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05.08.2013 Views

62 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl www.gimle.fsm.it Un’altra conseguenza della presente indagine è l’acquisizione di utili conoscenze derivanti dal confronto delle due gestioni INAIL: da un lato le valutazioni medico-legali del danno da lavoro nel contesto della “vecchia gestione” INAIL (ossia come valutazione della “capacità di lavoro generica” sulla base delle tabelle annesse al D.P.R. n. 1124 / ’65) dall’altro quelle effettuate con la “nuova gestione” INAIL (ossia come “danno biologico”, sulla base delle tabelle di cui al D.M. del 12/07/2000). Il fine è quello di offrire delle valide proposte volte al perfezionamento ed al miglioramento del nuovo sistema di valutazione medico legale per assicurare una equa tutela del lavoratore infortunato o affetto da malattia professionale. Inoltre, l’esperienza conseguita può indicare al medico del lavoro, impegnato nell’assistenza medico legale del lavoratore affetto da danni da lavoro, una procedura efficace che possa realizzare risultati tangibili ai fini del risarcimento economico del danno stesso. CONCLUSIONI E DISCUSSIONE I risultati dell’indagine confermano una discrepanza valutativa tra la tabella in uso nella nuova gestione INAIL (di cui al D.M. del Luglio 2000) e la tabella in uso nella vecchia gestione INAIL (annessa al DPR 1124/65). Tale discrepanza viene costantemente e puntualmente registrata con particolare riferimento alle patologie di tipo osteo-articolare (lassità articolari; anchilosi; amputazioni; limitazioni funzionali, fratture, lesioni di parti molli; ecc.) che rappresentano una buona parte delle lesioni riscontrate (circa il 68% del totale). Il presente studio ha evidenziato, inoltre, l’assenza delle menomazioni o infermità appresso indicate nelle tabelle di cui al DM del Luglio 2000: – fratture e brecce craniche e loro esiti; – ematomi extradurali; parenchimali e loro esiti; – glaucoma; cataratte post traumatiche; – frattura di radio ed ulna contemporaneamente; – ernia discale del tratto dorsale; – esiti di intervento di laminectomia con differenziazione dei tre tratti del rachide; – frattura del bacino; – frattura della rotula; – frattura dei metatarsi; – perdita dell’alluce e del corrispettivo metatarso; – protesi d’anca; – rottura e lesione dei legamenti della caviglia. La carenza delle suddette voci nella tabella di riferimento, spesso ha determinato la chiusura della collegiale con “parere discorde” (tra medico INAIL e medico di Patronato) e l’avvio del contenzioso giudiziario. In conclusione, l’attenta analisi dei risultati del presente lavoro conduce all’individuazione di alcune importanti (e, talora, decisive) procedure atte a assicurare al medico del lavoro un’efficace intervento medico-legale a tutela del lavoratore; in particolare si individuano le seguenti procedure operative: 1) Prima di istruire una istanza di opposizione, è indispensabile accompagnare il lavoratore nell’iter clinico-diagnostico ed essere certi della diagnosi dettagliata della menomazione. 2) Se il lavoratore infortunato presenta una lesione che non è clinicamente ben caratterizzata (in alcuni casi ci si ferma alla mera diagnosi del pronto soccorso), oppure se è stata formulata solo la diagnosi della lesione più appariscente trascurando eventuali altre lesioni minori: è necessario proporre l’esecuzione di ulteriori approfondimenti diagnostici specifici. 3) In sede di visita medica collegiale occorre produrre tutta la nuova documentazione sanitaria comprensiva anche degli approfondimenti diagnostici. 4) La valutazione medico legale dovrà tenere conto, ove previsto, sia della lesione anatomica intesa in senso stretto, sia della compromissione funzionale e, se il caso, di quella estetica, in un contesto valutativo multifattoriale che garantisca un indennizzo (o una rendita) equo e proporzionato. 