Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ... Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

05.08.2013 Views

60 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl www.gimle.fsm.it si è trattato di malori. In quattro casi (1,7%) non è stato possibile classificare il tipo di evento ed in due casi (0,7% dei casi) si è trattato d’intossicazione acuta. Tra i 161 malori, l’11,1% è stato caratterizzato da eventi cardiocircolatori, mentre 17 (6,3%) da eventi neurologici. Esito. Nell’1.5% dei casi l’intervento ha registrato il decesso avvenuto in tre casi in seguito a trauma, in due casi per cause non precisate. Tipo di trattamento. In 7 casi (2,6% di tutti gli interventi) si è reso necessario l’utilizzo del defibrillatore. Nell’11,1% dei casi si è reso necessario un trattamento con ventilazione assistita, mentre nel 5,6% i sanitari hanno immobilizzato il collo della vittima. In 5 casi si è reso necessario l’utilizzo della barella a cucchiaio (1,9%) e in 32 di quella spinale (12%). In 16 casi (6%) è stato necessario eseguire medicazione mentre in 5 casi (1,9%) procedure di emostasi e in 13 casi (4,9%) posizionare steccobenda. DISCUSSIONE Dai risultati di questa ricerca si evincono elementi di grande interesse ai fini della programmazione degli interventi di pronto soccorso sia da parte delle aziende interessate, sia da parte del sistema di emergenza del servizio sanitario regionale. La prima osservazione che può essere tratta da una analisi descrittiva dei dati è che gli interventi hanno riguardato soprattutto gli opifici con complessivi 244 interventi, per quanto anche un certo numero non irrilevante di accessi si è reso necessario presso le realtà del terziario. Come atteso, il numero maggiore degli interventi ha riguardato i territori a più alta densità industriale (nell’ordine, Frosinone, Anagni e Cassino) ed ha interessato soggetti giovani di sesso maschile che rappresentano ancora oggi la parte prevalente della forza lavoro. I dati raccolti sulla criticità dell’evento all’invio (classificata dall’operatore di consolle sulla base dei protocolli di triage) ha mostrato una prevalenza dei codici gialli e verdi ed una modesta prevalenza dei codici bianchi. Il dato sembrerebbe asseverare una discreta capacità dell’estensore della chiamata (soccorritore non professionale) alla classificazione degli eventi, per quanto sia evidente dal confronto con la distribuzione degli interventi per criticità all’arrivo, una discreta sovrastima della gravità degli eventi. In relazione alla diagnosi elaborata all’arrivo, oltre 1/3 degli eventi (il 37,6%) sono stati di tipo traumatico, mentre nel 60% dei casi si sono registrati malori. Soltanto in due casi nell’intero triennio (0,7% dei casi) si è trattato d’intossicazione acuta. Dalla analisi del dato sulla tipologia dell’evento che ha richiesto l’intervento è possibile osservare che sono stati poco più di un centinaio gli eventi traumatici per i quali è partita dall’azienda la chiamata al 118, a fronte di un fenomeno infortunistico nella provincia ben più rilevante, caratterizzato da circa 6000 eventi l’anno dei quali 1/10 con esiti in invalidità permanente. L’analisi dei 161 malori ha mostrato una quota significativa di eventi cardiovascolari (11,1%), neurologici e psichiatrici. Parte rilevante degli eventi psichiatrici è stata cagionata da aggressioni fisiche e verbali che sono state registrate in un numero non insignificante di interventi. Relativamente al tipo di trattamento, i dati hanno mostrato che in 7 casi (2,6% di tutti gli interventi) si è reso necessario l’uso del defibrillatore, mentre in 30 casi (11,1%) il trattamento con ventilazione assistita. Questo dato conferma la grande importanza che molti autori danno all’insegnamento delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base nei corsi per i lavoratori designati ivi compresa l’opportunità della estensione dell’uso del defibrillatore ai laici nelle aziende più grandi. In una modesta percentuale di casi (5,6%) si è reso necessario l’uso del collare di Shanz e della barella a cucchiaio (1,9%); al contrario, più frequentemente si è registrato l’utilizzo della tavola spinale (12%). Il dato mostra come, almeno per le aziende a non elevato rischio traumatologico, sia secondario l’approfondimento nei corsi di formazione sul personale designato al pronto soccorso di temi riguardanti le tecniche di immobilizzazione strumentale del collo e del rachide. In sintesi, tra gli elementi di rilievo emersi dall’indagine abbiamo che