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Le affinità piane applicate alla teoria delle coniche . di Santangelo ...

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<strong>Le</strong> <strong>affinità</strong> <strong>piane</strong> <strong>applicate</strong> <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong><br />

. <strong>di</strong> <strong>Santangelo</strong> Maurizio<br />

Ringraziamenti dell’autore<br />

Ringrazio il Prof. Zarbo Piero, mio caro e molto valente collega dell’ITIS “A.Volta”,<br />

per avermi sollecitato ad affrontare alcuni problemi con l’utilizzo del calcolo<br />

matriciale al fine <strong>di</strong> snellire notevolmente alcuni calcoli, anche se in tal modo questi<br />

appunti risultano <strong>di</strong> più <strong>di</strong>fficile comprensione per studenti <strong>di</strong> scuola superiore.<br />

Inoltre ringrazio l’ottimo Prof. Spagnolo Filippo del G.R.I.M. dell’Università <strong>di</strong><br />

Palermo per aver reso possibile la pubblicazione <strong>di</strong> questi appunti e per avermi<br />

suggerito <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care uno spazio (l’ultimo paragrafo della prima parte e l’ultimo della<br />

seconda parte) sulla raccolta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per lo stu<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>.<br />

Particolari ringraziamenti sono in<strong>di</strong>rizzati al caro collega Prof. Perez Emanuele che<br />

ha controllato gli appunti con meticolosa cura. In ogni caso l’autore si assume tutte le<br />

responsabilità per eventuali errori rimasti negli appunti.<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

PARTE PRIMA<br />

Introduzione pag. 2<br />

Affinità <strong>piane</strong>. pag. 3<br />

La simmetria assiale obliqua. pag. 6<br />

Invarianza <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> rispetto alle trasformazioni isometriche. pag. 7<br />

<strong>Le</strong> equazioni <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> scritte in forma canonica. pag. 12<br />

Determinazione del centro <strong>di</strong> simmetria <strong>di</strong> una conica a centro me<strong>di</strong>ante le<br />

pag. 16<br />

simmetrie centrali.<br />

Determinazione dell’equazione dell’involuzione dei <strong>di</strong>ametri coniugati<br />

pag. 17<br />

me<strong>di</strong>ante le simmetrie assiali oblique; assi ed asintoti.<br />

Raccolta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per la determinazione del centro, degli assi, degli asintoti e<br />

dei fuochi in una conica reale non degenere.<br />

pag. 25<br />

PARTE SECONDA<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> a centro tramite isometrie (traslazioni e rotazioni). pag. 31<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una conica non a centro(parabola) utilizzando traslazioni e rotazioni. pag. 37<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> tramite le isometrie (es. svolti). pag. 43<br />

Conclusione seconda parte e brevi cenni storici. pag. 57<br />

Bibliografia pag. 58<br />

1


Parte prima (<strong>di</strong> <strong>Santangelo</strong> Maurizio).<br />

<strong>Le</strong> <strong>affinità</strong> <strong>piane</strong> <strong>applicate</strong> <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>.<br />

Introduzione<br />

In questi appunti si affronterà il problema dell’applicazione della <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong><br />

trasformazioni geometriche lineari <strong>piane</strong>(con piani e sistemi <strong>di</strong> riferimento cartesiani<br />

ortogonali coincidenti) <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>.<br />

Molto è stato scritto sullo stu<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> me<strong>di</strong>ante cambiamenti <strong>di</strong> riferimento<br />

per rotazione e traslazione, ma per quanto riguarda le applicazioni <strong>delle</strong><br />

trasformazioni geometriche <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> non si trova molto materiale in<br />

giro, ad eccezione <strong>di</strong> qualche libro pur valido e molto chiaro, utilizzato come testo in<br />

qualche scuola superiore al fine <strong>di</strong> essere compreso d<strong>alla</strong> maggioranza degli alunni.<br />

Un testo universitario molto apprezzato e conosciuto che affronta il problema è il<br />

Sernesi: Geometria 1, Bollati Boringhieri, che però mantiene un livello molto elevato<br />

e non è facilmente comprensibile a livello <strong>di</strong> scuola superiore. Pur essendo<br />

l’argomento “ trasformazioni geometriche” molto noto ed ampiamente trattato in<br />

molti libri, a conoscenza dello scrivente non allo stesso modo è trattato l’argomento<br />

suddetto applicato <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>. Non che lo scrivente , insegnante <strong>di</strong><br />

matematica nella scuola superiore ( attualmente all’I.T.I.S. A.Volta <strong>di</strong> Palermo ) ,<br />

abbia minimamente la pretesa <strong>di</strong> aggiungere qualcosa <strong>di</strong> importante e <strong>di</strong> nuovo a<br />

quanto già si conosce, ma ha sentito l’esigenza culturale <strong>di</strong> mettere a fuoco alcuni<br />

aspetti riguardante il rapporto tra le due teorie e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are in modo completo ed<br />

organico,per quanto possibile per l’autore, una conica reale non degenere me<strong>di</strong>ante la<br />

<strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> trasformazioni geometriche lineari <strong>piane</strong>, dato che oltretutto questo<br />

argomento ha una sua rilevanza negli istituti informatici e nei licei scientifici<br />

tra<strong>di</strong>zionali e non. E’ da sottolineare, inoltre, il collegamento esistente tra<br />

cambiamento <strong>di</strong> riferimento cartesiano e trasformazione geometrica, che<br />

sostanzialmente conduce sovente a calcoli algebrici molto simili, ma nonostante ciò<br />

la <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> trasformazioni geometriche, me<strong>di</strong>ante le regole <strong>di</strong> composizione,<br />

maggiormente si presta secondo lo scrivente ad un più facile ed imme<strong>di</strong>ato stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>. In questi appunti si farà vedere come le <strong>coniche</strong> trasformate me<strong>di</strong>ante<br />

isometrie conservano gli invarianti. In questi appunti si parlerà soprattutto <strong>di</strong><br />

isometrie; si introdurrà la simmetria assiale obliqua( <strong>affinità</strong> omologica generale con<br />

rapporto uguale a -1) in modo tale che , applicandola ad una conica, si possa giungere<br />

all’equazione dell’involuzione dei <strong>di</strong>ametri coniugati e quin<strong>di</strong> anche all’equazione<br />

degli assi e degli asintoti <strong>di</strong> una conica, in<strong>di</strong>pendentemente d<strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong><br />

coor<strong>di</strong>nate omogenee che frequentemente nella scuola superiore non si stu<strong>di</strong>a.<br />

A conclusione della prima parte è riportata una raccolta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per la<br />

determinazione del centro, degli assi e degli asintoti in una conica a centro, sotto il<br />

2


suggerimento del Prof. Spagnolo Filippo. <strong>Le</strong> <strong>coniche</strong> inizialmente sono date sotto<br />

forma generale, e quin<strong>di</strong> tramite le trasformazioni isometriche si giunge <strong>alla</strong> forma<br />

canonica <strong>di</strong> cui sono noti tutti gli elementi, e successivamente, me<strong>di</strong>ante le<br />

trasformazioni isometriche inverse è possibile risalire agli elementi corrispondenti<br />

della conica generale proposta. Per concludere lo scrivente sottolinea che, volendo<br />

essere questi appunti <strong>di</strong>retti anche a studenti <strong>di</strong> scuola superiore-post <strong>di</strong>ploma,<br />

inizialmente si era orientato ad utilizzare soltanto il calcolo algebrico tra<strong>di</strong>zionale; ma<br />

successivamente, avendo incontrato calcoli particolarmente laboriosi, ha deciso <strong>di</strong><br />

utilizzare anche il calcolo matriciale, come suggeritogli dal Prof. Zarbo. La seconda<br />

parte presenta <strong>di</strong>versi esempi numerici riguardanti le trasformazioni <strong>di</strong> <strong>coniche</strong>.<br />

I . Affinità <strong>piane</strong>.<br />

Dati due piani con due rispettivi sistemi <strong>di</strong> riferimento cartesiani ortogonali piani<br />

monometrici xOy ed x’O’y’, <strong>di</strong>cesi t.g.l.p. un insieme <strong>di</strong> due equazioni algebriche<br />

lineari in x, y, x’ ed y’ tali che al punto generico P(x,y) corrisponda in modo<br />

biunivoco il punto P’(x’,y’) (cioè al punto P’ deve corrispondere il punto P tramite la<br />

trasformazione inversa). In generale una t.g.l.p è rappresentata algebricamente da un<br />

sistema <strong>di</strong> equazioni lineari del tipo:<br />

⎧x'=<br />

ax + by + p<br />

I. 1)<br />

⎨<br />

con ad - bc ≠<br />

⎩y'=<br />

cx + dy + q<br />

affinchè il sistema sia invertibile; il sistema 1), che rappresenta una t.g.l.p.<br />

denominata , ad esempio, T , consente <strong>di</strong> passare dal punto P(x,y) al punto P’(x’,y’)<br />

tramite T, ovvero dal punto P’(x’,y’) si può passare al punto P(x,y) tramite la<br />

trasformazione inversa rappresentata dal sistema 1) risolto rispetto ad x ed y:<br />