5) Valutare la possibilità di denunciare come malattia professionale quei danni da lavoro (accuratamente vagliati) con difetto di “causa violenta”, erroneamente denunciati come infortunio. BIBLIOGRAFIA 1) Circolare INCA n. 22 del 23.2.2000 - Nuove disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali - Decreto legislativo approvato 1’11.2.2000. 2) Decreto Legislativo n. 38 del 23 Febbraio 2000 - recante disposizioni in materia di assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, a norma dell’art. 55, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144. 3) Circolare INCA n. 55 del 13.4.2000 - Danno biologico - art. 13 del decreto legislativo n. 38/2000. 4) Martire F. Il danno biologico nella nuova gestione degli infortuni e delle malattie professionali. Prime esperienze e valutazioni – Scripta medica brutia - 2002, vol. XIX, n. 2/3, (99-106) - ed. Bios Cosenza. P-06 MEDICINA DEL LAVORO IN OSPEDALE ED E-LEARNING: CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE E. Nicoli1 , P. Melodia1 , P. Almagioni1 , L. Piacenza1 , M. La Gioia1 1 ICH - Istituto Clinico Humanitas, Via Manzoni, 56 - 20089 Rozzano (Milano) Corrispondenza: Dr. Nicoli Ettore, Viale Romagna, 11 - 20133 Milano, Italy - Tel. 02-718575 HOSPITAL OCCUPATIONAL MEDICINE AND E-LEARNING: DEVELOPING ACTIVITIES OF FORMATION AND INFORMATION Key words: hospital, formation, e-learnig. ABSTRACT. The purpose of this paper is to present our experience of activities of formation and information on security and health prevention implemented during the last 10 years in a big hospital (700 beds and 1800 employees). The formation and information activities have been developed with a multidisciplinary collaboration and implemented using many different communication techniques: formal lessons, videos, tutoring, practical activities, questionnaires and posters. For some specific working risks the chief nurse has been provided with a multimedia support in order to form and check the knowledge acquired by the staff. The final evolution of this project is an E-learning platform that can exploit the informatics system of the Hospital. INTRODUZIONE La attività di informazione e formazione relativa ai temi della sicurezza e prevenzione ha acquisito negli anni una rilevanza sempre maggiore nella applicazione di corrette procedure per operare in sicurezza, nella conoscenza da parte dei lavoratori dei rischi lavorativi e nella acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e comportamento. La necessità di una adeguata attività di informazione e formazione in tutti gli ambiti lavorativi è d’altra parte sottolineata anche dai vigenti disposti di legge relativi alla tutela della salute dei lavoratori (D.L.vo 626/94 e succ. mod. ecc.) che ne sanzionano la omissione. Anche la Medicina del Lavoro ha rivolto negli anni particolare attenzione a tale problema sia a livello nazionale (1, 2, 3) che internazionale (4). Il Medico del lavoro è infatti chiamato a collaborare alle attività di informazione e formazione potendo fornire un contributo determinante in molteplici ambiti. Tra i differenti comparti produttivi la sanità ed in particolare il lavoro in ospedale costituisce uno dei settori ove è maggiormente sentita la necessità di una efficace attività di informazione e formazione per i lavoratori in virtù della varietà e potenziale gravità dei rischi lavorativi esistenti. Il presente lavoro illustra il programma di informazione e formazione sviluppato negli ultimi dieci anni in una struttura ospedaliera di grandi dimensioni. MATERIALI E METODI Nel 1996 è iniziata la attività a Rozzano (Milano) di ICH - Istituto Clinico Humanitas che in 10 anni si è rapidamente sviluppato raggiungendo le attuali dimensioni di 700 posti letto e 1800 lavoratori con una notevole differenziazione delle attività svolte (pronto soccorso, aree chirurgiche, oncologiche, mediche ecc.).

