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NUOVO oggi MOLISE Lunedì 24 Maggio 2010 ATTUALITA’ Affondo di Oreste Campopiano, segretario del Nuovo Psi, nei confronti della politica regionale Pdl, in Molise un fatto privato «Il partito non si è mai riunito su temi centrali come la Sanità» Accuse anche alla scelte in favore delle multinazionali dell’energia ORESTE Campopiano, segretario di una formazione «minore», il Nuovo Psi, sferra un altro attacco alla classe politica al governo della Regione. Campopiano è uno dei pochi a sfuggire alla melassa omertosa che sommerge la politica molisana. E’ uno, per capirci, che parla chiaro. E in questo è uno dei pochi. La lettera che pubblichiamo in pagina dice una cosa molto chiara: in questa regione mancano gli statisti e imperano le mezzecalzette. «La nostra politica é ferma agli anni ’70, legata com’è alla logica del debito pubblico. Credo che ci sia un’intera classe politica chiamata a fare autocritica e ammenda. Abbiamo assistito in questi anni, e specialmente nell’ultimo periodo, ad iniziative avvenurose che hanno dilapidato decine di milioni di euro senza nessuna prospettiva e programmazione». Quello di Campopiano è un riferimento alle recenti avventure industriali della Regione Molise, come quella ad esempio intrapresa - con grandi spese - nel settore avicolo. Una Regione che si fa impresa e rinuancia alla politica e alla programmazione? «Mi chiedo se a queste condizioni convenga ancora tenere in piedi questa regione. Prima o poi qualcuno ce ne chiederà conto. Non credo che possimo permetterci, ad esempio, decine e decine di dirigenti regionali che ci costano un occhio della testa. Anche nella pubblica amministrazione è necessario che arrivinio i sacrifici». Preoccupante anche la deriva «energetica regionale». «Stiamo devastando il nostro territorio consegnandolo alle grandi multinazionali dell’energia. Fotovoltaico, eolico, trivellazioni, nucleare: tutto questo equivale ad una devastazione ambientale e ad una prospettiva di cancellazione dell’agricoltura». L’affondo, Campopiano, lo fa in tema eminentemente politico. Parlando di quello che, sul piano regio- Oreste Campopiano nale, può considerarsi il suo «ex partito», il Pdl «un partito verticistico e personalizzato con un coordinatore regionale che cammina per conto suo come se il partito fosse una sua cosa personale. Basti pensare che non ci siamo riuniti una volta in sede regionale per discutere di cose importantissime come ad esempio la Sanità». E’ un altro strappo quello di Oresete Campopiano e segue quello della scorsa settimana quando senza mezzi termini fece sapere, d’intesa con le segreterie provinciali del partito, che il Nuovo Psi alle prossime elezioni provinciali correrà da solo. Il suo, va precisato, è uno strappo col Pdl molisano, un partito che egli oramai non sente più suo. Sono troppe le occasioni nel corso delle quali sono state mortificate le formazioni minori che, attenzione, alla scarsa consistenza numerica spesso sopperiscono con una grande capacità di analisi politica. Campopiano dice che siamo circondati da mezzecalzette: come dargli torto? Pasquale Di Bello Mancano figure di spicco che possano traghettare il Molise fuori dalla palude Una regione senza statisti La classe dirigente fatta da politici di scarsa consistenza NEL messaggio inviato ai "promotori della Liberta’" il Presidente del Consiglio si e’ sforzato di profondere ottimismo, nel tentativo di rassicurare gli italiani che la manovra finanziaria che l’Europa ci chiede, non toccherà, né la sanità, né le pensioni, né le tasse. Condivido senz’altro l’approccio positivo, ma vedo francamente difficile recuperare ben 28 milioni di euro senza toccare gli unici settori nei quali la spesa pubblica è da tempo fuori controllo e cioè la sanita’, le pensioni e la Publica Amministrazione. E se è vero come è vero che il Fondo Monetario Internazionale ha individuato nel settore sanitario il punto più debole dell’Italia perche’ la spesa è in preoccupante crescita,allora non è possibile ipotizzare alcuna manovra correttiva seria senza intervenire primariamente in questo settore. Nella seconda metà degli anni settanta, di fronte ad una crisi economica lacerante al pari di quella attuale, la scelta di reazione fu basata su politiche espansive di ordine monetario e fiscale. Come ha recentemente osservato il ministro Tremonti la scelta fu quella di "...scambiare il presente con il futuro e divorare il futuro creando debito pubblico". Oggi che le politiche monetarie sono rimesse in via esclusiva all’Europa i margini di intervento sul debito si sono ridotti al punto che se non si interviene sui fattori di spesa strutturale sopra indicati (sanita’, pensioni e P.A.) con provvedimenti correttivi drastici, il debito pubblico (che nel 2007 era al 103% del PIL ed oggi è al 115%) salirà ancora con le inevitabili conseguenze negative sui mercati e sulla fiducia dei risparmiatori. In Italia e segnatamente nel sud si è governato fino ad oggi accumulando debito,perché governare creando debito è certamente più facile che governare sapendo di avere debito e ,per dirla sempre col Ministro Tremonti, " la storia