I.2)<br />

T<br />

-1<br />

⎧ d b bq - dp<br />

⎪<br />

x = x'- y'+<br />

ad - bc ad - bc ad - bc<br />

: ⎨<br />

⎪ c a cp - aq<br />

y = - x'+<br />

y'+<br />

⎪⎩<br />

ad - bc ad - bc ad - bc<br />

dove T<br />

Se i due piani ed i rispettivi sistemi <strong>di</strong> riferimento cartesiano coincidono, allora la tglp<br />

si denomina <strong>affinità</strong> piana , detta anche trasformazione geometrica lineare dei punti <strong>di</strong><br />

un piano in se stesso. Se, assegnata un’<strong>affinità</strong> piana e scelti due generici punti P e Q,<br />

i due punti corrispondenti nell’<strong>affinità</strong> sono P’ e Q’ tali che PQ=P’Q’(cioè le <strong>di</strong>stanze<br />

rimangono inalterate), allora la trasformazione in questione si chiama isometria<br />

piana. Affinchè il sistema 1) possa rappresentare un’isometria devono verificarsi<br />

notoriamene le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

I. 3)<br />

a<br />

2<br />

+<br />

c<br />

2<br />

ac + bd = 0<br />

= b<br />

;<br />

a<br />

2<br />

2<br />

+ d<br />

+ b<br />

2<br />

2<br />

= 1<br />

= c<br />

2<br />

+ d<br />

= 1<br />

-1<br />

; ab + cd = 0<br />

2<br />

; ad<br />

0 ,<br />

in<strong>di</strong>ca la trasformazione<br />

inversa <strong>di</strong> T .<br />

e da queste si ottengono :<br />

- bc = ± 1<br />

3


<strong>Le</strong> formule I.3 si possono ottenere velocemente col calcolo matriciale, in<strong>di</strong>cando con<br />

⎡a<br />

A =<br />

⎢<br />

⎣c<br />

A ⋅<br />

t<br />

b⎤<br />

d<br />

⎥<br />

⎦<br />

t<br />

A=<br />

A ⋅ A = I<br />

Si ricorda che una matrice si definisce ortogonale se la sua inversa coincide con la<br />

sua trasposta. Inoltre il valore assoluto del determinante è uguale ad uno. In base <strong>alla</strong><br />

definizione <strong>di</strong> isometria è chiaro che una qualunque curva(e quin<strong>di</strong> anche una conica)<br />

sottoposta ad una tale trasformazione non si deforma, cioè si mantiene uguale, come<br />

forma, <strong>alla</strong> curva <strong>di</strong> partenza potendosi le due curve sovrapporre. <strong>Le</strong> isometrie<br />

utilizzate in questi appunti sono:<br />

<strong>Le</strong> traslazioni: <strong>di</strong>cesi traslazione una isometria che trasforma il punto P(x,y) in un<br />

punto P’(x’,y’) tale che P rappresenti l’origine e P’ l’estremità <strong>di</strong> un vettore assegnato<br />

v <strong>di</strong> componenti a e b; la traslazione si può in<strong>di</strong>care con T(v) od anche T(a,b) ed è<br />

rappresentata dal sistema <strong>di</strong> equazioni:<br />

e la trasformazione inversa che nel caso specifico si può pure in<strong>di</strong>care pure con<br />

T(-v)=T(-a,-b), è rappresentata dal sistema <strong>di</strong> equazioni:<br />

Me<strong>di</strong>ante le I.4), equazioni della traslazione <strong>di</strong>retta, è possibile noto il punto P<br />

determinare il punto P’; viceversa è possibile noto P’ determinare P tramite le<br />

I.5),equazioni della traslazione inversa.-<br />

N.B.:da ora in poi, in conformità a quanto usualmente utilizzato, una qualunque<br />

trasformazione inversa si in<strong>di</strong>ca col simbolo della trasformazione elevato a –1.<br />

<strong>Le</strong> simmetrie centrali: dato in un sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano ortogonale piano<br />

monometrico un punto C(xo,yo), <strong>di</strong>cesi simmetria centrale <strong>di</strong> centro C quella<br />

trasformazione piana Sc che associa al punto P(x,y) il punto P’(x’,y’) tale che il<br />

segmento PP’ abbia C come punto me<strong>di</strong>o: da cui il sistema <strong>di</strong> equazioni:<br />

e l’<strong>affinità</strong> inversa è:<br />

la matrice ortogonale del sistema<br />

con<br />

I. 4)<br />

I. 6)<br />

I. 7)<br />

⎡1<br />

0⎤<br />

I = ⎢<br />

0 1<br />

⎥<br />

⎣ ⎦<br />

T :<br />

I. 5)<br />

S<br />

S<br />

⎧x'=<br />

x + a<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

y + b<br />

C<br />

-1<br />

C<br />

T<br />

-1<br />

matrice identica del secondo or<strong>di</strong>ne.<br />

⎧x<br />

= x'-a<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= y'-b<br />

⎧x'=<br />

2x<br />

: ⎨<br />

⎩y'=<br />

2y<br />

C<br />

C<br />

I.1<br />

- x<br />

- y<br />

⎧x<br />

= 2x C - x'<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= 2y C - y'<br />

ed imponendo :<br />

4


Notare che la 7) si ottiene d<strong>alla</strong> 6) semplicemente scambiando x con x’ ed y con y’, e<br />

le equazioni formalmente rimangono le stesse; ciò significa che me<strong>di</strong>ante la Sc si<br />

passa da P a P’ ed anche da P’ a P, e pertanto vale anche:<br />

I.8)<br />

S<br />

C<br />

-1<br />

= S od anche I. 8')<br />

S o S<br />

C<br />

Il ton<strong>di</strong>no in<strong>di</strong>ca l’operatore composizione <strong>di</strong> <strong>affinità</strong> e la I l’<strong>affinità</strong> identica, cioè<br />

quella <strong>affinità</strong> che fa corrispondere ad un qualunque punto P del piano il punto P’<br />

coincidente con P stesso:<br />

I:<br />

⎧x'=<br />

x<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

y<br />

Quando valgono le considerazioni sopra viste e le 8) si <strong>di</strong>ce che l’<strong>affinità</strong> (in questo<br />

caso la Sc) è involutoria. Il vantaggio <strong>di</strong> tale proprietà è che, comunque complicate<br />

siano le equazioni <strong>delle</strong> <strong>affinità</strong> involutorie, le loro inverse si ottengono<br />

semplicemente scambiando x ed y or<strong>di</strong>natamene con x’ ed y’.<br />

E’ interessante osservare che ,confrontando le 1) con le 6) si ha: a=-1, b=c=0 , d=-1 e<br />

valgono le 3) quin<strong>di</strong> le simmetrie centrali sono isometrie <strong>piane</strong>; inoltre ad-bc=1 e la<br />

simmetria si definisce non invertente, cioè terne <strong>di</strong> punti corrispondenti si inseguono<br />

nello stesso verso(orario od antiorario).<br />

<strong>Le</strong> simmetrie assiali (rette): si ricorda che si definisce asse <strong>di</strong> un’<strong>affinità</strong> quella retta<br />

luogo geometrico dei punti uniti dell’<strong>affinità</strong> in esame.<br />

Dato in un sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano ortogonale piano monometrico una retta<br />

