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Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia

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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 181<br />

http://gimle.fsm.it<br />

ERGONOMIA<br />

ER 01<br />

ERGONOMIA DELLA POSTAZIONE DI LAVORO:<br />

DAL PROGETTO ALLA PRODUZIONE<br />

S. Spada1 , F. Sessa2 , D. Germanà1 , S. Chiapino1 , L.G. Galante3 ,<br />

A. Baracco4 , M. Coggiola4 1 Fiat Group Automobiles, Manufacturing Engineering - Ergonomics,<br />

Torino, Italy<br />

2 Fiat Group Automobiles, Manufacturing Engineering Southern Italy,<br />

Pomigliano d’Arco, Italy<br />

3 Fiat Group Automobiles, Planning & Control, Torino, Italy<br />

4 Università <strong>di</strong> Torino, Dipartimento T.O.M.L., A.O. CTO Maria<br />

A<strong>del</strong>aide, Torino, Italy<br />

Corrispondenza: Stefania Spada; Email: stefania.spada@fiat.com;<br />

Phone: 011 0047134<br />

RIASSUNTO. Negli ultimi anni, l’ergonomia <strong>di</strong> processo ha avuto<br />

un notevole sviluppo grazie alla spinta <strong>del</strong>le nuove normative europee e<br />

ai progressi fatti dalle aziende in termini <strong>di</strong> metodologie e tecniche orientate<br />

al miglioramento <strong>del</strong>la sicurezza dei posti <strong>di</strong> lavoro negli stabilimenti<br />

produttivi.<br />

Il focus è stato mirato a creare nuovi meto<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> analisi ergonomica<br />

nelle prime fasi <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> produzione quando<br />

è più facile e meno costoso instaurare un ciclo <strong>di</strong> ottimizzazione ergonomica,<br />

che permetta <strong>di</strong> ottenere i migliori risultati in termini <strong>di</strong> sicurezza<br />

e qualità <strong>del</strong> prodotto.<br />

Per raggiungere questi obiettivi, Fiat Group Automobiles (FGA) ha<br />

avviato un programma che punta all’ottimizzazione ergonomica <strong>del</strong>le<br />

postazioni <strong>di</strong> lavoro me<strong>di</strong>ante strumenti <strong>di</strong> simulazione che operano sui<br />

mo<strong>del</strong>li virtuali <strong>del</strong>la vettura e <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> produzione. Questi strumenti<br />

indagano tutti gli aspetti che tipicamente influiscono sul comfort dei lavoratori:<br />

postura, forze, modalità operative e movimentazione manuale<br />

dei carichi. Essi sono basati su meto<strong>di</strong> sviluppati a partire dalle principali<br />

norme tecniche <strong>di</strong> progettazione internazione (ISO, CEN e UNI) per cui<br />

si adeguano facilmente alle realtà globale <strong>del</strong> sistema produttivo <strong>di</strong> FGA<br />

che presenta <strong>di</strong>fferenze in termini <strong>di</strong> normative sulla sicurezza e sull’organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro.<br />

Gli Autori presentano i principali tool realizzati per i suddetti scopi e<br />

mostrano anche le soluzioni adottate per analizzare le criticità specifiche<br />

<strong>del</strong>la produzione nel settore automobilistico partendo dalle in<strong>di</strong>cazioni generali<br />

presenti nelle norme <strong>di</strong> riferimento. L’implementazione dei tool presenta<br />

un’interfaccia estremamente semplificata che ne consente l’utilizzo<br />

non solo da parte <strong>di</strong> ergonomi esperti <strong>di</strong> stabilimento ma anche da parte dei<br />

progettisti fino ad oggi non dotati <strong>di</strong> elevato know-how specifico sulle tematiche<br />

<strong>del</strong>l’ergonomia. Me<strong>di</strong>ante il supporto <strong>di</strong> detti strumenti, gli utenti<br />

possono specificare in input le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro (informazioni sulle<br />

parti da assemblare, <strong>di</strong>mensioni, pesi, ecc.) <strong>ed</strong> ottenere, in output, in<strong>di</strong>cazioni<br />

sul comfort <strong>del</strong> lavoratore secondo opportuni in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> riferimento.<br />

Gli Autori presentano infine una serie <strong>di</strong> casi stu<strong>di</strong>o relativi allo sviluppo<br />

<strong>di</strong> un nuovo mo<strong>del</strong>lo vettura.<br />

Parole chiave: Analisi ergonomiche, Simulazioni virtuali, Analisi<br />

posturali.<br />

INTRODUZIONE<br />

La valutazione ergonomica <strong>del</strong> sovraccarico biomeccanico relativo a<br />

tutto il corpo, valutando il carico statico, il carico <strong>di</strong>namico, le applicazioni<br />

<strong>di</strong> forza, le vibrazioni e la movimentazione manuale dei carichi e,<br />

conseguentemente, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro in relazione alle<br />

operazioni/cicli <strong>di</strong> lavoro e alle posture degli addetti, è volta a garantire<br />

la sicurezza e la salute dei lavoratori nell’ottica <strong>del</strong>la prevenzione e protezione<br />

<strong>del</strong> rischio, affinché si possa avere il miglioramento continuo<br />

<strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong> lavoro e si possa evitare l’insorgenza <strong>del</strong>le malattie<br />

professionali.<br />

Figura 1. Sviluppo Prodotto/Processo<br />

L’ergonomia preventiva gioca un ruolo principale nella progettazione<br />

<strong>di</strong> postazioni <strong>di</strong> lavoro centrate sul benessere <strong>del</strong>l’operatore, con lo<br />

scopo <strong>di</strong> quantificare e ridurre i fattori <strong>di</strong> rischio connessi al processo<br />

produttivo. Progettare ergonomicamente consente <strong>di</strong> pervenire a soluzioni<br />

ottimali in termini ergonomici riducendo anche i costi dovuti agli<br />

interventi correttivi su una linea <strong>di</strong> produzione già esistente.<br />

Nell’ottica <strong>di</strong> tendere verso processi produttivi sempre più efficienti<br />

e standar<strong>di</strong>zzati, dove sicurezza e qualità sono al primo posto fra gli<br />

obiettivi aziendali, FGA conferisce all’ergonomia un ruolo fondamentale<br />

nella valutazione <strong>del</strong>le scelte tecnologiche durante la progettazione <strong>del</strong><br />

processo. In particolare, con l’approvazione <strong>del</strong>le normative CEN e <strong>del</strong>le<br />

corrispondenti norme ISO relative al controllo <strong>del</strong> carico biomeccanico,<br />

si rende necessario ottenere la corretta impostazione dei posti <strong>di</strong> lavoro<br />

già nella fase <strong>di</strong> PROGETTAZIONE.<br />

Per raggiungere tale obiettivo, FGA ha sviluppato nuove metodologie<br />

e strumenti <strong>di</strong> analisi ergonomica, che vengono utilizzati nelle<br />

prime fasi <strong>del</strong>lo Sviluppo Prodotto/Processo - PROGETTAZIONE - e<br />

che permettono <strong>di</strong> completare le restanti fasi - INDUSTRIALIZZA-<br />

ZIONE e PRODUZIONE - solo con benestare ergonomico.<br />

Nel caso in cui la proc<strong>ed</strong>ura <strong>di</strong> analisi virtuale <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> sovraccarico<br />

biomeccanico <strong>del</strong> corpo intero e degli arti superiori applicata su<br />

ogni postazione <strong>di</strong> lavoro in<strong>di</strong>vidui in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio “rosso” (presenza <strong>di</strong><br />

rischio) e “giallo” (potenziale presenza <strong>di</strong> rischio), si attueranno le misure<br />

correttive <strong>di</strong> prevenzione <strong>di</strong> carattere tecnologico legate all’anomalia<br />

ergonomica rilevata. Si ottengono, così, interventi meno costosi<br />

mirati al miglioramento dei risultati in termini <strong>di</strong> sicurezza e qualità <strong>del</strong><br />

prodotto.<br />

METODI E STRUMENTI<br />

Durante la fase <strong>di</strong> progettazione, grazie all’uso sempre più spinto<br />

<strong>del</strong>le simulazioni virtuali, è possibile ricavare tutte le informazioni necessarie<br />

per eseguire una preventiva analisi ergonomica <strong>del</strong>la postazione<br />

<strong>di</strong> lavoro con particolare attenzione a: geometrie, altimetrie, raggiungibilità<br />

degli oggetti, visibilità, facilità <strong>di</strong> movimento.<br />

Durante la fase <strong>di</strong> industrializzazione, l’ergonomia contribuisce alla<br />

definizione <strong>del</strong> metodo verificando le scelte relative alla modalità <strong>di</strong> esecuzione<br />

<strong>del</strong>le operazioni, al bilanciamento <strong>del</strong>la linea, alla scelta <strong>del</strong>le attrezzature.<br />

In stabilimento, è obbligatorio proc<strong>ed</strong>ere alla valutazione dei rischi<br />

per tutte le postazioni manuali, per intervenire con azioni <strong>di</strong> miglioramento<br />

allo scopo <strong>di</strong> mantenere i rischi entro i valori limite <strong>di</strong> accettabilità.<br />

L’ottimizzazione ergonomica eseguita in fase virtuale durante<br />

progettazione e industrializzazione è la strumento vincente per progettare<br />

linee standard, senza vincoli sulle postazioni e ridurre gli interventi<br />

correttivi in fase <strong>di</strong> produzione. Gi aspetti da approfon<strong>di</strong>re riguardano:<br />

• l’assunzione <strong>di</strong> posture incongrue statiche o <strong>di</strong>namiche;<br />

• l’applicazione <strong>di</strong> forze nell’interazione con le macchine/attrezzature;<br />

• la movimentazione manuale <strong>di</strong> carichi: sollevamenti e trasporto <strong>di</strong><br />

oggetti con peso superiore a 3 kg, azioni <strong>di</strong> spinta e traino per spostamenti<br />

superiori a 2 m;<br />

• la manipolazione <strong>di</strong> bassi carichi ad elevata frequenza.<br />

La valutazione <strong>del</strong> rischio connesso al singolo fattore in esame avviene,<br />

in FGA, me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> e strumenti rappresentati nelle tabella I.


182 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 2. Strumenti per l’analisi <strong>del</strong> rischio secondo normative <strong>di</strong> riferimento<br />

Tabella I. Fattori <strong>di</strong> rischio, norme e strumenti FGA<br />

Posture: Human Mo<strong>del</strong><br />

La valutazione dei rischi connessa alla posture viene eseguita in base<br />

a quanto suggerito dalle norme <strong>di</strong> riferimento UNI EN 1005-4 [1] e ISO<br />

11226 [2] le quali, per definire le posture scomode, forniscono in<strong>di</strong>cazioni<br />

sull’angolo che il segmento corporeo d’interesse forma rispetto alla<br />

sua posizione neutra.<br />

FGA ha elaborato un semplice applicativo in excel, Human Mo<strong>del</strong>,<br />

che permette una rapida valutazione <strong>del</strong>la posture in funzione <strong>del</strong>le coor<strong>di</strong>nate<br />

<strong>del</strong> punto da raggiungere (altezza dal piano <strong>di</strong> calpestio e <strong>di</strong>stanza<br />

dal baricentro <strong>del</strong> corpo) e dei vincoli sulla postura (operatore eretto, s<strong>ed</strong>uto,<br />

accovacciato). L’applicativo consente <strong>di</strong> scegliere anche il genere e<br />

il percentile <strong>di</strong> riferimento per l’operatore. In<strong>di</strong>cata la posizione <strong>del</strong><br />

punto da raggiungere, l’applicativo fornisce la postura prevista per l’operatore<br />

e quin<strong>di</strong> i valori numerici che permettono <strong>di</strong> stabilire se la postura<br />

è ergonomicamente accettabile in base ai criteri specificati dalla<br />

norma.<br />

Forze: applicativo Excel<br />

La norma UNI EN 1005-3 [3] fornisce la metodologia per determinare<br />

i limiti <strong>di</strong> forza raccomandati per le interazioni con macchine, attrezzature,<br />

<strong>di</strong>spositivi, etc. FGA ha sviluppo un applicativo in excel che<br />

consente la valutazione <strong>del</strong>le azioni <strong>di</strong> forza secondo il metodo proposto<br />

dalla suddetta norma. I valori massimi <strong>di</strong> forza tutelano la popolazione<br />

lavorativa generale europea nella sua composizione <strong>di</strong> età e genere (Eur<br />

12, 1993) e sono poi corretti da coefficienti <strong>di</strong> riduzione che tengono<br />

conto <strong>del</strong>la velocità <strong>del</strong> movimento, <strong>del</strong>la frequenza e <strong>del</strong>la durata. Il risultato,<br />

confrontato con il valore <strong>del</strong>la specifica azione <strong>di</strong> forza, permette<br />

<strong>di</strong> determinare l’accettabilità o meno <strong>del</strong>l’azione in esame.<br />

Movimentazione manuale dei carichi<br />

Movimentare oggetti pesanti senza un ausilio può costituire un pericolo<br />

per la colonna vertebrale se le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sollevamento non sono<br />

corrette. Le norme UNI EN 1005-2 [4] e ISO 11228 (parti 1 e 2) [5], [6]<br />

forniscono le prescrizioni per una corretta progettazione e la valutazione<br />

dei rischi connessi alle movimentazioni manuali <strong>di</strong> carichi relativi alle<br />

azioni <strong>di</strong>: sollevamento, spinta e traino. FGA ha sviluppato una serie <strong>di</strong><br />

moduli in ambiente excel che consentono una rapida valutazione <strong>del</strong> rischio<br />

in base ai limiti esposti nella norma e ai dati <strong>del</strong> compito in esame.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

Il caso proposto si riferisce all’attività <strong>di</strong> verifica dei contenitori specifici<br />

che FGA progetta per lo stivaggio dei particolari in uscita dalle<br />

linee <strong>di</strong> stampaggio. L’operazione <strong>di</strong> scarico dei pezzi stampati dal nastro<br />

verso il contenitore è un sollevamento che può <strong>di</strong>ventare critico in funzione<br />

<strong>del</strong> peso <strong>del</strong> pezzo, <strong>del</strong>la frequenza <strong>del</strong>l’operazione (imposta dalla<br />

linea) e <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> contenitore. L’analisi eseguita con<br />

l’Human Mo<strong>del</strong> su un caso applicativo, ha messo in evidenza una criticità<br />

posturale per la schiena e per la spalla durante l’esecuzione <strong>del</strong> task.<br />

La soluzione proposta prev<strong>ed</strong>eva:<br />

• azione tecnica: mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong> contenitore sagomando il telaio alla<br />

base in modo da consentire all’operatore <strong>di</strong> entrare parzialmente<br />

dentro il contenitore e aumentando l’altezza <strong>di</strong> deposito;<br />

• azione organizzativa: due operatori su due contenitori <strong>di</strong>versi al<br />

fondo <strong>del</strong>la linea per <strong>di</strong>mezzare la frequenza.<br />

Con questi accorgimenti gli esiti <strong>del</strong>le analisi sono migliorati. È evidente<br />

che le mo<strong>di</strong>fiche sul contenitore non hanno comportato alcun costo<br />

in quanto proposte sul virtuale. Le mo<strong>di</strong>fiche organizzative invece, pur<br />

comportando un raddoppio <strong>di</strong> personale sulla linea, hanno riportato il rischio<br />

entro valori accettabili.<br />

CONCLUSIONE<br />

La catena <strong>di</strong> montaggio, su cui si basa la produzione <strong>di</strong> autovetture,<br />

presenta numerosi fattori <strong>di</strong> rischio per la salute degli operatori, che le<br />

aziende sono obbligate a tutelare. FGA, a questo scopo, ha deciso <strong>di</strong> investire<br />

nella prevenzione da attuare già in fase progettuale per ridurre i<br />

costi degli interventi correttivi. Per raggiungere questo scopo sono <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza gli strumenti che Fiat mette a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

progettisti e tecnologi per eseguire la valutazione dei rischi secondo la<br />

normativa vigente. Tra gli obiettivi aziendali ci sono quin<strong>di</strong> la ricerca e<br />

sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi ergonomica virtuale, la creazione degli standard,<br />

l’aggiornamento <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e database, la costante formazione interna<br />

per portare avanti un miglioramento continuo nella progettazione <strong>di</strong><br />

linee <strong>di</strong> produzione a misura d’uomo.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Norma Europea, UNI EN 1005-4, “Sicurezza <strong>del</strong> macchinario - Prestazione<br />

fisica umana - parte 4: valutazione <strong>del</strong>le posture e dei movimenti<br />

lavorativi in relazione al macchinario”.<br />

2) International Standard ISO 11226:2000, “Ergonomics - Evaluation<br />

of static working postures”.<br />

3) Norma Europea, UNI EN 1005-3, “Sicurezza <strong>del</strong> macchinario - Prestazione<br />

fisica umana - parte 3: limiti <strong>di</strong> forza raccomandati per l’utilizzo<br />

<strong>del</strong> macchinario”.<br />

4) Norma Europea, UNI EN 1005-2, “<strong>Ergonomia</strong> - Movimentazione<br />

manuale - parte 2: spinta e traino”.<br />

5) International Standard ISO 11228-1:2005, “Ergonomics - manual<br />

handling - part 1: lifting and carrying”.<br />

6) International Standard ISO 11228-2:2007, “Ergonomics - manual<br />

handling - part 2: pushing and pulling”.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 183<br />

http://gimle.fsm.it<br />

ER 02<br />

METODI E STRUMENTI DI DIGITAL HUMAN MODELING<br />

PER L’ANALISI ERGONOMICA DELLE POSTAZIONI DI LAVORO:<br />

ADEGUAMENTO ALLO SCENARIO GLOBALE DEL SISTEMA<br />

PRODUTTIVO DI FIAT GROUP AUTOMOBILES<br />

S. Spada1 , F. Sessa2 , L. Ghibaudo3 , A. Baracco4 , M. Coggiola4 ,<br />

S. Chiapino1 , L.G. Galante5 1 Fiat Group Automobiles, Manufacturing Engineering - Ergonomics,<br />

Torino, Italy<br />

2 Fiat Group Automobiles, Manufacturing Engineering Southern Italy,<br />

Pomigliano d’Arco, Italy<br />

3 Politecnico <strong>di</strong> Torino, Department of Mechanical Engineering, Torino,<br />

Italy<br />

4 Università <strong>di</strong> Torino, Dipartimento T.O.M.L., A.O. CTO Maria<br />

A<strong>del</strong>aide, Torino, Italy<br />

5 Fiat Group Automobiles, Planning & Controll, Torino, Italy<br />

Corrispondenza: Stefania Spada; Email: stefania.spada@fiat.com;<br />

Phone: 011 0047134<br />

RIASSUNTO. Negli ultimi anni, i produttori automobilistici hanno<br />

incrementato gli sforzi per sviluppare nuovi meto<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> analisi<br />

ergonomica <strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong> lavoro negli stabilimenti produttivi al fine<br />

<strong>di</strong> ridurre rischi alla salute dei lavoratori e, contemporaneamente, aumentare<br />

la qualità <strong>del</strong> prodotto finale.<br />

Come <strong>di</strong>mostrato anche dalle più recenti teorie dei sistemi produttivi<br />

(come il World Class Manufacturing - WCM - implementato in Fiat<br />

Group Automobiles), il punto chiave per rendere le suddette metodologie<br />

particolarmente efficaci è quello <strong>di</strong> anticiparne la loro applicazione alle<br />

fasi <strong>di</strong> progettazione <strong>del</strong> processo produttivo. In questi momenti infatti,<br />

le mo<strong>di</strong>fiche al progetto sono facilmente realizzabili perché, lavorando<br />

su mo<strong>del</strong>li virtuali <strong>del</strong> prodotto e <strong>del</strong> processo, esse non impattano su<br />

prototipi fisici e quin<strong>di</strong> i relativi costi <strong>di</strong> attuazione sono estremamente<br />

ridotti.<br />

È dunque <strong>di</strong>ventata una priorità fondamentale, la possibilità <strong>di</strong> avere<br />

opportuni meto<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> simulazione virtuale che permettano <strong>di</strong><br />

valutare come impattano i cosiddetti “Fattori Umani” nell’ambito progettazione<br />

<strong>di</strong> una futura postazione <strong>di</strong> lavoro. Questi strumenti devono<br />

anche essere estremamente flessibili per rispondere alle criticità che possono<br />

emergere dai repentini cambiamenti <strong>di</strong> prodotto/processo dovuti all’estrema<br />

variabilità che caratterizza l’attuale mercato automobilistico<br />

mon<strong>di</strong>ale. La flessibilità non riguarda solamente la capacità <strong>di</strong> valutare<br />

alternative <strong>di</strong> progetto in tempi rapi<strong>di</strong> ma anche la possibilità <strong>di</strong> adeguarsi<br />

ai <strong>di</strong>fferenti scenari organizzativi e normativi che possono sorgere da una<br />

realtà produttiva <strong>di</strong> carattere globale.<br />

Gli Autori presentano gli strumenti <strong>di</strong> analisi ergonomica in uso<br />

presso FGA. In particolare, il focus è mirato alle verifiche <strong>di</strong> carattere<br />

posturale e ai relativi tool <strong>di</strong> simulazione virtuale (Digital Human Mo<strong>del</strong>s).<br />

Questi sono basati su un mo<strong>del</strong>lo antropometrico che rispetta standard<br />

internazionali e nazionali (normative CEN e UNI) per cui esso si<br />

adegua facilmente alle specifiche <strong>di</strong> implementazione necessarie per valutare<br />

popolazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti paesi. In particolare, il sistema sviluppato<br />

in FGA permette <strong>di</strong> manipolare <strong>di</strong>namicamente il mo<strong>del</strong>lo biomeccanico<br />

implementato per cui è possibile simulare, in tempo reale, la stessa configurazione<br />

su popolazioni lavorative <strong>di</strong>fferenti in termini <strong>di</strong> sesso, percentile<br />

e antropometria. L’interfaccia <strong>del</strong>l’applicativo risponde alle necessità<br />

dei progettisti per cui il suo utilizzo non necessita <strong>di</strong> una conoscenza<br />

specialistica dei problemi ergonomici e permette <strong>di</strong> ottenere velocemente,<br />

in output, una prima stima <strong>del</strong> confort posturale legato al compito<br />

lavorativo da compiere. Vengono infine presentati alcuni casi stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>ed</strong> applicazioni relative a popolazioni <strong>di</strong>fferenti da quella italiana.<br />

Parole chiave: Digital Human Mo<strong>del</strong>ing, Simulazioni virtuali, Analisi<br />

posturali.<br />

INTRODUZIONE<br />

Negli ultimi anni, il mercato automobilistico mon<strong>di</strong>ale è notevolmente<br />

mutato <strong>di</strong>ventando sempre più competitivo <strong>ed</strong> instabile a causa <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versi fattori che lo hanno influenzato in maniera <strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta.<br />

Le case automobilistiche hanno reagito a questa situazione adottando<br />

una serie <strong>di</strong> “contromisure” basate su alcuni punti chiave: miglioramento<br />

<strong>del</strong>la qualità e <strong>del</strong>la variabilità <strong>del</strong> prodotto, incremento <strong>del</strong>la<br />

flessibilità produttiva <strong>ed</strong> adeguamento ad una realtà non più locale ma<br />

globale, riduzione <strong>del</strong> “time to market” (tempo necessario allo sviluppo<br />

e industrializzazione <strong>di</strong> una nuova vettura). Queste tematiche impattano<br />

sull’organizzazione <strong>del</strong> lavoro negli stabilimenti produttivi in maniera<br />

<strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta e, conseguentemente, hanno richiesto <strong>ed</strong> imposto una<br />

nuova concezione <strong>del</strong>la progettazione <strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong> lavoro. Nei successivi<br />

paragrafi, gli Autori mostrano l’esperienza sviluppata in FGA, focalizzando<br />

l’attenzione sulle problematiche <strong>di</strong> carattere posturale e descrivendo<br />

gli sviluppi che è stato necessario implementare agli usuali<br />

meto<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> progettazione <strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong> lavoro per far<br />

fronte ai nuovi vincoli.<br />

METODI E STRUMENTI<br />

In FGA lo scenario descritto nel prec<strong>ed</strong>ente paragrafo ha comportato<br />

l’adozione <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> innovazione per l’ottimizzazione ergonomica<br />

<strong>del</strong>la postazione <strong>di</strong> lavoro me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> e strumenti <strong>di</strong> simulazione<br />

virtuale. Questi sono stati ritenuti fattori chiave per rispondere alle nuove<br />

esigenze <strong>di</strong> progettazione per <strong>di</strong>versi motivi. Innanzitutto, operando su<br />

mo<strong>del</strong>li virtuali <strong>del</strong>la futura vettura e <strong>del</strong>la corrispondente linea <strong>di</strong> produzione,<br />

essi possono essere utilizzati già nelle prime fasi <strong>di</strong> impostazione<br />

progetto, dove le mo<strong>di</strong>fiche alle soluzioni implementate non impattano<br />

su oggetti fisici per cui non comportano costi eccessivi e sono <strong>di</strong><br />

imme<strong>di</strong>ata realizzazione [1]. In secondo luogo, l’utilizzo <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li parametrici<br />

<strong>di</strong> simulazione si adatta anche ad un rapido mutamento <strong>del</strong>le<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> applicazione per cui, per esempio, <strong>di</strong>venta molto semplice<br />

adeguare lo scenario <strong>di</strong> simulazione ad uno stabilimento produttivo <strong>di</strong>fferente,<br />

caratterizzato da <strong>di</strong>versi vincoli sulle norme ergonomiche e <strong>di</strong><br />

progettazione.<br />

Me<strong>di</strong>ante le simulazioni virtuali, progettisti e designer cominciano,<br />

già dalle prime fasi <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong> prodotto, a verificare la fattibilità <strong>del</strong><br />

processo <strong>di</strong> assemblaggio <strong>del</strong>la futura vettura controllando anche che le<br />

posture <strong>di</strong> lavoro collegate ai task <strong>di</strong> assemblaggio, siano coerenti e rientrino<br />

nei limiti previsti dalle norme internazionali <strong>di</strong> ergonomia. Per<br />

questo scopo, in FGA è stato sviluppato uno strumento <strong>di</strong> analisi posturale<br />

basato su principi <strong>di</strong> Digital Human Mo<strong>del</strong>ing (DHM) che sfrutta<br />

quin<strong>di</strong> tutte le potenzialità <strong>del</strong>le simulazioni virtuali sopra citate [2].<br />

Lo strumento consiste in un manichino virtuale tri<strong>di</strong>mensionale (<strong>di</strong><br />

cui in Fig.1 si possono v<strong>ed</strong>ere la vista frontale e quella laterale) schematizzato<br />

con un insieme <strong>di</strong> segmenti che rappresentano arti inferiori, superiori,<br />

il busto e la testa e che si congiungono in opportuni punti, i “joint”.<br />

Questi punti <strong>di</strong> riferimento sono stati in<strong>di</strong>viduati in accordo con la<br />

normativa [3] che definisce anche la schematizzazione numerica <strong>del</strong>le<br />

movimentazioni svolte dall’operatore e potenzialmente critiche in termini<br />

ergonomici.<br />

L’uso <strong>del</strong>l’applicativo è molto semplice: l’utente fornisce, in input,<br />

l’area <strong>di</strong> lavoro prevista per il compito <strong>di</strong> montaggio da simulare <strong>ed</strong> il sistema,<br />

me<strong>di</strong>ante algoritmi <strong>di</strong> cinematica inversa, fornisce un’ipotesi <strong>di</strong><br />

postura assunta dall’operatore per raggiungere la suddetta area. Specifiche<br />

opzioni influenzano gli algoritmi <strong>di</strong> cinematica inversa consentendo<br />

<strong>di</strong> rappresentare la variazione <strong>di</strong> postura che naturalmente si adotta<br />

in funzione <strong>del</strong>la precisione richiesta per l’esecuzione <strong>del</strong> compito <strong>di</strong> lavoro.<br />

Vengono quin<strong>di</strong> forniti, in output, gli angoli assunti dai segmenti<br />

<strong>del</strong> manichino ovvero quelli che descrivono la posizione <strong>del</strong>le articolazioni<br />

<strong>del</strong>l’operatore. Questi valori sono <strong>di</strong> fondamentale importanza per<br />

la valutazione ergonomica <strong>del</strong>la postazione <strong>di</strong> lavoro: essi possono essere<br />

Figura 1


184 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 2<br />

Figura 3<br />

innanzitutto confrontati con i limiti ritenuti accettabili in termini ergonomici<br />

dalle norme internazionali [3 - Fig. 2]. In questo modo l’utente ottiene<br />

una valutazione numerica (rappresentata anche nella classica forma<br />

a colori: rosso, giallo e verde) <strong>del</strong>la postura legata al compito lavorativo<br />

in esame avendo quin<strong>di</strong> anche un suggerimento <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> come cambiare<br />

soluzioni <strong>di</strong> progetto che presentano, in prima istanza, criticità <strong>di</strong> carattere<br />

posturale.<br />

In secondo luogo, i dati ricavati possono essere forniti in input per la<br />

sezione posturale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci ergonomici più complessi come, per esempio,<br />

EAWS. Così facendo, l’utente può essere aiutato nella valutazione ergonomica<br />

totale <strong>del</strong>la postazione <strong>di</strong> lavoro avendo un fe<strong>ed</strong>back completo<br />

sul comfort <strong>del</strong>l’operatore in funzione <strong>del</strong> carico <strong>di</strong> lavoro assegnato alla<br />

postazione stessa.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

In FGA tutte le postazioni <strong>di</strong> lavoro vengono analizzate con questo<br />

strumento per verificare le criticità <strong>di</strong> carattere posturale. In Fig. 3 è rappresentata<br />

la situazione iniziale <strong>di</strong> una simulazione relativa al prelievo <strong>di</strong><br />

un componente da un contenitore su una linea <strong>di</strong> montaggio relativa ad<br />

un nuovo mo<strong>del</strong>lo vettura in fase <strong>di</strong> progettazione in uno stabilimento europeo,<br />

non italiano, <strong>di</strong> FGA. In base alle quote impostate per tutte le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> presa dal contenitore, il tool ha fornito una valutazione critica<br />

per il piegamento <strong>del</strong> tronco e completamente non accettabile per l’elevazione<br />

<strong>del</strong>la spalla nel caso specifico <strong>del</strong> prelievo degli ultimi due fronti<br />

<strong>di</strong> carico.<br />

Questi valori hanno suggerito agli ergonomi come mo<strong>di</strong>ficare l’area<br />

<strong>di</strong> lavoro non intervenendo sul contenitore (cosa che avrebbe richiesto la<br />

mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> oggetti fisici già esistenti) ma sull’organizzazione <strong>del</strong>la postazione<br />

<strong>di</strong> lavoro, me<strong>di</strong>ante l’inserimento <strong>di</strong> una p<strong>ed</strong>ana. In particolare,<br />

con poche semplici simulazioni si è pervenuti alla corretta altezza <strong>del</strong>la<br />

p<strong>ed</strong>ana facendo rientrare i valori critici all’interno <strong>del</strong>le soglie <strong>di</strong> accettabilità.<br />

CONCLUSIONE<br />

Lo scenario in cui si muove il mercato automobilistico è estremamente<br />

<strong>di</strong>namico e comporta quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>le nuove sfide a cui le case produttrici<br />

hanno risposto anche aggiornando e potenziando le metodologie<br />

<strong>di</strong> progettazione. In particolare, in FGA questo adeguamento ha avuto<br />

successo perché sono state realizzate nuove modalità <strong>di</strong> progettazione<br />

<strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong> lavoro grazie a strumenti che, in tempi rapi<strong>di</strong> e con<br />

estrema semplicità, permettono <strong>di</strong> fare le prime verifiche ergonomiche<br />

sulle future postazioni <strong>di</strong> lavoro nelle fasi iniziali <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>di</strong> una<br />

nuova vettura.<br />

ER 03<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) D. Miller, Y. Park, “Simulation and<br />

Analysis of an Automotive Assembly Operation”,<br />

SAE Paper n. 982117.<br />

2) M. Geyer, B. Rösch, “Human Mo<strong>del</strong>ing<br />

and e-Manufacturing”, SAE Paper n. 2001-<br />

01-2119.<br />

3) International Standard ISO 11226:2000,<br />

“Ergonomics - Evaluation of static working<br />

postures”.<br />

EVIDENZE CLINICO STRUMENTALI NELLE UEWMSDS:<br />

FATTORI CAUSALI E BIOMECCANICA DEL DANNO<br />

A. Tramontana, A. Magrini, A. Neri, G. Alfano, L. Coppeta,<br />

A. Pietroiusti, M. Miegge, L. Veschi, C. Foti<br />

RIASSUNTO. Lo scopo <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è valutare se il sovraccarico<br />

funzionale causi danni all’arto superiore e il grado <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

<strong>del</strong>le strutture anatomiche esaminate; un ulteriore scopo è stabilire<br />

se vi sia una correlazione tra sforzi ripetuti in con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche<br />

sfavorevoli e la presenza <strong>di</strong> un danno precoce.<br />

I risultati ottenuti <strong>di</strong>mostrano che l’insorgenza <strong>di</strong> patologie a carico<br />

<strong>del</strong>l’apparato muscolo scheletrico <strong>del</strong>l’arto superiore, potrebbe essere<br />

causata più facilmente da lavori che sottopongono a sforzi ripetuti e continui<br />

eseguiti in con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche sfavorevoli piuttosto che dall’entità<br />

<strong>del</strong>lo sforzo stesso.<br />

Parole chiave: Alterazioni arto superiore, ultrasuoni, movimenti ripetitivi<br />

arto superiore.<br />

INTRODUZIONE<br />

Le patologie a carico <strong>del</strong>l’apparato muscolo scheletrico <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

(UEWMSDS) costituiscono una realtà nosografica in costante incremento.<br />

(1, 2, 3, 4).<br />

Il soggetto affetto da una sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale o da una periartrite<br />

scapoloomerale, infatti, soffre <strong>di</strong> un impe<strong>di</strong>mento funzionale che lo<br />

costringe ad allontanarsi dal luogo <strong>di</strong> lavoro anche per perio<strong>di</strong> consistenti.<br />

Una alterata biomeccanica <strong>del</strong>l’arto superiore costituisce una vera e<br />

propria <strong>di</strong>sabilità.<br />

La recente letteratura in materia pone sempre <strong>di</strong> più l’accento sul<br />

concetto <strong>di</strong> sovraccarico funzionale.<br />

È questo un processo che interessa i cingoli articolari e le entesi <strong>del</strong>le<br />

strutture muscolo scheletriche <strong>di</strong> soggetti che a causa <strong>del</strong> loro lavoro sollecitano<br />

in maniera continua tali punti chiave dal punto <strong>di</strong> vista biomeccanico. (3)<br />

Nell’inverare il sovraccarico funzionale agiscono fattori determinanti<br />

come la ripetitività <strong>del</strong> gesto, la forza, il tempo <strong>di</strong> esposizione.<br />

Il tempo come fattore causale è <strong>di</strong>rettamente correlato al concetto <strong>di</strong><br />

età <strong>del</strong> soggetto.<br />

Un altro fattore importante è costituito dalla vibrazione.<br />

L’energia vibratoria è oggi stu<strong>di</strong>ata per i suoi effetti positivi a livello<br />

terapeutico. (5)


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 185<br />

http://gimle.fsm.it<br />

A determinate concentrazioni e intensità evoca danno articolare soprattutto<br />

se protratta nel tempo.<br />

Ai fattori causali si aggiungono fattori concausali costituiti dalla <strong>di</strong>atesi<br />

psicologica <strong>del</strong> soggetto, dall’ambiente <strong>di</strong> lavoro in senso in<strong>di</strong>viduale<br />

e sociale. (2)<br />

Gli autori convengono che il sovraccarico funzionale sia alla base <strong>del</strong>le<br />

UEWMSDs (Upper extremity work relat<strong>ed</strong> musculoskeletal Disorders).<br />

La patogenesi <strong>di</strong> tali patologie v<strong>ed</strong>e una prima fase in cui si ingenera<br />

un vizio posturale a causa <strong>del</strong> gesto lavorativo.<br />

Evidentemente una postura viziata altera le catene cinetiche e biomeccaniche<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore con conseguente risentimento funzionale<br />

in tali se<strong>di</strong>. (5)<br />

Possiamo avere quin<strong>di</strong> pazienti sintomatici (es rachialgia) su cui non<br />

vi siano ancora evidenze algiche a carico <strong>del</strong>l’arto superiore.<br />

In tali soggetti è importante elicitare eventuali segni <strong>di</strong> sofferenza<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore onde poterli stu<strong>di</strong>are e prevenire.<br />

Vi è un’altra popolazione <strong>di</strong> soggetti in cui il sintomo a carico <strong>del</strong>l’arto<br />

superiore è già evidente.<br />

In questi soggetti è imperativo porre tempestivamente una <strong>di</strong>agnosi<br />

alla comparsa dei primi sintomi potendo sta<strong>di</strong>are l’eventuale lesione con<br />

evidenti conclusioni <strong>di</strong>agnostico terapeutiche minimizzando i tempi <strong>di</strong><br />

assenza dal lavoro.<br />

Scopo <strong>del</strong> nostro lavoro è valutare se il sovraccarico funzionale ingenera<br />

danni all’arto superiore, in quale percentuale, <strong>ed</strong> il grado <strong>di</strong> coinvolgimento<br />

<strong>del</strong>le strutture anatomiche.<br />

METODO DI STUDIO<br />

Stu<strong>di</strong>are se vi è una correlazione fra sforzi ripetuti in con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche<br />

sfavorevoli e un danno precoce a livello tissutale in senso<br />

qualitativo (degenerazione, <strong>di</strong>strofia, flogosi) e quantitativo (dolore e impe<strong>di</strong>mento<br />

funzionale).<br />

Materiali e meto<strong>di</strong><br />

Abbiamo stu<strong>di</strong>ato tre <strong>di</strong>fferenti gruppi <strong>di</strong> soggetti.<br />

Età: compresa fra i 25 e i 45 anni<br />

Età lavorativa: minimo 4 anni, massimo 6 anni<br />

Arruolamento dei soggetti nello stu<strong>di</strong>o<br />

Tutti i soggetti sono stati informati sulle caratteristiche <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>ed</strong> hanno espresso volontariamente la loro partecipazione allo stu<strong>di</strong>o.<br />

I soggetti sono stati selezionati sulla base dei criteri su detti da un<br />

operatore esterno allo stu<strong>di</strong>o.<br />

Un operatore <strong>di</strong>verso interrogava i soggetti sulla specifica mansione<br />

lavorativa in accordo al documento programmatico consegnato dalle rispettive<br />

aziende presso cui i soggetti erano impiegati.(ad es. uso <strong>di</strong> materiali<br />

vibranti, <strong>di</strong> macchine per incerare i pavimenti <strong>di</strong> peso elevato, strumenti<br />

per l’igiene dentale vibranti e/o dalla forma scomoda da un punto<br />

<strong>di</strong> vista biomeccanico)<br />

Un operatore ha eseguito l’anamnesi e la visita clinica senza essere<br />

a conoscenza <strong>del</strong>la mansione lavorativa <strong>del</strong> soggetto in esame.<br />

Un operatore ha eseguito l’esame ecografico senza essere a conoscenza<br />

<strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> mansione lavorativa svolta dal soggetto né <strong>del</strong>l’esito<br />

<strong>del</strong>l’esame clinico.<br />

Gruppo <strong>di</strong> controllo<br />

Sono stati selezionati soggetti che, a parità <strong>di</strong> anzianità lavorativa,<br />

non erano soggetti a situazioni continue <strong>di</strong> sforzi in con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche<br />

sfavorevoli quali i ricercatori e i me<strong>di</strong>ci in formazione specialistica<br />

in <strong>di</strong>scipline non chirurgiche (es. me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro)<br />

Criteri <strong>di</strong> esclusione<br />

Patologie <strong>del</strong> rachide e <strong>del</strong>le articolazioni già presenti e/o <strong>di</strong>agnosticate.<br />

Sport agonistico extralavorativo.<br />

Altri impieghi e mansioni extralavorative.<br />

Patologie car<strong>di</strong>ovascolari e metaboliche importanti.<br />

Uso <strong>di</strong> farmaci analgesici (fans, cortisone etc.)<br />

Scala <strong>di</strong> valutazione utilizzata: DASH<br />

Ogni soggetto ha compilato in maniera anonima la Dash, ha effettuato<br />

l’esame clinico <strong>ed</strong> è stato sottoposto ad esame ecografico <strong>del</strong>la<br />

spalla, gomito e polso bilateralmente.<br />

Outcome primari:<br />

Degenerazione ten<strong>di</strong>neo muscolare.<br />

Calcificazioni<br />

Compressione nervi (me<strong>di</strong>ano, ulnare)<br />

Infiammazione<br />

Lesioni muscolari, ossee e ten<strong>di</strong>nee<br />

Trofismo muscolare<br />

Outcome secondari:<br />

elasticità dei ten<strong>di</strong>ni<br />

Carattere acuto o cronico <strong>del</strong>le infiammazioni eventuali<br />

Impingement<br />

RISULTATI ED ANALISI STATISTICA<br />

Figura 1<br />

Figura 2<br />

ρ=0,9 R2=ρ2=0,81<br />

I rombi sul grafico rappresentano rispettivamente il gruppo <strong>di</strong> controllo,<br />

quello degli igenisti dentali e quello <strong>del</strong>la coop service (da sinistra a destra)<br />

Figura 3<br />

DASH 38 quesiti con la possibilità <strong>di</strong> risposte da 1 a 5.<br />

Delle tre classi la coop service è stata quella in cui erano più presenti<br />

i dati patologici considerando tutti gli outcome primari nell’insieme.