insegna che il debito non fa lo sviluppo, ma divora lo sviluppo". Il Molise non solo non fa eccezione ma è addirittura il prototipo, in termini negativi, con riferimento a tutti e tre gli indicatori di spesa: a) la spesa sanitaria pro capite è tra le piu’ alte d’Italia; b) il rapporto popolazione-pensionati e’ tra quelli più sbilanciati rispetto al resto del Paese; c) l’apparato amministrativo pubblico, specie regionale, e’ non solo esuberante,ma anche eccessivamente ed inutilmente costoso. Se questo per grandi linee è il quadro regionale, ancora più desolante è la terapia e la pratica gestionale. Mi limito a riferire due fatti che mi sembrano indicativi di una mentalità assistenziale non ulteriormente praticabile. Il primo: per ripianare il disavanzo della sanità, mentre la Polverini nel Lazio ha detto chiaro e tondo che dovrà farsi ricorso ad interventi strutturali definitivi in grado di invertire la tendenza alla spesa ( è addirittura andata in Lombardia per verificare il sistema Formigoni), in Molise non si è pensato ad altra strada che quella di utilizzare i fondi FAS, ben sapendo che in tal modo si penalizza due volte il territorio in quanto si sottraggono le uniche risorse per l’attuazione dei piani strategici delle aree sottoutiliz- Interviene Giuseppe Cristofano, segretario regionale della Cia Sanità: «Basta con altri balzelli!» Il sistema ormai al collasso non potrebbe tollerarli IL problema della sanità ha ormai messo in ginocchio la nostra Regione annidandosi nel suo corpo come un devastante virus che negli anni si è riprodotto senza che nessuno si sia preoccupato di individuare una vera terapia. Anzi, al contrario, le imprese ed i cittadini comuni, si sono trovati inconsapevolmente a doverlo nutrire, già sopportando fino ad oggi, una tassazione tra le più alte a livello nazionale. Non curante di ciò il Governo regionale ha perseverato negli sprechi e nella chiara volontà di non intervenire per razionalizzare la rete di servizi ospedalieri disseminati sul territorio, perseguendo la logica del "tanto qualcuno dovrà pagare". La crisi si sarebbe potuta arginare eliminando le opulenti ed inutili consulenze e soprattutto evitando di accrescere i costi della politica con l’incremento del numero dei consiglieri regionali subentrati a coloro che sono stati promossi sul campo assessori. E’ troppo evidente che alla politica frutta di più non intaccare le rendite di po- sizione ed accontentare qualcuno per garantirsi il giusto equilibrio, ma non può essere sempre "pantalone" a farsi carico dei danni causati da chi vuole utilizzarla solo per il proprio tornaconto! Adesso chi ha causato questo disastro vorrebbe rifarsi una verginità cercando di ribaltare le responsabilità sul Governo nazionale, "colpevole" solo per essere intervenuto, sicuramente troppo tardi, per chiudere d’imperio i rubinetti al fine di indurre il ripristino della normalità e della legalità. A questo punto è inevita- Preoccupazione dell’associazione per l’ipotesi legata all’arrivo di nuove tasse zate ( fa specie che nessun Sindaco o amministratore locale si sia ribellato a questa davvero discutibile e scellerata eventualità). Il secondo contenuto nella recentissima delibera di G.R. la n. 382 del 12 maggio 2010 laddove, nel dichiarato intento di "...proseguire nella strategia complessiva a sostegno della filiera avicola molisana..." sono stati erogati ulteriori DIECI MILIONI di euro per "l ’ acquisizione del complesso industriale di Boiano, strategico per l’unitarieta’ e la stabilità socio economica della filiera avicola molisana... " Invito a leggere l’allegato documento istruttorio per comprendere la logica sottesa a quel discutibile intervento effettuato con pubblico denaro. Allora delle due l’una : o qualcuno pensa che i molisani siano dei "polli" o si e’ definitivamente smarrito il senso della misura e del pudore. Diceva Alcide De Gasperi" i politici pensano alle prossime elezioni. Gli statisti alle future generazioni" Al punto in cui siamo non abbiamo più bisogno di politici. O almeno di questi. Oreste Campopiano 3 bile l’aumento dell’Irpef e dell’Irap, quali principali fonti di prelievo fiscale a favore della Regione, attraverso cui le imprese ed i cittadini molisani dovranno tirar fuori, per i prossimi anni, oltre cento milioni di euro per cercare di arginare una falla pericolosa che rischia di inghiottire l’intero sistema regionale. Un Molise già penalizzato dai suoi ritardi strutturali, dall’assenza di un vero progetto di sviluppo, da una situazione di crisi in cui si assiste sempre più allo smantellamento del tessuto produttivo ed imprenditoriale, non può sostenere questo ulteriore gravame! I fondi per le aree sottosviluppate (Fas), già prosciugati a monte per altre finalità, non potranno essere utilizzati per lo sviluppo e quindi per il recupero del gap rispetto ad altre regioni più evolute, perchè bloccati dal Governo al fine di scongiurare la loro utilizzazione per l’abbattimento dei debiti della sanità. Si apre dunque una prospettiva inquietante perchè siamo convinti di non essere nelle condizioni di poter sostenere ulteriori balzelli. Giuseppe Cristofano presidente reg. Cia

