Validazione di un algoritmo per la valutazione dei rischi da ...

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05.08.2013 Views

372 G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 www.gimle.fsm.it Tabella IV. Scheda di sintesi degli indici di Rischio per Mansione, alcuni esempi Per quanto riguarda il “monitoraggio ambientale”, ove presente, il valore di esposizione della sostanza è inserito rapportandolo al TLV- TWA, qualora il campionamento non sia disponibile (perché non effettuato o perché la metodica per eseguirlo non esiste) si deve presupporre che la sostanza sia a livello del TLW-TVA, pertanto il valore da inserire è pari ad 1. Per calcolare l’IR i livelli di esposizione vengono graduati in quattro categorie, rapportando i risultati dei campionamenti ambientali ed i rispettivi TLVs. Per il “monitoraggio biologico” si utilizza la stessa modalità di valutazione e cioè, dove presente, il valore di monitoraggio della sostanza deve essere inserito rapportandolo al BEI. Se il campionamento non è disponibile, si deve presupporre che la sostanza sia a livello del BEI, pertanto il valore da inserire è pari ad 1. Per quanto riguarda i manutentori, a causa della tipologia dell’attività da loro svolta, non abbiamo ritenuto utile la compilazione delle schede precedentemente illustrate ma abbiamo predisposto una scheda ad hoc (la quinta: “Scheda informativa per i manutentori”) che prevede l’analisi delle procedure a cui attenersi in caso di interventi di manutenzione straordinaria senza bonifica degli ambienti, il tipo di formazione seguita dal personale e la descrizione della dotazione dei dispositivi di protezione individuale. La sesta scheda - “Scheda informativa per la Sorveglianza Sanitaria” - deve essere compilata dal Medico Competente e raccoglie le informazioni inerenti la descrizione delle procedure di Sorveglianza Sanitaria effettuata, l’eventuale presenza di alterazioni cliniche ricorrenti nella popolazione dei lavoratori, la segnalazione di malattie professionali causate dall’esposizione ad agenti chimici negli ultimi 5 anni e le eventuali idoneità con limitazioni, sempre legate all’esposizione a sostanze chimiche. I dati ottenuti dall’indagine, ordinati tramite la compilazione delle schede sopradescritte, permettono di calcolare un Indice di Rischio (IRs) relativo ad ogni singola sostanza, applicando la formula: IRs= (%contatto/100) x (grado di esposizione/3) x (durata dell’esposizione/8) x (monitoraggio ambientale/TLV-TWA) x (monitoraggio biologico/BEI) x (tossicità/5). Dove per: • “%contatto” si intende l’esposizione “funzionale” ad agenti chimici, derivante dalla particolare natura della lavorazione, cioè la quantità di sostanza utilizzata in singolo batch, moltiplicata per i batchs annui, in rapporto alle ore/giornate lavorative annue. • “grado di esposizione”: il parametro numerico indicativo delle modalità espositive del lavoratore alla sostanza: (1) minima in presenza di circuito chiuso, (2) media per la presenza di sistemi aperti ma protetti, (3) massima quando non esiste alcuna protezione. • “durata dell’esposizione”: il numero di ore/die di esposizione alla sostanza. • “tossicità”: il parametro numerico indicativo della gravità degli effetti esercitati dalle diverse categorie di composti: (1) sostanze irritanti e caustiche, (2) sostanze corrosive, (3) sostanze nocive/sensibilizzanti, (4) sostanze classificate come tossiche o molto tossiche, (5) sostanze cancerogene. La sommatoria degli “Indici di Rischio per sostanza” (IRs), relativi a tutti i compiti effettuati, costituisce l’“Indice di Rischio per attività” o “Indice di Rischio cumulativo della figura professionale” (di seguito indicato come IR). La valutazione del livello di rischio viene ricondotta ai seguenti giudizi: “Accettabile” un valore di IR0,5 RISULTATI Al modello illustrato hanno aderito 19 aziende chimiche della Provincia di Bergamo, per un totale di 1830 soggetti esposti ad agen- ti chimici, con una media di 136 lavoratori per azienda (range 10-436). Sono state individuate e