186 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Un dato interessante è che tale evidenza si è riscontrata maggiormente<br />

in quella sottoclasse <strong>di</strong> lavoratori <strong>del</strong>la coop service sottoposti ad una manzione<br />

teoricamente meno pesante (lavaggio dei vetri e pavimenti) rispetto<br />

ai colleghi che utilizzano macchine complesse come l’inceratura.<br />

Ciò potrebbe significare che il dato essenziale per l’insorgenza <strong>di</strong><br />

una alterazione non è <strong>di</strong>rettamente correlato all’entità <strong>del</strong>lo sforzo, bensì<br />

ad un lavoro a carico <strong>del</strong>l’apparato locomotore protratto nel tempo in<br />

con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche sfavorevoli.<br />

Ciò si verifica quando l’apparato locomotore è continuamente e ripetutamente<br />

sollecitato con leve <strong>di</strong> carico e <strong>di</strong> movimento sfavorevoli rispetto<br />

ai centri assiali <strong>di</strong> movimento e <strong>di</strong> rotazione.<br />

Un pattern ecografico e clinico riscontrato spesso nel gruppo igienisti<br />

dentali è stata la coesistenza <strong>di</strong> compressione nervo me<strong>di</strong>ano polso destro,<br />

calcificazione e degenerazione articolazione scapoloomerale sinistra.<br />

La DASH, questionario autosomministrato ai vari gruppi, conferma<br />

il dato <strong>di</strong> percezione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sagio a carico <strong>del</strong>l’arto superiore maggiore<br />

nei gruppi coop service e igienisti dentali rispetto al gruppo <strong>di</strong> controllo.<br />

LIMITI DELLO STUDIO<br />

Non è stato possibile arruolare un numero più consistente <strong>di</strong> casi.<br />

Non è stato possibile eseguire un esame elettro<strong>di</strong>agnostico e/o elettromiografico<br />

in quei soggetti in cui era stata riscontrata clinicamente<br />

(tinel al polso) e ecograficamente una compressione <strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano.<br />

Pur tuttavia la positività al segno <strong>di</strong> tinel e l’evidenza ecografica<br />

sono sempre state corrispondenti.<br />

CONCLUSIONI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o da noi condotto ci permette <strong>di</strong> affermare che l’insorgenza <strong>di</strong><br />

patologie a carico <strong>del</strong>l’apparato muscolo scheletrico <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

(UEWMSDS) potrebbe essere causata più facilmente in lavoratori sottoposti<br />

a sforzi ripetuti e continui eseguiti in con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche sfavorevoli.Per<br />

con<strong>di</strong>zione biomeccanica sfavorevole inten<strong>di</strong>amo tutte quelle<br />

con<strong>di</strong>zioni in cui gli arti superiori vengono impiegati con leve anatomiche<br />

sfavorevoli rispetto ai centri istantanei <strong>di</strong> rotazione cinematici <strong>del</strong>l’apparato<br />

locomotore <strong>ed</strong> in ambienti in cui non è completamente rispettata o considerata<br />

l’ergonomia degli strumenti e <strong>del</strong>le apparecchiature a <strong>di</strong>sposizione.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Sala E, Torri D, Tomasi C, Apostoli P. Risk assessment for upper extremity<br />

work relat<strong>ed</strong> muscoloskeletal <strong>di</strong>sorders in <strong>di</strong>fferent manufactures<br />

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Laqv Ergon. 2010 Apr-Jun; 32(2): 162-73;<br />

2) Clemente M. Le patologie <strong>del</strong>l’arto superiore nel nuovo elenco <strong>del</strong>le<br />

malattie professionali. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2008;30:3, Suppl, 46-51;<br />

3) Hooftman WE, Van Poppel MNM, Van Der Beek AJ, Bongers PM,<br />

Van Mechelen W. Gender <strong>di</strong>fferences in the relations between workrelat<strong>ed</strong><br />

physical and psychosocial risk factors and musculoskeletal<br />

complaints. Scand J Work Environ Health 2004; 30(4): 261-278;<br />

4) Andersen JH, Haahr JP, Frost P. Risk factors for more severe regional<br />

musuloskeletal symptoms: A two year prospective study of a<br />

general working population. Arthritis & Rheumatism 2007;<br />

56(4):1355-1364;<br />

5) Devereux JJ, Vlachonikolis IG, Buckle PW. Epidemiological study<br />

to investigate potential interaction between physical and psychosocial<br />

factors at work that may increase the risk of symptoms of musculoskeletal<br />

<strong>di</strong>sorder of the neck and upper limb. Occup Environ<br />

M<strong>ed</strong> 2002; 59: 269-277;<br />

ER 04<br />

LA RIPROGETTAZIONE DI POSTAZIONI DI LAVORO<br />

PER OPERATORI POSTALI: IL CONTRIBUTO<br />

DELL’ANALISI CINEMATICA<br />

F. Vinci1 , A. Silvetti2 , A. Ranavolo2 , F. Forzano2 , S. Iavicoli2 ,<br />

G. Donisi2 , R. Russo3 , F. Draicchio2 1 Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore, Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />

2 I NAIL ex-ISPESL, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Laboratorio<br />

<strong>di</strong> Fisiologia, <strong>Ergonomia</strong>, Postura e Movimento<br />

3 Me<strong>di</strong>co Competente Poste Italiane S.p.A.<br />

RIASSUNTO. Lo stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> analizzare la mansione <strong>di</strong> un<br />

operatore <strong>di</strong> sportello confrontando fra <strong>di</strong> loro due <strong>di</strong>versi mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> postazione<br />

<strong>di</strong> lavoro: uno con l’operatore posizionato frontalmente al cliente<br />

e l’altro con la s<strong>ed</strong>uta a 45° rispetto al piano <strong>di</strong> scambio col cliente. Sono<br />

state analizzate le operazioni <strong>di</strong> pagamento <strong>di</strong> un conto corrente (c/c) e<br />

l’accettazione <strong>di</strong> una raccomandata. Tramite un sistema optoelettronico<br />

per l’analisi cinematica <strong>del</strong> movimento è stata effettuata una ricostruzione<br />

tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> ogni task e sono stati calcolati i Range of Motion<br />

(ROM) <strong>del</strong> tronco e <strong>del</strong>l’arto superiore nei tre piani <strong>del</strong>lo spazio.<br />

La postazione a 45° comporta una riduzione <strong>del</strong>le torsioni <strong>del</strong> tronco<br />

e <strong>del</strong> capo nelle attività relative all’uso <strong>del</strong>la stampante. L’aumento <strong>del</strong>l’ampiezza<br />

<strong>del</strong> piano <strong>di</strong> lavoro permette inoltre all’operatore <strong>di</strong> lavorare<br />

in posizione frontale rispetto al monitor. Tuttavia la soluzione adottata<br />

comporta un aumento <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stanza dal piano <strong>di</strong> scambio con il cliente,<br />

che si traduce in una maggiore flessione <strong>di</strong> tronco e spalla <strong>ed</strong> in una maggiore<br />

estensione <strong>del</strong> gomito.<br />

Parole chiave: analisi cinematica, operatore <strong>di</strong> sportello, bancone<br />

postale, design.<br />

INTRODUZIONE<br />

In una postazione <strong>di</strong> lavoro le attrezzature devono essere posizionate<br />

in modo tale che siano facilmente raggiungibili dall’operatore. Oltre alla<br />

raggiungibilità, nel settore terziario (attività commerciali come supermercati,<br />

servizi bancari e postali) per una progettazione ergonomica <strong>del</strong>la<br />

postazione <strong>di</strong> lavoro bisogna tener conto non solo <strong>del</strong>la strumentazione<br />

in dotazione, ma anche <strong>del</strong>la modalità <strong>di</strong> interazione fra cliente <strong>ed</strong> operatore.<br />

Piccole mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> raggiungibilità e <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>del</strong>le attrezzature per l’interazione col cliente possono avere un<br />

considerevole impatto sulla produttività e sul rischio da sovraccarico biomeccanico.<br />

Sengupta (Sengupta & Das, 2004) ha anche evidenziato la<br />

<strong>di</strong>pendenza <strong>del</strong> <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico dai livelli <strong>di</strong> raggiungibilità. In passato<br />

sono stati svolti parecchi <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> sulle aree <strong>di</strong> raggiungibilità<br />

molto spesso in con<strong>di</strong>zioni statiche, cioè senza il contributo <strong>del</strong> movimento<br />

<strong>del</strong> tronco (Sengupta & Das 2000, Das & Behara 1995, Haslegrave<br />

1986, Roth et al. 1977) e, più recentemente, anche in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>namiche<br />

(Holman et al. 2008). L’ufficio postale rappresenta una classica<br />

postazione <strong>di</strong> lavoro al videoterminale caratterizzata dall’interazione<br />

cliente/operatore. Sono possibili <strong>di</strong>verse soluzioni progettuali per rispondere<br />

a questo tipo <strong>di</strong> attività. In riferimento alle aree <strong>di</strong> raggiungibilità e<br />

all’interfaccia cliente/operatore è stata esaminata la mansione <strong>di</strong> un operatore<br />

<strong>di</strong> sportello confrontando fra loro due <strong>di</strong>versi mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> postazione<br />

<strong>di</strong> lavoro. Nella prima soluzione progettuale <strong>di</strong> tipo lineare l’operatore<br />

era posizionato frontalmente al cliente. Nel secondo mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong><br />

postazione, <strong>di</strong> tipo angolare, l’operatore era s<strong>ed</strong>uto a 45° rispetto al piano<br />

<strong>di</strong> scambio col cliente, ma allineato con il monitor e la tastiera. La figura<br />

1 mostra le <strong>di</strong>mensioni e il layout <strong>del</strong>le due postazioni. Il rettangolo<br />

grigio rappresenta la postazione lineare. Lo spazio <strong>del</strong>imitato dalla linea<br />

tratteggiata si riferisce alla postazione <strong>di</strong> tipo angolare.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Tramite un sistema optoelettronico per l’analisi cinematica <strong>del</strong> movimento<br />

(BTS, Smart-E) (Ferrigno & P<strong>ed</strong>otti, 1985) è stato possibile effettuare<br />

una ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> ogni task e sono stati calcolati<br />

i ROM <strong>del</strong> tronco, <strong>del</strong> capo e <strong>del</strong>l’arto superiore nei tre piani <strong>del</strong>lo<br />

Figura 1. Disegno schematico <strong>del</strong>le superfici <strong>del</strong>le due postazioni; l’area<br />

grigia mostra quella lineare, l’area tratteggiata la postazione angolare


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 187<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 2. L’operatore è impegnato ad inserire il c/c nella stampante<br />

durante le acquisizioni. Si possono notare i <strong>di</strong>versi marcatori utilizzati<br />

spazio. La figura 2 mostra l’operatore impegnato nell’inserimento <strong>di</strong> un<br />

conto corrente durante le acquisizioni. I marcatori sono stati posizionati<br />

nei seguenti punti <strong>di</strong> repere anatomici: tre marcatori sulla regione me<strong>di</strong>ofrontale<br />

e temporale destra e sinistra <strong>del</strong> capo, due marcatori su C7 e T2,<br />

<strong>ed</strong> in entrambi i lati un marcatore su acromion, oleocranon, ra<strong>di</strong>o, ulna e<br />

terza falange <strong>del</strong> <strong>di</strong>to me<strong>di</strong>o. Sono stati posizionati, infine, anche due<br />

marcatori sul bordo inferiore <strong>del</strong>lo schienale <strong>del</strong>la se<strong>di</strong>a.<br />

Sono state analizzate le operazioni più frequenti e che presentavano<br />

maggiori criticità: 1) pagamento <strong>di</strong> un c/c; 2) accettazione <strong>di</strong> una racco-<br />

mandata. Queste due operazioni sono state poi scomposte, nelle seguenti<br />

subtask: 1a) prelevamento <strong>di</strong> un c/c e carta bancomat; 1b) prelevamento<br />

dei sol<strong>di</strong> dalla vaschetta; 1c) posizionamento <strong>del</strong> c/c nella stampante; 1d)<br />

accettazione <strong>del</strong> bancomat; 1e) inserimento nella stampante <strong>del</strong>la ricevuta<br />

<strong>di</strong> pagamento; 1f) prelievo <strong>del</strong>la ricevuta <strong>del</strong> c/c e ricevuta bancomat<br />

dalla stampante e consegna al cliente; 1g) inserimento <strong>del</strong>le banconote<br />

nella roller cash; 1h) prelevamento <strong>del</strong>le banconote dalla roller cash e<br />

consegna <strong>del</strong> resto; 2a) prelevamento <strong>di</strong> un modulo <strong>del</strong>la raccomandata e<br />

<strong>del</strong>la lettera dalla vaschetta e pesatura <strong>del</strong>la busta; 2b) prelievo <strong>del</strong>la lettera<br />

dalla bilancia, etichettatura <strong>di</strong> questa e suo inserimento in apposito<br />

contenitore; 2c) lettura <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce a barre <strong>del</strong> modulo raccomandata e suo<br />

inserimento nella stampante.<br />

RISULTATI<br />

Nelle figure 3 e 4 si può notare la <strong>di</strong>versa posizione <strong>di</strong> partenza <strong>del</strong>l’operatore<br />

rispettivamente nella postazione angolare, in cui l’operatore<br />

è allineato con il monitor e la tastiera, <strong>ed</strong> in quella lineare, con l’operatore<br />

posto frontalmente al piano <strong>di</strong> scambio con il cliente. I risultati mostrano<br />

come la postazione angolare comporti una riduzione <strong>del</strong>le torsioni<br />

<strong>del</strong> tronco e <strong>del</strong> capo nelle attività relative all’uso <strong>del</strong>la stampante posta<br />

sul fianco sinistro <strong>del</strong>l’operatore (Figure 5 e 6) <strong>ed</strong> anche una riduzione<br />

<strong>del</strong>l’inclinazione laterale <strong>del</strong> tronco in quanto con questa soluzione progettuale<br />

la stampante è collocata allo stesso livello <strong>di</strong> tutte le altre attrezzature<br />

e non più in basso, come invece avviene nella soluzione progettuale<br />

lineare attualmente in uso.<br />

L’aumento <strong>del</strong>l’ampiezza <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> lavoro favorisce un miglioramento<br />

<strong>del</strong>la postazione dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>lo spazio <strong>di</strong>sponibile per<br />

i vari <strong>di</strong>spositivi e permette all’operatore <strong>di</strong> lavorare in posizione frontale<br />

rispetto al monitor. Tuttavia, la soluzione adottata comporta un aumento<br />

<strong>del</strong>la <strong>di</strong>stanza dal piano <strong>di</strong> scambio con il cliente, che si traduce<br />

in una maggiore flessione <strong>di</strong> tronco e spalla <strong>ed</strong> in una maggiore estensione<br />

<strong>del</strong> gomito.<br />

Figura 3. Posizione <strong>di</strong> partenza postazione angolare Figura 4. Posizione <strong>di</strong> partenza postazione lineare<br />

Figura 5. Inserimento <strong>del</strong> c/c nella stampante nella postazione angolare Figura 6. Inserimento <strong>del</strong> c/c nella stampante nella postazione lineare


188 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

DISCUSSIONE<br />

I dati cinematici hanno permesso <strong>di</strong> ottenere utili informazioni relative<br />

ai ROMs <strong>ed</strong> alle aree <strong>di</strong> raggiungibilità <strong>del</strong>l’operatore <strong>di</strong> sportello<br />

<strong>del</strong>l’ufficio postale <strong>ed</strong> hanno suggerito una mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>la soluzione progettuale<br />

proposta, che riducesse in parte la <strong>di</strong>stanza cliente-operatore. La<br />

tecnologia utilizzata ha fornito la possibilità <strong>di</strong> oggettivare le criticità<br />

<strong>del</strong>la postazione in una fase ancora prototipale, consentendo <strong>di</strong> verificare,<br />

a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> software <strong>di</strong> simulazione virtuali, la reale interazione<br />

operatore-layout. I sistemi utilizzati consentono quin<strong>di</strong>, grazie ai dati che<br />

possono essere estratti, <strong>di</strong> fornire utili in<strong>di</strong>cazioni non solo al Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong><br />

<strong>Lavoro</strong>, che può meglio gestire il protocollo sanitario, ma anche alle altre<br />

figure coinvolte nel sistema <strong>del</strong>la prevenzione per poter arrivare ad una<br />

più completa e reale valutazione <strong>del</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico.<br />

La tecnologia adottata risulta, infine, utile anche ai progettisti, che<br />

avvalendosi <strong>di</strong> questi dati potranno stu<strong>di</strong>are i layout <strong>del</strong>le postazioni <strong>di</strong><br />

lavoro in cui si ponga l’attenzione alla postura <strong>ed</strong> al movimento <strong>del</strong> lavoratore<br />

e non solo al processo <strong>di</strong> produzione.<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Si ringraziano gli studenti Felix Chiocchetti e Alex Sapelza <strong>del</strong><br />

corso <strong>di</strong> Laurea triennale in Tecniche <strong>del</strong>la Prevenzione <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

e dei Luoghi <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore, s<strong>ed</strong>e<br />

<strong>di</strong> Bolzano.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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Ergonomics, 43, 1390-1404.<br />

ER 05<br />

PREVALENZA DI DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI IN GRUPPI<br />

DI LAVORATORI: CONFRONTO TRA LE PREVALENZE OTTENIBILI<br />

MEDIANTE QUESTIONARI E VISITA MEDICA<br />

Vincenzo Occhionero1 , Gianluca Corona2 , Elisabetta Frascari1 ,<br />

Fabriziomaria Gobba1,3 1 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>-Università <strong>di</strong><br />

Modena e Reggio Emilia<br />

2 Coor<strong>di</strong>natore dei Me<strong>di</strong>ci Competenti <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliero-<br />

Universitaria Policlinico <strong>di</strong> Modena<br />

3 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università <strong>di</strong> Modena e Reggio<br />

Emilia<br />

RIASSUNTO. Un problema ancora aperto degli stu<strong>di</strong> sulla prevalenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscolo scheletrici valutati me<strong>di</strong>ante questionari è la<br />

rappresentatività. Su queste basi ci si è proposti <strong>di</strong> condurre uno stu<strong>di</strong>o<br />

al fine <strong>di</strong> confrontare i risultati sui <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici e la <strong>di</strong>sabilità<br />

a carico <strong>di</strong> vari segmenti corporei, rilevabili me<strong>di</strong>ante auto-somministrazione<br />

<strong>del</strong> Nor<strong>di</strong>c Musculoskeletal Questionnaire con i risultati<br />

<strong>di</strong> una successiva visita me<strong>di</strong>ca. Sono stati stu<strong>di</strong>ati 105 studenti e 90 infermieri.<br />

Negli studenti il questionario ha mostrato prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

più alte al collo (30%), rachide lombare (28%), ginocchio (21%)<br />

e mano/polso (14%); le prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi per gli stessi <strong>di</strong>stretti, ot-<br />

tenute in base ai risultati <strong>del</strong>la visita me<strong>di</strong>ca, sono inferiori, rispettivamente:<br />

1%, 10%, 0 e 2%.<br />

Negli infermieri, il questionario ha rilevato le seguenti prevalenze:<br />

rachide lombare (76,7%), collo (64,5%), spalla (51%), rachide dorsale<br />

(42,3%) e mano/polso (37,8%), mentre negli stessi <strong>di</strong>stretti, le prevalenze<br />

ottenute dalla visita me<strong>di</strong>ca sono rispettivamente: 52,3%, 24,5%,<br />

12,3%, 11% e 8%.<br />

Per quanto riguarda il confronto questionario-visita nel gruppo studenti<br />

la sensibilità è molto variabile, la specificità và da 0,7 a 0,96; il<br />

grado <strong>di</strong> concordanza (K <strong>di</strong> Cohen) è risultato piuttosto basso (0,05-<br />

0,47). Nel gruppo infermieri, la sensibilità varia da 0,64 a 1, la specificità<br />

da 0,4 a 0,9, il K <strong>di</strong> Cohen è risultato essere <strong>di</strong>screto/buono per rachide<br />

lombare, anca/coscia e ginocchio.<br />

Questi risultati, suggeriscono che i questionari auto-somministrati<br />

possano essere un utile strumento <strong>di</strong> screening preliminare con un minimo<br />

numero <strong>di</strong> falsi negativi, ma che sovrastimino la prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

muscoli scheletrici.<br />

Parole chiave: Disturbi muscolo-scheletrici; visita me<strong>di</strong>ca; Nor<strong>di</strong>c<br />

Musculoskeletal Questionnaire.<br />

INTRODUZIONE<br />

In letteratura scientifica esistono numerosi stu<strong>di</strong> sulla prevalenza dei<br />

<strong>di</strong>sturbi muscolo scheletrici (DMS) lavoro correlati in gruppi <strong>di</strong> lavoratori,<br />

molti condotti me<strong>di</strong>ante l’applicazione <strong>di</strong> questionari, somministrati<br />

da personale sanitario oppure auto-compilati. I risultati in<strong>di</strong>cano elevate<br />

prevalenze in vari gruppi <strong>di</strong> lavoratori, tra i quali il personale infermieristico<br />

(1, 2). Un importante problema dei risultati ottenuti me<strong>di</strong>ante questionari,<br />

in particolare quelli auto-compilati, è la loro rappresentatività,<br />

ovvero la loro concordanza con i risultati ottenibili dalla visita me<strong>di</strong>ca.<br />

Pochi sono stati gli stu<strong>di</strong> che hanno confrontato le prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

rilevate me<strong>di</strong>ante questionari con gli esiti <strong>del</strong>le visite me<strong>di</strong>che, <strong>ed</strong> i risultati<br />

ottenuti sono <strong>di</strong>fformi (3,4,5). Su queste basi ci si è proposti <strong>di</strong> condurre<br />

uno stu<strong>di</strong>o su alcuni gruppi <strong>di</strong> lavoratori me<strong>di</strong>ante somministrazione<br />

<strong>del</strong> Nor<strong>di</strong>c Musculoskeletal Questionnaire (NMQ) (6), questionario<br />

standar<strong>di</strong>zzato per auto-somministrazione con lo scopo <strong>di</strong> confrontare<br />

i risultati ricavati dal questionario con quelli <strong>di</strong> una successiva visita<br />

me<strong>di</strong>ca, al fine <strong>di</strong> valutare la sovrapponibilità dei dati.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati selezionati i seguenti campioni:<br />

– 105 studenti (84 femmine, 21 maschi) <strong>del</strong> primo anno <strong>del</strong> CdL in<br />

Scienze Infermieristiche (età me<strong>di</strong>a: 21,06±3,53 anni);<br />

– 90 infermieri (60 f., 30 m.) esposti a rischio da movimentazione manuale<br />

<strong>di</strong> pazienti da più <strong>di</strong> 5 anni (età me<strong>di</strong>a: 39±7,53 anni).<br />

Nel campione è stato raccolto per auto-somministrazione il NMQ,<br />

<strong>ed</strong> è stata effettuata una visita me<strong>di</strong>ca da parte <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co Competente<br />

<strong>del</strong>l’azienda Osp<strong>ed</strong>aliero-Universitaria-Policlinico <strong>di</strong> Modena.<br />

Per entrambi i gruppi, le prevalenze <strong>di</strong> sintomi e <strong>di</strong>sabilità presenti<br />

nell’ultimo anno rilevate dal questionario, sono state confrontate con i risultati<br />

<strong>del</strong>la visita me<strong>di</strong>ca, considerandola positiva sulla base <strong>del</strong> dato<br />

anamnestico e/o <strong>del</strong> riscontro all’esame obiettivo.<br />

Il confronto tra i risultati <strong>del</strong> NMQ e <strong>del</strong>la visita me<strong>di</strong>ca, è stato condotto<br />

me<strong>di</strong>ante il calcolo <strong>del</strong>la sensibilità, specificità, valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo<br />

(vpp) e negativo (vpn), con i corrispettivi intervalli <strong>di</strong> confidenza al<br />

95%, e, infine, tramite il calcolo <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> concordanza (test Kappa <strong>di</strong><br />

Cohen). I dati sono stati elaborati con il package statistico SPSS.<br />

RISULTATI<br />

Nel gruppo <strong>di</strong> studenti, le prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi, rilevate tramite<br />

questionario, risultano essere più elevate al collo (30%), rachide lombare<br />

(28%), ginocchio (21%) e mano/polso (14%) (Fig. 1); per gli stessi <strong>di</strong>stretti,<br />

le prevalenze dei <strong>di</strong>sturbi ottenute dalla visita me<strong>di</strong>ca, sono state<br />

molto inferiori, rispettivamente <strong>del</strong> 1%, 10%, 0 e 2% (Fig. 1).<br />

Nel gruppo infermieri le prevalenze rilevate con il questionario risultano<br />

più elevati al rachide lombare (76,7%), collo (64,5%), spalla<br />

(51%), rachide dorsale (42,3%) e mano/polso (37,8%) (Fig. 2). La visita<br />

me<strong>di</strong>ca, negli stessi segmenti, ha mostrato prevalenze rispettivamente<br />

<strong>del</strong>: 52,3%, 24,5%, 12,3%, 11% e 8% (Fig. 2).<br />

Per quanto riguarda il confronto questionario-visita, negli studenti,<br />

la sensibilità è molto variabile, da non calcolabile (per l’assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

riscontrata alla visita) a 1; la specificità da 0,7 a 0,96; il vpp da 0<br />

a 0,26; il vpn da 0,99 a 1; il grado <strong>di</strong> concordanza (K <strong>di</strong> Cohen), varia


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http://gimle.fsm.it<br />

Figura 1. Prevalenze <strong>di</strong> DMS <strong>ed</strong> impe<strong>di</strong>menti rilevati tramite NMQ<br />

e tramite visita me<strong>di</strong>ca nel gruppo Studenti<br />

Figura 2. Prevalenze <strong>di</strong> DMS <strong>ed</strong> impe<strong>di</strong>menti rilevati tramite NMQ<br />

e tramite visita me<strong>di</strong>ca nel gruppo Infermieri<br />

in funzione <strong>del</strong>le localizzazioni, ma è comunque piuttosto basso (0,05-<br />

0,47) (Tab. I). Il numero <strong>di</strong> falsi negativi risulta essere estremamente ridotto:<br />

2 su 105.<br />

Negli infermieri, la sensibilità varia da 0,64 a 1 (in un solo caso non<br />

è calcolabile); la specificità da 0,4 a 0,9; il vpp da 0 a 0,6 e il vpn da 0,86<br />

a 1; il K <strong>di</strong> Cohen risulta compreso tra 0,15 e 0,6 se si utilizzano per il<br />

calcolo i dati <strong>del</strong> questionario relativi ai <strong>di</strong>sturbi presenti negli ultimi 12<br />

mesi; facendo riferimento, invece, agli impe<strong>di</strong>menti assume valori compresi<br />

tra 0,2 e 0,7(Tab. II). In questo gruppo, i falsi negativi sono dovuti<br />

(in 6 casi su 7) ad un errore dei lavoratori nella localizzazione corporea<br />

<strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo tra rachide dorsale e lombare. Tenendo conto <strong>di</strong> questo dato,<br />

per il rachide dorsale avremmo ottenuto i seguenti risultati: sensibilità<br />

0,9 (0,82-0,96), specificità 0,61 (0,5-0,71), vpp 0,24 (0,16-0,35), vpn<br />

0,98 (0,92-0,99); per il rachide lombare: sensibilità 1 (0,95-1), specificità<br />

0,42 (0,32-0,53), vpp 0,65 (0,54-0,78) vpn 1 (0,95-1).<br />

DISCUSSIONE<br />

Da un confronto con la letteratura emerge che le prevalenze <strong>di</strong> DMS<br />

rilevate tramite questionario nei nostri gruppi sono simili a quelle segnalate<br />

in altri stu<strong>di</strong> in entrambi i gruppi analizzati (2,7). Da questo punto <strong>di</strong><br />

vista, pertanto, la casistica in esame risulterebbe complessivamente rappresentativa.<br />

Per il confronto tra visita e questionario, abbiamo ottenuto risultati<br />

variabili in base al gruppo e ai vari <strong>di</strong>stretti corporei: negli infermieri la<br />

concordanza è buona o <strong>di</strong>screta per collo, spalla, rachide lombare,<br />

anca/coscia e ginocchio mentre è risultata bassa negli altri <strong>di</strong>stretti; negli<br />

studenti è risultata <strong>di</strong>screta nel solo rachide lombare.<br />

I pochi stu<strong>di</strong> sulla concordanza tra questionario e visita me<strong>di</strong>ca finora<br />

pubblicati in letteratura scientifica hanno fornito risultati piuttosto<br />

<strong>di</strong>scordanti: ad es. un’ottima sensibilità è stata osservata da Ohlsson et al.<br />

(1) per le spalle (92%), e <strong>di</strong> poco inferiore per altre regioni (79% per il<br />

gomito, 67% per mano/polso, 66% per collo), mentre Toomingas et al.<br />

Tabella I. Kappa <strong>di</strong> Cohen, sensibilità, specificità, valore pre<strong>di</strong>ttivo<br />

positivo (VPP) e negativo (VPN) <strong>del</strong> questionario Nor<strong>di</strong>c<br />

rispetto alla visita me<strong>di</strong>ca nel gruppo Studenti<br />

Tabella II. Kappa <strong>di</strong> Cohen, sensibilità, specificità, valore pre<strong>di</strong>ttivo<br />

positivo (VPP) e negativo (VPN) <strong>del</strong> questionario Nor<strong>di</strong>c<br />

rispetto alla visita me<strong>di</strong>ca nel gruppo Infermieri<br />

(2) hanno osservato prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi ottenute tramite questionario<br />

più elevate rispetto a quanto riscontrato in una successiva visita me<strong>di</strong>ca,<br />

con un grado <strong>di</strong> concordanza (K <strong>di</strong> Cohen) molto basso (0-0,5); infine,<br />

uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Perrault et al. (3) sui <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> collo e spalle, mostrò i seguenti<br />

risultati: Kappa <strong>di</strong> Cohen tra 0,19-0,54; sensibilità <strong>del</strong> questionario<br />

tra il 19 e il 66% e specificità tra il 79 e il 99%.<br />

I dati <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o sono complessivamente in accordo con quelli<br />

<strong>di</strong> Ohlsson e Perrault soprattutto per il gruppo <strong>di</strong> Infermieri e con quelli<br />

<strong>di</strong> Toomingas per quanto riguarda il gruppo Studenti.<br />

Comunque, sembra opportuno osservare il ridottissimo numero <strong>di</strong><br />

falsi negativi ottenibili me<strong>di</strong>ante questionario, tenendo soprattutto in<br />

considerazione l’errore <strong>di</strong> localizzazione riscontrato, evidenziato in prec<strong>ed</strong>enza.<br />

CONCLUSIONI<br />

Questi risultati, suggeriscono che i questionari auto-somministrati<br />

possano essere un utile strumento <strong>di</strong> screening per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi/<strong>di</strong>sabilità<br />

muscolo scheletrici e che comportino un ridotto numero<br />

<strong>di</strong> falsi negativi, ma che i risultati ottenuti abbiano una concordanza rispetto<br />

alle visite me<strong>di</strong>che buona o <strong>di</strong>screta solo per alcune localizzazioni<br />

e che conducano ad una sovrastima dei <strong>di</strong>sturbi e <strong>di</strong>sabilità.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Alexopoulos EC, Burdorf A, Kalokerinou A. Risk factors for musculoskeletal<br />

<strong>di</strong>sorders among nursing personnel in Greek hospitals.<br />

Int Arch Occup Environ Health. 2003;76:289-94.<br />

2) Smith DR, Leggat PA. Musculoskeletal <strong>di</strong>sorders among rural Australian<br />

nursing students. Aust J Rural Health. 2004;12:241-5.<br />

3) Ohlsson K., Attewell R.G., Johnsson B., Ahlm A., Skerfving S. An<br />

assessment of neck and upper extremity <strong>di</strong>sorders by questionnaire<br />

and clinical examination Ergonomics. 1994; 37:891-7.


190 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

4) Toomingas A, Németh G, Alfr<strong>ed</strong>sson L. Self-administer<strong>ed</strong> examination<br />

versus conventional me<strong>di</strong>cal examination of the musculoskeletal<br />

system in the neck, shoulders, and upper limbs. J Clin Epidemiol.<br />

1995;48:1473-83<br />

5) Perreault N., Brisson C., Dionne CE., Montreuil S., Punnett L.<br />

Agreement between a self-administer<strong>ed</strong> questionnaire on musculoskeletal<br />

<strong>di</strong>sorders of the neck-shoulder region and a physical examination.<br />

BMC Musculoskelet Disord. 2008; 9:34.<br />

6) Kuorinka I., Jonsson B., Kilbom A., Vinterberg H., Biering-Sorensen<br />

F., Andersson G., Jorgensen K. Standar<strong>di</strong>s<strong>ed</strong> Nor<strong>di</strong>c Questionnaires<br />

for the analysis of musculoskeletal symptoms. Appl<br />

Ergon. 1987;18:233-7.<br />

7) Smith DR, Choe MA, Jeon MY, Chae YR, An GJ, Jeong JS. Epidemiology<br />

of musculoskeletal symptoms among Korean hospital<br />

nurses. Int J Occup Saf Ergon. 2005;11(4):431-40.<br />

ER 06<br />

SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: MALATTIA PROFESSIONALE<br />

O PATOLOGIA CORRELATA AL LAVORO?<br />

E. Noto Laddeca, M. Fior<strong>di</strong>spina, F. Faragone, S. La Bua,<br />

C. Infurna Buscarino, C. Colaianni, G. Lacca, D. Picciotto<br />

Dipartimento dei Servizi Centrali d’Osp<strong>ed</strong>ale - U.O. <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong><br />

<strong>Lavoro</strong> e Malattie Professionali - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo<br />

RIASSUNTO. La sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale costituisce la più frequente<br />

neuropatia da compressione <strong>del</strong>l’arto superiore, originando dall’intrappolamento<br />

<strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano nel canale carpale. Nel determinismo<br />

<strong>del</strong>la sua comparsa risultano coinvolti numerosi fattori (prec<strong>ed</strong>enti<br />

fratture, traumatismi cronici, sport, hobbies, attività casalinghe).<br />

Vieppiù, è noto che tale malattia riconosce come primo momento etiopatogenetico<br />

non solo ripetuti movimenti <strong>di</strong> flesso-estensione <strong>del</strong> polso, ma<br />

anche malattie sistemiche o con<strong>di</strong>zioni parafisiologiche (menopausa,<br />

gravidanza). La sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale, se “secondaria” si manifesta<br />

generalmente con carattere <strong>di</strong> bilateralità soprattutto in donne tra i<br />

30 <strong>ed</strong> i 60 anni. Di conseguenza risulta fondamentale, nel riconoscimento<br />

<strong>di</strong> una STC come malattia professionale, stabilire se la genesi sia prettamente<br />

professionale, ovvero connessa unicamente all’attività lavorativa<br />

svolta, o se <strong>di</strong>versamente possa essere considerata una patologia associata<br />

al lavoro, provocata o aggravata dall’azione concomitante <strong>di</strong> fattori<br />

professionali e non.<br />

Nel nostro stu<strong>di</strong>o abbiamo preso in considerazione un campione <strong>di</strong><br />

videoterminalisti allo scopo <strong>di</strong> verificare la presenza <strong>di</strong> STC, attraverso<br />

la ricerca <strong>di</strong> sintomi soggettivi e segni obbiettivi, associati o meno alla<br />

presenza <strong>di</strong> un’anamnesi positiva per <strong>di</strong>sendocrinopatie, amiloidosi, mesenchimopatie,<br />

insufficienza renale cronica in terapia sostitutiva o conservativa,<br />

<strong>di</strong>abete mellito, menopausa, gravidanza al fine <strong>di</strong> stabilire se<br />

l’attività lavorativa sia in grado <strong>di</strong> determinare una più elevata incidenza<br />

e prevalenza in particolari gruppi <strong>di</strong> lavoratori (esposti al m<strong>ed</strong>esimo rischio)<br />

rispetto alla popolazione generale.<br />

Parole chiave: Sindrome Tunnel carpale, Videoterminalisti, Malattia<br />

Professionale.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il tunnel carpale è la s<strong>ed</strong>e <strong>del</strong>la più frequente neuropatia a carico <strong>del</strong>l’arto<br />

superiore, risultando dalla compressione <strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano nel canale<br />

carpale, spazio <strong>del</strong>imitato superiormente dal legamento trasverso <strong>del</strong><br />

carpo. Nel suo determinismo si possono chiamare in causa vari e molteplici<br />

fattori: locali (pregresse fratture, traumatismi cronici professionali e<br />

non), legati alla pre<strong>di</strong>sposizione in<strong>di</strong>viduale (conformazione anatomica<br />

<strong>di</strong> polso e tunnel), legati a patologie <strong>di</strong> natura sistemica. Infatti è noto che<br />

la STC riconosce come primum movens non solo operazioni che comportano<br />

ripetuti movimenti <strong>di</strong> flesso-estensione <strong>del</strong> polso, ma anche <strong>di</strong>sendocrinopatie,<br />

amiloidosi, mesenchimopatie, insufficienza renale cronica<br />

in terapia sostitutiva o conservativa, <strong>di</strong>abete mellito, menopausa,<br />

gravidanza o assunzione <strong>di</strong> contraccettivi orali. A determinare la sofferenza<br />

<strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano potrebbe concorrere un ispessimento (iperi-<br />

drosi), legato a fattori ormonali, dei ten<strong>di</strong>ni dei muscoli <strong>del</strong>la mano,<br />

anche essi contenuti nel canale carpale.<br />

La STC, quando secondaria a tali patologie si presenta in genere con<br />

carattere bilaterale pre<strong>di</strong>ligendo il sesso femminile <strong>ed</strong> una fascia <strong>di</strong> età<br />

compresa tra i 30 <strong>ed</strong> i 60 anni. Pertanto, nella valutazione <strong>del</strong>la STC<br />

come MP assume estrema importanza stabilire se la natura sia squisitamente<br />

professionale, ovvero legata in maniera esclusiva all’ambiente <strong>di</strong><br />

lavoro e quin<strong>di</strong> all’attività espletata, o se <strong>di</strong>versamente possa essere considerata<br />

una patologia correlata al lavoro e pertanto provocata o aggravata<br />

dal concorso <strong>di</strong> più fattori professionali e non.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Al fine <strong>di</strong> comprendere se nel determinismo <strong>del</strong>la STC l’attività lavorativa<br />

costituisca o meno un fattore <strong>di</strong> rischio concorrente, in grado <strong>di</strong><br />

determinare una più elevata incidenza e prevalenza in particolari gruppi<br />

<strong>di</strong> lavoratori (esposti al m<strong>ed</strong>esimo rischio) rispetto alla popolazione generale,<br />

abbiamo esaminato un campione <strong>di</strong> operatori VDT addetti al caricamento<br />

dati, costituito da 139 soggetti <strong>di</strong>stinti in 92 donne e 47 uomini,<br />

<strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 52,8 ± 6,7 anni, con anzianità lavorativa me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> anni<br />

24,6 ± 5,8 anni. Sono stati presi in considerazione segni obiettivi (Tinel<br />

e Phalen) e sintomi da riferire ad un verosimile interessamento <strong>del</strong> nervo<br />

me<strong>di</strong>ano.<br />

RISULTATI<br />

Dallo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> nostro campione è emerso che il 20,9% ha manifestato<br />

segni oggettivi, <strong>di</strong> questi il 93% era rappresentato da donne <strong>ed</strong> il 7%<br />

da uomini (Figura 1).<br />

Figura 1. Ripartizione <strong>del</strong> campione in uomini e donne con segni<br />

obiettivi positivi<br />

In particolare i segni oggettivi riscontrati erano così ripartiti (Figura<br />

2 - Tabella I).<br />

Figura 2. Ripartizione dei segni obiettivi positivi nell’intero campione<br />

In particolare tra uomini e donne tali segni erano così ripartiti.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 191<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Tabella I. Ripartizione dei segni obiettivi positivi<br />

nelle donne e negli uomini<br />

Tra i soggetti con segni obiettivi positivi abbiamo preso in considerazione<br />

i soggetti con APR positiva e APR negativa per patologie STC<br />

correlate (Figura 3)<br />

Figura 3. APR positiva e negativa nei soggetti con obiettività positiva<br />

Negli esposti sono state riscontrate le seguenti patologie: tireopatie<br />

(19,4%), ipertensione arteriosa (20,8%), <strong>di</strong>abete mellito (2,8%), osteo<strong>di</strong>scoartrosi<br />

(15%), mesenchimopatie (0,7%), traumi pregressi arto superiore<br />

(6,5%), ten<strong>di</strong>nopatie arto superiore (2,1%), linfoadenectomia cavo<br />

ascellare (1,4%). Il 4,3% <strong>del</strong>le donne assumeva estroprogestinici a scopo<br />

anticoncezionale. In particolare i soggetti con patologia tirodea (gozzo<br />

normofunzionante 7,4%, ipertiroi<strong>di</strong>smo 3,7%, ipotiroi<strong>di</strong>smo 3,7%, noduli<br />

n.d.d 48,1%, tireopatia autoimmune 37%) erano tutte donne e tra<br />

queste un caso <strong>di</strong> ipotiroi<strong>di</strong>smo era associato a segni oggettivi (Tinel positivo<br />

a dx) <strong>ed</strong> un solo caso <strong>di</strong> tireopatia autoimmune con Tinel e Phalen<br />

positivi bilateralmente. Inoltre, i segni sopradetti erano positivi in alcuni<br />

soggetti affetti dalle seguenti patologie:<br />

Tabella II. Associazione segni obiettivi-patologie<br />

Inoltre, sotto il profilo sintomatologico il 14,8% <strong>del</strong>le donne lamentavano<br />

i sintomi sotto riferiti, associati a segni obiettivi.<br />

Tabella III. Associazione sintomi oggettivi - segni obiettivi - APR<br />

Nel sesso maschile solo un caso <strong>di</strong> ipertensione arteriosa era associata<br />

alla presenza <strong>di</strong> segni oggettivi positivi.<br />

Nel gruppo <strong>di</strong> controllo non esposto a rischio VDT solo il 3,2% lamentava<br />

sintomatologia soggettiva (parestesie notturne), ma con obiettività<br />

clinica negativa.<br />

CONCLUSIONI<br />

Alla luce <strong>di</strong> quanto rilevato si può ritenere che un ruolo <strong>di</strong> primaria<br />

importanza nel determinismo <strong>del</strong>la STC sia svolto dall’attività lavorativa.<br />

Gli altri fattori, quali pre<strong>di</strong>sposizioni in<strong>di</strong>viduali, malattie come <strong>di</strong>stiroi<strong>di</strong>smi<br />

o <strong>di</strong>abete mellito, o farmaci quali anticoncezionali, sembrano<br />

svolgere un ruolo <strong>di</strong> secondario rilievo e pertanto possono essere considerati<br />

come concause nell’insorgenza nell’evoluzione <strong>del</strong>la STC.<br />

Pertanto, il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro deve provv<strong>ed</strong>ere a raccogliere un’anamnesi<br />

lavorativa e personale il più possibile dettagliata al fine <strong>di</strong> porre<br />

in essere quei provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne ergonomico e/o terapeutico tale da<br />

ridurre il rischio <strong>di</strong> tale sindrome o <strong>di</strong> rallentarne l’evolutività.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

P. Allamprese, R. Attimonelli, M.R. Gigante, L. Soleo - Patologie muscolo-scheletriche<br />

<strong>di</strong> origine professionale: esperienze INAIL <strong>del</strong>la<br />

regione Puglia 1998-2001 - G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2005; 27:2, 176-179<br />

S. Mattioli, C. Fiorentini, F. Graziosi, S. Venturi, R. Bonfiglioli, M. Bonparola,<br />

F.S. Violante - OCTOPUS: uno stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale su Sindrome<br />

<strong>del</strong> Tunnel Carpale <strong>ed</strong> attività lavorative - G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg<br />

2005; 27:1, 96-100<br />

R. Bonfiglioli, S. Venturi, F. Graziosi, C. Fiorentini, S. Mattioli - La sindrome<br />

<strong>del</strong> tunnel carpale nelle cassiere dei supermercati - G Ital M<strong>ed</strong><br />

Lav Erg 2005; 27:1, 106-111<br />

P. Apostoli, M. Occhipinti, C. Romano, F. Violante, I. Cortesi, A. Baracco,<br />

F. Draicchio, S. Mattioli - Linee guida per la prevenzione dei<br />

<strong>di</strong>sturbi e <strong>del</strong>le patologie muscolo scheletriche <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

correlati con il lavoro. Pavia Pime E<strong>di</strong>trice 2006.<br />

ER 07<br />

ERGONOMIA A SCUOLA - A SCUOLA DI ERGONOMIA:<br />

PIANO EDUCATIVO SULL’ERGONOMIA SCOLASTICA<br />

RIVOLTO AI BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA<br />

M. Petyx, A. Papale, G. Fortuna, A. Luciani, S. Iavicoli<br />

INAIL ex ISPESL - Istituto Nazionale per le assicurazioni contro gli<br />

infortuni sul lavoro - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Centro<br />

Ricerche Monteporzio Catone - Via Fontana Can<strong>di</strong>da, 1 - 00040<br />

Monteporzio Catone (Roma)<br />

Corrispondenza: Marta Petyx, Ricercatore - Tel. +39-06-94181520, Fax<br />

+39-06-94181410, m.petyx@inail.it, marta.petyx@ispesl.it, INAIL<br />

exISPESL, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, V. Fontana Can<strong>di</strong>da, 1,<br />

00040 Monteporzio Catone (Roma), Italia<br />

RIASSUNTO. I dati <strong>del</strong>l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute<br />

sul lavoro, <strong>di</strong>ffusi in occasione <strong>del</strong>la Campagna Europea 2007 de<strong>di</strong>cata<br />

alle malattie muscolo scheletriche, in<strong>di</strong>cano che nei 27 stati membri<br />