4 ATTUALITA’ Storia di un settimana nera per il governatore Da Roma benservito alla Regione Governo e Tesoro bocciano Iorio Divisi tra fallimenti e speranze MOLISANI, cambiare si deve per un Molise moderno e non da ultimo in classifica. La settimana appena trascorso ha segnato uno spartiacque tra l’attuale classe dirigente molisana e il governo nazionale. Per capire come l’agreement dei nostri politici sia in caduta libera, basta ascoltare la gente per strada, il ritornello è sempre lo stesso: chi ha fatto i debiti li paghi, dicono i cittadini che il più delle volte sono alle prese con il rischio di perdere il posto di lavoro, ammesso che non l’evento non si sia già verificato. Ma a dimostrare la maturità dei molisani sabato ho raccolto anche la lamentela della famosa nonnina massaia, che seppur male informata, ha capito che gli sprechi non sono affatto finiti. Anzi come da manuale del bravo debitore più sei inguaiato e più dai sfoggio allo sfarzo, tanto alla fine paga pantalone. Ecco tutto questo accade in questo fazzoletto di terra ma fuori dal nostro perimetro cosa succede. Obama, amico di preghiera di qualche illustre molisano, negli Stati Uniti dopo aver portato a termine la riforma sanitaria sta portando avanti quella dei mercati finanziari affinché non accadono più turbolenze e speculazioni come quelli che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi giorni. Una legge che lega le istituzioni agli stessi americani che attraverso i fondi pensioni investono gran parte dei loro contributi in borsa. In Europa dopo l’esplosione del caso Grecia tutti i governi stanno prendendo quelle decisioni impopolari, più volte annunciate nei mesi scorsi, ma che servono alla tenuta dei conti, in modo da destinare sin da subito maggiori risorse per la ripresa che in alcuni parti è già presente. Emblematica è la frase che Berlusconi ha pronunciato qualche giorno fa "in Europa abbiamo vissuto tutti al di sopra delle nostre possibilità in questi anni" e in Molise allora, verrebbe da dire? Come si suol dire in gergo "i guai della pignata li sa la cucchiara", tanto per capirci. Tutti hanno capito che è giunto l’ora di pensare ad un Molise moderno che sia l’orgoglio dei suoi abitanti e non che veleggi più perennemente nella parte bassa delle classifiche. Prendiamo solo qualche esempio. Nella relazione consegnata ai dirigenti del ministero della Salute ci fa cenno sempre alla solita litania dei 136 comuni e al territorio. Intendiamoci tutte balle, se si vuole avere una regione snella basterebbero 50 amministrazioni comunali, il vantaggio in termini di costi della pubblica amministrazione sarebbero duplici: da un lato riduzione dei costi e dall’altro aumento dell’efficienza dei servizi. Certo il rovescio della medaglia è il minor controllo del cliente- lismo da parte del capo bastone di turno che invece di avere 136 disgraziati che pendono dalle sue labbra e dalle sue delibere, ne avrebbe circa 1/3. Altro argomento: trasporti pubblici su gomma. L’assessore alla programmazione ha tagliato tout court il 30% dei costi regionali al settore, un bene o un male? Entrambi, bene sulla riduzione dei costi, ma non era l’occasione per razionalizzare i percorsi allargando i servizi urbani negli hinterland dei centri maggiori, tagliando corse inutili a vantaggio dei collegamenti più importanti verso i centri maggiori in regione e fuori? All’assessore Cavaliere invece chiediamo: è stato costretto a riprorogare i bandi per l’agricoltura pubblicati lo scorso dicembre, ma non è che non ci sono più gli agricoltori visto che ad esempio nel basso Molise si stanno sostituendo le piantagioni con le distese di pannelli fotovoltaici? E poi ancora un’ulteriore riflessione che ho fatto qualche tempo fa con l’assessore Marinelli. Basta con i comunicati stampa che amplificano la concessione della cassa integrazione speciale o ordinaria, ma abbiamo capito che se non si ricreano posti di lavoro, quando gli ammortizzatori sociali giungeranno alla loro scadenza, ci troveremo con un esercito di disoccupati la maggior parte dei quali saranno quarantenni e cinquantenni, quindi con tutti quei drammi familiari che possiamo immaginare e che possiamo rivedere nella drammatica storia di una donna di Padova che trovandosi senza lavoro e disperata, la sera dice ai figli che va a lavorare in un Bar, mentre la verità è che va a prostituirsi. Quel mondo che sembra così lontano, è invece presente anche da noi, fenomeni di questo genere sono sempre più presenti tra le nostre genti. Quindi rimboccarsi le maniche, le soluzioni per ripartire ci sono, ci sarà da lavorare come matti ma ce la possiamo ancora fare, a condizione che quando sarà i Molisani emulino quanto accaduto a Roma in questi giorni, dove di fatto è stato dato il benservito a chi non era in sintonia con quanto richiesto da Tremonti, Fazio e Co. la ricetta puntare sull’eccellenza, tutto il resto è fallimento. Claudio Pian NUOVO oggi MOLISE Lunedì 24 Maggio 2010 Si riunisce la Commissione Rischio idrogeologico in Molise QUELLO idrogeologico è un rischio che mette in serio pericolo l’assetto del nostro territorio. Sull’argomento si sta lavorando e molti sono gli studi di settore. Il tema verrà affrontato questa mattina nel corso di una seduta pubblica della Commissione sul rischio idrogeologico che si terrà alle ore 10,30 nell’aula del Consiglio regionale. Nel