<strong>di</strong> equazione a) y=mx+p, <strong>di</strong>cesi simmetria assiale <strong>di</strong> asse a) quella trasformazione<br />

geometrica piana Sa che associa al punto P(x,y) il punto P’(x’,y’) tale che:1) il<br />

segmento PP’ risulti ortogonale all’asse a 2) il punto me<strong>di</strong>o del segmento PP’<br />

appartenga all’asse. Da quanto detto seguono le note equazioni:<br />

I.<br />

9)<br />

S<br />

a<br />

⎧ 1−<br />

m<br />

⎪<br />

⎪x'=<br />

1+<br />

m<br />

: ⎨<br />

⎪ 2m<br />

y'=<br />

⎪⎩<br />

1+<br />

m<br />

2<br />

2<br />

2<br />

2m<br />

2pm<br />

x + y - 2<br />

2<br />

1+<br />

m 1+<br />

m<br />

2<br />

1−<br />

m 2p<br />

x - y + 2<br />

2<br />

1+<br />

m 1+<br />

m<br />

Dal confronto tra le 1) e le 9) si nota che valgono le 3) e quin<strong>di</strong> la simmetria assiale è<br />

un’isometria; inoltre ad-bc=-1, cioè una generica simmetria assiale è una<br />

trasformazione invertente, cioè ad una terna <strong>di</strong> punti P,Q,R corrispondono nella<br />

trasformazione assegnata i punti P’,Q’,R’ che si inseguono in verso opposto. Inoltre è<br />

evidente, in base a semplici considerazioni geometriche, che a P corrisponde P’ nella<br />

isometria Sa , e nella medesima trasformazione a P’ corrisponde P, cioè Sa è<br />

C<br />

-1<br />

C<br />

= I<br />

5


involutoria; ciò significa che, per determinare le equazioni della trasformazione<br />

inversa <strong>di</strong> Sa si possono semplicemente scambiare x con x’ ed y con y’ invece <strong>di</strong><br />

risolvere il sistema 9) rispetto ad x ed y.<br />

⎧x'=<br />

x cosα<br />

+ ysenα<br />

- psenα<br />

α<br />

⎪<br />

Se m = tg allora le 9) <strong>di</strong>vengono : I.9')<br />

⎨<br />

2 α<br />

2<br />

⎪y'=<br />

xsenα<br />

− ycosα<br />

+ 2pcos<br />

⎩<br />

2<br />

<strong>Le</strong> rotazioni: dato in un sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano piano ortogonale<br />

monometrico un punto O ed una certa ampiezza angolare, <strong>di</strong>cesi rotazione <strong>di</strong> centro<br />

O ed ampiezza assegnata quella <strong>affinità</strong> che consente <strong>di</strong> trasformare il punto P(x,y)<br />

nel punto P’(x’,y’) tale che OP=OP’ e che l’angolo POP’ sia <strong>di</strong> ampiezza assegnata.<br />

Si ha:<br />

I. 10)<br />

R<br />

0, α<br />

:<br />

⎧x'=<br />

xcosα<br />

- ysenα<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

xsenα<br />

+ ycosα<br />

La rotazione è un’isometria non invertente dato che ad-bc=1, e non è involutoria.<br />

Allora per la determinazione <strong>delle</strong> equazioni inverse <strong>delle</strong> 10) si può procedere con<br />

un qualunque metodo <strong>di</strong> risoluzione <strong>di</strong> sistemi algebrici <strong>di</strong> primo grado(ad esempio il<br />

metodo <strong>di</strong> Kramer) ovvero in questo caso si può fare un’osservazione interessante:<br />

scambiare x con x',<br />

y con y'e<br />

α con -α<br />

ottenendo :<br />

-1<br />

⎧x<br />

= x'cosα<br />

+ y'senα<br />

I.11) R O, α : ⎨<br />

⎩y<br />

= −x'senα<br />

+ y'cosα<br />

II. La simmetria assiale obliqua.<br />

Siano dati, in un sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano piano ortogonale monometrico, una<br />

retta <strong>di</strong> equazione a) y=mx+p e si fissi un numero reale k finito e <strong>di</strong>verso da m: si<br />

definisce simmetria assiale obliqua Sao <strong>di</strong> asse a) e <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> coefficiente angolare<br />

k, quella <strong>affinità</strong> che associa al punto generico P(x,y) il punto P’(x’,y’) tale che 1) i<br />

punti P e P’ stiano su una retta <strong>di</strong> coefficiente angolare k 2) il punto me<strong>di</strong>o del<br />

segmento PP’ appartenga all’asse.<br />

Scrivendo le equazioni ed isolando x’ ed y’ si ottengono le equazioni della<br />

trasformazione richiesta Sao:<br />

⎧ k + m 2 2p<br />

⎪x'=<br />

x - y +<br />

k - m k - m k - m<br />

⎪<br />

II.1) Sao<br />

: ⎨<br />

⎪ 2km<br />

k + m 2pk<br />

⎪y'=<br />

x - y +<br />

⎩ k - m k - m k - m<br />

6


Per la trasformazione in esame si nota che in generale le I.3) non valgono e pertanto<br />

le simmetrie assiali oblique non sono isometrie, non conservando le <strong>di</strong>stanze come è<br />

imme<strong>di</strong>ato verificare geometricamente: <strong>di</strong>fatti, comunque scelti due punti P e Q, i due<br />

punti corrispondenti P’ e Q’ non sono tali che PQ=P’Q’. Ciò accade solo se la<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> coefficiente angolare k è perpen<strong>di</strong>colare all’asse, cioè k=-1/m: con<br />

questa con<strong>di</strong>zione la simmetria assiale <strong>di</strong>venta retta ed è un’isometria, <strong>di</strong>fatti le I.3) in<br />

questo caso valgono. Inoltre è evidente, in base a imme<strong>di</strong>ate considerazioni<br />

geometriche, che le simmetrie assiali oblique sono involutorie, perché da P si passa a<br />

P’tramite la Sao, e con la medesima trasformazione si passa da P’ a P. Ciò vuol <strong>di</strong>re<br />

che, se si vuole determinare le equazioni della trasformazione inversa <strong>di</strong> Sao , basta<br />

nelle II.1) scambiare x ed y rispettivamente con x’ ed y’.<br />

Fig.n.1<br />

P<br />

PM=MP’<br />

a<br />

In questa trasformazione geometrica accade che, scelti comunque tre punti P,Q ,R e<br />

determinati i punti corrispondenti P’,Q’,R’, si ottengono i triangoli PQR e P’Q’R’<br />

equivalenti con i vertici che si inseguono nei due triangoli in verso opposto e con una<br />

coppia <strong>di</strong> angoli supplementari ; questo è il motivo per cui in una qualunque<br />

simmetria assiale obliqua: ad-bc=-1; se la simmetria assiale in particolare è retta,i due<br />

angoli supplementari <strong>di</strong>ventano retti ed i due triangoli su nominati sono congruenti<br />

per il primo criterio <strong>di</strong> congruenza. Pertanto la particolare simmetria assiale ottenuta è<br />

una isometria.<br />

III. Invarianza <strong>di</strong> una conica rispetto alle trasformazioni isometriche.<br />

Sia data su un piano cartesiano ortogonale una conica reale K non degenere <strong>di</strong><br />

equazione:<br />

III.1)<br />

con<br />

III.3)<br />

I<br />

a<br />

1<br />

11<br />

x<br />

III.2)<br />

2<br />

= a<br />

+<br />

a<br />

I<br />

11<br />

3<br />

22<br />

=<br />

+ a<br />

y<br />

a<br />

a<br />

a<br />

22<br />

2<br />

11<br />

21<br />

31<br />

+ 2a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

12<br />

12<br />

22<br />

32<br />

xy + 2a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

13<br />

23<br />

33<br />

;<br />

13<br />

M<br />

≠ 0<br />

a<br />

P’<br />

x + 2a<br />

III.4)<br />

ed<br />

23<br />

I<br />

y + a<br />

a<br />

2<br />

ij<br />

= a<br />

33<br />

= a<br />

11<br />

ji<br />

a<br />

= 0<br />

22<br />

con i, j = 1,2,3.<br />

- a<br />

2<br />

12<br />

7


I1, I2, I3 si denominano rispettivamente invarianti lineare, quadratico e cubico della<br />

conica assegnata. Notoriamente, affinché la conica sia non degenere, deve risultare I3<br />