<strong>del</strong>l’Unione Europea i <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici sono le patologie più<br />

<strong>di</strong>ffuse tra quelle correlate all’attività lavorativa: il 25% dei lavoratori europei<br />

soffre <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> schiena (es. affezioni dei <strong>di</strong>schi intervertebrali) e il<br />

23% lamenta dolori muscolari (es. ten<strong>di</strong>niti). Anche le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong> fe-


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nomeno infortunistico sono preoccupanti, specialmente tra i giovani: in<br />

Italia secondo l’Istituto Nazionale per le Assicurazioni contro gli Infortuni<br />

sul <strong>Lavoro</strong> (INAIL) i lavoratori nella fascia <strong>di</strong> età fino ai 34 anni, nel<br />

2010, sono stati i protagonisti <strong>del</strong> 31% degli infortuni sul lavoro. Questo<br />

dato evidenzia come permangano criticità in merito alla formazione in<br />

materia <strong>di</strong> salute e sicurezza sul lavoro (SSL) non solo a livello dei percorsi<br />

universitari ma anche scolastici, confermando la necessità <strong>di</strong> promuovere<br />

tali conoscenze sin dalle prime classi <strong>del</strong>la scuola <strong>del</strong>l’obbligo,<br />

per aiutare i ragazzi a sviluppare la capacità <strong>di</strong> prendere decisioni consapevoli<br />

nei riguar<strong>di</strong> <strong>del</strong> proprio benessere, in <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> proprio equilibrio<br />

fisico, psichico e sociale, promuovendo una corretta percezione dei rischi<br />

e l’adozione <strong>di</strong> comportamenti che <strong>di</strong>ventino parte integrante <strong>del</strong>lo stile<br />

<strong>di</strong> vita e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro.<br />

A seguito <strong>di</strong> queste premesse l’INAIL ex ISPESL raccogliendo<br />

l’imput normativo (come previsto dall’art.9 comma 2f <strong>del</strong> D.lgs 81/08) sta<br />

promuovendo iniziative per supportare le Istituzioni Scolastiche in questo<br />

nuovo <strong>ed</strong> importante compito <strong>ed</strong>ucativo, attraverso anche lo sviluppo <strong>di</strong><br />

“percorsi formativi inter<strong>di</strong>sciplinari” e strategie formative che possano insegnare<br />

oggi ai ragazzi cosa significa essere lavoratori domani.<br />

In questo contesto nasce il programma <strong>ed</strong>ucativo sull’ergonomia<br />

scolastica, per fornire agli insegnanti <strong>del</strong>le scuole primarie strumenti <strong>di</strong>dattici<br />

che, facendo leva sulla creatività dei bambini, siano in grado <strong>di</strong><br />

sensibilizzare gli alunni sui problemi derivati da comportamenti ergonomici<br />

sbagliati, attraverso lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le proprie esperienze e <strong>di</strong> alcuni<br />

semplici concetti <strong>di</strong> ergonomia.<br />

Parole chiave: <strong>Ergonomia</strong> scolastica; salute e sicurezza; percorsi<br />

formativi inter<strong>di</strong>sciplinari.<br />

La Strategia <strong>del</strong>l’Unione Europea in materia <strong>di</strong> salute e sicurezza sul<br />

lavoro per il periodo 2007-2012 ha riconosciuto l’istruzione e la cultura<br />

<strong>del</strong>la prevenzione tra i fattori fondamentali per il mantenimento <strong>ed</strong> il miglioramento<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> lavoro, sottolineando l’importante ruolo assegnato<br />

all’insegnamento <strong>del</strong>la scuola primaria.<br />

La normativa italiana in materia <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>la SSL (D.Lgs<br />

n.81/2008) ha dato facoltà agli istituti scolastici <strong>di</strong> inserire in ogni attività<br />

<strong>di</strong>dattica percorsi formativi inter<strong>di</strong>sciplinari alle <strong>di</strong>verse materie ai<br />

fini <strong>del</strong>la promozione e <strong>di</strong>vulgazione <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>la SSL (art.11 c.4).<br />

L’INAIL (ex ISPESL) raccogliendo l’imput normativo ha promosso<br />

nel 2009 uno stu<strong>di</strong>o per identificare i bisogni formativi in tema <strong>di</strong> promozione<br />

e <strong>di</strong>vulgazione <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>la salute e sicurezza (SSL) nella<br />

scuola. Attraverso uno stu<strong>di</strong>o pilota basato sul metodo Delphi è stato<br />

somministrato un questionario a 554 Dirigenti Scolastici <strong>del</strong>le scuole <strong>di</strong><br />

ogni or<strong>di</strong>ne e grado <strong>di</strong> Roma e Provincia al fine <strong>di</strong> identificare le aree<br />

prioritarie <strong>di</strong> interesse ritenute utili per la promozione <strong>del</strong>la SSL nella<br />

scuola; sono stati raccolti 197 questionari che hanno permesso <strong>di</strong> identificare<br />

19 aree tematiche: la me<strong>di</strong>a dei punteggi ottenuti, in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità,<br />

è riportata in tabella I. Tra le aree maggiormente segnalate dagli intervistati<br />

prevalgono tematiche <strong>di</strong> più ampio respiro in termini <strong>di</strong> promozione<br />

<strong>del</strong>la salute (<strong>ed</strong>ucazione alla salute e stili <strong>di</strong> vita, <strong>ed</strong>ucazione alla<br />

sicurezza stradale e in ambiente domestico, <strong>ed</strong>ucazione<br />

ambientale) che sono proprie <strong>di</strong> una cultura<br />

<strong>del</strong>la prevenzione più in generale, mentre le<br />

tematiche specifiche <strong>di</strong> SSL sono in coda alla<br />

lista <strong>di</strong> priorità seppur con un punteggio alto<br />

nella scala <strong>di</strong> Likert (> <strong>di</strong> 3.5 me<strong>di</strong>amente rilevante);<br />

tra queste viene segnalata la tematica<br />

<strong>del</strong>l’ergonomia a scuola con particolare riguardo<br />

alla postura al banco e al videoterminale e movimentazione<br />

carichi.<br />

La formazione scolastica ricopre, pertanto,<br />

un ruolo fondamentale nella preparazione <strong>del</strong><br />

bambino in tutti i campi <strong>del</strong>la vita, compresa l’<strong>ed</strong>ucazione<br />

alla prevenzione <strong>del</strong>le malattie in generale<br />

e, in particolare, per quanto riguarda l’ergonomia<br />

scolastica, dei <strong>di</strong>sturbi e <strong>del</strong>le patologie<br />

muscolo-scheletriche, dalle più gravi (scoliosi,<br />

iperlordosi lombare, cifosi) a quelle meno gravi,<br />

ma non per questo trascurabili, come ad esempio<br />

il mal <strong>di</strong> schiena.<br />

Il primo interesse per l’ergonomia nelle<br />

scuole risale al 1983 (1) quando in una relazione<br />

al Ministero <strong>del</strong>la Pubblica Istruzione vengono<br />

evidenziate le caratteristiche che un banco <strong>di</strong> scuola deve avere per non<br />

danneggiare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>l’alunno (soprattutto la colonna<br />

vertebrale ma anche la vista, le funzioni respiratorie e quelle circolatorie).<br />

Non sempre però vi è la possibilità <strong>di</strong> intervenire sulle tecnologie e gli<br />

aspetti strutturali a causa <strong>del</strong>la scarsità <strong>di</strong> risorse e strumenti adatti per la<br />

riprogettazione <strong>di</strong> un ambiente. Pertanto nello specifico contesto scolastico<br />

è sostanziale intervenire sulla persona, sull’ambiente, mo<strong>di</strong>ficando i<br />

comportamenti organizzativi e formando i docenti e gli studenti al fine <strong>di</strong><br />

utilizzare in modo sicuro e sano l’ambiente scolastico in cui vivono.<br />

Molte ricerche, condotte in <strong>di</strong>verse nazioni evidenziano che i bambini<br />

che frequentano la scuola, a partire dalla primaria, potrebbero incorrere in<br />

<strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici (es. mal <strong>di</strong> schiena, scoliosi, iperlordosi lombare,<br />

etc.) derivanti da posture errate al banco <strong>di</strong> scuola, alla postazione<br />

<strong>del</strong> computer o dal “peso <strong>del</strong>la cultura” (gli zainetti carichi <strong>di</strong> libri).<br />

I dati riferiti nella letteratura degli ultimi decenni evidenziano un<br />

preoccupante aumento <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena tra i bambini già dall’età <strong>di</strong> 6-<br />

7 anni e tra i ragazzi compresi nella fascia <strong>di</strong> età 11-15.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o condotto dalla Massey University in Nuova Zelanda (2)<br />

su studenti <strong>del</strong>le scuole secondarie <strong>di</strong> I grado, è stato riscontrato che su<br />

140 studenti intervistati, il 44% riferiva dolore al collo nell’ultima settimana,<br />

il 58% dolore alle spalle, il 35% dolore al dorso e il 35% dolore<br />

lombare (il peso me<strong>di</strong>o degli zaini portati da questi studenti era <strong>di</strong> 6,6 Kg).<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>la campagna europea <strong>del</strong>la sicurezza sul lavoro de<strong>di</strong>cata,<br />

per l’anno 2007, alle malattie muscolo-scheletriche, è stata presentata<br />

una ricerca condotta dall’AIFOS, Associazione Italiana Formatori<br />

<strong>del</strong>la Sicurezza sul <strong>Lavoro</strong>, su un campione nazionale <strong>di</strong> 1333 giovani<br />

studenti <strong>del</strong>la scuola secondaria <strong>di</strong> II grado (rappresentativo <strong>del</strong>l’intera<br />

popolazione studentesca).<br />

I dati <strong>del</strong>la ricerca <strong>di</strong>mostrano che i <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici colpiscono<br />

oltre il 90% degli studenti italiani intervistati <strong>di</strong> cui il 23,5% si è<br />

fatto male, nell’ultimo anno, sollevando o spostando un peso, il 17,2% ha<br />

avuto mal <strong>di</strong> schiena, il 7% ha avuto un infortunio ai pie<strong>di</strong>, mentre il 68%<br />

lamenta un infortunio <strong>di</strong> altra natura non collegato alla movimentazione<br />

manuale (postura scorretta, incidenti fuori dal contesto scolastico) (3).<br />

Secondo una ricerca effettuata nel 2008 dall’Albo degli Optometristi<br />

e da F<strong>ed</strong>erottica con la collaborazione <strong>del</strong>l’Università <strong>del</strong> Salento, in<br />

Italia il 95% dei bambini tra 6 e 10 anni assume atteggiamenti scorretti<br />

nella lettura, nella scrittura e nella postura, tenendo una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> lettura<br />

e scrittura inadeguata già dalla prima classe <strong>del</strong>la scuola primaria;<br />

inoltre tre bambini su quattro che usano il personal computer soffrono <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sagi visivi e posturali (4).<br />

La posizione s<strong>ed</strong>uta rappresenta la postura più statica e quella che nel<br />

tempo influenza maggiormente lo sviluppo <strong>del</strong>la struttura <strong>del</strong>la colonna<br />

vertebrale, perciò se è viziata può risultare molto dannosa per lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>la colonna vertebrale <strong>del</strong> ragazzo oltre che fonte <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> schiena.<br />

In questo contesto l’<strong>Ergonomia</strong> scolastica, riferita all’apparato<br />

osteo-mio-ten<strong>di</strong>neo, si pone senz’altro come lo strumento preventivo <strong>di</strong><br />

eccellenza sulla specifica tematica: rappresenta l’insieme <strong>di</strong> strategie che<br />

possono essere messe in atto al fine <strong>di</strong> permettere allo studente <strong>di</strong> ese-<br />

Tabella I. Aree tematiche prioritarie per la promozione <strong>del</strong>la cultura SSL:<br />

punteggi me<strong>di</strong> e rango


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 193<br />

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guire le varie attività <strong>del</strong>la vita scolastica con il minor sovraccarico funzionale<br />

possibile <strong>del</strong> rachide e degli arti superiori <strong>ed</strong> inferiori.<br />

L’INAIL (ex ISPESL), da molti anni affronta questa tematica anche<br />

all’interno <strong>del</strong>le aule scolastiche grazie ad un programma <strong>ed</strong>ucativo sull’ergonomia<br />

scolastica rivolto ai bambini <strong>del</strong> secondo ciclo <strong>del</strong>la scuola<br />

elementare che, dal 2002, è stato proposto in <strong>di</strong>versi contesti scolastici<br />

con il coinvolgimento degli insegnanti e dei bambini, con l’obiettivo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffondere le conoscenze sulla postura corretta da mantenere durante le<br />

ore trascorse a scuola e sulla movimentazione manuale dei carichi (lo<br />

zainetto). Nel 2011, tale programma è stato aggiornato e presentato nel<br />

volume INAL “<strong>Ergonomia</strong> a scuola - A scuola <strong>di</strong> <strong>Ergonomia</strong> (5).<br />

L’obiettivo <strong>del</strong> programma è la formazione <strong>del</strong>l’alunno, con acquisizione<br />

<strong>di</strong> competenze <strong>ed</strong> abilità che siano fonte <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione dei<br />

propri comportamenti inerenti l’ergonomia scolastica.<br />

I contenuti, oggetto <strong>di</strong> insegnamento/ appren<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> programma<br />

<strong>ed</strong>ucativo, sono:<br />

– semplici nozioni riguardo l’apparato muscolo-scheletrico, <strong>ed</strong> in particolare<br />

l’anatomia e la fisiologia <strong>del</strong>la colonna vertebrale;<br />

– le cause <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena;<br />

– le patologie muscolo-scheletriche più comuni nell’infanzia;<br />

– come scegliere lo zainetto e come utilizzarlo al fine <strong>di</strong> evitare il mal<br />

<strong>di</strong> schiena;<br />

– la corretta posizione s<strong>ed</strong>uta al banco <strong>di</strong> scuola;<br />

– le caratteristiche <strong>di</strong> una postazione al videoterminale ergonomica per<br />

il bambino e la corretta posizione s<strong>ed</strong>uta davanti al videoterminale;<br />

– esercizi per mantenere il sistema muscolo-scheletrico in salute e per<br />

contrastare la staticità <strong>del</strong>le attività al videoterminale, al banco <strong>di</strong><br />

scuola e al tavolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Nella metodologia <strong>del</strong> programma <strong>ed</strong>ucativo proposto si è cercato <strong>di</strong><br />

utilizzare sia le acquisizioni <strong>del</strong>la ricerca psicologica, sia le più avanzate<br />

proposte p<strong>ed</strong>agogiche sul processo insegnamento/ appren<strong>di</strong>mento. Si è<br />

volutamente evitato <strong>di</strong> impostare un metodo <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> tipo trasmissivoripetitivo,<br />

in quanto tale metodo è ormai ampiamente <strong>di</strong>mostrato che non<br />

permette al bambino <strong>di</strong> estrinsecare la propria intelligenza in maniera<br />

creativa <strong>ed</strong> originale e non ottiene buoni risultati sul versante <strong>del</strong>la crescita<br />

e <strong>del</strong> cambiamento <strong>del</strong> comportamento in relazione a situazioni che<br />

creano “problemi”, quali possono essere, nel nostro caso, i comportamenti<br />

non ergonomici correlati con l’insorgenza <strong>di</strong> problemi muscoloscheletrici.<br />

Si è invece impostato un metodo <strong>di</strong>dattico attivo-operativo<br />

(<strong>di</strong> matrice attivistica) basato sul motivare il bambino ad imparare attraverso<br />

l’elaborazione <strong>di</strong> soluzioni a problemi posti che viene generato<br />

dalle esperienze vissute dal bambino stesso. L’insegnante quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>venta<br />

lo strumento che facilita al bambino l’in<strong>di</strong>viduazione dei problemi e<br />

<strong>del</strong>le soluzioni per risolverli, ma il bambino stesso <strong>di</strong>viene l’artefice <strong>ed</strong> il<br />

protagonista <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> acquisizione e <strong>di</strong> rielaborazione <strong>del</strong> sapere.<br />

Nell’elaborazione <strong>del</strong> metodo <strong>di</strong>dattico si è posta particolare attenzione<br />

alle seguenti caratteristiche <strong>del</strong> processo <strong>ed</strong>ucativo:<br />

– funzionalità: cioè attitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> processo <strong>ed</strong>ucativo a stimolare e<br />

adottare i comportamenti suggeriti, o variazioni dei comportamenti<br />

già acquisiti nel senso in<strong>di</strong>cato dal processo stesso;<br />

– adeguatezza: cioè aderenza <strong>del</strong> processo <strong>ed</strong>ucativo alle caratteristiche<br />

degli studenti (età, capacità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, livello cognitivo,<br />

stato psicologico e sociale, etc.);<br />

– motivazionalità: cioè coinvolgimento <strong>del</strong>l’alunno nel processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

partendo dal proprio vissuto esperienziale.<br />

Questo al fine <strong>di</strong> promuovere un processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento che permetta<br />

<strong>di</strong> acquisire nuovi comportamenti o <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare prec<strong>ed</strong>enti comportamenti<br />

in maniera significativa e permanente.<br />

Il programma <strong>ed</strong>ucativo “<strong>Ergonomia</strong> a scuola - A scuola <strong>di</strong> <strong>Ergonomia</strong>”<br />

è composto da quattro moduli informativi/formativi, un modulo<br />

con esercizi ginnici e la valutazione finale. La durata <strong>del</strong> programma<br />

<strong>ed</strong>ucativo è <strong>di</strong> circa quattro ore - necessarie per la sua effettuazione in<br />

aula secondo i moduli proposti - più il tempo per la valutazione <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento<br />

che può richi<strong>ed</strong>ere anche <strong>di</strong>versi giorni. In chiusura al programma<br />

viene proposta una sezione con esercizi ginnici per mantenere il<br />

sistema muscolo-scheletrico in salute: tale modulo non è stato computato<br />

nella durata complessiva <strong>del</strong> programma <strong>ed</strong>ucativo ma potrà essere effettuato<br />

nei tempi e mo<strong>di</strong> ritenuti più opportuni dall’insegnante.<br />

Altro elemento portante <strong>del</strong> programma <strong>ed</strong>ucativo è la valutazione<br />

(interme<strong>di</strong>a e finale) <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento che attraverso <strong>di</strong>verse strategie<br />

metodologiche/<strong>di</strong>dattiche consente <strong>di</strong> verificare, analizzare e giu<strong>di</strong>care<br />

l’efficacia <strong>del</strong> programma <strong>ed</strong>ucativo. La valutazione avviene tramite:<br />

– la registrazione dei comportamenti degli alunni, effettuata dagli insegnanti,<br />

durante lo svolgimento <strong>del</strong> modulo <strong>ed</strong> al termine <strong>del</strong> programma<br />

<strong>ed</strong>ucativo;<br />

– le prove <strong>di</strong> tipo stimolo aperto/risposta aperta, cioè effettuazione da<br />

parte degli alunni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni <strong>ed</strong> elaborati sul tema <strong>del</strong> modulo <strong>ed</strong>ucativo<br />

proposto;<br />

– il gioco sull’appren<strong>di</strong>mento, supportato da materiale cartaceo e video.<br />

Ulteriore modalità per la presentazione agli alunni dei quattro moduli<br />

<strong>di</strong>dattici consiste nell’utilizzo <strong>del</strong> supporto <strong>di</strong>dattico elettronico in<br />

formato Power Point (<strong>Ergonomia</strong> a scuola - A scuola <strong>di</strong> ergonomia) che<br />

riporta tutte le fasi <strong>del</strong> programma <strong>ed</strong>ucativo: il supporto è <strong>di</strong>sponibile sul<br />

sito www.inail.it (Sezione Ricerca - Focus de<strong>di</strong>cato alla Promozione<br />

<strong>del</strong>la Cultura <strong>del</strong>la Sicurezza nella Scuola).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Leschiutta F E. Nuove architetture per la scuola. Roma, Armando<br />

1983.<br />

2) Whittfield J, Legg S J, H<strong>ed</strong>derley D I. The weight and use of schoolbags<br />

in New Zealand secondary schools. Ergonomics 2001;<br />

44(9):819-824.<br />

3) Cava<strong>di</strong> G, Vitale R, Dal Casan L. La movimentazione manuale dei<br />

carichi nella scuola. In: Campagna Europea sulle patologie muscoloscheletriche<br />

2007 “Alleggerisci il carico”. Settimana Europea per la<br />

Sicurezza. Roma, 22-26 Ottobre 2007. AIFOS, SIE, 2007.<br />

4) Albo degli Optometristi, F<strong>ed</strong>erottica, Università <strong>del</strong> Salento. La<br />

“cattiva visione” degli italiani: poca prevenzione e correzione provocano<br />

danni a scuola, sul lavoro, nel tempo libero. In: 35° Congresso<br />

<strong>del</strong>l’Albo degli Optometristi. Verona, 25-27 Aprile 2009.<br />

5) Papale A, Petyx M, Fortuna G, Iavicoli S. <strong>Ergonomia</strong> a scuola - A<br />

scuola <strong>di</strong> ergonomia. Milano, INAIL 2011.<br />

ER 08<br />

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI E STRESS<br />

LAVORO-CORRELATO NEL PERSONALE SANITARIO:<br />

INDAGINE PILOTA IN DUE STRUTTURE RESIDENZIALI<br />

PER ANZIANI DELL’EMILIA ROMAGNA<br />

A. Modenese1 , A. Migliore2 , I. Degli Antoni3 , S. P<strong>ed</strong>retti4 , F. Gobba1,5 1 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />

2 Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong>, AUSL <strong>di</strong><br />

Modena<br />

3 Addetto Servizio Prevenzione e Protezione, Modena<br />

4 Me<strong>di</strong>co competente, Modena<br />

5 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Modena e<br />

Reggio Emilia<br />

RIASSUNTO. Gli operatori socio-sanitari (OSS) impiegati in strutture<br />

residenziali per anziani sono a rischio per l’insorgenza <strong>di</strong> stress e <strong>di</strong>sturbi<br />

muscolo-scheletrici (DMS) lavoro-correlati. In un campione <strong>di</strong> 46<br />

OSS, sono state rilevate, me<strong>di</strong>ante il Nor<strong>di</strong>c Musculoskeletal Questionnaire,<br />

elevate prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi (69,9-41,3%) e impe<strong>di</strong>menti (39,1-<br />

19,6%) a spalle, collo, rachide lombare e polso/mano. Agli stessi operatori,<br />

è stato somministrato il “questionario-strumento in<strong>di</strong>catore” INAIL-<br />

HSE. I risultati in<strong>di</strong>cano come aree critiche per l’insorgenza <strong>di</strong> stress<br />

l’autonomia nell’esecuzione <strong>del</strong>la propria attività lavorativa (Controllo=2,96±0,71),<br />

il carico <strong>di</strong> lavoro percepito (Domanda=3,40±0,60) e<br />

la gestione dei conflitti (Relazioni=3,38±0,68) e dei cambiamenti organizzativi<br />

(Cambiamento=3,54±0,74). Nei lavoratori con <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti<br />

a collo e rachide lombare il questionario ha rilevato un rischio<br />

maggiore alle scale Domanda e Relazioni rispetto ai colleghi in cui tali<br />

DMS sono assenti (p


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http://gimle.fsm.it<br />

INTRODUZIONE<br />

Stress e DMS lavoro-correlati sono tra i rischi occupazionali <strong>di</strong> maggiore<br />

rilevanza per il personale sanitario. Secondo dati EU-OSHA, stress<br />

occupazionale è riferito dal 20-60% <strong>di</strong> questi lavoratori in varie nazioni,<br />

con una me<strong>di</strong>a europea <strong>del</strong> 33,5% 1 , mentre prevalenze <strong>di</strong> “back pain” e<br />

dolori muscolari rispettivamente <strong>del</strong> 26,3 e 24,3% sono riportate in vari<br />

lavori <strong>ed</strong> il tasso <strong>di</strong> incidenza <strong>di</strong> malattie muscolo-scheletriche lavorocorrelate<br />

(WRMSDs) è 10,7/100.000 lavoratori/anno 2 . Tra il personale<br />

sanitario, quello impiegato nell’assistenza al paziente anziano rappresenta<br />

certamente una categoria ad elevato rischio per entrambi i <strong>di</strong>sturbi,<br />

poiché la severa limitazione nell’autonomia <strong>di</strong> questi pazienti richi<strong>ed</strong>e<br />

prestazioni ad elevata intensità assistenziale, sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong> carico<br />

psicologico che fisico 3,4 . Diversi stu<strong>di</strong> recenti hanno evidenziato che<br />

vari fattori psico-sociali, tra i quali un elevato carico <strong>di</strong> lavoro percepito,<br />

possono rappresentare un fattore <strong>di</strong> rischio per l’insorgenza <strong>di</strong><br />

WRMSDs 5 . Per la valutazione <strong>del</strong>la percezione soggettiva <strong>di</strong> stress da lavoro,<br />

INAIL ha recentemente validato in italiano 6 il “HSE Management<br />

Standards In<strong>di</strong>cator tool” che si compone <strong>di</strong> 35 items che indagano 6 <strong>di</strong>mensioni<br />

organizzative chiave per l’insorgenza <strong>di</strong> stress: domanda, controllo,<br />

relazioni, supporto, ruolo e cambiamento. La compilazione <strong>del</strong><br />

questionario consente <strong>di</strong> definire 7 scale (la <strong>di</strong>mensione supporto è sud<strong>di</strong>visa<br />

nelle sottoscale “supporto dal management” e “supporto dai colleghi”)<br />

che possono assumere un valore continuo compreso tra 1 (rischio<br />

massimo) e 5 (rischio assente). Per la valutazione dei DMS, invece, un<br />

questionario largamente utilizzato è il Nor<strong>di</strong>c Musculoskeletal Questionnaire<br />

(NMQ), recentemente validato in italiano 7 , che indaga la presenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti negli ultimi 12 mesi, riferiti a 9 <strong>di</strong>stretti <strong>del</strong>l’apparato<br />

muscolo-scheletrico (collo, spalle, gomiti, polso/mano, regione<br />

dorsale, regione lombare, anche/cosce, ginocchia, caviglie pie<strong>di</strong>).<br />

Riportiamo i risultati <strong>di</strong> una ricerca condotta in un gruppo <strong>di</strong> OSS<br />

impiegati in strutture residenziali per anziani, al fine <strong>di</strong> evidenziare associazioni<br />

tra la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi o impe<strong>di</strong>menti all’apparato muscoloscheletrico<br />

<strong>ed</strong> un’elevata percezione <strong>del</strong> rischio da stress lavoro-correlato<br />

in riferimento alle 6 <strong>di</strong>mensioni organizzative chiave evidenziate dal mo<strong>del</strong>lo<br />

INAIL-HSE.<br />

MATERIALI E METODI<br />

A 63 OSS impiegati in 2 strutture residenziali per anziani <strong>del</strong>la provincia<br />

emiliana è stato consegnato, dopo un incontro formativo in cui<br />

sono state presentate le finalità <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o, uno strumento <strong>di</strong> rilevazione<br />

anonimo e autocompilato composto da 3 parti: a) sch<strong>ed</strong>a introduttiva<br />

contenente informazioni socio-demografiche e anamnestiche; b) sommario<br />

<strong>del</strong> NMQ; c) questionario-strumento in<strong>di</strong>catore INAIL-HSE.<br />

Nel campione sono state stu<strong>di</strong>ate le prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti<br />

per ciascuno dei 9 <strong>di</strong>stretti indagati dal NMQ e, dopo aver confrontato<br />

i gruppi con e senza <strong>di</strong>sturbi rispetto alle variabili socio-demografiche<br />

indagate, sono stati presi in esame i 4 <strong>di</strong>stretti con maggiori prevalenze.<br />

Sono state valutate quin<strong>di</strong> le <strong>di</strong>fferenze tra le sottopopolazioni<br />

con presenza/assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi o impe<strong>di</strong>menti rispetto ai punteggi ottenuti<br />

alle 7 scale INAIL-HSE me<strong>di</strong>ante test t <strong>di</strong> Student con il software<br />

SPSS v.17.<br />

RISULTATI<br />

Lo strumento <strong>di</strong> rilevazione è stato compilato da 46 lavoratori (response<br />

rate=73%). Le principali caratteristiche socio-demografiche sono<br />

presentate in Tabella I.<br />

Le prevalenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>l’apparato muscolo-scheletrico riferite<br />

vanno da 11,1% per le anche/cosce a 69,6% per le spalle; gli impe<strong>di</strong>menti<br />

variano tra il 4,3% per i gomiti e il 39,1% per le spalle (Tab. II).<br />

Non sono emerse <strong>di</strong>fferenze significative nelle prevalenze <strong>di</strong> DMS rispetto<br />

alle variabili socio-demografiche considerate.<br />

I punteggi <strong>del</strong>le 7 scale INAIL-HSE sono compresi tra 2,96±0,71<br />

per la <strong>di</strong>mensione “Controllo” e 4,72±0,35 per “Ruolo” (Figura 1).<br />

Le tabelle III, IV e V riportano le <strong>di</strong>fferenze tra i punteggi <strong>del</strong>le 7<br />

scale INAIL-HSE nei sottogruppi con presenza/assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti<br />

a collo, polso/mano e rachide lombare. Non sono invece<br />

emerse <strong>di</strong>fferenze significative per le spalle, l’altra localizzazione a elevata<br />

prevalenza <strong>di</strong> DMS.<br />

Negli operatori con <strong>di</strong>sturbi al collo si riscontrano punteggi minori<br />

per le scale Domanda e Relazioni (p


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Tabella III. Differenze tra i punteggi <strong>del</strong>le 7 scale INAIL-HSE<br />

nel campione <strong>di</strong> operatori socio-sanitari sud<strong>di</strong>viso<br />

per presenza/assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti Collo<br />

Tabella IV. Differenze tra i punteggi <strong>del</strong>le 7 scale INAIL-HSE<br />

nel campione <strong>di</strong> operatori socio-sanitari sud<strong>di</strong>viso<br />

per presenza/assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti Polso/mano<br />

Tabella V. Differenze tra i punteggi <strong>del</strong>le 7 scale INAIL-HSE<br />

nel campione <strong>di</strong> operatori socio-sanitari sud<strong>di</strong>viso<br />

per presenza/assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti Rachide lombare<br />

ragione <strong>del</strong>la carenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> che abbiano valutato le 6 <strong>di</strong>mensioni organizzative<br />

chiave proposte dall’HSE 9,10,11 .<br />

Nel campione stu<strong>di</strong>ato, il gruppo <strong>di</strong> operatori con <strong>di</strong>sturbi al collo e<br />

quello con <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti al rachide lombare percepisce maggiormente<br />

il carico <strong>di</strong> lavoro (Domanda) <strong>ed</strong> i conflitti all’interno <strong>del</strong>l’organizzazione<br />

(Relazioni). I lavoratori con <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti al<br />

polso/mano riferiscono un minor grado <strong>di</strong> autonomia nello svolgimento<br />

<strong>del</strong>la propria attività (Controllo) e non si sentono adeguatamente sostenuti<br />

dal management aziendale (Supporto). Infine, nel gruppo <strong>di</strong> lavoratori<br />

con impe<strong>di</strong>menti al polso/mano vengono percepite come <strong>di</strong>mensioni<br />

critiche anche il sostegno da parte dei colleghi (Supporto) e le modalità<br />

aziendali <strong>di</strong> gestione e comunicazione dei cambiamenti organizzativi<br />

(Cambiamento).<br />

CONCLUSIONI<br />

Pur con la cautela dovuta alla ridotta numerosità <strong>del</strong> campione e ad<br />

una complessiva frammentarietà, i risultati suggeriscono la presenza <strong>di</strong><br />

un’associazione tra stress e DMS in un gruppo <strong>di</strong> operatori socio-sanitari<br />

impiegati in residenze assistenziali per anziani. In particolare, <strong>di</strong>mensioni<br />

organizzative considerate <strong>di</strong> grande rilevanza per l’insorgenza <strong>di</strong> stress<br />

quali Domanda e Relazioni sono risultate maggiormente critiche nei<br />

gruppi <strong>di</strong> operatori che riferiscono problematiche muscolo-scheletriche al<br />

collo e al rachide lombare; mentre il Controllo sul proprio lavoro <strong>ed</strong> il<br />

Supporto da parte <strong>del</strong>la Direzione aziendale e dei colleghi appaiono maggiormente<br />

carenti ai lavoratori con <strong>di</strong>sturbi e impe<strong>di</strong>menti al polso/mano.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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Feb;15(2):66-72<br />

ER 09<br />

PROGETTO MANO-BRACCIO DELL’AREA VASTA NORD-OVEST<br />

REGIONE TOSCANA: PRIMI RISULTATI DI UN APPROCCIO<br />

STANDARDIZZATO ALLO STUDIO DELLE PATOLOGIE DEGLI ARTI<br />

SUPERIORI IN UNA INDUSTRIA METALMECCANICA<br />

A. Montever<strong>di</strong>1 , M. Mariani2 , M. Pinelli2 , F. Di P<strong>ed</strong>e3 ,<br />

C. Gambuzza4 , G. Viegi5 , R. Ansuini2 1 AUSL 5 Pisa, Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione<br />

2 AUSL 12 Area Versiliese, Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione<br />

3 Epidemiologia Ambientale Polmonare, IFC CNR Pisa<br />

4 Centro me<strong>di</strong>co <strong>di</strong>tta Piaggio & C SPA<br />

5 Istituto <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cina e Immunologia Molecolare, CNR Palermo<br />

RIASSUNTO. Sono stati sottoposti ad esame clinico standar<strong>di</strong>zzato 287<br />

lavoratori addetti al montaggio <strong>di</strong> motori e motoveicoli <strong>di</strong> una grande industria<br />

metalmeccanica. I soggetti visitati sono stati selezionati da un campione<br />

<strong>di</strong> esposti più ampio (700 lavoratori) ai quali era stato somministrato un questionario<br />

sui sintomi a carico degli arti superiori. Per la raccolta e l’archiviazione<br />

dei dati è stato usato un software appositamente costruito che ha anche<br />

la funzione <strong>di</strong> segnalare, basandosi su criteri definiti, gli ulteriori approfon<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>agnostici. 195 soggetti sono risultati positivi, <strong>di</strong> questi 50 per patologie<br />

a carico dei ten<strong>di</strong>ni, 46 per <strong>di</strong>sturbi legati a compressione dei nervi periferici<br />

e 99 per patologie miste (ten<strong>di</strong>nee e dei nervi). La stragrande maggioranza<br />

dei casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi a carico dei nervi erano compatibili con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale; per quanto riguarda invece la patologia ten<strong>di</strong>nea<br />

il polso era colpito nel 46% dei casi, la spalla nel 37%, il gomito nel 18%.<br />

Parole chiave: UL-WMSDs, valutazione clinica, industria metalmeccanica.


196 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

INTRODUZIONE<br />

I <strong>di</strong>sturbi e le patologie professionali da sovraccarico biomeccanico<br />

degli arti superiori (UL-WMSDs) sono oggetto da alcuni anni <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>ti<br />

stu<strong>di</strong> (3,7); i fattori <strong>di</strong> rischio che determinano l’insorgenza <strong>di</strong><br />

tali patologie sono numerosi <strong>ed</strong> in misura variabile possono trovarsi praticamente<br />

in ogni settore lavorativo, anche se le mansioni <strong>di</strong> assemblaggio<br />

e montaggio <strong>del</strong>l’industria metalmeccanica, con la presenza <strong>di</strong><br />

compiti lavorativi caratterizzati da cicli (sequenze <strong>di</strong> azioni tecniche<br />

degli arti superiori che si ripetono più volte sempre uguali a se stessi)<br />

rappresentano lo stereotipo <strong>del</strong> lavoro a rischio per l’insorgenza <strong>di</strong> queste<br />

patologie. Recenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> follow-up (4), effettuati sui lavoratori <strong>del</strong>l’industria<br />

automobilistica, confermano un’alta prevalenza dei sintomi a carico<br />

degli arti superiori e l’importanza <strong>di</strong> seguire nel tempo le popolazioni<br />

esposte con strumenti validati (questionario dei sintomi <strong>ed</strong> esame<br />

fisico standar<strong>di</strong>zzato degli arti superiori). D’altra parte dati INAIL recenti<br />

(9) <strong>di</strong>mostrano che anche in Italia le UL-WMSDs rappresentano<br />

ormai sia a livello nazionale che locale le malattie professionali più frequentemente<br />

denunciate e comporteranno nel prossimo futuro un problema<br />

enorme <strong>di</strong> gestione dei lavoratori portatori <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>sturbi. Nel presente<br />

articolo sono riportati i dati relativi alle sole visite me<strong>di</strong>che dei lavoratori<br />

<strong>di</strong> una grande industria metalmeccanica <strong>del</strong> centro-nord; le visite<br />

me<strong>di</strong>che rappresentano il secondo step <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o elaborato<br />

<strong>di</strong> comune accordo dal Servizio <strong>di</strong> prevenzione <strong>del</strong>la struttura pubblica e<br />

dalla azienda metalmeccanica per valutare la prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi e<br />

<strong>del</strong>le patologie degli arti superiori correlate al lavoro.<br />

MATERIALI E METODI<br />

I lavoratori <strong>di</strong> 3 reparti <strong>di</strong> una grande industria metalmeccanica sono<br />

stati sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca; il gruppo sottoposto a visita rappresenta<br />

una parte dei lavoratori ai quali era stato somministrato prec<strong>ed</strong>entemente<br />

un questionario proposto dall’EPM (8) per la raccolta dei dati anamnestici.<br />

Sono stati richiamati a visita i lavoratori con un livello <strong>di</strong> “soglia”<br />

riferita agli ultimi do<strong>di</strong>ci mesi e caratterizzata da: “presenza <strong>di</strong> dolore e/o<br />

parestesie durati almeno una settimana oppure insorti almeno una volta<br />

al mese e non prec<strong>ed</strong>uti da traumi acuti”. Per l’esecuzione <strong>del</strong>la visita<br />

me<strong>di</strong>ca si è fatto riferimento al Documento <strong>di</strong> consenso <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />

lavoro nazionale (2). A causa <strong>di</strong> un allungamento dei tempi <strong>del</strong>l’indagine,<br />

dovuta prevalentemente a problemi <strong>di</strong> cassa integrazione guadagni,<br />

prima <strong>di</strong> essere visitati con un esame clinico standar<strong>di</strong>zzato, tutti i lavoratori<br />

richiamati sono stati sottoposti ad alcune domande per confermare<br />

la sintomatologia evidenziata al questionario anamnestico. Per la raccolta,<br />

archiviazione e successiva elaborazione statistica è stato adoperato<br />

un sistema informatizzato descritto ampiamente in un’altra comunicazione<br />

<strong>di</strong> questo stesso Congresso. (6)<br />

RISULTATI<br />

Da un campione <strong>di</strong> circa 700 addetti sono stati chiamati a visita me<strong>di</strong>ca<br />

287 lavoratori (190 femmine e 97 maschi); in tabella I sono riportate<br />

l’età me<strong>di</strong>a, l’anzianità lavorativa me<strong>di</strong>a nell’azienda e nella mansione,<br />

e il body mass index (BMI); quest’ultimo parametro è stato introdotto<br />

perché considerato tra i più importanti fattori <strong>di</strong> rischio non professionali<br />

(3). Il gruppo indagato si caratterizza per un’età anagrafica abbastanza<br />

giovane, per aver lavorato quasi esclusivamente nell’azienda<br />

oggetto <strong>di</strong> indagine prevalentemente con la mansione <strong>di</strong> addetto al montaggio,<br />

e per un BMI che si pone tra la classe dei “normopeso” e quella<br />

dei “soprappeso”.<br />

In realtà ciò che contrad<strong>di</strong>stingue il campione riguarda il reparto <strong>di</strong><br />

provenienza come si evidenzia dalla tabella II dove sono riportate le caratteristiche<br />

anagrafiche degli addetti <strong>di</strong>visi per reparto. Si può notare<br />

come tra i reparti non esistano <strong>di</strong>fferenze significative per quanto riguarda<br />

l’età me<strong>di</strong>a, l’anzianità lavorativa e l’anzianità <strong>di</strong> mansione; il<br />

gruppo più numeroso proviene dal reparto montaggio veicoli a due ruote<br />

(2R) che rappresenta anche il reparto con maggiori addetti; il Reparto<br />

VTL, dove vengono montati veicoli a 3 e 4 ruote, è il reparto con minori<br />

addetti, infine il reparto montaggio motori si colloca per numerosità <strong>di</strong><br />

addetti ad un livello interme<strong>di</strong>o tra i due prec<strong>ed</strong>enti.<br />

Dei 287 richiamati a visita 53 lavoratori non evidenziavano più la sintomatologia<br />

a carico degli arti superiori e pertanto secondo il protocollo<br />

adottato non sono stati sottoposti a indagine clinica. Per 39 lavoratori dei<br />

234 sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca, pur presentando positive alcune manovre<br />

cliniche indagate, non c’era l’in<strong>di</strong>cazione all’esecuzione degli esami strumentali<br />

(ecografia e/o elettroneurografia) così come da protocollo adot-<br />

Tabella I. Età, anzianità lavorativa, anzianità nella mansione<br />

e BMI nel gruppo indagato<br />

Tabella II. Età, anzianità lavorativa, anzianità mansione<br />

<strong>del</strong> gruppo indagato per reparti<br />

tato. Dei 195 lavoratori positivi alla visita, 50 sono stati in<strong>di</strong>rizzati ad un<br />

ulteriore approfon<strong>di</strong>mento ecografico, 46 avevano bisogno <strong>di</strong> eseguire<br />

una elettroneurografia, infine 99 lavoratori avevano la necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

sia ecografico che elettroneurografico. Per la quasi totalità<br />

dei lavoratori da sottoporre ad esame elettroneurografico è stata posta l’ipotesi<br />

<strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> patologie canalicolari a carico <strong>del</strong> polso (sindrome<br />

<strong>del</strong> tunnel carpale); i lavoratori inviati ad approfon<strong>di</strong>mento ecografico nel<br />

64% dei casi presentavano una sola s<strong>ed</strong>e anatomica impegnata, nel 27%<br />

dei casi due se<strong>di</strong> e nel 9% dei casi 3 se<strong>di</strong>. Il polso nel 45% dei casi era la<br />

s<strong>ed</strong>e anatomica più colpita seguita dalla spalla nel 37% dei casi e dal gomito<br />

nel 18%. Nelle tabelle III e IV sono riportati <strong>di</strong>visi per reparto <strong>di</strong> provenienza<br />

i soggetti da sottoporre rispettivamente a esame elettroneurografico<br />

<strong>ed</strong> ecografico; i dati evidenziano che i lavoratori visitati <strong>del</strong> reparto<br />

montaggio motori da inviare ad approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico sono percentualmente<br />

più numerosi, anche se in maniera non significativa, rispetto<br />

ai lavoratori visitati degli altri due reparti.<br />

Tabella III. Numero dei soggetti inviati ad esame<br />

elettroneurografico <strong>di</strong>visi per reparto<br />

Tabella IV. Numero dei soggetti inviati ad esame<br />

ecografico <strong>di</strong>visi per reparto


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 197<br />

http://gimle.fsm.it<br />

CONCLUSIONI<br />

Pur premettendo che i dati riportati in questa pubblicazione riguardano<br />

esclusivamente i lavoratori che sono stati visitati, ciononostante possiamo<br />

già affermare che circa il 30% <strong>di</strong> addetti nei reparti <strong>di</strong> montaggio<br />

indagati (195 lavoratori su circa 700) presenta patologie a carico degli arti<br />

superiori; tale percentuale è simile a quella trovata da altri autori in industrie<br />

metalmeccaniche simili (4, 5). Le con<strong>di</strong>zioni patologiche riscontrate<br />

sono a carico dei ten<strong>di</strong>ni (149 soggetti presentano con<strong>di</strong>zioni cliniche<br />

obiettive per la richiesta <strong>di</strong> esame ecografico) e a carico dei nervi periferici<br />