valutate 2457 sostanze: 300 classificate come tossiche o molto tossiche, 342 classificate come sensibilizzanti per la cute o le vie respiratorie (R42, R43), 132 classificate come cancerogene (R40, R45, R49). Di 288 cicli produttivi studiati, l’89,5% delle lavorazioni, per ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori, si svolgeva a ciclo chiuso, con sistemi di aspirazione localizzati o con l’associazione di entrambi i sistemi, mentre il 10,5% delle attività era svolto a ciclo aperto. Durante il progetto sono stati valutati gli esiti di 365 campionamenti biologici e di 187 rdeterminazioni di monitoraggio biologico. In oltre il 90% dei campionamenti, i risultati delle concentrazioni ambientali degli agenti chimici esaminati sono risultati al di sotto dei valori limite (ACGIH). Anche per quanto riguarda i risultati del monitoraggio biologico sono stati evidenziati valori entro i limiti (BEI-AC- GIH) nel 97,1% dei casi. Nel 74,9% dei casi i valori ottenuti sono stati 10 volte al di sotto del valore limite; l’11,7% presentava indici espositivi pari alla metà del BEI, il 10,7 pari al valore dei BEI, il 2,7% valori superiori. Particolare attenzione è stata posta all’esposizione a sostanze con potere cancerogeno: nel 36% dei casi la lavorazione avveniva a ciclo chiuso, nel 58,2% dei casi con aspirazione localizzata, solo nel 5,8% dei casi l’attività lavorativa avveniva in condizioni di “sistema aperto”. La valutazione finale, relativa alle 165 mansioni indagate, ha evidenziato i seguenti risultati: – 131 mansioni (78,5%) sono risultate accettabili; – 26 mansioni (16,5%) hanno documentato valori di esposizione che hanno richiesto un’integrazione dei dati sull’esposizione (ambientale o biologica) e di verifica nel tempo; – 8 mansioni (5%) hanno richiesto l’effettuazione di indagini ambientali suppletive. CONCLUSIONI Nelle 19 aziende in cui è stato applicato il modello proposto, l’indagine ha evidenziato come le tecnologie produttive nel comparto chimico bergamasco si pongano al top degli standard di sicurezza internazionali. Le carenze riscontrate sono legate all’incompletezza degli elenchi delle sostanze, principalmente dovuta alla non considerazione dell’esposizione ad intermedi, alla mancanza o incompletezza dei dati di monitoraggio dell’esposizione e al non corretto utilizzo dei valori limite di esposizione proposti da agenzie internazionali. Per quanto riguarda la Sorveglianza Sanitaria, l’indagine ha documentato, oltre ad un eccesso di accertamenti sanitari non sempre appropriati né mirati a valutare i rischi specifici, lo scarso utilizzo del monitoraggio biologico ed il mancato coinvolgimento del Medico Competente nella valutazione e gestione del rischio. Il modello, pur nei limiti di un metodo basato sull’utilizzo di un algoritmo, si è mostrato utile nel verificare l’adeguatezza dei sistemi di prevenzione adottati nelle singole realtà produttive ed per testare il miglioramento dell’efficacia ed efficienza preventiva valorizzando, ove possibile, gli interventi con il migliore rapporto di costo/beneficio. Si ritiene importante sottolineare come i valori numerici dell’IR ottenibili dalla valutazione proposta non debbano mai essere utilizzati in modo acritico, non costituendo i risultati una chiara demarcazione tra valori ritenuti a rischio e valori ritenuti sicuri. BIBLIOGRAFIA Govoni C., et al. “Convegno Nazionale RISCH. Prevenzione e Protezione da agenti chimici pericolosi.” Modena, Ambiente Lavoro, 2002. Arcari C., Del Forno E. “Agenti chimici e sicurezza dei lavoratori” G Ital Med Lav Ergon. Oct-Dec; 25:4; 444-447, 2003. Nano G. “La valutazione dei rischi da agenti chimici” G Ig Ind 29, 1, 16- 23, 2004. Bartolucci G.B. “Documento del Gruppo di Lavoro congiunto AIDII- SIMLII-SITOX su applicazione del D.L. 25/02 e definizione dirischio moderato” G Ig Ind 29, 1, 24-37, 2003. Nano G. et al. “La valutazione del rischio da agenti chimici: approccio storico” G Ig Ind 28, 8-14, 2003. Bartolucci G.B. “La sorveglianza sanitaria secondo il D.L. 25/2002” G Ig Ind 28, 35-43, 2003.