la chiamata del 118 è ampiamente sotto rappresentata se confrontata con le caratteristiche quantitative del fenomeno infortunistico nella provincia oggetto di indagine, che un numero non trascurabile di chiamate avviene per eventi per i quali l’intervento è differibile e che un significativo numero di interventi hanno richiesto il sostegno delle funzioni vitali. Di tali elementi sarà opportuno tenere conto nella realizzazione degli interventi di formazione dei lavoratori designati al pronto soccorso aziendale (Sacco e Ciavarella 2003; Sacco et al., 2005), nella dotazione dei presidi (Sacco et al., 2004) e nella integrazione degli interventi con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Regionale. BIBLIOGRAFIA 1) Sacco A, Ciavarella M. Il primo soccorso nei luoghi di lavoro. Corso teorico-pratico di alfabetizzazione alle tecniche di Primo Soccorso nei luoghi di lavoro. EPC Libri, Roma 2003; (pp. 560). 2) Sacco A, Ciavarella M, Monteforte G, De Santis A. Luci ed ombre del regolamento sulla organizzazione del pronto soccorso in azienda. Med Lav, 2004; 95(2): 161-163. 3) Sacco A, Ciavarella M, Trevisan A, Monteforte G, De Santis A. I requisiti per i formatori dei lavoratori designati al primo soccorso aziendale. Med Lav, 2005; 96(5): 403-408. P-04 CRITERI DI IDONEITÀ PER IL LAVORO ALL’ESTERO: IL SETTORE DELL’INFORMAZIONE P. Bianco1 , V. Anzelmo2 1 Servizio Sanitario RAI Radiotelevisione Italiana Roma 2 Istituto Medicina del Lavoro, Università Cattolica S. Cuore, Roma Corrispondenza: V. Anzelmo - Istituto Medicina del Lavoro, Università Cattolica S. Cuore, L.go A. Gemelli 8 - 00168 Roma, Italy - E-mail: vincenza.anzelmo@rm.unicatt.i CRITERIA OF HEALTH EVALUATION FOR MASS MEDIA OPERATOR IN FOREIGN COUNTRIES Key words: work in foreign countries, criteria of health evaluation, medical standard, lavoro all’estero, criteri di valutazione di idoneità, standard sanitari. ABSTRACT. The mass media operators represent a category of workers in foreign countries with middle and short stay in different times and areas during the same year. The risks are connected to geographic area and country of destination (climate, area of residence, infections, safety of the food and water), but also to critical situations for events related to natural disaster, political and social situation. They were studied 166 mass media operators that, in 2005, carried out 358 missions in foreign countries in areas at high risk. The health surveillance with clinical protocols and vaccine programs was carried out using criteria of health evaluation codified. INTRODUZIONE Le profonde modificazioni dei mercati e dei comparti lavorativi hanno evidenziato la necessità, per quasi tutti i settori produttivi, di esportare non solo prodotti, ma anche uomini, esperienze e attività, con conseguente incremento dei soggetti che viaggiano e soggiornano per lavoro all’estero. Le aziende hanno attivato i supporti sanitari per garantire la tutela della salute anche di questa particolare categoria lavorativa. Per molti anni le aziende hanno gestito, in modo autonomo e con procedure preventive e sanitarie diverse, questi lavoratori avendo come unico riferimento il Regolamento Sanitario Internazionale recepito in Italia con la Legge 106/82. Il DLgs 626/94 ha fornito le indicazioni metodologiche per tutelare operatori la cui attività è spesso condizionata più che dai veri e propri rischi da lavoro, da fattori collegati alle condizioni di soggiorno, di vita e socio-politiche del paese ospitante. Nell’ambito delle classificazioni del lavoro all’estero, gli operatori dell’informazione rientrano in quello con soggiorni medio-brevi, ripetuti diverse volte all’anno, in aree sempre diverse. La valutazione del rischio per questo comparto, deve tener conto soprattutto dei rischi legati all’area geografica e al paese di destinazione: le situazioni climatiche, l’area di residenza (urbana/extraurbana), le condizioni abitative (presenza di vettori di infezione), le condizioni di vita (condizioni igieniche, sicurezza del cibo e dell’acqua), i mezzi di trasporto utilizzati ed il contesto socio-politico che è motivo della missione lavorativa, ovvero seguire e documentare eventi internazionali in aree geografiche, che possono anche comprendere situazioni critiche per eventi legati a calamità naturali o a situazioni politiche, sociali e belliche. MATERIALI E METODI Nell’anno 2005, 166 operatori dell’informazione, giornalisti e tecnici, (di cui 125 maschi e 41 donne con età media di 47 anni) hanno svolto 358