(145 soggetti presentano con<strong>di</strong>zioni cliniche obiettive per l’invio a<br />

successivo esame elettroneurografico). In particolare la sindrome <strong>del</strong><br />

tunnel carpale è stata la sindrome canalicolare più frequentemente <strong>di</strong>agnosticata<br />

ovviamente da un punto <strong>di</strong> vista clinico; per quanto riguarda invece<br />

i <strong>di</strong>sturbi a carico dei ten<strong>di</strong>ni la s<strong>ed</strong>e anatomica <strong>del</strong> polso è stata<br />

quella maggiormente evidenziata (45%). Da notare ancora, come <strong>del</strong> resto<br />

evidenziato anche in altri stu<strong>di</strong>, la presenza contemporanea <strong>di</strong> patologie a<br />

carico dei ten<strong>di</strong>ni e dei nervi (il 50% dei positivi alla visita) e la presenza<br />

<strong>di</strong> più se<strong>di</strong> anatomiche colpite per quanto riguarda la patologia ten<strong>di</strong>nea<br />

(il 36% dei positivi alla visita). Le prime analisi non evidenziano una significativa<br />

<strong>di</strong>fferenza dei casi positivi tra i 3 reparti indagati pur mostrando<br />

una lieve prevalenza <strong>del</strong>le <strong>di</strong>agnosi cliniche nel reparto montaggio<br />

motori; la valutazione con la metodologia <strong>del</strong>l’OCRA index effettuata<br />

contemporaneamente all’indagine clinica permetterà <strong>di</strong> capire l’entità <strong>del</strong><br />

rischio stesso e le eventuali <strong>di</strong>fferenze tra i fattori <strong>di</strong> rischio indagati (10).<br />

Infine punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o è stato l’uso <strong>di</strong> un software appositamente<br />

costruito che permette <strong>di</strong> usare criteri standard per la raccolta<br />

anamnestica, l’esame obiettivo e la selezione <strong>del</strong>le persone da avviare ad<br />

approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico; lo stesso strumento sarà utile per la successiva<br />

gestione dei lavoratori non soltanto positivi alla visita ma anche <strong>di</strong><br />

coloro affetti da <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici specifici e non degli arti superiori<br />

per valutare la persistenza e la progressione <strong>del</strong>la malattia.<br />

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<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro nazionale. M<strong>ed</strong> Lav 2003;94,3:312-329<br />

ER 10<br />

PROGETTO MANO-BRACCIO DELL’AREA VASTA NORD-OVEST<br />

REGIONE TOSCANA: DESCRIZIONE DI UN APPROCCIO<br />

INFORMATICO ALLA GESTIONE DEI DATI DELLE PATOLOGIE<br />

LAVORO-CORRELATE DELL’ARTO SUPERIORE: “PAS-VERSILIA”<br />

M. Pinelli1 , M. Mariani1 , F. Di P<strong>ed</strong>e2 , A. Montever<strong>di</strong>3 ,<br />

R. Ansuini1 , G. Viegi4 1 Az. USL12 “Viareggio”, Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione<br />

2 Epidemiologia Ambientale Polmonare, IFC CNR Pisa<br />

3 Az. USL 5 “Pisa”, Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione<br />

4 Istituto Biome<strong>di</strong>cina e Immunologia Molecolare, CNR Palermo<br />

RIASSUNTO. È stato creato un sistema informatizzato (PAS-Versilia)<br />

<strong>di</strong> raccolta, archiviazione e <strong>di</strong> elaborazione dei dati <strong>del</strong>le patologie<br />

lavoro-correlate <strong>del</strong>l’arto superiore. Il punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong> sistema consiste<br />

nell’utilizzare strumenti standar<strong>di</strong>zzati e validati per la raccolta dei sintomi,<br />

l’esame clinico, gli accertamenti strumentali, la <strong>di</strong>agnosi e la sua<br />

sta<strong>di</strong>azione. Il software prev<strong>ed</strong>e una progressione secondo “step” pr<strong>ed</strong>eterminati.<br />

Il programma consentirà ai me<strong>di</strong>ci competenti e ai me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong><br />

lavoro impegnati in indagini sanitarie <strong>di</strong> usare criteri standard, <strong>di</strong> poter<br />

usufruire <strong>di</strong> uno strumento informatizzato in grado <strong>di</strong> “gestire” esami<br />

Elettroneurografici <strong>ed</strong> Ecografici, <strong>di</strong> poter stabilire in base alla sta<strong>di</strong>azione<br />

percorsi riabilitativi e <strong>di</strong> reinserimento al lavoro specifici e <strong>di</strong> eseguire le<br />

analisi descrittive <strong>ed</strong> inferenziali più adeguate alle esigenze <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Parole chiave: UL-WMSDs; Software PAS-Versilia; Gestione visite.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il mondo <strong>del</strong> lavoro presenta ormai una mobilità elevata <strong>del</strong>la manodopera<br />

<strong>ed</strong> una parcellizzazione <strong>del</strong>le produzioni. È sempre più <strong>di</strong>fficile,<br />

quin<strong>di</strong>, sia selezionare un numero significativo <strong>di</strong> lavoratori con<br />

esposizione omogenea tale da consentirne lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le patologie lovoro-correlate<br />

tramite un mo<strong>del</strong>lo epidemiologico <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o trasversale,<br />

sia seguire nel tempo una coorte <strong>di</strong> lavoratori esposti al rischio. Abbiamo<br />

quin<strong>di</strong> pensato ad un sistema informatizzato <strong>di</strong> raccolta, archiviazione<br />

e <strong>di</strong> elaborazione dei dati che consenta <strong>di</strong> raggiungere numeri<br />

significativi confrontando dati raccolti da operatori sanitari <strong>di</strong>versi in<br />

unità locali <strong>di</strong>verse. È fondamentale, per mantenere la confrontabilità<br />

dei dati, usare protocolli standar<strong>di</strong>zzati e informatizzati riuniti preferibilmente<br />

in un unico database. Il punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong> sistema consiste proprio<br />

nell’utilizzare strumenti standar<strong>di</strong>zzati e validati per la raccolta dei<br />

sintomi, l’esame clinico, gli accertamenti strumentali, la <strong>di</strong>agnosi e la<br />

sua sta<strong>di</strong>azione.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati utilizzati il “Questionario anamnestico <strong>del</strong>le patologie<br />

degli arti superiori” (6) e la sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong> “Valutazione clinica degli arti superiori”<br />

(5) proposti dall’Unità <strong>di</strong> Ricerca “<strong>Ergonomia</strong> <strong>del</strong>la Postura e <strong>del</strong><br />

Movimento” (EPM) in quanto strumenti agili e validati. Per la standar<strong>di</strong>zzazione<br />

degli accertamenti Elettroneurografici <strong>ed</strong> Ecografici sono<br />

state utilizzate le evidenze scientifiche selezionando i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> effettuazione<br />

degli esami e i criteri <strong>di</strong> refertazione proposti dalle società scientifiche<br />

<strong>di</strong> riferimento (società italiana <strong>di</strong> neurofisiologia/gruppo italiano <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la Sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale (3), linee guida per l’effettuazione<br />

<strong>di</strong> esami Ecografici standard (4), documenti <strong>di</strong> consenso nazionali<br />

(1,2)). La progressione ai vari livelli <strong>del</strong> percorso <strong>di</strong>agnostico sono basati<br />

sui criteri proposti dall’EPM (5,6). Per uniformare l’immissione dei dati<br />

relativi all’attività lavorativa sono stati utilizzati i co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> attività economica<br />

(ATECO) e i co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> attività professionale (ISFOL).<br />

IL SOFTWARE<br />

È stato realizzato un programma informatizzato che prev<strong>ed</strong>e una<br />

progressione secondo “step” pr<strong>ed</strong>eterminati: il primo “step” è lo screening<br />

<strong>di</strong> sintomi/<strong>di</strong>sturbi a carico degli arti superiori, relativi agli ultimi 12<br />

mesi, e prev<strong>ed</strong>e l’uso <strong>del</strong> questionario anamnestico EPM. La presenza <strong>di</strong><br />

“positività“ per uno o più sintomi/<strong>di</strong>sturbi specifici, <strong>di</strong>stinti per s<strong>ed</strong>e anatomica,<br />

viene riportata nel programma <strong>ed</strong> implica l’attivazione <strong>di</strong> un percorso<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento comprendente una raccolta <strong>di</strong> dati anamnestici<br />

e l’effettuazione <strong>del</strong>l’esame obiettivo specifico.


198 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 1. Primo “step”: questionario anamnestico <strong>ed</strong> in<strong>di</strong>cazioni<br />

successive (in evidenza)<br />

Figura 3. Sch<strong>ed</strong>a clinica per la valutazione <strong>del</strong> sintomo “parestesie”<br />

con l’in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong>l’esecuzione <strong>del</strong>l’esame Elettroneurografico<br />

Questi passaggi sono stati completamente informatizzati tramite la<br />

computerizzazione <strong>del</strong>le sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> valutazione clinica-anamnestiche proposte<br />

dall’EPM per rendere agevole l’immissione dei dati e consentire<br />

una uniformità <strong>di</strong> percorso. Nei casi <strong>di</strong> positività confermata anche all’esame<br />

obiettivo, il programma prev<strong>ed</strong>e la necessità <strong>di</strong> completare il percorso<br />

<strong>di</strong>agnostico con esami/approfon<strong>di</strong>menti specialistici segnalati <strong>di</strong>rettamente<br />

dal software.<br />

Sono state sviluppate, ad oggi, due sch<strong>ed</strong>e specifiche per i referti<br />

degli esami Elettroneurografico <strong>ed</strong> Ecografico che sono gli esami strumentali<br />

maggiormente utilizzati per la conferma <strong>di</strong>agnostica <strong>del</strong>le principali<br />

patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate. L’introduzione<br />

dei dati degli esami strumentali avviene esclusivamente secondo criteri<br />

Figura 2. Prima pagina <strong>del</strong>l’esame obiettivo per la spalla<br />

Figura 4. Inserimento dei dati <strong>del</strong>l’esame Elettroneurografico eseguito<br />

a destra<br />

prestabiliti e consente <strong>di</strong> ottenere un report riassuntivo standard. Il<br />

software confronta i risultati con i range <strong>di</strong> normalità e propone una conclusione<br />

<strong>di</strong>agnostica, che il me<strong>di</strong>co può confermare o mo<strong>di</strong>ficare, completando<br />

la refertazione, sia nel caso <strong>di</strong> esecuzione <strong>del</strong>l’esame Elettroneurografico<br />

che Ecografico. Eventuali altri esami/approfon<strong>di</strong>menti specialistici<br />

(TC, RMN, RXgrafia…) vengono segnalati all’interno <strong>del</strong> programma.<br />

È stata prevista una schermata riassuntiva per ogni caso/soggetto,<br />

nella quale compaiono le “positività” <strong>del</strong>l’iter <strong>di</strong>agnostico, le eventuali<br />

patologie <strong>di</strong>agnosticate e le conclusioni organizzative e me<strong>di</strong>co-legali<br />

(programma <strong>di</strong> sorveglianza, rilascio 1° certificato <strong>di</strong> MP, etc…). Attualmente<br />

il software è impiegato in varie indagini sanitarie sulle patologie<br />

Figura 5 e 6. Risultato <strong>del</strong>l’esame Elettroneurografico e relativo referto stampabile


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 199<br />

http://gimle.fsm.it<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore da sovraccarico biomeccanico. La più rilevante riguarda<br />

alcuni reparti <strong>di</strong> montaggio <strong>di</strong> una grossa industria metalmeccanica,<br />

e ha coinvolto 700 lavoratori; il software, grazie all’algoritmo <strong>di</strong>agnostico,<br />

ha segnalato la necessità <strong>del</strong>l’effettuazione <strong>di</strong> 145 Elettroneurografie<br />

(20.7%) e 213 Ecografie (30.4%) (questa indagine è argomento<br />

<strong>di</strong> un’altra comunicazione in questo congresso).<br />

Il programma, reso accessibile ad utenti abilitati, consentirà ai me<strong>di</strong>ci<br />

competenti e ai me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro impegnati in indagini sanitarie <strong>di</strong><br />

usare criteri standard per la raccolta anamnestica, l’esame obiettivo e la<br />

selezione <strong>del</strong>le persone da avviare ai percorsi <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>agnostico.<br />

Allo stesso modo, poter usufruire <strong>di</strong> un software in grado <strong>di</strong><br />

“gestire” esami Elettroneurografici <strong>ed</strong> Ecografici, secondo i criteri suggeriti<br />

dalle società scientifiche <strong>di</strong> riferimento, dovrebbe notevolmente<br />

agevolare <strong>ed</strong> uniformare l’operato dei me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro. È infatti particolarmente<br />

utile poter ottenere, da parte <strong>di</strong> colleghi specialisti, esami<br />

condotti con modalità confrontabili che permettano <strong>di</strong> classificare per<br />

sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> gravità le patologie muscolo-scheletriche più frequentemente riscontrate<br />

e, conseguentemente, poter stabilire percorsi riabilitativi e <strong>di</strong><br />

reinserimento al lavoro specifici. Il database, infine, può essere importato<br />

dai più comuni “pacchetti statistici” per eseguire le analisi descrittive <strong>ed</strong><br />

inferenziali più adeguate alle esigenze <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Colombini D, Menoni O, Occhipinti E, Battevi N, Ricci MG, Cairoli<br />

S, Sferra C, Cimaglia G, Missere M, Draicchio F, Papale A, Di Loreto<br />

G, Ubiali E, Bertolini C, Piazzini DB. “Criteri per la trattazione<br />

e la classificazione <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> malattia da sovraccarico biomeccanico<br />

degli arti superiori nell’ambito <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro. Documento<br />

<strong>di</strong> consenso <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> lavoro nazionale”; M<strong>ed</strong> Lav.<br />

2005; 96 Suppl 2:5-26.<br />

2) Colombini D, Occhipinti E, Cairoli S, Battevi N, Menoni O, Ricci<br />

MG, Sferra C, Balletta A, Berlingò E, Draicchio F, Palmi S, Papale<br />

A, Di Loreto G, Barbieri PG, Martinelli M, Venturi E, Molteni G, De<br />

Vito G, Grieco A; EPM Research Unit. “Le affezioni muscolo-scheletriche<br />

degli arti superiori e inferiori come patologie professionali:<br />

quali e a quali con<strong>di</strong>zioni. Documento <strong>di</strong> consenso <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />

lavoro nazionale”; M<strong>ed</strong> Lav. 2003 May-Jun; 94(3):312-29.<br />

3) Padua L, LoMonaco M, Gregori B, Valente EM, Padua R, Tonali P.;<br />

”Neurophysiological classification and sensitivity in 500 carpal<br />

tunnel syndrome hands”; Acta Neurol Scand. 1997 Oct; 96(4):211-7.<br />

4) Documento SIUMB per le linee guida in Ecografia, SIUMB <strong>Giornale</strong><br />

<strong>Italiano</strong> <strong>di</strong> Ecografia, I.R. al Vol.8 - N.4- Dicembre 2005<br />

5) Menoni O, Vimercati C, Panciera D.“Stu<strong>di</strong> clinici in popolazioni lavorative:<br />

un mo<strong>del</strong>lo per l’indagine anamnestica <strong>del</strong>le patologie<br />

degli arti superiori e sue modalità applicative”; Ergonomics. 1998<br />

Sep; 41(9):1312-21.<br />

6) Menoni O, De Marco F, Colombini D, Occhipinti E, Vimercati C,<br />

Panciera D.; “Stu<strong>di</strong> clinici in popolazioni lavorative: valore e significato<br />

dei rilievi anamnestici, dei test clinici e degli esami strumentali<br />

per la <strong>di</strong>agnosi <strong>del</strong>le affezioni muscolo scheletriche degli arti superiori”;<br />

M<strong>ed</strong> Lav. 1996 Nov-Dec; 87(6):549-60.<br />

ER 11<br />

MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI<br />

IN CASSIERE DI SUPERMERCATI<br />

S. Parrello2 , C. Giorgianni1 , G. Saffioti2 , R. Brecciaroli1 ,<br />

A. De Luca1 , M.G. Tanzariello1 , C. Abbate1 1 Scuola Specializzazione Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università Messina<br />

2 Rete Ferroviaria Italiana Spa - Unità Territoriale Reggio Calabria<br />

RIASSUNTO. Le malattie da sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong>l’arto<br />

superiore rappresentano una <strong>del</strong>le più frequenti cause <strong>di</strong> patologie professionale<br />

e tra queste notevole frequenza <strong>di</strong> riconoscimento spetta alla<br />

Sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale.<br />

Le attività <strong>di</strong> cassiere in supermercati e centri commerciali sono lavorazioni<br />

fortemente esponenti a tale patologia. Abbiamo, pertanto, voluto indagare<br />

una vasta popolazione <strong>di</strong> cassiere <strong>di</strong> sesso femminile <strong>di</strong> supermercati<br />

attraverso la valutazione <strong>del</strong> rischio con il metodo <strong>del</strong>la check list Ocra.<br />

In base ai risultati ottenuti abbiamo <strong>di</strong>viso il nostro campione in due<br />

gruppi:<br />

A) Lavoratrici con valore <strong>di</strong> check list < 14<br />

B) Lavoratrici con valore <strong>di</strong> check list >11<br />

Cosi facendo abbiamo selezionato un campione composto da 298<br />

cassiere nel gruppo A e 252 nel gruppo B.<br />

Tale campione è stato confrontato con quello <strong>di</strong> una popolazione non<br />

esposta al rischio specifico, omogenea per numero, età, sesso <strong>ed</strong> anzianità<br />

lavorativa (gruppo C).<br />

Alla luce dei nostri dati, possiamo affermare che i movimenti ripetuti<br />

degli arti superiori rappresentano un’attività a rischio per la Sindrome<br />

<strong>del</strong> Tunnel carpale e che il metodo <strong>del</strong>la check list Ocra rappresenta<br />

una meto<strong>di</strong>ca valido per evidenziare e quantificare il rischio da movimenti<br />

ripetuti degli arti superiori.<br />

Parole chiave: cassiere, sindrome tunnel carpale, check list OCRA.<br />

INTRODUZIONE<br />

Le malattie da sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong>l’arto superiore rappresentano<br />

una <strong>del</strong>le più frequenti patologie professionali e tra queste notevole<br />

frequenza <strong>di</strong> ricoscimento spetta alla sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale (STC).<br />

Sono stati pubblicati numerosi stu<strong>di</strong> che <strong>di</strong>mostrano la sussistenza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbi muscolo scheletrici <strong>del</strong>l’arto superiore e <strong>del</strong>la STC in cassiere <strong>di</strong><br />

supermercati e centri commerciali. (1,2)<br />

Bonfiglioli (2005) ha <strong>di</strong>mostrato come il lavoro alle casse dei supermercati<br />

espone i lavoratori a <strong>di</strong>sturbi muscolo scheletrici <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

e a STC e come la frequenza dei sintomi è correlabile con l’entità<br />

<strong>del</strong> rischio.<br />

Gli stessi autori nel 2007 hanno <strong>di</strong>mostrato come l’incidenza dei sintomi<br />

da STC aumenti per l’inadeguatezza dei tempi <strong>di</strong> recupero e tale aumento<br />

sia <strong>di</strong>rettamente proporzionale alla durata <strong>del</strong>l’attività.<br />

Una nostra prec<strong>ed</strong>ente indagine (2006) ha in<strong>di</strong>viduato una elevata<br />

presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscolo scheletrici e <strong>di</strong> STC evidenziati con l’esecuzione<br />

<strong>di</strong> test obiettivi poi confermati con l’esecuzione <strong>del</strong>l’elettromiografia<br />

in operatrici <strong>del</strong> settore.<br />

I principali fattori <strong>di</strong> rischio che incidono sull’insorgenza <strong>di</strong> tali patologie<br />

vengono comunemente stu<strong>di</strong>ati con <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione,<br />

ma un metodo semplice e veloce che consente uno screening anche su un<br />

numero elevato <strong>di</strong> postazioni è la Check List Ocra<br />

Scopo <strong>del</strong> nostro lavoro è quello <strong>di</strong> valutare l’incidenza <strong>del</strong>la STC in<br />

addette alle operazioni <strong>di</strong> cassa in centri commerciali con l’esecuzione <strong>di</strong><br />

test obiettivi e correlare tale incidenza alla valutazione <strong>del</strong> rischio me<strong>di</strong>ante<br />

la check list Ocra.<br />

MATERIALI E METODI<br />

L’indagine è stata condotta su un campione <strong>di</strong> 606 cassiere <strong>di</strong> sesso<br />

femminile in corso <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria.<br />

Su tale campione sono stati applicati i seguenti criteri <strong>di</strong> esclusione:<br />

– fratture pregresse arti superiori<br />

– gravidanza in atto<br />

– <strong>di</strong>abete mellito <strong>ed</strong> altre malattie endocrino immunitarie<br />

– obesità superiore alla terza classe <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea in accordo<br />

con la WHO (Ginevra 1987)<br />

– attività fisica superiore alle 3 ore settimanali<br />

– attività part-time<br />

Cosi facendo abbiamo selezionato un campione <strong>di</strong> 562 lavoratrici<br />

con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 40 +/- 14 anni, anzianità lavorativa 18 +/-7 anni, con<br />

orario <strong>di</strong> lavoro full-time.<br />

A questo punto abbiamo proc<strong>ed</strong>uto al controllo degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio<br />

valutati me<strong>di</strong>ante l’applicazione <strong>del</strong>la check list Ocra <strong>ed</strong> abbiamo deciso<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>videre ulteriormente tale popolazione in base ai valori<br />

riscontrati.Abbiamo ritenuto <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre le lavoratrici in due gruppi:<br />

gruppo A con valori <strong>di</strong> Ocra > 14 punti (rischio me<strong>di</strong>o-elevato)<br />

gruppo B con valori <strong>di</strong> Ocra < 11 punti (rischio accettabile o molto lieve).<br />

Abbiamo eliminato dallo stu<strong>di</strong>o il campione <strong>di</strong> lavoratrici <strong>di</strong> un supermercato<br />

che aveva evidenziato un valore <strong>di</strong> check list <strong>di</strong> 12.5 (rischio<br />

lieve) in quanto ritenuto fattore <strong>di</strong> possibile confon<strong>di</strong>mento.<br />

Il gruppo A era formato da 298 soggetti mentre il gruppo B da 252<br />

soggetti.<br />

Tali gruppi sono stati confrontati con quello <strong>di</strong> una popolazione non<br />

esposta a rischio specifico omogenea per età,sesso, anzianità lavorativa<br />

<strong>ed</strong> criteri <strong>di</strong> esclusione composta da insegnanti <strong>di</strong> scuola materna <strong>ed</strong> elementare.<br />

(Gruppo C) e pari a 250 unità.


200 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Tutti i partecipanti allo stu<strong>di</strong>o sono stati sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca<br />

generale con l’esecuzione dei due test che rilevano la possibile compromissione<br />

<strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano al polso:<br />

– Test <strong>di</strong> Phalen;<br />

– Test <strong>di</strong> Tinel.<br />

La valutazione statistica dei risultati è stata effettuata attraverso un<br />

confronto non parametrico (Non parametric test combination. NPC: Pesarin<br />

2001).<br />

RISULTATI<br />

La tabella I mostra la positività ai test effettuati espressi in numero<br />

assoluto <strong>ed</strong> in percentuale relativi ai 3 gruppi cosi sud<strong>di</strong>visi A+B e C.<br />

L’analisi statistica ha posto in luce che tra i gruppi emerge una <strong>di</strong>fferenza<br />

altamente significativa pari a p value = 0,000.<br />

A questo punto abbiamo voluto indagare le <strong>di</strong>fferenze esistenti tra il<br />

gruppo A e B.<br />

La tabella II mostra la positività ai test effettuati espressi in numero<br />

assoluto <strong>ed</strong> in percentuale relativi ai 2 gruppi <strong>di</strong> esposti.<br />

Anche in questo caso l’analisi statistica ha mostrato <strong>di</strong>fferenze altamente<br />

significative tra i due gruppi con un p value = 0,000.<br />

La tabella III mostra la positività ai test effettuati in numero assoluto<br />

<strong>ed</strong> in percentuale relativa ai gruppi B e C.<br />

L’analisi statistica stavolta non ha mostrato <strong>di</strong>fferenze statisticamente<br />

significative con un p value = 0,128.<br />

Tabella I<br />

Gruppi A +B B<br />

Numero totale 133 15<br />

Percentuale 23,6% 6%<br />

Tabella II<br />

Gruppi A B<br />

Numero totale 113 20<br />

Percentuale 38% 8%<br />

Tabella III<br />

Gruppi B C<br />

Numero totale 20 15<br />

Percentuale 8% 6%<br />

CONCLUSIONI<br />

I nostri dati ci permettono <strong>di</strong> trarre le seguenti conclusioni:<br />

– il campione <strong>del</strong>le cassiere presenta una maggiore positività ai test<br />

obiettivi per STC rispetto al campione <strong>di</strong> controllo;<br />

– il gruppo <strong>del</strong>le cassiere con rischio lavorativo me<strong>di</strong>o-elevato presenta<br />

maggiore positività ai test rispetto a quello a rischio accettabile<br />

o molto lieve;<br />

– il gruppo <strong>del</strong>le cassiere con rischio accettabile o molto lieve presenta<br />

valori <strong>di</strong> significatività ai test sovrapponibili a quelli <strong>del</strong> campione<br />

<strong>di</strong> controllo.<br />

L’utilizzo <strong>del</strong>la check list Ocra ci ha permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare le popolazioni<br />

<strong>di</strong> esposti<br />

Tali risultati ben si correlano con quanto descritto da Bonfiglioli<br />

(2005) che in una similare indagine conclude affermando che il lavoro <strong>di</strong><br />

cassiera dei supermercati espone i lavoratori a fattori <strong>di</strong> rischio biomeccanico<br />

per l’arto superiore.<br />

Sempre in questa indagine <strong>ed</strong> in un’altra più recente (2007) lo stesso<br />

autore affermava la presenza <strong>di</strong> una correlazione tra la comparsa dei sintomi<br />

e l’entità <strong>del</strong>l’esposizione, dati perfettamente in linea con quanto <strong>di</strong>mostrato<br />

dalla presente nota che evidenzia <strong>di</strong>fferenze statisticamente significative<br />

in gruppi <strong>di</strong> cassiere esposte a <strong>di</strong>fferente entità <strong>del</strong> rischio.<br />

Interessante e meritevole <strong>di</strong> ulteriori approfon<strong>di</strong>menti l’evidenziazione<br />

che la comparsa <strong>del</strong>la positività ai test è sovrapponibile tra cassiere<br />

a basso rischio e popolazione <strong>di</strong> controllo.<br />

Tale dato ci permette <strong>di</strong> affermare che il contenimento <strong>del</strong> rischio<br />

biomeccanico per l’arto superiore riduce significativamente la comparsa<br />

<strong>di</strong> sintomi ascrivibili alla Sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Margolis W, Kraus JF. The prevalence of carpal tunnel syndrome<br />

symptoms in female supermarketcheckers. J Occup M<strong>ed</strong>. 1987 29,<br />

953-956.<br />

2) Panzone J, Melasi A, Carra G et al. Repetitive movement of the upper<br />

limbs result of exposure evaluation and clinical investigation in cash<br />

register operators in supermarket. M<strong>ed</strong> Lav. 1996 86, 634-639.<br />

3) Bonfiglioli R, Venturi S, Graziani F et al. La sindrome <strong>del</strong> tunnel<br />

carpale nelle cassiere dei supermercati. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg. 2005,<br />

27:1, 106-111.<br />

4) Bonfiglioli R, Botter A, Draicchio F et al. Applicazione <strong>del</strong>l’elettromiografia<br />

<strong>di</strong> superficie dei muscoli <strong>del</strong>la mano nello stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le patologie<br />

da sovraccarico biomeccanico. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg. 2007,<br />

29:3, 575-578.<br />

ER 12<br />

CTDS IN ADDETTI AL MONTAGGIO DI POMPE IDRAULICHE<br />

Gianluca Manuli2 , Maurizio Mariani3 , Cinzia Di P<strong>ed</strong>e1 1 PISLL Azienda USL 5 Pisa<br />

2 Dipartimento Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Azienda Osp<strong>ed</strong>aliero-Universitaria<br />

Pisana<br />

3 PISLL Azienda USL 12 Viareggio<br />

Corrispondenza: gianluca.manuli@gmail.com<br />

RIASSUNTO. Numerosi stu<strong>di</strong> hanno mostrato alte prevalenze <strong>di</strong><br />

Cumulative Trauma Disorders (CTDs) nei lavoratori con sovraccarico<br />

biomeccanico <strong>del</strong>l’arto superiore. Lo scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o, condotto all’interno<br />

<strong>di</strong> un’azienda che produce pompe idrauliche, è quello <strong>di</strong> valutare la<br />

prevalenza <strong>di</strong> CTDs negli addetti al montaggio.<br />

È stata effettuata la valutazione <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore su un’isola <strong>di</strong> montaggio pompe composta da<br />

12 postazioni, utilizzando la check-list OCRA. Tutti i lavoratori addetti<br />

al montaggio sono stati esaminati utilizzando un questionario anamnestico<br />

<strong>ed</strong> una sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong> valutazione clinica per gli arti superiori. La percentuale<br />

riscontrata <strong>di</strong> CTD <strong>del</strong> polso e <strong>del</strong>la spalla nel nostro stu<strong>di</strong>o è<br />

più elevata <strong>di</strong> quella <strong>del</strong>la popolazione generale. È da segnalare anche<br />

l’alta concordanza tra la presenza <strong>di</strong> parestesie e la positività al test elettroneurografico.<br />

Si può affermare quin<strong>di</strong> che il questionario anamnestico<br />

è da considerare uno strumento <strong>di</strong>agnostico dotato <strong>di</strong> una buona specificità.<br />

Questi risultati suggeriscono la necessità <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> prevenzione<br />

primaria e <strong>di</strong> formazione dei lavoratori su nozioni <strong>di</strong> ergonomia.<br />

Parole chiave: Tunnel carpale, movimenti ripetuti arti superiori, patologie<br />

muscolo scheletriche.<br />

INTRODUZIONE<br />

Nei paesi industrializzati, nella seconda metà degli anni ‘80 le richieste<br />

<strong>di</strong> riconoscimento per Work-relat<strong>ed</strong> musculoskeletal <strong>di</strong>sorders<br />

(WMSDs) hanno avuto un notevole incremento. 1<br />

Negli anni ‘90 sono stati pubblicati circa 4000 articoli sulle WMSD<br />

i cui risultati sono stati riassunti in vari articoli <strong>di</strong> revisione. 2,3,4,5<br />

In una review <strong>di</strong> 600 stu<strong>di</strong> epidemiologici <strong>del</strong> ’97, il NIOSH evidenziava<br />

una relazione causale tra il sovraccarico biomeccanico e i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />

degli arti superiori. 6<br />

I compiti ripetitivi con uso <strong>di</strong> forza provocano microtraumi tissutali,<br />

infiammazione locale e sistemica, seguiti da fibrosi e cambiamenti strutturali.<br />

1 La definizione Cumulative Trauma Disorders (CTD) 7 considera<br />

tutti i fattori etiologici (lavoro ripetitivo, forza, vibrazioni e posture). Tra<br />

le CTD degli arti superiori, la Sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale (CTS) è la<br />

neuropatia più frequentemente riportata, costituendo l’80% <strong>del</strong> totale 8 . In<br />

uno stu<strong>di</strong>o su un campione <strong>di</strong> popolazione generale <strong>di</strong> 6254 soggetti, la<br />

prevalenza <strong>di</strong> CTS è risultata <strong>del</strong> 2.1% negli uomini e <strong>del</strong> 5,3% nelle<br />

donne 9 . In uno stu<strong>di</strong>o su un campione <strong>di</strong> popolazione generale <strong>di</strong> 6038


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 201<br />

http://gimle.fsm.it<br />

soggetti in età lavorativa 10 , la prevalenza <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nite <strong>del</strong>la cuffia dei rotatori<br />

è risultata <strong>del</strong> 4,5% negli uomini e <strong>del</strong> 6,1% nelle donne e la prevalenza<br />

<strong>di</strong> epicon<strong>di</strong>lite laterale è risultata <strong>del</strong> 1,3% sia negli uomini sia<br />

nelle donne. Lo scopo <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare il rischio da<br />

sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong>l’arto superiore e la prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />

muscoloscheletrici <strong>del</strong>l’arto superiore in una popolazione lavorativa<br />

<strong>di</strong> addetti al montaggio <strong>di</strong> pompe idrauliche.Materiali e Meto<strong>di</strong><br />

Attraverso l’esame alla moviola <strong>di</strong> riprese video <strong>del</strong>le 12 postazioni<br />

<strong>di</strong> un’isola <strong>di</strong> montaggio è stata effettuata la valutazione <strong>di</strong> frequenza<br />

dei movimenti, posture e fattori complementari per entrambi gli<br />

arti, secondo lo schema previsto dalla Check list OCRA. Per valutare<br />

la forza è stata utilizzata la scala <strong>di</strong> Borg e per ciascuna postazione, è<br />

stato calcolato il valore me<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la forza, tra i valori attribuiti da tutti<br />

i lavoratori. Tutti gli addetti al montaggio sono stati esaminati utilizzando<br />

il questionario anamnestico sulle patologie degli arti superiori e<br />

la sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong> valutazione clinica per l’effettuazione <strong>del</strong>l’esame obiettivo<br />

degli arti superiori elaborati dall’Unità <strong>di</strong> Ricerca EPM. Il questionario<br />

contiene domande su presenza e frequenza <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong> parestesie notturne/<strong>di</strong>urne<br />

al polso e alla mano. La sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong> valutazione clinica prev<strong>ed</strong>e<br />

l’effettuazione <strong>del</strong>le manovre <strong>di</strong>: palpazione <strong>del</strong>l’articolazione<br />

trapezio-metacarpale e <strong>del</strong>lo stiloide ra<strong>di</strong>ale, Finkelstein-test, flessoestensione<br />

<strong>del</strong> polso passiva e contro-resistenza, Phalen-test e compressione<br />

volare <strong>del</strong> polso per 30 sec. L’esame elettroneurografico è<br />

stato effettuato utilizzando l’apparecchio computerizzato portatile mo<strong>del</strong>lo<br />

Synergy prodotto da VIASYS.Il grado <strong>di</strong> compromissione <strong>del</strong><br />

nervo me<strong>di</strong>ano è stato valutato applicando la classificazione <strong>di</strong><br />

Padua 11 , che prev<strong>ed</strong>e una sud<strong>di</strong>visione in gra<strong>di</strong> da 1 a 5; il grado 5 corrisponde<br />

a CTS Estrema (assenza <strong>di</strong> risposta motoria e sensitiva <strong>del</strong><br />

me<strong>di</strong>ano), il 4 a Severa (assenza <strong>di</strong> risposta sensitiva e latenza motoria<br />

<strong>di</strong>stale anormale <strong>del</strong> me<strong>di</strong>ano), il 3 a Moderata (Velocità <strong>di</strong> conduzione<br />

sensitiva anormale e latenza motoria <strong>di</strong>stale anormale <strong>del</strong> me<strong>di</strong>ano), il<br />

2 a Lieve (Velocità <strong>di</strong> conduzione sensitiva anormale e latenza motoria<br />

<strong>di</strong>stale normale <strong>del</strong> me<strong>di</strong>ano), il grado 1 a Minima (<strong>di</strong>fferenze tra i test<br />

comparativi segmentali). Tutti i dati sono stati riportati in un data-base<br />

Excel per la loro elaborazione, l’analisi statistica utilizzando il test t <strong>di</strong><br />

Student è stata effettuata utilizzando lo Statistical Package for the Social<br />

Sciences (SPSS) versione 17.<br />

RISULTATI<br />

L’analisi <strong>del</strong>le 12 postazioni, ha mostrato in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio OCRA<br />

elevati: i valori me<strong>di</strong>o, minimo e massimo sono rispettivamente 19, 11 e<br />

25 a destra e 15, 10 e 23 a sinistra. Degli 89 soggetti esaminati, il 58,42%<br />

aveva dolore al polso e/o parestesie <strong>di</strong>urne o notturne, il 29,21% aveva<br />

dolore al gomito <strong>ed</strong> il 38,20% aveva dolore alla spalla. 29 soggetti che<br />

avevano parestesie hanno effettuato esame elettroneurografico: 27 soggetti<br />

(30.33% <strong>del</strong> totale) sono risultati affetti da sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale<br />

(CTS) <strong>di</strong> cui 19 bilaterali, pari al 70% dei casi <strong>di</strong> CTS; in particolare<br />

in 15 soggetti il danno poteva essere classificato <strong>di</strong> grado 1, in 9 soggetti<br />

<strong>di</strong> grado 2, in 1 soggetto <strong>di</strong> grado 3 e 2 soggetti <strong>di</strong> grado 4. 1 soggetto<br />

è risultato affetto da Neuropatia <strong>del</strong> nervo ulnare da intrappolamento<br />

al gomito. 4 soggetti positivi all’esame obiettivo <strong>del</strong> gomito hanno<br />

effettuato ecografia: 2 soggetti erano affetti da Ten<strong>di</strong>nosi degli estensori<br />

<strong>del</strong> gomito.<br />

11 soggetti che erano positivi all’esame obiettivo <strong>del</strong>la spalla, hanno<br />

effettuato ecografia comparativa <strong>di</strong> spalla: tutti gli 11 (12,35% <strong>del</strong> totale)<br />

erano affetti da Ten<strong>di</strong>nosi <strong>del</strong>la cuffia dei rotatori.<br />

CONCLUSIONI<br />

Il valore degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio è alto in tutte le postazioni <strong>di</strong> lavoro.<br />

Ciò a causa degli alti valori <strong>di</strong> frequenza, forza e postura. La percentuale<br />

<strong>del</strong>le CTD <strong>del</strong> polso e <strong>del</strong>la spalla nel nostro stu<strong>di</strong>o è più elevata <strong>di</strong> quella<br />

<strong>del</strong>la popolazione generale. La prevalenza <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> CTS bilaterali è alta<br />

e ciò correla con gli in<strong>di</strong>ci OCRA, che sono risultati alti sia a destra sia<br />

a sinistra. È da segnalare anche l’alta concordanza tra la presenza <strong>di</strong> parestesie<br />

e la positività al test elettroneurografico. Si può affermare quin<strong>di</strong><br />

che il questionario anamnestico è da considerare uno strumento <strong>di</strong>agnostico<br />

dotato <strong>di</strong> una buona specificità. Al fine <strong>di</strong> ridurre gli in<strong>di</strong>ci OCRA<br />

sono necessari sia interventi <strong>di</strong> prevenzione primaria <strong>di</strong> formazione <strong>del</strong><br />

personale sull’uso corretto <strong>del</strong>le posture e <strong>del</strong>la forza, sia <strong>di</strong> riorganizzazione<br />

<strong>del</strong>le postazioni lavorative, ad esempio altezza dei piani <strong>di</strong> lavoro<br />

o dei componenti da assemblare e degli strumenti utilizzati che possano<br />

migliorare le posture e ridurre la forza.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Barbe MF et al: Inflammation and the pathophysiology of work-relat<strong>ed</strong><br />

musculoskeletal <strong>di</strong>sorders. Brain Behav Immun 2006; 20(5):<br />

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11) Padua L. et al: Neurophysiological classification and sensitivity in<br />

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ER 13<br />

TENDINITE DEL SOTTOSCAPOLARE E RISCHIO DI LESIONE<br />

DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI:<br />

PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO<br />

A. Traverso, F. Spigno, R. Galli, A. Cioè, M. Cartosio,<br />

G. Dini, L. Michelazzi<br />

DISSAL - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Genova<br />

RIASSUNTO. La moderna organizzazione <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> lavoro, in<br />

modo particolare per quel che riguarda gli aspetti produttivi, si è andata<br />

negli anni profondamente mo<strong>di</strong>ficando negli aspetti ergonomici con lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche sia <strong>del</strong>l’organizzazione che dei tempi e ritmi <strong>di</strong> lavoro,<br />

nonché nell’attenzione de<strong>di</strong>cata al riconoscimento <strong>del</strong>la possibile<br />

eziologia professionale <strong>del</strong>le malattie <strong>del</strong>l’apparato locomotore. Parallelamente<br />

in tutto il mondo occidentale si è assistito negli ultimi anni ad un<br />

sensibile aumento <strong>del</strong>la denuncia <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi a carico <strong>del</strong>l’apparato muscolo-scheletrico<br />

nei lavoratori, con un meccanismo patogenetico spesso<br />

riconoscibile in un sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto interessato in<br />

assenza <strong>di</strong> eventi traumatici. Viene presentato un caso clinico <strong>di</strong> probabile<br />

patologia da sovraccarico biomeccanico esitata in “spalla pseudo-paralitica”<br />

con esiti <strong>di</strong> lesione <strong>del</strong>la cuffia dei rotatori in una lavoratrice <strong>di</strong><br />

52 anni, con anamnesi positiva per tali rischi professionali da ricondurre<br />

alla fustellatura <strong>di</strong> carta e cartone. La valutazione biomeccanica <strong>del</strong>la<br />

mansione in oggetto rileva il possibile sviluppo <strong>di</strong> sofferenza metabolica<br />

<strong>del</strong>la fibrocellula muscolare, dovuta al susseguirsi reiterato <strong>di</strong> contrazioni<br />

antagoniste <strong>di</strong> tipo concentrico <strong>ed</strong> eccentrico, che, unitamente all’atteggiamento<br />

obbligato in intrarotazione <strong>del</strong> braccio, favorisce l’impatto tra<br />

testa omerale e volta acromiale. Le indagini clinico-strumentali evidenziavano<br />

lesioni ten<strong>di</strong>nosiche complesse e soluzioni <strong>di</strong> continuo su base<br />

traumatico degenerativa a carico <strong>del</strong>la cuffia dei rotatori bilateralmente<br />

con conseguente sintomatologia algica e limitazione funzionale. Alla


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luce <strong>di</strong> queste considerazioni e <strong>del</strong>la storia lavorativa, le lesioni documentate<br />

appaiono ampiamente riconducibili alla mansione esercitata e<br />

suggeriscono l’importanza <strong>di</strong> una valutazione dei rischi che tenga conto,<br />

in caso <strong>di</strong> movimenti complessi, <strong>del</strong>l’impegno segmentario dei singoli<br />

muscoli e non solo <strong>del</strong>l’asse <strong>di</strong> movimento, nonché <strong>del</strong> ruolo svolto dalla<br />

postura nei confronti <strong>del</strong> sovraccarico funzionale.<br />

Parole chiave: sovraccarico biomeccanico, cuffia dei rotatori, affaticamento<br />

posturale.<br />

INTRODUZIONE<br />

Lo specialista in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> si trova sempre più spesso impegnato<br />

nel <strong>del</strong>icato compito <strong>di</strong> valutare l’evidenza <strong>del</strong>la componente professionale<br />

nel processo fisiopatogenetico <strong>del</strong>le tecnopatie muscolo scheletriche,<br />

meglio identificate come “work relat<strong>ed</strong> <strong>di</strong>seases”, per le quali è riconosciuta<br />

una genesi multifattoriale che rappresenta un possibile fattore<br />

<strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento. Tra <strong>di</strong> esse preponderanti sono le c.d. sindromi muscolo-scheletriche<br />