<strong>di</strong>verso da zero. Si sviluppi il determinante simmetrico del terzo or<strong>di</strong>ne, secondo<br />

l’ultima riga col primo teorema <strong>di</strong> Laplace ottenendo:<br />

III.5) I = a (a a - a ) - a a - a a + 2a<br />

3<br />

33<br />

11<br />

22<br />

2<br />

12<br />

Esiste un importante teorema sulle <strong>coniche</strong>, attribuito ad Eulero, secondo cui una<br />

qualunque conica, sottoposta a cambiamenti <strong>di</strong> riferimento per rotazione e<br />

traslazione, mantiene invariate le espressioni I1, I2, I3; per tale motivo I1, I2, I3 sono<br />

denominati rispettivamente invariante lineare, quadratico e cubico. Tale teorema si<br />

può applicare <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> trasformazioni geometriche giungendo ad una evidente<br />

conclusione(come osservato dal Prof. Zarbo durante una nostra chiacchierata): dato<br />

che in una isometria le <strong>di</strong>stanze si conservano e una qualunque isometria è<br />

rappresentata da una matrice ortogonale col valore assoluto del determinante uguale<br />

ad uno, così come nei cambiamenti <strong>di</strong> riferimento per traslazione e rotazione(in<br />

questo caso il determinante è uguale ad uno), è ovvio che una qualunque conica<br />

trasformata me<strong>di</strong>ante una qualunque isometria conserverà gli invarianti lineare,<br />

quadratico e cubico. Si proceda <strong>alla</strong> <strong>di</strong>mostrazione che una qualunque conica, <strong>di</strong><br />

equazione III.1) e con invariante lineare I1, sia trasformata me<strong>di</strong>ante una qualunque<br />

isometria, la cui inversa è rappresentata dalle equazioni I.1(con x,y ed x’,y’<br />

scambiate), in una conica <strong>di</strong> equazione:<br />

III.6)<br />

a<br />

'<br />

11<br />

x<br />

+ a<br />

'<br />

22<br />

y<br />

con invariante lineare<br />

2<br />

2<br />

I<br />

+ 2a<br />

'<br />

1<br />

'<br />

12<br />

= I .<br />

1<br />

Se si sostituisce nella III.1 al posto <strong>di</strong> x l’espressione ax’+by’+p ed al posto <strong>di</strong> y<br />

cx’+dy’+q, sviluppando ed or<strong>di</strong>nando si ottiene la III.6 con<br />

III.7)<br />

da cui :<br />

e per le<br />

⎧a<br />

⎪<br />

⎪a<br />

⎪<br />

a<br />

⎨<br />

⎪a<br />

⎪<br />

a<br />

⎪<br />

⎪<br />

⎩a<br />

a<br />

'<br />

11<br />

'<br />

11<br />

'<br />

22<br />

'<br />

12<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

'<br />

33<br />

=<br />

a<br />

+ a<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

'<br />

22<br />

11<br />

11<br />

11<br />

11<br />

11<br />

11<br />

a<br />

= a<br />

I.3) segue :<br />

b<br />

ab + a<br />

ap + ca<br />

bp + a<br />

p<br />

2<br />

2<br />

2<br />

+ a<br />

a<br />

+ a<br />

+ a<br />

11<br />

(a<br />

'<br />

11<br />

22<br />

2<br />

22<br />

22<br />

22<br />

22<br />

c<br />

d<br />

q<br />

+ a<br />

11<br />

xy + 2a<br />

+ 2a<br />

+ 2a<br />

cd + a<br />

22<br />

2<br />

2<br />

q + a<br />

dq + a<br />

2<br />

+ 2a<br />

2<br />

+ b ) + a<br />

'<br />

22<br />

12<br />

12<br />

= a<br />

2<br />

23<br />

'<br />

13<br />

ac<br />

+ a<br />

22<br />

x + 2a<br />

bd<br />

ad + a<br />

aq + a<br />

12<br />

12<br />

11<br />

12<br />

bq + a<br />

12<br />

pq + 2a<br />

22<br />

(c<br />

2<br />

22<br />

12<br />

12<br />

.<br />

bc<br />

2<br />

13<br />

'<br />

23<br />

+ a<br />

pc + a<br />

12<br />

pd + a<br />

13<br />

23<br />

12<br />

'<br />

33<br />

p + 2a<br />

2<br />

+ d ) + 2a<br />

a<br />

13<br />

= 0<br />

c + a<br />

23<br />

a<br />

d + a<br />

23<br />

12<br />

13<br />

23<br />

a<br />

13<br />

b<br />

q + a<br />

33<br />

(ac + bd)<br />

8


Si passi a <strong>di</strong>mostrare che in seguito ad una trasformazione isometrica, I2 = I2’. A tal<br />

fine, utilizzando le prime tre formule <strong>delle</strong> III.7), si ottiene, dopo qualche passaggio:<br />

III.8)<br />

da cui<br />

a<br />

'<br />

11<br />

a<br />

'<br />

22<br />

- a<br />

segue :<br />

'2<br />

12<br />

I<br />

2<br />

=<br />

(ad - bc)<br />

= I<br />

'<br />

2<br />

2<br />

(a<br />

11<br />

a<br />

22<br />

- a<br />

(formula <strong>di</strong> Gauss)<br />

e valendo in un'isometria<br />

(ad - bc)<br />

La <strong>di</strong>mostrazione della costanza <strong>di</strong> I2 in una conica trasformata isometricamente sarà<br />

svolta anche per via matriciale(<strong>di</strong>mostrazione presa da (1) Stoka).<br />

Si passi a <strong>di</strong>mostrare che in seguito ad una traslazione <strong>di</strong> componenti –p e –q, I3=I3’.<br />

Questo risultato si ottiene, ponendo nelle III.7) a=d=1 , b=c=0 ed utilizzando queste<br />

ultime mo<strong>di</strong>ficate e la III.5) .<br />

Si passi a <strong>di</strong>mostrare che in una conica sottoposta ad una centroisometria (vedere le<br />

I.1) con p=q=0 e per convenienza x,y scambiati con x’ ed y’, in modo che le I.1 così<br />

mo<strong>di</strong>ficate rappresentino l’inversa <strong>di</strong> una generica centroisometria ) I3 si mantiene<br />

costante ; si noti che III.9) a33=a’33 . A tal fine si devono porre nelle III.7) p=q=0 e<br />

sostituire, nella III.5) i coefficienti con gli apici le cui formule sono riportate nelle<br />

III.7), ottenendo, dopo alcuni passaggi:<br />

III.10)<br />

valendo in un'isometria<br />

a<br />

33<br />

I<br />

2<br />

= a<br />

- a<br />

'2<br />

23<br />

I<br />

' '<br />

33 2<br />

a<br />

'<br />

11<br />

− a<br />

'<br />

22<br />

segue<br />

a<br />

I<br />

'2<br />

13<br />

(ad - bc)<br />

3<br />

+<br />

= I<br />

2a<br />

'<br />

3<br />

'<br />

12<br />

.<br />

a<br />

'<br />

13<br />

2<br />

a<br />

'<br />

23<br />

= 1<br />

Per l’invarianza <strong>di</strong> I3 in una conica sottoposta ad una generica trasformazione<br />

isometrica è riportata nel seguito una <strong>di</strong>mostrazione matriciale.<br />

Dimostrazioni svolte col calcolo matriciale. Si <strong>di</strong>mostri che assegnata una curva <strong>di</strong><br />

equazione III.1) e <strong>di</strong> invariante quadratico I2 e trasformata detta curva me<strong>di</strong>ante una<br />

isometria generica con invariante quadratico I2’, allora I2=I2’.Se si sottopone la curva<br />

ad una traslazione <strong>di</strong> componenti –p e –q la sua equazione si mo<strong>di</strong>ficherà lasciando<br />

però inalterati i coefficienti a11,a22,a12, come si può osservare dalle III.7); quin<strong>di</strong><br />

sicuramente in seguito ad una generica traslazione il parametro I2 non varia.<br />

Trasformando la curva C <strong>di</strong> equazione III.1 con una isometria <strong>di</strong> equazione<br />

matriciale: III.11) X’=AX con A matrice ortogonale data d<strong>alla</strong> I.3’, e con X, ed X’<br />

vettori colonna dati da<br />

III.11)<br />

Si ottiene una curva C’) <strong>di</strong> equazione del tipo III.6) con i coefficienti dei termini <strong>di</strong><br />