G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 63 www.gimle.fsm.it La rapida crescita della struttura ha creato la necessità di definire un adeguato programma di sviluppo e coordinamento delle attività di informazione e formazione che tenesse conto delle seguenti peculiarità: 1) inserimento nella struttura di gruppi consistenti di nuovi lavoratori (rapida crescita); 2) definizione di nuove mansioni (apertura di nuovi reparti) e conseguenti nuovi possibili rischi lavorativi; 3) inserimento di nuove figure professionali (OSS, ASA ecc.); 4) elevato turn over del personale (alta richiesta nel territorio di infermieri ecc.); 5) presenza di personale di differente nazionalità e lingua; 6) necessità di incidere sul comportamento dei soggetti in funzione di modelli organizzativi propri della struttura (accreditamento Joint Commission International). Il progetto è stato elaborato nell’ambito della collaborazione tra Medico Competente e Direzione Risorse Umane ed Organizzazione prevista dai vigenti disposti di legge ed è stato realizzato in ambito multidisciplinare con il coinvolgimento dei Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori, del Servizio Infermieristico, della Direzione Sanitaria e di differenti componenti specialistiche. Sono stati inizialmente individuati gli argomenti per i quali erano necessari interventi prioritari: informazione e formazione generali su temi della sicurezza e prevenzione e organizzazione della struttura (figure istituzionali, gestione delle emergenze ecc.), tutela della salute delle lavoratrici (la larga maggioranza di personale femminile rende tale argomento di particolare interesse), rischi lavorativi specifici (movimentazione manuale di pazienti, rischio biologico, antiblastici, gas anestetici, rischio chimico). Sono quindi stati individuati tra i lavoratori i soggetti che avevano già adeguata preparazione ed esperienza al fine di valorizzarli e coinvolgerli come formatori o tutors su particolari argomenti. Successivamente sono state individuate differenti tecniche di comunicazione che, iniziando da una fase di informazione effettuata attraverso la distribuzione di materiale cartaceo e di formazione in aula hanno compreso: a) distribuzione di materiale informativo allo scopo realizzato (norme per la sicurezza generali e organizzazione della struttura, piano di emergenza ecc.); b) realizzazione di posters su temi specifici (movimentazione manuale di carichi, rischio chimico, rischio biologico) affissi nei reparti; c) esercitazioni pratiche (antiincendio, evacuazione dai reparti); d) attività di affiancamento sul campo di tutors; e) acquisizione e realizzazione di filmati su argomenti di particolare interesse (rischio biologico, movimentazione di pazienti ecc.); f) organizzazione di corsi su temi specifici con esercitazioni pratiche (formazione al corretto utilizzo di ausilii per la movimentazione manuale di pazienti); g)somministrazione di questionari di verifica dell’apprendimento. Nello sviluppo e realizzazione del programma di informazione e formazione è stato in particolare valorizzato il ruolo dei preposti (caposala) che hanno svolto un ruolo cardine sia in ambito formativo che nella conseguente attività di vigilanza (puntuale applicazione delle procedure, utilizzo di DPI ecc.). Si è inoltre rilevato come esista piena sintonia con l’applicazione all’interno della struttura ospedaliera di comportamenti propri di sistemi di qualità. Nel corso degli anni infatti la struttura ospedaliera è stata certificata Joint Commision International e l’adesione ai requisiti richiesti dall’Ente certificatore è stato di aiuto per lo sviluppo e la realizzazione del programma oggetto della comunicazione. RISULTATI E DISCUSSIONE Gli elementi caratterizzanti la esperienza maturata sono costituiti dalla realizzazione di specifici moduli formativi multimediali da applicare direttamente nei reparti ed utilizzati come supporto alla attività di informazione e formazione affidata ai caposala e dall’impiego di tecniche di formazione a distanza (E-Learning). Nel primo caso sono stati ideati e sperimentati con successo 4 moduli formativi riguardanti differenti argomenti (movimentazione manuale di carichi, rischio biologico, DPI, blocchi operatori); tutti i moduli hanno la caratteristica di utilizzare un approccio multimediale nella parte teorica (slides, filmati, discussione), lasciando spazio nella settimana successiva ad attività pratiche che prevedono affiancamento di tutor e una valutazione finale (sia sulle conoscenze