<strong>ed</strong> in particolare le patologie da sovraccarico biomeccanico<br />

degli arti superiori, definite come un complesso gruppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi e<br />

patologie a carico dei sistemi <strong>ed</strong> apparati osteo-articolare, muscolo-ten<strong>di</strong>neo,<br />

nervoso e vascolare, che possono essere causati e/o aggravati da sovraccarico<br />

biomeccanico lavorativo <strong>del</strong>l’arto superiore (UE-WMSDs) (1).<br />

Si presenta nello specifico il caso <strong>di</strong> una lavoratrice addetta all’utilizzo <strong>di</strong><br />

un particolare macchinario identificato sotto il nome <strong>di</strong> fustellatrice. Tale<br />

strumento consente <strong>di</strong> tagliare carta, cartone e altri svariati materiali secondo<br />

un determinato <strong>di</strong>segno, attraverso un profilo <strong>di</strong> acciaio tagliente<br />

mo<strong>del</strong>lato. In generale, la fustellatrice permette l’esecuzione <strong>di</strong> tagli identici<br />

e precisi e viene utilizzata dalle aziende <strong>di</strong> cartotecnica nonché nell’industria<br />

tessile e <strong>di</strong> pelletteria per ottenere prodotti personalizzati. La mansione<br />

<strong>del</strong>l’operaio fustellatore, posto davanti al macchinario, prev<strong>ed</strong>e con<br />

alta ripetitività l’esecuzione <strong>del</strong>le operazioni riportate nella Tabella I. Il<br />

macchinario compie questa operazione in maniera ciclica e continuativa;<br />

ne consegue che l’operatore, costretto a sottostare ai ritmi imposti dallo<br />

strumento, deve mettere e togliere dalla macchina i fogli in maniera precisa,<br />

continuativa, rapida e con frequenza costante. Durante tutto il tempo<br />

de<strong>di</strong>cato all’attività lavorativa, l’angolo formato dalle braccia <strong>del</strong> lavoratore,<br />

rispetto al corpo, è <strong>di</strong> circa 60°-70° (in elevazione) con gomito pressoché<br />

esteso, mentre i movimenti in abduzione (con l’elevazione mantenuta<br />

sempre a 60°-70°) vanno da 0° a circa 90° per ritornare a 0° in maniera<br />

continuativa e ripetitiva. Nel mondo <strong>del</strong> lavoro la patologia ten<strong>di</strong>nea<br />

da sovraccarico biomeccanico (overuse) è negli ultimi anni <strong>di</strong>venuta uno<br />

degli aspetti più importanti compresi nel capitolo <strong>del</strong>le Upper Extremity<br />

Work relat<strong>ed</strong> Muscolo Skeletal Diseases (UE WMSDs), che secondo i dati<br />

Eurostat rappresentano da sole complessivamente circa il 45% <strong>del</strong>le patologie<br />

professionali gestite dai sistemi assicurativi dei paesi membri UE (2).<br />

Nello sviluppo <strong>del</strong>le UE WMSDs è determinante la presenza, nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la mansione esercitata, <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio lavorativi che <strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo in<br />

fondamentali, la cui presenza è con<strong>di</strong>zione necessaria assoluta per il riconoscimento<br />

<strong>del</strong>la genesi professionale, e complementari, che qualora presenti<br />

vengono ad amplificare l’impatto lesivo dei fondamentali. Dal punto<br />

<strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la legislazione italiana, in ottemperanza all’art.139 <strong>del</strong> TU<br />

1124/65, la Commissione Scientifica per la elaborazione e revisione perio<strong>di</strong>ca<br />

<strong>del</strong>l’elenco <strong>del</strong>le Malattie Professionali prevista all’art.10 D.Lgs.<br />

38/2000, per cui vige obbligo <strong>di</strong> denuncia, ha posto le basi per i successivi<br />

decreti (DM 27/4/2004 e 14/01/2008) che si concluderanno con l’inserimento,<br />

in tabella, alla voce n. 78 <strong>del</strong>le Malattie da sovraccarico biomeccanico<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore (DM 09/04/08) (2).<br />

Tabella I. Operazioni svolte dall’operaio fustellatore<br />

1. Sfilare un telaio, <strong>del</strong> peso <strong>di</strong> circa 20/25 kg, inizialmente posto<br />

all’interno <strong>del</strong> macchinario e, una volta preparato sulla base <strong>del</strong>le<br />

specifiche esigenze <strong>di</strong> produzione, reinserirlo nella fustellatrice<br />

2. Posizionare (nel caso <strong>di</strong> un destrimane) con la mano destra dei<br />

blocchi <strong>di</strong> fogli (<strong>di</strong> circa 2 kg cadauno) su un pianale <strong>del</strong><br />

macchinario, prendendoli da una pila <strong>di</strong> fogli posizionati <strong>di</strong> fianco<br />

a destra su un tavolo a circa 90-100 cm da terra<br />

3. Azionare un meccanismo <strong>di</strong> stampa / taglio <strong>del</strong> foglio<br />

4. Rimuovere, con la mano sinistra, il prodotto <strong>di</strong> cartone stampato e<br />

appoggiarlo su un altro tavolo posizionato alla sinistra<br />

<strong>del</strong>l’operatore stesso, più o meno alla stessa altezza<br />

MATERIALI E METODI<br />

Donna <strong>di</strong> 52 anni, riferisce <strong>di</strong> aver svolto la mansione <strong>di</strong> “fustellatrice”<br />

in <strong>di</strong>versi perio<strong>di</strong> <strong>del</strong>la propria vita e per quattro <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>tte <strong>di</strong> cartotecnica,<br />

per un totale <strong>di</strong> 19 anni. La raccolta dei dati anamnestici familiari, fisiologici<br />

e patologici non evidenzia nessun ricovero osp<strong>ed</strong>aliero o grave<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salute, se si esclude un pregresso intervento chirurgico <strong>di</strong> ernioplastica<br />

ombelicale e l’esecuzione <strong>di</strong> due parti con taglio cesareo. Nel<br />

1994, periodo durante il quale la paziente prestava servizio per una <strong>del</strong>le descritte<br />

<strong>di</strong>tte <strong>di</strong> cartotecnica, si verificava l’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una sintomatologia algica<br />

a carico <strong>del</strong>la spalla destra che causò un periodo <strong>di</strong> cong<strong>ed</strong>o malattia <strong>di</strong><br />

circa un mese durante il quale svolse adeguata fisioterapia. All’epoca, nonostante<br />

la paziente riferisca anche un interessamento <strong>del</strong>la spalla controlaterale<br />

<strong>di</strong> poco successivo all’esor<strong>di</strong>o sintomatologico, non venne eseguito<br />

nessun accertamento <strong>di</strong>agnostico; tuttavia il dolore esacerbato dall’attività<br />

lavorativa svolta portò alla risoluzione volontaria <strong>del</strong> contratto <strong>di</strong> lavoro, cui<br />

seguirono cinque anni <strong>di</strong> inattività in assenza <strong>di</strong> sintomatologia dolorosa.<br />

Nel 2000 venne riferita la ricomparsa <strong>del</strong>le algie a carico dei due cingoli<br />

scapolari, riportate in concomitanza alla ripresa <strong>del</strong>l’attività lavorativa <strong>di</strong> fustellatrice;<br />

la paziente tuttavia non abbandonò la mansione, continuando a<br />

svolgerla quoti<strong>di</strong>anamente e assumendo FANS in maniera continuativa. Nel<br />

2005, in seguito a un’ulteriore recrudescenza <strong>del</strong>la sintomatologia algica a<br />

carico <strong>del</strong> cingolo scapolare destro, la paziente fu sottoposta ad indagine<br />

RMN <strong>del</strong>la spalla destra che mise in evidenza: “struttura <strong>del</strong> ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong><br />

muscolo sovraspinoso <strong>di</strong>ffusamente <strong>di</strong>somogenea, il quale appare nettamente<br />

assottigliato in s<strong>ed</strong>e pre-inserzionale <strong>ed</strong> inserzionale. Il reperto è<br />

espressione <strong>di</strong> una avanzata lesione ten<strong>di</strong>nosica associata a parziale lacerazione<br />

<strong>del</strong> ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> sovraspinoso. Si osservano segni <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatia degenerativa<br />

a carico <strong>del</strong> sottoscapolare (Figura 1). Si apprezza una sottilissima<br />

falda <strong>di</strong> versamento liquido per tenosinovite a carico <strong>del</strong> ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong><br />

capo lungo <strong>del</strong> bicipite. Lo spazio acromion-omerale è <strong>di</strong>scretamente ridotto<br />

<strong>di</strong> ampiezza per sindrome da conflitto. Sottile falda <strong>di</strong> versamento liquido<br />

nel cavo articolare gleno-omerale. Nella norma le restanti strutture<br />

esaminate”. Nel luglio <strong>del</strong> m<strong>ed</strong>esimo anno la Sig.ra A.P. fu sottoposta ad intervento<br />

<strong>di</strong> decompressione sub-acromiale e reinserzione artroscopica <strong>del</strong><br />

ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> muscolo sovraspinato destro, al quale seguì uso <strong>di</strong> tutore tipo<br />

Donjoy Ultrasling per 4 settimane e chinesi passiva per recupero articolarità<br />

completa evitando l’abduzione-extrarotazione oltre i 60°. Dopo 6 settimane<br />

la paziente cominciò chinesi attiva per stabilizzazione <strong>del</strong>la scapola e<br />

rinforzo dei depressori <strong>del</strong>la testa omerale. Nel 2006, dopo circa otto mesi<br />

<strong>di</strong> assenza dal lavoro, la paziente riprese a svolgere le proprie mansioni <strong>di</strong><br />

fustellatrice nonostante la persistenza <strong>del</strong>la sintomatologia dolorosa sia a<br />

carico <strong>del</strong> cingolo scapolare destro operato sia a carico <strong>del</strong>la spalla controlaterale.<br />

Nell’aprile 2007, la paziente fu sottoposta ad intervento <strong>di</strong> reinserzione<br />

artroscopica a sinistra per rottura <strong>del</strong> ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> muscolo sovraspinato<br />

e grave ten<strong>di</strong>nosi <strong>del</strong> capoluogo <strong>del</strong> bicipite brachiale con instabilità<br />

<strong>del</strong>la testa omerale. La paziente si presentò per una consulenza specialistica<br />

presso la nostra sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> nel giugno <strong>del</strong> 2008.<br />

Figura 1. RMN sequenza T1 pesata in assiale: <strong>di</strong>somogeneità <strong>del</strong><br />

ten<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> sottoscapolare in s<strong>ed</strong>e inserzionale a tipo <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>nopatia


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Figura 2. Ruolo <strong>del</strong>la postura nella genesi <strong>del</strong>l’attrito articolare.<br />

L’azione eseguita in postura curva <strong>del</strong> rachide <strong>ed</strong> in intrarotazione <strong>del</strong><br />

braccio, amplifica sia l’attrito articolare microtraumatico, ai gra<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

movimento che caratterizzano questa mansione, sia <strong>di</strong> contrattura<br />

cronica <strong>del</strong> sottoscapolare con conseguenze cronico degenerative<br />

DISCUSSIONE<br />

Se consideriamo i movimenti eseguiti dalla fustellatrice, ve<strong>di</strong>amo<br />

come l’intero ciclo lavorativo si compone <strong>di</strong> ripetizioni <strong>di</strong> abduzione-adduzione<br />

<strong>del</strong> braccio da 0° a 90°, con elevazione mantenuta sui 60°-70°, a<br />

realizzare un sovraccarico sia per il sovraspinato che per il sottoscapolare.<br />

Il sovraspinato si trova a scorrere in modo continuativo nello spazio sub<br />

acromiale, e quin<strong>di</strong> soggetto a microtraumi ripetuti, mentre il sottoscapolare<br />

è esposto a un sovraccarico tensivo dovuto alla ripetizione <strong>di</strong> contrazioni<br />

eccentriche e contrazioni concentriche: nell’abduzione si contrae in<br />

modo eccentrico perché l’azione <strong>di</strong> stabilizzazione <strong>del</strong>la testa omerale avviene<br />

in estensione, dettata dall’abduzione <strong>del</strong>l’arto, e nell’adduzione<br />

passa invece in successione alla contrazione eccentrica per mobilizzare<br />

l’arto e riportarlo nella posizione prec<strong>ed</strong>ente. Il succ<strong>ed</strong>ersi <strong>di</strong> contrazioni<br />

antagoniste provoca uno stato <strong>di</strong> tensione muscolare cronica che si rende<br />

responsabile <strong>del</strong>la sofferenza ipossica <strong>del</strong> tessuto che ingenera un circolo<br />

vizioso in cui alla sofferenza ipossica segue <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne metabolico, responsabile<br />

a sua volta <strong>del</strong>la formazione <strong>di</strong> scorie che assumono il ruolo <strong>di</strong> agenti<br />

flogogeni. La nascita <strong>di</strong> un focolaio <strong>di</strong> infiammazione comporta il rilascio<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori chimici che causano <strong>ed</strong>ema dei tessuti, dolore, e spasmo muscolare<br />

riflesso cui segue compressione dei vasi e peggioramento <strong>del</strong><br />

quadro ipossico iniziale, con facile cronicizzazione <strong>del</strong> processo patologico<br />

(3). Il movimento <strong>del</strong>la fustellatrice avviene inoltre a gomito esteso e<br />

questo comporta un atteggiamento obbligato in intrarotazione che favorisce<br />

l’impatto tra omero e volta acromiale già a 60° <strong>di</strong> movimento e amplifica<br />

le possibilità <strong>di</strong> microtrauma ripetuto per il sovraspinoso. Se consideriamo<br />

l’eventualità <strong>di</strong> una postura curva, per via <strong>del</strong>la stanchezza o stress<br />

legati ad un ciclo <strong>di</strong> movimenti ripetuti per l’intero orario lavorativo, e<br />

quin<strong>di</strong> un ulteriore grado <strong>di</strong> intrarotazione, risulta ancora più giustificata<br />

l’ipotesi sia <strong>di</strong> attrito articolare microtraumatico, ai gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> movimento che<br />

caratterizzano la mansione in oggetto, sia <strong>di</strong> contrattura cronica <strong>del</strong> sottoscapolare<br />

(Figura 2). Alla luce <strong>di</strong> queste considerazioni il quadro clinico<br />

<strong>di</strong> sintomatologia dolorosa lamentato dalla fustellatrice alla spalla destra,<br />

documentato con rottura <strong>del</strong> ten<strong>di</strong>ne sovraspinoso e ten<strong>di</strong>nite degenerativa<br />

<strong>del</strong> sottoscapolare, appare ampiamente riconducibile alla mansione esercitata<br />

e suggerisce l’importanza <strong>di</strong> una valutazione dei rischi che tenga<br />

conto, in caso <strong>di</strong> movimenti complessi, <strong>del</strong>l’impegno segmentario dei singoli<br />

muscoli e non solo <strong>del</strong>l’asse <strong>di</strong> movimento, nonché <strong>del</strong> ruolo svolto<br />

dalla postura nei confronti <strong>del</strong> sovraccarico funzionale.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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<strong>del</strong> danno in gruppi <strong>di</strong> lavoratori esposti, in <strong>di</strong>versi comparti lavorativi,<br />

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ER 14<br />

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI SOVRACCARICO<br />

BIOMECCANICO DEL RACHIDE E DEGLI ARTI SUPERIORI<br />

NELLE MENSA AZIENDALE DI UN OSPEDALE<br />

S. Quaglia, A. Merogno, A. Taglianetti, M.A. Todaro, A. Baratti<br />

Servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Regione Piemonte - ASL CN 1 (CN)<br />

RIASSUNTO. In letteratura sono riportate <strong>di</strong>verse esperienze <strong>di</strong> valutazione<br />

<strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico nelle attività <strong>di</strong> cucina,<br />

mentre molto rare risultano quelle de<strong>di</strong>cate alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

dei pasti in mense aziendali. Scopo <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o è stato<br />

quello <strong>di</strong> valutare la possibilità <strong>di</strong> utilizzare efficacemente i più <strong>di</strong>ffusi<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong> rachide<br />

e degli arti superiori in una mensa osp<strong>ed</strong>aliera, coinvolgendo 18<br />

addetti. I punteggi emersi dalla valutazione <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> movimenti e<br />

sforzi ripetuti degli arti superiori in<strong>di</strong>cano dei livelli espositivi <strong>di</strong> rischio<br />

lievi e borderline per quasi tutte le mansioni, la valutazione <strong>del</strong>l’attività<br />

<strong>di</strong> movimentazione manuale dei carichi <strong>di</strong>mostra la presenza <strong>di</strong> livelli<br />

espositivi <strong>di</strong> rischio elevati. Per quanto riguarda il rischio da traino e<br />

spinta esso risulta presente.<br />

Parole chiave: sovraccarico biomeccanico, valutazione rischi,<br />

mensa.<br />

INTRODUZIONE<br />

In letteratura sono riportate <strong>di</strong>verse esperienze <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio<br />

<strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico nelle attività <strong>di</strong> cucina, mentre molto<br />

rare risultano quelle de<strong>di</strong>cate alle attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei pasti in<br />

mense aziendali. Scopo <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> valutare la<br />

possibilità <strong>di</strong> utilizzare efficacemente i più <strong>di</strong>ffusi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione<br />

<strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong> rachide e degli arti superiori<br />

in tale ambito.<br />

MATERIALI E METODI<br />

La valutazione è stata condotta in una mensa osp<strong>ed</strong>aliera con 18 addetti,<br />

<strong>di</strong> cui 17 donne, operanti con turni part-time e su rotazioni mensili,<br />

dove viene svolta esclusivamente attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione pasti e non <strong>di</strong><br />

preparazione, con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 500 pasti/<strong>di</strong>e serviti tra utenza interna e<br />

reparti <strong>di</strong> degenza. Il punto <strong>di</strong> partenza <strong>del</strong>la nostra valutazione è stato<br />

definire l’organizzazione <strong>del</strong>la giornata <strong>di</strong> lavoro per poi proc<strong>ed</strong>ere all’identificazione<br />

dei pericoli e alla scelta <strong>del</strong>la metodologia da utilizzare<br />

per effettuare l’analisi dei rischi. Per ottenere le suddette informazioni<br />

sono stati condotti due sopralluoghi. Nel primo sono state raccolte informazioni<br />

intervistando <strong>di</strong>verse figure aziendali, effettuando <strong>del</strong>le riprese<br />

<strong>del</strong> ciclo lavorativo e iniziando a compiere misurazioni. Il primo passo è<br />

stato definire l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro ovvero il numero <strong>di</strong> lavoratori<br />

coinvolti, la quantificazione dei posti <strong>di</strong> lavoro, l’organizzazione dei<br />

turni, la percentuale <strong>di</strong> tempo <strong>di</strong> reale utilizzo <strong>del</strong> posto <strong>di</strong> lavoro. Dall’osservazione<br />

<strong>del</strong> ciclo <strong>di</strong> lavoro è emersa la presenza <strong>di</strong> pericolo da movimentazione<br />

manuale dei carichi, <strong>di</strong> movimenti e sforzi ripetuti degli<br />

arti superiori e <strong>di</strong> operazioni <strong>di</strong> traino e spinta in tutte le mansioni; quin<strong>di</strong><br />

si è proc<strong>ed</strong>uto ad un’analisi dei rischi rispettivamente con:<br />

1. Metodo OCRA “Checklist OCRA mo<strong>del</strong>lo tra<strong>di</strong>zionale”: la scelta<br />

nasce dall’esigenza <strong>di</strong> ottenere una prima mappatura <strong>del</strong> rischio<br />

<strong>del</strong>le varie postazioni <strong>di</strong> lavoro. Nonostante lo strumento utilizzato<br />

non offra la stessa precisione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce OCRA è stato comunque<br />

utilizzato per rispondere alla necessità <strong>di</strong> capire in tempi relativamente<br />

brevi il livello <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> ogni postazione <strong>di</strong> lavoro. Essendo<br />

le rotazioni dei lavoratori mensili, non è stato possibile applicare ne<br />

il software multi compiti annuale OCRA ne quello settimanale.<br />

2. Metodo NIOSH “Variable Lifting Index (VLI)”: nel caso in esame i<br />

compiti con sollevamento manuale dei carichi erano caratterizzati da<br />

<strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> oggetti (con pesi <strong>di</strong>versi) e con <strong>di</strong>fferenti geometrie<br />

(punti <strong>di</strong> prelievo e deposito con <strong>di</strong>fferenti altezze verticali e<br />

<strong>di</strong>stanze orizzontali);<br />

3. Norma ISO 11228-2 metodo 1: è stato scelto il suddetto metodo<br />

perché costituisce una semplice analisi <strong>del</strong> compito, me<strong>di</strong>ante prospetti<br />

psicofisici che in<strong>di</strong>viduano i valori <strong>di</strong> riferimento <strong>del</strong>le forze<br />

iniziali e <strong>del</strong>le forze <strong>di</strong> mantenimento.


204 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Nel reperire le informazioni necessarie per l’applicazione <strong>del</strong> metodo<br />

OCRA si sono riscontrate alcune <strong>di</strong>fficoltà che vengono articolate<br />

<strong>di</strong> seguito.<br />

Nella stima <strong>del</strong> tempo netto <strong>di</strong> lavoro ripetitivo le informazioni ricevute<br />

sia dai lavoratori,<br />

che dal preposto e dal RSPP erano molto <strong>di</strong>scordanti tra loro, si è<br />

quin<strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>uto ad osservare il comportamento modale dei lavoratori.<br />

Nel definire sia l’orario che il tipo <strong>di</strong> attività necessarie per eseguire le<br />

pulizie a fine turno è stato segnalato sia dal RSPP che da alcuni lavoratori<br />

che le suddette pulizie riguardano solo il blocco mensa e non<br />

anche la parte destinata alla refezione <strong>del</strong>l’utenza; informazione non<br />

veritiera in quanto a fine turno gli addetti si occupavano <strong>di</strong> lavare ogni<br />

tavolino e <strong>di</strong> pulire a terra l’intera area refezione (attività queste ad alto<br />

contenuto ripetitivo). Nell’osservare la modalità <strong>di</strong> lavaggio dei piatti<br />

in ceramica (prima manuale e poi a mezzo <strong>di</strong> lava-ceramiche) il preposto<br />

ha segnalato l’eccezionalità <strong>del</strong> metodo lavorativo in quanto i lavoratori<br />

dovevano solo sciacquarle per poi caricarle nel lava-ceramiche,<br />

l’informazione è risultata non veritiera poiché per liminare i residui<br />

<strong>di</strong> cibo attaccati alle ceramiche gli addetti devono necessariamente<br />

pulire con cura i piatti. Elaborando le informazioni raccolte, confrontandole<br />

sia con i filmati sia con quanto <strong>di</strong>rettamente osservato e misurato,<br />

sono emersi alcuni dati <strong>di</strong>screpanti: sulla base <strong>di</strong> questi è stata<br />

elaborata una lista <strong>di</strong> domande, poste poi nel secondo sopralluogo alle<br />

figure aziendali prec<strong>ed</strong>entemente coinvolte, chi<strong>ed</strong>endo ad ognuno <strong>di</strong><br />

motivare le <strong>di</strong>fformità.<br />

RISULTATI<br />

DISCUSSIONE<br />

l’addetto alla <strong>di</strong>stribuzione pasti ha un punteggio me<strong>di</strong>o per entrambi<br />

gli arti; nell’arto destro ciò è causato dall’elevata frequenza e<br />

dalla presa in pinch per gran parte <strong>del</strong> tempo, mentre l’arto sinistro risulta<br />

essere in presa statica per tutto il tempo.<br />

L’addetto al lavaggio risulta impiegato sia nell’attività <strong>di</strong> lavaggio<br />

<strong>del</strong> carrello bagno-maria, che nel lavaggio <strong>del</strong>le stoviglie. La prima attività<br />

risulta estremamente impegnativa dal punto <strong>di</strong> vista posturale, soprattutto<br />

nella pulizia <strong>del</strong>la parte interna <strong>del</strong> carrello.<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> piatti <strong>di</strong> ceramica e non <strong>di</strong> plastica comporta l’esecuzione<br />

<strong>di</strong> numerose attività degli arti superiori sia nelle operazioni <strong>di</strong> lavaggio<br />

che svuotamento dei carrelli ove vengono riposti dall’utenza le<br />

stoviglie sporche. Alcune proc<strong>ed</strong>ure scorrette, come non permettere all’utenza<br />

<strong>di</strong> prelevare in autonomia i piatti fr<strong>ed</strong><strong>di</strong> dalle vetrinette comporta,<br />

da parte <strong>del</strong>l’operatore mensa, l’assunzione <strong>di</strong> posture incongrue<br />

sia <strong>del</strong> rachide che degli arti superiori. Per quanto concerne la<br />

movimentazione manuale dei carichi si è notato come l’utilizzo <strong>di</strong> carrelli<br />

non congrui comporti un notevole affaticamento sia nelle operazioni<br />

<strong>di</strong> prelievo che <strong>di</strong> deposito dei polibox e <strong>del</strong>le cassette contenenti<br />

derrate alimentari. Il deposito <strong>del</strong> polibox sul carrello a due piani, non<br />

munito <strong>di</strong> ruote bloccanti, comporta un affaticamento notevole degli<br />

operatori poiché durante il deposito <strong>del</strong> polibox il carrello, tende a<br />

spostarsi, comportando tra l’altro la caduta <strong>di</strong> quanto posizionato sul<br />

primo ripiano. Impilando varie scatole una sull’altra, aumenta considerevolmente<br />

il fattore altezza <strong>di</strong> sollevamento; nonché il rischio <strong>di</strong> investimento.<br />

Per quanto concerne l’attività <strong>di</strong> traino e spinta, si è riscontrata<br />

una certa <strong>di</strong>fficoltà nell’applicazione metodo 1 <strong>del</strong>la Norma ISO<br />

11228-2 in quanto non tiene conto <strong>del</strong>le reali con<strong>di</strong>zioni nelle quali<br />

spesso avviene l’attività <strong>di</strong> traino e spinta, ovvero <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong><br />

ostacoli e deviazioni lungo il percorso, percorso caratterizzato da pavimentazione<br />

<strong>di</strong>fferente (<strong>di</strong>fferenti coefficienti <strong>di</strong> attrito), applicazioni<br />

<strong>di</strong> forza ripetute.<br />

Le motivazioni <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> rischio per quanto riguarda l’attività<br />

<strong>di</strong> traino e spinta dei carrelli ai piani sono da ricercarsi sia in scelte<br />

scorrette dei carrelli, non corrispondenti ai requisiti ergonomici, sia nelle<br />

proc<strong>ed</strong>ure scorrette (gli addetti raggiungono i piani <strong>del</strong>la degenza per <strong>di</strong>stribuire<br />

i pasti trainando e spingendo contemporaneamente due carrelli)<br />

assumendo <strong>di</strong> conseguenza posture totalmente incongrue e applicando un<br />

‘apprezzabile forza muscolare.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Il metodo OCRA per l’analisi e la prevenzione <strong>del</strong> rischio da movimenti<br />

ripetuti D. Colombini, E. Occhipinti, M. Fanti, 2005 e<strong>di</strong>zione Franco<br />

Angeli; Aggiornamento <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ure e <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> applicazione<br />

<strong>del</strong>la check -list OCRA M<strong>ed</strong>Lav 2011;102,1:000-000; Dossier Ambiente<br />

n°89 2010; norme ISO 11228 (parti-1-2-3); D.Lgs. 9 aprile<br />

2008, n. 81 e s.m.i.<br />

ER 15<br />

MAL DI SCHIENA E JOB STRESS NEI FISIOTERAPISTI<br />

C. Fenga1 , C. Di Nola1 , S. Gangemi1 , A. De Luca1 , G. Barresi1 ,<br />

R. Dattola2 , D. Fenga3 , V. Rapisarda4 , C. Platania2 1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

2 Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Scienze Psichiatriche e Anestesiologiche<br />

-Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

3 Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

4 Me<strong>di</strong>co Competente<br />

Corrispondenza: Prof. Concettina Fenga, Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> -<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio- Policlinico<br />

Universitario “G. Martino”- Via Consolare Valeria, 98124 Messina,<br />

E-mail: cfenga@unime.it<br />

RIASSUNTO. Obiettivo: Obiettivo <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o è determinare<br />

la prevalenza <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena e <strong>del</strong>lo stress lavoro correlato nei<br />

fisioterapisti.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto su un gruppo <strong>di</strong> 61<br />

fisioterapisti: 19 maschi (31.14%), 42 femmine (68.85%), con età me<strong>di</strong>a<br />

rispettivamente <strong>di</strong> 44.31 e 41.26 anni.<br />

È stato somministrato un questionario costituito da 3 sezioni per indagare<br />

le caratteristiche demografiche <strong>del</strong> campione, la descrizione <strong>del</strong>l’attività<br />

lavorativa e le caratteristiche <strong>del</strong>la sintomatologia muscoloscheletrica.<br />

Per la valutazione soggettiva <strong>del</strong>lo stress è stata utilizzata la<br />

scala <strong>di</strong> valutazione “Valutazione Rapida <strong>del</strong>lo Stress” (VRS) sviluppata<br />

e validata da Tarsitani L e M. Bion<strong>di</strong> nel 1999.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 205<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Risultati: In 32 soggetti (52.4%) erano presenti <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici,<br />

con un maggior interessamento <strong>del</strong> tratto lombare. Gli items<br />

<strong>del</strong>le 4 <strong>di</strong>mensioni psicopatologiche non hanno evidenziato alti livelli <strong>di</strong><br />

ansia, depressione, aggressività e somatizzazione. È stato evidenziato un<br />

basso livello <strong>di</strong> stress. Non è risultata una correlazione statisticamente significativa<br />

tra la sintomatologia dolorosa e i livelli <strong>di</strong> stress.<br />

Discussione: Il presente stu<strong>di</strong>o ha evidenziato un’alta prevalenza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici nei fisioterapisti (52.4%). Dalla valutazione<br />

VRS gli items <strong>del</strong>le 4 <strong>di</strong>mensioni psicopatologiche non hanno evidenziato<br />

alti livelli <strong>di</strong> ansia, depressione, aggressività e somatizzazione. È<br />

stato inoltre evidenziato un basso livello <strong>di</strong> stress sia negli uomini che<br />

nelle donne.<br />

Il presente contributo ha tuttavia evidenziato la necessità <strong>di</strong> indagare<br />

oltre ai fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo anche i fattori psico-sociali.<br />

Parole chiave: fisioterapisti, <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici, stress.<br />

INTRODUZIONE<br />

I <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> rachide lombare rappresentano la causa più frequente,<br />

dopo le infezioni respiratorie, <strong>di</strong> assenza dal lavoro. Molti stu<strong>di</strong> hanno<br />

cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i fattori causali e le misure preventive correlate al<br />

problema. Tra i fattori comuni rientrano l’età, il sesso, le posture lavorative<br />

<strong>ed</strong> il tipo <strong>di</strong> lavoro; tra i fattori specifici, invece, vengono inclusi il<br />

sollevamento <strong>ed</strong> i movimenti ad esso associati. Secondo alcuni Autori,<br />

inoltre, le tecniche inappropriate <strong>di</strong> sollevamento sarebbero responsabili<br />

<strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena. Tra le posture più a rischio rientrano la stazione<br />

eretta prolungata, lo stare s<strong>ed</strong>uti per lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo, l’abbassarsi<br />

per più <strong>di</strong> 4 volte al giorno. Infine tra i fattori <strong>di</strong> rischio considerati,<br />

viene considerato lo stress derivante dall’attività lavorativa svolta.<br />

Tutti i lavoratori, infatti, sono sottoposti a situazioni lavorative ad elevato<br />

coinvolgimento emotivo, che potrebbero influire negativamente sul loro<br />

stato <strong>di</strong> salute e, nello specifico, sull’insorgenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> rachide<br />

lombare. Il problema <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena lavoro correlato è stato prevalentemente<br />

stu<strong>di</strong>ato negli infermieri, mentre sono relativamente pochi gli<br />

stu<strong>di</strong> condotti sui fisioterapisti. Scopo <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o è determinare<br />

la prevalenza <strong>del</strong> mal <strong>di</strong> schiena e <strong>del</strong>lo stress lavoro correlato in un<br />

gruppo <strong>di</strong> fisioterapisti.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto suun gruppo <strong>di</strong> 61 Fisioterapisti: 19 maschi<br />

(31.14%), 42 femmine (68.85%), con età me<strong>di</strong>a rispettivamente <strong>di</strong><br />

44.31 e 41.26 anni.<br />

I dati anamnestici sono stati raccolti me<strong>di</strong>ante autosomministrazione<br />

<strong>di</strong> un questionario costituito da 3 sezioni.<br />

La prima sezione indaga le caratteristiche dei soggetti: sesso, età,<br />

peso, altezza, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea, attività sportiva svolta <strong>ed</strong> anzianità<br />

lavorativa.<br />

La seconda sezione identifica le caratteristiche lavorative: tipo <strong>di</strong> attività,<br />

ore <strong>di</strong> lavoro, ore al contatto col paziente, lavoro in posizione s<strong>ed</strong>uta,<br />

tempo trascorso nella ri<strong>ed</strong>ucazione riabilitativa, impegno <strong>del</strong>la<br />

schiena negli esercizi riabilitativi.<br />

La terza sezione è stata tratta dal questionario messo a punto dall’unità<br />

<strong>di</strong> ricerca EPM (<strong>Ergonomia</strong> Postura e Movimento), con l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> quantificare il fenomeno <strong>di</strong> algie a livello <strong>del</strong> rachide cervicale, dorsale<br />

e lombare e <strong>di</strong> descriverne le caratteristiche qualitative. Esso prev<strong>ed</strong>e<br />

la raccolta <strong>di</strong> informazioni relative sia alla modalità <strong>di</strong> comparsa <strong>del</strong><br />

dolore continuo o ad episo<strong>di</strong> e fasti<strong>di</strong>o in regione cervicale, dorsale e<br />

lombare negli ultimi 12 mesi, con irra<strong>di</strong>azioni o no agli arti. La somministrazione<br />

<strong>del</strong> questionario ha consentito <strong>di</strong> calcolare 3 in<strong>di</strong>catori: negativo<br />

(assenza <strong>di</strong> dolore), soglia positiva (dolore), <strong>di</strong>sturbi minori.<br />

Per la valutazione soggettiva <strong>del</strong>lo stress è stata utilizzata la scala <strong>di</strong><br />

valutazione VRS “Valutazione Rapida <strong>del</strong>lo Stress” sviluppata e validata<br />

da Tarsitani L e M. Bion<strong>di</strong> nel 1999.<br />

Il questionario attraverso l’uso <strong>di</strong> 15 items consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

quattro <strong>di</strong>mensioni psicopatologiche: ansia, depressione, somatizzazione,<br />

aggressività. Il supporto sociale è valutato come scala negativa, in modo<br />

che il punteggio parziale quantifichi la mancanza <strong>di</strong> supporto sociale.<br />

Una scala <strong>di</strong> valutazione semiquantitativa <strong>del</strong>lo stress ha consentito<br />

la <strong>di</strong>visone dei punteggi: tra 0-19 buona capacità <strong>di</strong> coping e basso rischio<br />

<strong>di</strong> stress; tra 20-24 <strong>di</strong>fficoltà da parte <strong>del</strong> soggetto ad avvalersi <strong>del</strong>le<br />

proprie risorse strategiche per far fronte alle <strong>di</strong>verse situazioni stressanti<br />

e classe interme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> stress, punteggi >24 scarsa capacità <strong>di</strong> coping e<br />

alto rischio <strong>di</strong> stress.<br />

Analisi Statistica<br />

I risultati <strong>del</strong>l’analisi descrittiva sono stati espressi come me<strong>di</strong>a, deviazione<br />

standard e percentuali. L’analisi <strong>del</strong>la correlazione <strong>di</strong> Pearson è<br />

stata applicata per valutare la relazione tra prevalenza <strong>di</strong> WMSDs, fattori<br />

psicosociali e stress. La probabilità è stata considerata significativa con<br />

p


206 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

alcuni compiti <strong>del</strong> fisioterapista aumentano il carico sul rachide lombare<br />

e ciò, unitamente alla mancanza <strong>di</strong> assistenza da parte <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> lavoro,<br />

ai vincoli <strong>di</strong> tempo <strong>ed</strong> a sforzi massimi improvvisi durante la movimentazione<br />

<strong>ed</strong> il sostegno <strong>del</strong> paziente, potrebbe incrementare il rischio<br />

<strong>di</strong> sviluppare <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> rachide lombare. Dalla valutazione VRS,<br />

gli items <strong>del</strong>le 4 <strong>di</strong>mensioni psicopatologiche non hanno evidenziato alti<br />

livelli <strong>di</strong> ansia, depressione, aggressività e somatizzazione. È stato inoltre<br />

evidenziato un basso livello <strong>di</strong> stress sia negli uomini che nelle donne.<br />

Non è stata evidenziata una correlazione statisticamente significativa tra<br />

sintomatologia dolorosa e stress; ciò è probabilmente da attribuire al ridotto<br />

numero <strong>del</strong> campione in stu<strong>di</strong>o.<br />

Il presente contributo ha evidenziato la necessità <strong>di</strong> indagare oltre ai<br />

fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo anche i fattori psico-sociali.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Corona G, Am<strong>ed</strong>ei F, Miselli F. Associazione fra i fattori relazionali<br />

e organizzativi e insorgenza <strong>di</strong> patologia muscolo-scheletrica negli<br />

operatori sanitari. G. Ital. M<strong>ed</strong>. Lav. Erg. 2005; 27:2,2008-212.<br />

2) Devereux JJ, Vlachonikolis IG, Buckle PW. Epidemiological study<br />

to investigate potential interaction between physical and psychosocial<br />

factors at work that may increase the risk of symptoms of musculoskeletal<br />

<strong>di</strong>sorder of the neck and upper limb. Occup. Environ<br />

M<strong>ed</strong> 2002; 59:269-277.<br />

3) Feyer A, Herbison P, Williamson A, et al 2000. The role of physical<br />

and psychological factors in occupational low back pain: a prospective<br />

cohort study. Occup Environ M<strong>ed</strong> 57,116-120.<br />

4) Tarsitani L, Bion<strong>di</strong> M, Sviluppo e validazione <strong>del</strong>la scala VRS<br />

(Valutazione rapida <strong>del</strong>lo stress) Me<strong>di</strong>cina psicosomatica 1999;<br />

3,163-17<br />

ER 16<br />

PREVENZIONE DELLA POSTURA CON DPI ARTI INFERIORI<br />

L. Dal Cason<br />

Centro <strong>di</strong> Formazione Ecotarget. Via Molino <strong>del</strong>la Splua, 2 Trofarello,<br />

(TO)<br />

Corrispondenza: dalcason@ecotarget.it<br />

RIASSUNTO. Il riuscito utilizzo <strong>di</strong> amplicettori quali solette <strong>di</strong><br />

calzature antinfortunistiche in e<strong>di</strong>lizia e la compliance dei lavoratori<br />

coinvolti, <strong>di</strong>mostrano come questa proc<strong>ed</strong>ura, già sperimentata in lavori<br />

industriali in ambiente chiuso, rappresenti un corretto adempimento<br />

alle norme <strong>ed</strong> un reale progetto <strong>di</strong> promozione <strong>del</strong>la salute sui<br />

luoghi <strong>di</strong> lavoro.<br />

Parole chiave: Calzature antinfortunistiche, amplicezione, solette.<br />

INTRODUZIONE<br />

Nelle <strong>di</strong>verse attività <strong>di</strong> promozione <strong>del</strong>la cultura <strong>di</strong> Prevenzione,<br />

Salute e Sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro, è stato osservato come i cantieri<br />

e<strong>di</strong>li siano stati, tra<strong>di</strong>zionalmente e culturalmente, i luoghi <strong>di</strong> lavoro più<br />

trascurati dal sistema prevenzione.<br />

Un’eccezione a tale realtà è rappresentata dall’attività <strong>del</strong>l’ASLE<br />

(Associazione Sindacale Lavoratori E<strong>di</strong>li) <strong>di</strong> Milano, Lo<strong>di</strong>, Monza e<br />

Brianza che da anni promuove iniziative per identificare e conoscere le<br />

situazioni critiche nei cantieri e<strong>di</strong>li, promuovendo <strong>di</strong> conseguenza programmi<br />

<strong>di</strong> miglioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni lavorative.<br />

MATERIALI E METODI<br />

In collaborazione con Ecotarget, nella primavera 2011 è stato applicato<br />

un protocollo ergonomico/podologico su un campione <strong>di</strong> 290 operai<br />

e<strong>di</strong>li; sono state eseguite misurazioni con p<strong>ed</strong>ane specchio/podologiche,<br />

amfit (strumento per rilievi tri<strong>di</strong>mensionali <strong>del</strong>le impronte) e conseguente<br />

software <strong>di</strong> calcolo integrato. È stata quin<strong>di</strong> realizzata una soletta<br />

in EVA (Etilvinilacetato), denominata AMPLICETTORE, in grado <strong>di</strong><br />

portare all’interno <strong>del</strong>la calzatura la sensazione <strong>del</strong> calpestio su terra,<br />

normalmente impossibile per la presenza <strong>di</strong> lamina imperforabile. In<br />

sette casi i rilievi hanno portato a dover applicare subito dei plantari correttivi<br />

per <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> postura derivanti da malfunzioni congenite.<br />

RISULTATI<br />

La compliance dei lavoratori è stata molto sod<strong>di</strong>sfacente ma i risultati<br />

saranno comunque controllati dopo sei mesi d’uso continuativo e<br />

quin<strong>di</strong> nella stagione invernale, in situazioni climatiche completamente<br />

<strong>di</strong>verse. Tramite l’ASLE, i lavoratori sono stati dotati <strong>di</strong> calzature nuove<br />

<strong>di</strong> unico mo<strong>del</strong>lo, onde ottenere la massima standar<strong>di</strong>zzazione <strong>del</strong> campione<br />

<strong>ed</strong> il non uso <strong>di</strong> scarpe con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong>versi tra loro.<br />

Le prec<strong>ed</strong>enti esperienze, in attività produttive in ambiente chiuso,<br />

avevano confermato la adeguatezza <strong>del</strong>la proc<strong>ed</strong>ura con gli adempimenti<br />

<strong>di</strong> legge, non venendo a mo<strong>di</strong>ficare l’idoneità <strong>del</strong> DPI ma andando a migliorare<br />

sia la postura a riposo dei soggetti, quanto una corretta <strong>di</strong>stribuzione<br />

dei carichi sotto sforzo. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> altri 4 anni, il 45% <strong>del</strong> campione<br />

iniziale continua ad utilizzare gli amplicettori, sia nei DPI che nelle<br />

proprie calzature, rinnovandone la fornitura ad usura <strong>del</strong> <strong>di</strong>spositivo; non<br />

tutte le aziende coinvolte nelle fasi sperimentali, hanno poi potuto continuare<br />

a sostenere la fornitura <strong>di</strong> questi presi<strong>di</strong>, fondamentalmente per <strong>di</strong>fficoltà<br />

economiche intercorrenti.<br />

DISCUSSIONE<br />

La particolare <strong>di</strong>fferenza dei luoghi <strong>di</strong> lavoro, l’esposizione agli<br />

agenti atmosferici e l’inquinamento da polveri in e<strong>di</strong>lizia, le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong><br />

genere degli addetti ai <strong>di</strong>versi lavori (solo maschi in e<strong>di</strong>lizia, maschi e<br />

femmine nell’industria), dovranno permettere <strong>di</strong> consolidare i risultati<br />

con in<strong>di</strong>cazioni pregnanti per un’adozione allargata degli AMPLICET-<br />