G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 61 www.gimle.fsm.it Tabella I. Stratificazione delle missioni per aree geografiche e permanenza missioni all’estero, per una durata di soggiorno complessiva di 2.872 gg. Le aree di destinazione (Tabella I) hanno riguardato soprattutto l’Asia centrale ed il Medio Oriente (61%), l’Africa (19%), l’Europa Meridionale e quella Orientale (14%). Nella maggior parte dei casi aree geografiche a rischio sia per fattori climatici che per contesti critici da un punto di vista socio-politico. Per la sorveglianza sanitaria di questi operatori è applicata una metodologia codificata che tiene conto dei parametri sopraindicati, presenti nella valutazione dei rischi, e utilizza adeguati protocolli sanitari, programmi vaccinali, specifici percorsi formativi. Sono state analizzate le idoneità all’attività lavorativa all’estero dei 166 operatori dell’informazione e la metodologia idoneativa è stata confrontata con i dati della letteratura. I criteri di idoneità individuati, nell’ambito del binomio ambienteuomo, si avvalgono dei seguenti parametri: a) area geografica di destinazione; b) viaggio con livelli di rischio, c) durata del soggiorno, d) tipologia della missione, e) età e sesso del lavoratore c) preesistenza di patologie, d) condizioni di salute al momento della partenza. RISULTATI Dei 166 operatori dell’informazione, 152 sono risultati idonei a svolgere l’attività in missioni all’estero; 9 operatori sono risultati temporaneamente non idonei per patologie acute intercorrenti; 5 operatori sono risultati non idonei per l’area geografica di destinazione in quanto lo stato vaccinale al momento della partenza non era adeguato al rischio biologico valutato. DISCUSSIONE Lo schema metodologico della medicina del lavoro applicata ai viaggi, oggetto di specifica linea guida SIMLII, ha permesso di individuare parametri idoneativi di esclusione e di limitazione codificati, legati soprattutto all’area geografica di destinazione, alle patologie dei soggetti, a fattori psicologici di rischio e di stress, allo stato vaccinale al momento della partenza. La pianificazione del viaggio all’estero per i lavoratori deve coinvolgere oltre ai settori aziendali responsabili, il medico del lavoro che effettuerà i controlli sanitari per individuare soggetti affetti da patologie o condizioni di vulnerabilità legata a condizioni particolari e lo stato vaccinale. I risultati clinici dovranno essere rapportati alla tipologia delle trasferte considerando anche il ruolo rilevante della motivazione personale e dalle capacità di interagire adeguatamente con le realtà locali. BIBLIOGRAFIA 1) Bianco P, Anzelmo V, Ieraci R, Comito M, Castellino N. Prospettive interdisciplinari per la tutela dei lavoratori che viaggiano e soggiornano all’estero: travel and occupational medicine. 2) Atti Convegno “I viaggi all’estero e le patologie da rientro” Roma, novembre 2004; 35-50. P-05 LA VALUTAZIONE DEL “DANNO BIOLOGICO” NELLE TECNOPATIE E NELL’INFORTUNISTICA SUL LAVORO. NOSTRE ESPERIENZE A OLTRE CINQUE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DELLA TABELLA F. Martire1 , G. De Luca2 1 Medico del Lavoro, Coordinatore Regionale Medicina Legale del Lavoro Patronato INCA CGIL Calabria 2 Medico del Lavoro; Medico Competente Corrispondenza: Coordinamento Regionale Calabrese Danni da Lavoro, Servizio Sanitario Patronato INCA - CGIL - calabria@inca.it, Via Massara, 22 - 88100 Catanzaro, Italy - Tel. 0961-74657/747736, E-mail: francomartire@aliceposta.it Francesco Martire, Via Sicilia, 43 - 87100 Cosenza, Italy EVALUATION OF THE “BIOLOGICAL DAMAGE” IN THE PROFESSIONAL DISEASES AND IN THE ACCIDENTS ON THE JOB. RESULTS AFTER OVER FIVE YEARS OF EXPERIENCE. Key words: biological