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Indice - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia ...

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156 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl<br />

www.gimle.fsm.it<br />

to make the <strong>di</strong>agnosis of pathology and to evince the aetiology<br />

of occupational adjustment <strong>di</strong>sorder, underlining the ne<strong>ed</strong> for a<br />

multi<strong>di</strong>sciplinary approach to the patient. In fact, the Specialist in<br />

Occupational Me<strong>di</strong>cine co-or<strong>di</strong>nates the work of other Specialists,<br />

e.g. Occupational Psychologist, Clinical Psychologist and Psychiatrist,<br />

each of them owning a peculiar job: the first the in<strong>di</strong>viduation of work<br />

organisational constraints, the second the personality of the patient,<br />

the latter the clinical <strong>di</strong>agnosis.<br />

On the contrary, the main responsibility pertaining to the Specialist in<br />

Occupational Me<strong>di</strong>cine is to make a <strong>di</strong>agnosis of occupational <strong>di</strong>sorder,<br />

bas<strong>ed</strong> on the evidence of a clear and reliable cause-effect relationship.<br />

Finally, Authors try to explain why, among many suspect<strong>ed</strong> cases of<br />

occupational adjustment <strong>di</strong>sorders (N = 38), only few where recognis<strong>ed</strong><br />

to be true occupational <strong>di</strong>sorders (N = 5).<br />

INTRODUZIONE<br />

Il mobbing, termine mutuato dall’inglese per descrivere una situazione<br />

<strong>di</strong> violenza morale esercitata in maniera sistematica e con intento<br />

persecutorio nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro (Leymann 1996), è un fenomeno che<br />

frequentemente si pone e sempre più frequentemente si porrà, almeno per<br />

il futuro prossimo, all’attenzione dei Me<strong>di</strong>ci in generale e <strong>di</strong> quelli Specialisti<br />

in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> in particolare. La letteratura scientifica<br />

nazionale <strong>ed</strong> internazionale è concorde nel ritenere in<strong>di</strong>spensabile una<br />

sempre più accurata stima e conoscenza <strong>di</strong> tale fattore <strong>di</strong> rischio professionale<br />

emergente, sia in termini <strong>di</strong> prevalenza epidemiologica, secondo<br />

molti sottostimata, sia in relazione alle conseguenze somato-psichiche<br />

che affliggono le vittime sottoposte all’azione <strong>del</strong> fattore <strong>di</strong> rischio operante<br />

per un tempo adeguato, sia alle possibili strategie preventive. È in<br />

questo spirito che gli Autori hanno approntato, circa tre anni or sono, un<br />

Ambulatorio per lo Stu<strong>di</strong>o dei Disturbi da Disadattamento Lavorativo<br />

presente in seno alla U.S.C. <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> degli Osp<strong>ed</strong>ali Riuniti<br />

<strong>di</strong> Bergamo, l’esperienza <strong>del</strong> quale descrivono nel presente lavoro.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Nel triennio 2004-2006 sono afferiti al nostro “ambulatorio mobbing”<br />

38 pazienti eterogenei per sesso <strong>ed</strong> età, inviati su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong><br />

Me<strong>di</strong>co Curante o <strong>di</strong> altri Specialisti (Psichiatra, Neurologo, Me<strong>di</strong>co<br />

Competente). Ogni Paziente è stato sottoposto alla valutazione clinicostrumentale<br />

conforme al protocollo concordato <strong>ed</strong> adottato dal team multi<strong>di</strong>sciplinare,<br />

che prev<strong>ed</strong>e in primis una visita con il Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>,<br />

che si perita <strong>di</strong> eseguire una accurata e circostanziata anamnesi patologica<br />

e lavorativa, in particolare evidenziando, ove esistenti, oltre ai sintomi<br />

patologici <strong>ed</strong> alle malattie eventualmente già in essere e <strong>di</strong>agnosticate,<br />

anche gli elementi <strong>di</strong> costrittività organizzativa che il Paziente riferisce,<br />

correlando temporalmente gli uni agli altri. Segue la valutazione <strong>del</strong>lo<br />

Psicologo <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, finalizzata ad attestare oltre l’atten<strong>di</strong>bilità <strong>del</strong> <strong>di</strong>chiarante,<br />

anche la modalità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’attività vessatoria, analizzando<br />

gli specifici meccanismi relazionali e comportamentali tra la figura<br />

<strong>del</strong> mobbizzatore e quella <strong>del</strong> mobbizzato. Il passo successivo comprende<br />

una prima <strong>di</strong>scussione multi<strong>di</strong>sciplinare, che v<strong>ed</strong>e coinvolti anche<br />

lo Psicologo Clinico e lo Psichiatra, e dalla quale si conclude se la documentazione<br />

sanitaria specialistica presentata dal Paziente (stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> personalità,<br />

