />
del package.<br />
Per maggiori dettagli sul livello di<br />
protezione si prega di fare riferimento<br />
ai <strong>da</strong>tasheet di prodotto.<br />
Considerazioni di Circuit<br />
Design<br />
La maggior parte dei LED<br />
Lumileds sono in grado di sopportare<br />
tensione ESD fi no a 4 kV in accordo<br />
con JESD22-A114-E.<br />
Nonostante il livello elevato, bisogna<br />
considerare che i circuiti elettrici<br />
posso essere sottoposti a transitori<br />
di energia molto maggiori rispetto<br />
a un evento ESD; ad esempio in ambito<br />
automotive la mancanza di carico<br />
o “load dump” generato <strong>da</strong>lla disconnessione<br />
della batteria mentre il motore<br />
è in funzione, può causare prolungati<br />
transitori ad alta tensione che<br />
possono <strong>da</strong>nneggiare il sistema di illuminazione<br />
a LED.<br />
Per promuovere e migliorare il grado<br />
di protezione, ulteriori provvedimenti<br />
possono essere intrapresi a li-<br />
Riferimenti Bibliografici<br />
vello di modulo LED come l’inserimento<br />
di un diodo Zener in parallelo<br />
alla stringa di LED e, in alcuni casi,<br />
un diodo ad alta tensione connesso in<br />
serie come suggerito in Fig. 4.<br />
Nella scelta di quali dispositivi utilizzare<br />
possono tornare utili alcune<br />
considerazioni generali:<br />
Breakdown Voltage<br />
Quando si verifi ca una sovratensione<br />
che supera le caratteristiche massime<br />
dei LED, il Diodo Zener fornisce<br />
un altro percorso che canalizza la<br />
corrente.<br />
Un parametro importante, la tensione<br />
di breakdown (VBR), del diodo<br />
Zener di protezione, deve essere superiore<br />
al totale della tensione dei LED<br />
per garantire la funzionalità del <strong>circuito</strong><br />
in condizioni normali.<br />
Tempo di risposta<br />
<strong>Il</strong> tempo di risposta del diodo di<br />
protezione dedicato deve essere scelto<br />
più veloce del tempo di risposta<br />
dei LED in modo che il meccanismo<br />
possa funzionare effi cacemente<br />
prima che l’impulso possa <strong>da</strong>nneggiare<br />
i LED.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
A causa del tempo breve di commutazione<br />
del LED, il tempo di risposta<br />
del dispositivo di protezione<br />
dovrebbe essere nella gamma di nanosecondi<br />
o inferiore.<br />
Posizionamento<br />
<strong>Il</strong> dispositivo di protezione ESD<br />
dovrebbe essere posizionato il più vicino<br />
possibile all’ingresso del <strong>circuito</strong><br />
per proteggere l’intero modulo <strong>da</strong>i<br />
picchi di alimentazione.<br />
Tuttavia, per evitare i <strong>da</strong>nni che si<br />
verifi cano per altre cause, ad esempio<br />
toccando il PCB, la posizione migliore<br />
dovrebbe essere il più vicino possibile<br />
ai circuiti, in questo caso ai LED.<br />
Un modo appropriato per posizionare<br />
il componente pertanto varierebbe<br />
<strong>da</strong> un caso all’altro. <strong>Il</strong> progettista<br />
deve pertanto identifi care come prima<br />
cosa <strong>da</strong> dove potrebbe arrivare il <strong>da</strong>nno<br />
maggiore.<br />
Conclusioni<br />
Gli eventi ESD possono dunque<br />
<strong>da</strong>nneggiare gravemente i componenti<br />
elettronici sensibili tra i quali<br />
i LED. Anche se Lumileds utilizza<br />
stan<strong>da</strong>rd di immunità tra i più elevati<br />
previsti contro le scariche elettrostatiche,<br />
resta comunque fon<strong>da</strong>mentale<br />
per le aziende coordinare gli sforzi<br />
a tutti i livelli organizzativi dotandosi<br />
di programmi di controllo e prevenzione<br />
ESD.<br />
Particolare attenzione deve essere<br />
prestata a livello applicativo contro<br />
eventi transitori di energia superiore<br />
agli eventi ESD e qualora sia necessario<br />
prevedere ulteriori protezioni di<br />
sistema.<br />
A causa della enome portata e complessità di questo<br />
argomento, per maggiori e più dettagliate informazioni<br />
si raccoman<strong>da</strong> di consultare e utilizzare gli stan<strong>da</strong>rd di<br />
settore, oltre che la letteratura e le pubblicazioni delle<br />
associazioni e dei comitati di competenza.<br />
PCB giugno 2013<br />
57
58 PCB giugno 2013<br />
▶ TECNOLOGIE - SERIGRAFIA<br />
Step stencil col laser<br />
Si amplia di continuo la varietà dei componenti a disposizione dei<br />
progettisti per la realizzazione delle schede elettroniche. Componenti<br />
differenti per dimensioni e caratteristiche di montaggio a cui è rivolta la<br />
tecnologia step stencil studiata per depositare volumi precisi di crema<br />
sal<strong>da</strong>nte necessari a realizzare giunti di sal<strong>da</strong>tura affi<strong>da</strong>bili<br />
di Piero Oltolina<br />
Per la corretta formazione di<br />
ogni giunto di sal<strong>da</strong>tura è<br />
richiesto un preciso apporto di<br />
volume di crema, ottenuto mediante<br />
le aperture di finestre <strong>da</strong>lle adeguate<br />
dimensioni negli stencil.<br />
<strong>Il</strong> volume è ottenuto calibrando anche<br />
l’altezza dell’apertura e non solo<br />
l’ampiezza (limitata <strong>da</strong>lla dimensione<br />
del pad). Le lamine utilizzate nella<br />
realizzazione degli stencil per serigrafia<br />
hanno uno spessore di partenza<br />
che senza ulteriori interventi <strong>da</strong>rebbe<br />
la stessa profondità per tutte le aperture,<br />
indipendentemente <strong>da</strong>l volume<br />
richiesto.<br />
Lo step stencil è una speciale realizzazione<br />
in cui sono creati locali inspessimenti<br />
(step up) o alleggerimenti<br />
(step down) dello spessore. Questo<br />
consente l’assemblaggio, sullo stesso<br />
pcb e nello stesso ciclo, di componenti<br />
fine-pitch al fianco di componenti<br />
aventi connessioni di maggiori dimensioni.<br />
L’incisione chimica è un metodo<br />
per ottenere la riduzione dello spessore,<br />
a cui si fa seguire l’apertura laser<br />
della finestra, un altro metodo ricorre<br />
alla fresatura. Tecniche di step up utilizzano<br />
il riporto o la crescita con processo<br />
galvanico.<br />
LPKF laser system<br />
LPKF è l’azien<strong>da</strong> di riferimento<br />
nella produzione di sistemi laser impiegati<br />
per la preparazione delle lamine<br />
serigrafiche. Circa il 20% del suo<br />
organico è impegnato nella ricerca<br />
e sviluppo che di recente ha riservato<br />
un profondo sforzo nello studio di<br />
nuove soluzioni per lavorare lamine a<br />
spessore differenziato di elevata qualità.<br />
La ricerca è stata condotta utilizzando<br />
i suoi sistemi di foratura laser<br />
G 6080 e P 6060.<br />
La riduzione parziale dello spessore<br />
delle lamine ha <strong>da</strong>to ottimi risultati,
Fig. 1 – <strong>Il</strong> sistema laser LPKF<br />
sia sotto il profi lo puramente qualitativo<br />
che sotto quello del suo processo<br />
produttivo, ottenendo una velocità di<br />
lavorazione che a dispetto dei tempi<br />
richiesti per lavorare superfi ci estese,<br />
ben si coniuga con la richiesta odierna<br />
di tempi ciclo sempre più contenuti.<br />
La qualità delle superfi ci ottenute<br />
nelle operazioni di step down non ha<br />
minimamente soff erto a seguito della<br />
lavorazione eseguita. Un risultato<br />
che <strong>da</strong> una parte allarga le potenzialità<br />
dei sistemi laser prodotti <strong>da</strong> LPKF<br />
e <strong>da</strong>ll’altro velocizza la realizzazione<br />
degli step stencil e ne promuove un<br />
più ampio utilizzo rispetto alla situazione<br />
attuale.<br />
<strong>Il</strong> laser è utilizzato in molti modi<br />
nelle lavorazioni dei materiali. Dalla<br />
sal<strong>da</strong>tura, all’incisione, <strong>da</strong>l trattamento<br />
superfi ciale al taglio. Tra il trattamento<br />
superfi ciale e il taglio esiste<br />
un‘ampia zona in cui si ottengono<br />
diversi eff etti sul materiale trattato.<br />
Usualmente l’applicazione di una<br />
radiazione continua, e fi no all’applicazione<br />
di una radiazione pulsata<br />
nell’ordine dei nanosecondi, produce<br />
una fusione.<br />
In funzione dell’intensità della radiazione,<br />
la temperatura e la viscosità<br />
possono variare e così anche la geometria<br />
della parte risolidifi cata. <strong>Il</strong> tipo<br />
di gas e la sua pressione intervengono<br />
nell’infl uenzare le caratteristiche<br />
della fusione. Da questo traspare<br />
come l’ampiezza della fi nestra di processo<br />
coi suoi vari parametri possano<br />
richiedere un largo margine di in<strong>da</strong>gine<br />
prima di fi ssare i giusti limiti del<br />
processo.<br />
<strong>Il</strong> processo di lavorazione<br />
per gli stencil step down<br />
Nei componenti fi ne-pitch e ultrafi<br />
ne-pitch il deposito di quantità eccessive<br />
di crema sal<strong>da</strong>nte ha buone<br />
possibilità di tradursi in corto <strong>circuito</strong>.<br />
Uno stencil con spessore di 120 μm ha<br />
nella regione degli integrati un’altezza<br />
ridotta a 100 μm, con una diminuzione<br />
dello spessore di 20 μm. Questa lavorazione<br />
di step down era in origine<br />
realizzata mediante abrasione chimica<br />
o fresatura, realizzate prima di procedere<br />
nell’apertura delle fi nestre per<br />
mezzo della foratura laser, operazioni<br />
che a volte venivano eseguite esternamente<br />
al produttore di lamine. Con<br />
la soluzione proposta <strong>da</strong> LPKF la lavorazione<br />
è interamente eseguita <strong>da</strong>lla<br />
macchina di taglio laser con un solo<br />
passaggio.<br />
Attraverso un uso mirato dei parametri<br />
di processo dei sistemi laser<br />
G6080 e P6060, durante la creazione<br />