TORI nelle calzature <strong>di</strong> protezione sia come adozione <strong>del</strong>le migliori<br />

prassi che per la promozione <strong>di</strong> salute e sicurezza per i pie<strong>di</strong> e la colonna<br />

vertebrale sui luoghi <strong>di</strong> lavoro. Altro comparto in previsione <strong>di</strong> prova è<br />

quello socio-sanitario.<br />

Figura 1. Provenienza dei Lavoratori (campione su 290 soggetti)<br />

Tabella I. Distribuzione <strong>del</strong>le taglie<br />

Tabella II. Altri dati significativi <strong>del</strong> campione<br />

Figura 2. In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento utilizzo <strong>di</strong> solette/plantari in DPI,<br />

(lavoratori Industria)


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 207<br />

http://gimle.fsm.it<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

De Ponti L., Pi<strong>ed</strong>e e Amplicezione, Come raggiungere il benessere <strong>di</strong><br />

tutto il corpo attraverso il pi<strong>ed</strong>e. Parma, Footcare S.r.l. 2002.<br />

De Raffaele A. (a cura <strong>di</strong>), Pietra su pietra, lavorare sicuri rimanere<br />

sani. Brescia, Comitato Paritetico Territoriale <strong>di</strong> Brescia e Provincia<br />

per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente <strong>di</strong> lavoro nell’e<strong>di</strong>lizia,<br />

2005.<br />

Baron E. Guardavilla A. Pavanello R. Rovetta S. (a cura <strong>di</strong>), Cantieri:<br />

Prevenzione e Sicurezza, Manuale per l’applicazione <strong>del</strong> Titolo IV<br />

<strong>del</strong> D.L.gs 81/08, Associazione Ambiente e <strong>Lavoro</strong>, 2010.<br />

ER 17<br />

PATOLOGIE PROFESSIONALI DEL RACHIDE NEI LAVORATORI<br />

DELL’AGRICOLTURA CALABRESE<br />

F. Martire1 , M. Marino2 , S. Gatto2 , R. Caruso2 1 Coor<strong>di</strong>namento Regionale Me<strong>di</strong>ci Legali <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Patronato INCA<br />

CGIL Calabria - S.P.I.S.A.L. Azienda Sanitaria Provinciale <strong>di</strong> Cosenza<br />

2 Me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro S.P.I.S.A.L. - A.S.P. <strong>di</strong> Cosenza<br />

RIASSUNTO. Trattasi <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o che si protrae dal 2010, condotto<br />

<strong>ed</strong> aggiornato su 402 braccianti agricoli “stagionali” a 150 giornate<br />

l’anno, impegnati nella raccolta manuale <strong>del</strong>le patate sull’altipiano <strong>del</strong>la<br />

Sila. La finalità è quella <strong>del</strong>la ricerca attiva <strong>di</strong> patologie rachidee correlate<br />

all’attività <strong>del</strong>la raccolta manuale (che impone un peculiare carico<br />

<strong>del</strong>la colonna vertebrale), in<strong>di</strong>viduandone la frequenza in relazione all’anzianità<br />

lavorativa specifica, all’età anagrafica <strong>ed</strong> al genere. Inoltre, si<br />

<strong>di</strong>samina sul “nesso <strong>di</strong> causa” approfondendo il concetto me<strong>di</strong>co legale<br />

<strong>di</strong> “non occasionalità” nella definizione <strong>del</strong> rischio <strong>del</strong>la movimentazione<br />

manuale dei carichi nelle attività agricole stagionali.<br />

Parole chiave: rachide, malattia professionale, agricoltura.<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel territorio calabrese esistono numerose piccole e me<strong>di</strong>e aziende<br />

agricole (specie Silane) che coltivano la patata: essa rappresenta uno dei<br />

prodotti regionali tipici, esportato anche oltre nazione. Le proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong><br />

produzione sono caratterizzate dalla preparazione <strong>del</strong> terreno, dalla semina,<br />

irrigazione e dalla raccolta: quasi tutte automatizzate. La raccolta<br />

avviene, invece, manualmente nei mesi <strong>di</strong> settembre e ottobre: lo scopo<br />

<strong>del</strong>la raccolta manuale è quello <strong>di</strong> risparmiare al tubero eccessivi “traumi<br />

meccanici” che determinerebbero alterazioni qualitative <strong>del</strong> prodotto; i<br />

braccianti agricoli raccolgono manualmente il tubero dal terreno depositandolo<br />

in un contenitore che viene successivamente svuotato in altri<br />

contenitori più gran<strong>di</strong> collocati su mezzi semoventi che seguono la progressione<br />

<strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> raccolta. Le lavoratrici/lavoratori impegnati<br />

nella raccolta <strong>del</strong>le patate vengono assunti a tempo indeterminato, essi<br />

sono considerati “stagionali” e svolgono la loro specifica attività in un<br />

periodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 150 giornate all’anno. Le con<strong>di</strong>zioni ambientali <strong>di</strong> lavoro<br />

espongono a sbalzi termici trattandosi <strong>di</strong> campi collocati, in genere,<br />

a circa 1200 m sul livello <strong>del</strong> mare; la raccolta manuale <strong>del</strong> prodotto impone<br />

il mantenimento <strong>di</strong> posture forzate <strong>del</strong> rachide, nonché ripetute<br />

flesso-estensioni per tutto il turno <strong>di</strong> lavoro: in particolare il rachide risulta<br />

gravato nei tratti cervicale e lombo-sacrale. L’indagine ha l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> rilevare la presenza <strong>di</strong> patologie professionali <strong>del</strong> rachide strettamente<br />

correlate all’attività <strong>di</strong> raccolta dei tuberi, <strong>di</strong> valutarne la frequenza<br />

nella popolazione lavorativa in relazione all’anzianità lavorativa<br />

specifica <strong>ed</strong> all’età, al fine <strong>di</strong> attuare efficaci interventi <strong>di</strong> prevenzione<br />

primaria e secondaria.<br />

MATERIALI E METODI<br />

L’indagine che si protrae dal 2010, è stata condotta su 402 braccianti<br />

agricoli, cosiddetti “stagionali” per 150 giornate all’anno, impegnati<br />

nella raccolta stagionale <strong>del</strong>le patate. Il metodo utilizzato è quello <strong>del</strong>la<br />

visita me<strong>di</strong>ca volta alla ricerca attiva <strong>del</strong>la patologa rachidea professionale.<br />

La prima visita ha consentito una selezione <strong>di</strong> braccianti con anzianità<br />

specifica <strong>di</strong> 20 anni con l’evidenza obbiettiva <strong>di</strong> sofferenze funzionali<br />

o con l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> semeiologie sospette che potessero essere<br />

ulteriormente approfon<strong>di</strong>te me<strong>di</strong>ante indagini mirate, specialistiche e<br />

strumentali, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e confermare la sussistenza <strong>di</strong> infer-<br />

mità lavoro-correlate. La fase successiva ha condotto alla <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong><br />

94 braccianti agricoli (48 maschi con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 49,2 anni e 46 donne<br />

con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 46,9; con anzianità lavorativa me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 21,8 anni per<br />

le donne e <strong>di</strong> 21,9 per gli uomini) con patologie che risultavano connesse<br />

alla specifica attività svolta, oggettivamente documentate e caratterizzate<br />

da un’importante compromissione funzionale. Le patologie dei suddetti<br />

braccianti agricoli venivano sottoposte ad un ulteriore selezione specialistica<br />

finalizzata alla collocazione me<strong>di</strong>co legale <strong>del</strong>le tecnopatie identificate,<br />

tabellate o non tabellate, tali da poter essere opportunamente denunciate/segnalate<br />

all’ente previdenziale competente ai fini previdenziali-assistenziali.<br />

RISULTATI<br />

Sono state rilevate 54 patologie rachidee (in 28 lavoratori e 26 lavoratrici)<br />

correlate alla specifica attività (circa il 57% dei lavoratori e <strong>del</strong>le<br />

lavoratrici con 20 anni <strong>di</strong> anzianità lavorativa). In particolare, le ernie <strong>di</strong>scali<br />

lombari rappresentano il 53% (figura 2) dei casi selezionati e<br />

nell’89% interessano i <strong>di</strong>schi intersomatici L4-L5 e L5-S1 che costituiscono<br />

i <strong>di</strong>schi più sollecitati dai vari movimenti <strong>di</strong> flessoestensione <strong>del</strong><br />

tratto lombosacrale. I fenomeni <strong>di</strong>sidratativi dei <strong>di</strong>schi intersomatici costituiscono<br />

il 60% dei casi selezionati e trovano ubicazione preferenziale<br />

(84% <strong>di</strong> questi fenomeni) negli ultimi tre <strong>di</strong>schi lombosacrali. le protrusioni<br />

<strong>di</strong>scali rappresentano il 53% dei casi esaminati e sono ubicati prevalentemente<br />

(67% <strong>del</strong>le protrusioni) su L4-L5 e L5-S1. I bulging costituiscono<br />

il 63% dei casi totali e, a <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>le ernie e <strong>del</strong>le protrusioni,<br />

non mostrano una netta preferenza <strong>di</strong>strettuale anatomica. È necessario<br />

evidenziare che le suddette patologie si rilevano spesso in associazione<br />

tra loro (figura 2), concomitando nell’83% dei casi valutati.<br />

Nella figura 1 si riassumono le patologie riscontrate nel tratto lombo-sacrale,<br />

tenendo conto <strong>del</strong>la menomazione più rilevante e trascurando le<br />

altre patologie <strong>di</strong>strettuali concomitanti. Per quanto concerne le <strong>di</strong>fferenze<br />

legate al genere si evidenzia che il sesso femminile presenta una<br />

maggiore incidenza <strong>di</strong> ernie cervicali (30% dei casi totali esaminati rispetto<br />

al 7% nei maschi) e <strong>di</strong> protrusioni dorsali (7% dei casi totali rispetto<br />

all’0% nei maschi), nonostante il numero complessivo assoluto<br />

<strong>del</strong>le lavoratrici sia inferiore rispetto a quello dei lavoratori (figura 3).<br />

Figura 1. Patologie <strong>del</strong> tratto lombosacrale<br />

Figura 2. Ernie lombari riscontrate e associazione con altre patologie<br />

<strong>di</strong>strettuali


208 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 2. Incidenza <strong>del</strong>la concomitanza <strong>del</strong>le ernie cervicali e <strong>del</strong>le<br />

protrusioni dorsali con le patologie <strong>del</strong> tratto LS - <strong>di</strong>stinte per sesso<br />

DISCUSSIONE<br />

Una corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> patologia professionale <strong>del</strong> rachide, deve comprendere<br />

un in<strong>di</strong>spensabile inquadramento me<strong>di</strong>co-legale allo scopo <strong>di</strong> garantire<br />

al bracciante un buon esito <strong>del</strong>la proc<strong>ed</strong>ura <strong>di</strong> riconoscimento assicurativo<br />

<strong>del</strong>l’infermità. Per tali ragioni, alcune tecnopatie sono state inquadrate<br />

nell’elenco <strong>di</strong> cui al D.M. 09/04/2008 e denunciate come tali (in tal<br />

caso, il riconoscimento da parte <strong>del</strong>l’Inail dovrà prev<strong>ed</strong>ere la presunzione<br />

legale <strong>del</strong>l’origine professionale): si tratta <strong>di</strong> patologie in<strong>di</strong>viduate alla voce<br />

22 <strong>del</strong>la tabella per l’agricoltura relativa all’“ernia <strong>di</strong>scale lombare”. Altre<br />

tecnopatie sono state in<strong>di</strong>viduate nella lista I <strong>del</strong>le malattie <strong>di</strong> “probabile”<br />

origine professionale <strong>di</strong> cui al D.M. 14/01/2008 aggiornato con D.M.<br />

11/12/2009, lista che per effetto <strong>del</strong>la recente sentenza <strong>del</strong>la Cassazione Civile,<br />

sezione lavoro, n. 8638/2008, in<strong>di</strong>vidua patologie professionali il cui<br />

riconoscimento da parte <strong>del</strong>l’ente assicuratore pubblico dovrà ammettere la<br />

presunzione legale <strong>del</strong>l’origine professionale. Si fa particolare riferimento<br />

alle tecnopatie interessanti il rachide (movimentazione manuale dei carichi<br />

eseguita con continuità durante il turno lavorativo). Circa la possibile obiezione<br />

me<strong>di</strong>co legale sulla stagionalità <strong>del</strong>l’impegno lavorativo e, conseguentemente,<br />

sul concetto <strong>di</strong> “non occasionalità” <strong>del</strong>la movimentazione<br />

manuale dei carichi, si rammenta che lo stesso INAIL sostiene (circolare n.<br />

47 <strong>del</strong> 24 luglio 2008) che nelle tecnopatie tabellate la “presunzione legale<br />

<strong>di</strong> origine può essere negata solo se l’INAIL: 1) <strong>di</strong>mostra che la malattia è<br />

riconducibile ad altra causa <strong>di</strong> origine extralavorativa o 2) <strong>di</strong>mostra che la<br />

lavoratrice/lavoratore è stata addetta/o alla mansione in modo occasionale<br />

(o spora<strong>di</strong>co) ovvero 3) <strong>di</strong>mostra che la lavoratrice/lavoratore è stato<br />

esposta/o in misura non sufficiente (come tempo) a causare la patologia”.<br />

Inoltre, allo scopo <strong>di</strong> identificare una solida <strong>ed</strong> efficace causalità professionale<br />

(che superi la possibile critica sulla stagionalità <strong>del</strong>l’impegno lavorativo)<br />

si richiama quanto attestato nel D.M. 11/12/2009 ove le attività che<br />

espongono i lavoratori a tecnopatie da sovraccarico degli arti e <strong>del</strong> rachide<br />

devono essere caratterizzate da azioni ripetitive, microtraumatiche o da posture<br />

incongrue che si estrinsecano esclusivamente nel “turno <strong>di</strong> lavoro”<br />

(senza alcuna <strong>di</strong>stinzione tra lavoratori stagionali o a tempo indeterminato).<br />

In conseguenza <strong>di</strong> quanto appena <strong>di</strong>scusso, deve ritenersi sod<strong>di</strong>sfatto il criterio<br />

me<strong>di</strong>co legale <strong>del</strong>la “non occasionalità <strong>del</strong>l’azione nociva” se essa si<br />

estrinseca esclusivamente durante il turno <strong>di</strong> lavoro in concomitanza <strong>di</strong> una<br />

mansione comportante una concentrazione <strong>ed</strong> una intensità <strong>del</strong>lo “sforzo fisico<br />

articolare” associata ad un’esposizione ventennale al rischio specifico.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Appel B.: Nomenclature and Classification of Lumbar Disc Pathology.<br />

Rivista <strong>di</strong> Neurora<strong>di</strong>ologia, 2001; 14: 147-151.<br />

Martire F.: Lavori atipici stagionali nel settore florovivaistico calabrese:<br />

prevenzione dei rischi e sicurezza sul lavoro. G. Ital. M<strong>ed</strong>. Lav.<br />

Ergon. 2007; vol. XXIX: 710-711.<br />

Martire F.: Nuove tabelle <strong>del</strong>le malattie professionali: prime esperienze<br />

calabresi ad un anno dalla pubblicazione. G. Ital. M<strong>ed</strong>. Lav. Ergon.<br />

2009; vol. XXXI: 151-152.<br />

Ottaviani C.: Le spon<strong>di</strong>loartropatie <strong>del</strong> rachide dorso-lombare come malattia<br />

professionale non tabellata. Milano, e<strong>di</strong>zione INAIL 2000.<br />

Simonetti L., Agati R., De Santis F., Leopar<strong>di</strong> M.: Anatomia e fisiopatologia<br />

<strong>del</strong>l’unità funzionale <strong>di</strong>sco-somatica. Rivista <strong>di</strong> Neurora<strong>di</strong>ologia,<br />

2001, 14 (suppl. 1): 7-16.<br />

ER 18<br />

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI:<br />

UN METODO SINTETICO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO<br />

A. Pinca1 , R. Suglia2 , M.C. Grimal<strong>di</strong>1 , L. Macinagrossa1 ,<br />

T. Massaro1 , A. Baldassarre1 , M. Musti1 1 DIMIMP, Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> “B. Ramazzini”, Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari “Aldo Moro”<br />

2 Corso <strong>di</strong> Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche <strong>ed</strong> Ostetriche,<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari “Aldo Moro”<br />

RIASSUNTO. La movimentazione manuale dei carichi e le patologie<br />

ad essa correlate sono oggetto <strong>di</strong> crescente interesse da parte degli<br />

addetti alla prevenzione negli ambienti <strong>di</strong> lavoro. Gli operatori sanitari<br />

rappresentano una <strong>del</strong>le categorie a rischio, in quanto a<strong>di</strong>biti alla movimentazione<br />

manuale dei pazienti che rappresentano un “carico atipico”.<br />

È necessaria, quin<strong>di</strong>, la valutazione <strong>del</strong> rischio relativo alla movimentazione<br />

manuale, ai movimenti ripetuti degli arti superiori <strong>ed</strong> a posture incongrue<br />

e frequentemente instabili. Lo stu<strong>di</strong>o prev<strong>ed</strong>e il confronto <strong>di</strong> un<br />

metodo integrato con i tre meto<strong>di</strong> maggiormente utilizzati (MAPO,<br />

REBA, OCRA). I risultati evidenziano la possibilità e la convenienza<br />

<strong>del</strong>l’utilizzare un unico metodo integrato nella valutazione <strong>del</strong>la movimentazione<br />

manuale dei pazienti.<br />

Parole chiave: movimentazione manuale pazienti, valutazione rischi,<br />

metodo integrato.<br />

INTRODUZIONE<br />

Le patologie muscolo-scheletriche lavoro correlate sono oggetto <strong>di</strong><br />

crescente interesse da parte degli operatori <strong>del</strong>la prevenzione negli ambienti<br />

<strong>di</strong> lavoro.<br />

Tale rischio riguarda, tra gli altri, gli operatori sanitari (infermieri, fisioterapisti<br />

<strong>ed</strong> operatori socio-sanitari) soprattutto se a<strong>di</strong>biti ad attività<br />

che comportano la movimentazione <strong>di</strong> pazienti parzialmente collaboranti<br />

o non auto-sufficienti. I pazienti, infatti, rappresentano un “carico atipico”<br />

per variabilità <strong>del</strong> peso, instabilità e <strong>di</strong>fficoltà nella presa. Manovre<br />

mal eseguite possono provocare dolore o lesioni al paziente e all’operatore<br />

stesso. La prevalenza <strong>di</strong> malattie muscolo scheletriche documentata<br />

in letteratura, impone un’accurata valutazione <strong>del</strong> rischio in quanto comprende<br />

non solo il rischio <strong>di</strong> movimentazione manuale dei carichi<br />

(MMC) ma anche il rischio <strong>di</strong> movimenti ripetuti degli arti superiori<br />

nonché l’assunzione <strong>di</strong> posture incongrue e frequentemente instabili.<br />

OBIETTIVO<br />

L’obiettivo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> integrare tre meto<strong>di</strong> valutativi attualmente<br />

in uso per la movimentazione manuale dei pazienti (MAPO), per<br />

i movimenti ripetuti degli arti superiori (OCRA) e per l’assunzione <strong>di</strong> posture<br />

incongrue (REBA), tramite la creazione <strong>di</strong> un unico strumento per la<br />

valutazione globale dei rischi da movimentazione negli operatori sanitari.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Il metodo MAPO fornisce informazioni sulle caratteristiche strutturali<br />

e dei rischi organizzativi in ambito lavorativo; la check-list OCRA<br />

tiene conto dei movimenti ripetuti degli arti superiori e <strong>del</strong>le pause temporali<br />

nello svolgimento <strong>del</strong>la mansione; il metodo REBA considera la<br />

postura <strong>di</strong> tutto il corpo, in funzione <strong>del</strong>le angolazioni dei segmenti corporei,<br />

creatisi durante l’esecuzione <strong>di</strong> una operazione.<br />

Il metodo proposto, considera tutte le caratteristiche dei tre meto<strong>di</strong><br />

già esistenti, <strong>ed</strong> è sud<strong>di</strong>viso in due fasi.<br />

La Fase I prev<strong>ed</strong>e la valutazione dei rischi organizzativi (V.R.O.) con<br />

la somministrazione <strong>di</strong> un questionario che integra <strong>ed</strong> analizza le eventuali<br />

criticità ambientali e organizzative. La check-list, infatti, assegna un punteggio<br />

numerico da 1 a 36 equamente sud<strong>di</strong>viso in tre range (1-12, 13-24,<br />

25-36) in base al rapporto pazienti/operatori (valori assegnati compresi tra<br />

0 e 5), alla presenza <strong>di</strong> pazienti parzialmente collaboranti (pt 0-1) o non<br />

collaboranti (pt 0-3), alla dotazione <strong>ed</strong> allo stato manutentivo degli ausili<br />

(pt 0-3; 0-3; 0-3), al fattore ambientale (pt 0-4), alla formazione degli operatori<br />

stessi (pt 0-2) <strong>ed</strong>, infine, alle caratteristiche <strong>del</strong> turno lavorativo, durata<br />

(pt 0-2), eventuali pause(pt 0-3; 0-4) e tipologia (equipe, coppia, in<strong>di</strong>viduale)<br />

(pt 1-3). Il punteggio ottenuto dalla prima fase permette <strong>di</strong> valutare<br />

la presenza <strong>di</strong> un rischio <strong>di</strong> tipo accettabile (verde) qualora i valori ot-


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 209<br />

http://gimle.fsm.it<br />

tenuti dalla check-list rientrino nel range compreso tra 1 e 12, me<strong>di</strong>o<br />

(giallo) se i valori sono compresi tra 13 e 24 o alto (rosso) per valori tra 25<br />

e 36. Nel caso in cui il punteggio rientri in un rischio accettabile, non si<br />

proc<strong>ed</strong>erà alla seconda fase; qualora il rischio rientri nelle fasce gialla o<br />

rossa si attueranno innanzitutto <strong>del</strong>le misure atte a migliorare l’organizzazione<br />

lavorativa (acquisto e/o manutenzione <strong>di</strong> ausili maggiori e minori;<br />

assunzione <strong>di</strong> personale; introduzione <strong>di</strong> pause nel turno lavorativo; etc.);<br />

in seguito si ripeterà la check-list e, se il rischio non risulti accettabile, si<br />

proc<strong>ed</strong>erà con lo step successivo (fase II). Tuttavia anche in presenza <strong>di</strong> un<br />

rischio accettabile è possibile proc<strong>ed</strong>ere con approfon<strong>di</strong>menti in<strong>di</strong>viduali<br />

tramite la fase II qualora dovessero emergere criticità specifiche, relative<br />

ad una con<strong>di</strong>zione particolare che riguar<strong>di</strong> anche un singolo lavoratore.<br />

La Fase II: prev<strong>ed</strong>e la valutazione dei rischi personali con l’osservazione<br />

<strong>di</strong>retta degli operatori durante l’espletamento <strong>del</strong>la propria mansione.<br />

Infatti questa fase consta <strong>di</strong> un osservazione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>l’operatore<br />

andando ad assegnare dei punteggi in base alle posizioni assunte <strong>ed</strong> al<br />

tempo <strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> tali posizioni; questo permette <strong>di</strong> valutare la<br />

giusta esecuzione <strong>del</strong>la mansione e <strong>di</strong> correggere l’operatore stesso.<br />

RISULTATI<br />

Il metodo integrato è stato applicato in 19 reparti <strong>di</strong> più strutture<br />

osp<strong>ed</strong>aliere, e i risultati ottenuti hanno rilevato un 79% <strong>di</strong> rischio me<strong>di</strong>o<br />

e un 21% <strong>di</strong> rischio accettabile.<br />

Il rischio è accettabile lì dove sono presenti ausili maggiori e minori,<br />

ben funzionanti.<br />

Il rischio è me<strong>di</strong>o dove la presenza <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> è scarsa o inadeguata<br />

e si è osservato come, andando ad intervenire con misure migliorative<br />

(fornitura <strong>di</strong> ausili maggiori e minori), il rischio risultasse accettabile. Infatti,<br />

in due reparti dove tali misure sono state adottate, si è provv<strong>ed</strong>uto<br />

ad una seconda valutazione che ha evidenziato come il livello <strong>di</strong> rischio<br />

passasse dalla fascia <strong>di</strong> rischio me<strong>di</strong>o a quella <strong>di</strong> rischio accettabile.<br />

Per i necessari confronti si è provv<strong>ed</strong>uto a somministrare i singoli<br />

meto<strong>di</strong> (MAPO, OCRA, REBA) in alcuni dei suddetti reparti, ottenendo<br />

risultati sovrapponibili al metodo integrato.<br />

L’applicazione <strong>del</strong> metodo integrato quin<strong>di</strong> è risultata maggiormente<br />

agevole e celere nella valutazione globale <strong>del</strong> rischio.<br />

CONCLUSIONI<br />

L’integrazione dei tre meto<strong>di</strong>, e quin<strong>di</strong> l’utilizzo <strong>del</strong> nuovo metodo<br />

unico, fornisce un indubbio vantaggio relativo alla completezza <strong>del</strong>la valutazione<br />

offrendo una <strong>di</strong>mensione complessiva <strong>del</strong> rischio, con dati accurati<br />

relativi all’ambiente <strong>di</strong> lavoro, all’organizzazione <strong>del</strong> lavoro stesso<br />

e all’interessamento <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>stretti corporei coinvolti nelle operazioni<br />

<strong>di</strong> movimentazione dei pazienti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Occhipinti E, Colombini D. Proposal of a concise index for the evaluation<br />

of the exposure to repetitive movements of the upper extremity<br />

(OCRA Index). La Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. 1996; 87(6): 526-548<br />

2) Hignett S., McAtamney L.: Rapid Entire Body Assessment - Appli<strong>ed</strong><br />

Ergonomics 31 (2000) 201 -205<br />

3) N. Battevi, O. Menoni, M.G. Ricci, S. Cairoli. MAPO index for risk<br />

assessment of patient manual handling in hospital wards: a validation<br />

study. Ergonomics Vol. 49, No. 7, 10 June 2006, 671-687<br />

ER 19<br />

PROPOSTA DI UNA METODOLOGIA PER LA VALUTAZIONE<br />

DEL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI<br />

DEL PERSONALE SANITARIO ADDETTO ALL’EMERGENZA<br />

S. Fantini2 , E. Ba<strong>del</strong>lino1 , A. De Santis2 , A. Silvetti1 , A. Ranavolo1 ,<br />

F. Forzano1 , E. Ranal<strong>di</strong>2 , F. Draicchio1 1 INAIL exISPESL - DML - Laboratorio <strong>di</strong> Fisiologia, <strong>Ergonomia</strong>,<br />

Postura Movimento<br />

2 Azienda ARES 118<br />

RIASSUNTO. Scopo <strong>del</strong> presente lavoro è quello <strong>di</strong> fornire un metodo<br />

semplificato <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio biomeccanico da movimentazione<br />

manuale dei pazienti a opera <strong>del</strong> personale sanitario che svolge<br />

servizio <strong>di</strong> emergenza con le ambulanze. Come si evidenzia dall’attuale<br />

letteratura scientifica per tutte le attività <strong>di</strong> emergenza non sono <strong>di</strong>sponibili<br />

specifici e adeguati protocolli standar<strong>di</strong>zzati, né è possibile applicare<br />

quelli esistenti quali ad esempio il metodo NIOSH o il metodo MAPO.<br />

Con il presente lavoro, gli autori hanno quin<strong>di</strong> deciso <strong>di</strong> fare riferimento<br />

alla metodologia proposta dal Royal College of Nursing (RCN) adattandola,<br />

tramite l’elaborazione <strong>di</strong> due <strong>di</strong>verse sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> rilevazione, alla peculiare<br />

realtà lavorativa oggetto <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o.<br />

La prima sch<strong>ed</strong>a, si prefigge il compito <strong>di</strong> recuperare i dati <strong>del</strong>l’attività<br />

<strong>di</strong> movimentazione manuale in<strong>di</strong>viduando le caratteristiche <strong>del</strong> paziente<br />

e le caratteristiche degli operatori sanitari impegnati in ogni singolo<br />

soccorso; viene inoltre in<strong>di</strong>cata tutta la dotazione strumentale <strong>di</strong>sponibile<br />

e viene effettuata un’analisi degli aspetti amministrativi (management<br />

check list).<br />

La seconda sch<strong>ed</strong>a ha invece la funzione <strong>di</strong> raccogliere i dati complessivi,<br />

su base mensile, dei singoli soccorsi per elaborare il documento<br />

finale <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio.<br />

Dopo una prima fase <strong>di</strong> elaborazione <strong>del</strong>le due sch<strong>ed</strong>e, si è provv<strong>ed</strong>uto<br />

ad una applicazione sperimentale <strong>del</strong>le stesse anche per effettuare eventuali<br />

mo<strong>di</strong>fiche migliorative sulla base <strong>di</strong> eventuali criticità, suggerimenti<br />

e consigli emersi dopo un confronto <strong>di</strong>retto con gli operatori sanitari.<br />

I dati raccolti evidenziano le potenzialità offerte dalla metodologia<br />

proposta, in particolare dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la capacità, che ha tale strumento<br />

valutativo <strong>di</strong> rilevare criticità in una realtà lavorativa così complessa<br />

quale è quella analizzata e <strong>di</strong> definire possibili interventi migliorativi<br />

e correttivi per minimizzare il rischio da movimentazione manuale<br />

dei pazienti in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emergenza sanitaria.<br />

Parole chiave: Movimentazione pazienti, emergenza, valutazione<br />

<strong>del</strong> rischio.<br />

INTRODUZIONE E SCOPO DEL LAVORO<br />

Scopo <strong>del</strong> presente lavoro è quello <strong>di</strong> fornire un metodo semplificato<br />

<strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio biomeccanico da movimentazione manuale dei<br />

pazienti per il personale sanitario, che opera in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emergenza<br />

sui mezzi <strong>di</strong> pronto intervento. Come affiora dall’attuale letteratura<br />

scientifica, per attività lavorative così critiche e complesse, non sono <strong>di</strong>sponibili<br />

specifici protocolli standar<strong>di</strong>zzati, ne è possibile applicare<br />

quelli esistenti, quali ad esempio i mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> analisi quantitativa come il<br />

NIOSH (1) utilizzabile per la movimentazione manuale dei carichi generici<br />

o il MAPO (2, 3) cui si può fare invece riferimento per la movimentazione<br />

manuale dei pazienti nei reparti osp<strong>ed</strong>alieri.<br />

Gli autori, hanno quin<strong>di</strong> deciso <strong>di</strong> utilizzare, adattandola allo specifico<br />

contesto lavorativo in questione, la metodologia proposta dal Royal<br />

College of Nursing (4) per elaborare due <strong>di</strong>verse sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> rilevazione. Il<br />

protocollo descrittivo proposto dall’Associazione professionale inglese<br />

degli infermieri nel 1996, in<strong>di</strong>vidua e caratterizza il rischio non in termini<br />

numerici, ma per livelli; infatti il rischio viene valutato in base alle esigenze<br />

<strong>del</strong> paziente, <strong>del</strong> reparto e, infine, <strong>del</strong>l’amministrazione centrale.<br />

La peculiarità positiva <strong>del</strong> metodo RCN originale viene mantenuta<br />

anche nella versione da noi adattata alla specifica realtà lavorativa in<br />

esame; tale protocollo non risulta solo uno strumento <strong>di</strong> valutazione ma,<br />

rispondendo a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 (5), una volta analizzate<br />

le varie determinanti <strong>del</strong> rischio, ha anche il pregio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e promuovere<br />

interventi preventivi e correttivi efficaci per minimizzare il rischio<br />

in con<strong>di</strong>zioni operative così complesse e impre<strong>di</strong>cibili come sono<br />

quelle <strong>di</strong> emergenza in cui si trova coinvolto il personale sanitario.<br />

MATERIALI E METODI<br />

La prima sch<strong>ed</strong>a (Fig. 1) si prefigge il compito <strong>di</strong> recuperare i dati<br />

<strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> movimentazione manuale dei pazienti relativi ad ogni singolo<br />

soccorso; essa consiste in una check-list, semplice nella grafica e<br />

nella compilazione, sud<strong>di</strong>visa in tre sezioni: nella prima sezione vengono<br />

in<strong>di</strong>cate le caratteristiche degli operatori (mansione, sesso <strong>ed</strong> età). Nella<br />

seconda sezione vengono riportate le caratteristiche <strong>del</strong> paziente ad es.<br />

specificando se il peso sia superiore o inferiore ai 100 Kg, il luogo <strong>del</strong>l’intervento<br />

(esterno, ad es. sulla strada; in cantiere o all’interno <strong>di</strong> una<br />

casa o <strong>di</strong> un ufficio); successivamente viene riportato lo stato clinico <strong>del</strong><br />

paziente (collaborante, non collaborante) (figg. 2-4). Nella terza, <strong>ed</strong> ultima,<br />

sezione viene descritta la modalità <strong>di</strong> esecuzione <strong>del</strong>le manovre<br />

specificando anche le attrezzature utilizzate.<br />

La seconda sch<strong>ed</strong>a ha la funzione <strong>di</strong> raccogliere, per ogni equipaggio<br />

e alla fine <strong>del</strong> suo turno, i dati complessivi <strong>di</strong> tutti gli interventi <strong>di</strong> soc-


210 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 1. Sch<strong>ed</strong>a contenente i dati relativi all’attività <strong>di</strong> movimentazione manuale dei pazienti per il singolo soccorso<br />

Figura 2. Pz. Collaborante Figura 3. Parzialmente collaborante Figura 4. non collaborante<br />

corso effettuati, dati peraltro estrapolati dalla prima sch<strong>ed</strong>a compilata.<br />

Tutti questi dati, riportati su base mensile, sono necessari per poter poi<br />

elaborare il documento finale <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio. Questa sch<strong>ed</strong>a è<br />

sud<strong>di</strong>visa in quattro sezioni (A, B, C, D). La sezione A riporta i dati complessivi<br />

<strong>del</strong> paziente <strong>ed</strong> è sud<strong>di</strong>visa in tre paragrafi a seconda <strong>del</strong> tipo e<br />

grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità e <strong>del</strong>la modalità <strong>di</strong> movimentazione. La sezione B è<br />

relativa invece alle caratteristiche degli operatori sanitari e riassume i<br />

dati relativi alle mansioni, all’età, all’altezza, al sesso, all’anzianità lavorativa,<br />

al grado <strong>di</strong> formazione, informazione e addestramento. La sezione<br />

C è de<strong>di</strong>cata, sia alla dotazione strumentale (numero, tipo e grado <strong>di</strong> manutenzione),<br />

sia alla tipologia degli ausili <strong>di</strong>sponibili, che all’in<strong>di</strong>viduazione<br />

degli interventi preventivi proposti. Infine, la sezione D (“Management<br />

Check-list”) è de<strong>di</strong>cata all’analisi degli aspetti amministrativi<br />

(numero e tipo <strong>di</strong> infortuni e malattie) <strong>ed</strong> è sud<strong>di</strong>visa in sei paragrafi.<br />

Il primo paragrafo è de<strong>di</strong>cato all’analisi degli infortuni muscoloscheletrici<br />

<strong>del</strong>l’ultimo anno; il secondo è relativo alle patologie dei lavoratori<br />

a livello <strong>del</strong> rachide e degli arti superiori; il terzo paragrafo riguarda<br />

il “sistema sicuro <strong>di</strong> lavoro” ovvero le proc<strong>ed</strong>ure da adottare per<br />

ridurre il rischio derivante dalla movimentazione; il quarto paragrafo si<br />

riferisce agli obblighi <strong>del</strong> Datore <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> finalizzati a ridurre il rischio<br />

specifico una volta identificato dalla valutazione; il quinto è relativo ai<br />

tempi programmati per la revisione <strong>del</strong> documento; e infine, l’ultimo paragrafo<br />

fornisce informazioni sull’ubicazione, conservazione e consultazione<br />

<strong>del</strong> documento.<br />

Il gruppo <strong>di</strong> lavoro, dopo la prima fase <strong>di</strong> elaborazione <strong>del</strong>le due<br />

sch<strong>ed</strong>e, ha provv<strong>ed</strong>uto ad una prima applicazione sperimentale <strong>del</strong>le


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 211<br />

http://gimle.fsm.it<br />

stesse, in<strong>di</strong>viduando una postazione <strong>di</strong> lavoro <strong>ed</strong> un equipaggio <strong>di</strong> soccorritori.<br />

Si è poi passati all’analisi dei dati e <strong>del</strong>le criticità identificate<br />

nel corso <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le informazioni. Dopo aver apportato opportune<br />

mo<strong>di</strong>fiche al protocollo <strong>di</strong> valutazione, anche grazie al confronto <strong>ed</strong><br />

agli utili consigli e suggerimenti da parte <strong>del</strong> personale sanitario che lo<br />

ha testato, si è passati alla sua più estesa applicazione.<br />

CONCLUSIONI E DISCUSSIONE<br />

I dati raccolti evidenziano le potenzialità offerte da questo protocollo<br />

<strong>di</strong> valutazione in quanto tale metodo approfon<strong>di</strong>sce la valutazione<br />

andando oltre quella che è la semplice identificazione <strong>del</strong> fattore rischio;<br />

infatti viene in<strong>di</strong>cato nelle Linee Guida <strong>del</strong>la SIMLII (6) come un sistema<br />

<strong>di</strong> valutazione “multi<strong>di</strong>mensionale” <strong>di</strong> secondo livello perché si<br />

propone <strong>di</strong> analizzare, in maniera standar<strong>di</strong>zzata e globale, i <strong>di</strong>versi fattori<br />

<strong>di</strong> criticità. Esso propone una valutazione finale complessiva poiché<br />

viene effettuata non solo una stima, ma anche una gestione <strong>del</strong> rischio,<br />

dato che permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e pre<strong>di</strong>sporre appropriate e idonee misure<br />

preventive e correttive per minimizzare il rischio stesso. Tale metodo,<br />

che si avvale <strong>del</strong>le capacità critiche e <strong>di</strong> analisi da parte <strong>di</strong> valutatori<br />

dotati <strong>di</strong> una certa esperienza, tiene conto <strong>del</strong> contesto ambientale in<br />

cui viene svolta l’attività lavorativa in quanto non si basa solo su colloqui<br />

con il personale coinvolto e su sopralluoghi negli ambienti <strong>di</strong> lavoro<br />

ma anche sull’osservazione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>le varie attività <strong>di</strong> movimentazione<br />

effettuate.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Waters T.R., Putz-Anderson V., Garg A., Fine L.J. Revis<strong>ed</strong> NIOSH<br />

equation for the design and evaluation of manual lifting tasks. Ergonomics<br />

1993 Jul.; 36(7):749-76.<br />

2) Menoni O., Ricci M.G., Pancera D., Occhipinti E. valutazione <strong>del</strong>l’esposizione<br />

ad attività <strong>di</strong> movimentazione manuale dei pazienti nei<br />

reparti <strong>di</strong> degenza: meto<strong>di</strong>, proc<strong>ed</strong>ure, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> esposizione<br />

(MAPO) e criteri <strong>di</strong> classificazione. M<strong>ed</strong>. Lav. 1999; 90(2):152-72.<br />

3) Battevi N., Menoni O., Ricci M.G., Cairoli S. MAPO index for risk<br />

assessment of patient manual handling in hospital wards: a validation<br />

study. Ergonomics. 2006; 49(7):671-87.<br />

4) Royal College of Nursing. The guide to the handling of patients -<br />

National back pain association. Revis<strong>ed</strong> 4 th e<strong>di</strong>tion. T<strong>ed</strong><strong>di</strong>ngton,<br />

Middlesex, UK. 1997.<br />

5) Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81. Attuazione <strong>del</strong>l’articolo 1<br />

<strong>del</strong>la legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>la salute e<br />

<strong>del</strong>la sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro. Gazzetta Ufficiale n. 101,30<br />

aprile 2008 - Supplemento Or<strong>di</strong>nario n. 108.<br />

6) Violante F.S., Bonfiglioli R., Mattioli S., Baldassaroni A., Baratti A.,<br />

Bazzini G., Calabrese M., Carta A., Draicchio F., Graziosi F., Liotti<br />

F., Merseburger A., Maso S., Negro C., Porru S., Zanar<strong>di</strong> F., Apostoli<br />

P. Linee Guida per la prevenzione <strong>del</strong>le patologie correlate alla movimentazione<br />

manuale dei pazienti. In Linee guida per la formazione<br />

continua e l’accre<strong>di</strong>tamento <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Società Italiana<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>ed</strong> Igiene Industriale. P. Apostoli, M. Imbriani,<br />

L. Soleo, G. Abritti, L. Ambrosi (Eds). E<strong>di</strong>zioni PIME Pavia<br />

2008: vol. 23.<br />

ER 20<br />

LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI IN AMBITO<br />

PEDIATRICO: STUDIO DELLE VARIABILI DI RISCHIO E<br />

MONITORAGGIO RETROSPETTIVO DEGLI OPERATORI ESPOSTI<br />

M.R. Vinci1 , M.G. Tucci1 , V. Camisa1 , A. Grisogoni1 , V. Montal<strong>di</strong>1 ,<br />

S. Zaffina1 , F. Forzano2 , R. Russo2 , A. Silvetti2 , F. Draicchio2 1 IRCCS Osp<strong>ed</strong>ale Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù <strong>di</strong> Roma - UdR<br />

Occupational Safety<br />

2 INAIL ex ISPESL - Laboratorio <strong>di</strong> Fisiologia, <strong>Ergonomia</strong>, Postura e<br />

Movimento<br />

RIASSUNTO. In ambito sanitario la movimentazione manuale dei<br />

pazienti (MMP) costituisce uno dei rischi più rilevanti sia per la sua <strong>di</strong>ffusione<br />

sia per le conseguenze socio-sanitarie prodotte in termini <strong>di</strong> patologie,<br />

assenze lavorative e riconoscimenti assicurativi. Per tale motivo<br />

notevoli sforzi sono stati compiuti nella valutazione e gestione <strong>del</strong> rischio<br />

MMP ottenendo in questi ultimi anni risultati sod<strong>di</strong>sfacenti. In ambito<br />

pe<strong>di</strong>atrico, tuttavia, la movimentazione manuale dei pazienti rappresenta<br />

un settore poco esplorato dal punto <strong>di</strong> vista dei rischi professionali<br />

per gli operatori sanitari (OS). I dati in letteratura sull’argomento sono<br />

scarsi, così come i riferimenti in termini <strong>di</strong> linee guida e buone prassi per<br />

la valutazione specifica <strong>del</strong> rischio.<br />

Il nostro stu<strong>di</strong>o è stato condotto all’interno <strong>di</strong> una grande realtà osp<strong>ed</strong>aliera<br />

<strong>di</strong> pertinenza pe<strong>di</strong>atrica al fine <strong>di</strong> aumentare le conoscenze scientifiche<br />

sull’argomento attraverso un monitoraggio <strong>del</strong>le variabili <strong>di</strong> rischio<br />

correlate alla MMP in ambito pe<strong>di</strong>atrico e attraverso una valutazione<br />

retrospettiva dei dati epidemiologici derivanti dalla Sorveglianza<br />

Sanitaria degli OS esposti al rischio specifico.<br />

Parole chiave: movimentazione manuale dei pazienti, reparti pe<strong>di</strong>atrici,<br />

low-back <strong>di</strong>sorders.<br />

INTRODUZIONE<br />

In ambito sanitario la movimentazione manuale dei pazienti (MMP)<br />

costituisce uno dei rischi più rilevanti sia per la sua <strong>di</strong>ffusione sia per le<br />

conseguenze socio-sanitarie prodotte in termini <strong>di</strong> patologie, assenze lavorative<br />

e riconoscimenti assicurativi (1). Per tale motivo notevoli sforzi<br />

sono stati compiuti nella valutazione e gestione <strong>del</strong> rischio MMP ottenendo<br />

in questi ultimi anni risultati sod<strong>di</strong>sfacenti. In ambito pe<strong>di</strong>atrico<br />

tuttavia la movimentazione manuale dei pazienti rappresenta un settore<br />

poco esplorato dal punto <strong>di</strong> vista dei rischi professionali per gli operatori<br />

sanitari (OS). I dati in letteratura sull’argomento sono scarsi (2), così<br />

come i riferimenti in termini <strong>di</strong> linee guida e buone prassi per la valutazione<br />

specifica <strong>del</strong> rischio.<br />

Una <strong>del</strong>le motivazioni che giustificano il <strong>di</strong>vario esistente tra l’attenzione<br />

de<strong>di</strong>cata alla movimentazione manuale dei pazienti in età adulta<br />

rispetto a quelli <strong>di</strong> età pe<strong>di</strong>atrica risi<strong>ed</strong>e nel fatto che comunemente si è<br />

portati a pensare che il fattore ponderale in quest’ultimo caso sia trascurabile.<br />

In realtà la peculiarità <strong>di</strong> alcuni reparti pe<strong>di</strong>atrici è quella <strong>di</strong> ospitare<br />

pazienti che, oltre ad essere parzialmente o affatto collaboranti, possono<br />

avere età e caratteristiche antropometriche estremamente variabili. Ciò<br />

<strong>di</strong>pende anche dal fatto che in pe<strong>di</strong>atria si ha la consuetu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> seguire<br />

pazienti che, affetti da patologia in età pe<strong>di</strong>atrica, perdurano nello stato<br />

patologico oltre il termine <strong>del</strong>la stessa (3).<br />

MATERIALI E METODI<br />

Il nostro stu<strong>di</strong>o è stato condotto all’interno <strong>di</strong> una grande realtà<br />

osp<strong>ed</strong>aliera <strong>di</strong> pertinenza pe<strong>di</strong>atrica, correlando le variabili <strong>di</strong> rischio<br />

<strong>del</strong>la MMP con i dati clinico-anamnestici <strong>del</strong>la sorveglianza sanitaria<br />

effettuata su un campione <strong>di</strong> infermieri appartenenti ai seguenti reparti<br />

osp<strong>ed</strong>alieri pe<strong>di</strong>atrici: car<strong>di</strong>ologia, chirurgia, chirurgia generale, neuroriabilitazione,<br />

otorinolaringoiatria, ortope<strong>di</strong>a, pe<strong>di</strong>atria generale, rianimazione.<br />

Nella scelta dei reparti è stata applicato un criterio che prendesse in<br />

considerazione i contesti lavorativi nei quali tale rischio risultava essere<br />

maggiormente significativo (4), sia in termini <strong>di</strong> fattori ponderali sia in<br />

termini <strong>di</strong> criticità ergonomico-strutturali.<br />

Contestualmente si è provv<strong>ed</strong>uto ad effettuare un’analisi retrospettiva<br />

dei dati <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria <strong>del</strong> personale infermieristico<br />

esposto, con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare la prevalenza <strong>di</strong> patologie <strong>del</strong>l’apparato<br />

muscolo-scheletrico correlate al rischio MMP.<br />

I dati riguardanti la valutazione <strong>del</strong> rischio sono stati ottenuti applicando<br />

il metodo proposto dal Royal College of Nursing (RCN) che<br />

consente <strong>di</strong> effettuare una valutazione per livelli (paziente, reparto, management),<br />

al fine <strong>di</strong> ottenere una visione globale <strong>del</strong> rischio MMP e<br />

<strong>del</strong>le molteplici componenti che lo determinano. Sono stati analizzati<br />

nello specifico la <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong> peso, <strong>del</strong>l’età e il livello <strong>di</strong> collaborazione<br />

dei pazienti durante le attività <strong>di</strong> movimentazione manuale. Nei<br />

reparti prescelti sono stati valutati, infine, le <strong>di</strong>fferenti caratteristiche<br />

strutturali, la tipologia dei pazienti ricoverati (attraverso la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

ingresso) e la tipologia <strong>di</strong> attività effettuate dagli operatori sanitari, con<br />

particolare riferimento ai compiti lavorativi gravati da criticità <strong>di</strong> tipo<br />

ergonomico.<br />

L’analisi retrospettiva dei dati <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria è stata condotta,<br />

invece, prendendo in considerazione per ogni unità operativa il numero<br />

dei lavoratori esposti, il sesso, l’età, l’anzianità lavorativa, i dati clinico-anamnaestici<br />

e strumentali in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong> low-back <strong>di</strong>sorders.