damage, professional diseases, accidents on the job, danno biologico, infortunio, malattia professionale. ABSTRACT. The investigation has been developed on 845 workers submitted to a collegial medical visit in order to appraise occupational pathologies. The collegial medical visit has been effected in consequence of an opposition introduced by a worker to contest a medical evaluation which had already been expressed by a coroner doctor of the national institute for accidents and health insurance (Inail). In this investigation, which lasted over 5 years, it is possible to underline the limits of the law whitch regulates the evaluation of the biological damage to the workers. In conclusion, sonne new proposals to supplement the quoted law hawe been obtained, as well as effective suggestions for the occupational deseases doctor that assists the worker in the medico-legal and judicial cases. INTRODUZIONE Il contenzioso medico legale sulla valutazione di una infermità conseguente ad infortunio sul lavoro o malattia professionale è regolata dall’art. 104 del DPR n. 1124 / 65 per cui l’assicurato che vuole opporsi ad una valutazione espressa dal medico dell’INAIL, prima di ricorrere al contenzioso giudiziario, comunica formalmente il proprio dissenso all’Istituto e si fa assistere da un medico di fiducia o da un medico di Patronato (ai sensi e per gli effetti della L. 533 / 1973 che modifica il capo II, art. 442 e 443, del Titolo IV del libro II del codice di procedura civile approvato con R.D. n. 1443 del 28/10/1940). Pertanto, la “collegiale medica” che ne consegue rappresenta un importante tentativo di composizione del contenzioso in via pre-giudiziaria. In tale contesto si realizza in contraddittorio, tra il medico Inail ed il medico del Patronato, un attento esame obiettivo dell’infortunato ma anche una circostanziata analisi della documentazione inerente le visite specialistiche e degli accertamenti strumentali effettuati dallo stesso. L’obiettivo è quello, arduo, di ottenere una giusta valutazione del danno subito, evitando al lavoratore il ricorso alle vie legali; ma, in caso di disaccordo tra le parti, il compito del medico del Patronato è quello di giustificare con professionalità il proprio dissenso (che verrà verbalizzato) impostando, così, correttamente il prosieguo del contenzioso medico legale. In conseguenza del D.L.vo n. 38 del 2000, la valutazione del danno derivante da infortunio sul lavoro o da tecnopatia viene effettuata come “danno biologico”. MATERIALI E METODI La nostra esperienza è stata condotta attraverso l’assistenza per la tutela medico-legale diretta dei lavoratori infortunati o affetti da malattia professionale, nell’ambito delle visite mediche collegiali nel territorio della provincia di Cosenza. Il periodo preso in considerazione va dall’anno 2000 a tutto il mese di Luglio 2006. Il numero complessivo di casi esaminati è di 845: di questi, 402 casi sono stati valutati come “danno biologico”. Il 93% del totale complessivo era rappresentato da danni conseguenti a infortunio sul lavoro ed il 7% da malattie professionali. RISULTATI L’esito dell’indagine, condotta con le modalità e con i casi precedentemente esposti, ha dato i seguenti risultati: – nel 69% dei casi è stato collegialmente riconosciuto un incremento dei punti percentuali precedentemente assegnati dall’Ente assicuratore; – nel 13% dei casi la collegiale si è chiusa con parere discorde delle parti medico-legali, predisponendo il contenzioso giudiziario; – nel 10% dei casi il punteggio è rimasto invariato; – nell’ 8% dei casi non si è proceduto alla valutazione del danno in quanto la collegiale era stata accolta in modo non strettamente conforme ai requisiti legali di cui all’art. 104 del D.P.R. 1124 / ’65.