secondo grado mutati.<br />

2<br />

12<br />

)<br />

= ( −a<br />

⎡x⎤<br />

X = ⎢ ⎥<br />

⎣y⎦<br />

11<br />

a<br />

2<br />

23<br />

- a<br />

22<br />

+ 2a<br />

ed ad<strong>di</strong>zionando<br />

membro a<br />

;<br />

a<br />

2<br />

13<br />

⎡x'⎤<br />

X'=<br />

⎢ ⎥<br />

⎣y'⎦<br />

12<br />

a<br />

13<br />

a<br />

23<br />

)(ad<br />

membro<br />

- bc)<br />

2<br />

2<br />

;<br />

= 1<br />

9


Essendo la forma quadratica:<br />

III.13)<br />

rappresentata<br />

d<strong>alla</strong> matrice:<br />

per la forma quadratica<br />

per l'isometria<br />

si ha : III.16)<br />

Sostituendo<br />

la III.16) nella III.15) si ottiene :<br />

con la<br />

teorema <strong>di</strong> Binet , essendo<br />

cioè<br />

III.13')<br />

t<br />

a<br />

X'M'X'<br />

M'=<br />

A M<br />

I<br />

'<br />

11<br />

2<br />

2<br />

x' +<br />

a<br />

= I<br />

'<br />

2<br />

'<br />

22<br />

2 '<br />

y' + 2a x' y'<br />

⎡a<br />

M'=<br />

⎢<br />

⎢⎣<br />

a<br />

che rappresenta<br />

la forma quadratica<br />

t<br />

A<br />

c.v.d.<br />

12<br />

'<br />

11<br />

'<br />

12<br />

a<br />

a<br />

'<br />

12<br />

'<br />

22<br />

⎤<br />

⎥<br />

⎥⎦<br />

III.14')<br />

III.14) l'espressione<br />

matriciale<br />

X = A<br />

rappresentata<br />

d<strong>alla</strong> matrice:<br />

-1<br />

e la forma quadratica<br />

⎡a<br />

M = ⎢<br />

⎣a<br />

X'=<br />

AX'<br />

, da cui calcolandoi<br />

determinanti<br />

<strong>di</strong> ambo i membri con il<br />

t<br />

det(A) = det( A) = ± 1<br />

t<br />

11<br />

12<br />

t<br />

essendo la matrice A ortogonale<br />

X'A<br />

M<br />

III.15)<br />

AX' ed imponendo l'uguaglianza<br />

III.13)<br />

e valendo<br />

si conclude<br />

XMX<br />

segue :<br />

det M = det M'<br />

Questa <strong>di</strong>mostrazione è stata presa in buona parte da [1] Stoka: <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong><br />

geometria ED.CEDAM riportata nella bibliografia.<br />

Per quanto riguarda la <strong>di</strong>mostrazione matriciale del teorema che una qualunque curva<br />

<strong>di</strong> equazione III.1 trasformata me<strong>di</strong>ante una generica isometria conservi il parametro<br />

I3 , è opportuno premettere che, dato un polinomio <strong>di</strong> secondo grado <strong>di</strong> equazione<br />

III.1) e sostituito x con x+p ed y con y+q, si ottiene un nuovo polinomio <strong>di</strong> secondo<br />

grado in x ed y la cui matrice quadrata simmetrica associata ha la terza colonna<br />

combinazione lineare secondo i coefficienti p e q <strong>delle</strong> altre due colonne, e la matrice<br />

quadrata cui si perviene ha la terza riga combinazione lineare <strong>delle</strong> prime due<br />

secondo i coefficienti p e q, ottenendo la matrice associata del polinomio III.1) <strong>di</strong><br />

partenza; cioè le due matrici quadrate associate del terzo or<strong>di</strong>ne sono <strong>di</strong>verse ma<br />

hanno uguali determinanti. Per la <strong>di</strong>mostrazione dell’invarianza del parametro cubico<br />

I3 si può procedere nel seguente modo. Si ricor<strong>di</strong> che l’equazione III.1) scritta sotto<br />

forma matriciale è la seguente(rif.bibl.[4]):<br />

a<br />

a<br />

12<br />

22<br />

⎤<br />

⎥<br />

⎦<br />

t<br />

:<br />

III.14)<br />

t<br />

a<br />

11<br />

,<br />

x<br />

2<br />

+ a<br />

22<br />

y<br />

.<br />

2<br />

+ 2a<br />

12<br />

xy<br />

10


t<br />

III.17) X B X = 0 dove B in<strong>di</strong>ca la matrice simmetrica il cui determinante<br />

è I3<br />

e con<br />

⎡x⎤<br />

X =<br />

⎢ ⎥<br />

⎢<br />

y<br />

⎥<br />

⎢⎣<br />

1 ⎥⎦<br />

Dato che la matrice B è del terzo or<strong>di</strong>ne e l’isometria <strong>di</strong> equazioni I.1 si può<br />

scrivere sotto forma matriciale:<br />

⎡x'⎤<br />

⎡a<br />

⎢ ⎥<br />

=<br />

⎢<br />

⎢<br />

y'<br />

⎥ ⎢<br />

c<br />

⎢⎣<br />

1 ⎥⎦<br />

⎢⎣<br />

0<br />

od anche : 18) X’=CX+P con:<br />

⎡x'⎤<br />

X'=<br />

⎢ ⎥<br />

⎢<br />

y'<br />

⎥<br />

⎢⎣<br />

1 ⎥⎦<br />

0⎤<br />

⎡x⎤<br />

⎡p⎤<br />

0<br />

⎥ ⎢ ⎥<br />

+<br />

⎢ ⎥<br />

⎥ ⎢<br />

y<br />

⎥ ⎢<br />

q<br />

⎥<br />

1⎥⎦<br />

⎢⎣<br />

1 ⎥⎦<br />

⎢⎣<br />

0⎥⎦<br />

essendo C matrice ortogonale, isolando X si ottiene, d<strong>alla</strong> 18)<br />

X =<br />

t<br />

C<br />

matriciale<br />

(X'-P)<br />

che rappresenta l’equazione matriciale della generica curva del secondo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

equazione III.17) trasformata tramite l’isometria <strong>di</strong> equazione III.18).Dato che<br />

l’equazione generica della curva del secondo or<strong>di</strong>ne trasformata è:<br />

dal confronto tra la III.19) e la III.20 si può asserire che, per quanto osservato<br />

preliminarmente nella pagina 11:<br />

da cui, applicando il teorema <strong>di</strong> Binet ed essendo:<br />

;<br />

b<br />

d<br />

0<br />

⎡x⎤<br />

X =<br />

⎢ ⎥<br />

⎢<br />

y<br />

⎥<br />

⎢⎣<br />

1 ⎥⎦<br />

essendo<br />

III.17) segue :<br />

III.21)<br />

B'≠<br />

t<br />

C<br />

III.20)<br />

C<br />

B C<br />

⎡a<br />

; C =<br />

⎢<br />

⎢<br />

c<br />

⎢⎣<br />

0<br />

-1<br />

=<br />

t<br />

C<br />

III. 19)<br />

t<br />

ma<br />

b<br />

d<br />

0<br />

0⎤<br />

0<br />

⎥<br />

⎥<br />

1 ⎥⎦<br />

(X'-P) C<br />

⎡p⎤<br />

; P =<br />

⎢ ⎥<br />

⎢<br />

q<br />

⎥<br />

⎢⎣<br />

0⎥⎦<br />

, e sostituendo<br />

X nell'equazione<br />

t<br />

X' B' X'=<br />

0<br />

det(B')<br />

= det(<br />

det( C) det(C) 1<br />

t<br />

=<br />

= ±<br />

t<br />

B<br />

C<br />

t<br />

C (X'-P) = 0<br />

B C)<br />

11


segue, d<strong>alla</strong> III.21 : det(B’)=det(B) cioè I3=I3’ c.v.d.<br />

Modo alternativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazione.<br />

L’osservazione preliminare significa anche che, una qualunque curva del secondo<br />

or<strong>di</strong>ne trasformata per traslazione( ad esempio <strong>di</strong> componenti p e q) conserva<br />

l’invariante I3. Quin<strong>di</strong> basta <strong>di</strong>mostrare che per ogni centroisometria I3 si conserva; le<br />

equazioni <strong>di</strong> tali trasformazioni si ottengono ponendo P=0 nelle III.18) da cui: III.22)<br />

X’=CX con C matrice ortogonale, e l’equazione inversa della centroisometria in<br />

esame è:<br />

III.23)<br />

X =<br />

C X'<br />

Utilizzando la III.17 e la III.23, l’equazione scritta sotto forma matriciale della<br />

generica curva del secondo or<strong>di</strong>ne trasformata me<strong>di</strong>ante la generica centroisometria<br />

<strong>di</strong>venta:<br />

e dal confronto con l’equazione matriciale III.20) segue:<br />

B'=<br />

t<br />

C<br />

III.24)<br />

B C<br />

t<br />

X'<br />

da cui:<br />

t<br />

t<br />

C B C X'=<br />

0<br />

det(B')<br />

Si è <strong>di</strong>mostrato che una qualunque curva del secondo o<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> equazione III.1),<br />

trasformata me<strong>di</strong>ante una generica isometria, mantiene invariati i parametri I1,I2,I3 che<br />

per tale motivo si chiamano rispettivamente invarianti lineare, quadratico e cubico.<br />

Tale importante teorema dovuto ad Eulero, consente <strong>di</strong> classificare tutte le curve del<br />

secondo or<strong>di</strong>ne risalendo alle forme canoniche, come si vedrà nel prossimo paragrafo.<br />

Se per ogni forma canonica cui si perverrà partendo d<strong>alla</strong> III.1) e trasformando con<br />

isometrie (in particolare traslazioni e rotazioni specifiche) si ottengono dei valori<br />