delle aperture nello stencil è possibile<br />
produrre delle nicchie per componenti<br />
con piccole superfi ci di contatto.<br />
Fig. 2 – Particolare della lavorazione step stencil che riduce sensibilmente<br />
lo spessore della lamina Fig. 3 – Lo Stencil laser P6060 di LPKF<br />
PCB giugno 2013<br />
59
60 PCB giugno 2013<br />
A oggi la creazione di queste nicchie<br />
era realizzata in fasi separate di<br />
produzione, con tempi di realizzazione<br />
più lunghi e costi di produzione significativamente<br />
maggiori.<br />
Tuttavia, la creazione di uno stencil<br />
con spessori differenziati è una questione<br />
di altezza precisa del gradino<br />
<strong>da</strong> realizzare, richiede una bassa rugosità<br />
delle superfici delle pareti delle<br />
cave, un tempo di produzione e una<br />
vita media del prodotto accettabili. <strong>Il</strong><br />
laser si è rivelato il metodo migliore<br />
per rimuovere quantità ben definite di<br />
materiale, oltretutto in una singola fase<br />
di lavoro.<br />
I fattori che, nel loro complesso, influenzano<br />
il risultato finale sono:<br />
- i parametri di macchina;<br />
- i <strong>da</strong>ti CAM;<br />
- l’intervallo degli impulsi;<br />
- i parametri del gas;<br />
- la copertura media dell‘area <strong>da</strong> lavorare;<br />
- la presenza di marcature multiple;<br />
- effetti di non linearità dovuti<br />
all’ampiezza degli impulsi.<br />
La comparazione tra i due sistemi<br />
P6060 e G 6080 è stata fatta per trovare<br />
il risultato ottimale e più corrispondente<br />
alle aspettative. Le prove sono<br />
state inoltre condotte per verificare<br />
l’influenza dei singoli parametri sulla<br />
profondità dei vari step. Nel caso in cui<br />
l’influenza di come sono stati imposta-<br />
Fig. 4 - Analisi<br />
delle altezze<br />
raggiunte <strong>da</strong>lla<br />
lavorazione<br />
progressiva con<br />
tecnologia stepdown<br />
ti i singoli parametri si fosse dimostrata<br />
non lineare, questo avrebbe potuto<br />
portare a dei risultati non soddisfacenti,<br />
come per esempio un aumento<br />
nella rugosità delle superfici, ma d’altro<br />
canto avrebbe potuto portare anche<br />
a risultati effettivamente strutturati.<br />
Come in definitiva è emerso, la copertura<br />
della superficie irradiata è l’elemento<br />
determinante nella realizzazione<br />
di un profilo differenziato su lamine<br />
sottili. Questo tipo di lavorazione<br />
può essere realizzato con buoni risultati<br />
qualitativi ricavando nicchie di 20,<br />
30 o 50 μm.<br />
LPKF<br />
www.lpkf.com
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62 PCB giugno 2013<br />
▶ TECNOLOGIE - SERIGRAFIA<br />
Step stencil e coating<br />
delle lamine<br />
<strong>Il</strong> volume di pasta depositato è la variabile di riferimento per il processo<br />
di serigrafia. Dipende principalmente <strong>da</strong>llo spessore dello stencil e<br />
<strong>da</strong>lle dimensioni delle aperture la cui geometria è in relazione alla<br />
dimensione delle piazzole. Se la scelta delle racle è obbligatoriamente<br />
metallica, gli altri fattori che influenzano il volume depositato<br />
dipendono <strong>da</strong>i parametri di stampa<br />
di Dario Gozzi<br />
In linea di massima lo spessore dello<br />
stencil non dovrebbe superare i<br />
due terzi della minima apertura;<br />
nella pratica quotidiana lo spessore di<br />
0,150 μm può ritenersi di uso comune.<br />
Se si utilizzano lamine il cui spessore<br />
non è nelle giuste proporzioni rispetto<br />
alle aperture si corre il rischio che<br />
la crema rimanga aderente alle pareti<br />
delle aperture o all’estremo opposto di<br />
depositare volumi eccessivi.<br />
Da studi compiuti <strong>da</strong>lla ricerca e<br />
sviluppo di produttori di lamine serigrafiche<br />
è emerso che un maggiore<br />
contenuto di Ni nella composizione<br />
metallica degli stencil costituisce un<br />
vantaggio nell’utilizzo di leghe leadfree.<br />
Le ricerche avevano per obiettivo<br />
di capire se e in che misura il materiale<br />
costituente lo stencil poteva incidere<br />
sulla ripetibilità del volume depositato<br />
e in secondo luogo sul grado<br />
di centratura del deposito di crema<br />
rispetto alla piazzola, caratterizzando<br />
in questo modo la finestra di processo.<br />
I risultati ottenuti evidenziano co-<br />
Fig. 1 - Lavorazione step mediante laser su una lamina serigrafica<br />
me e quanto il rilascio di crema <strong>da</strong>lle<br />
aperture migliori con l’utilizzo di<br />
stencil in nichel rispetto all’uso dei<br />
più comuni stencil in acciaio inossi<strong>da</strong>bile.<br />
Infatti dopo aver comparato i risultati<br />
fra i diversi materiali impiegati<br />
nella costruzione degli stencil e fra<br />
le diverse tecnologie costruttive (con<br />
identico layout e identico pcb di test),<br />
è stata dimostrata una ripetibilità del<br />
volume di pasta pari al 90% a favore di<br />
stencil realizzati in puro nichel; tra le<br />
tecnologie costruttive l’elettroformatura<br />
evidenziava risultati leggermente<br />
migliori rispetto al taglio laser.<br />
Sebbene la lega SAC sia il riferimento<br />
nella produzione della crema<br />
lead-free, lo studio ha parallelamente<br />
evidenziato che esistono risultati discor<strong>da</strong>nti<br />
nelle prestazioni tra produttori<br />
diversi. Le differenze principali,<br />
che incidono pesantemente sulla ripetibilità<br />
del volume depositato, dipendono<br />
soprattutto <strong>da</strong>l comportamento
Fig. 2 - Lavorazione step down nell’area di un QFP<br />
reologico delle creme testate in relazione<br />
alle diverse caratteristiche delle<br />
aperture. Lo studio ha posto particolare<br />
l’attenzione anche sull’aspect<br />
ratio come fattore direttamente coinvolto<br />
nella qualità e nella ripetibilità<br />
del processo. L’aspect ratio è il rapporto<br />
tra lo spessore dello stencil e<br />
l’ampiezza delle aperture.<br />
La crema lead-free ha un più alto<br />
contenuto metallico rispetto alle creme<br />
SnPb. L’effetto di questa differenza<br />
sulla velocità di stampa e sulla ripetibilità<br />
del volume depositato è stata<br />
maggiormente evidenziata mediante<br />
l’utilizzo delle teste di stampa, che ha<br />
consentito un migliore riempimento<br />
delle aperture. <strong>Il</strong> risultato è dovuto<br />
al più accurato aggiustamento della<br />
pressione, che permette di ampliare la<br />
finestra di processo.<br />
Stencil con taglio laser<br />
LaserJob è specializzata nella produzione<br />
di lamine serigrafiche per<br />
l’industria elettronica, mercato in cui<br />
opera con successo <strong>da</strong> oltre vent’anni.<br />
In questa azien<strong>da</strong> tedesca sono state<br />
uniformate tutte le procedure produttive<br />
per ottenere la stessa identica precisione<br />
su tutti i prodotti.<br />
<strong>Il</strong> servizio di service può ricevere ed<br />
elaborare diversi tipi di formato <strong>da</strong> cui<br />
partire per ricavare il layout delle lamine:<br />
DXF, DWG, HPGL, Gerber,<br />
DPF, ODB++, GDSII e IGES. Tra<br />
le varie alternative c’è anche la possibilità<br />
di convertire file JPEG, TIF<br />
o photoshop. Le soluzioni utilizzate<br />
<strong>da</strong>ll’azien<strong>da</strong> tedesca sono a volte autoconcepite,<br />
ma perfettamente in grado<br />
di <strong>da</strong>re i migliori risultati di processo<br />
tanto nel taglio quanto nelle altre<br />
operazioni sugli stencil che vanno<br />
<strong>da</strong>lla foratura alla sal<strong>da</strong>tura e alla<br />
marcatura.<br />
La garanzia della migliore qualità<br />
nella lavorazione è <strong>da</strong>ta non soltanto<br />
<strong>da</strong>ll’operare in ambienti condizionati,<br />
ma anche <strong>da</strong>ll’utilizzo di moderni sistemi<br />
di controllo. Questo consente di<br />
poter lavorare su fogli di acciaio inox<br />
dello spessore di 0,010 mm con tolleranze<br />
pari a 0,005 mm.<br />
Per garantire aperture di 20 μm sono<br />
utilizzati laser a fibra o Nd-YAGlaser<br />
pulsati col supporto di aria compressa.<br />
Questa tecnologia, in particolare<br />
quella del laser a fibra, generano<br />
un basso livello di stress termico<br />
nel materiale lavorato. Sono lavorate<br />
non a contatto e senza distorsioni superfici<br />
di 550x560 mm o di 600x800<br />
mm per diversi settori della produzione<br />
elettronica.<br />
A differenza di altre tecnologie le<br />
prestazioni dei laser a fibra non dipendono<br />
<strong>da</strong>ll’allineamento di barre e<br />
specchi (percorso ottico), eliminando<br />
la necessità di interventi di manutenzione<br />
ordinaria; inoltre l’assenza<br />
di camere di pompaggio raffred<strong>da</strong>te<br />
ad acqua elimina i rischi di perdite.<br />
L’utilizzo della fibra drogata (usualmente<br />
con terre rare) come mezzo<br />
di gua<strong>da</strong>gno, con la sua caratteristica<br />
lunghezza d’on<strong>da</strong> risulta in una qualità<br />
del fascio laser intrinsecamente eccellente,<br />
con la possibilità di lavorare<br />
Fig. 3 - Schematizzazione dei risultati di un processo di serigrafia con lamina<br />
lavorata step down<br />
PCB giugno 2013<br />
63
64 PCB giugno 2013<br />
Fig. 4 - Step down su BGA<br />
una più ampia varietà di materiali, inclusi<br />
i materiali alto riflettenti.<br />
La flessibilità e la velocità del taglio<br />
laser a fibra annullano qualsiasi vincolo<br />
legato alla geometria, allo sfrido e<br />
alla lavorabilità, riducendo come visto<br />
i costi di esercizio e di manutenzione.<br />
La lavorazione delle lamine avviene<br />
in ambiente totalmente condizionato<br />