corso dei lavori verranno presentati i risultati finali di un progetto realizzato in collaborazione con l’equipe del professor Mauriello dell’Università del Molise, concernete nuovi metodi di monitoraggio dei fenomeni franosi in Molise. Fenomeni franosi, come noto, sono purtroppo presenti nella nostra regione ed anche di rilevante intensità. Il proget- to che verrà presentato rappresenta sul tema un punto di svolta poichè realizzato con metodi finora mai sperimentati in Italia. Sarà quindi significativo apprendere dalla diretta voce dei ricercatori i risultati conseguiti a seguito di queste nuove metodologie. Una riflessione sul mondo dell’informazione molisana e sulle sue prospettive Etica, lealtà e giornalismo Alla ricerca di obiettività, imparzialità e pluralismo UNA citazione di David Randall, giornalista britannico del settimanale Independent on Sunday di Londra, può essere la guida ideale per chi vuol fare buon giornalismo. "Il mondo è caratterizzato da diverse culture, tradizioni, voci ma i buoni giornalisti, dovunque essi si trovino e qualsiasi situazione siano portati ad affrontare, si muoveranno con il proposito di divulgare un principio: un giornalismo intelligente, basato sui fatti, onesto nelle intenzioni e negli effetti, che non serva altra causa se non quella della verità accertabile, e scritto in modo comprensibile per i suoi lettori". Sono stato testimone di un evento pubblico che si è svolto presso il Comune di Campobasso. Il giorno dopo ho letto sulla stampa locale e sui giornali telematici la cronaca dell’evento. Sono rimasto sconcertato dall’interpretazione del fatto e dalla manipolazione del suo significato spostando una virgola o dando risalto ad un aggettivo usato quasi come intercalare. Per fortuna devo riconoscere che su 4 quotidiani locali, 3 sono stati assolutamente obiettivi, 1 invece ha cercato penosamente di strumentalizzare l’esposizione dei fatti con discutibili artifici di consecutio temporum o interpretando il tono di voce o la mimica facciale della persona citata. Il giornalismo telematico è stato assolutamente fedele alla realtà. Vediamo alcuni esempi di informa- zione corretta e di informazione distorta. Articolo di informazione corretta: "Marilina Niro ha ribadito che la maggioranza è protagonista di un dibattito aperto e democratico sia con il sindaco che con la Giunta e pur con vedute in parte differenti si lavora tutti insieme per il bene comune". Il giornalista serio riporta tra virgolette le frasi della persona citata senza interpretazioni strumentali (Nuovo Molise). Articolo di informazione distorta: M. N. che addirittura volendo fare del populismo scomoda le cosiddette associazioni ambientaliste come Fare Verde da coinvolgere per incrementare la raccolta differenziata ferma al palo da anni e di conseguenza pagare meno tasse. Come se bastasse un tocco di bacchetta magica per far capire a chi non vuol capire l’importanza di dividere la spazzatura. Il cattivo giornalista non riporta le parole della persona citata, ma le interpreta con secondi fini. Definisce populismo, la volontà di trovare una soluzione al semplice aumento delle tasse. Si permette di definire persone "che non vogliono capire" i cittadini che saranno invitati a differenziare i rifiuti. Ma di questo cattivo giornalista ho parlato già troppo, forse in un impeto di onestà intellettuale potrebbe auto assegnarsi il simbolo più originale del suo giornalismo: il tapiro (copiatissimo). Mi viene in mente Giampaolo Pansa: "Ah, il giornalismo obiettivo! Quante fregature abbiamo dato al lettore sventolando questa bandiera fantasma". La libertà d’informazione e di critica è un diritto fondamentale del giornalista, sancita dalla Costituzione e regolata dalla legge n. 69 del 1963. L’Articolo 21 della Costituzione Italiana recita: "Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni e censure". L’art 21 può essere interpretato in forma individualista "libertà di informazione coincide con la libertà di manifestazione del pensiero del giorna- L’articolo 21 della Costituzione comprende il diritto di cronaca ma esiste anche il dovere della lealtà lista" o in forma funzionalista "libertà di informazione coincide con il diritto dei cittadini ad essere informati". Quindi esiste il Diritto di Cronaca, ma esiste anche il Dovere dell’Etica e della Lealtà. La Legge del 3 febbraio del 1963 n. 69 presenta i seguenti articoli: Art.2: libertà di informazione e di critica, rispetto dei fatti, dovere della lealtà e della buona fede. Art. 48: gli iscritti all’albo che si rendono colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale sono sottoposti a procedimento disciplinare. Altri elementi normativi si trovano nella Carta dei Doveri dei Giornalisti, elaborata dalla Federazione della Stampa e dall’Ordine Nazionale di Giornalisti nel 1993, e nel Codice Deontologico approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il 03-08- 1998. L’etica dell’informazione di un buon giornalista, prevede: l’obiettività, l’imparzialità, il pluralismo, il rispetto delle persone coinvolte, nessuna discriminazione. Per semplicità comunque consiglio al Cattivo Giornalista "Le parole proibite" di C. Dominelli e A. Fontanarosa. Concludo ricordando Walter Valdi che al Derby Club di Milano diceva: "Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale. Se no vado al cinema". Berardo Viola