acquisite tramite questionario che sulla applicazione delle stesse nel lavoro nei reparti con formalizzazione del giudizio da parte dei caposala). Il secondo caso rappresenta la più recente evoluzione del programma che si sta avvalendo delle tecniche di formazione a distanza (E-Learning) con la realizzazione di una originale piattaforma informatica volta a sfruttare le potenzialità della struttura ospedaliera che è completamente cablata. Le risorse intranet ed internet appaiono nella nostra esperienza (come confermato nel recente Congresso Internazionale ICOH) una naturale evoluzione del percorso di sviluppo di un moderno progetto di miglioramento delle attività di informazione e formazione anche relativamente alla medicina del lavoro in ospedale, consentendo di affrontare tutti gli argomenti meritevoli di attenzione (rischi specifici, conoscenza della normativa generale ecc.). Risultano inoltre uno strumento prezioso per la flessibilità dell’accesso alle sessioni di informazione e formazione, per la possibilità di garantire una formazione continua in virtù di un agevole aggiornamento, per il coinvolgimento e lo sviluppo professionale dei lavoratori coinvolti, per la possibilità di raggiungere anche lavoratori stranieri utilizzando animazione e parti in lingua non italiana, per la possibilità di verificare l’apprendimento all’interno del percorso formativo con questionari, domande ecc. ed infine per la facilità di procedere ad un opportuno tracciamento del percorso informativo e formativo seguito da ogni singolo lavoratore sotto il controllo dei dirigenti e preposti. BIBLIOGRAFIA 1) ISPESL La formazione utile. Banca dati nazionale dei percorsi formativi di qualità. Rodamedia Comunication 2002. 2) Materzanini P. e coll. Efficacia di un programma di formazioneinformazione di lavoratori esposti a Pb in funzione di variabili psicologiche. G Ital Med Lav Erg 2003; 25: 3 suppl 393-394. 3) Cairoli S. e coll. Le strategie preventive: le manovre sono sufficienti a prevenire il rischio? La formazione del personale. La prevenzione dei rischi da movimentazione manuale degli utenti della sanità ASL provincia di Sondrio Sondrio 2005. 4) Special sessions: International distance learning program for occupational safety and health Atti 28° International Congress on Occupational Health 380-381 2006 Milano. P-07 ASPETTI ETICI E DI LICEITÀ DELL’APPLICAZIONE DEGLI SCREENING GENETICI IN AMBITO OCCUPAZIONALE A. Asmundo1 , D. Sapienza1 , G. Spatari2 1 Sezione di Medicina Legale - Dipartimento di Medicina Sociale del Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina 2 Sezione di Medicina del Lavoro - Dipartimento di Medicina Sociale del Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina Corrispondenza: Dr Giovanna Spatari - Sezione di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Medicina Sociale del Territorio, Pad. H Policlinico Universitario “G. Martino” Gazzi - Messina, Italy - Tel. 090221.2060/2052, Fax 0902212569, E-mail: gspatari@unime.i SCREENING GENETIC IN WORKPLACE: ETHICAL ASPECTS AND LICEITY OF APPLICATION Key words: genetic screening, ethical aspects, GSTT1 - GSTM1. ABSTRACT. Genetic studies regarding occupational environments (both experimental and epidemiological) include diagnostic procedures that can be done for two purposes: genetic monitoring and genetic screening. In occupational environments, genetic screening involves the typization of the genetic polymorphism that directly codifies for enzymes associated with the metabolism of xenobiotic agents. From a legal, ethical-deontological and social point of view the use of genetic screening in occupational medicine could be viewed as an unacceptable practice; because rather than preventing risk of exposure, it is more likely to be used as a strategy to maintain a work environment of employees that are more resistant to cancerogenous risk. The analysis of these genetic polymorphisms is a “pre-symptomatic” test, because it identifies the risk of developing a disease in a relatively “healthy worker” when the analysis is conducted (Dallapiccola B, 2003). Therefore, the use of genetic tests could be a selective technique that is not limited to the collection of familiar and personal medical history, but also genetic history in order to verify the state of health and relative working suitability of potential employees, by revealing hidden predispositions and consequently preventing certain people from working in certain environments because of their genetic defects (Fiori, 2003).

