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05.08.2013 Views

142 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl www.gimle.fsm.it INTRODUZIONE Le patologie muscolo-scheletriche correlate al lavoro (WRMDs) sono causa di dolore, disagio e perdita di possibilità di impiego per i lavoratori di numerose attività (4). L’attenzione è stata posta in modo preminente sulle affezioni lombari e sui disordini muscoloscheletrici dei lavoratori di industria e terziario (uffici), ma l’evidenza scientifica tende a dimostrare che i musicisti sono egualmente vulnerabili (7). I disturbi muscoloscheletrici correlati alla pratica musicale (PRMDs) affliggono tipicamente le estremità degli arti superiori, il collo, la schiena e la muscolatura della faccia. Tali disturbi spesso divengono cronici, dolorosi e disabilitanti potendo permanere anche 2-5 anni. Benché la categoria dei pianisti sia la più rappresentata negli studi di prevalenza su PRMSDs, ad oggi poco è noto circa i fattori di rischio specifici legati all’utilizzo del pianoforte ed associati allo sviluppo di tali disturbi (1). OBIETTIVO Al fine di determinare la prevalenza dei disturbi correlati alla pratica musicale è stato condotto uno studio trasversale su pianisti studenti di conservatorio. MATERIALI E METODI L’indagine è stata condotta mediante somministrazione di un questionario appositamente sviluppato agli studenti delle classi di pianoforte di due conservatori della regione Puglia. Sono state rilevate le seguenti informazioni: caratteristiche demografiche, tipologia di strumento utilizzato e metodo di studio, eventuali attività lavorative o hobbies con utilizzo di forza o esecuzione di movimenti ripetitivi dell’arto superiore, attività sportiva, presenza di disturbi muscoloscheletrici connessi con la pratica musicale e quantificazione degli stessi su apposita scala, traumatismi dovuti ad eventi accidentali non riferibili alla pratica musicale. Sono stati inoltre raccolti dati antropometrici. Sono stati utilizzati il test del Chi-quadrato, corretto per continuità ed il test t di Student per il confronto delle differenze tra gruppi di variabili. Sono stati considerati significativi i valori di p20 15/120 12.5% 20/75 26.7% 0.021 >20 h di pratica a settimana 18/120 15.0% 21/75 28.0% 0.043 >60 min senza pause 38/120 31.6% 39/75 52.0% 0.007 No pratica sportiva 44/120 36.6% 42/75 56.0% 0.013 Accettabilità di “No pain, no gain” 69/120 57.5% 57/75 76.0% 0.013 Mean SD Mean SD Età 16.30 3.00 17.38 3.70 0.027 Età di inizio 7.62 1.97 8.06 2.44 N.S. Anni di studio 8.60 3.36 9.27 3.98 N.S. Ore di pratica per settimana 13.00 8.72 16.02 10.5 0.031 Minuti di pratica in assenza di pause 53.57 28.68 62.57 36.70 N.S. di prevalenza per il sesso femminile, ma non statisticamente significativo. Un’ulteriore stratificazione all’interno delle variabili per le quali si è osservata associazione con i disturbi ha mostrato un incremento della significatività statistica per gli studenti con età superiore ai 20 anni. Non si osservata associazione tra disturbi e dimensione delle mani nel gruppo dei pianisti affetti da soli disturbi dell’arto superiore. L’analisi multivariata condotta per mezzo della regressione logistica ha confermato l’associazione indipendente per i fattori di rischio età, assenza di pratica sportiva e accettabilità del “No pain, no gain”. DISCUSSIONE A fronte di un cospicuo numero di studi condotti su disturbi muscoloscheletrici correlati alla pratica musicale su musicisti di ogni tipologia di strumento, ben pochi hanno focalizzato l’attenzione su di una sola categoria di questi (3). Il tasso di prevalenza riscontrato in questa indagine (38.4%.) si colloca tra i più bassi della letteratura del settore (7). In accordo con precedenti studi si segnala come la maggioranza (90.6%) degli studenti affetti abbia lamentato disturbi di entità lieve-moderata (grado 1-2) e solo il restante 9.4% disturbi medio-severi. A differenza di altri studi si è riscontrato un eccesso di rischio negli studenti d’età maggiore. Tale dato sarebbe giustificato dal trend positivo riscontrato nel numero di ore di studio per settimana per le fasce d’età più avanzate. Ciò determinerebbe un aumento dell’esposizione a rischio biomeccanico con conseguente aumento di rischio per lo sviluppo di disturbi correlati. Non si è inoltre osservato un significativo eccesso di rischio nel sesso femminile. L’interpretazione di questo dato risiede probabilmente nell’esclusione dallo studio degli studenti di grandi strumenti ad arco (ad es. violoncello) che costringono l’arto superiore e la mano ad ampie estensioni di tipo asimmetrico. Tale atteggiamento si è più volte dimostrato fattore di rischio per l’insorgenza di tendiniti e sindromi da intrappolamento soprattutto nel sesso femminile in età pre-peripuberale. L’elevata frequenza riscontrata nella distribuzione dei disturbi a carico del collo e del rachide dorsale suggerisce il verificarsi di alti livelli di contrazione statica e di prolungati periodi di carico statico o posture estreme durante lo studio di determinati passaggi tecnici, con il coinvolgimento della muscolatura delle suddette regioni anatomiche. I risultati del presente studio suggeriscono la necessità di impostare programmi di prevenzione basata sulla collaborazione tra insegnanti e i “medici degli artisti”, incentrati primariamente sull’informazione per i giovani pianisti in ordine ai fattori di rischio correlati all’insorgenza di patologie multifattoriali quali le PRMDs. Ulteriori indagini di tipo longitudinale permetteranno di approfondire il ruolo dei fattori di rischio evidenziati, nell’insorgenza di disturbi muscolo-scheletrici in differenti distretti del corpo. BIBLIOGRAFIA 1) Bragge P, Bialocerkowski A, McMeeken J. A systematic review of prevalence and risk factors associated with playing-related musculoskeletal disorders in pianists. Occup Med (Lond). 2006; 56(1): 28-38. 2) European Agency for Safety and Health at Work. Ripetitive strain injuries in the member States of the European Union, 2000. p