NUOVO oggi MOLISE<br />

Lunedì 24 Maggio 2010<br />

ATTUALITA’<br />

Affondo di Oreste Campopiano, segretario del Nuovo Psi, nei confronti della politica regionale<br />

Pdl, <strong>in</strong> Molise un fatto privato<br />

«Il partito non si è mai riunito su temi centrali come la Sanità»<br />

Accuse anche alla scelte <strong>in</strong> favore delle mult<strong>in</strong>azionali dell’energia<br />

ORESTE Campopiano,<br />

segretario di una formazione<br />

«m<strong>in</strong>ore», il Nuovo Psi,<br />

sferra un altro attacco alla<br />

classe politica al governo<br />

della Regione. Campopiano<br />

è uno dei pochi a sfuggire<br />

alla melassa omertosa che<br />

sommerge la politica molisana.<br />

E’ uno, per capirci,<br />

che parla chiaro. E <strong>in</strong> questo<br />

è uno dei pochi. La lettera<br />

che pubblichiamo <strong>in</strong><br />

pag<strong>in</strong>a dice una cosa molto<br />

chiara: <strong>in</strong> questa regione<br />

mancano gli statisti e imperano<br />

le mezzecalzette.<br />

«La nostra politica é ferma<br />

agli anni ’70, legata<br />

com’è alla logica del debito<br />

pubblico. Credo che ci sia<br />

un’<strong>in</strong>tera classe politica<br />

chiamata a fare autocritica<br />

e ammenda. Abbiamo assistito<br />

<strong>in</strong> questi anni, e specialmente<br />

nell’ultimo periodo,<br />

ad <strong>in</strong>iziative avvenurose<br />

che hanno dilapidato<br />

dec<strong>in</strong>e di milioni di<br />

euro senza nessuna prospettiva<br />

e programmazione».<br />

Quello di Campopiano è<br />

un riferimento alle recenti<br />

avventure <strong>in</strong>dustriali della<br />

Regione Molise, come quella<br />

ad esempio <strong>in</strong>trapresa -<br />

con grandi spese - nel settore<br />

avicolo. Una Regione<br />

che si fa impresa e r<strong>in</strong>uancia<br />

alla politica e alla programmazione?<br />

«Mi chiedo<br />

se a queste condizioni convenga<br />

ancora tenere <strong>in</strong> piedi<br />

questa regione. Prima o<br />

poi qualcuno ce ne chiederà<br />

conto. Non credo che<br />

possimo permetterci, ad<br />

esempio, dec<strong>in</strong>e e dec<strong>in</strong>e di<br />

dirigenti regionali che ci<br />

costano un occhio della testa.<br />

Anche nella pubblica<br />

amm<strong>in</strong>istrazione è necessario<br />

che arriv<strong>in</strong>io i sacrifici».<br />

Preoccupante anche la<br />

deriva «energetica regionale».<br />

«Stiamo devastando<br />

il nostro territorio consegnandolo<br />

alle grandi mult<strong>in</strong>azionali<br />

dell’energia.<br />

Fotovoltaico, eolico, trivellazioni,<br />

nucleare: tutto<br />

questo equivale ad una devastazione<br />

ambientale e ad<br />

una prospettiva di cancellazione<br />

dell’agricoltura».<br />

L’affondo, Campopiano,<br />

lo fa <strong>in</strong> tema em<strong>in</strong>entemente<br />

politico. Parlando di<br />

quello che, sul piano regio-<br />

Oreste Campopiano<br />

nale, può considerarsi il<br />

suo «ex partito», il Pdl<br />

«un partito verticistico e<br />

personalizzato con un coord<strong>in</strong>atore<br />

regionale che<br />

camm<strong>in</strong>a per conto suo<br />

come se il partito fosse una<br />

sua cosa personale. Basti<br />

pensare che non ci siamo<br />

riuniti una volta <strong>in</strong> sede<br />

regionale per discutere di<br />

cose importantissime come<br />

ad esempio la Sanità».<br />

E’ un altro strappo quello<br />

di Oresete Campopiano<br />

e segue quello della scorsa<br />

settimana quando senza<br />

mezzi term<strong>in</strong>i fece sapere,<br />

d’<strong>in</strong>tesa con le segreterie<br />

prov<strong>in</strong>ciali del partito, che<br />

il Nuovo Psi alle prossime<br />

elezioni prov<strong>in</strong>ciali correrà<br />

da solo. Il suo, va precisato,<br />

è uno strappo col Pdl<br />

molisano, un partito che<br />

egli oramai non sente più<br />

suo. Sono troppe le occasioni<br />

nel corso delle quali<br />

sono state mortificate le<br />

formazioni m<strong>in</strong>ori che, attenzione,<br />

alla scarsa consistenza<br />

numerica spesso<br />

sopperiscono con una grande<br />

capacità di analisi politica.<br />

Campopiano dice che<br />

siamo circondati da mezzecalzette:<br />

come dargli torto?<br />

Pasquale Di Bello<br />

Mancano figure di spicco che possano traghettare il Molise fuori dalla palude<br />