dove il laser lavora su aperture di<br />
20 μm con un’accuratezza di ±3 μm e<br />
una precisione di posizionamento di<br />
±10 μm. La precisione delle aperture<br />
leggermente coniche, <strong>da</strong>i bordi ben<br />
definiti, consente un più efficiente rilascio<br />
di crema.<br />
Le strette condizioni operative<br />
consentono di ottenere lamine con<br />
aperture <strong>da</strong>lla geometria precisa, pareti<br />
interne delle aperture lisce e bordi<br />
ben definiti. Tutte le lamine prima<br />
di lasciare il ciclo di produzione passano<br />
attraverso il processo di spazzolatura<br />
dove una macchina a controllo<br />
CNC rimuove anche la più piccola<br />
bava (anche inferiore ai 2 μm) che<br />
possa essere rimasta sul lato di uscita<br />
del laser. Questo assicura il mantenimento<br />
dello spessore all’interno<br />
del +3%. Ogni lamina è controllata al<br />
100% con ScanCheck, un sistema di<br />
ispezione con CCD in bianco e nero,<br />
avente una precisione dello 0,5 μm<br />
che compara lo stencil coi <strong>da</strong>ti di produzione<br />
assicurandone la congruenza.<br />
Per la verità il controllo inizia ben prima,<br />
con l’ispezione delle lamine al loro<br />
arrivo in azien<strong>da</strong>, di cui viene controllato<br />
lo spessore con un’accuratezza<br />
di ±0,5 μm. A fine ciclo è inoltre<br />
misurata la tensione per ogni singolo<br />
telaio.<br />
Tra brevetti e innovazioni<br />
migliora la qualità di stampa<br />
Quando sono richieste aperture<br />
di dimensione rilevante sul lato bottom<br />
della lamina, l’incisione chimica<br />
è una delle alternative per realizzarle.<br />
Sebbene le aperture delle singole finestre<br />
siano eseguite via laser, l’incisione<br />
chimica è utilizzata per ampliarne<br />
la dimensione (per esempio in corrispondenza<br />
dei piani di massa) in un<br />
unico passo di processo con un’accuratezza<br />
di ± 3 μm e una precisione di<br />
posizionamento di ±10 μm.<br />
In presenza appunto dei piani di<br />
massa e di piste piuttosto spesse, lo<br />
stencil non può aderire al 100% sulla<br />
superficie del pcb, ragione per cui<br />
si interviene nell’area interessata con<br />
l’incisione chimica per asportare sul<br />
lato sche<strong>da</strong> dello stencil regioni di geometria<br />
e spessore analoghe. Stessa<br />
considerazione vale per i fori di via<br />
presenti sul pcb.<br />
Per serigrafare in un’unica passata<br />
differenti spessori di crema sal<strong>da</strong>n-<br />
te LaserJob ha realizzato PatchWorkstencil,<br />
il proprio sistema di stencil a<br />
spessori differenziati coperto <strong>da</strong> brevetto.<br />
Con la possibilità di accomunare<br />
diverse geometrie di aperture sulla<br />
stessa lamina, aperture circolari incluse,<br />
oltre alla lavorazione step-up e<br />
step-down è disponibile anche la lavorazione<br />
step-in-step. Questa tecnologia<br />
consente di accomunare differenze<br />
di spessore variabile <strong>da</strong>i 10 μm<br />
ai 2 mm. La finitura NanoWork è disponibile<br />
anche per questa lavorazione;<br />
si tratta di un rivestimento il cui<br />
massimo spessore è di 2 μm e che ha<br />
proprietà antiadesione. È un’altra realizzazione<br />
brevettata <strong>da</strong> LaserJob per<br />
migliorare le prestazioni degli stencil<br />
serigrafici. Dal 2007 è un processo realizzato<br />
in azien<strong>da</strong> per rivestire il lato<br />
bottom e le pareti interne delle aperture<br />
negli stencil e negli step stencil.<br />
La superficie su cui scorre la racla non<br />
è rivestita.<br />
La superficie rivestita <strong>da</strong>l<br />
Nanowork riduce significativamente<br />
l’adesione della crema sal<strong>da</strong>nte per<br />
cui la deposizione del corretto volume<br />
di crema e la definizione dei contorni<br />
dei depositi è notevolmente migliorato,<br />
questo porta a una diminuzione<br />
dei corti con beneficio della stabilità<br />
del processo e della diminuzione<br />
delle difettosità. Un ulteriore beneficio<br />
del processo serigrafico è la diminuzione<br />
nei cicli di pulizia richiesti<br />
in macchina, dovuti alla miglior facilità<br />
di pulizia della superficie.<br />
<strong>Il</strong> rivestimento è basato sul processo<br />
Sol-Gel, una chimica che combina<br />
molecole organiche e inorganiche<br />
in una reazione idrolitica di soluto in<br />
solvente. Nel successivo passo in temperatura<br />
il solvente evapora e il processo<br />
Sol-Gel inizia la polimerizzazione<br />
durante la quale è aggiunto un<br />
elemento con proprietà antiaderenti.<br />
<strong>Il</strong> rivestimento che ne risulta ha elevate<br />
proprietà di resistenza chimica e<br />
meccanica.
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66 PCB giugno 2013<br />
▶ PROGETTAZIONE - SISTEMI INNOVATIVI<br />
Progettare meglio<br />
e con maggiore <strong>rapidità</strong><br />
Gli approcci “divide et impera” possono essere<br />
applicati sia alla fase iniziale di progettazione,<br />
durante la definizione della connettività,<br />
sia durante le fasi di implementazione fisica<br />
e nelle fasi di place and route<br />
di Hemant Shaw, Cadence (secon<strong>da</strong> parte)<br />
Se <strong>da</strong> una parte il fatto che un<br />
team di ingegneri lavori in<br />
parallelo accorcia il ciclo di<br />
progettazione, <strong>da</strong>ll‘altra aggiunge<br />
qualche difficoltà nella gestione della<br />
progettazione e dei processi. Gli ingegneri<br />
che lavorano in team durante la<br />
definizione della connettività, devono<br />
gestire segnali globali e segnali che si<br />
interfacciano con i blocchi in fase di<br />
progettazione <strong>da</strong> parte dei colleghi.<br />
In tali casi, l‘uso di una convezione<br />
ben nota nel nominare i segnali alla<br />
quale si attengono tutti i progettisti<br />
del team è importante per evitare di<br />
introdurre un problema che sarebbe<br />
possibile rilevare solo in fase di simulazione<br />
post-layout o peggio, in fase<br />
di debugging in laboratorio con un<br />
prototipo fisico.<br />
Un altro aspetto <strong>da</strong> considerare è<br />
la gestione dei vincoli sui segnali <strong>da</strong><br />
parte degli ingegneri. Quando ai segnali<br />
circoscritti ad un singolo blocco<br />
si aggiungono delle regole di layout,<br />
le cose dovrebbero funzionare bene.<br />
Quando invece i segnali si interfacciano<br />
con altri blocchi, deve esser-<br />
ci uno strumento per la gestione delle<br />
regole che abbia la capacità di comprendere<br />
la portata delle stesse.<br />
Spesso, un sistema in fase di progettazione<br />
possiede più di una struttura<br />
- una combinazione di ASIC<br />
sviluppati internamente ed utilizzati<br />
su un <strong>circuito</strong> stampato o un sistema<br />
di schede multiple collegate mediante<br />
un backplane o dei cavi. In casi<br />
del genere, la gestione di segnali di<br />
interfaccia che superano i limiti della<br />
struttura presenta problemi simili a<br />
quelli che si verificano quando più ingegneri<br />
lavorano su un sottoinsieme<br />
del progetto destinato a una struttura,<br />
un <strong>circuito</strong> stampato o un System<br />
in Package (SiP).<br />
Progettazione in team durante<br />
l’implementazione fisica<br />
Mentre i progetti diventano sempre<br />
più complicati ed il tempo di progettazione<br />
diventa sempre più breve,<br />
uno dei metodi per ridurre i tempi<br />
di progettazione è quello di partizionare<br />
la sche<strong>da</strong> tra vari progettisti<br />
di circuiti stampati. <strong>Il</strong> partizionamen-<br />
to può essere effettuato “tagliando” la<br />
sche<strong>da</strong> verticalmente oppure in orizzontale,<br />
assegnando solo alcuni layer<br />
per singolo progettista. Vi sono pro e<br />
contro legati all’uso di un metodo di<br />
partizionamento rispetto ad un altro.<br />
È importante che il sistema di progettazione<br />
consenta la gestione delle<br />
partizioni e la loro sincronizzazione<br />
in modo automatico senza rallentare<br />
il sistema né richiedere l’assistenza<br />
di enti esterni per poter abilitare la<br />
suddivisione.<br />
Miglioramenti<br />
della produttività<br />
e della semplicità d’uso<br />
Questo è un settore comune a tutti<br />
i tool EDA. Con ogni release del software,<br />
vi sono miglioramenti che aiutano<br />
i progettisti ad aumentare la propria<br />
produttività. La produttività si<br />
presenta sotto varie forme.<br />
La più semplice riguar<strong>da</strong> l’automazione<br />
di alcune delle attività manuali<br />
vali<strong>da</strong> per tutti i settori dei tool. In<br />
questo documento, abbiamo trattato<br />
una delle capacità di miglioramento<br />
della produttività più basilari cioè la<br />
progettazione gui<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> vincoli. Di<br />
seguito, sono riportati alcuni esempi<br />
di miglioramenti della produttività<br />
che abbreviano il ciclo di progettazione<br />
e lo rendono prevedibile.<br />
I tool intuitivi, facili <strong>da</strong> utilizzare<br />
aiutano a ridurre il tempo di creazione<br />
dei progetti<br />
Se <strong>da</strong> una parte questo concetto è<br />
molto intuitivo e non richiede ulteriori<br />
precisazioni, <strong>da</strong>ll’altra i prodotti
Fig. 6 - Prioritizzazione delle connessioni con vincoli su segnali punto-punto<br />
software tendono a perdere la propria<br />
caratteristica “semplicità d’uso” nella<br />
loro evoluzione nell’arco di un determinato<br />
periodo di tempo. Spesso un<br />
software facile <strong>da</strong> utilizzare non offre<br />
una buona scalabilità a<strong>da</strong>tta a problemi<br />