G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 373 www.gimle.fsm.it COM-04 LA PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE DEL RISCHIO NEI CANTIERI EDILI: UNO STUDIO ESPLORATIVO S. Gari1 , M.S. Spada2 , L. Grattieri1 , D. Ramenghi2 , G. Mosconi3 1USSD Psicologia Clinica. Ospedali Riuniti di Bergamo 2UO Medicina del Lavoro. Ospedali Riuniti di Bergamo 3Comitato Paritetico Territoriale Bergamo Corrispondenza: Simone Gari, simonegari@yahoo.it RIASSUNTO. L’elevato tasso infortunistico e di malattie professionali in edilizia testimonia di un problema sicurezza in tale settore. Lo studio dei fattori umani che intervengono può permettere una visione più complessa della problematica. In questo contesto nasce la presente ricerca, con l’obiettivo di indagare la percezione del rischio e fotografare le rappresentazioni nella categoria degli operai edili. Quali sono i rischi? Quali sono le attività giudicate maggiormente pericolose? Cos’è il rischio? Cosa rende una situazione rischiosa?. A queste e altre domande tenta di rispondere il presente studio, aprendo il campo alle rappresentazioni e percezioni degli separi edili. L’analisi ha evidenziato intorno a quali significati gli operai costruiscono il loro discorso sul rischio, insieme a sottolineare come, nella rappresentazione degli operai, alcune variabili di natura personale, organizzativa, gruppale e culturale abbiano una diversa influenza su alcune dimensioni del rischio e funzionino da modulatori tra la percezione del rischio e l’assunzione di comportamenti rischiosi. Parole chiave: rischio, rappresentazione, percezione, discorso RISK PERCEPTION AND REPRESENTATION IN CONSTRUCTION SITES: A PRELIMINARY STUDY ABSTRACT. The number of building injuries and professional health disease make evidence of safety problems in this field. The study of human factors may help us in observing this problem in a better way (more global) The aims of this study is to investigate construction workers risk perception and representation. Which are the risk? Which risk is perceived as more dangerous? What is Risk?. These are some question this study try to give an answer, asking about worker perception and representation of risk. Qualitative analysis shows which are the meanings workers use when they talk about risk, underlining the influence of personal, group, organizational and cultural variables. Key words: Risk, perception, representation, discourse INTRODUZIONE Attraverso l’esperienza e l’interazione sociale, l’uomo da forma al costrutto “rischio”. La percezione del rischio è definibile come quel processo di organizzazione e unificazione sensoriale che attiva un processo valutativo, con attribuzione di significato, a cui consegue un comportamento. Successivamente si passa poi dalla percezione alla rappresentazione, definibile come l’insieme di immagini mentali, significati e valori che compongono il costrutto e che utilizziamo quando pensiamo al rischio in assenza di un referente nell’attuale quadro di stimolazione. In una situazione di pericolo, quindi, percepiamo un rischio, esito di un processo valutativo, lo rappresentiamo, ma a sua volta tutto il processo è influenzato da rappresentazioni che il rischio attiva nel soggetto. La ricerca, che coniuga elementi qualitativi e quantitativi, si prefissava di indagare la percezione del rischio infortunistico e di malattie occupazionali nella categoria degli operai edili e di fotografare come il rischio viene rappresentato in quella categoria, ovvero a quali significati si accompagna e quali pattern di valori evocati. In letteratura sono