<strong>di</strong>agnosi psichiatrica) è sufficiente o necessiti <strong>di</strong> essere integrata<br />

in uno o più aspetti sostanziali, nel qual caso l’iter <strong>di</strong>agnostico viene completato<br />

con l’intervento <strong>di</strong> queste due figure professionali. Il caso clinico<br />

viene quin<strong>di</strong> ulteriormente esplicitato in un secondo incontro multi<strong>di</strong>sciplinare<br />

nel corso <strong>del</strong> quale, oltre a formulare l’eventuale <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> compatibilità<br />

eziologica secondo le in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> Documento <strong>di</strong> Consenso,<br />

si stabiliscono anche le in<strong>di</strong>cazioni terapeutiche e “gestionali” da fornire<br />

al Paziente.<br />

RISULTATI<br />

Sono stati esaminati 38 Pazienti, 22 maschi (59%) e 16 femmine<br />

(41%), <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a pari a 41 anni (± 9 anni) e minimo e massimo rispettivamente<br />

pari a 23 e 59 anni. Le richieste <strong>di</strong> valutazione per “sospetto<br />

mobbing” sono pervenute quasi sempre da parte <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Generale, sia su in<strong>di</strong>cazione propria (in 30 casi su 38) sia su in<strong>di</strong>cazione<br />

specialistica (neurologica o psichiatrica). In 2 casi il Paziente è stato inviato<br />

<strong>di</strong>rettamente dal Me<strong>di</strong>co Competente. Il grado <strong>di</strong> istruzione rilevato<br />

v<strong>ed</strong>e preponderante la scolarità me<strong>di</strong>a inferiore (21 casi su 38, pari al<br />

55% circa), rispetto a quella me<strong>di</strong>a superiore (13 casi su 38, pari al 35%<br />

circa) <strong>ed</strong> alla laurea (4 casi su 38, pari al 10% circa). Il settore lavorativo<br />

privato (79%) incide per una quota <strong>di</strong> lavoratori significativamente maggiore<br />

rispetto a quello pubblico (21%). In or<strong>di</strong>ne alla mansione lavorativa<br />

svolta, sono risultate più numerose le richieste <strong>di</strong> valutazione da parte dei<br />

cosiddetti “colletti bianchi” (60%), rispetto ai “colletti blu” (40%). In particolare,<br />

si sono presentati al nostro ambulatorio 17 impiegati, 7 operai, 6<br />

commessi/banconieri, 2 <strong>di</strong>rigenti, 2 insegnanti, 2 autisti, 1 libero professionista,<br />

1 assistente sociale. L’anzianità lavorativa me<strong>di</strong>a nel campione è<br />

pari a 22 ± 11 (DS) anni circa, mentre il dato riferito alla realtà lavorativa<br />

“incriminata” è <strong>di</strong> 11 ± 10 (DS) anni. È interessante notare che la durata<br />

<strong>del</strong>l’esposizione a riferite situazioni mobbizzanti, per il 71% circa dei Pazienti<br />

è compresa in un arco <strong>di</strong> tempo non superiore a 24 mesi, mentre il<br />

10% dei lavoratori riferisce una durata tra 24 e 48 mesi, un altro 10% tra<br />

i 48 e 72 mesi, <strong>ed</strong> il restante 9% oltre i 96 mesi. Le reazioni emozionali<br />

maggiormente riferite sono state ansia (76%), alterazioni timiche (76%)<br />

e <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> sonno (71%). Meno frequente il riscontro <strong>di</strong> sintomi neurovegetativi,<br />

quali gastralgie (24%), cefalea (16%), car<strong>di</strong>opalmo (10%),<br />

vertigini (8%) e parestesie (4%). Anche le franche mo<strong>di</strong>ficazioni comportamentali<br />

sono risultate piuttosto rare, e prevalentemente rappresentate<br />

da inappetenza (13%), ritiro sociale (10%) e abuso alcolico (8%). La<br />

<strong>di</strong>agnosi psichiatrica è risultata “normale” in 20 soggetti su 38, mentre è<br />

stata formulata <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong>l’adattamento (DDA) in 4 casi, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo misto ansioso-depressivo in 4 casi, <strong>di</strong> episo<strong>di</strong>o depressivo in 4<br />

casi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo d’ansia in 3 casi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo da attacchi <strong>di</strong> panico in 1<br />

caso, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong>la personalità in 1 caso, <strong>ed</strong> 1 caso è in corso <strong>di</strong> definizione<br />