Una regione senza statisti<br />

La classe dirigente fatta da politici di scarsa consistenza<br />

NEL messaggio <strong>in</strong>viato ai<br />

"promotori della Liberta’"<br />

il Presidente del Consiglio<br />

si e’ sforzato di profondere<br />

ottimismo, nel tentativo di<br />

rassicurare gli italiani che<br />

la manovra f<strong>in</strong>anziaria che<br />

l’Europa ci chiede, non toccherà,<br />

né la sanità, né le<br />

pensioni, né le tasse.<br />

Condivido senz’altro<br />

l’approccio positivo, ma<br />

vedo francamente difficile<br />

recuperare ben 28 milioni<br />

di euro senza toccare gli<br />

unici settori nei quali la<br />

spesa pubblica è da tempo<br />

fuori controllo e cioè la sanita’,<br />

le pensioni e la Publica<br />

Amm<strong>in</strong>istrazione. E se è<br />

vero come è vero che il<br />

Fondo Monetario Internazionale<br />

ha <strong>in</strong>dividuato nel<br />

settore sanitario il punto<br />

più debole dell’Italia perche’<br />

la spesa è <strong>in</strong> preoccupante<br />

crescita,allora non è<br />

possibile ipotizzare alcuna<br />

manovra correttiva seria<br />

senza <strong>in</strong>tervenire primariamente<br />

<strong>in</strong> questo settore.<br />

Nella seconda metà degli<br />

anni settanta, di fronte<br />

ad una crisi economica lacerante<br />

al pari di quella<br />

attuale, la scelta di reazione<br />

fu basata su politiche<br />

espansive di ord<strong>in</strong>e monetario<br />

e fiscale.<br />

Come ha recentemente<br />

osservato il m<strong>in</strong>istro Tremonti<br />

la scelta fu quella di<br />

"...scambiare il presente<br />

con il futuro e divorare il<br />

futuro creando debito pubblico".<br />

Oggi che le politiche<br />

monetarie sono rimesse <strong>in</strong><br />

via esclusiva all’Europa i<br />

marg<strong>in</strong>i di <strong>in</strong>tervento sul<br />

debito si sono ridotti al<br />

punto che se non si <strong>in</strong>terviene<br />

sui fattori di spesa<br />

strutturale sopra <strong>in</strong>dicati<br />

(sanita’, pensioni e P.A.)<br />

con provvedimenti correttivi<br />

drastici, il debito pubblico<br />

(che nel 2007 era al<br />

103% del PIL ed oggi è al<br />

115%) salirà ancora con le<br />

<strong>in</strong>evitabili conseguenze negative<br />

sui mercati e sulla<br />

fiducia dei risparmiatori.<br />

In Italia e segnatamente<br />

nel sud si è governato f<strong>in</strong>o<br />

ad oggi accumulando debito,perché<br />

governare creando<br />

debito è certamente più<br />

facile che governare sapendo<br />

di avere debito e ,per<br />

dirla sempre col M<strong>in</strong>istro<br />

Tremonti, " la storia <strong>in</strong>segna<br />

che il debito non fa lo<br />

sviluppo, ma divora lo sviluppo".<br />

Il Molise non solo non fa<br />

eccezione ma è addirittura<br />

il prototipo, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i negativi,<br />