I1,I2,I3,tali valori rimarranno costanti per ogni forma canonica ottenuta, e ciò accade in<br />

virtù del teorema <strong>di</strong> Eulero. Come si vedrà, la III.1) contempla anche alcuni casi <strong>di</strong><br />

coppie <strong>di</strong> rette, dato che la loro equazione rappresentativa è <strong>di</strong> secondo grado in x ed<br />

y; per tale motivo, quando la III.1) rappresenta una coppia <strong>di</strong> rette si parla <strong>di</strong> conica<br />

degenere, ed in questo caso succede notoriamente che I3=0.N.B.: ovviamente ,<br />

siccome l’equazione III.1) è determinata a meno <strong>di</strong> una costante k <strong>di</strong>verso da zero,<br />

anche gli invarianti che si trovano sono invariati, ma subor<strong>di</strong>natamente <strong>alla</strong> scelta <strong>di</strong><br />

K.<br />

IV. <strong>Le</strong> equazioni <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> scritte in forma canonica.<br />

Scopo <strong>di</strong> questo paragrafo è <strong>di</strong> riportare tutte le possibili <strong>coniche</strong> rappresentabili o<br />

me<strong>di</strong>ante la III.1), o deducibili da tale formula per trasformazioni isometriche. In<br />

questo paragrafo si cureranno in particolare le <strong>coniche</strong> con gli assi <strong>di</strong> simmetria<br />

.<br />

= det(B)<br />

cioè<br />

I<br />

3<br />

= I<br />

'<br />

3<br />

.<br />

12


coincidenti con gli assi cartesiani , le quali si ottengono come luoghi geometrici con i<br />

fuochi posizionati su tali assi cartesiani; le equazioni <strong>di</strong> tali <strong>coniche</strong> si denominano<br />

forme canoniche . Oltre a queste equazioni si debbono considerare quelle<br />

rappresentative <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> rette che possono presentarsi con equazioni del tipo III.1)<br />

in seguito a trasformazioni isometriche ; esse costituiscono le <strong>coniche</strong> degeneri e<br />

sono caratterizzate dall’avere I3=0. Si definisce conica non degenere <strong>di</strong> fuoco F e<br />

rette <strong>di</strong>rettrice d il luogo geometrico dei punti P tali che il rapporto tra la <strong>di</strong>stanza dal<br />

fuoco e la <strong>di</strong>stanza d<strong>alla</strong> <strong>di</strong>rettrice sia costante e pari ad e(eccentricità della conica: se<br />

e>1 iperbole, se e b)<br />

IV.1)<br />

x<br />

a<br />

2<br />

2<br />

y<br />

+<br />

b<br />

2<br />

2<br />

= 1<br />

e c =<br />

Se a 0<br />

+ b<br />

2<br />

= a<br />

;<br />

y<br />

2<br />

si ha in generale:<br />

23<br />

= 0<br />

I<br />

+ a<br />

1<br />

2<br />

= k(a<br />

b<br />

2<br />

2<br />

= 0 .<br />

2<br />

+ b ) ≠ 0 .<br />

3 4 4<br />

2 2 2<br />

2 2<br />

IV.6) I3<br />

=<br />

k a b ≠ 0 ; I 2 = k a b > 0 ; I1<br />

= k(a + b ) ≠ 0 con I3I<br />

1 > 0 .<br />

.<br />

13


Iperbole reale (a punti reali).- L’iperbole è il luogo geometrico <strong>di</strong> punti del piano tali<br />

che la <strong>di</strong>fferenza in valore assoluto <strong>delle</strong> <strong>di</strong>stanze da due punti fissi detti fuochi è (2a<br />

con a) costante; se i fuochi hanno coor<strong>di</strong>nate F(c,0) , F’(-c,0) e la costante è 2a, allora<br />

l’equazione dell’iperbole è:<br />

IV.7)<br />

x<br />

a<br />

2<br />

2<br />

y<br />

−<br />

b<br />

2<br />

2<br />

= 1<br />

con<br />

c =<br />

In questo caso l’asse <strong>delle</strong> y(x=0)è l’asse non trasverso, l’asse <strong>delle</strong> x (y=0) è l’asse<br />

traverso ed i vertici sono. V(a,0) , V’(-a,0). Gli asintoti hanno equazioni:<br />

Se i fuochi sono F(0,c) ed F’(0,-c) e costante sempre 2a, l’equazione dell’iperbole<br />

<strong>di</strong>venta:<br />

IV.9)<br />

y<br />

b<br />

x<br />

−<br />

a<br />

= 1<br />

In questo caso l’asse trasverso è quello <strong>delle</strong> y, l’asse non trasverso è quello <strong>delle</strong> x<br />

ed i due vertici sono V(0,b) V’(0,-b); per quanto riguarda il parametro c e le<br />

equazioni degli asintoti le formule sono le stesse che nel caso precedente.<br />

Compen<strong>di</strong>ando le due equazioni dell’iperbole in una sola, confrontando con la III.1)<br />

ed utilizzando le III.2), III.3) , III.4) si ottiene:<br />

Caso <strong>delle</strong> rette immaginarie (o del punto reale).-L’equazione trasformata è del tipo:<br />

da cui, col solito proce<strong>di</strong>mento:<br />

2<br />

2<br />

2<br />

2<br />

IV.10)<br />

I<br />

1<br />

;<br />

a<br />

2<br />

+ b<br />

2<br />

; le equazioni <strong>delle</strong> rette <strong>di</strong>rettrici sono :<br />

b<br />

IV.8) y = ±<br />

a<br />

= k(b<br />

2<br />

a<br />

x = ±<br />

c<br />

Caso <strong>delle</strong> rette reali incidenti.- L’equazione della conica trasformata può essere del<br />

tipo:<br />

nel qual caso si <strong>di</strong>ce che la conica è degenere ed è costituita da una coppia <strong>di</strong> rette<br />

reali e incidenti <strong>di</strong> equazioni : ax-by=0 ed ax+by=0 . In questo caso:<br />

x<br />

.<br />

le equazioni <strong>delle</strong> rette <strong>di</strong>rettrici sono :<br />

2<br />

IV.11)<br />

- a<br />

2<br />

)<br />

a<br />

;<br />

2<br />

x<br />

I<br />

2<br />

2<br />

= −k<br />

+ b<br />

2<br />

y<br />

2<br />

2<br />

a<br />

2<br />

b<br />

2<br />

= 0<br />

;<br />

I<br />

3<br />

= ± k<br />

2 2<br />

2 2 2<br />

IV.12) I1<br />

= k(a + b ) ; I 2 = k a b ; I3<br />

= 0<br />

IV.13)<br />

a<br />

2<br />

x<br />

2<br />

- b<br />

2<br />

y<br />

2<br />

= 0<br />

2 2<br />

2 2 2<br />

IV.14) I1<br />

=<br />

k(a - b ) ; I 2 = −k<br />

a b ; I3<br />

= 0<br />

3<br />

.<br />

a<br />

2<br />

b<br />

y = ±<br />

c<br />

2<br />

b<br />

2<br />

.<br />

.<br />

14


Caso <strong>delle</strong> rette reali coincidenti.- L’equazione della conica trasformata può essere<br />

del tipo:<br />

IV.15)<br />

(ax + by)<br />

nel qual caso la conica degenera in due rette reali coincidenti, <strong>di</strong> equazione: ax+by=0.<br />

Per quanto riguarda gli invarianti ,essi valgono:<br />

Caso <strong>delle</strong> rette reali parallele.- Si può pervenire, trasformando la III.1), ad una<br />

equazione della forma:<br />

Con a,p,q numeri reali con a <strong>di</strong>verso da zero. Svolgendo il prodotto dei binomi,<br />

imponendo l’identità con la III.1) ed applicando le formule III.2),III.3),III.4) si<br />

ottiene:<br />

Caso della parabola.- La parabola <strong>di</strong> fuoco F e <strong>di</strong>rettrice una retta d, è il luogo<br />

geometrico dei punti equi<strong>di</strong>stanti dal punto F e d<strong>alla</strong> retta d. Nel caso in cui F abbia<br />

coor<strong>di</strong>nate(0,f) e <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> equazione y=-f, l’equazione della parabola cui si<br />

perviene è:<br />

Con vertice V(0,0).Per quanto riguarda gli invarianti si ha:<br />

Se il fuoco F ha coor<strong>di</strong>nate (f,0) e l’equazione della <strong>di</strong>rettrice è x=-f, l’equazione<br />

della parabola ovviamente <strong>di</strong>viene(si scambia x con y):<br />

Con il vertice V(0,0) e gli invarianti come sopra(ve<strong>di</strong> IV.20 ).<br />