di progettazione più vasti e complessi.<br />
Un software molto flessibile<br />
potrebbe risultare difficile <strong>da</strong> usare.<br />
Questo è un aspetto che deve essere<br />
tenuto in considerazione in ogni release<br />
del software che si adotta.<br />
<strong>Il</strong> successo richiede anche l’invio<br />
costante (non una sola volta all’anno)<br />
di feedback al proprio fornitore, tale<br />
<strong>da</strong> consentire di incorporare i suggerimenti<br />
e migliorare di conseguenza<br />
l’esperienza di progettazione.<br />
Un esempio di miglioramento della<br />
semplicità d’uso è la capacità di inserire<br />
i vias con la semplice pressione di<br />
un tasto del mouse, ad esempio nelle<br />
schede basate su tecnologia HDI ibri<strong>da</strong><br />
(strati HDI su ogni lato ed un core<br />
non HDI). Con i classici fori di via<br />
passanti, è diventata una prassi comune<br />
utilizzare un solo mouse click per<br />
posizionare un via.<br />
Con gli strati HDI attorno a un<br />
nucleo non HDI, il sistema dovrebbe<br />
consentire agli utenti di creare<br />
un’istanza di vari fori di via collocati<br />
in base alla regola determina-<br />
ta la quale specifica lo strato di inizio<br />
e lo strato di fine. Questo è un buon<br />
esempio di come il layout dei progetti<br />
HDI può essere semplificato persino<br />
con una serie complessa di regole.<br />
L’integrazione di questi nuovi approcci<br />
consente di ridurre il tempo<br />
necessario per la creazione del progetto.<br />
Pianificazione globale e sbroglio<br />
La riduzione del pin pitch, l’ aumento<br />
dei dispositivi a elevato numero di<br />
pin e necessità di ridurre l’ingombro:<br />
tutti questi fattori contribuiscono ad<br />
aumentare i problemi legati alla pianificazione<br />
e allo sbroglio di un <strong>circuito</strong><br />
stampato ad alta densità. Inoltre, man<br />
mano che il paradigma di interconnessione<br />
dei circuiti stampati si sposta<br />
verso un impiego massiccio di interfacce<br />
sincrone stan<strong>da</strong>rd (come DDR2,<br />
DDR3) e interfacce seriali (come PCI<br />
Express), aumenta il numero di vincoli<br />
<strong>da</strong> rispettare. Alcuni requisiti di sbroglio<br />
per l’interfaccia DDR2/3 sono<br />
elencati di seguito:<br />
• raggruppamento di segnali e sbroglio<br />
in base a colonne di “byte”:<br />
- i vincoli dei byte lane sono rigorosi<br />
(skew non superiore a<br />
50 mil);<br />
- skew di Addr / Cmd / Ctrl<br />
nell’ordine di +/- 250 mil (a<br />
533 Mhz);<br />
• skew di Byte Lane vs. Byte<br />
Lane non superiore a 0,8 pollici<br />
(150 ps);<br />
• routing di segnali su un layer, se<br />
possibile:<br />
- i vias aggiungono ritardo e capacità<br />
indesiderati;<br />
- se è necessario utilizzare i vias,<br />
deve essere presente lo stesso<br />
numero di via su ognuno dei<br />
72 bit;<br />
• sbroglio sugli strati interni e mantenimento<br />
di tratti inferiori a 6<br />
pollici;<br />
• mantenimento di segnali vicino<br />
ai piani di “riferimento” PWR,<br />
GND;<br />
• mantenimento di tratti su strati<br />
esterni per segnalii di clock a meno<br />
di 500 mil.<br />
I tradizionali router automatici<br />
non erano in grado di gestire questi<br />
circuiti stampati ad alta densità<br />
con interfacce ad elevata velocità<br />
che richiedono un puntuale rispetto<br />
vincoli delle regole (spesso ricavate<br />
<strong>da</strong>lla simulazione alla ricerca di prestazioni<br />
ottimali sul <strong>circuito</strong> stampato).<br />
PCB giugno 2013<br />
67
68 PCB giugno 2013<br />
Per ridurre il tempo di progettazione<br />
di queste schede, occorre fare<br />
una pianificazione di “interconnessione”<br />
globale per lo sbroglio di segnali<br />
ad elevata velocità e dunque critici<br />
sul progetto. Utilizzare poi il feedback<br />
fornito <strong>da</strong>gli strumenti di pianificazione,<br />
per regolare la migliore strategia<br />
di sbroglio.<br />
Le soluzioni classiche di sbroglio<br />
sono incentrate sulla connettività<br />
point-to-point. L‘unico approccio<br />
globale è la prioritizzazione delle<br />
connessioni con vincoli su segnali<br />
punto-punto.<br />
La pianificazione e lo sbroglio globali<br />
consentono agli utenti di pianificare<br />
i percorsi per i segnali critici. <strong>Il</strong><br />
feedback proveniente <strong>da</strong>ll‘ambiente di<br />
pianificazione e sbroglio globale consente<br />
agli utenti di migliorare la capacità<br />
di routing di questi segnali critici<br />
riducendone il tempo necessario per l<br />
loro implementazione.<br />
CPU multi-core o computer<br />
con CPU multiple<br />
La maggior parte dei personal<br />
computer moderni è dotata di processori<br />
dual core. Le workstation dedicate<br />
alla progettazione sono generalmente<br />
dotate di più core in una<br />
CPU. Le server farm esistono già<br />
<strong>da</strong> tempo e utilizzano molti computer<br />
collegati in rete per le attività che<br />
richiedono elevate risorse di calcolo.<br />
In entrambi i casi, molte applicazioni<br />
traggono vantaggio <strong>da</strong>l fatto di<br />
poter sfruttare più CPU, sia che siano<br />
integrate in un solo computer o in<br />
vari computer. Le applicazioni comprendono:<br />
• Solution Space Exploration (varie<br />
simulazioni simultanee) per l’analisi<br />
dell’integrità dei segnali digitali;<br />
• analisi parametrica Monte Carlo<br />
per i segnali analogici;<br />
• controllo batch delle regole di progetto.<br />
Piano di release prevedibile<br />
e affi<strong>da</strong>bile<br />
Poter disporre di un piano per il rilascio<br />
delle nuove release prevedibile e<br />
affi<strong>da</strong>bile consente di pianificare l’adozione<br />
di queste release sulla base del<br />
valore dei miglioramenti in esse contenuti.<br />
<strong>Il</strong> passaggio a una nuova release<br />
può essere dispendioso in termini<br />
di tempo, soprattutto se si è sfruttata<br />
la possibilità di personalizzare i tool di<br />
base attraverso le estensioni sviluppate<br />
internamente o tramite tool di terzi<br />
terze parti. Una piattaforma software<br />
ad architettura aperta che funziona<br />
insieme a tool di terze parti offre pre-<br />
stazioni migliori per l’adozione rapi<strong>da</strong><br />
di nuove release nelle quali sono state<br />
implementate produttività, semplicità<br />
d’uso e altri approcci innovativi.<br />
Divide et impera II -<br />
Outsourcing<br />
Nel corso degli anni, molte aziende<br />
hanno affi<strong>da</strong>to in parte o per intero ad<br />
agenzie di servizi esterne il layout dei<br />
circuiti stampati. Molte grandi aziende<br />
globali hanno aperto centri di progettazione<br />
in aree a basso costo come<br />
India e Cina, sperando che il lavoro di<br />
due giorni venga fatto in uno per via<br />
della differenza di fuso orario.<br />
L’outsourcing pone le aziende <strong>da</strong>vanti<br />
ad una nuova serie di problemi<br />
legati alla collaborazione. In tali casi<br />
è fon<strong>da</strong>mentale comunicare e condividere<br />
l’intero progetto, il quale implica<br />
non solo la tradizionale connettività<br />
(le parti e come esse sono connesse)<br />
ma anche i vincoli ai quali queste<br />
parti e questi segnali devono attenersi.<br />
Senza regole di comunicazione,<br />
il ciclo di progettazione diventa lungo,<br />
arduo e, peggio ancora, molto costoso.<br />
La motivazione completa per<br />
l’outsourcing potrebbe rivelarsi un nulla<br />
di fatto se i vincoli non fossero incorporati<br />
nel progetto.<br />
Fig. 7 - La pianificazione e lo sbroglio globali consentono agli utenti di pianificare i percorsi per i segnali critici
Fig. 8 - Con macchine multicore i problemi di progettazione, naturalmente,<br />
si moltiplicano<br />
Dopo aver completato il layout e<br />
averlo rinviato per la revisione e l’approvazione,<br />
occorre adottare due approcci:<br />
innanzitutto, verificare se, per<br />
qualche motivo, sono stati modificati<br />
dei vincoli (è necessario raggiungere<br />
dei compromessi: quali modifiche<br />
sono state apportate e quelle apportate<br />
sono accettabili?). In secondo luogo,<br />
effettuare una verifica post-layout per<br />
accertarsi che l’implementazione fisica<br />
realizzata funzioni entro limiti accettabili.<br />
Utilizzare un’architettura aperta<br />
Un’architettura aperta offre la libertà<br />
di scegliere tool di terzi terze parti.<br />
Tutti i fornitori affermano di disporre<br />
di un’architettura di questo tipo:<br />
spesso, però, si scopre troppo tardi<br />
come dovrebbe essere fatta realmente<br />
un’architettura veramente aperta.<br />
Un’architettura aperta può aiutare ad<br />
abbreviare il ciclo di progettazione in<br />
due modi. <strong>Il</strong> primo è fornendo un accesso<br />
semplice ai <strong>da</strong>ti di progettazio-<br />
ne per l’uso interno o per l’uso con tool<br />
di terze parti. I <strong>da</strong>ti di progettazione<br />
sono archiviati in un <strong>da</strong>tabase binario<br />
o un <strong>da</strong>tabase ASCII? È possibile<br />
estrarre facilmente le informazioni<br />
<strong>da</strong>l formato binario senza dover<br />
scrivere un programma specifico?<br />
Che capacità hanno i fornitori di terze<br />
parti di integrare i propri tool nei<br />
<strong>da</strong>ti del progetto nel formato del fornitore<br />
principale?<br />
Avere a disposizione un metodo<br />
per estrarre le informazioni necessarie<br />
ad uso interno (documentazione,<br />
report, ecc.) può essere molto utile<br />
e può ridurre notevolmente il tempo<br />
necessario per ciascun progetto. Molti<br />