presenti diversi lavori che studiano la percezione e la rappresentazione del rischio in ambito lavorativo, considerando l’aspetto cognitivo (1,2), quello delle emozioni (3,) e quello delle variabili organizzative (4). METODOLOGIA E FASI Le fasi in cui si articola il progetto sono essenzialmente quattro: 1. Fase di attivazione: ricerca letteratura, interviste ad esperti del setto- re, osservazione in cantiere 2. Fase dei Focus Group: sono stati condotti 8 Focus Group, di cui 4 con operai edili adulti (49 operai, età media 32 anni) e 4 con studenti della scuola edile (52 studenti, età media 15 anni) 3. Fase delle interviste semi-strutturate: la presente fase ha visto la partecipazione di 19 operai edili (età media 34 anni). 4. Fase di analisi dei dati e conclusioni Ciascun Focus Group era organizzato in modo che in un primo momento, come esercizio di focalizzazione e stimolazione alla discussione, i partecipanti, a cui veniva richiesta età, esperienza lavorativa (in anni), qualifica lavorativa e infortuni pregressi (o malattie professionali), rispondessero ad un breve questionario nel quale venivano sottoposte alcune fotografie che ritraevano situazioni tipiche di cantiere; ciascun partecipante doveva stimarne il grado di rischio (su una scala Likert 1-10, dove 1 era “per niente rischioso” e 10 “estremamente rischioso”) e successivamente indicare le azioni che avrebbero messo in atto per rendere più sicura la situazione (safety performance). In seguito i partecipanti venivano divisi in due gruppi e chiesto loro di discutere insieme e poi rispondere, in maniera analoga a quanto fatto singolarmente, al questionario, stavolta indicando le scelte del gruppo. Una volta concluso l’esercizio di focalizzazione, iniziava in plenaria la discussione, utilizzando come stimolo le scelte espresse dai partecipanti nel questionario, ma avendo come obiettivo la raccolta delle loro rappresentazioni intorno al costrutto “rischio”. Sempre con lo stesso obiettivo, ovvero sondare le rappresentazioni degli operai edili, sono state effettuate le interviste semistrutturate, nelle quali, tra le altre, si indagavano le aree della definizione di cosa significa rischio e rischiare, cosa rende una situazione rischiosa, quando il rischio diventa tollerabile, quali fattori influiscono la valutazione di un rischio e l’assunzione di comportamenti rischiosi. RISULTATI 1. Percezione del rischio La rilevazione della percezione del rischio, avvenuta tramite il questionario somministrato all’inizio del Focus Group, ha mostrato i seguenti risultati: Tabella I. Grado di rischio La tabella I mostra come l’attribuzione di maggiore rischiosità ha riguardato le situazioni in cui i partecipanti hanno rintracciato la possibilità di ferimenti, caduta dall’alto e caduta di pesi. Minor rischio è stato attribuito alle situazioni in cui si rintracciava una mancanza di adeguati DPI (scarpe, cuffie, guanti) e in cui venivano spostati dei pesi. In entrambi i casi tale attribuzione è probabilmente giustificata dalla percezione di differimento nel tempo delle possibili conseguenze negative, come testimoniato anche in letteratura (5). Attraverso il questionario di rilevazione della percezione del rischio si indagava non solo la percezione di un grado di rischiosità, ma anche la capacità di rintracciare un rischio in una situazione e di mettere in atto le dovute azioni per rendere la situazione più sicura. Successivamente, si è analizzato, tramite ANOVA, la possibile influenza di alcune variabili sulla percezione del rischio, con i seguenti esiti: • Età: in sole due foto (caduta dall’alto, P