G Ital Med Lav Erg 2006; 28:3, Suppl 143 www.gimle.fsm.it 3) Grieco A, Occhipinti E, Colombini D, Menoni O, Bulgheroni M, Frigo C, Boccardi S. Muscolar effort and muscolo-skeletal disorders in piano student: electromyographic, clinical and preventive aspects. Ergonomics 1989; 32(7): 697-716. 4) Herington TN, Morse LH. Occupational injuries. Evaluation, management and prevention. 1995. Mosby, St. Louis, 333-345. 5) Hoppmann R. Instrumental musicians’ hazards. Occupational medicine 2001; 16(4): 619-631. 6) Institute of Medicine. Musoloskeletal disorders and the workplace: low back and upper extremities. National Accademy of Science, Washington, 2001. 7) Zaza C. Playing-related musculoskeletal disorders in musicians: a Systematic review of incidence and prevalence. Can Med Ass J 1998; 158: 1019-1025. P-08 UN’ESPERIENZA DI BACK SCHOOL IN EDILIZIA: RUOLO FORMATIVO E PREVENTIVO M. Santini1 , P. Leghissa1 , G. Molinero2 , G. Mosconi1 1 Unità Operativa Ospedaliera Medicina del Lavoro, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, Largo Barozzi, 1 - 24126 Bergamo 2 Unità Operativa Ospedaliera Riabilitazione Neuromotoria degli Ospedali Riuniti di Bergamo, Sede di Mozzo Corrispondenza: Marisa Santini - Unità Operativa Ospedaliera Medicina del Lavoro, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo, Largo Barozzi, 1 - 24126 Bergamo, Italy - Tel. 035-269196, Fax 035-266866, E-mail: marisanti@libero.it A BACK SCHOOL EXPERIENCE IN CONSTRUCTION INDUSTRY: FORMATION AND PREVENTION Key words: back pain, back school, construction industry. ABSTRACT. The aim of this work is to describe the application of a Back School experience in a group of male construction workers. We submitted 57 workers (mean age 41,9 years, mean lenght of service 8,8 years), all blue collars, to a questionnaire based on the Backill scale, in order to obtain an anamnestic evaluation of low back pain before and after an experience of Back School. 15 subjects had a previous diagnosis of Low Back Disease. In this group 12 patients (80%) reported a symptomatic relief after the experience of Back School. The work underlines the preventive and formative role of Back School in construction industry. INTRODUZIONE L’obiettivo del presente lavoro è di descrivere i risultati dell’applicazione di un percorso di formazione e riabilitazione basato sulle teorie di “Back School” in un gruppo eterogeneo (per età e mansione) di lavoratori di sesso maschile di un’impresa edile. In un comparto, quale quello dell’edilizia, dove sono presenti numerosi fattori dei rischio per la colonna vertebrale, come la movimentazione manuale dei carichi e le posture incongrue, la Low Back Pain, ed in genere i disturbi del rachide lombo-sacrale, hanno un’elevata prevalenza e sono tra le cause di maggiore rilievo di astensione dall’attività lavorativa per malattia (1, 2, 3, 4). In considerazione dell’ampiamente documentata efficacia degli insegnamenti di Back School nel trattamento e contenimento dei disturbi a carico del rachide (5, 6), si è deciso di organizzare un percorso basato sull’applicazione di un protocollo teorico-pratico di Back School per un gruppo di lavoratori di un’azienda edile, a scopo educativo, formativo e preventivo. MATERIALI E METODI La popolazione da noi esaminata è composta da 135 dipendenti addetti ad attività di cantiere (colletti blu), di cui il 20% è stato giudicato idoneo con limitazioni per patologie riscontrate all’apparato osteo-mio- articolare. Di questi, il 56% presentava limitazioni per patologie a carico del rachide. I 57 lavoratori che hanno aderito al programma di Back School proposto, sono stati suddivisi in due gruppi (gruppo A e gruppo B) tramite un questionario basato sulla scala Backill per la valutazione sintomatologica del dolore lombo-sacrale (7) e tramite una visita medica, seguita, in alcuni casi, da accertamenti di 2° livello (esami strumentali e/o visita specialistica ortopedica) in collaborazione con l’Unità Operativa Ospedaliera Riabilitazione Neuromotoria degli Ospedali Riuniti di Bergamo. • “Gruppo A”: soggetti sintomatici ed asintomatici, con obiettività clinica attualmente negativa (42 in totale). • “Gruppo B”: soggetti con patologia del rachide conclamata (15 in totale). Il “Gruppo A” ha aderito ad un programma di 16 ore di Back School preventiva, in cui è stata integrata un parte informativo-teorica anatomico-fisiologica del rachide e una parte educativa-pratica posturale. Il “Gruppo B”, oltre all’acquisizione di nozioni anatomo-funzionali e posturali, ha partecipato a 10 sedute di educazione fisioterapica per l’apprendimento di specifici esercizi di ginnastica vertebrale posturale, di stabilizzazione della colonna durante le attività quotidiane, e di recupero funzionale (per un totale di 40 ore). Parte del corso è stata inoltre dedicata a sottolineare l’importanza della prevenzione e del contenimento dei disturbi lombari tramite l’esecuzione autonoma, continuativa e costante, degli esercizi imparati e dei corretti comportamenti posturali acquisiti, anche al termine dell’esperienza formativa. A sei mesi dall’effettuazione del corso di Back School, è stato riproposto il questionario basato sulla scala Backill ed è stata effettuata una visita medica di controllo per i 15 lavoratori con patologie conclamate al rachide. A termine dell’esperienza, a tutti e 57 i partecipanti è stato sottoposto un questionario anonimo per la valutazione dell’apprendimento e dell’efficacia nel miglioramento sintomatologico per i 15 soggetti con diagnosi accertata. RISULTATI Dei 57 soggetti che hanno aderito all’esperienza di Back School (età media 41,9 anni, anzianità lavorativa media 8,8 anni), l’87,7% (50 soggetti) si dichiara soddisfatto del percorso formativo di Back School intrapreso. Dei 15 lavoratori con patologia conclamata del rachide (Gruppo B), 12 soggetti (80%) riferiscono una remissione o un notevole miglioramento della sintomatologia algica lombare (diminuzione dei fenomeni dolorosi acuti, non episodi di blocco lombare acuto, non ricorso alla terapia farmacologica), mentre 3 soggetti (20%) non evidenziano sensibili cambiamenti nella percezione dei disturbi lombosacrali. 11 soggetti (73,3%) del “Gruppo B” riferiscono di continuare ad eseguire in modo sufficientemente continuativo gli esercizi insegnati durante il corso di Back School. DISCUSSIONE In accordo con i dati di letteratura (6), si evidenzia l’efficacia della Back School nella gestione di soggetti con conclamata patologia a carico del distretto lombo-sacrale. Il percorso educativo e formativo teorico permette di acquisire informazioni in merito ad atteggiamenti posturali scorretti ed in merito alle patologie che, in tal modo, si possono instaurare. Contemporaneamente, l’apprendimento di attività pratiche quali gli esercizi di stabilizzazione vertebrale e di ginnastica posturale, diventa un importante strumento di autogestione della sintomatologia algica. Si evidenzia come, in Edilizia, la Back School può essere un valido strumento per contenere e/o ridurre la comparsa di “Back Pain” e di disturbi del rachide lombo-sacrale (8), in lavoratori esposti quotidianamente a fattori di rischio difficilmente quantificabili ed eliminabili. BIBLIOGRAFIA 1) Latza U, Karmaus W, Stürmer T, Steiner M, Neth A., Rehder U. Cohort study of occupational risk factors of low back pain in construction workers. Occup Environ Med 2000; 57: 28-34. 2) Rothenbacher D, Brenner H, Arndt V et al. Disorders of the back and spine in construction workers: prevalence and prognostic value for disability. Spine 1997; 22: 1481-6.