2 =<br />

2 2<br />

IV.16) I1<br />

= k(a + b ) ; I 2 = 0 ; I3<br />

= 0<br />

IV.17) (ax + p)(ax + q) = 0<br />

2<br />

IV.18) I1<br />

= ka ; I 2 = 0 ; I3<br />

= 0<br />

IV.20)<br />

I<br />

1<br />

IV.19) y =<br />

=<br />

k<br />

4f<br />

;<br />

I<br />

2<br />

IV.21) x =<br />

1<br />

4f<br />

0<br />

2<br />

x<br />

= 0<br />

1<br />

4f<br />

2<br />

y<br />

I<br />

3<br />

.<br />

3<br />

k<br />

=<br />

16f<br />

.<br />

15


Riassumendo, affinché una conica sia non degenere deve essere I3 <strong>di</strong>verso da zero,<br />

altrimenti si cade nel caso <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> degeneri, cioè rappresentabili come coppie <strong>di</strong><br />

rette. Per quanto riguarda le <strong>coniche</strong> non degeneri: se I20 iperbole, se I2=0 parabola. Per le <strong>coniche</strong><br />

degeneri I3=0: se le coppie <strong>di</strong> rette sono incidenti allora I2 <strong>di</strong>verso da zero, se invece<br />

sono parallele o coincidenti allora I2=0.<br />

V. Determinazione del centro <strong>di</strong> simmetria <strong>di</strong> una conica a centro me<strong>di</strong>ante simmetrie<br />

centrali.<br />

Sia data in un piano cartesiano ortogonale una conica K con coefficienti reali a punti<br />

reali <strong>di</strong> equazione III.1) ed una simmetria centrale Sc <strong>di</strong> equazioni I.6): in<strong>di</strong>cata con<br />

K’ la curva del secondo or<strong>di</strong>ne trasformata <strong>di</strong> K tramite la trasformazione Sc, si<br />

devono calcolare, se possibile xc e yc, coor<strong>di</strong>nate del presunto centro C, in modo tale<br />

che K e K’ coincidano, cioè si deve imporre l’identità tra l’equazione III.1) <strong>di</strong> K e<br />

l’equazione trasformata trovata <strong>di</strong> K’. Non sempre il problema è risolvibile in modo<br />

univoco: il problema è determinato se la curva del secondo or<strong>di</strong>ne K è una conica non<br />

degenere a centro(iperbole od ellisse a punti reali), il problema è impossibile se la<br />

conica non degenere è una parabola(conica priva <strong>di</strong> centro), il problema è<br />

indeterminato se la conica è degenere. A tal fine, sostituendo nella III.1) le variabili x<br />

ed y prese dalle I.7) si ottiene l’equazione della curva K’ con le variabili x ed y al<br />

posto <strong>delle</strong> variabili x’ ed y’ rispettivamente):<br />

V.1)<br />

+ 4a<br />

11<br />

x<br />

a<br />

C<br />

11<br />

ed imponendo l’identità tra la V.1) e la III.1) si ottiene il sistema:<br />

e la con<strong>di</strong>zione:<br />

x + a<br />

+ 4a<br />

22<br />

22<br />

y + 2a<br />

y<br />

2<br />

C<br />

12<br />

+ 8a<br />

12<br />

xy<br />

x<br />

C<br />

V.2)<br />

- 2x(2a<br />

y<br />

C<br />

11<br />

+ 4a<br />

⎧a<br />

⎨<br />

⎩a<br />

11<br />

12<br />

x<br />

x<br />

+ 4a<br />

che è verificata in virtù <strong>delle</strong> V.2). Si noti che il determinante del sistema è:<br />

x<br />

13<br />

C<br />

C<br />

C<br />

x<br />

C<br />

+<br />

+ a<br />

+ a<br />

e quin<strong>di</strong> se I2=0 il sistema V.2) risulta impossibile, cioè la conica non possiede<br />

centro; <strong>di</strong>fatti si è nel caso della parabola.<br />

2a<br />

12<br />

22<br />

y<br />

y<br />

12<br />

C<br />

C<br />

y<br />

23<br />

C<br />

y<br />

+ a<br />

C<br />

+ a<br />

+ a<br />

13<br />

+ a<br />

13<br />

23<br />

) - 2y(2a<br />

33<br />

= 0<br />

= 0<br />

= 0<br />

12<br />

x<br />

C<br />

+ 2a<br />

V.3) (a11<br />

x C + a12y<br />

C + a13<br />

)x C + (a12x<br />

C + a 22y<br />

C + a 23 )yC<br />

= 0<br />

V.4) I =<br />

a<br />

2<br />

11<br />

a<br />

22<br />

- a<br />

2<br />

12<br />

22<br />

y<br />

C<br />

+ a<br />

23<br />

) +<br />

16


Per il calcolo <strong>delle</strong> coor<strong>di</strong>nate del centro xc ed yc, applicando il metodo <strong>di</strong> Kramer si<br />

ottiene:<br />

2<br />

2<br />

a11a<br />

22 - a12<br />

a11a<br />

22 - a12<br />

Se nelle V.5) si annulla il denominatore con numeratori <strong>di</strong>versi da zero,le espressioni<br />

<strong>di</strong> xc ed yc sono impossibili e quin<strong>di</strong> non esiste centro <strong>di</strong> simmetria : siamo nel caso<br />

della parabola.Se si verifica nelle V.5) che:<br />

a11<br />

a12<br />

a13<br />

V.6) =<br />

= = k ≠ 0<br />

a12<br />

a 22 a 23<br />

allora il sistema V.2 ) risulta indeterminato, cioè esistono infiniti punti C allineati su<br />

una <strong>delle</strong> due rette (coincidenti) costituenti il sistema; in questo caso il determinante<br />

I3 presenta le prime due righe proporzionali, e quin<strong>di</strong> I3=0: siamo nel caso <strong>di</strong> conica<br />

degenere, cioè la curva <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne è spezzata in due rette. Si noti che una<br />

qualunque conica (ed in generale una qualunque curva) trasformata isometricamente<br />

non si deforma dato che, comunque scelti due punti P e Q sulla curva, i punti<br />

corrispondenti trasformati P’ e Q’ manterranno invariate le <strong>di</strong>stanze.<br />

VI. Determinazione dell’equazione dell’involuzione dei <strong>di</strong>ametri coniugati in una<br />

conica me<strong>di</strong>ante le simmetrie oblique: assi ed asintoti<br />

Si definisce corda <strong>di</strong> una conica un segmento avente come estremi due punti<br />

appartenenti <strong>alla</strong> conica stessa. Si definisce <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> una conica una corda<br />

passante per il centro <strong>di</strong> simmetria della conica. Pertanto in una conica a centro <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametri ne esistono infiniti e tutti incidenti tra <strong>di</strong> loro, dato che passano tutti per uno<br />

stesso punto, il centro. In una conica non a centro(parabola) i <strong>di</strong>ametri sono tutti<br />

paralleli tra <strong>di</strong> loro ed all’asse <strong>di</strong> simmetria ,dato che il centro in questo caso è un<br />

punto all’infinito del piano. Data una conica K (a centro) ed un <strong>di</strong>ametro d<br />

intersecante la conica nei due punti P1 e P2, ed in<strong>di</strong>cate con t1 e t2 le rette tangenti a K<br />

rispettivamente in P1 e P2, si definisce <strong>di</strong>ametro coniugato a d nella conica K il<br />

<strong>di</strong>ametro d’ parallelo ad una <strong>delle</strong> due tangenti (si ricorda che le tangenti t1e t2 sono<br />

parallele, come tra poco si proverà).<br />

Fig. n.3 Fig. n. 4<br />

d’ a<br />

d P1<br />

t1<br />

12 23 13 22<br />

V.5) x C =<br />

; y C =<br />

C<br />

t2<br />

a<br />

P2<br />

a<br />

- a<br />

a<br />

a<br />

13<br />

a<br />

d<br />

12<br />

- a<br />

11<br />

a<br />

23<br />

17


In una conica C non a centro(parabola) non si può parlare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametri coniugati tra <strong>di</strong><br />

loro, dato che tutti i <strong>di</strong>ametri in una parabola sono paralleli all’unico asse <strong>di</strong><br />

simmetria a : in una parabola fissato un <strong>di</strong>ametro d, la <strong>di</strong>rezione coniugata è quella<br />

del fascio <strong>di</strong> corde parallele <strong>alla</strong> retta tangente <strong>alla</strong> parabola nell’unico punto <strong>di</strong><br />

intersezione al finito tra <strong>di</strong>ametro e parabola, e viceversa <strong>alla</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>delle</strong> corde<br />

parallele prefissate corrisponde il <strong>di</strong>ametro coniugato d ; però è importante<br />

sottolineare che <strong>alla</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una corda corrisponde un <strong>di</strong>ametro e non una<br />