G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 63<br />

www.gimle.fsm.it<br />

La rapida crescita <strong>del</strong>la struttura ha creato la necessità <strong>di</strong> definire un<br />

adeguato programma <strong>di</strong> sviluppo e coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> informazione<br />

e formazione che tenesse conto <strong>del</strong>le seguenti peculiarità: 1) inserimento<br />

nella struttura <strong>di</strong> gruppi consistenti <strong>di</strong> nuovi lavoratori (rapida<br />

crescita); 2) definizione <strong>di</strong> nuove mansioni (apertura <strong>di</strong> nuovi reparti) e<br />

conseguenti nuovi possibili rischi lavorativi; 3) inserimento <strong>di</strong> nuove figure<br />

professionali (OSS, ASA ecc.); 4) elevato turn over <strong>del</strong> personale<br />

(alta richiesta nel territorio <strong>di</strong> infermieri ecc.); 5) presenza <strong>di</strong> personale <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferente nazionalità e lingua; 6) necessità <strong>di</strong> incidere sul comportamento<br />

dei soggetti in funzione <strong>di</strong> mo<strong>del</strong>li organizzativi propri <strong>del</strong>la struttura<br />

(accre<strong>di</strong>tamento Joint Commission International).<br />

Il progetto è stato elaborato nell’ambito <strong>del</strong>la collaborazione tra Me<strong>di</strong>co<br />

Competente e Direzione Risorse Umane <strong>ed</strong> Organizzazione prevista<br />

dai vigenti <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> legge <strong>ed</strong> è stato realizzato in ambito multi<strong>di</strong>sciplinare<br />

con il coinvolgimento dei Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori,<br />

<strong>del</strong> Servizio Infermieristico, <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti<br />

componenti specialistiche. Sono stati inizialmente in<strong>di</strong>viduati gli argomenti<br />

per i quali erano necessari interventi prioritari: informazione e<br />

formazione generali su temi <strong>del</strong>la sicurezza e prevenzione e organizzazione<br />

<strong>del</strong>la struttura (figure istituzionali, gestione <strong>del</strong>le emergenze ecc.),<br />

tutela <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong>le lavoratrici (la larga maggioranza <strong>di</strong> personale<br />

femminile rende tale argomento <strong>di</strong> particolare interesse), rischi lavorativi<br />

specifici (movimentazione manuale <strong>di</strong> pazienti, rischio biologico, antiblastici,<br />

gas anestetici, rischio chimico).<br />

Sono quin<strong>di</strong> stati in<strong>di</strong>viduati tra i lavoratori i soggetti che avevano<br />

già adeguata preparazione <strong>ed</strong> esperienza al fine <strong>di</strong> valorizzarli e coinvolgerli<br />

come formatori o tutors su particolari argomenti. Successivamente<br />

sono state in<strong>di</strong>viduate <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> comunicazione che, iniziando<br />

da una fase <strong>di</strong> informazione effettuata attraverso la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> materiale<br />

cartaceo e <strong>di</strong> formazione in aula hanno compreso: a) <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

materiale informativo allo scopo realizzato (norme per la sicurezza generali<br />

e organizzazione <strong>del</strong>la struttura, piano <strong>di</strong> emergenza ecc.); b) realizzazione<br />

<strong>di</strong> posters su temi specifici (movimentazione manuale <strong>di</strong> carichi,<br />

rischio chimico, rischio biologico) affissi nei reparti; c) esercitazioni pratiche<br />

(antiincen<strong>di</strong>o, evacuazione dai reparti); d) attività <strong>di</strong> affiancamento<br />

sul campo <strong>di</strong> tutors; e) acquisizione e realizzazione <strong>di</strong> filmati su argomenti<br />

<strong>di</strong> particolare interesse (rischio biologico, movimentazione <strong>di</strong> pazienti<br />

ecc.); f) organizzazione <strong>di</strong> corsi su temi specifici con esercitazioni<br />

pratiche (formazione al corretto utilizzo <strong>di</strong> ausilii per la movimentazione<br />

manuale <strong>di</strong> pazienti); g)somministrazione <strong>di</strong> questionari <strong>di</strong> verifica <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento.<br />