con riferimento a<br />

tutti e tre gli <strong>in</strong>dicatori di<br />

spesa: a) la spesa sanitaria<br />

pro capite è tra le piu’ alte<br />

d’Italia; b) il rapporto<br />

popolazione-pensionati e’<br />

tra quelli più sbilanciati<br />

rispetto al resto del Paese;<br />

c) l’apparato amm<strong>in</strong>istrativo<br />

pubblico, specie regionale,<br />

e’ non solo esuberante,ma<br />

anche eccessivamente<br />

ed <strong>in</strong>utilmente costoso.<br />

Se questo per grandi l<strong>in</strong>ee<br />

è il quadro regionale,<br />

ancora più desolante è la<br />

terapia e la pratica gestionale.<br />

Mi limito a riferire due<br />

fatti che mi sembrano <strong>in</strong>dicativi<br />

di una mentalità assistenziale<br />

non ulteriormente<br />

praticabile. Il primo:<br />

per ripianare il disavanzo<br />

della sanità, mentre<br />

la Polver<strong>in</strong>i nel Lazio ha<br />

detto chiaro e tondo che<br />

dovrà farsi ricorso ad <strong>in</strong>terventi<br />

strutturali def<strong>in</strong>itivi<br />

<strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>vertire la<br />

tendenza alla spesa ( è addirittura<br />

andata <strong>in</strong> Lombardia<br />

per verificare il sistema<br />

Formigoni), <strong>in</strong> Molise<br />

non si è pensato ad altra<br />

strada che quella di<br />

utilizzare i fondi FAS, ben<br />

sapendo che <strong>in</strong> tal modo si<br />

penalizza due volte il territorio<br />

<strong>in</strong> quanto si sottraggono<br />

le uniche risorse per<br />

l’attuazione dei piani strategici<br />

delle aree sottoutiliz-<br />

Interviene Giuseppe Cristofano, segretario regionale della Cia<br />

Sanità: «Basta con altri balzelli!»<br />

Il sistema ormai al collasso non potrebbe tollerarli<br />

IL problema della sanità<br />

ha ormai messo <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio<br />

la nostra Regione annidandosi<br />

nel suo corpo<br />

come un devastante virus<br />

che negli anni si è riprodotto<br />

senza che nessuno si<br />

sia preoccupato di <strong>in</strong>dividuare<br />

una vera terapia.<br />

Anzi, al contrario, le imprese<br />

ed i cittad<strong>in</strong>i comuni,<br />

si sono trovati <strong>in</strong>consapevolmente<br />

a doverlo nutrire,<br />

già sopportando f<strong>in</strong>o<br />

ad oggi, una tassazione tra<br />

le più alte a livello nazionale.<br />

Non curante di ciò il Governo<br />

regionale ha perseverato<br />

negli sprechi e nella<br />

chiara volontà di non <strong>in</strong>tervenire<br />

per razionalizzare<br />

la rete di servizi ospedalieri<br />

dissem<strong>in</strong>ati sul territorio,<br />

perseguendo la logica<br />

del "tanto qualcuno dovrà<br />

pagare".<br />

La crisi si sarebbe potuta<br />

arg<strong>in</strong>are elim<strong>in</strong>ando le<br />

opulenti ed <strong>in</strong>utili consulenze<br />

e soprattutto evitando<br />

di accrescere i costi della<br />

politica con l’<strong>in</strong>cremento<br />

del numero dei consiglieri<br />

regionali subentrati a coloro<br />

che sono stati promossi<br />

sul campo assessori. E’<br />

troppo evidente che alla<br />

politica frutta di più non<br />

<strong>in</strong>taccare le rendite di po-<br />

sizione ed accontentare<br />

qualcuno per garantirsi il<br />

giusto equilibrio, ma non<br />

può essere sempre "pantalone"<br />

a farsi carico dei<br />

danni causati da chi vuole<br />

utilizzarla solo per il proprio<br />

tornaconto! Adesso chi<br />

ha causato questo disastro<br />