tool offrono la generazione di report,<br />
alcuni sono personalizzabili. La capacità<br />
di creare il proprio report non appena<br />
si presenta la necessità consente<br />
di dedicarsi al proprio progetto anziché<br />
“lottare” con i tool e i relativi fornitori.<br />
<strong>Il</strong> secondo è la personalizzazione<br />
del tool per gestire le estensioni svi-<br />
luppate internamente. <strong>Il</strong> tool permette<br />
di personalizzare la User Interface<br />
(GUI, menu, ecc.)? Consente di aggiungere<br />
le vostre estensioni, sia allo<br />
scopo di generare report sia per un’applicazione<br />
più specifica per colmare<br />
una lacuna nell’attesa che il fornitore<br />
riesca a soddisfare le proprie esigenze?<br />
Essere in grado di ampliare il sistema<br />
è importante. <strong>Il</strong> supporto per queste<br />
estensioni non deve essere necessariamente<br />
coerente <strong>da</strong> una release all’altra<br />
per 5-10-12 anni. Le estensioni devono<br />
funzionare con i tool della stessa<br />
famiglia, non devono presentare una<br />
discontinuità nel passaggio a progetti<br />
avanzati, quando si usano versioni<br />
evolute dello stesso strumento.<br />
Conclusioni<br />
Nell’ambiente odierno, caratterizzato<br />
<strong>da</strong> una maggiore complessità di<br />
progettazione e una pressione continua<br />
verso la riduzione del tempo di<br />
authoring e implementazione di un<br />
progetto, gli ingegneri devono sfruttare<br />
tutte le tecniche e i trucchi possibili<br />
per creare rapi<strong>da</strong>mente un prodotto<br />
differenziato.<br />
Al minimo, è necessario utilizzare<br />
un flusso di progettazione basato sui<br />
vincoli in un ambiente aperto che eviti<br />
iterazioni di progettazione inutili o<br />
la rigenerazione di schemi elettrici, e<br />
consenta ai team di lavorare in modo<br />
efficiente. Le innovazioni più recenti,<br />
quali l’authoring di progettazione<br />
multi-stile, la pianificazione e<br />
il routing globale, e la co-progettazione<br />
FPGA-<strong>circuito</strong> stampato consente<br />
ai team di creare prodotti differenziati<br />
in modo molto più veloce rispetto<br />
agli approcci tradizionali. Gli utenti<br />
di queste tecnologie hanno riferito<br />
riduzioni del ciclo di progettazione fino<br />
al 40%.<br />
Cadence<br />
www.cadence.com<br />
PCB giugno 2013<br />
69
70 PCB giugno 2013<br />
▶ OLTRE I PCB - NOZIONI<br />
L’evoluzione<br />
tecnologica dei display<br />
Un display OLED è basato sulla tecnologia Organic Light Emitting Diode,<br />
che permette di realizzare schermi a colori con la capacità di emettere luce<br />
propria, ciò a differenza degli LCD che vengono illuminati <strong>da</strong> una fonte<br />
esterna. Questo permette di realizzare display molto più sottili (addirittura<br />
arrotolabili) che richiedono minori quantità di energia per funzionare<br />
di Dario Gozzi<br />
A<br />
causa della natura monopolare<br />
degli strati di materiale<br />
organico, i display OLED<br />
conducono corrente solo in una direzione,<br />
comportandosi quindi in modo<br />
analogo a un diodo <strong>da</strong> cui il nome di<br />
OLED, per similitudine con i LED.<br />
LED e OLED producono ambedue<br />
luce per mezzo di materiale semiconduttore,<br />
sono in grado di creare<br />
eff etti cromatici decisamente migliori<br />
delle lampade tradizionali e sono<br />
fonti luminose <strong>da</strong>l consumo bassissimo.<br />
Ci sono però molte diff erenze<br />
tra LED e OLED, ad iniziare <strong>da</strong>l<br />
modo in cui sono costruiti, per il tipo<br />
di luce che emanano e per il loro utilizzo,<br />
e si integrano gli uni con gli altri<br />
quanto alle possibilità di applicazione.<br />
Rispetto ai display LCD e Plasma,<br />
quelli basati sugli OLED vantano reali<br />
vantaggi in termini di colori molto<br />
più brillanti e luminosi, con un angolo<br />
di visione illimitato e un contrasto<br />
elevatissimo, fi no a 1.000.000:1. Sono<br />
in grado di eliminare il fastidioso “effetto<br />
scia” tipico degli LCD grazie a<br />
un tempo di risposta mille volte più<br />
rapido. I display della famiglia OLED<br />
sono ultrasottili e i consumi bassissimi.<br />
Di contro il problema tecnico più<br />
importante, ma in via di rapido miglioramento,<br />
è la durata degli schermi<br />
OLED che attualmente è inferiore<br />
agli LCD a cristalli liquidi e<br />
agli schermi al plasma. <strong>Il</strong> materiale<br />
organico tende a perdere la capacità<br />
di emettere luce propria<br />
dopo alcune migliaia di ore di<br />
esercizio, contro le decine di<br />
migliaia delle altre due tecnologie<br />
concorrenti.<br />
Le nuove tecnologie consentono<br />
di creare display per le applicazioni<br />
più diverse, senza rinunciare<br />
al massimo della funzionalità
La tecnologia costruttiva<br />
I materiali organici normalmente<br />
emettono solo luce bianca, ma con<br />
opportuni drogaggi realizzati mediante<br />
composti elettrofosforescenti,<br />
possono emettere nelle frequenze dei<br />
tre colori primari RGB. Ogni punto<br />
del display è composto in realtà <strong>da</strong>lle<br />
tre sorgenti di luce rossa, verde e blu,<br />
che nell’insieme appare come un singolo<br />
punto il cui colore varia col variare<br />
della singola intensità della luce<br />
emessa <strong>da</strong>lle tre sorgenti.<br />
Un display OLED è composto <strong>da</strong><br />
vari strati sovrapposti, nonostante ciò<br />
lo spessore totale, senza considerare lo<br />
strato trasparente protettivo, è di circa<br />
300 nm (1 nm è pari a 10-9 m).<br />
<strong>Il</strong> primo strato trasparente ha funzioni<br />
protettive, su di esso viene deposto<br />
uno strato conduttivo trasparente<br />
che funge <strong>da</strong> anodo. Successivamente<br />
vengono aggiunti tre strati organici,<br />
rispettivamente per l’iniezione delle<br />
lacune (cariche positive), lo strato<br />
coi materiali elettroluminescenti e lo<br />
strato per il trasporto degli elettroni<br />
(cariche negative). A chiudere è uno<br />
strato rifl ettente con funzione di catado.<br />
Applicando tensione tra catodo<br />
(negativo) e anodo (positivo) si stimola<br />
il materiale organico a produrre<br />
luce visibile attraverso lo strato protettivo<br />
trasparente.<br />
AMOLED<br />
L’active matrix organic light emitting<br />
diode è una tecnologia utilizzata<br />
nella realizzazione di schermi piatti<br />
fl essibili. Fanno parte della famiglia<br />
dei display OLED, ma hanno la particolarità<br />
di costituire un display a matrice<br />
attiva che ingloba una struttura<br />
di transistor. Ne sono assegnati almeno<br />
due per ciascun pixel; connessi<br />
in sequenza ad anodo e catodo, il loro<br />
compito è quello di tenere attivo ciascun<br />
pixel fi no alla scansione successi-<br />
Confronto tra tecnologia PenTile e la tecnologia tradizionale RGB. La prima offre<br />
un miglior dettaglio grafi co e colori più luminosi<br />
va. I display AMOLED sono costruttivamente<br />
più complessi e quindi più<br />
costosi dei display OLED tradizionali,<br />
ma off rono immagini qualitativamente<br />
più luminose e meglio defi nite rispetto<br />
a quelli passivi, grazie anche a una<br />
frequenza di aggiornamento maggiore<br />
rispetto ai semplici display OLED. I<br />
consumi sono signifi cativamente bassi,<br />
caratteristica che permette agli schermi<br />
AMOLED di essere applicati nei<br />
dispositivi elettronici portatili, dove<br />
il consumo elettrico grava sulla durata<br />
della batteria. Di contro gli schermi<br />
AMOLED potrebbero presentare<br />
problemi di lettura quando si osservano<br />
in presenza di luce solare.<br />
La tecnologia super AMOLED<br />
viene realizzata su matrice Pen Tile<br />
(a marchio Samsung) ed è un’evoluzione<br />
della precedente; off re maggior<br />
luminosità, minori consumi, minori<br />
rifl essi della luce solare, e permette<br />
di costruire prodotti più sottili.<br />
Super AMOLED Plus è un’ulteriore<br />
evoluzione della tecnologia capace<br />
di off rire, grazie a una quantità maggiore<br />
di subpixel un più elevato dettaglio<br />
grafi co.<br />
Nella matrice Pen Tile RGBG ogni<br />
pixel è composto <strong>da</strong> due coppie di subpixel<br />
rosso, verde, blu e verde (con l’ordine<br />
del rosso e del blu invertite nelle<br />
due coppie), il sub-pixel verde ha dimensione<br />
inferiore rispetto al rosso e al<br />
blu. Con questa combinazione si utilizzano<br />
due sub-pixel per ogni pixel,<br />
questo vuol dire che per defi nire un<br />
colore in modo corretto serve l’utilizzo<br />
di più pixel, il che fa sì che la risoluzione<br />
eff ettiva sia inferiore alla risoluzione<br />
in pixel. La versione PenTile RGBW<br />
utilizza il bianco al posto del secondo<br />
verde, ha inoltre una dimensione omogenea<br />
dei sub-pixel. Nell’insieme si ottiene<br />
una maggiore versatilità del pixel<br />
in quanto la luminosità viene in parte<br />
separata <strong>da</strong>l colore, anche l’alimentazione<br />
richiesta <strong>da</strong>i sub-pixel è inferiore<br />
il che ne permette una maggior<br />
durata nel tempo.<br />
PHosphorescent Organic<br />
Light-Emitter Diode<br />
I display PHOLED si basano su<br />
LED organici fosforescenti che lavorano<br />
consumando pochissima poten-<br />
PCB giugno 2013<br />
71
72 PCB giugno 2013<br />
Una delle prime applicazioni dei<br />
display flessibili è quella militare.<br />
Nella foto uno schermo applicato sulla<br />
mimetica di un sol<strong>da</strong>to<br />
za, mantenendo di massima la stessa<br />
struttura dei display AMOLED.<br />
L’efficienza di questi display è molto<br />
