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l’analisi matematica <strong>in</strong> italia fra le due guerre 285<br />
un parametro complesso. Porremo, brevemente,<br />
(2.12)<br />
1<br />
Ku = K (s; t)u(t)dy;<br />
1<br />
〈u; v〉 = u(s)v(s)ds :<br />
0<br />
0<br />
L’equazione (2.11) può considerarsi ottenuta, per passaggio dal f<strong>in</strong>ito all’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito, dal sistema algebrico<br />
(2.13)<br />
m<br />
us + λ Kst ut = fs t = 0<br />
(s =0; 1;::: ;m);<br />
u ≡ (u0 ;::: ;um )edf ≡ (f0 ;::: ;fm ) sono ora (m + 1)-vettori complessi e {Kst } una matrice complessa<br />
(m +1)× (m + 1). Anche <strong>in</strong> questo caso poniamo<br />
(2.14)<br />
L’equazione<br />
m<br />
Ku = Kst ut ;<br />
s = 0<br />
m<br />
〈u; v〉 = usvs :<br />
s = 0<br />
(2.15) u + λKu = f;<br />
sia che <strong>in</strong>terpreti la (2.11) oppure la (2.13), ha come soluzione formale quella ottenuta con il classico metodo<br />
delle approssimazioni successive<br />
(2.16) u = f − λKf + λ 2 K 2 f + ::: +(−1) n λ n K n f + :::<br />
La (2.16) fornisce un’effettiva soluzione di (2.15) se riesce |λ| < ρ, dove ρ = lim n→∞ K n − 1 n ed è<br />
K n = sup{〈K n u; K n u〉} 1 2 per 〈u; u〉 =1<br />
(con a si <strong>in</strong>dica il coniugato del numero complesso a).<br />
Se riesce ρ =+ ∞, secioè limn→∞ K n 1 n =0,la(2.16) è<strong>in</strong>grado di fornire l’unica soluzione della<br />
(2.15), qualunque sia λ. Ciòsiverifica allorchésiha, per la (2.11), K (s; t) ≡ 0 per s ≤ t e contestualmente,<br />
per la (2.13), Kst =0per s ≤ t. La(2.11) può scriversi <strong>in</strong> tal caso al modo seguente<br />
s<br />
u(s) +λ K (s; t)u(t)dt = f (t) :<br />
0<br />
Ed è questa la classica equazione <strong>in</strong>tegrale di Volterra di seconda specie, giàdanoi prima considerata. F<strong>in</strong>o a<br />
questo punto vi è perfetta analogia fra la (2.13) e la (2.11) e funziona il pr<strong>in</strong>cipio del passaggio dal f<strong>in</strong>ito<br />
all’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito.<br />
La situazione èpiùcomplicata se la (2.11) non si riduce ad un’equazione di Volterra e se è |λ| ≥ρ.<br />
In tal caso, per quanto concerne la (2.13), bisogna dist<strong>in</strong>guere le due possibilità: 1) λ non è autovalore<br />
del sistema omogeneo associato a (2.13); 2) λ lo è. Sia Vλ il codom<strong>in</strong>io della trasformazione I + λK , cioè<br />
la varietà l<strong>in</strong>eare descritta da u + λKu quando u descrive lo spazio complesso C m + 1 . Nel caso 1) si ha<br />
Vλ = C m + 1 e qu<strong>in</strong>di il sistema (2.13) ha una ed una sola soluzione, qualunque sia f . Nel caso 2) la varietà<br />
Vλ è caratterizzata da un certo numero p di condizioni del tipo: 〈v; wh 〉 =0,v ∈ Vλ , h =1;::: ;p. È<br />
subito visto che w1 ;::: ;wp costituiscono un sistema completo di autovettori dell’equazione omogenea<br />
w + λK ∗ w =0;<br />
ove K ∗ èlamatrice trasposta di K . Pertanto nel caso 2) l’equazione (2.13) ammette soluzione se e solo se<br />
f verifica le p condizioni: 〈f; wh 〉 =0.<br />
L’estensione di questi risultati all’equazione (2.11) non può farsi con il metodo di Volterra del passaggio<br />
dal f<strong>in</strong>ito all’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito. In effetti, <strong>in</strong>terpretando K ∗ w al modo seguente<br />
K ∗ 1<br />
w = K (t; s)w(t)dt ;<br />
0<br />
sarebbe possibile acquisire i risultati, relativi ai due casi 1) e 2), considerati nel caso f<strong>in</strong>ito, se si sapesse che<br />
il codom<strong>in</strong>io Vλ di I + λK , ove K è ora def<strong>in</strong>ito da (2.12), è una varietà chiusa di L 2 (0; 1) (tale, cioè, che