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Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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158 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl<br />

www.gimle.fsm.it<br />

P-21<br />

IL MOBBING, VERSO UNA RIVOLUZIONE CULTURALE<br />

E GIURIDICA? INDAGINI PRELIMINARI IN COLLABORAZIONE<br />

CON I PREVIDENZIALISTI DI BARI<br />

L.A. Fino1 1 AUSL BA/4, Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione, Servizio SPESAL,<br />

Via Murat, 2 - 70122 Bari<br />

Corrispondenza: Dr. Luigi Antonio Fino - Via Matteotti, 24<br />

- 70121 Bari, Tel. 080-5543992 - Cell. 335/8018103, E-mail: luigifino@libero.it<br />

THE MOBBING. TOWARDS A CULTURAL AND JURIDICAL<br />

REVOLUTION? PRELIMINARY INVESTIGATIONS<br />

IN COOPERATION WITH LAWYERS IN BARI<br />

Key words: mobbing, working con<strong>di</strong>tions, culture and sentences.<br />

ABSTRACT. This preliminar investigation’ll inform researchers<br />

about the perception of mobbing correlate <strong>di</strong>seases.<br />

Our area of investigation’ill be lawyers’s work on this matter.<br />

The first acknowl<strong>ed</strong>ge implies the filling up of a form of ours by means<br />

of 20 lawyers.<br />

As agre<strong>ed</strong> upon, the people we got in touch with, will inform us about<br />

their future situation, as far as me<strong>di</strong>cal and social aspects are<br />

concern<strong>ed</strong>.<br />

INTRODUZIONE<br />

Accanto ai rischi tra<strong>di</strong>zionali (chimici, fisici e biologici) per la salute<br />

<strong>del</strong> lavoratore, i rischi psicosociali <strong>ed</strong> organizzativi <strong>di</strong>ventano ogni<br />

giorno <strong>di</strong> più una <strong>del</strong>le cause <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong>la salute sul posto <strong>di</strong> lavoro.<br />

Fra questi il “rischio relazionale” o “interpersonale” si è posto all’attenzione<br />

<strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro solo <strong>di</strong> recente, ma in modo crescente.<br />

Negli ultimi anni, il mobbing è in incremento per motivazioni <strong>di</strong> carattere<br />

macroeconomico (globalizzazione, gran<strong>di</strong> emergenze internazionali,<br />

fusioni, ecc.), e per il cambiamento <strong>del</strong>le tipologie <strong>di</strong> lavoro e dei<br />

correlati rischi lavorativi.<br />

Le indagini scientifiche rigorose su questo tema sono poche e non<br />

esaustive, a livello nazionale <strong>ed</strong> internazionale, anche perché condotte su<br />

popolazioni con scarsa numerosità. D’altronde, il tema dei <strong>di</strong>sturbi e <strong>del</strong>le<br />

patologie derivanti da, o riconducibili a, situazioni mobbizzanti pare rivestire<br />

carattere <strong>di</strong> patologia sociale <strong>di</strong>lagante, se si considerano le statistiche<br />

<strong>del</strong>l’European Foundation for the Improvement of Living and<br />

Working Con<strong>di</strong>tions, un’istituzione <strong>del</strong>l’Unione Europea, secondo la<br />

quale in Italia la prevalenza <strong>del</strong> fenomeno tra i lavoratori è <strong>del</strong> 4.2%, ossia<br />

<strong>di</strong> circa 800.000-1.000.000 persone coinvolte (anno 1996-97). Una ricerca<br />

recente condotta da istituzioni bancarie avrebbe rilevato, in quest’area,<br />

prevalenze molto più elevate, <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> 18% (anno 2000).<br />

MATERIALI E METODI<br />

Il mobbing è comunemente definito come una forma <strong>di</strong> molestia o<br />

violenza psicologica esercitata quasi sempre con intenzionalità lesiva, ripetuta<br />

in modo iterativo, con modalità polimorfe; l’azione persecutoria<br />

è intrapresa per un periodo determinato, arbitrariamente stabilito in almeno<br />

sei mesi sulla base dei primi rilievi sv<strong>ed</strong>esi, ma con ampia variabilità<br />