142 G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2006; 28:3, Suppl<br />

www.gimle.fsm.it<br />

INTRODUZIONE<br />

Le patologie muscolo-scheletriche correlate al lavoro (WRMDs)<br />

sono causa <strong>di</strong> dolore, <strong>di</strong>sagio e per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> impiego per i lavoratori<br />

<strong>di</strong> numerose attività (4). L’attenzione è stata posta in modo preminente<br />

sulle affezioni lombari e sui <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni muscoloscheletrici dei lavoratori<br />

<strong>di</strong> industria e terziario (uffici), ma l’evidenza scientifica tende a<br />

<strong>di</strong>mostrare che i musicisti sono egualmente vulnerabili (7). I <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici<br />

correlati alla pratica musicale (PRMDs) affliggono tipicamente<br />

le estremità degli arti superiori, il collo, la schiena e la muscolatura<br />

<strong>del</strong>la faccia. Tali <strong>di</strong>sturbi spesso <strong>di</strong>vengono cronici, dolorosi e <strong>di</strong>sabilitanti<br />

potendo permanere anche 2-5 anni. Benché la categoria dei pianisti<br />

sia la più rappresentata negli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> prevalenza su PRMSDs, ad<br />

oggi poco è noto circa i fattori <strong>di</strong> rischio specifici legati all’utilizzo <strong>del</strong><br />

pianoforte <strong>ed</strong> associati allo sviluppo <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>sturbi (1).<br />

OBIETTIVO<br />

Al fine <strong>di</strong> determinare la prevalenza dei <strong>di</strong>sturbi correlati alla pratica<br />

musicale è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o trasversale su pianisti studenti <strong>di</strong><br />

conservatorio.<br />

MATERIALI E METODI<br />

L’indagine è stata condotta me<strong>di</strong>ante somministrazione <strong>di</strong> un questionario<br />

appositamente sviluppato agli studenti <strong>del</strong>le classi <strong>di</strong> pianoforte<br />

<strong>di</strong> due conservatori <strong>del</strong>la regione Puglia. Sono state rilevate le seguenti<br />

informazioni: caratteristiche demografiche, tipologia <strong>di</strong> strumento utilizzato<br />

e metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, eventuali attività lavorative o hobbies con utilizzo<br />

<strong>di</strong> forza o esecuzione <strong>di</strong> movimenti ripetitivi <strong>del</strong>l’arto superiore, attività<br />

sportiva, presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici connessi con la<br />

pratica musicale e quantificazione degli stessi su apposita scala, traumatismi<br />

dovuti ad eventi accidentali non riferibili alla pratica musicale.<br />

Sono stati inoltre raccolti dati antropometrici.<br />

Sono stati utilizzati il test <strong>del</strong> Chi-quadrato, corretto per continuità <strong>ed</strong><br />

il test t <strong>di</strong> Student per il confronto <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenze tra gruppi <strong>di</strong> variabili.<br />

Sono stati considerati significativi i valori <strong>di</strong> p20 15/120 12.5% 20/75 26.7% 0.021<br />

>20 h <strong>di</strong> pratica a settimana 18/120 15.0% 21/75 28.0% 0.043<br />

>60 min senza pause 38/120 31.6% 39/75 52.0% 0.007<br />

No pratica sportiva 44/120 36.6% 42/75 56.0% 0.013<br />

Accettabilità <strong>di</strong> “No pain, no gain” 69/120 57.5% 57/75 76.0% 0.013<br />

Mean SD Mean SD<br />

Età 16.30 3.00 17.38 3.70 0.027<br />

Età <strong>di</strong> inizio 7.62 1.97 8.06 2.44 N.S.<br />

Anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o 8.60 3.36 9.27 3.98 N.S.<br />

Ore <strong>di</strong> pratica per settimana 13.00 8.72 16.02 10.5 0.031<br />

Minuti <strong>di</strong> pratica in assenza <strong>di</strong> pause 53.57 28.68 62.57 36.70 N.S.<br />

<strong>di</strong> prevalenza per il sesso femminile, ma non statisticamente significativo.<br />

Un’ulteriore stratificazione all’interno <strong>del</strong>le variabili per le quali si<br />