G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 61<br />

www.gimle.fsm.it<br />

Tabella I. Stratificazione <strong>del</strong>le missioni per aree geografiche<br />

e permanenza<br />

missioni all’estero, per una durata <strong>di</strong> soggiorno complessiva <strong>di</strong> 2.872 gg.<br />

Le aree <strong>di</strong> destinazione (Tabella I) hanno riguardato soprattutto l’Asia centrale<br />

<strong>ed</strong> il Me<strong>di</strong>o Oriente (61%), l’Africa (19%), l’Europa Meri<strong>di</strong>onale e<br />

quella Orientale (14%). Nella maggior parte dei casi aree geografiche a rischio<br />

sia per fattori climatici che per contesti critici da un punto <strong>di</strong> vista<br />

socio-politico. Per la sorveglianza sanitaria <strong>di</strong> questi operatori è applicata<br />

una metodologia co<strong>di</strong>ficata che tiene conto dei parametri soprain<strong>di</strong>cati,<br />

presenti nella valutazione dei rischi, e utilizza adeguati protocolli sanitari,<br />

programmi vaccinali, specifici percorsi formativi. Sono state analizzate le<br />

idoneità all’attività lavorativa all’estero dei 166 operatori <strong>del</strong>l’informazione<br />

e la metodologia idoneativa è stata confrontata con i dati <strong>del</strong>la letteratura.<br />

I criteri <strong>di</strong> idoneità in<strong>di</strong>viduati, nell’ambito <strong>del</strong> binomio ambienteuomo,<br />

si avvalgono dei seguenti parametri: a) area geografica <strong>di</strong> destinazione;<br />

b) viaggio con livelli <strong>di</strong> rischio, c) durata <strong>del</strong> soggiorno, d) tipologia<br />

<strong>del</strong>la missione, e) età e sesso <strong>del</strong> lavoratore c) preesistenza <strong>di</strong> patologie,<br />

d) con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute al momento <strong>del</strong>la partenza.<br />

RISULTATI<br />

Dei 166 operatori <strong>del</strong>l’informazione, 152 sono risultati idonei a svolgere<br />

l’attività in missioni all’estero; 9 operatori sono risultati temporaneamente<br />

non idonei per patologie acute intercorrenti; 5 operatori sono risultati<br />

non idonei per l’area geografica <strong>di</strong> destinazione in quanto lo stato<br />

vaccinale al momento <strong>del</strong>la partenza non era adeguato al rischio biologico<br />

valutato.<br />

DISCUSSIONE<br />

Lo schema metodologico <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro applicata ai<br />

viaggi, oggetto <strong>di</strong> specifica linea guida SIMLII, ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

parametri idoneativi <strong>di</strong> esclusione e <strong>di</strong> limitazione co<strong>di</strong>ficati, legati<br />

soprattutto all’area geografica <strong>di</strong> destinazione, alle patologie dei soggetti,<br />

a fattori psicologici <strong>di</strong> rischio e <strong>di</strong> stress, allo stato vaccinale al momento<br />