elevata risultando ben 4 volte più efficienti<br />
rispetto ad altri display OLED,<br />
il che si traduce in minori consumi e<br />
più durata della batteria per i dispositivi<br />
mobili; hanno colori più brillanti<br />
rispetto agli AMOLED, mentre il<br />
nero è molto più reale che non con altre<br />
tecnologie.<br />
I display PHOLED sono prevalentemente<br />
realizzati con matrice<br />
RGB, ma sono allo studio nuovi sistemi<br />
di emissione di luce che fanno<br />
uso dei colori giallo e arancione come<br />
aggiuntivi ai colori primari rosso,<br />
blu e verde.<br />
Costruttivamente un film TFT<br />
(Thin Film Transistor) poggia su di<br />
un substrato e una passivazione lo divide<br />
<strong>da</strong>lla griglia anodica. Sopra la<br />
griglia è deposto lo strato PHOLED<br />
che genera la luce RGB; un catodo e<br />
un film trasparente protettivo chiudono<br />
il display.<br />
<strong>Il</strong> display PHOLED è una tecnologia<br />
proprietaria della Universal<br />
Display Corporation, azien<strong>da</strong> che<br />
ha avviato lo sviluppo dei display<br />
PHOLED durante lo scorso decennio<br />
iniziandone la commercializzazione<br />
nel 2003.<br />
<strong>Il</strong> processo produttivo gode di un<br />
alto grado di versatilità, dovuta ai materiali<br />
con cui sono realizzati i display<br />
che possono soddisfare vari stan<strong>da</strong>rd<br />
di applicazione a secon<strong>da</strong> dell’utilizzo<br />
per cui sono stati pensati, garantendo<br />
una lunga durata negli anni. In un<br />
contesto più generale e non solo tecnologico,<br />
sono dei display che possono<br />
ridurre di molto l’esigenza di sfruttare<br />
le energie non rinnovabili, fattore<br />
che si traduce anche in meno rifiuti<br />
<strong>da</strong> smaltire con relativo basso impatto<br />
ambientale.<br />
Photo-enforced<br />
Stratification<br />
Un nuovo e rivoluzionario processo<br />
di fabbricazione apre la stra<strong>da</strong> a<br />
display LCD più economici, sottili e<br />
leggeri e <strong>da</strong>lla libera forma; gli schermi<br />
possono essere realizzati su una<br />
grande varietà di substrati, compresi<br />
i materiali plastici, rendendo possibili,<br />
per esempio, grandi “paintable<br />
display” sulle pareti di una stanza, su<br />
tende o display flessibili integrati negli<br />
abiti.<br />
Realizzare un display completo<br />
semplicemente stampando un certo<br />
numero di layer su un qualsiasi materiale<br />
di supporto può sembrare incredibile<br />
a chiunque abbia una certa familiarità<br />
con le molte fasi e con i tempi<br />
del processo produttivo attualmente<br />
usato nella produzione di display<br />
tradizionali.<br />
Eppure questo sta diventando<br />
molto vicino alla realtà grazie ad<br />
una nuova rivoluzionaria tecnologia<br />
produttiva per i display a cristalli<br />
liquidi. Tradizionalmente i display<br />
LCD sono realizzati con la cosiddetta<br />
cell-technology, in cui due lastre<br />
di vetro contenenti elettrodi, filtri<br />
di colore, switching e cosi via, sono<br />
attentamente sistemati e posizionati<br />
tramite spaziatori, cosicché si<br />
vengano a formare celle dello spessore<br />
desiderato. Le celle sono riempite<br />
con cristalli liquidi mediante un<br />
costoso procedimento chiamato vacuum<br />
suction.<br />
Con la tecnologia Photo-enforced<br />
Stratification l’intero display viene realizzato<br />
<strong>da</strong>ll’inizio alla fine su un singolo<br />
strato mediante stampe successive<br />
degli strati funzionali.<br />
Una complessa miscela contenente<br />
cristalli liquidi e materiali polimerici,<br />
viene applicata a stampa so-<br />
Substrati, dimensioni e applicazioni senza limiti o quasi per i flex display
I supporti flessibili sono la nuova frontiera dell’elettronica che si fonde naturalmente con la fisica e la chimica<br />
pra il substrato. Successivamente, lo<br />
strato viene esposto ai raggi ultravioletti<br />
che provocano la separazione<br />
della miscela in due distinti elementi:<br />
una parte a cristalli liquidi e<br />
una parte polimerica. Distribuendo<br />
l’irradiazione in due fasi successive,<br />
si ha la formazione di celle chiuse di<br />
cristalli liquidi.<br />
Durante la prima fase, mediante<br />
mascheratura solo una parte dello<br />
strato viene esposta: questo provoca<br />
la formazione di pareti polimeriche<br />
che vanno a costituire i confi-<br />
Samsung usa i display Amoled per realizzare telefoni di nuova generazione<br />
ni di ogni singola cella; durante la<br />
secon<strong>da</strong> fase lo strato viene esposto<br />
completamente, garantendo la formazione<br />
di uno strato di cristalli liquidi<br />
sulla parte posteriore aderente<br />
al substrato ed uno strato polimerico<br />
di copertura sulla superficie delle<br />
celle. A questo punto non è più necessario<br />
applicare un vetro di protezione<br />
e questo non solo riduce i costi<br />
ma consente di ottenere display<br />
particolarmente sottili.<br />
C’è grande libertà di scelta nei materiali<br />
<strong>da</strong> usare a livello di supporto,<br />
per esempio, un supporto plastico<br />
sottile apre la stra<strong>da</strong> alla realizzazione<br />
di display flessibili. <strong>Il</strong> processo<br />
si presta facilmente alla realizzazione<br />
di display con procedimento reelto-reel,<br />
una tecnologia a basso colto<br />
per la realizzazione di grandi superfici,<br />
per mezzo della quale la realizzazione<br />
dei dispositivi avviene direttamente<br />
su grandi fogli che scorrono in<br />
modo continuato durante il processo<br />
produttivo.<br />
PCB giugno 2013<br />
73
74 PCB giugno 2013<br />
▶ AZIENDE E PRODOTTI - STRATEGIE LOCALI E GLOBALI<br />
Crescere e produrre<br />
in Val<strong>da</strong>rno<br />
In Toscana si è sviluppata una realtà produttiva<br />
tenacemente legata al territorio. Power-One è<br />
costantemente cresciuta negli anni senza mai<br />
rinunciare a ricercare, sviluppare e produrre in<br />
Val<strong>da</strong>rno, la propria terra d’origine<br />
di Dario Gozzi<br />
<strong>Il</strong> titolo dell’articolo avrebbe potuto<br />
suonare come “superare il campanilismo<br />
locale per reggere il<br />
confronto internazionale”. In realtà<br />
è quanto è stato fatto nel corso<br />
degli anni <strong>da</strong> tutto il management di<br />
Power-One, azien<strong>da</strong> toscana che nei<br />
vari decenni <strong>da</strong>l ’69 a oggi ha saputo<br />
crescere e far crescere il suo indotto,<br />
per arrivare ai primi posti nella classifica<br />
internazionale dei produttori di<br />
sistemi per l’energia.<br />
<strong>Il</strong> problema, se di problema si può<br />
parlare, non è solo di competitività<br />
e quindi anche di costo puro della<br />
manodopera, che oltretutto incide<br />
per meno del 10% sul costo del prodotto<br />
finale, la vera questione verte<br />
sul fatto che i prodotti devono essere<br />
venduti a un mercato che è principalmente<br />
occidentale e quindi il valore<br />
aggiunto della presenza produttiva<br />
in Italia è e rimane un valore importante.<br />
Un complesso industriale<br />
di primaria importanza<br />
Lo stabilimento sorge a Terranuova<br />
Bracciolini (AR) su una superficie di<br />
20.000 m 2 e impiega circa 600 addetti<br />
di cui un terzo nella R&D. È l’unico<br />
centro Power-One (<strong>da</strong> poco entrato a<br />
far parte della galassia ABB) a livello<br />
mondiale per ricerca e sviluppo di inverter<br />
fotovoltaici ed eolici. L’azien<strong>da</strong> è<br />
organizzata affinché partendo <strong>da</strong>i materiali<br />
in ingresso si arrivi a far uscire il<br />
prodotto finito e collau<strong>da</strong>to.<br />
La produzione dei pcb avviene su<br />
quattro linee, mentre una quinta è dedicata<br />
alla prototipazione.<br />
Le linee sono organizzate di modo<br />
che ogni singolo set-up a bordo della<br />
pick and place possa servire per l’assemblaggio<br />
di numerosi codici di pcb<br />
per la cui realizzazione sia necessario<br />
cambiare solo il telaio serigrafico.<br />
Nell’ottica dell’ottimizzazione del<br />
flusso produttivo, a fine linea è stato<br />
eliminato il test in-circuit, dopo la<br />
rifusione il controllo è eseguito <strong>da</strong> un<br />
AOI. La correttezza del componente<br />
è assicurata <strong>da</strong>lla sua verifica elettrica<br />
al momento del cambio della bobina<br />
sulla P&P. L’insieme delle varie<br />
azioni di ottimizzazione ha portato<br />
non solo a far sì che un solo operatore<br />
possa gestire tutto il reparto,<br />
ma ad attestare il livello di difettosità<br />
sugli 80ppm. Nell’area è presente<br />
anche un sistema X-Ray che lavora<br />
fuori linea solo per la messa a punto<br />
del processo. I lotti di produzione sono<br />
lanciati a numero chiuso, pertanto<br />
un eventuale pcb difettoso viene su-
Staff di ingegneri nell’impianto produttivo di PowerOne a Terranuova Bracciolini (AR)<br />
bito riparato, per assicurare che il lotto<br />
non risulti incompleto.<br />
In Power-One si viaggia con la cultura<br />
Lean che ha come obiettivo la creazione<br />
di valore agli occhi del cliente.<br />
Questo vuol dire che tutti i processi<br />
che costituiscono la supply chain devono<br />
essere orientati alla creazione di<br />
valore rispetto a un ben preciso sistema<br />
di riferimento che altri non è se non il<br />
cliente.<br />
Questa visione ha costituito il punto<br />
di partenza per ridisegnare i processi<br />
che compongono l’intera filiera.<br />
All’interno dell’azien<strong>da</strong> è stata ridisegnata<br />
la supply chain partendo<br />