Nello sviluppo e realizzazione <strong>del</strong> programma <strong>di</strong> informazione e formazione<br />

è stato in particolare valorizzato il ruolo dei preposti (caposala)<br />

che hanno svolto un ruolo car<strong>di</strong>ne sia in ambito formativo che nella conseguente<br />

attività <strong>di</strong> vigilanza (puntuale applicazione <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure, utilizzo<br />

<strong>di</strong> DPI ecc.). Si è inoltre rilevato come esista piena sintonia con<br />

l’applicazione all’interno <strong>del</strong>la struttura osp<strong>ed</strong>aliera <strong>di</strong> comportamenti<br />

propri <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> qualità. Nel corso degli anni infatti la struttura osp<strong>ed</strong>aliera<br />

è stata certificata Joint Commision International e l’adesione ai requisiti<br />

richiesti dall’Ente certificatore è stato <strong>di</strong> aiuto per lo sviluppo e la<br />

realizzazione <strong>del</strong> programma oggetto <strong>del</strong>la comunicazione.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

Gli elementi caratterizzanti la esperienza maturata sono costituiti<br />

dalla realizzazione <strong>di</strong> specifici moduli formativi multime<strong>di</strong>ali da applicare<br />

<strong>di</strong>rettamente nei reparti <strong>ed</strong> utilizzati come supporto alla attività <strong>di</strong><br />

informazione e formazione affidata ai caposala e dall’impiego <strong>di</strong> tecniche<br />

<strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanza (E-Learning).<br />

Nel primo caso sono stati ideati e sperimentati con successo 4 moduli<br />

formativi riguardanti <strong>di</strong>fferenti argomenti (movimentazione manuale <strong>di</strong><br />

carichi, rischio biologico, DPI, blocchi operatori); tutti i moduli hanno la<br />

caratteristica <strong>di</strong> utilizzare un approccio multime<strong>di</strong>ale nella parte teorica<br />

(slides, filmati, <strong>di</strong>scussione), lasciando spazio nella settimana successiva<br />

ad attività pratiche che prev<strong>ed</strong>ono affiancamento <strong>di</strong> tutor e una valutazione<br />

finale (sia sulle conoscenze acquisite tramite questionario che sulla<br />

applicazione <strong>del</strong>le stesse nel lavoro nei reparti con formalizzazione <strong>del</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio da parte dei caposala).<br />

Il secondo caso rappresenta la più recente evoluzione <strong>del</strong> programma<br />

che si sta avvalendo <strong>del</strong>le tecniche <strong>di</strong> formazione a <strong>di</strong>stanza (E-Learning)<br />

con la realizzazione <strong>di</strong> una originale piattaforma informatica volta a sfruttare<br />

le potenzialità <strong>del</strong>la struttura osp<strong>ed</strong>aliera che è completamente cablata.<br />

Le risorse intranet <strong>ed</strong> internet appaiono nella nostra esperienza<br />

(come confermato nel recente Congresso Internazionale ICOH) una naturale<br />

evoluzione <strong>del</strong> percorso <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> un moderno progetto <strong>di</strong> miglioramento<br />

<strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> informazione e formazione anche relativamente<br />

alla me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro in osp<strong>ed</strong>ale, consentendo <strong>di</strong> affrontare<br />

tutti gli argomenti meritevoli <strong>di</strong> attenzione (rischi specifici, conoscenza<br />

<strong>del</strong>la normativa generale ecc.). Risultano inoltre uno strumento prezioso<br />

per la flessibilità <strong>del</strong>l’accesso alle sessioni <strong>di</strong> informazione e formazione,<br />

per la possibilità <strong>di</strong> garantire una formazione continua in virtù <strong>di</strong> un agevole<br />

aggiornamento, per il coinvolgimento e lo sviluppo professionale dei<br />

lavoratori coinvolti, per la possibilità <strong>di</strong> raggiungere anche lavoratori<br />

stranieri utilizzando animazione e parti in lingua non italiana, per la possibilità<br />