<strong>di</strong>pendente dalle modalità <strong>di</strong> attuazione e dai tratti <strong>del</strong>la personalità<br />

dei soggetti, con la finalità o la conseguenza <strong>del</strong>l’estromissione <strong>del</strong>la<br />

persona da quel posto <strong>di</strong> lavoro. A tal proposito, sembra più opportuno<br />

parlare <strong>di</strong> “soglia in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> resistenza alla violenza psicologica” capace<br />

<strong>di</strong> indurre una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> mobbing, che è possibile esprimere<br />

come funzione <strong>di</strong>: (intensità <strong>del</strong>la violenza) - (tempo <strong>di</strong> esposizione) -<br />

(tratti <strong>del</strong>la personalità).<br />

La violenza morale è esercitata me<strong>di</strong>ante attacchi contro la persona<br />

<strong>del</strong> lavoratore, il lavoro svolto, la funzione lavorativa ricoperta e, infine,<br />

lo status <strong>del</strong> lavoratore, da parte <strong>di</strong> un singolo soggetto protagonista<br />

(mobber), generalmente un superiore. In alcuni casi costui viene “coa<strong>di</strong>uvato”<br />

da <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> gruppo complesse, intrecciate e gestite da un<br />

“coro” <strong>di</strong> colleghi che concorre – in maniera più o meno consapevole –<br />

alla violenza psicologica, sia con atteggiamento <strong>di</strong> attiva partecipazione,<br />

sia come testimone passivo, incapace <strong>di</strong> contrastare tale attività per presunte<br />

convenienze secondarie.<br />

L’analisi rispettivamente <strong>del</strong>le situazioni lavorative <strong>di</strong> mobbing e<br />

<strong>del</strong>le malattie mobbing-correlate è particolarmente critica per i seguenti<br />

motivi:<br />

a) la fonte precipua d’informazione è rappresentata, nella situazione attuale,<br />

quasi esclusivamente dalla raccolta anamnestica <strong>di</strong>retta;<br />

b) la possibilità <strong>di</strong> verifica <strong>di</strong> questi dati è scarsa, in quanto – solitamente<br />

– la collaborazione <strong>del</strong>l’ambiente <strong>di</strong> lavoro è carente. Le citate<br />

<strong>di</strong>fficoltà devono essere affrontate con una strategia ad ampio<br />

raggio che non esclude la possibilità <strong>di</strong> falsi positivi, ma ne può ridurre<br />

la frequenza, me<strong>di</strong>ante una rigorosa osservanza dei seguenti<br />

punti:<strong>di</strong>chiarazione autocertificata <strong>del</strong>la situazione <strong>di</strong> lavoro da<br />

parte <strong>del</strong> soggetto;<br />

c) identificazione <strong>del</strong> livello <strong>di</strong> atten<strong>di</strong>bilità <strong>del</strong> paziente <strong>ed</strong> esclusione<br />

<strong>di</strong> un possibile <strong>di</strong>sturbo fittizio;<br />

d) identificazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo psichiatrico non legato al lavoro;<br />

e) identificazione <strong>del</strong>le caratteristiche e/o comportamenti che definiscono<br />

la situazione <strong>di</strong> mobbing;<br />

f) contatto formale con il me<strong>di</strong>co competente – ove previsto – al fine<br />

sia <strong>di</strong> aggiungere elementi <strong>di</strong> validazione <strong>del</strong>l’anamnesi fornita e sottoscritta<br />

dal lavoratore vittima <strong>del</strong> mobbing, sia <strong>di</strong> informare e resposabilizzare<br />

il me<strong>di</strong>co competente stesso;<br />

g) definizione <strong>del</strong> quadro clinico e <strong>del</strong>la sua compatibilità con le sindromi<br />

mobbing-correlate.<br />

Gli strumenti necessari a sod<strong>di</strong>sfare questi criteri sono:<br />

a) la specifica preparazione alla conduzione <strong>di</strong> colloqui psicologicopsichiatrici<br />

mirati;<br />

b) l’impiego <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> rilevazione <strong>del</strong>la situazione <strong>di</strong> mobbing vali<strong>di</strong><br />

e sensibili, con particolare riferimento all’organizzazione <strong>del</strong> lavoro<br />

all’interno <strong>del</strong>l’azienda;<br />

c) l’impiego <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> psico<strong>di</strong>agnostici vali<strong>di</strong> e sensibili;<br />

d) effettuazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi sindromica.<br />