<strong>da</strong>l cliente, ripensando a tutto ciò che<br />
vuole ricevere <strong>da</strong>l proprio fornitore.<br />
Asso<strong>da</strong>to il prestigio del proprio brand<br />
globalmente riconosciuto <strong>da</strong>l mercato,<br />
il management ha lavorato sul livello<br />
del servizio e sulla <strong>rapidità</strong> della fornitura<br />
nel raggiungere il cliente, ponendosi<br />
come obiettivo di essere superiori<br />
ai competitor nella sua cura.<br />
La flessibilità è stata la successiva dimensione<br />
analizzata nella costruzione<br />
della supply chain che è stata appunto<br />
progettata tenendo ben saldi i due<br />
riferimenti della <strong>rapidità</strong> e della flessibilità.<br />
La riuscita del progetto è dovuta<br />
anche al pieno coinvolgimento del<br />
personale nelle strategie azien<strong>da</strong>li, in<br />
quanto il miglioramento delle attività<br />
è sempre frutto di un’azione interfunzionale.<br />
La condivisione del know-how lungo<br />
tutta la catena di fornitura consente<br />
inoltre di eliminare colli di bottiglia<br />
e rallentamenti, così come gli obiettivi<br />
condivisi consentono di ridurre al minimo<br />
i livelli di scorte.<br />
La ricerca e sviluppo<br />
La linea gui<strong>da</strong> è stata ed è la sfi<strong>da</strong><br />
continua posta <strong>da</strong>llo studio di nuovi<br />
prodotti e innovative soluzioni che<br />
soddisfino le sempre maggiori richieste<br />
di energia pulita e di risparmio<br />
energetico.<br />
Dal 2011 è in atto un forte impegno<br />
nella riorganizzazione dei laboratori di<br />
ricerca, ridisegnandone l’organizzazione<br />
con la stessa filosofia che ha gui<strong>da</strong>to<br />
i cambiamenti nella catena di fornitura.<br />
Sono state ampliate le aree di ricerca<br />
e completamente rinnovate le infrastrutture,<br />
gli strumenti e i metodi di<br />
lavoro. L’azien<strong>da</strong> dispone di 5.000 m 2<br />
super attrezzati dove oltre 200 persone<br />
specializzate nella conversione di potenza<br />
e nello studio dei sistemi di controllo<br />
realizzano le soluzioni del futuro.<br />
Pensa locale e competi<br />
globale<br />
A supporto dell’impianto principale<br />
è stato sviluppato un indotto<br />
locale che conta varie centinaia<br />
di persone dislocate in un raggio di<br />
5 km <strong>da</strong> Terranuova Bracciolini, sede<br />
dell’azien<strong>da</strong>, a cui è stato trasmesso<br />
il valore premiante della flessibilità e<br />
della qualità. Dal giugno 2010 è partito<br />
il Consorzio Terra Nuova dove dieci<br />
piccoli fornitori storici locali si so-<br />
no organizzati per competere col mercato<br />
estero, trasformando una rete di<br />
piccole imprese in un’organizzazione<br />
<strong>da</strong> grande impresa, facendo leva anche<br />
sui costi d’acquisto della componentistica<br />
e delle materie prime (negoziate<br />
<strong>da</strong> Power-One).<br />
Questa innovativa soluzione nell’insieme<br />
consente di produrre a prezzi<br />
competitivi con la manodopera cinese<br />
permettendo però un controllo qualitativo<br />
e di processo che sarebbe impossibile<br />
in Cina o in altri paesi dell’area<br />
EMEA. Questo ha permesso di sviluppare<br />
una filiera corta e leggera che<br />
ha saputo reagire tempestivamente alle<br />
richieste del mercato garantendo al<br />
tempo stesso costi competitivi. I costi<br />
logistici sono molto ridotti. Inoltre, la<br />
vicinanza ha permesso il trasferimento<br />
al meglio dei processi industriali e della<br />
best practices in uso, assicurando la<br />
qualità elevata desiderata.<br />
“Certo non è possibile competere e<br />
confrontarci con il Far-East in termini<br />
di costo del lavoro”, racconta Luciano<br />
Raviola, direttore operativo di Power-<br />
One. “<strong>Il</strong> terreno su cui possiamo competere<br />
e batterli è la progettazione di<br />
processi industriali robusti, flessibili,<br />
leggeri e affi<strong>da</strong>bili al tempo stesso.<br />
La filiera corta, orientata all’integrazione<br />
dei fornitori nei processi Power-<br />
One, rappresenta una leva competitiva<br />
che ha consentito la nostra crescita negli<br />
ultimi quattro anni”.<br />
Power-One<br />
it.power-one.com<br />
PCB giugno 2013<br />
75
76 PCB giugno 2013<br />
▶ AZIENDE E PRODOTTI - REWORK<br />
A ognuno<br />
il proprio stilo<br />
Le odierne applicazioni di elettronica spesso<br />
combinano tecnologie diverse, ma ognuna<br />
conserva le proprie specifi che esigenze. Per questo<br />
Weller propone un’ampia gamma di punte e<br />
soprattutto varie tipologie e tecnologie di sal<strong>da</strong>tori<br />
di Luca Conte, Apex Tool<br />
Lavorando in elettronica spesso<br />
si passa <strong>da</strong> microsal<strong>da</strong>ture<br />
a grosse piazzole con elevata<br />
richiesta termica, <strong>da</strong> sal<strong>da</strong>ture stan<strong>da</strong>rd<br />
a schermi e dissipatori, o ci si<br />
trova a lavorare su un circuiti con<br />
substrato in alluminio, piuttosto che<br />
su cablaggi.<br />
In molti si limitano a cambiare la<br />
punta del sal<strong>da</strong>tore, a<strong>da</strong>ttandola alle<br />
dimensioni della piazzola; ciò spesso<br />
non è suffi ciente o conveniente. Per<br />
queste ragioni Weller ha studiato e<br />
realizzato non solo un’ampia gamma<br />
di punte, ma anche di utensili caratterizzati<br />
<strong>da</strong> varie potenze operative.<br />
Con tecnologie specifi che sono pilotati<br />
<strong>da</strong> unità di controllo che dispongono<br />
<strong>da</strong> uno a tre canali, <strong>da</strong>lla<br />
semplice tecnologia analogica a<br />
quella digitale più sofi sticata delle<br />
stazioni touchscreen WX.<br />
<strong>Il</strong> servizio tecnico Weller, presente<br />
su tutto il territorio nazionale, affi anca<br />
i distributori qualifi cati nella gestione<br />
del supporto al cliente per trovare<br />
la soluzione più appropriata, oltre<br />
che nell’organizzazione dei corsi formativi<br />
sul corretto uso e manutenzione<br />
degli utensili di sal<strong>da</strong>tura.<br />
Partendo <strong>da</strong>l presupposto che si<br />
dovrebbe sempre lavorare alla temperatura<br />
più bassa possibile, utilizzando<br />
la punta più larga applicabile, bisogna<br />
identifi care l’utensile più idoneo tra<br />
quelli proposti. Weller, oltre a off rire<br />
una vasta e completa scelta di punte<br />
sal<strong>da</strong>nti, peraltro in continuo ampliamento,<br />
dà la possibilità di scegliere<br />
fra tre diff erenti tecnologie, identifi<br />
cate ognuna <strong>da</strong> specifi che peculiarità<br />
e con diverse potenze.<br />
A secon<strong>da</strong> delle dimensioni della<br />
superfi cie di contatto (piazzola o<br />
giunto <strong>da</strong> sal<strong>da</strong>re) e della richiesta
Fig. 1 - Tabella per la valutazione dell’utensile più idoneo a secon<strong>da</strong> della richiesta termica (asse Y)<br />
e superficie di contatto (asse X)<br />
termica (definita <strong>da</strong>lle connessioni a<br />
massa e <strong>da</strong>l tipo di componente), con<br />
l’aiuto della tabella riportata in Fig. 1<br />
si può facilmente individuare l’utensile<br />
più idoneo per la specifica lavorazione.<br />
Individuare e utilizzare l’utensile<br />
più appropriato permette di ridurre<br />
le temperature operative e di accorciare<br />
i tempi, ottimizzando così il<br />
processo e allungando parallelamente<br />
la vita delle punte. In pratica permette<br />
di ottenere i migliori risultati operativi<br />
coi minori costi di gestione.<br />
Active Tips – Punte attive<br />
Tale sistema utilizza due micro<br />
utensili basati sulla tecnologia a punte<br />
attive, con sostituzione veloce. Le pun-<br />
te integrano il sensore di temperatura<br />
e la resistenza, offrendo tempi di riscal<strong>da</strong>mento<br />
rapidissimi (100 °C/sec).<br />
<strong>Il</strong> calore, che viene prodotto direttamente<br />
in punta esprimendo al massimo<br />
le prestazioni di riscal<strong>da</strong>mento,<br />
rende questa tecnologia impareggiabile<br />
su microsal<strong>da</strong>ture con elevata richiesta<br />
termica.<br />
Uno dei due utensili è il microstilo<br />
<strong>da</strong> 55 W (WMRP o WXMP), perfetto<br />
per piccole e micro sal<strong>da</strong>ture, dove<br />
è comunque richiesta un’elevata potenza<br />
termica. Piccolo, leggero e <strong>da</strong>lle<br />
eccellenti prestazioni, è particolarmente<br />
apprezzato nell’utilizzo sotto<br />
un microscopio.<br />
La micropinza termica (WMRT o<br />
WXMT), composta <strong>da</strong> due teste <strong>da</strong><br />
40 W ognuna, è praticissima invece<br />
per sal<strong>da</strong>re e dissal<strong>da</strong>re chip SMD<br />
anche molto piccoli (tipo 0402, 0306)<br />
così come per la dissal<strong>da</strong>tura di componenti<br />
dual-in-line grazie all’ampliamento<br />
della gamma di punte.<br />
Entrambi gli utensili sono disponibili<br />
anche nella versione Military<br />
Stan<strong>da</strong>rd (MS), che protegge maggiormente<br />
il sensore in applicazioni<br />
dove alto è il rischio di presenza di<br />
cariche elettrostatiche o correnti parassite,<br />
a cui questa tecnologia è particolarmente<br />
sensibile. Nelle versioni<br />
stan<strong>da</strong>rd (WMRP e WMRT) i relativi<br />
supporti sono provvisti di magnete<br />
che porta in standby o allo spegnimento<br />
(istantaneamente o con ritardo<br />
preprogrammabile) gli utensili quan-<br />
PCB giugno 2013<br />
77
78 PCB giugno 2013<br />
Fig. 2 - Panoramica stili Fast Response<br />
(WXP 65, WXP 120, WXP 200)<br />
do vengono riposti. Per la famiglia<br />