<strong>del</strong>la partenza. La pianificazione <strong>del</strong> viaggio all’estero per i lavoratori<br />

deve coinvolgere oltre ai settori aziendali responsabili, il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro<br />

che effettuerà i controlli sanitari per in<strong>di</strong>viduare soggetti affetti da<br />

patologie o con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vulnerabilità legata a con<strong>di</strong>zioni particolari e lo<br />

stato vaccinale. I risultati clinici dovranno essere rapportati alla tipologia<br />

<strong>del</strong>le trasferte considerando anche il ruolo rilevante <strong>del</strong>la motivazione<br />

personale e dalle capacità <strong>di</strong> interagire adeguatamente con le realtà locali.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Bianco P, Anzelmo V, Ieraci R, Comito M, Castellino N. Prospettive<br />

inter<strong>di</strong>sciplinari per la tutela dei lavoratori che viaggiano e soggiornano<br />

all’estero: travel and occupational me<strong>di</strong>cine.<br />

2) Atti Convegno “I viaggi all’estero e le patologie da rientro” Roma,<br />

novembre 2004; 35-50.<br />

P-05<br />

LA VALUTAZIONE DEL “DANNO BIOLOGICO” NELLE TECNOPATIE<br />

E NELL’INFORTUNISTICA SUL LAVORO. NOSTRE ESPERIENZE<br />

A OLTRE CINQUE ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DELLA TABELLA<br />

F. Martire1 , G. De Luca2 1 Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Coor<strong>di</strong>natore Regionale Me<strong>di</strong>cina Legale<br />

<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Patronato INCA CGIL Calabria<br />

2 Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>; Me<strong>di</strong>co Competente<br />

Corrispondenza: Coor<strong>di</strong>namento Regionale Calabrese Danni<br />

da <strong>Lavoro</strong>, Servizio Sanitario Patronato INCA - CGIL<br />

- calabria@inca.it, Via Massara, 22 - 88100 Catanzaro, Italy<br />

- Tel. 0961-74657/747736, E-mail: francomartire@aliceposta.it<br />

Francesco Martire, Via Sicilia, 43 - 87100 Cosenza, Italy<br />

EVALUATION OF THE “BIOLOGICAL DAMAGE” IN THE<br />

PROFESSIONAL DISEASES AND IN THE ACCIDENTS<br />

ON THE JOB. RESULTS AFTER OVER FIVE YEARS<br />

OF EXPERIENCE.<br />

Key words: biological damage, professional <strong>di</strong>seases, accidents<br />

on the job, danno biologico, infortunio, malattia professionale.<br />

ABSTRACT. The investigation has been develop<strong>ed</strong> on 845 workers<br />

submitt<strong>ed</strong> to a collegial me<strong>di</strong>cal visit in order to appraise occupational<br />

pathologies. The collegial me<strong>di</strong>cal visit has been effect<strong>ed</strong> in consequence<br />

of an opposition introduc<strong>ed</strong> by a worker to contest a me<strong>di</strong>cal evaluation<br />

which had already been express<strong>ed</strong> by a coroner doctor of the national<br />

institute for accidents and health insurance (Inail).<br />

In this investigation, which last<strong>ed</strong> over 5 years, it is possible<br />

to underline the limits of the law whitch regulates the evaluation<br />

of the biological damage to the workers.<br />

In conclusion, sonne new proposals to supplement the quot<strong>ed</strong> law<br />

hawe been obtain<strong>ed</strong>, as well as effective suggestions for the<br />

occupational deseases doctor that assists the worker in the<br />

me<strong>di</strong>co-legal and ju<strong>di</strong>cial cases.<br />

INTRODUZIONE<br />

Il contenzioso me<strong>di</strong>co legale sulla valutazione <strong>di</strong> una infermità conseguente<br />

ad infortunio sul lavoro o malattia professionale è regolata dall’art.<br />

104 <strong>del</strong> DPR n. 1124 / 65 per cui l’assicurato che vuole opporsi ad<br />

una valutazione espressa dal me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>l’INAIL, prima <strong>di</strong> ricorrere al<br />

contenzioso giu<strong>di</strong>ziario, comunica formalmente il proprio <strong>di</strong>ssenso all’Istituto<br />

e si fa assistere da un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> fiducia o da un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Patronato<br />