La <strong>di</strong>fferenziazione suggerita è la seguente:<br />

a) DDA in situazione occupazionale vissuta come avversativa;<br />

b) DDA in situazione occupazionale stressogena.<br />

Queste due <strong>di</strong>agnosi si riferiscono a componenti soggettive <strong>di</strong> valutazione<br />

da parte <strong>del</strong> paziente e a situazioni <strong>di</strong> stress generico<br />

a) DDA compatibile con situazione anamnesticamente avversativa;<br />

b) DDA occupazionale;<br />

c) DPTS con prevalente componente occupazionale;<br />

d) DPTS occupazionale.<br />

Le norme giuri<strong>di</strong>che relative al mobbing sono oggi in Italia ancora<br />

assolutamente carenti a cause <strong>del</strong>la recente emersione <strong>del</strong> fenomeno e<br />

<strong>del</strong>la ancora incerta definizione <strong>del</strong>lo stesso.<br />

Tentativi <strong>di</strong> articolare norme precise si devono al legislatore regionale,<br />

come la L.R. <strong>del</strong>la Regione Lazio <strong>del</strong>l’11 luglio 2002 con la quale<br />

si cerca <strong>di</strong> definire il mobbing e quin<strong>di</strong> si prev<strong>ed</strong>ono interventi <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

e l’istituzione <strong>di</strong> un organismo <strong>di</strong> assistenza ai lavoratori e <strong>di</strong><br />

monitoraggio <strong>del</strong> fenomeno.<br />

La presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri ha quin<strong>di</strong> promosso ricorso<br />

alla Corte Costituzionale ritenendo la pr<strong>ed</strong>etta legge invasiva <strong>di</strong> competenze<br />

statuali.<br />

Va valutato comunque che il danno psicologico, alla vita <strong>di</strong> relazione<br />

e tutte le lesioni alla salute <strong>del</strong> lavoratore sono già tutelate in quanto tali<br />

da norme già esistenti, in particolare l’articolo 2087 <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce civile.<br />

Le future normative dovranno invece definire organicamente la valenza<br />

<strong>di</strong> vessazioni sistematiche poste in essere nei confronti <strong>di</strong> un soggetto<br />

per l<strong>ed</strong>erne l’integrità psicofisica o quanto meno provocarne l’emarginazione.<br />

Le norme giuri<strong>di</strong>che terranno conto, come già accennato in prec<strong>ed</strong>enza,<br />

essenzialmente:<br />

1) <strong>del</strong>la ripetitività <strong>del</strong>le condotte lesive,<br />

2) <strong>del</strong>la intenzionalità <strong>del</strong>le stesse,<br />

3) <strong>del</strong>la volontarietà degli effetti che ad essere devono conseguire.<br />

Tali elementi devono coesistere e trovano riscontri anche in ambito<br />

non giuslavoristico. Importante a tal riguardo la sentenza <strong>del</strong>la Corte <strong>di</strong><br />

Appello <strong>di</strong> Torino <strong>del</strong> 21 febbraio 2000, che identificava nell’azione lesiva<br />

<strong>del</strong> marito nei confronti <strong>del</strong>la propria moglie atteggiamenti tipo mobbing:<br />

svalutazione ripetuta in presenza <strong>di</strong> terzi, con offese sul valore estetico e<br />

quin<strong>di</strong> su quello <strong>di</strong> moglie e madre. La Corte ha ritenuto detti comportamenti<br />

causa <strong>di</strong> addebito per la separazione. Questa sentenza richiama facilmente,<br />

anche se in<strong>di</strong>rettamente, sia i dettami <strong>del</strong>l’OMS che la classificazione<br />

ISPESL sui rischi trasversali circa l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro.

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