WX sono disponibili i micro utensili<br />
WXMP e WXMT, che utilizzano<br />
le stesse punte delle versioni stan<strong>da</strong>rd,<br />
ma che integrano un sensore di movimento<br />
(per gestire lo standby) e la<br />
memoria per la programmazione dei<br />
parametri operativi.<br />
Fast Response – Risposta<br />
veloce<br />
Gli utensili di questa famiglia stanno<br />
riscontrando un ottimo successo<br />
sul mercato in quanto rappresentano<br />
un’innovativa soluzione che risponde<br />
pienamente alle richieste dell’elettronica<br />
moderna, offrendo tre potenze<br />
per coprire applicazioni differenti<br />
(ved. Fig. 2). Tale famiglia utilizza<br />
punte che rivestono la resistenza alla<br />
perfezione, garantendo un contatto<br />
ottimale con il sensore e sfruttandone<br />
al massimo l’efficienza termica.<br />
<strong>Il</strong> microstilo <strong>da</strong> 65 W (WP 65 o<br />
WXP 65) è ottimo per microsal<strong>da</strong>ture<br />
con elevata richiesta termica e rappre-<br />
senta una vali<strong>da</strong> alternativa alla tecnologia<br />
a punte attive per contenere i<br />
costi di gestione. È veloce nel portarsi<br />
in temperatura e presenta una resistenza<br />
sottile per facilitare il lavoro in<br />
zone con la presenza di componenti<br />
che ne ostacolano l’accesso.<br />
Lo stilo <strong>da</strong> 120 W (WP 120 o<br />
WXP 120) è piccolo e leggero, ma<br />
termicamente molto potente, indicato<br />
per le sal<strong>da</strong>ture di medie e grandi<br />
dimensioni, con elevata richiesta termica.<br />
Lo stilo <strong>da</strong> 200 W (WP 200 o<br />
WXP 200) dispone di una notevole<br />
potenza termica a<strong>da</strong>tta per applicazioni<br />
su giunti di grosse dimensioni,<br />
con elevatissima richiesta termica.<br />
I sal<strong>da</strong>tori della famiglia Fast<br />
Response combinano velocità di riscal<strong>da</strong>mento,<br />
prestazioni eccellenti<br />
e costi di gestione contenuti. Tutti<br />
gli utensili sono disponibili nella versione<br />
stan<strong>da</strong>rd (WP 65, WP 120,<br />
WP 200) oppure nella versione WX<br />
(WXP 65, WXP 120, WXP 200). Le<br />
punte sono compatibili tra le due versioni<br />
(a parità di potenza), ma nella<br />
versione WX le prestazioni vengono<br />
enfatizzate grazie alla comunicazione<br />
digitale tra sensore e unità di controllo,<br />
con il controllo fatto <strong>da</strong> un firmware<br />
particolarmente intelligente. La gestione<br />
operativa è facilitata grazie al-<br />
Fig. 3 - Struttura costruttiva di una punta<br />
la memorizzazione dei parametri, alla<br />
possibilità di impostarli direttamente<br />
<strong>da</strong>lla centralina o tramite software<br />
<strong>da</strong>l pc o, ancora, tramite memory<br />
card USB. La presenza dell’anello a<br />
LED consente di riconoscere istantaneamente<br />
lo stato dell’utensile (luce<br />
fissa = “pronto a lavorare”, luce lampeggiante<br />
= “standby o in riscal<strong>da</strong>mento”,<br />
luce spenta = “spento”), mentre<br />
il sensore di movimento integrato<br />
nell’utensile lo porta automaticamente<br />
a riposo quando non utilizzato, dopo<br />
un tempo preimpostato.<br />
Silver Line – Linea Argento<br />
Silver Line è la linea storica e di<br />
uso universale: gli stili WSP 80 e<br />
WP 80 con le punte LT <strong>da</strong> oltre 15<br />
anni sono tra i più usati al mondo in<br />
ambito professionale per una vastissima<br />
gamma di applicazioni. Gli 80<br />
W di potenza e la vastissima gamma<br />
di punte a basso costo riescono a<br />
soddisfare le esigenze che vanno <strong>da</strong>lla<br />
microelettronica alle sal<strong>da</strong>ture di<br />
medie-grandi dimensioni. Di questa<br />
famiglia fa parte anche il WSP 150,<br />
stilo sal<strong>da</strong>nte <strong>da</strong> 150 W per applicazioni<br />
gravose.<br />
Gli utensili della famiglia WX non<br />
utilizzano questa tecnologia, ma solo<br />
le due precedentemente illustrate.
Fig. 4 - <strong>Il</strong> logo<br />
Weller Genuine è<br />
stato introdotto<br />
a garanzia<br />
dell’originalità<br />
dei prodotti<br />
Nuove leghe sal<strong>da</strong>nti WSW<br />
e nuove punte<br />
A un paio di anni di distanza <strong>da</strong>l lancio<br />
sul mercato della lega sal<strong>da</strong>nte a marchio<br />
Weller, ottimi feedback arrivano <strong>da</strong>gli<br />
utilizzatori che stanno utilizzando il filo<br />
WSW. Grazie alle ottime caratteristiche<br />
chimiche e fisiche, l’utilizzo della Weller<br />
WSW SAC come minimo raddoppia la<br />
vita delle punte (in alcuni casi si torna ai<br />
livelli riscontrati con leghe al piombo),<br />
velocizza le operazioni di sal<strong>da</strong>tura e diminuisce<br />
i tempi di manutenzione.<br />
A seguito di questi ottimi riscontri<br />
ricevuti <strong>da</strong>l mercato la proposta è stata<br />
ampliata e oltre alla già apprezzata SAC<br />
(Sn3.0Ag.5Cu) è ora disponibile anche<br />
la versione SC (Sn0.7Cu), ambedue in<br />
rocchetti <strong>da</strong> 500 gr con diametri compresi<br />
tra 0,5 mm e 1,2 mm (per SAC anche<br />
0,3 mm e 1,6 mm).<br />
Una delle caratteristiche che le contraddistinguono<br />
è l’omogenea distribuzione<br />
del flussante lungo tutto il filo; sono<br />
disponibili nelle versioni con flussante<br />
mediamente attivato (M1, No-clean)<br />
e senza alogenuri L0.<br />
Per avere il meglio <strong>da</strong> questa lega, e<br />
ottimizzare le prestazioni nelle microsal<strong>da</strong>ture,<br />
la divisione R&D di Weller ha<br />
sviluppato una versione speciale di punte<br />
denominata HS (High Speed, alta velocità),<br />
disponibile per punte LT e XNT<br />
di larghezza pari o inferiori agli 1,6 mm.<br />
La versione HS prevede un ridotto strato<br />
di ferro e una più ristretta area bagnabile,<br />
fatto che consente a queste punte di<br />
essere più veloci nel trasferire il calore,<br />
riuscendo a lavorare con dotazione stan<strong>da</strong>rd<br />
su piazzole difficili <strong>da</strong> sal<strong>da</strong>re.<br />
Alla già completa gamma di punte, oltre<br />
alla versione HS, sono stati aggiunti<br />
recentemente ulteriori 31 nuovi modelli<br />
per soddisfare tutte le esigenze. <strong>Il</strong> panorama<br />
delle punte risulta ancor più ricco<br />
e si può scegliere così tra punte lunghe,<br />
corte, ad ago, a cacciavite, a lama (tipo<br />
KN, per PLCC), a cucchiaino (tipo<br />
GW, per sal<strong>da</strong>ture a strisciamento), dritte,<br />
curve o inclinate, bagnabili o non bagnabili<br />
tipo NW. Queste ultime sono<br />
punte particolarmente utili per sal<strong>da</strong>re<br />
chip SMD piccolissimi, dove la lega non<br />
bagna la punta (che quindi non trattiene<br />
il componente), ma scarica solo il calore.<br />
(Ved. Fig. 3)<br />
Weller Genuine<br />
Un’amplissima gamma di punte, vari<br />
livelli di potenza, quattro differenti tecnologie<br />
(considerando la Stan<strong>da</strong>rd Line,<br />
per lavorazioni con bassa richiesta termica),<br />
il tutto per fornire la soluzione più<br />
a<strong>da</strong>tta a ogni specifica applicazione. Per<br />
usufruire appieno della garanzia del produttore<br />
e ottenere il massimo in termini<br />
di prestazioni e durata operativa, bisogna<br />
utilizzare esclusivamente parti originali<br />
Weller acquistabili <strong>da</strong>i distributori<br />
qualificati. Solo le punte originali<br />
Weller garantiscono un perfetto contatto<br />
tra punta e sensore/elemento riscal<strong>da</strong>nte,<br />
garantendo il massimo delle prestazioni<br />
ed evitando di correre il rischio<br />
di <strong>da</strong>nneggiamenti o rotture. A supporto<br />
degli utenti Weller è ora disponibile una<br />
nuova brochure, specifica per l’argomento<br />
punte e sal<strong>da</strong>tori, che si può scaricare<br />
<strong>da</strong>l sito www.weller.eu (disponibile anche<br />
in italiano) nella sezione download.<br />
I sistemi di sal<strong>da</strong>tura e di rilavorazione<br />
Weller soddisfano i requisiti dettati <strong>da</strong>lla<br />
normativa IPC J-STD001 D; nelle versioni<br />
digitali è anche possibile mantenere<br />
ai massimi livelli le prestazioni come<br />
la precisione e la stabilità, tramite la verifica<br />
periodica e l’impostazione dei valori<br />
di offset e di calibrazione.<br />
Apex Tool Srl<br />
www.weller.eu<br />
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che spazia <strong>da</strong>i componenti<br />
microelettronici ai circuiti<br />
stampati, <strong>da</strong>i connettori<br />
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80 PCB giugno 2013<br />
Fabbricanti di<br />
circuiti stampati
Rubrica dedicata ai più importanti costruttori<br />
di PCB, provvista di singole schede<br />
personalizzate e descrizioni dettagliate<br />
delle attività di ogni produttore di<br />
circuiti stampati. Vengono raccolte in<br />
questa sezione aziende che operano su diverse<br />
tipologie di prodotti: <strong>da</strong>i monofaccia ai doppio<br />
strato, <strong>da</strong>i multistrato ai fessibili, <strong>da</strong>i rigidi-fl essibili<br />
ai più avanzati prodotti della printed electronics.<br />
Produttori di circuiti stampati<br />
pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />
Nel corso di tutto il 2013 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente.<br />
Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />
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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con mo<strong>da</strong>lità connesse ai fini, i Suoi <strong>da</strong>ti personali, liberamente<br />
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