<strong>di</strong> verificare l’appren<strong>di</strong>mento all’interno <strong>del</strong> percorso formativo<br />

con questionari, domande ecc. <strong>ed</strong> infine per la facilità <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ere ad un<br />

opportuno tracciamento <strong>del</strong> percorso informativo e formativo seguito da<br />

ogni singolo lavoratore sotto il controllo dei <strong>di</strong>rigenti e preposti.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) ISPESL La formazione utile. Banca dati nazionale dei percorsi formativi<br />

<strong>di</strong> qualità. Rodame<strong>di</strong>a Comunication 2002.<br />

2) Materzanini P. e coll. Efficacia <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> formazioneinformazione<br />

<strong>di</strong> lavoratori esposti a Pb in funzione <strong>di</strong> variabili psicologiche.<br />

G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2003; 25: 3 suppl 393-394.<br />

3) Cairoli S. e coll. Le strategie preventive: le manovre sono sufficienti<br />

a prevenire il rischio? La formazione <strong>del</strong> personale. La prevenzione<br />

dei rischi da movimentazione manuale degli utenti <strong>del</strong>la sanità<br />

ASL provincia <strong>di</strong> Sondrio Sondrio 2005.<br />

4) Special sessions: International <strong>di</strong>stance learning program for occupational<br />

safety and health Atti 28° International Congress on Occupational<br />

Health 380-381 2006 Milano.<br />

P-07<br />

ASPETTI ETICI E DI LICEITÀ DELL’APPLICAZIONE DEGLI SCREENING<br />

GENETICI IN AMBITO OCCUPAZIONALE<br />

A. Asmundo1 , D. Sapienza1 , G. Spatari2 1 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale<br />

<strong>del</strong> Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina<br />

2 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale<br />

<strong>del</strong> Territorio, Policlinico Universitario “G. Martino”, Messina<br />

Corrispondenza: Dr Giovanna Spatari - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio, Pad. H<br />

Policlinico Universitario “G. Martino” Gazzi - Messina, Italy<br />

- Tel. 090221.2060/2052, Fax 0902212569, E-mail: gspatari@unime.i<br />

SCREENING GENETIC IN WORKPLACE: ETHICAL ASPECTS<br />

AND LICEITY OF APPLICATION<br />

Key words: genetic screening, ethical aspects, GSTT1 - GSTM1.<br />

ABSTRACT. Genetic stu<strong>di</strong>es regar<strong>di</strong>ng occupational environments<br />

(both experimental and epidemiological) include <strong>di</strong>agnostic proc<strong>ed</strong>ures<br />

that can be done for two purposes: genetic monitoring and genetic<br />

screening. In occupational environments, genetic screening involves the<br />

typization of the genetic polymorphism that <strong>di</strong>rectly co<strong>di</strong>fies for enzymes<br />

associat<strong>ed</strong> with the metabolism of xenobiotic agents. From a legal,<br />

ethical-deontological and social point of view the use of genetic<br />

screening in occupational me<strong>di</strong>cine could be view<strong>ed</strong> as an unacceptable<br />

practice; because rather than preventing risk of exposure, it is more<br />

likely to be us<strong>ed</strong> as a strategy to maintain a work environment of<br />

employees that are more resistant to cancerogenous risk. The analysis<br />

of these genetic polymorphisms is a “pre-symptomatic” test, because<br />

it identifies the risk of developing a <strong>di</strong>sease in a relatively “healthy<br />

worker” when the analysis is conduct<strong>ed</strong> (Dallapiccola B, 2003).<br />

Therefore, the use of genetic tests could be a selective technique that<br />

is not limit<strong>ed</strong> to the collection of familiar and personal me<strong>di</strong>cal history,<br />

but also genetic history in order to verify the state of health and relative<br />

working suitability of potential employees, by revealing hidden<br />

pre<strong>di</strong>spositions and consequently preventing certain people from<br />

working in certain environments because of their genetic defects<br />

(Fiori, 2003).

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