vorrebbe rifarsi una verg<strong>in</strong>ità<br />

cercando di ribaltare<br />

le responsabilità sul Governo<br />

nazionale, "colpevole"<br />

solo per essere <strong>in</strong>tervenuto,<br />

sicuramente troppo<br />

tardi, per chiudere d’imperio<br />

i rub<strong>in</strong>etti al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>durre<br />

il riprist<strong>in</strong>o della<br />

normalità e della legalità.<br />

A questo punto è <strong>in</strong>evita-<br />

Preoccupazione<br />

dell’associazione<br />

per l’ipotesi<br />

legata all’arrivo<br />

di nuove tasse<br />

zate ( fa specie che nessun<br />

S<strong>in</strong>daco o amm<strong>in</strong>istratore<br />

locale si sia ribellato a questa<br />

davvero discutibile e<br />

scellerata eventualità).<br />

Il secondo contenuto nella<br />

recentissima delibera di<br />

G.R. la n. 382 del 12 maggio<br />

2010 laddove, nel dichiarato<br />

<strong>in</strong>tento di<br />

"...proseguire nella strategia<br />

complessiva a sostegno<br />

della filiera avicola molisana..."<br />

sono stati erogati ulteriori<br />

DIECI MILIONI di<br />

euro per "l ’ acquisizione<br />

del complesso <strong>in</strong>dustriale<br />

di Boiano, strategico per<br />

l’unitarieta’ e la stabilità<br />

socio economica della filiera<br />

avicola molisana... " Invito<br />

a leggere l’allegato documento<br />

istruttorio per<br />

comprendere la logica sottesa<br />

a quel discutibile <strong>in</strong>tervento<br />

effettuato con<br />

pubblico denaro. Allora<br />

delle due l’una : o qualcuno<br />

pensa che i molisani siano<br />

dei "polli" o si e’ def<strong>in</strong>itivamente<br />

smarrito il senso<br />

della misura e del pudore.<br />

Diceva Alcide De Gasperi"<br />

i politici pensano alle<br />

prossime elezioni. Gli statisti<br />

alle future generazioni"<br />

Al punto <strong>in</strong> cui siamo non<br />

abbiamo più bisogno di politici.<br />

O almeno di questi.<br />

Oreste Campopiano<br />

3<br />

bile l’aumento dell’Irpef e<br />

dell’Irap, quali pr<strong>in</strong>cipali<br />

fonti di prelievo fiscale a<br />

favore della Regione, attraverso<br />

cui le imprese ed i<br />

cittad<strong>in</strong>i molisani dovranno<br />

tirar fuori, per i prossimi<br />

anni, oltre cento milioni<br />

di euro per cercare di<br />

arg<strong>in</strong>are una falla pericolosa<br />

che rischia di <strong>in</strong>ghiottire<br />

l’<strong>in</strong>tero sistema regionale.<br />

Un Molise già penalizzato<br />

dai suoi ritardi<br />

strutturali, dall’assenza di<br />

un vero progetto di sviluppo,<br />

da una situazione di<br />

crisi <strong>in</strong> cui si assiste sempre<br />

più allo smantellamento<br />

del tessuto produttivo ed<br />

imprenditoriale, non può<br />

sostenere questo ulteriore<br />

gravame! I fondi per le<br />

aree sottosviluppate (Fas),<br />

già prosciugati a monte<br />

per altre f<strong>in</strong>alità, non potranno<br />

essere utilizzati per<br />

lo sviluppo e qu<strong>in</strong>di per il<br />

recupero del gap rispetto<br />

ad altre regioni più evolute,<br />

perchè bloccati dal Governo<br />

al f<strong>in</strong>e di scongiurare<br />

la loro utilizzazione per<br />

l’abbattimento dei debiti<br />

della sanità. Si apre dunque<br />

una prospettiva <strong>in</strong>quietante<br />

perchè siamo<br />

conv<strong>in</strong>ti di non essere nelle<br />

condizioni di poter sostenere<br />

ulteriori balzelli.<br />

Giuseppe Cristofano<br />

presidente reg. Cia

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