212 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

RISULTATI<br />

I risultati <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong> rischio effettuata con il metodo RCN<br />

hanno evidenziato come i valori più alti per quanto riguarda il peso e<br />

l’età dei pazienti siano presenti nei reparti <strong>di</strong> chirurgia <strong>ed</strong> ORL, sebbene<br />

il primo presenti una percentuale maggiore <strong>di</strong> pazienti non collaboranti<br />

(tabella I). La stessa percentuale è presente anche nel reparto <strong>di</strong> rianimazione,<br />

dove sussistono, a fronte <strong>di</strong> un fattore ponderale sensibilmente<br />

più basso, criticità ergonomiche legate alla presenza <strong>di</strong> macchinari, attrezzature<br />

e/o vincoli strutturali.<br />

I dati epidemiologici relativi ai reparti oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o hanno evidenziato,<br />

invece, un’elevata prevalenza <strong>di</strong> low-back <strong>di</strong>sorders (tabella<br />

II), in particolare nei reparti <strong>di</strong> pertinenza chirurgica (chirurgia, chirurgia<br />

generale e ortope<strong>di</strong>a) con una prevalenza anamnestica <strong>del</strong> 54%,<br />

associata ad un riscontro obiettivo <strong>di</strong> patologia nel 34% dei casi e conferma<br />

strumentale nel 28%. Nel reparto ORL, invece, la prevalenza<br />

anamnestica <strong>di</strong> low-back <strong>di</strong>sorders è stata <strong>del</strong> 42%, confermata da una<br />

positività obiettiva e strumentale rispettivamente nel 15% e nel 22% dei<br />

casi. Il reparto <strong>di</strong> Rianimazione si caratterizza per una prevalenza anamnestica<br />

<strong>di</strong> poco inferiore ai prec<strong>ed</strong>enti (40%), associata, tuttavia, ad un<br />

valore <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a degli operatori decisamente più bassa (39,3 anni). La<br />

Neuroriabilitazione è il reparto nel quale si sono osservati i valori più<br />

bassi sia <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a degli operatori sia <strong>di</strong> prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici.<br />

DISCUSSIONI<br />

I risultati ottenuti dal nostro stu<strong>di</strong>o sembrano confermare la presenza<br />

<strong>di</strong> un rischio significativo da MMP anche in ambienti sanitari <strong>di</strong> pertinenza<br />

pe<strong>di</strong>atrica.<br />

Tale osservazione è fondata sul riscontro <strong>di</strong> un elevato fattore ponderale<br />

presente nella nostra casistica sia per l’aumentata incidenza <strong>di</strong><br />

obesità infantile (5) sia per la presenza <strong>di</strong> pazienti che continuano a ricevere<br />

assistenza fino all’età adolescenziale <strong>ed</strong> oltre. Non a caso i reparti<br />

dove il fattore ponderale raggiunge i valori più alti sono quelli in<br />

cui più elevata è la prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici (6) (ve<strong>di</strong><br />

reparti chirurgici).<br />

La percentuale <strong>di</strong> pazienti non collaboranti risulta essere determinante<br />

nella caratterizzazione <strong>del</strong> rischio, ma, sebbene la presenza <strong>di</strong> tali<br />

Tabella I. Valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> peso (in Kg) <strong>ed</strong> età (in mesi) e percentuali<br />

<strong>di</strong> pazienti non collaboranti (NC) nei reparti stu<strong>di</strong>ati<br />

Tabella II. Dati epidemiologici degli operatori sanitari esposti<br />

pazienti in ambiente pe<strong>di</strong>atrico non <strong>di</strong>fferisca rispetto alle strutture <strong>di</strong> assistenza<br />

e cura <strong>del</strong>l’adulto, è da sottolineare il fatto che il paziente in età<br />

pe<strong>di</strong>atrica presenta <strong>del</strong>le peculiarità potenzialmente capaci <strong>di</strong> aumentarne<br />

il rischio: movimenti imprevisti e limitato livello <strong>di</strong> cooperazione con<br />

conseguenti posture incongrue assunte dall’OS.<br />

La correlazione dei dati clinico-anamnestici dei soggetti valutati con<br />

i risultati <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong> rischio ci consente, infine, <strong>di</strong> sottolineare<br />

l’importanza <strong>di</strong> alcuni fattori protettivi, quali ad esempio l’utilizzo costante<br />

<strong>di</strong> ausili meccanici, la formazione specifica <strong>del</strong> personale e bassi<br />

valori <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a <strong>ed</strong> anzianità lavorativa, il cui riscontro si associa nel<br />

nostro stu<strong>di</strong>o ad una prevalenza <strong>di</strong> low-back <strong>di</strong>sorders più bassa (ve<strong>di</strong> reparto<br />

<strong>di</strong> Neuroriabilitazione).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Owen BD. Preventing injuries using an ergonomic approach. AORN<br />

Journal 2000; 72(6): 1031-1036.<br />

2) King PM, Gratz R and Kleiner K. Ergonomic recommendations and<br />

their impact on child care workers’ health. Work 2006; 26: 13-17.<br />

3) Battevi N, Menoni O, Ricci MG, Cairoli S. MAPO index for risk assessment<br />

of patient manual handling in hospital wards: a validation<br />

study. Ergonomics 2006; 49(7): 671-687.<br />

4) Vinci F, Zaffina S, Tucci G, Forzano F, Conte C, Ranavolo A, Russo<br />

R, Silvetti A, Draicchio F. Rischio da movimentazione manuale dei<br />

pazienti in ambiente pe<strong>di</strong>atrico: caratteristiche <strong>del</strong> carico <strong>ed</strong> aspetti<br />

organizzativi. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2010; 32(4) Suppl 2: 377-378.<br />

5) Torgan C. Childhood obesity on the rise. The NIH word on health<br />

2002. Retriev<strong>ed</strong> june 20 2010, from http://www.nih.gov/news/WordonHealth/jun2002/<br />

childhoodobesity.htm.<br />

6) Waters TR. When is it safe to manually lift a patient? American<br />

Journal of Nursing 2007; 107: 53-8.<br />

ER 21<br />

DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI NEL PERSONALE<br />

INFERMIERISTICO DI UN GROSSO NOSOCOMIO<br />

DELL’ITALIA MERIDIONALE<br />

F. Principato, V.A. Venuti, S. Catanzariti, C. Principato,<br />

M.A. Inferrera, C. Giorgianni, C. Abbate<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale e <strong>del</strong> Territorio, Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

RIASSUNTO. Scopo <strong>del</strong> nostro lavoro è quello <strong>di</strong> valutare i <strong>di</strong>sturbi<br />

muscolo-scheletrici <strong>del</strong> rachide e <strong>del</strong>l’arto superiore sul personale infermieristico<br />

<strong>di</strong> un grande nosocomio <strong>del</strong> Sud.<br />

Dal confronto percentuale dei risultati ottenuti, <strong>di</strong>stinti per sesso,<br />

emerge che fra gli infermieri professionali indagati è presente una sofferenza<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore e <strong>del</strong> rachide. Questo dato sembra complessivamente<br />

maggiore, anche se non con chiara valenza statistica, nel sesso<br />

femminile.<br />

I dati da noi ottenuti ci permettono <strong>di</strong> affermare che i <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici,<br />

rappresentano la principale sintomatologia a carico dei<br />

lavoratori nel comparto osp<strong>ed</strong>aliero.<br />

Parole chiave: <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici, infermiere, χ 2 (test <strong>del</strong><br />

chi quadrato).<br />

INTRODUZIONE<br />

La Fourth European Working Con<strong>di</strong>tions Survey <strong>del</strong> 2005 evidenzia<br />

che i <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici: “mal <strong>di</strong> schiena” (25%), “dolori muscolari”<br />

(23%) e “affaticamento” (23%) risultano i più frequenti problemi<br />

<strong>di</strong> salute accusati dai lavoratori.<br />

Nelle linee guida “per la prevenzione <strong>del</strong>le patologie correlate alla<br />

movimentazione manuale dei pazienti” <strong>del</strong>la Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e Igiene Industriale si specifica che è stato riscontrato un aumento<br />

dei casi <strong>di</strong> patologie muscoloscheletriche riconducibili al lavoro<br />

nella categoria degli operatori sanitari.<br />

Scopo <strong>del</strong>la ricerca è in<strong>di</strong>viduare alterazioni <strong>di</strong> natura muscolo<br />

scheletrica sul personale infermieristico <strong>di</strong> un Osp<strong>ed</strong>ale <strong>del</strong> Mezzogiorno<br />

<strong>Italiano</strong>.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 213<br />

http://gimle.fsm.it<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato effettuato sul personale infermieristico <strong>di</strong> un grande<br />

nosocomio <strong>del</strong> Sud, con l’esclusione degli allievi infermieri e degli operatori<br />

sul territorio.<br />

Il campione sottoposto ad indagine era costituito da 150 lavoratori,<br />

42 maschi <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 44,7 ± 7,6 anni <strong>ed</strong> una anzianità lavorativa nella<br />

mansione specifica <strong>di</strong> 17.9 ± 5,1 e 108 <strong>di</strong> sesso femminile <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a<br />

pari a 44.7 ± 8,1 <strong>ed</strong> una anzianità lavorativa nella mansione specifica <strong>di</strong><br />

15.3 ± 7,3.<br />

Al campione è stato somministrato, sotto controllo <strong>di</strong> un operatore,<br />

un questionario anamnestico mirato alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> patologie a carico<br />

<strong>del</strong> rachide e <strong>del</strong>l’arto superiore (Questionario anamnestico <strong>del</strong>le patologie<br />

degli arti superiori e <strong>del</strong> rachide proposto su “La Sorveglianza sanitaria<br />

dei lavoratori” III e<strong>di</strong>zione EPC).<br />

Tutti i soggetti coinvolti nello stu<strong>di</strong>o, nell’ambito <strong>del</strong>la attività <strong>di</strong><br />

sorveglianza sanitaria annuale, sono stati sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca con<br />

particolare attenzione all’esame obbiettivo mirato alla valutazione <strong>del</strong> rachide<br />

e <strong>del</strong>l’arto superiore. La classificazione <strong>del</strong>le patologie ha seguito<br />

il seguente criterio:<br />

a) Colonna vertebrale sono state prese in considerazione i <strong>di</strong>stretti cervico-dorsale<br />

e lombo-sacrale.<br />

b) Arto superiore sono state <strong>di</strong>stinte in ragione <strong>del</strong>la localizzazione in<br />

segmento spalla-braccio, gomito-avambraccio e polso-mano.<br />

I risultati sono stati confrontati con il test <strong>del</strong> χ 2.<br />

RISULTATI<br />

La Tabella I riporta i dati relativi alle patologie <strong>del</strong>l’arto superiore.<br />

Dalla tabella I si evince che gli infermieri che lamentavano algie<br />

croniche alla spalla sono risultati 64 pari al 42.6%; algie croniche al segmento<br />

gomito/avambraccio sono risultati 18 pari al 12%; algie croniche<br />

al segmento polso/mano sono risultati 28 pari al 18.6%.<br />

Relativamente ai <strong>di</strong>sturbi parestetici il segmento maggiormente interessato<br />

in entrambi i sessi è risultato quello polso-mano accusato da 50<br />

pari al 33.3%.<br />

L’esame obiettivo ha mostrato: Sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale n. 14<br />

pari al 9,3%; Epicon<strong>di</strong>lite n. 10 pari al 6.6%; Sindrome <strong>del</strong>la cuffia dei<br />

Rotatori n. 16 pari al 10.6%.<br />

I risultati <strong>di</strong>stinti per sesso hanno dato il seguente esito:<br />

a) nei soggetti <strong>di</strong> sesso maschile le algie croniche sono risultate alla<br />

spalla 14 pari al 33.3%; al segmento gomito/avambraccio 6 pari al<br />

14.2%; al segmento polso/mano 10 pari al 23.8%. le parestesie accusate<br />

sono state nel tratto spalla/braccio 4 pari al 9.5%; al segmento<br />

gomito avambraccio 10 pari al 23.8%; al segmento polso/mano 14<br />

pari al 33.3%. L’esame obiettivo ha evidenziato: Sindrome <strong>del</strong><br />

tunnel carpale su 2 infermieri pari al 4.7%; Epicon<strong>di</strong>lite su 2 pari al<br />

4.7%; Sindrome <strong>del</strong>la cuffia dei Rotatori su 2 pari al 4.7%.<br />

b) Nei soggetti <strong>di</strong> sesso femminile le algie croniche sono risultate alla<br />

spalla 50 pari al 46.2%; al segmento gomito/avambraccio 12 pari al<br />

11.1%; al segmento polso/mano 18 pari al 16.6%. Le parestesie accusate<br />

sono state nel tratto spalla/braccio 14 pari al 12.9%; al segmento<br />

gomito/avambraccio 18 pari al 16.6%; al segmento<br />

Tabella I. Risultati relativi alle patologie <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

<strong>di</strong>stinti per sesso<br />

Tabella II. Risultati <strong>del</strong>l’esame clinico relativi alle patologie<br />

<strong>del</strong> rachide <strong>di</strong>stinte per sesso<br />

polso/mano 36 pari al 33.3%. Inoltre alla visita sono emersi: Sindrome<br />

<strong>del</strong> tunnel carpale su 12 infermieri pari al 11.1%; Epicon<strong>di</strong>lite<br />

su 8 pari al 7.4%; Sindrome <strong>del</strong>la cuffia dei Rotatori su 14 pari<br />

al 12.9%.<br />

Il confronto fra i due sessi, effettuato me<strong>di</strong>ante il test χ 2 , non ha evidenziato<br />

<strong>di</strong>fferenze significative con valori rispettivamente per il tratto<br />

spalla-braccio 1,2; gomito-avambraccio 0,2 e polso-mano 1,0.<br />

La tabella II mostra i risultati relativi al rachide.<br />

Gli infermieri che lamentavano al rachide cervicale dolore <strong>di</strong> tipo<br />

cronico sono risultati 54 pari al 36%; dolore cronico al rachide lombosacrale<br />

60 pari al 40%; coloro che presentavano contemporaneamente una<br />

sofferenza cronica al rachide cervicale e lombosacrale sono risultati 48<br />

pari al 32%;<br />

Per quanto riguarda gli infermieri <strong>di</strong> sesso maschile abbiamo i seguenti<br />

risultati: gli infermieri che lamentavano al rachide cervicale dolore<br />

<strong>di</strong> tipo cronico sono risultati 14 pari al 33.3%; dolore cronico al rachide<br />

lombosacrale sono risultati 14 pari al 33.3%; coloro che presentavano<br />

contemporaneamente una sofferenza cronica al rachide cervicale e<br />

lombosacrale sono risultati 10 pari al 23.8.<br />

Per quanto riguarda gli infermieri <strong>di</strong> sesso femminile abbiamo i seguenti<br />

risultati:<br />

le infermiere che lamentavano al rachide cervicale dolore <strong>di</strong> tipo cronico<br />

sono risultate 40 pari al 37%; dolore cronico al rachide lombosacrale<br />

sono risultate 46 pari al 42.5%; coloro che presentavano contemporaneamente<br />

una sofferenza cronica al rachide cervicale e lombosacrale<br />

sono risultati 38 pari al 35.1%;<br />

Il confronto fra i due sessi, effettuato me<strong>di</strong>ante il test χ 2 , non ha evidenziato<br />

<strong>di</strong>fferenze significative con valori rispettivamente per il rachide<br />

cervicale 0,1; lombo sacrale 1,08.<br />

CONCLUSIONI<br />

I nostri dati permettono <strong>di</strong> trarre le seguenti conclusioni.<br />

L’attività lavorativa <strong>di</strong> infermiere è a rischio per <strong>di</strong>sturbi muscolo<br />

scheletrici a carico <strong>del</strong>l’arto superiore e <strong>del</strong>la schiena.<br />

Dal confronto percentuale dei risultati ottenuti, <strong>di</strong>stinti per sesso,<br />

emerge che fra gli infermieri professionali indagati è presente una sofferenza<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore e <strong>del</strong> rachide complessivamente maggiore nel<br />

sesso femminile, ma gli stessi risultati valutati con il test statistico <strong>del</strong> χ 2<br />

non mostrano significative <strong>di</strong>fferenze fra i due sessi.<br />

I risultati ottenuti concordano con quanto descritto da Lorusso<br />

(2007) che, in una meta analisi sul dolore al rachide condotta su stu<strong>di</strong> relativi<br />

a personale infermieristico italiano, riporta che l’incidenza <strong>del</strong>la<br />

lombalgia cronica si attesta tra il 33% e l’86%, al cui interno si colloca<br />

la percentuale da noi osservata pari al 40%. In particolare l’incidenza <strong>di</strong><br />

algie nel nostro campione si colloca nella fascia più bassa, in accordo con<br />

quanto osservato da Corona (2004) (37%).<br />

La sofferenza cronica <strong>del</strong>la spalla da noi documentata pari a 42.6%<br />

<strong>del</strong> campione risulta superiore a quella rilevata da Sm<strong>ed</strong>ley (2003) esclusivamente<br />

su personale <strong>di</strong> sesso femminile (34%). Il nostro dato, invece,<br />

è assimilabile a quello osservato da Smith in due rilievi uno nel 2003 e<br />

l’altro nel 2004 dai quali emergeva che l’incidenza <strong>del</strong>la sofferenza cronica<br />

alla spalla, su personale infermieristico, era rispettivamente pari al<br />

46.6% e 40%.<br />

Concludendo riteniamo che i nostri dati siano sovrapponibili a quelli<br />

osservati nelle altre realtà osp<strong>ed</strong>aliere esaminate in Italia <strong>ed</strong> all’estero.<br />

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ER 22<br />

APPLICAZIONE DEL METODO RCN (ROYAL COLLEGE OF NURSING)<br />

AD UN REPARTO CHIRURGICO E AD UNO GERIATRICO: VALORI<br />

E CRITICITÀ DI UNA METODOLOGIA PARTECIPATIVA<br />

G. Campoli1 , F. Vinci1 , A. Bergamaschi1 , F. Draicchio2 1 Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore<br />

<strong>di</strong> Roma<br />

2 Laboratori <strong>di</strong> Fisiologia, <strong>Ergonomia</strong> Postura e Movimento, INAIL,<br />

Monte Porzio Catone<br />

RIASSUNTO. Le patologie muscoloscheletriche costituiscono attualmente<br />

quasi il 60% <strong>del</strong>le tecnopatie denunciate; in particolare il settore<br />

sanitario presenta un notevole rischio per patologie <strong>del</strong> rachide.<br />

Pertanto la valutazione <strong>del</strong> rischio deve essere attenta ai <strong>di</strong>versi<br />

aspetti <strong>del</strong>la realtà lavorativa, come stabilito dalle norme ISO 11228 e<br />

dalle Linee Guida SIMLII, le quali propongono un proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> analisi<br />

su tre livelli: 1. in<strong>di</strong>viduazione dei segnalatori <strong>del</strong> rischio; 2. stima <strong>del</strong><br />

rischio tramite meto<strong>di</strong> multi<strong>di</strong>mensionali; 3. misura <strong>del</strong> sovraccarico biomeccanico<br />

me<strong>di</strong>ante meto<strong>di</strong> settoriali.<br />

Il nostro stu<strong>di</strong>o si è proposto <strong>di</strong> effettuare una valutazione multi<strong>di</strong>mensionale<br />

secondo il metodo proposto dal Royal College of Nursing<br />

(RCN) in un reparto me<strong>di</strong>co e in uno chirurgico, allo scopo <strong>di</strong> rilevarne<br />

i vantaggi <strong>ed</strong> le criticità in rapporto soprattutto al metodo MAPO.<br />

Il format RCN è stato utilizzato con successo nel reparto me<strong>di</strong>co,<br />

consentendo <strong>di</strong> effettuare una valutazione che si è avvalsa <strong>del</strong>la partecipazione<br />

degli operatori sin dalle prime fasi, senza l’utilizzo <strong>di</strong> fattori numerici<br />

previsti dal metodo MAPO. L’applicazione <strong>del</strong> protocollo RCN<br />

ha comportato l’osservazione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>le manovre attuate dagli operatori,<br />

aspetto, quest’ultimo, assente nella valutazione MAPO.<br />

In tal modo è stato possibile analizzare le caratteristiche <strong>del</strong> rischio<br />

biomeccanico da MMP <strong>ed</strong> in<strong>di</strong>viduare quali interventi preventivi attuare,<br />

con coinvolgimento <strong>di</strong> tutte le figure professionali <strong>del</strong>l’organigramma interno<br />

<strong>del</strong>la sicurezza (MC, RSPP; Direzione Sanitaria e lavoratori), relativamente<br />

ad aspetti strutturali, organizzativi, <strong>di</strong> formazione, ergonomici<br />

(ausili <strong>ed</strong> arre<strong>di</strong>) etc.<br />

Nel reparto neurochirurgico invece, la situazione <strong>di</strong> particolare inadeguatezza<br />

strutturale riscontrata ha impe<strong>di</strong>to l’applicazione <strong>di</strong> una metodologia<br />

partecipativa come l’RCN. Tuttavia a partire dai rilievi effettuati<br />

in fase <strong>di</strong> prima applicazione <strong>del</strong> protocollo RCN, sulla base <strong>del</strong>le<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> MC, sono stati realizzati interventi imme<strong>di</strong>ati <strong>di</strong> contenimento<br />

<strong>del</strong> rischio, quali l’adeguamento dei letti <strong>di</strong> degenza.<br />

È stato possibile quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come entrambe le metodologie<br />

opportunamente e integralmente utilizzate possano essere strumenti versatili,<br />

efficaci e precisi nelle <strong>di</strong>verse realtà lavorative ove sussista il rischio<br />

da MMP.<br />

Parole chiave: la valutazione <strong>del</strong> rischio da MMP, metodo MAPO,<br />

metodo RCN.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il settore sanitario costituisce un ambito lavorativo specifico e <strong>del</strong><br />

tutto peculiare in relazione al rischio biomeccanico: gli operatori sanitari<br />

sono infatti esposti a molteplici fattori <strong>di</strong> rischio per i <strong>di</strong>sturbi muscolo<br />

scheletrici (biomeccanici, psicosociali e <strong>di</strong> carattere organizzativo) e presentano<br />

una prevalenza <strong>di</strong> vita per patologie <strong>del</strong> rachide <strong>del</strong> 35- 80%, con<br />

conseguenti limitazioni <strong>del</strong>la capacità lavorativa <strong>ed</strong> un sempre più elevato<br />

impatto socio-economico.<br />

Pertanto è necessaria una più rigorosa valutazione <strong>del</strong> rischio biomeccanico<br />

comprensiva tanto <strong>del</strong>l’analisi dei caratteri cinematici (analisi<br />

<strong>del</strong> movimento) che dei caratteri cinetici (stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>le forze).<br />

All’allegato XXXIII <strong>del</strong> D.Lgs.81/08 si introduce il riferimento alle<br />

norme tecniche ISO 11228, nelle quali sono espressi due espliciti riferimenti<br />

alla MMP. Infatti al paragrafo 5 <strong>del</strong>l’appen<strong>di</strong>ce A, la norma ISO<br />

11228 stabilisce “l’assoluta necessità” <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ere ad una valutazione<br />

relativa a ciascun paziente, tenendo conto degli aspetti ergonomici, anche<br />

in riferimento all’ambiente <strong>di</strong> lavoro, nonché alle modalità con cui effettuare<br />

sollevamenti e trasferimenti.<br />

Nello stesso paragrafo <strong>del</strong>la norma si riba<strong>di</strong>sce anche che gli operatori<br />

debbano avere accesso alle informazioni relative alla MMP, siano<br />

esse relative alle <strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong> sollevamento e movimentazione dei<br />

pazienti, che alla scelta degli arre<strong>di</strong> e degli ausili.<br />

La valutazione <strong>del</strong> rischio su tre livelli, proposta dalle LLGG<br />

SIMLII prev<strong>ed</strong>e, per la stima <strong>del</strong> rischio, la possibilità <strong>di</strong> scegliere tra <strong>di</strong>versi<br />

meto<strong>di</strong> multi<strong>di</strong>mensionale (BIPP, OWAS,REBA, Pate, DINO,<br />

OSHA, SpoSo…) tra i quali il metodo MAPO, caratterizzato da un proce<strong>di</strong>mento<br />

per fattori numerici, risulta attualmente quello più largamente<br />

utilizzato.<br />

Il nostro stu<strong>di</strong>o si è proposto <strong>di</strong> effettuare una valutazione <strong>del</strong> rischio<br />

me<strong>di</strong>ante il metodo RCN per in<strong>di</strong>viduarne vantaggi e limiti <strong>di</strong> applicazione<br />

proprio in riferimento alla metodologia MAPO.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Attraverso la collaborazione tra SPP, Me<strong>di</strong>co Coor<strong>di</strong>natore <strong>del</strong>la<br />

Sorveglianza Sanitaria e Direzione Sanitaria, è stata programmata una<br />

valutazione <strong>del</strong> rischio da MMP, già effettuata me<strong>di</strong>ante protocollo<br />

MAPO, in due reparti (me<strong>di</strong>co e chirurgico) utilizzando il format <strong>del</strong><br />

Royal College of Nursing.<br />

La nostra ricerca è stata condotta in un reparto me<strong>di</strong>co per la riabilitazione<br />

motoria attraverso fasi successive: dalla rilevazione su sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong><br />

tutti i dati relativi al reparto (struttura, organizzazione <strong>del</strong> lavoro, utilizzo<br />

degli ausili e pazienti) a sopralluoghi prima conoscitivi, poi mirati all’osservazione<br />

<strong>di</strong>retta <strong>del</strong>le modalità <strong>di</strong> movimentazione dei pazienti sia<br />

manualmente che me<strong>di</strong>ante ausili.<br />

Al termine <strong>del</strong>la nostra raccolta dati e osservazione, è stata elaborata<br />

una relazione interme<strong>di</strong>a contenente la descrizione strutturale e<br />

organizzativa <strong>del</strong> reparto in oggetto, in<strong>di</strong>viduazione dei fattori <strong>di</strong> rischio<br />

e proposta per interventi preventivi e <strong>di</strong> bonifica, successivamente<br />

trascritti in una relazione dettagliata per essere sottoposti all’approvazione<br />

(<strong>ed</strong> eventuale attuazione) al DL, MC, RLS, RSPP e Direzione<br />

Sanitaria.<br />

L’altro reparto, ossia il chirurgico, non ha invece permesso l’applicazione<br />

<strong>del</strong> protocollo RCN a causa <strong>di</strong> due elementi critici riscontrati e<br />

fonte <strong>di</strong> elevato <strong>di</strong>sagio psicosociale per gli operatori sanitari: il primo legato<br />

all’inadeguatezza dei letti <strong>di</strong> reparto e alla loro scarsa manutenzione;<br />

il secondo legato alla inefficiente formazione/addestramento <strong>del</strong> personale<br />

<strong>di</strong> reparto.<br />

RISULTATI<br />

Dall’applicazione <strong>del</strong> metodo <strong>del</strong> Royal College of Nursing nel reparto<br />

me<strong>di</strong>co è stato possibile in<strong>di</strong>viduare misure <strong>di</strong> contenimento <strong>del</strong> rischio<br />

secondo quattro gran<strong>di</strong> aree: 1. Informazione/formazione; 2. <strong>Ergonomia</strong>:<br />

ausili <strong>ed</strong> arre<strong>di</strong>; 3. Organizzazione <strong>del</strong>le attività; 4. Interventi<br />

strutturali.<br />

Le suddette misure <strong>di</strong> contenimento <strong>del</strong> rischio sono attualmente in<br />

fieri secondo un cadenza temporale variabile sulla base <strong>del</strong>le priorità e<br />

complessità <strong>di</strong> attuazione.<br />

Ovviamente occorrerà una nuova applicazione <strong>del</strong>l’RCN, a <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> un anno, per aggiornare la valutazione <strong>del</strong> rischio e verificare la reale<br />

efficacia <strong>del</strong>le misure preventive attuate.<br />

Relativamente al reparto chirurgico, grazie alle in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong><br />

MC e alla sensibilità manifestata dalla Direzione sanitaria, è stato possibile<br />

un pronto intervento <strong>di</strong> adeguamento dei letti <strong>di</strong> degenza, con la<br />

riserva <strong>di</strong> effettuare successivamente una valutazione <strong>del</strong> rischio con<br />

metodo RCN.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 215<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Figura 1. L’immagine mostra l’inadeguatezza <strong>del</strong>lo spazio fra due letti<br />

<strong>di</strong> degenza nel reparto chirurgico tale da impe<strong>di</strong>re l’avvicinamento al<br />

letto <strong>del</strong>la se<strong>di</strong>a a rotelle posta in prossimità <strong>del</strong> sollevatore<br />

Figura 2. Un aspetto <strong>del</strong>la valutazione degli ausili <strong>del</strong> reparto<br />

me<strong>di</strong>co che mostra la misura <strong>del</strong> livello <strong>del</strong>la s<strong>ed</strong>uta <strong>di</strong> una comoda<br />

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI<br />

L’applicazione <strong>del</strong> protocollo RCN al reparto me<strong>di</strong>co ha permesso <strong>di</strong><br />

effettuare una valutazione globale e specifica (Generic assessment e In<strong>di</strong>vidual<br />

care plans), basata sia sulla raccolta <strong>di</strong> informazioni che su sopralluoghi<br />

mirati all’osservazione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>le modalità <strong>di</strong> esecuzione<br />

<strong>del</strong>la movimentazione dei pazienti, attraverso una partecipazione in<br />

prima linea degli operatori sanitari, coinvolti nel percorso valutativo sin<br />

dalla prima fase.<br />

Proprio per le sue caratteristiche il metodo RCN non si limita ai<br />

soli reparti <strong>di</strong> degenza, ma costituisce un idoneo strumento <strong>di</strong> analisi<br />

anche in blocchi operativi, pronto soccorso e altre tipologie <strong>di</strong> strutture<br />

sanitarie.<br />

Attraverso l’analisi <strong>del</strong>le quattro aree <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio<br />

(aspetti strutturali, ausili/arre<strong>di</strong>, formazione/informazione <strong>ed</strong> organizzazione<br />

<strong>del</strong> lavoro) permette <strong>di</strong> elencare misure specifiche <strong>ed</strong> efficaci <strong>di</strong><br />

contenimento <strong>del</strong> rischio<br />

Il MAPO fornisce invece un’analisi generica basata sulla raccolta dati<br />

e su sopralluoghi conoscitivi che non prev<strong>ed</strong>ono un coinvolgimento degli<br />

operatori sanitari e non comportano l’osservazione <strong>di</strong>retta <strong>del</strong>la manovre <strong>di</strong><br />

MMP. Tuttavia esso si è <strong>di</strong>mostrato efficace strumento <strong>di</strong> valutazione in<br />

considerazione <strong>del</strong>la complessità propria <strong>del</strong> reparto chirurgico.<br />

In conclusione, si può affermare che la metodologia RCN è uno strumento<br />

<strong>di</strong>rimente per analizzare tutti gli aspetti lavorativi coinvolti nella<br />

MMP.<br />

Tuttavia anch’essa mostra dei limiti <strong>di</strong> applicabilità in situazioni <strong>di</strong><br />

particolare arretratezza <strong>del</strong>le misure preventive, ove sia necessario un intervento<br />

preliminare volto a realizzare con<strong>di</strong>zioni che consentano l’applicazione<br />

<strong>di</strong> una metodologia <strong>di</strong> tipo partecipativo.<br />

Pertanto, a nostro avviso, la soluzione più idonea per una valutazione<br />

<strong>del</strong> rischio da MMP globale è rappresentata dal metodo integrato<br />

MAPO + RCN, che, oltre ad essere attuabile in qualsiasi realtà lavorativa<br />

(reparti, blocchi operativi, servizi), permette <strong>di</strong> conciliare un’analisi ergonomica<br />

e partecipativa con una valutazione numerica generale e rapida,<br />

utile ad una efficace gestione <strong>del</strong> rischio.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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216 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

ER 23<br />

CORRELAZIONE TRA DISCOMFORT OCULARE E<br />

IPEROSMOLARITÀ NEI LAVORATORI ADDETTI AL VDT:<br />

DATI PRELIMINARI<br />

C. Fenga1 , R. Spinella2 , C. Di Nola1 , A. De Luca1 , A. Alibran<strong>di</strong>3 ,<br />

A. Cacciola4 , P. Aragona2 1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

2 Dipartimento <strong>del</strong>le specialità Chirurgiche -Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Messina<br />

3 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Economiche, Finanziarie, Sociali, Ambientali,<br />

Statistiche e <strong>del</strong> Territorio - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />

4 Me<strong>di</strong>co Competente<br />

Corrispondenza: Prof. Concettina Fenga, Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> -<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio- Policlinico<br />

Universitario “G. Martino”- Via Consolare Valeria, 98124 Messina,<br />

E-mail: cfenga@unime.it<br />

Parole chiave: <strong>di</strong>scomfort oculare, iperosmolarità, OSDI.<br />

INTRODUZIONE<br />

Diversi stu<strong>di</strong> hanno evidenziato che i <strong>di</strong>sturbi da <strong>di</strong>scomfort oculare<br />

sono frequenti nei lavoratori addetti all’uso <strong>del</strong> videoterminale (VDT) e<br />

che tali soggetti sono i più esposti a una <strong>di</strong>sfunzione lacrimale. Aspetto<br />

comune alle <strong>di</strong>sfunzioni lacrimali <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa eziologia è l’iperosmolarità<br />

<strong>del</strong> film lacrimale.<br />

Obiettivo <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o è valutare l’eventuale correlazione tra<br />

osmolarità e segni e sintomi <strong>del</strong> <strong>di</strong>scomfort oculare negli addetti al VDT.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto su 16 videoterminalisti, 5 maschi e 11<br />

femmine con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 51,1 (±7,8) anni, impiegati presso un ente pubblico.<br />

Uno specialista in me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro ha sottoposto ciascun operatore,<br />

previo consenso informato scritto, a un questionario per valutare<br />

la presenza <strong>di</strong> sintomatologia da <strong>di</strong>scomfort oculare e al test <strong>del</strong> TearLab<br />

per evidenziare la presenza <strong>di</strong> segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzione lacrimale. Il questionario<br />

(OSDI) ha indagato sui sintomi oculari <strong>del</strong>l’ultima settimana e valutato<br />

i sintomi <strong>del</strong> <strong>di</strong>scomfort oculare.<br />

L’esame oftalmologico, eseguito da uno specialista in oftalmologia,<br />

ha incluso: esame <strong>del</strong>la superficie oculare, valutazione <strong>del</strong> BUT per valutare<br />

la stabilità <strong>del</strong> film lacrimale, la colorazione vitale con Fluoresceina<br />

per evidenziare le alterazioni <strong>del</strong>l’epitelio corneale e la presenza<br />

<strong>di</strong> blefarite.<br />

RISULTATI<br />

I risultati hanno evidenziato che l’osmolarità me<strong>di</strong>a <strong>del</strong> campione in<br />

stu<strong>di</strong>o è risultata maggiore <strong>del</strong> cut off (308 mOsm/l). Inoltre il BUT, che<br />

misura la stabilità <strong>del</strong> film lacrimale, era ridotto in tutti i soggetti <strong>del</strong><br />

campione in stu<strong>di</strong>o. Tali dati concordano con altri stu<strong>di</strong> che hanno evidenziato<br />

nei soggetti che svolgono compiti con elevata concentrazione,<br />

come ad esempio stare <strong>di</strong> fronte al computer, un ammiccamento irregolare<br />

<strong>ed</strong> infrequente con conseguente riduzione <strong>del</strong> BUT.<br />

Tra le alterazioni riconducibili alla <strong>di</strong>sfunzione lacrimale è stata evidenziata<br />

una correlazione tra le blefarite <strong>ed</strong> alterazioni <strong>del</strong>l’epitelio corneale<br />

e il BUT.<br />

Nei soggetti che presentavano una maggiore sintomatologia oculare<br />

è stata riscontrata una correlazione statisticamente significativa tra l’iperosmolarità<br />

e le alterazioni <strong>del</strong>la superficie <strong>del</strong>l’epitelio corneale.<br />

DISCUSSIONE<br />

Il test <strong>del</strong>l’osmolarità è risultato un test altamente sensibile e specifico<br />

nell’in<strong>di</strong>viduare i soggetti con alterazioni <strong>del</strong>la superficie oculare.<br />

I nostri risultati, in accordo con i dati presenti in letteratura, confermano<br />

il ruolo <strong>del</strong>l’iperosmolarità quale marker primario <strong>del</strong>l’integrità <strong>del</strong><br />

film lacrimale e <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sfunzione lacrimale.<br />

Nel campione in stu<strong>di</strong>o è stata evidenziata una correlazione tra <strong>di</strong>scomfort<br />

oculare e iperosmolarità nei soggetti addetti al videoterminale.<br />

Il TearLab test ci ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i soggetti con <strong>di</strong>sfunzione<br />

lacrimale, attraverso una meto<strong>di</strong>ca innovativa e non invasiva, che<br />

presenta maggiore sensibilità e specificità dei test soggettivi.<br />

L’osmolarità lacrimale può essere considerata, quin<strong>di</strong>, un importante<br />

biomarker per in<strong>di</strong>viduare i soggetti con <strong>di</strong>scomfort oculare.<br />

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ER 24<br />

STUDIO DELLE VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA<br />

MANO-BRACCIO E DELLE PATOLOGIE AD ESSE CORRELATE<br />

IN UN CAMPIONE DI OPERAI AGRICOLO FORESTALI<br />

DELLA GARFAGNANA (LU)<br />

Livia Ron<strong>di</strong>na1 , Maurizio Mariani3 , Cinzia Delucis2 , Rita Ansuini3 ,<br />

F<strong>ed</strong>erica Bertagna3 , Enrico Bertini1 1 U.F. Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> ASL 2 Lucca<br />

2 Laboratorio <strong>di</strong> Sanità Pubblica Area Vasta Toscana Nord Ovest<br />

3 U.F. Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong> ASL 12<br />

Versilia<br />

Corrispondenza: Dott. ssa Livia Ron<strong>di</strong>na, U.F. P.I.S.L.L. ASL 2 Lucca, Via<br />

Letizia 45, 55022 Bagni <strong>di</strong> Lucca (Lu) E-mail: l.ron<strong>di</strong>na@usl2.toscana.it<br />

RIASSUNTO. È uno stu<strong>di</strong>o che indaga le patologie muscolo scheletriche<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore, in relazione all’esposizione al rischio <strong>di</strong> vibrazioni<br />

meccaniche trasmesse al sistema mano-braccio, in 53 operai<br />

agricolo - forestali <strong>del</strong>la Garfagnana (Lucca).<br />

L’indagine ha evidenziato la contemporanea presenza <strong>di</strong> danni da vibrazioni<br />

e <strong>di</strong> quadri patologici correlabili al sovraccarico biomeccanico<br />

<strong>del</strong>l’arto superiore, causa il peso degli attrezzi, le posizioni <strong>di</strong> lavoro<br />

spesso incongrue, in presenza talvolta <strong>di</strong> basse temperature, la necessità<br />

<strong>di</strong> movimentare manualmente i carichi.<br />

Dei 53 lavoratori, 14 avevano già un riconoscimento INAIL per Sindrome<br />

<strong>di</strong> Raynaud secondaria a vibrazioni e 1 per Sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale.<br />

Dopo la visita me<strong>di</strong>ca, condotta applicando il questionario clinico<br />

anamnestico proposto e testato in occasione <strong>del</strong> progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o europeo<br />