è osservata associazione con i <strong>di</strong>sturbi ha mostrato un incremento <strong>del</strong>la<br />

significatività statistica per gli studenti con età superiore ai 20 anni. Non<br />

si osservata associazione tra <strong>di</strong>sturbi e <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>le mani nel gruppo<br />

dei pianisti affetti da soli <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>l’arto superiore.<br />

L’analisi multivariata condotta per mezzo <strong>del</strong>la regressione logistica<br />

ha confermato l’associazione in<strong>di</strong>pendente per i fattori <strong>di</strong> rischio età, assenza<br />

<strong>di</strong> pratica sportiva e accettabilità <strong>del</strong> “No pain, no gain”.<br />

DISCUSSIONE<br />

A fronte <strong>di</strong> un cospicuo numero <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> condotti su <strong>di</strong>sturbi muscoloscheletrici<br />

correlati alla pratica musicale su musicisti <strong>di</strong> ogni tipologia<br />

<strong>di</strong> strumento, ben pochi hanno focalizzato l’attenzione su <strong>di</strong> una sola categoria<br />

<strong>di</strong> questi (3). Il tasso <strong>di</strong> prevalenza riscontrato in questa indagine<br />

(38.4%.) si colloca tra i più bassi <strong>del</strong>la letteratura <strong>del</strong> settore (7). In accordo<br />

con prec<strong>ed</strong>enti stu<strong>di</strong> si segnala come la maggioranza (90.6%) degli<br />

studenti affetti abbia lamentato <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> entità lieve-moderata (grado 1-2)<br />

e solo il restante 9.4% <strong>di</strong>sturbi me<strong>di</strong>o-severi.<br />

A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri stu<strong>di</strong> si è riscontrato un eccesso <strong>di</strong> rischio negli<br />

studenti d’età maggiore. Tale dato sarebbe giustificato dal trend positivo<br />

riscontrato nel numero <strong>di</strong> ore <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per settimana per le fasce d’età più<br />

avanzate. Ciò determinerebbe un aumento <strong>del</strong>l’esposizione a rischio biomeccanico<br />

con conseguente aumento <strong>di</strong> rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

correlati. Non si è inoltre osservato un significativo eccesso <strong>di</strong> rischio nel<br />

sesso femminile. L’interpretazione <strong>di</strong> questo dato risi<strong>ed</strong>e probabilmente<br />

nell’esclusione dallo stu<strong>di</strong>o degli studenti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> strumenti ad arco (ad<br />

es. violoncello) che costringono l’arto superiore e la mano ad ampie<br />

estensioni <strong>di</strong> tipo asimmetrico. Tale atteggiamento si è più volte <strong>di</strong>mostrato<br />

fattore <strong>di</strong> rischio per l’insorgenza <strong>di</strong> ten<strong>di</strong>niti e sindromi da intrappolamento<br />

soprattutto nel sesso femminile in età pre-peripuberale.<br />

L’elevata frequenza riscontrata nella <strong>di</strong>stribuzione dei <strong>di</strong>sturbi a carico<br />

<strong>del</strong> collo e <strong>del</strong> rachide dorsale suggerisce il verificarsi <strong>di</strong> alti livelli<br />

<strong>di</strong> contrazione statica e <strong>di</strong> prolungati perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> carico statico o posture<br />

estreme durante lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> determinati passaggi tecnici, con il coinvolgimento<br />

<strong>del</strong>la muscolatura <strong>del</strong>le suddette regioni anatomiche. I risultati<br />

<strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o suggeriscono la necessità <strong>di</strong> impostare programmi <strong>di</strong><br />

prevenzione basata sulla collaborazione tra insegnanti e i “me<strong>di</strong>ci degli<br />

artisti”, incentrati primariamente sull’informazione per i giovani pianisti<br />

in or<strong>di</strong>ne ai fattori <strong>di</strong> rischio correlati all’insorgenza <strong>di</strong> patologie multifattoriali<br />

quali le PRMDs. Ulteriori indagini <strong>di</strong> tipo longitu<strong>di</strong>nale permetteranno<br />

<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il ruolo dei fattori <strong>di</strong> rischio evidenziati, nell’insorgenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici in <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>stretti <strong>del</strong> corpo.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Bragge P, Bialocerkowski A, McMeeken J. A systematic review of<br />

prevalence and risk factors associat<strong>ed</strong> with playing-relat<strong>ed</strong> musculoskeletal<br />

<strong>di</strong>sorders in pianists. Occup M<strong>ed</strong> (Lond). 2006; 56(1): 28-38.<br />

2) European Agency for Safety and Health at Work. Ripetitive strain<br />

injuries in the member States of the European Union, 2000.<br />

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