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Validazione di un algoritmo per la valutazione dei rischi da ...

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G Ital Med Lav Erg 2007; 29:3 403<br />

www.gimle.fsm.it<br />

Stati Uniti, H1N1 ha <strong>di</strong>ffusione cosmopolita. Tali patogeni normalmente<br />

non infettano l’uomo, sebbene si siano verificate infezioni spora<strong>di</strong>che tra<br />

coloro che avevano avuto esposizione <strong>di</strong>retta a suini infetti (allevatori)<br />

(7). Un ampio stu<strong>di</strong>o effettuato nel 2006 negli USA ha documentato <strong>la</strong><br />

presenza <strong>di</strong> elevati titoli anticorpali <strong>di</strong>retti contro i virus H1N1 e H1N2 in<br />

tre gruppi <strong>di</strong> <strong>la</strong>voratori esposti (111 allevatori, 97 addetti ad <strong>un</strong> industria<br />

che produceva carne, 65 veterinari) (8). Un’altra ricerca condotta su <strong>un</strong><br />

numero minore <strong>di</strong> casi (74 soggetti a <strong>rischi</strong>o occupazionale) ha mostrato<br />

<strong>un</strong> titolo anticorpale (H1) significativamente maggiore rispetto ai controlli<br />

(9). Un’ulteriore pubblicazione ha <strong>di</strong>mostrato <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> anticorpi<br />

<strong>di</strong>retti contro il virus H1N1 in 49 addetti ad allevamenti suinicoli<br />

confinati che utilizzavano raramente adeguate misure <strong>di</strong> protezione (uso<br />

<strong>di</strong> guanti) o misure igieniche (fumare durante il <strong>la</strong>voro) (10). Infezioni<br />

con virus influenzali <strong>di</strong> tipo A, appartenenti a ceppi sia aviari che umani,<br />

sono state riscontrate anche nei suini, nei quali <strong>la</strong> co-circo<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> influenza<br />

aviaria, umana e suina potrebbe portare ad <strong>un</strong>o scambio <strong>di</strong> materiale<br />

genetico, <strong>da</strong>l quale potrebbe scaturire <strong>un</strong> nuovo ceppo potenzialmente<br />

in grado <strong>di</strong> innescare <strong>un</strong>a nuova pandemia <strong>per</strong> l’uomo (8, 11).<br />

L’infezione <strong>da</strong> virus dell’epatite E (HEV) rappresenta <strong>un</strong> grave problema<br />

<strong>di</strong> sanità pubblica nei Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo, dove si trasmette<br />

principalmente <strong>per</strong> via oro-fecale. Nei Paesi industrializzati si trovano casi<br />

clinici spora<strong>di</strong>ci; stu<strong>di</strong> sieroepidemiologici hanno rilevato <strong>la</strong> presenza<br />

<strong>di</strong> anticorpi anti-HEV in soggetti professionalmente esposti ai suini. L’epatite<br />

E viene attualmente considerata <strong>un</strong>a zoonosi emergente e i suini sono<br />

ritenuti <strong>un</strong> serbatoio del virus. In<strong>da</strong>gini condotte negli Stati Uniti (12),<br />

a Taiwan (13), in Mol<strong>da</strong>via (14) e in Grecia (15) hanno mostrato sieropositività<br />

nei confronti <strong>di</strong> HEV significativamente più elevate in <strong>per</strong>sone<br />

professionalmente esposte a suini rispetto a popo<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong> controllo. Va<br />

tuttavia sottolineato che altri stu<strong>di</strong> non hanno evidenziato <strong>di</strong>fferenze significative<br />

nel titolo anticorpale degli esposti a suini <strong>per</strong> motivi occupazionali<br />

rispetto ai controlli. In Svezia <strong>la</strong> prevalenza <strong>di</strong> IgG anti-HEV in<br />

115 <strong>la</strong>voratori suinicoli non risultava statisticamente più elevata rispetto<br />

ai controlli (13% contro 9.3%) (16). Uno stu<strong>di</strong>o effettuato recentemente<br />

in Italia nel Lazio non ha evidenziato <strong>di</strong>fferenze nel<strong>la</strong> prevalenza <strong>di</strong> anticorpi<br />

anti-HEV nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione generale (3511 soggetti) rispetto a <strong>la</strong>voratori<br />

esposti (92 tra veterinari, addetti al mattatoio ed allevatori), ma<br />

le <strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> positività erano com<strong>un</strong>que piuttosto elevate. Sono d<strong>un</strong>que<br />

necessari ulteriori stu<strong>di</strong> <strong>per</strong> capire se possano esistere partico<strong>la</strong>ri vie<br />