<strong>di</strong>agnostica. Relativamente ai 5 pazienti (13%) per cui è stata posta<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> compatibilità eziologica con una patologia mobbing correlata,<br />

risultano interessanti: le caratteristiche anagrafiche (3 maschi e 2<br />

femmine, età me<strong>di</strong>a 40 anni); il settore lavorativo (privato) e la mansione<br />

svolta (2 impiegati, 2 operai <strong>ed</strong> 1 cassiere); la durata <strong>del</strong>l’esposizione, in<br />

3 casi valutata entro i 24 mesi, negli altri 2 entro i 48 mesi; la modalità <strong>di</strong><br />

realizzazione <strong>del</strong> mobbing, strategico (3 casi) e misto strategico - relazionale<br />

(2 casi); gli elementi <strong>di</strong> costrittività organizzativa evidenziati e<br />

variamente associati, in<strong>di</strong>viduabili nell’esercizio <strong>di</strong> un controllo esasperato<br />

(3 casi), nel declassamento professionale (3 casi), in un eccessivo atteggiamento<br />

sanzionatorio pretestuoso (2 casi) nello svuotamento <strong>del</strong>la<br />

mansione <strong>ed</strong> isolamento (1 caso), nella eccessiva richiesta <strong>di</strong> prestazioni<br />

(1 caso) e nella formulazione <strong>di</strong> minacce e ricatti verbali (1 caso); la costante<br />

presenza <strong>di</strong> sintomi emozionali (ansia, insonnia, <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong>l’umore);<br />

la <strong>di</strong>agnosi psichiatrica (DDA con umore depresso, <strong>di</strong>sturbo depressivo<br />

e <strong>di</strong>sturbo ansioso generalizzato ad andamento cronico in struttura<br />

<strong>di</strong> personalità premorbosa favorente) e la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> compatibilità<br />

eziologica (DDA in situazione occupazionale anamnesticamente avversativa).<br />

Relativamente alle motivazioni <strong>del</strong>le mancate segnalazioni <strong>di</strong> malattia<br />

professionale, il dato che emerge chiaramente è l’assenza <strong>di</strong> elementi<br />

<strong>di</strong> costrittività organizzativa rilevati nel corso <strong>del</strong>l’anamnesi nel<br />

53% dei casi, l’assenza <strong>di</strong> un quadro patologico o <strong>del</strong>l’aggravamento <strong>di</strong><br />

una patologia preesistente pur in presenza <strong>di</strong> elementi riconducibili ad<br />

una situazione <strong>di</strong> costrittività organizzativa (16%), la contemporanea<br />

mancanza <strong>del</strong> fattore <strong>di</strong> rischio e <strong>del</strong>la patologia (10%) e infine la sospensione<br />

<strong>del</strong>l’iter <strong>di</strong>agnostico per volontà <strong>del</strong> Paziente (8%).<br />

CONCLUSIONI<br />

Il presente lavoro, pur con i limiti legati all’esiguità numerica <strong>del</strong><br />

campione esaminato, conferma quanto già evidenziato altrove in Letteratura<br />

in tema <strong>di</strong> mobbing, ossia che le vessazioni psicologiche, esercitate<br />

attraverso qualsivoglia modalità, sia essa strategica che relazionale (apparendo<br />

comunque la prima prevalente rispetto alla seconda), sono in<br />

grado <strong>di</strong> determinare lo sviluppo <strong>di</strong> patologie nei lavoratori esposti. In<br />

questa casistica su 11 casi (29% degli esaminati) in cui sono stati evidenziati<br />

elementi <strong>di</strong> costrittività organizzativa, è stata posta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> patologia<br />

mobbing correlata in 5 casi, a testimonianza <strong>del</strong> fatto che l’esposizione<br />

a tale fattore <strong>di</strong> rischio è in grado <strong>di</strong> indurre malattia, almeno secondo<br />

questi dati, in una cospicua frazione degli esposti (45%). Tale dato<br />

trova riscontro anche in altri stu<strong>di</strong>. Una ulteriore considerazione riguarda<br />

la già riba<strong>di</strong>ta proficuità <strong>di</strong> un approccio multi<strong>di</strong>sciplinare, tenuto conto<br />

non solo <strong>del</strong>la complessità e specificità <strong>del</strong> quadro clinico, ma anche <strong>del</strong>la<br />

valutazione terapeutica e prognostica che il Paziente necessariamente si<br />

aspetta. Infine, non può non balzare all’occhio che la stragrande maggioranza<br />

dei casi osservati nel nostro ambulatorio sono stati inviati dal Me<strong>di</strong>co<br />

Curante, fatto questo che, richiama il Me<strong>di</strong>co Competente Aziendale,<br />

fautore <strong>del</strong>la sorveglianza sanitaria dei “suoi” lavoratori, a considerare<br />

la presenza <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> rischio professionale forse non <strong>di</strong> così im-

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