Vibrisks, si è deciso <strong>di</strong> sottoporre 26 lavoratori ad approfon<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>agnostici specifici<br />

(pletismografia strain - gauge, elettroneurografie per la determinazione<br />

<strong>del</strong>le velocità <strong>di</strong> conduzione sensitivo - motorie degli arti superiori,<br />

ecografie muscolo - scheletriche).<br />

Sono state misurate, durante tutte le operazioni <strong>di</strong> lavoro, le vibrazioni<br />

meccaniche trasmesse dai vari attrezzi al sistema mano - braccio. I<br />

livelli <strong>di</strong> vibrazioni sono risultati elevati in quasi tutti gli strumenti, con<br />

superamento <strong>del</strong> Livello <strong>di</strong> Azione in tempi relativamente brevi rispetto<br />

al periodo <strong>di</strong> utilizzo.<br />

Gli accertamenti sanitari hanno evidenziato:<br />

n° 7 casi <strong>di</strong> angiopatia da vibranti<br />

n° 12 casi <strong>di</strong> S.T.C. <strong>di</strong> grado I° mono o bilaterale (potenzialmente reversibili)<br />

n° 11 casi <strong>di</strong> S.T.C. <strong>di</strong> grado II°, III°, IV° mono o bilaterale<br />

n° 9 casi <strong>di</strong> intrappolamento <strong>del</strong> n. Ulnare al gomito mono o bilaterale<br />

n° 1 caso <strong>di</strong> intrappolamento <strong>del</strong> n. Ulnare al polso (Guyon)<br />

n° 1 caso <strong>di</strong> epicon<strong>di</strong>lite cronica bilaterale<br />

Finalità <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o: giungere a strategie <strong>di</strong> prevenzione e contenimento<br />

<strong>del</strong> danno nei lavoratori <strong>del</strong> settore, coinvolgendo i Me<strong>di</strong>ci Competenti,<br />

che valutino le modalità <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>le attrezzature, il peso,<br />

l’impugnatura, il microclima, le caratteristiche in<strong>di</strong>viduali.<br />

Parole chiave: Vibrazioni, sovraccarico biomeccanico, prevenzione.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 217<br />

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INTRODUZIONE<br />

Le patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori sono<br />

attualmente tra le più <strong>di</strong>ffuse patologie ad eziologia lavorativa, con un incremento<br />

notevole <strong>di</strong> segnalazione all’INAIL.<br />

Il presente stu<strong>di</strong>o, inserito in un Progetto più ampio <strong>del</strong>l’Area Vasta<br />

Toscana Nord Ovest riguardante le patologie mano - braccio, si prefigge<br />

i seguenti obiettivi:<br />

• Conoscere la prevalenza sul territorio dei <strong>di</strong>sturbi neuro - sensitivi,<br />

vascolari, muscolo-scheletrici, associati all’uso <strong>di</strong> strumenti che trasmettono<br />

vibrazioni meccaniche al sistema mano - braccio;<br />

• Conoscere il livello <strong>di</strong> rischio da vibrazioni prodotte da motoseghe,<br />

decespugliatori <strong>ed</strong> altre attrezzature utilizzate nelle attività agricolo<br />

- forestali;<br />

• Promuovere nelle Aziende strategie <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong> contenimento<br />

<strong>del</strong> danno.<br />

MATERIALI E METODI<br />

1) Sono state selezionate n° 2 Aziende Agricolo - Forestali interessate<br />

al Progetto, per un numero totale <strong>di</strong> 53 lavoratori, la cui mansione<br />

prev<strong>ed</strong>e quasi esclusivamente l’utilizzo <strong>di</strong> strumenti che trasmettono<br />

vibrazioni meccaniche al sistema mano - braccio, oltre alla movimentazione<br />

manuale <strong>di</strong> carichi.<br />

Tabella I. Popolazione lavorativa presa in esame<br />

2) Sono state coinvolte sin dall’inizio le figure aziendali <strong>del</strong>la prevenzione:<br />

Datore <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong>, RSPP, Me<strong>di</strong>co Competente, RLS, Consulente<br />

aziendale.<br />

3) Dopo aver acquisito il DVR Aziendale e visionato i DPI in dotazione<br />

ai lavoratori, abbiamo eseguito i sopralluoghi utili a ‘fotografare’ le<br />

varie tipologie e fasi <strong>di</strong> lavoro.<br />

4) Successivamente abbiamo effettuato, durante la normale attività lavorativa,<br />

le misurazioni dei livelli <strong>di</strong> vibrazioni <strong>del</strong>le attrezzature<br />

maggiormente utilizzate, non censite dalla Banca Dati Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’ISPESL.<br />

5) Abbiamo somministrato ai lavoratori il questionario clinico - anamnestico<br />

proposto nel Progetto europeo Vibrisks, per la raccolta dei<br />

sintomi neurosensitivi, vascolari, muscoloscheletrici e fatto visionare<br />

foto <strong>di</strong> mani con Sindrome <strong>di</strong> Raynaud.<br />

Sono seguiti poi:<br />

6) Accertamenti sanitari <strong>di</strong> I° Livello, per evidenziare eventuali segni<br />

<strong>di</strong> alterazioni neurosensitive, vascolari, muscolo scheletriche degli<br />

arti superiori.<br />

(Dei 53 lavoratori presi in esame, 14 avevano già un riconoscimento<br />

INAIL per Sindrome <strong>di</strong> Raynaud secondaria a vibrazioni e 1 per Sindrome<br />

<strong>del</strong> Tunnel Carpale).<br />

7) Accertamenti sanitari (strumentali) <strong>di</strong> II° Livello, per approfon<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>agnostici specifici a carico <strong>di</strong> n° 26 lavoratori, selezionati<br />

tramite gli accertamenti <strong>di</strong> I° livello, sottoposti a pletismografie<br />

strain - gauge, elettroneurografie per la determinazione <strong>del</strong>le velocità<br />

<strong>di</strong> conduzione sensitivo - motorie degli arti superiori, ecografie<br />

muscolo - scheletriche ecc…<br />

8) Segnalazioni all’INAIL <strong>del</strong>le Malattie Professionali rilevate.<br />

9) Promozione <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> prevenzione.<br />

RISULTATI<br />

1) Misure <strong>del</strong>le Vibrazioni<br />

I lavoratori in questione utilizzano professionalmente, anche in relazione<br />

alle <strong>di</strong>verse stagioni, <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> strumenti vibranti (motoseghe, decespugliatori,<br />

trinciastrocchi, soffiatori, perforatrici, motofalciatrici ecc…).<br />

Sono state misurate, durante tutte le operazioni <strong>di</strong> lavoro, i livelli <strong>del</strong>le<br />

vibrazioni meccaniche trasmesse da tali attrezzi al sistema mano - braccio.<br />

I livelli <strong>di</strong> vibrazioni sono risultati elevati in quasi tutti gli strumenti,<br />

superando il Livello <strong>di</strong> Azione in tempi relativamente brevi rispetto al periodo<br />

<strong>di</strong> utilizzo.<br />

Tabella II. Sintomi denunciati<br />

2) Questionari<br />

Molti lavoratori hanno denunciato sintomi vari, relativi alla schiena,<br />

al collo, al cingolo scapolare, alle braccia, alle mani.<br />

3) Esame Obiettivo <strong>di</strong> I° Livello<br />

L’esame Obiettivo <strong>di</strong> I° Livello, condotto secondo la semeiotica suggerita<br />

dal questionario clinico anamnestico testato in occasione <strong>del</strong> progetto<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o europeo Vibrisks, per evidenziare segni <strong>di</strong> alterazioni neurosensitive,<br />

circolatorie, muscolo-scheletriche a carico <strong>del</strong> sistema manobraccio,<br />

con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> sintomi<br />

<strong>di</strong> possibile confon<strong>di</strong>mento, ha evidenziato n° 26 casi da sottoporre<br />

ad approfon<strong>di</strong>menti<br />

strumentali <strong>di</strong>agnostici specifici <strong>di</strong> II° livello.<br />

4) Accertamenti Sanitari <strong>di</strong> II° Livello<br />

Gli accertamenti Sanitari Strumentali <strong>di</strong> II° Livello hanno portato<br />

alle seguenti <strong>di</strong>agnosi:<br />

n° 7 casi <strong>di</strong> angiopatia da vibranti<br />

Tabella III. Diagnosi<br />

n° 12 casi <strong>di</strong> S.T.C. <strong>di</strong> grado I° mono o bilaterale (potenzialmente reversibili)<br />

n° 11 casi <strong>di</strong> S.T.C. <strong>di</strong> grado II°, III°, IV° mono o bilaterale<br />

n° 9 casi <strong>di</strong> intrappolamento <strong>del</strong> nervo Ulnare al gomito mono o bilaterale<br />

n° 1 caso <strong>di</strong> intrappolamento <strong>del</strong> nervo Ulnare al polso (Guyon)<br />

n° 1 caso <strong>di</strong> epicon<strong>di</strong>lite cronica bilaterale<br />

CONCLUSIONI<br />

Nel campione <strong>di</strong> lavoratori preso in esame, la percentuale <strong>del</strong>le patologie<br />

indagate <strong>ed</strong> emerse è molto più alta <strong>del</strong>la percentuale <strong>del</strong>le stesse<br />

nella popolazione non esposta.<br />

Il Livello <strong>di</strong> Azione <strong>del</strong>le vibrazioni meccaniche prodotte dai vari<br />

strumenti da lavoro (2,5 m/s 2 ) viene generalmente superato in tempi relativamente<br />

brevi (anche 22’).<br />

È stata evidenziata la contemporanea presenza <strong>di</strong> patologie da vibrazioni<br />

e <strong>di</strong> quadri attribuibili a sovraccarico biomeccanico <strong>del</strong>l’arto superiore.<br />

Si tratta <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio sicuramente coesistenti. I lavoratori agricolo<br />

- forestali indagati utilizzano, infatti, strumenti vibranti pesanti e<br />

impegnativi per l’arto superiore, in posizioni spesso <strong>di</strong>sagevoli <strong>ed</strong> in presenza<br />

<strong>di</strong> basse temperature.<br />

Finalità <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è giungere a strategie <strong>di</strong> prevenzione e contenimento<br />

<strong>del</strong> danno per i lavoratori presi in esame e per tutti coloro che<br />

effettuano lavori analoghi.<br />

Risulta fondamentale, in questa attività, il ruolo <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co Competente,<br />

che, partendo dal puro dato <strong>del</strong>la misura <strong>del</strong>le vibrazioni, deve valutare<br />

le modalità <strong>di</strong> utilizzo <strong>del</strong>l’attrezzo, il peso, l’impugnatura, il microclima<br />

e le caratteristiche in<strong>di</strong>viduali degli utilizzatori e contribuire, in<br />

maniera rilevante, all’attuazione <strong>del</strong>le misure preventive.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Bovenzi M. “Risks of Occupational Vibration Exposures Final Tecnical<br />

Report - Vibrisks” Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università<br />

<strong>di</strong> Trieste, Febbraio 2007.<br />

2) Delucis C. “Misure <strong>di</strong> vibrazioni al sistema mano - braccio in due<br />

Aziende agrico-Forestali” - Associazione Italiana Acustica - 38°<br />

Convegno Nazionale, Rimini, 08 - 10 Giugno 2011.


218 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

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ER 25<br />

INFLUENZA DEL FATTORE LAVORATIVO NELLA PATOGENESI<br />

DEL PARTO PRETERMINE<br />

L.M. Tarquini1 , M. Amati1 , S.R. Giannubilo2 , A. Di Nunzio2 ,<br />

L. Mariotti1 , L. Santarelli1 1 Dipartimento Scienze Cliniche e Molecolari, Clinica <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong><br />

<strong>Lavoro</strong>, Università Politecnica <strong>del</strong>le Marche, Via Conca, 10/A - 60100<br />

Ancona<br />

2 Istituto <strong>di</strong> Scienze Materno-Infantili Clinica Ostetrica e Ginecologica,<br />

Università Politecnica <strong>del</strong>le Marche, Via F. Corridoni, 11 - 60123 Ancona<br />

RIASSUNTO. Il parto pretermine (prima <strong>del</strong>la 37 a settimana gestazionale<br />

completa) è la principale causa <strong>di</strong> morte neonatale la cui eziologia<br />

è stata solo in parte chiarita. La letteratura internazionale riporta<br />

stu<strong>di</strong> che evidenziano una possibile relazione tra alcuni rischi lavorativi<br />

materni (lavoro a turni, lavoro notturno, stazione a lungo eretta, ecc...) <strong>ed</strong><br />

il parto pretermine senza tuttavia raggiungere risultati definitivi. Per verificare<br />

la possibile correlazione dei fattori lavorativi con il parto pretermine<br />

abbiamo somministrato, dal marzo 2011 al giugno 2011, previo<br />

consenso informato, un questionario per rilevare i dati anamnestici fisiologici,<br />

patologici e lavorativi a tutte le puerpere che sono afferite alla Clinica<br />

Ostetrica e Ginecologica Osp<strong>ed</strong>ale “G. Salesi” <strong>di</strong> Ancona. I questionari<br />

sono stati successivamente integrati con i dati relativi al decorso<br />

<strong>del</strong> parto. Ad oggi sono stati valutati 177 questionari che abbiamo sud<strong>di</strong>viso,<br />

a seconda <strong>del</strong>l’outcome <strong>del</strong> parto, in 4 gruppi: 23 casi hanno avuto<br />

un parto pretermine associato a fattori <strong>di</strong> rischio fisiopatologici materni<br />

e/o fetali, 40 casi hanno avuto un decorso fisiologico pur presentando gli<br />

stessi fattori <strong>di</strong> rischio, 105 casi hanno avuto decorso fisiologico e non<br />

presentavano fattori <strong>di</strong> rischio, 9 casi non presentavano fattori <strong>di</strong> rischio<br />

fisiopatologici. Di questi 9 casi due, pur non essendo lavoratrici “tipiche”,<br />

presentavano fattore <strong>di</strong> rischio posturale e <strong>di</strong> sollevamento carichi,<br />

(casalinghe con figli), 2 avevano come fattore <strong>di</strong> rischio la postura<br />

a lungo eretta (commessa e addetta a mensa aziendale), 3 presentavano<br />

come fattore <strong>di</strong> rischio il lavoro al videoterminale (impiegate), un caso<br />

presentava come fattore <strong>di</strong> rischio il lungo periodo lavorativo giornaliero<br />

(libero-professionista) <strong>ed</strong> un caso presentava come fattore <strong>di</strong> rischio i<br />

movimenti ripetuti <strong>del</strong>l’arto superiore (operaia nel settore calzaturiero). I<br />

dati ottenuti confermano gli stu<strong>di</strong> prec<strong>ed</strong>enti che associano il rischio <strong>di</strong><br />

parto pretermine a fattori legati alla fatica lavorativa (turni lunghi, sollevamento<br />

carichi, posizione a lungo eretta, ecc..), mentre non abbiamo riscontrato<br />

associazione esposizione a chimici o agenti biologici e parto<br />

pretermine.<br />

Parole chiave: parto pretermine, rischio occupazionale, fatica fisica.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il parto pretermine è definito come “l’espulsione o l’estrazione <strong>del</strong><br />

feto e dei suoi annessi dall’organismo materno dalla 22 a settimana gestazionale<br />

(154 giorni) fino alla 36 a settimana completa <strong>di</strong> gestazione (258<br />

giorni)”. Il limite inferiore, corrispondente alla vitalità cronologica presunta<br />

<strong>del</strong> feto, ossia la sua possibilità <strong>di</strong> vita autonoma, è un limite provvisorio<br />

destinato a mutare con il miglioramento <strong>del</strong>le tecniche <strong>di</strong> terapia<br />

intensiva neonatale che stanno consentendo la sopravvivenza <strong>di</strong> feti<br />

sempre più prematuri.(1)<br />

Con le sue sequele a breve e a lungo termine, rappresenta un importante<br />

problema sia in rapporto alla mortalità e morbilità che per quel che<br />

riguarda i costi sociali ad esso correlati. La sua genesi multifattoriale non<br />

ha permesso l’abbattimento <strong>del</strong>la sua incidenza, nonostante gli evidenti<br />

progressi in ambito sia <strong>di</strong>agnostico che preventivo, che è rimasta stabile<br />

negli ultimi 30 anni, attestandosi intorno al 6-15% <strong>di</strong> tutti i parti (2).<br />

La letteratura internazionale riporta stu<strong>di</strong> che evidenziano una possibile<br />

relazione tra alcuni rischi lavorativi materni (lavoro a turni, lavoro<br />

notturno, stazione a lungo eretta, ecc...)(3-4) <strong>ed</strong> il parto pretermine, senza<br />

tuttavia raggiungere risultati definitivi soprattutto a causa <strong>del</strong> basso numero<br />

<strong>di</strong> casi reperiti.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Per cercare <strong>di</strong> identificare quali sono i possibili fattori lavorativi che<br />

possono causare il parto pretermine abbiamo somministrato,dal marzo<br />

2011 a giugno 2011, previo consenso informato, un questionario per rilevare<br />

i dati anamnestici fisiologici, patologici e lavorativi a tutte le puerpere<br />

afferite alla Clinica Ostetrica e Ginecologica Osp<strong>ed</strong>ale “G. Salesi”<br />

<strong>di</strong> Ancona. I questionari sono stati successivamente integrati con i dati<br />

relativi al decorso <strong>del</strong> parto presenti nelle cartelle cliniche <strong>del</strong>le pazienti.<br />

RISULTATI<br />

Sono stati valutati 177 questionari che abbiamo sud<strong>di</strong>viso, a seconda<br />

<strong>del</strong>l’outcome <strong>del</strong> parto, in 4 gruppi: 23 casi hanno avuto un parto pretermine<br />

associato a fattori <strong>di</strong> rischio fisiopatologici materni e/o fetali noti<br />

(es. <strong>di</strong>abete gestazionale, ipertensione, malformazioni, parto gemellare,<br />

ICSI....), 40 casi hanno avuto un decorso fisiologico pur presentando gli<br />

stessi fattori <strong>di</strong> rischio, 105 casi hanno avuto decorso fisiologico senza<br />

presentare fattori <strong>di</strong> rischio, 9 casi <strong>di</strong> parto pretermine che non presentavano<br />

fattori <strong>di</strong> rischio fisiopatologici noti (grafico 1). Di questi 9 casi<br />

due, pur non essendo lavoratrici “tipiche”, presentavano fattore <strong>di</strong> rischio<br />

posturale e <strong>di</strong> sollevamento carichi, (casalinghe con figli), 2 avevano<br />

come fattore <strong>di</strong> rischio la postura a lungo eretta (commessa e addetta a<br />

mensa aziendale), 3 presentavano come fattore <strong>di</strong> rischio il lavoro al videoterminale<br />

(impiegate), un caso presentava come fattore <strong>di</strong> rischio il<br />

lungo periodo lavorativo giornaliero (libero-professionista) <strong>ed</strong> un caso<br />

presentava come fattore <strong>di</strong> rischio i movimenti ripetuti <strong>del</strong>l’arto superiore<br />

(operaia nel settore calzaturiero) (Tabella I). Solo in due casi le gestanti<br />

sono andate in maternità anticipata (commessa e un impiegata) e<br />

solo in un caso vi era un prec<strong>ed</strong>ente anamnestico <strong>di</strong> basso peso alla nascita<br />

in una gravidanza prec<strong>ed</strong>ente (operaia).<br />

DISCUSSIONE<br />

I dati ottenuti confermano gli stu<strong>di</strong> prec<strong>ed</strong>enti che associano il rischio<br />

<strong>di</strong> parto pretermine a fattori legati principalmente alla fatica lavorativa<br />

(turni lunghi, sollevamento carichi, posizione a lungo eretta, ecc..),<br />

mentre non abbiamo riscontrato l’associazione tra l’esposizione ad<br />

agenti chimici o biologici <strong>ed</strong> il parto pretermine. I risultati <strong>del</strong> nostro<br />

stu<strong>di</strong>o sono preliminari e richi<strong>ed</strong>ono l’ampliamento <strong>del</strong>la casistica per essere<br />

statisticamente significativi.<br />

Grafico 1. Risultati<br />

Tabella I. Mansioni associate a parti pretermine<br />

privi <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> rischio noti<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Pescetto G., De Cecco L., Pecorari D., Ragni N.. Ginecologia e<br />

Ostetricia. Vol.II Ostetricia; cap.50: “Anomalie <strong>di</strong> durata <strong>del</strong>la gravidanza”;<br />

pagg. 1825-1827. Società E<strong>di</strong>trice Universo - Roma 2001.<br />

2) Moutquin J.M. Socio-economic and psychosocial factors in the management<br />

and prevention of preterm labour. BJOG 2003; 110: 56-60<br />

3) Saurel-Cubizolles M.J. et al. Employment working con<strong>di</strong>tions, and<br />

preterm birth: results from the Europop case-control survey. J Epidemiol<br />

Community Health 2004;58:395-401.<br />

4) Luke B. et al. The association between occupational factors and preterm<br />

birth: a Unit<strong>ed</strong> States nurses’ study. Am J Obstet Gynecol<br />

1995;173:849-62.


G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2 219<br />

http://gimle.fsm.it<br />

ER 26<br />

DISTURBI DELLA FONAZIONE ED ATTIVITÀ DI OPERATORE<br />

TELEFONICO: APPROCCIO BASATO SULL’EVIDENZA<br />

M.R. Gigante, I. Martinotti, P.E. Cirla<br />

Divisione Me<strong>di</strong>ca CIMAL (DIMEC), Centro <strong>Italiano</strong> Me<strong>di</strong>cina Ambiente<br />

<strong>Lavoro</strong> (Gruppo CIMAL), Via Friuli, 61 - 20135 Milano<br />

Corrispondenza: Piero Emanuele Cirla, Via Friuli, 61 - 20135 Milano,<br />

Italy, Phone: ++39 02 59901542, E-mail: piero.cirla@gruppocimal.it<br />

RIASSUNTO. Il <strong>di</strong>battito me<strong>di</strong>co-scientifico si è sviluppato spesso<br />

affrontando il complesso argomento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la fonazione senza<br />

considerare le necessarie informazioni multi<strong>di</strong>sciplinari oggi a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Scopo <strong>del</strong>la ricerca condotta è stato quello <strong>di</strong> inquadrare con un’analisi<br />

sistematica <strong>del</strong>la letteratura scientifica la problematica, avvalendosi<br />

<strong>di</strong> un approccio basato sull’evidenza e valorizzando gli stu<strong>di</strong> che<br />

raccolgono informazioni sperimentali anche in ambito preventivo. Nel<br />

complesso gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili appaiono in<strong>di</strong>care una possibile azione<br />

acuta con tendenza al rilassamento <strong>del</strong>le corde vocali e possibile formazione<br />

<strong>di</strong> noduli, legata allo sforzo continuo <strong>di</strong> muscoli, legamenti e <strong>del</strong>l’apparato<br />

fonatorio. In particolare una situazione da sovraccarico connessa<br />

all’attività <strong>di</strong> call center è un’ipotesi non ancora attualmente <strong>di</strong>mostrata<br />

con piena soli<strong>di</strong>tà. Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili relativi ad effetti sull’uomo<br />

<strong>di</strong> tipo cronico sono ancora pochi e richi<strong>ed</strong>ono ulteriori approfon<strong>di</strong>menti.<br />

Sul versante <strong>del</strong>la prevenzione efficaci interventi sono risultati possibili,<br />

oltre che con interventi sugli ambienti <strong>di</strong> lavoro (stu<strong>di</strong>o acustico e pareti<br />

fonoassorbenti per evitare fenomeni <strong>di</strong> eco), attuando azioni <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ucazione<br />

e ginnastica mirata in soggetti ipersuscettibili.<br />

Parole chiave: operatore telefonico, corde vocali, prevenzione.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il <strong>di</strong>battito me<strong>di</strong>co-scientifico, affrontando il complesso argomento<br />

dei <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la fonazione, si è sviluppato spesso in modo parziale e<br />

senza considerare adeguatamente le necessarie informazioni multi<strong>di</strong>sciplinari<br />

oggi a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Le strutture anatomiche che consentono all’uomo <strong>di</strong> parlare costituiscono<br />

l’apparato fonatorio; fatta eccezione per le pliche vocali o “corde<br />

vocali”, si tratta <strong>di</strong> organi deputati principalmente ad altre funzioni (es.<br />

<strong>di</strong>gerente, respiratoria): labbra, man<strong>di</strong>bola, lingua, denti, palato duro e<br />

molle, polmoni, laringe, faringe e naso. I suoni si definiscono “sonori”<br />

quando al passaggio <strong>del</strong>l’aria si attivano le pliche vocali conferendo al<br />

suono stesso una caratteristica <strong>di</strong> perio<strong>di</strong>cità (onda sonora armonica),<br />

mentre “sor<strong>di</strong>” quando l’aria attraversa le pliche vocali senza che esse<br />

entrino in funzione.<br />

Con i più recenti sviluppi <strong>di</strong> mercato ha trovato ampia <strong>di</strong>ffusione in<br />

svariati ambiti lavorativi l’utilizzo <strong>di</strong> approcci <strong>di</strong> assistenza e promozione<br />

commerciale sempre più orientati al contatto <strong>di</strong>retto e puntuale con<br />

l’utente/cliente me<strong>di</strong>ato da operatore telefonico (1). Di particolare interesse<br />

appare l’attenzione, suscitata da alcuni casi <strong>di</strong> riscontro pratico,<br />

sulla possibile insorgenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi a carico <strong>del</strong>l’apparato fonatorio, già<br />

noti in ambito internazionale per le attività <strong>di</strong> insegnamento nelle scuole.<br />

Scopo <strong>del</strong>la ricerca condotta è stato quello <strong>di</strong> inquadrare con un’analisi<br />

sistematica <strong>del</strong>la letteratura scientifica la problematica, avvalendosi<br />

<strong>di</strong> un approccio basato sull’evidenza e valorizzando gli stu<strong>di</strong> che<br />

raccolgono informazioni sperimentali anche in ambito preventivo. Nello<br />

specifico, per valutare l’impatto che l’attività <strong>di</strong> operatore telefonico può<br />

avere nello sviluppo <strong>di</strong> affezioni <strong>del</strong>l’apparato fonatorio, si è scelto <strong>di</strong> seguire<br />

un approccio mutuato dall’Evidence Bas<strong>ed</strong> Me<strong>di</strong>cine (EBM), un<br />

mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> pratica sanitaria che prev<strong>ed</strong>e che il me<strong>di</strong>co debba prendere<br />

decisioni <strong>ed</strong> in<strong>di</strong>viduare soluzioni utilizzando le informazioni <strong>di</strong>sponibili<br />

in modo coscienzioso (applicando prove scientifiche alle pratiche sanitarie),<br />

giu<strong>di</strong>zioso (adattando orientamenti e raccomandazioni ai singoli<br />

problemi), <strong>ed</strong> esplicito (riuscendo sempre a <strong>di</strong>mostrare con trasparenza la<br />

fondatezza <strong>del</strong>le decisioni adottate) (2).<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto rispettando il para<strong>di</strong>gma <strong>del</strong>l’EBM articolato<br />

nei seguenti punti:<br />

– Formulazione <strong>del</strong> problema: il quesito oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o valuta<br />

quanto l’utilizzo <strong>del</strong>l’apparato vocale durante l’attività <strong>di</strong> operatore<br />

telefonico è <strong>di</strong> rilievo nell’alterazione <strong>del</strong>la fisiologia <strong>del</strong>l’apparato<br />

fonatorio; inoltre si è posta l’attenzione sulla sussistenza e la consistenza<br />

<strong>di</strong> approcci preventivi dei <strong>di</strong>sturbi fonatori correlabili ad intenso<br />

utilizzo <strong>del</strong>la voce.<br />

– Ricerca nelle banche dati <strong>di</strong>sponibili <strong>del</strong>le migliori evidenze che<br />

consentano <strong>di</strong> rispondere al quesito formulato: la rivisitazione puntuale<br />

<strong>del</strong>la letteratura scientifica nazionale <strong>ed</strong> internazionale pubblicata<br />

fino al giugno 2011 è stata condotta utilizzando quale motore <strong>di</strong><br />

ricerca rintracciabile in rete PubM<strong>ed</strong>; le parole chiave utilizzate<br />

sono: “vocal cord”, “phonation”, “dysfunction”, “dysphonia”,<br />

“voice <strong>di</strong>sorders”, “call center operators”, “prevention”. Questa risorsa<br />

è stata integrata con l’esame <strong>del</strong>le documentazioni ufficiali e<br />

position paper <strong>di</strong> Enti <strong>ed</strong> Associazioni internazionali. Sono stati<br />

inoltre consultati manuali <strong>di</strong> anatomia, fisiologia e fisiopatologia.<br />

– Analisi critica <strong>del</strong>le informazioni trovate e determinazione <strong>del</strong>la loro<br />

vali<strong>di</strong>tà e utilità: le informazioni recuperate on-line sono state analizzate,<br />

valutate criticamente e confrontate con i dati <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong><br />

tipo anatomico e fisiologico e con quanto emergente dalla lettura <strong>di</strong><br />

position paper. Ai fini <strong>del</strong>la revisione sistematica gli stu<strong>di</strong> sono stati<br />

raggruppati in base al tipo <strong>di</strong> variabile investigata. Nella valutazione<br />

critica degli stu<strong>di</strong> è stato dato il maggiore peso alle evidenze derivanti<br />

da stu<strong>di</strong> randomizzati controllati, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> coorte, stu<strong>di</strong> casocontrollo,<br />

sono stati presi in considerazione tuttavia anche stu<strong>di</strong> non<br />

controllati.<br />

– Applicazione <strong>del</strong>le soluzioni al problema: La soluzione al problema<br />

è stata formulata integrando le conoscenze <strong>di</strong>sponibili con le prove<br />

esterne derivanti dalla ricerca <strong>del</strong>le informazioni.<br />

L’approccio all’analisi <strong>ed</strong> alla caratterizzazione <strong>del</strong> rischio utilizzato<br />

è coerente con quanto proposto dall’Unione Europea. In particolare la<br />

metodologia ha previsto la raccolta <strong>di</strong> tutti i dati pertinenti dalla letteratura<br />

scientifica <strong>di</strong>sponibile, definendo i possibili meccanismi fisiopatologici<br />

con cui le abitu<strong>di</strong>ni vocali assunte possono provocare effetti nocivi.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

Con il termine <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfonia si intende un’alterazione <strong>del</strong>la struttura sonora<br />

<strong>del</strong>la voce parlata, cantata o urlata riferibile a <strong>di</strong>minuzione o assenza<br />

<strong>di</strong> energia acustica, alterazione <strong>del</strong>la componente melo<strong>di</strong>ca, alterazione<br />

<strong>del</strong> timbro armonico e alterazione <strong>del</strong>l’andamento <strong>del</strong> tempo. Nella genesi<br />

fisiopatologica <strong>di</strong> particolare rilievo appare lo “sforzo” vocale, dovuto<br />

a eccesso <strong>di</strong> pressione sonora generato acutamente o cronicamente,<br />

modalità <strong>di</strong> produzione (coinvolgimento falso cordale, eccessivo uso <strong>di</strong><br />

voce bisbigliata), finalità non fonatorie (tosse, raschiamento <strong>di</strong> gola), durata<br />

<strong>del</strong>la fonazione o “abuso vocale” (fonazione corretta ma eccessiva<br />

nel tempo).<br />

Nell’ambito dei <strong>di</strong>sturbi connessi alla fonazione sono a <strong>di</strong>sposizione<br />

approcci <strong>di</strong>agnostici più o meno precisi nella rilevazione <strong>di</strong> alterazioni<br />

precoci (laringoscopia, elettromiografia, elettroglottografia, palatografia,<br />

aerometrie, ecc.). Fondamentale è riuscire ad attuare nel singolo caso una<br />

precisa <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale rispetto ad altre più comuni patologie che<br />

possono avere un impatto <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto sulle abilità vocali (reflusso<br />

gastroesofageo, rinosinusite, asma, ecc.) (3, 4, 5, 6). Numerosi sono<br />

inoltre i fattori biologici che possono influenzare la comparsa <strong>di</strong> alterazione<br />

<strong>del</strong>la fonazione nell’uomo: variabilità anatomica, sesso, età, corretta<br />

respirazione.<br />

Dall’analisi <strong>del</strong>le informazioni <strong>di</strong>sponibile appare quin<strong>di</strong> ragionevole<br />

raggruppare i <strong>di</strong>versi fattori con ruolo eziologico nella comparsa <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la fonazione secondo le seguenti classi: fattori personali,<br />

compensazione per concomitante altra patologia <strong>ed</strong> abuso <strong>del</strong>la vocalità.<br />

Gli stu<strong>di</strong> sperimentali in merito all’insorgenza <strong>di</strong> sofferenze vocali<br />

connesse ad abuso sono abbastanza limitati, oltre che non particolarmente<br />

agevoli da realizzarsi considerata la notevole interferenza teorica<br />

dovuta ad altre attività <strong>del</strong> vivere quoti<strong>di</strong>ano o a variabili in<strong>di</strong>viduali.<br />

I pochi stu<strong>di</strong> epidemiologici <strong>di</strong>sponibili, per altro caratterizzati da un<br />

contenuto numero <strong>di</strong> soggetti e da limiti nella considerazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong><br />

confon<strong>di</strong>mento, non mostrano alcuna evidenza <strong>di</strong> correlazione tra <strong>di</strong>sturbi<br />

<strong>del</strong>la fonazione <strong>ed</strong> attività <strong>di</strong> operatore telefonico.<br />

Nel complesso gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili appaiono in<strong>di</strong>care come correlabile<br />

ad abuso vocale una possibile azione acuta con tendenza al rilassamento<br />

<strong>del</strong>le corde vocali e possibile formazione <strong>di</strong> noduli, legata allo<br />

sforzo continuo <strong>di</strong> muscoli, legamenti e <strong>del</strong>l’apparato fonatorio.


220 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2011; 33:3, Suppl 2<br />

http://gimle.fsm.it<br />

Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili relativi ad effetti sull’uomo <strong>di</strong> tipo cronico sono<br />

ancora molto limitati e richi<strong>ed</strong>ono ulteriori approfon<strong>di</strong>menti.<br />

Nel complesso una situazione da sovraccarico connessa all’attività<br />

<strong>di</strong> call center deve essere considerata un’ipotesi non ancora attualmente<br />

<strong>di</strong>mostrata con piena soli<strong>di</strong>tà.<br />

Sul versante <strong>del</strong>la prevenzione efficaci interventi sono risultati possibili<br />

per le situazioni <strong>di</strong> “vero sovraccarico vocale”, oltre che con interventi<br />

sugli ambienti <strong>di</strong> lavoro (stu<strong>di</strong>o acustico e pareti fonoassorbenti<br />

per evitare fenomeni <strong>di</strong> eco), attuando azioni <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ucazione e ginnastica<br />

mirata in soggetti ipersuscettibili che sviluppino capacità <strong>di</strong> migliore<br />

controllo <strong>del</strong> proprio apparato fonatorio, soprattutto me<strong>di</strong>ante tecniche<br />

<strong>di</strong> ottimizzazione <strong>del</strong>la concomitante respirazione (pre<strong>di</strong>lezione <strong>del</strong>la respirazione<br />

nasale, attenzione all’iperventilazione) (3, 7, 8). Di rilievo<br />

appare in particolare per gli operatori telefonici il rispetto <strong>di</strong> regole <strong>di</strong><br />

buona conversazione che permettono un uso appropriato <strong>del</strong>le proprie<br />

abilità vocali: alternanza <strong>del</strong> parlare / ascoltare (evitare il susseguirsi rapido<br />

<strong>di</strong> frasi privilegiando inspirazioni rapide, evitare frasi troppo<br />

lunghe che obblighino a svuotare eccessivamente il polmone per arrivare<br />

al loro termine), utilizzare un’intensità vocale moderata evitando<br />

eccessi (operare in ambiente con rumorosità <strong>di</strong> fondo contenuta), mantenere<br />

una postura corretta (evitare il capo esteso, evitare <strong>di</strong> assumere<br />

posizioni flesse sul tronco).<br />

CONCLUSIONI<br />

Numerosi sono i fattori biologici che possono influenzare la comparsa<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la fonazione nell’uomo.<br />

Nessuna evidenza attualmente <strong>di</strong>sponibile, epidemiologica o fisiopatologica,<br />

in<strong>di</strong>ca con sufficiente soli<strong>di</strong>tà la possibilità <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> sovraccarico<br />

potenzialmente causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la fonazione connessi all’attività<br />

<strong>di</strong> operatore telefonico.<br />

I fenomeni infiammatori evidenziati in casistiche limitate hanno caratteristiche<br />

<strong>di</strong> acutezza; eventuali manifestazioni croniche costituiscono<br />

al momento ipotesi da approfon<strong>di</strong>re.<br />

Sul versante <strong>del</strong>la prevenzione efficaci interventi sono risultati possibili,<br />

oltre che con mirati interventi sugli ambienti <strong>di</strong> lavoro, attuando<br />

azioni <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ucazione e ginnastica mirata in soggetti ipersuscettibili opportunamente<br />

in<strong>di</strong>viduati.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

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IRES Stu<strong>di</strong> e Ricerche, Milano 2002<br />

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teoria alla pratica. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg. 2006;28(Suppl):170-175.<br />

3) Deckert J, Deckert L. Vocal cord dysfunction. Am Fam Physician.<br />

2010;81(2):160.<br />

4) Mikita JA, Mikita CP. Vocal cord dysfunction. Allergy Asthma Proc.<br />

2006;27(4):411-414.<br />

5) Kenn K, Balkissoon R. Vocal cord dysfunction: what do we know?<br />

Eur Respir J. 2011;37(1):194-200.<br />

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8) Van Houtte E, Van Lierde K, Claeys S. Pathophisiology and treatment<br />

of muscle tension dysphonia: a review of the current knowl<strong>ed</strong>ge.<br />

J Voice. 2011;25(2):202-207.<br />

ASPETTI TOSSICOLOGICI<br />

E RISCHIO BIOLOGICO<br />

BI 01<br />

IL RISCHIO BIOLOGICO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO:<br />

LE ENDOTOSSINE BATTERICHE, METODI DI RILEVAMENTO<br />

E ASSENZA DI VALORI LIMITE<br />

A. Gioffrè, A. Marramao, R. Curini<br />

Lab. Agenti Biologici, Centro Ricerche INAIL, Lamezia Terme (CZ)<br />

RIASSUNTO. Le endotossine sono molecole infiammatorie derivate<br />

da lisi <strong>di</strong> batteri gram-negativi, ubiquitari nell’ambiente. Numerosi stu<strong>di</strong><br />

hanno <strong>di</strong>mostrato la pericolosità <strong>del</strong>l’esposizione ad endotossine batteriche<br />

sia in ambienti <strong>di</strong> lavoro che <strong>di</strong> vita. Per determinare i livelli <strong>di</strong> esposizione<br />

all’endotossina <strong>ed</strong> eventualmente proporre dei limiti <strong>di</strong> riferimento,<br />

è necessario valutarne la presenza con meto<strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzati.<br />

Poiché è stata recentemente accertata l’influenza dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> campionamento,<br />

<strong>di</strong> estrazione e <strong>di</strong> analisi sul risultato, in questo lavoro abbiamo<br />

cercato <strong>di</strong> valutare quali sia la metodologia migliore per la determinazione<br />

<strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> endotossina, considerando anche l’“effetto matrice”,<br />

cioè il campionamento <strong>del</strong>l’aria in ambienti indoor. In questo lavoro cominciano<br />

a <strong>del</strong>inearsi le migliori con<strong>di</strong>zioni per la valutazione <strong>del</strong>le endotossine<br />

aereo<strong>di</strong>sperse, tenendo sempre presente l’estrema variabilità dei<br />

campioni biologici, sia in fase <strong>di</strong> campionamento che <strong>di</strong> analisi.<br />

Parole chiave: rischio biologico, endotossine batteriche, valori limite.<br />

INTRODUZIONE<br />

Le endotossine sono costituenti essenziali <strong>del</strong>la membrana esterna<br />

dei batteri Gram negativi e <strong>di</strong> alcune alghe blu. Sono costituite da una<br />

componente lipopolisaccari<strong>di</strong>ca (LPS), che è caratteristica <strong>del</strong>la specie e<br />

<strong>del</strong> lipide conservativo A, che è la parte tossica <strong>del</strong>la molecola. Esse vengono<br />

rilasciate dopo la lisi <strong>del</strong> microrganismo, e numerosi stu<strong>di</strong> ne hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato la resistenza al riscaldamento. Diverse ricerche epidemiologiche<br />

e sperimentali si sono concentrate inizialmente sugli effetti sulla salute<br />

<strong>del</strong>le endotossine aereo<strong>di</strong>sperse, sia in ambienti non professionali che<br />

professionali. Negli ambienti <strong>di</strong> lavoro, i rischi dovuti all’inalazione <strong>di</strong> endotossine<br />

sono apparsi evidenti in stu<strong>di</strong> sulle malattie polmonari <strong>di</strong> operai<br />

esposti a polveri vegetali e <strong>di</strong> cotone. È stata inoltre ampiamente <strong>di</strong>mostrata<br />

la pericolosità <strong>del</strong>l’esposizione ad endotossine batteriche sia in ambienti<br />

<strong>di</strong> lavoro che <strong>di</strong> vita. L’esposizione professionale per aerosolizzazione,<br />

è stata infatti associata a <strong>di</strong>verse patologie <strong>del</strong> tratto respiratorio<br />

come la riduzione <strong>del</strong>le funzioni polmonari (1, 2, 3), accompagnata da affezioni<br />

respiratorie quali senso d’oppressione al torace, tosse, respiro<br />

corto, respiro sibilante e anche a patologie croniche come la bronchite<br />

cronica (4, 5, 6, 7). Diversi stu<strong>di</strong> hanno evidenziato numerose <strong>di</strong>vergenze<br />

nell’associazione dose-risposta tra l’esposizione all’endotossina e i suoi<br />

effetti sulla salute; questi effetti possono essere in parte spiegati con l’uso<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tecniche per misurare l’endotossina ambientale, con i <strong>di</strong>versi<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> campionamento, <strong>di</strong> estrazione e le <strong>di</strong>fferenti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> conservazione<br />

dei campioni. Nella maggior parte dei lavori si ricorre all’utilizzo<br />

<strong>del</strong> Limulus Amebocyte Lysate (LAL) test per quantificare l’endotossina<br />

ambientale; in qualche caso sono stati proposti stu<strong>di</strong> comparativi<br />

con l’utilizzo <strong>di</strong> un metodo in gas-cromatografia e spettrometria <strong>di</strong> massa<br />

(8, 9), comunque esiste un generico accordo tra i due saggi e il LAL test,<br />

sono state riscontrate solo alcune <strong>di</strong>screpanze in ambienti lavorativi particolari.<br />

Per quanto riguarda il campionamento, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> trasporto,<br />

<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> estrazione e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>l’endotossina,<br />

non esistono metodologie generalmente accettate, pertanto si può affermare<br />

che non ci sia un metodo convalidato. Il Comitato Europeo <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzazione<br />

dei meto<strong>di</strong> (CEN) ha sviluppato <strong>del</strong>le linee guida per la valutazione<br />

<strong>del</strong>l’esposizione <strong>di</strong> endotossine batteriche nei luoghi <strong>di</strong> lavoro,<br />

utilizzando le conoscenze <strong>di</strong>sponibili ad oggi. Queste linee guida forniscono<br />

meto<strong>di</strong> per il campionamento, il trasporto e lo stoccaggio dei campioni,<br />

e la determinazione <strong>di</strong> endotossine. Tuttavia, il protocollo CEN-EN<br />

14031: “Workplace atmospheres - Determination of airborne endotoxins”<br />

(10) non riesce a <strong>del</strong>ineare con chiarezza gli aspetti che potrebbero in-

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