G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 373<br />

www.gimle.fsm.it<br />

COM-04<br />

LA PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE DEL RISCHIO<br />

NEI CANTIERI EDILI: UNO STUDIO ESPLORATIVO<br />

S. Gari1 , M.S. Spa<strong>da</strong>2 , L. Grattieri1 , D. Ramenghi2 , G. Mosconi3 1USSD Psicologia Clinica. Ospe<strong>da</strong>li Ri<strong>un</strong>iti <strong>di</strong> Bergamo<br />

2UO Me<strong>di</strong>cina del Lavoro. Ospe<strong>da</strong>li Ri<strong>un</strong>iti <strong>di</strong> Bergamo<br />

3Comitato Paritetico Territoriale Bergamo<br />

Corrispondenza: Simone Gari, simonegari@yahoo.it<br />

RIASSUNTO. L’elevato tasso infort<strong>un</strong>istico e <strong>di</strong> ma<strong>la</strong>ttie professionali<br />

in e<strong>di</strong>lizia testimonia <strong>di</strong> <strong>un</strong> problema sicurezza in tale settore. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>dei</strong> fattori umani che intervengono può <strong>per</strong>mettere <strong>un</strong>a visione più<br />

complessa del<strong>la</strong> problematica. In questo contesto nasce <strong>la</strong> presente ricerca,<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> in<strong>da</strong>gare <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o e fotografare le<br />

rappresentazioni nel<strong>la</strong> categoria degli o<strong>per</strong>ai e<strong>di</strong>li.<br />

Quali sono i <strong>rischi</strong>? Quali sono le attività giu<strong>di</strong>cate maggiormente<br />

<strong>per</strong>icolose? Cos’è il <strong>rischi</strong>o? Cosa rende <strong>un</strong>a situazione <strong>rischi</strong>osa?. A queste<br />

e altre domande tenta <strong>di</strong> rispondere il presente stu<strong>di</strong>o, aprendo il campo<br />

alle rappresentazioni e <strong>per</strong>cezioni degli separi e<strong>di</strong>li.<br />

L’analisi ha evidenziato intorno a quali significati gli o<strong>per</strong>ai costruiscono<br />

il loro <strong>di</strong>scorso sul <strong>rischi</strong>o, insieme a sottolineare come, nel<strong>la</strong> rappresentazione<br />

degli o<strong>per</strong>ai, alc<strong>un</strong>e variabili <strong>di</strong> natura <strong>per</strong>sonale, organizzativa,<br />

gruppale e culturale abbiano <strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa influenza su alc<strong>un</strong>e <strong>di</strong>mensioni<br />

del <strong>rischi</strong>o e f<strong>un</strong>zionino <strong>da</strong> modu<strong>la</strong>tori tra <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o<br />

e l’ass<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> comportamenti <strong>rischi</strong>osi.<br />

Parole chiave: <strong>rischi</strong>o, rappresentazione, <strong>per</strong>cezione, <strong>di</strong>scorso<br />

RISK PERCEPTION AND REPRESENTATION IN CONSTRUCTION SITES: A<br />

PRELIMINARY STUDY<br />

ABSTRACT. The number of buil<strong>di</strong>ng injuries and professional<br />

health <strong>di</strong>sease make evidence of safety problems in this field.<br />

The study of human factors may help us in observing this problem in<br />

a better way (more global)<br />

The aims of this study is to investigate construction workers risk<br />

<strong>per</strong>ception and representation.<br />

Which are the risk? Which risk is <strong>per</strong>ceived as more <strong>da</strong>ngerous?<br />

What is Risk?. These are some question this study try to give an answer,<br />

asking about worker <strong>per</strong>ception and representation of risk.<br />

Qualitative analysis shows which are the meanings workers use<br />

when they talk about risk, <strong>un</strong>derlining the influence of <strong>per</strong>sonal, group,<br />

organizational and cultural variables.<br />

Key words: Risk, <strong>per</strong>ception, representation, <strong>di</strong>scourse<br />

INTRODUZIONE<br />

Attraverso l’es<strong>per</strong>ienza e l’interazione sociale, l’uomo <strong>da</strong> forma al costrutto<br />

“<strong>rischi</strong>o”. La <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o è definibile come quel processo<br />

<strong>di</strong> organizzazione e <strong>un</strong>ificazione sensoriale che attiva <strong>un</strong> processo valutativo,<br />

con attribuzione <strong>di</strong> significato, a cui consegue <strong>un</strong> comportamento.<br />