<strong>di</strong> trasmissione che consentono al virus <strong>di</strong> creare delle nicchie serbatoio<br />

<strong>di</strong> infezione (17).<br />

Una zoonosi emergente <strong>di</strong> recente riconoscimento, finora riscontrata<br />

nel Sud-est asiatico, è causata <strong>da</strong>l virus Nipah (famiglia Paramyxoviri<strong>da</strong>e).<br />

Qui il virus, iso<strong>la</strong>to <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima volta nell’uomo nel 1999, costituisce<br />

<strong>un</strong> importante problema <strong>di</strong> sanità pubblica a causa delle numerose<br />

specie animali ospiti e del<strong>la</strong> possibile gravità del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia nell’uomo. I<br />

pipistrelli mangiatori <strong>di</strong> frutta sono ritenuti l’ospite naturale del virus; non<br />

è noto al momento come avvenga il passaggio <strong>da</strong> questi ad altri animali<br />

e all’uomo. È probabile che il maiale rappresenti <strong>la</strong> fonte <strong>di</strong> contagio<br />

(contatto con tessuti o flui<strong>di</strong> corporei infetti), ma non l’<strong>un</strong>ica, <strong>per</strong> l’uomo.<br />

In letteratura sono presenti vari stu<strong>di</strong> che in<strong>di</strong>cano come alc<strong>un</strong>e categorie<br />

<strong>la</strong>vorative quali allevatori <strong>di</strong> suini e addetti ai macelli risultano essere a<br />

<strong>rischi</strong>o <strong>di</strong> esposizione <strong>per</strong> tale zoonosi (18,19).<br />

Tra le infezioni emergenti <strong>di</strong> origine batterica vi è <strong>la</strong> streptococcosi<br />

<strong>da</strong> Streptococcus suis, ampiamente <strong>di</strong>ffusa tra i suini allevati, trasmissibile<br />

all’uomo <strong>per</strong> contatto stretto con animali e carne infetta, attraverso<br />

tagli o abrasioni del<strong>la</strong> pelle. Sono documentati molteplici casi <strong>di</strong> infezioni<br />

umane <strong>da</strong> S. suis (soprattutto sierotipo 2), alc<strong>un</strong>i avvenuti in ambito occupazionale<br />

(20). L’infezione umana <strong>da</strong> S. suis è stata considerata <strong>un</strong>a<br />

zoonosi “minore” fino all’agosto del 2005, allorché le autorità sanitarie<br />

cinesi hanno notificato all’OMS <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> numerosi foco<strong>la</strong>i in allevamenti<br />

familiari del<strong>la</strong> provincia <strong>di</strong> Sichuan e contemporaneamente l’insorgenza<br />

<strong>di</strong> 200 casi <strong>di</strong> ma<strong>la</strong>ttia nell’uomo, circa 40 <strong>dei</strong> quali mortali. I<br />

soggetti colpiti erano soprattutto agricoltori che avevano avuto stretto<br />

contatto con suini infetti o morti. Sebbene l’episo<strong>di</strong>o non abbia poi avuto<br />

seguito, ha al<strong>la</strong>rmato <strong>la</strong> com<strong>un</strong>ità sanitaria internazionale. L’infezione<br />

è <strong>un</strong>a zoonosi <strong>di</strong> origine professionale (elevata probabilità - DM 27 aprile<br />

2004).<br />

CONCLUSIONI<br />

I <strong>rischi</strong> biologici “emergenti” in ambito occupazionale rappresentano<br />

<strong>un</strong>a nuova realtà ancora poco investigata, se si eccettua il settore riguar<strong>da</strong>nte<br />

gli o<strong>per</strong>atori sanitari e coloro che <strong>la</strong>vorano nei <strong>la</strong>boratori <strong>di</strong> ricerca.<br />

Negli allevamenti le infezioni emergenti sono rappresentate fon<strong>da</strong>mentalmente<br />