(ai sensi e per gli effetti <strong>del</strong>la L. 533 / 1973 che mo<strong>di</strong>fica il capo II,<br />

art. 442 e 443, <strong>del</strong> Titolo IV <strong>del</strong> libro II <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ura civile approvato<br />

con R.D. n. 1443 <strong>del</strong> 28/10/1940). Pertanto, la “collegiale me<strong>di</strong>ca”<br />

che ne consegue rappresenta un importante tentativo <strong>di</strong> composizione<br />

<strong>del</strong> contenzioso in via pre-giu<strong>di</strong>ziaria. In tale contesto si realizza in<br />

contrad<strong>di</strong>ttorio, tra il me<strong>di</strong>co Inail <strong>ed</strong> il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> Patronato, un attento<br />

esame obiettivo <strong>del</strong>l’infortunato ma anche una circostanziata analisi <strong>del</strong>la<br />

documentazione inerente le visite specialistiche e degli accertamenti strumentali<br />

effettuati dallo stesso. L’obiettivo è quello, arduo, <strong>di</strong> ottenere una<br />

giusta valutazione <strong>del</strong> danno subito, evitando al lavoratore il ricorso alle<br />

vie legali; ma, in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo tra le parti, il compito <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong><br />

Patronato è quello <strong>di</strong> giustificare con professionalità il proprio <strong>di</strong>ssenso<br />

(che verrà verbalizzato) impostando, così, correttamente il prosieguo <strong>del</strong><br />

contenzioso me<strong>di</strong>co legale. In conseguenza <strong>del</strong> D.L.vo n. 38 <strong>del</strong> 2000, la<br />

valutazione <strong>del</strong> danno derivante da infortunio sul lavoro o da tecnopatia<br />

viene effettuata come “danno biologico”.<br />

MATERIALI E METODI<br />

La nostra esperienza è stata condotta attraverso l’assistenza per la tutela<br />

me<strong>di</strong>co-legale <strong>di</strong>retta dei lavoratori infortunati o affetti da malattia<br />

professionale, nell’ambito <strong>del</strong>le visite me<strong>di</strong>che collegiali nel territorio<br />

<strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Cosenza. Il periodo preso in considerazione va dall’anno<br />

2000 a tutto il mese <strong>di</strong> Luglio 2006. Il numero complessivo <strong>di</strong> casi<br />

esaminati è <strong>di</strong> 845: <strong>di</strong> questi, 402 casi sono stati valutati come “danno<br />

biologico”. Il 93% <strong>del</strong> totale complessivo era rappresentato da danni conseguenti<br />

a infortunio sul lavoro <strong>ed</strong> il 7% da malattie professionali.<br />

RISULTATI<br />

L’esito <strong>del</strong>l’indagine, condotta con le modalità e con i casi prec<strong>ed</strong>entemente<br />

esposti, ha dato i seguenti risultati:<br />

– nel 69% dei casi è stato collegialmente riconosciuto un incremento<br />

dei punti percentuali prec<strong>ed</strong>entemente assegnati dall’Ente assicuratore;<br />

– nel 13% dei casi la collegiale si è chiusa con parere <strong>di</strong>scorde <strong>del</strong>le<br />

parti me<strong>di</strong>co-legali, pre<strong>di</strong>sponendo il contenzioso giu<strong>di</strong>ziario;<br />

– nel 10% dei casi il punteggio è rimasto invariato;<br />

– nell’ 8% dei casi non si è proc<strong>ed</strong>uto alla valutazione <strong>del</strong> danno in<br />

quanto la collegiale era stata accolta in modo non strettamente<br />

conforme ai requisiti legali <strong>di</strong> cui all’art. 104 <strong>del</strong> D.P.R. 1124 / ’65.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!