Successivamente si passa poi <strong>da</strong>l<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione al<strong>la</strong> rappresentazione,<br />

definibile come l’insieme <strong>di</strong> immagini mentali, significati e valori che<br />

compongono il costrutto e che utilizziamo quando pensiamo al <strong>rischi</strong>o in<br />

assenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> referente nell’attuale quadro <strong>di</strong> stimo<strong>la</strong>zione.<br />

In <strong>un</strong>a situazione <strong>di</strong> <strong>per</strong>icolo, quin<strong>di</strong>, <strong>per</strong>cepiamo <strong>un</strong> <strong>rischi</strong>o, esito <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong> processo valutativo, lo rappresentiamo, ma a sua volta tutto il processo<br />

è influenzato <strong>da</strong> rappresentazioni che il <strong>rischi</strong>o attiva nel soggetto.<br />

La ricerca, che coniuga elementi qualitativi e quantitativi, si prefissava<br />

<strong>di</strong> in<strong>da</strong>gare <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o infort<strong>un</strong>istico e <strong>di</strong> ma<strong>la</strong>ttie occupazionali<br />

nel<strong>la</strong> categoria degli o<strong>per</strong>ai e<strong>di</strong>li e <strong>di</strong> fotografare come il <strong>rischi</strong>o<br />

viene rappresentato in quel<strong>la</strong> categoria, ovvero a quali significati si<br />

accompagna e quali pattern <strong>di</strong> valori evocati.<br />

In letteratura sono presenti <strong>di</strong>versi <strong>la</strong>vori che stu<strong>di</strong>ano <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione<br />

e <strong>la</strong> rappresentazione del <strong>rischi</strong>o in ambito <strong>la</strong>vorativo, considerando l’aspetto<br />

cognitivo (1,2), quello delle emozioni (3,) e quello delle variabili<br />

organizzative (4).<br />

METODOLOGIA E FASI<br />

Le fasi in cui si artico<strong>la</strong> il progetto sono essenzialmente quattro:<br />

1. Fase <strong>di</strong> attivazione: ricerca letteratura, interviste ad es<strong>per</strong>ti del setto-<br />

re, osservazione in cantiere<br />

2. Fase <strong>dei</strong> Focus Group: sono stati condotti 8 Focus Group, <strong>di</strong> cui 4<br />

con o<strong>per</strong>ai e<strong>di</strong>li adulti (49 o<strong>per</strong>ai, età me<strong>di</strong>a 32 anni) e 4 con studenti<br />

del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e<strong>di</strong>le (52 studenti, età me<strong>di</strong>a 15 anni)<br />

3. Fase delle interviste semi-strutturate: <strong>la</strong> presente fase ha visto <strong>la</strong> partecipazione<br />

<strong>di</strong> 19 o<strong>per</strong>ai e<strong>di</strong>li (età me<strong>di</strong>a 34 anni).<br />

4. Fase <strong>di</strong> analisi <strong>dei</strong> <strong>da</strong>ti e conclusioni<br />

Ciasc<strong>un</strong> Focus Group era organizzato in modo che in <strong>un</strong> primo momento,<br />

come esercizio <strong>di</strong> focalizzazione e stimo<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione,<br />

i partecipanti, a cui veniva richiesta età, es<strong>per</strong>ienza <strong>la</strong>vorativa (in anni),<br />

qualifica <strong>la</strong>vorativa e infort<strong>un</strong>i pregressi (o ma<strong>la</strong>ttie professionali), rispondessero<br />

ad <strong>un</strong> breve questionario nel quale venivano sottoposte alc<strong>un</strong>e<br />

fotografie che ritraevano situazioni tipiche <strong>di</strong> cantiere; ciasc<strong>un</strong> partecipante<br />

doveva stimarne il grado <strong>di</strong> <strong>rischi</strong>o (su <strong>un</strong>a sca<strong>la</strong> Likert 1-10,<br />

dove 1 era “<strong>per</strong> niente <strong>rischi</strong>oso” e 10 “estremamente <strong>rischi</strong>oso”) e successivamente<br />

in<strong>di</strong>care le azioni che avrebbero messo in atto <strong>per</strong> rendere<br />

più sicura <strong>la</strong> situazione (safety <strong>per</strong>formance).<br />