<strong>da</strong>lle zoonosi, le quali negli ultimi anni hanno suscitato l’interesse<br />

sia a livello <strong>di</strong> salute pubblica che occupazionale <strong>per</strong> <strong>la</strong> frequenza<br />

con cui tendono a presentarsi. Ma<strong>la</strong>ttie emergenti e riemergenti non sono<br />

<strong>un</strong> fenomeno nuovo nel campo dell’infettivologia, ma inaspettata è l’accelerazione<br />

del<strong>la</strong> comparsa degli episo<strong>di</strong>, imputabili a molteplici fattori<br />

legati sia al<strong>la</strong> biologia <strong>dei</strong> microrganismi che a cambiamenti antropologici,<br />

sociali e climatici. Inoltre gli spostamenti <strong>di</strong> popo<strong>la</strong>zioni e merci favoriscono<br />

<strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>dei</strong> patogeni in zone indenni, con <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong><br />

innescare epidemie.<br />

Il processo <strong>di</strong> <strong>valutazione</strong> del <strong>rischi</strong>o ai sensi del D.Lgs 626/94 risulta<br />

piuttosto <strong>di</strong>fficoltoso nel settore degli allevamenti <strong>di</strong> bestiame, soprattutto<br />

<strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong> il re<strong>per</strong>imento <strong>dei</strong> <strong>da</strong>ti inerenti <strong>la</strong> <strong>di</strong>ffusione delle<br />

zoonosi animali e professionali. Varie normative sono state emanate, sia<br />

a livello nazionale che com<strong>un</strong>itario, <strong>per</strong> <strong>la</strong> notifica delle zoonosi nell’uomo<br />

e negli animali, nonché <strong>per</strong> <strong>la</strong> sorveglianza delle medesime. Appare<br />

evidente che <strong>un</strong> corretto processo valutativo richiede <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

professionale <strong>di</strong> varie figure, in partico<strong>la</strong>re me<strong>di</strong>ci e veterinari, me<strong>di</strong>ante<br />

<strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o comprensivo <strong>di</strong> tutti i <strong>rischi</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> salute umana ed animale. Tale<br />

esigenza è sentita in modo partico<strong>la</strong>re quando si tratta <strong>di</strong> affrontare <strong>un</strong>a<br />

tematica nuova nell’ambito del<strong>la</strong> me<strong>di</strong>cina del <strong>la</strong>voro, come nel caso delle<br />

zoonosi emergenti. Una delle problematiche più urgenti sollevate <strong>da</strong>lle<br />

infezioni emergenti in ambito occupazionale riguar<strong>da</strong> <strong>la</strong> protezione <strong>dei</strong> <strong>la</strong>voratori.<br />

Sicuramente l’applicazione <strong>dei</strong> principi <strong>di</strong> biosicurezza negli allevamenti,<br />

intesi come insieme <strong>di</strong> misure gestionali finalizzate a prevenire<br />

l’introduzione <strong>di</strong> agenti biologici all’interno <strong>dei</strong> medesimi e <strong>la</strong> loro conseguente<br />

<strong>di</strong>ffusione, costituiscono <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to fon<strong>da</strong>mentale. Molto importante<br />

risulta <strong>la</strong> sorveglianza ed il monitoraggio degli animali e l’eventuale<br />

attivazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> rapido stato <strong>di</strong> allerta in caso <strong>di</strong> sospetto/comparsa <strong>di</strong> epidemia.<br />

Andranno inoltre poste in atto strategie vaccinali <strong>la</strong>ddove <strong>di</strong>sponibili<br />

ed opport<strong>un</strong>e. Re<strong>la</strong>tivamente ai <strong>la</strong>voratori, va tenuto presente che, se<br />

garantire <strong>la</strong> salute e sicurezza sul luogo <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro, ai sensi del<strong>la</strong> vigente<br />

normativa, è compito del <strong>da</strong>tore <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro, il quale deve anche impartire<br />

adeguata informazione e formazione, <strong>la</strong> prevenzione e <strong>la</strong> protezione <strong>per</strong>sonale<br />

<strong>dei</strong> <strong>rischi</strong> è affi<strong>da</strong>ta anche al <strong>la</strong>voratore.<br />

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