In seguito i partecipanti venivano <strong>di</strong>visi in due gruppi e chiesto loro<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere insieme e poi rispondere, in maniera analoga a quanto fatto<br />

singo<strong>la</strong>rmente, al questionario, stavolta in<strong>di</strong>cando le scelte del gruppo.<br />

Una volta concluso l’esercizio <strong>di</strong> focalizzazione, iniziava in plenaria<br />

<strong>la</strong> <strong>di</strong>scussione, utilizzando come stimolo le scelte espresse <strong>da</strong>i partecipanti<br />

nel questionario, ma avendo come obiettivo <strong>la</strong> raccolta delle loro<br />

rappresentazioni intorno al costrutto “<strong>rischi</strong>o”.<br />

Sempre con lo stesso obiettivo, ovvero son<strong>da</strong>re le rappresentazioni<br />

degli o<strong>per</strong>ai e<strong>di</strong>li, sono state effettuate le interviste semistrutturate, nelle<br />

quali, tra le altre, si in<strong>da</strong>gavano le aree del<strong>la</strong> definizione <strong>di</strong> cosa significa<br />

<strong>rischi</strong>o e <strong>rischi</strong>are, cosa rende <strong>un</strong>a situazione <strong>rischi</strong>osa, quando il <strong>rischi</strong>o<br />

<strong>di</strong>venta tollerabile, quali fattori influiscono <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>rischi</strong>o e<br />

l’ass<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> comportamenti <strong>rischi</strong>osi.<br />

RISULTATI<br />

1. Percezione del <strong>rischi</strong>o<br />

La rilevazione del<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o, avvenuta tramite il questionario<br />

somministrato all’inizio del Focus Group, ha mostrato i seguenti<br />

risultati:<br />

Tabel<strong>la</strong> I. Grado <strong>di</strong> <strong>rischi</strong>o<br />

La tabel<strong>la</strong> I mostra come l’attribuzione <strong>di</strong> maggiore <strong>rischi</strong>osità ha riguar<strong>da</strong>to<br />

le situazioni in cui i partecipanti hanno rintracciato <strong>la</strong> possibilità<br />

<strong>di</strong> ferimenti, caduta <strong>da</strong>ll’alto e caduta <strong>di</strong> pesi. Minor <strong>rischi</strong>o è stato attribuito<br />

alle situazioni in cui si rintracciava <strong>un</strong>a mancanza <strong>di</strong> adeguati DPI<br />

(scarpe, cuffie, guanti) e in cui venivano spostati <strong>dei</strong> pesi. In entrambi i<br />

casi tale attribuzione è probabilmente giustificata <strong>da</strong>l<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferimento<br />

nel tempo delle possibili conseguenze negative, come testimoniato<br />

anche in letteratura (5).<br />

Attraverso il questionario <strong>di</strong> rilevazione del<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o<br />

si in<strong>da</strong>gava non solo <strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione <strong>di</strong> <strong>un</strong> grado <strong>di</strong> <strong>rischi</strong>osità, ma anche <strong>la</strong><br />

capacità <strong>di</strong> rintracciare <strong>un</strong> <strong>rischi</strong>o in <strong>un</strong>a situazione e <strong>di</strong> mettere in atto le<br />

dovute azioni <strong>per</strong> rendere <strong>la</strong> situazione più sicura.<br />

Successivamente, si è analizzato, tramite ANOVA, <strong>la</strong> possibile influenza<br />

<strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e variabili sul<strong>la</strong> <strong>per</strong>cezione del <strong>rischi</strong>o, con i seguenti esiti:<br />

• Età: in sole due foto (caduta <strong>da</strong>ll’alto, P

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