<strong>di</strong>rezione e quin<strong>di</strong> non è possibile creare una corrispondenza biunivoca tra <strong>di</strong>rezioni.<br />

Il <strong>di</strong>ametro d biseca ciascuna corda <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione coniugata. Questa proprietà è anche<br />

valida nelle <strong>coniche</strong> a centro, con la <strong>di</strong>fferenza che nel fascio <strong>delle</strong> corde <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione<br />

coniugata a d, esiste quella passante per il centro che è il <strong>di</strong>ametro coniugato d’. E’<br />

facile provare che in una conica a centro le due rette t1e t2 tangenti <strong>alla</strong> conica in due<br />

punti <strong>di</strong>ametralmente opposti sono parallele(vedere fig. n.3).<br />

Si consideri una retta <strong>di</strong> equazione:IV.1) y=mx ed una conica data sotto forma<br />

canonica <strong>di</strong> equazione IV.1) o IV.7), e l’equazione della retta tangente a detta conica<br />

a centro in un suo punto P1(xo,yo):<br />

Da ora in poi il segno superiore sarà riferito all’ellisse mentre quello inferiore<br />

all’iperbole. Se m>0, in<strong>di</strong>cati con P1(xo,yo) e P2(-xo,-yo) i due punti <strong>di</strong> intersezione tra<br />

la retta e la conica, risultano:<br />

e si ottiene:<br />

VI.2)<br />

2<br />

b x o<br />

VI.3) m P1 = m = m<br />

2<br />

P2<br />

a y o<br />

dove mP1 ed mP2 sono rispettivamente i coefficienti angolari <strong>delle</strong> rette tangenti t1 e t2,<br />

che pertanto si è <strong>di</strong>mostrato essere parallele. Se m


cioè le rette tangenti <strong>alla</strong> conica nei punti P3 e P4 sono parallele. Dal momento che<br />

una qualunque conica a centro, me<strong>di</strong>ante particolari trasformazioni per traslazioni e<br />

per rotazioni si può riportare con il centro nell’origine e con gli assi <strong>di</strong> simmetria<br />

coincidenti con gli assi cartesiani, si è provato che, assegnata una qualunque conica<br />

ed un suo <strong>di</strong>ametro, le tangenti condotte <strong>alla</strong> conica per i punti <strong>di</strong> intersezione tra<br />

conica e <strong>di</strong>ametro sono parallele. Tale risultato è evidente d<strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> della polarità in<br />

una conica.<br />

Data una conica C <strong>di</strong> equazione III.1), ed una simmetria assiale obliqua <strong>di</strong> equazioni<br />

II.1), applichiamo <strong>alla</strong> conica C la trasformazione suddetta ottenendo la conica C’ <strong>di</strong><br />

equazione:<br />

VI.6 )<br />

⎧a<br />

⎪<br />

⎪a<br />

⎪<br />

a<br />

VI.7) ⎨<br />

⎪a<br />

⎪<br />

a<br />

⎪<br />

⎪<br />

⎩a<br />

'<br />

11<br />

'<br />

22<br />

'<br />

12<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

'<br />

33<br />

a<br />

'<br />

11<br />

= a<br />

= 4a<br />

= -2a<br />

= 2a<br />

=<br />

x<br />

'2<br />

11<br />

= 4a<br />

+ a<br />

(k + m)<br />

11<br />

11<br />

11<br />

11<br />

+ a<br />

-4p - 2a<br />

p(k + m) + 4a<br />

p<br />

2<br />

'<br />

22<br />

22<br />

22<br />

'2<br />

2<br />

+ 4a<br />

+ 2a<br />

+ 4a<br />

(k + m)<br />

22<br />

p<br />

2<br />

'<br />

12<br />

k<br />

22<br />

2<br />

22<br />

2<br />

k<br />

(k + m) - 2kma<br />

2<br />

+ 4a<br />

22<br />

m<br />

pk(k + m) - 4a<br />

2<br />

+ 8a<br />

+ 4a<br />

12<br />

12<br />

12<br />

'<br />

13<br />

12<br />

(k + m)<br />

(k + m) - a<br />

pk<br />

- 2a<br />

km(k + m)<br />

12<br />

2<br />

k mp + 2pka<br />

12<br />

12<br />

(k + m)<br />

(k + m) + 4a<br />

13<br />

pkm + a<br />

Affinché la conica C’ trasformata sia identica <strong>alla</strong> conica <strong>di</strong> partenza C deve<br />

verificarsi l’uguaglianza, a meno <strong>di</strong> un fattore <strong>di</strong> proporzionalità h reale <strong>di</strong>verso da<br />

zero, tra i coefficienti della III.1) ed i corrispondenti coefficienti della VI.6 ), ed in<br />

particolare, utilizzando le prime due equazioni <strong>delle</strong> VI.7 ), si consideri:<br />

Moltiplicando la prima per a22 e la seconda per a11 e sottraendo nelle nuove equazioni<br />

la prima d<strong>alla</strong> seconda si ottiene:<br />

4a<br />

4(a<br />

11<br />

VI. 9 )<br />

y<br />

+<br />

4a<br />

11<br />

- a<br />

22<br />

a<br />

12<br />

km) ≠ 0<br />

22<br />

a<br />

11<br />

(k +<br />

km + a<br />

' '<br />

x y + 2a<br />

'<br />

x + 2a<br />

L’equazione VI. 9 ), molto nota , è denominata equazione dell’involuzione dei<br />

<strong>di</strong>ametri coniugati appunto perché k ed m rappresentano i coefficienti angolari <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametri coniugati . Essa è valida solamente per le <strong>coniche</strong> a centro. L’equazione<br />

VI.9 ) rappresenta un’involuzione perché k ed m si possono scambiare; <strong>di</strong>fatti<br />

un’involuzione è una trasformazione geometrica T tale che, se ad un generico punto P<br />

corrisponde nella trasformazione T il punto P’ , nella trasformazione inversa al punto<br />

P’ corrisponde il punto P.<br />

'<br />

23<br />

'<br />

y + a<br />

2<br />

'<br />

33<br />

p(k + m) - 2a<br />

= 0<br />

- 4kma<br />

12<br />

13<br />

(k<br />

2<br />

p k + + 4a p(k + m) + 4a<br />

VI.8) a = ha ; a = ha<br />

m) - 4a<br />

segue :<br />

12<br />

2<br />

22<br />

'<br />

11<br />

k<br />

2<br />

m<br />

(k + m) + a<br />

2<br />

11<br />

11<br />

- 4a<br />

= 0<br />

12<br />

a<br />

22<br />

'<br />

22<br />

12<br />

23<br />

con :<br />

pk(k<br />

13<br />

- m) - a<br />

22<br />

(k + m) = 0<br />

(k<br />

23<br />

2<br />

(k<br />

- m)<br />

- m<br />

2<br />

+ a<br />

2<br />

- m<br />

33<br />

) + 2a<br />

2<br />

(k<br />

)<br />

23<br />

- m)<br />

e <strong>di</strong>videndo per<br />

2<br />

km(k<br />

- m)<br />

19


Si evince subito, per come è stata definita la simmetria assiale obliqua, che un<br />

<strong>di</strong>ametro biseca ogni corda del fascio avente <strong>di</strong>rezione coniugata al <strong>di</strong>ametro<br />

assegnato. Il <strong>di</strong>ametro d, coniugato a d’ rispetto <strong>alla</strong> conica, è il luogo geometrico dei<br />

punti me<strong>di</strong> <strong>delle</strong> corde aventi <strong>di</strong>rezione <strong>delle</strong> rette tangenti t1 e t2 .<br />

Esiste un altro modo per determinare l’equazione VI.9), e consiste nel considerare le<br />

coor<strong>di</strong>nate del centro ed i coefficienti angolari <strong>delle</strong> rette tangenti t1 t2. E’ noto che,<br />

in<strong>di</strong>cati con mP1 ed mP2 i coefficienti angolari <strong>delle</strong> rette tangenti <strong>alla</strong> conica in P1 e in<br />

P2 rispettivamente, avendo testé provato che mP1=mP2 risulta(ve<strong>di</strong>[11]):<br />

VI.10)<br />

m<br />

P1<br />

a<br />

= −<br />

a<br />

11<br />

12<br />

x<br />

x<br />

1<br />

1<br />

+ a<br />

+ a<br />

12<br />

22<br />

y<br />

y<br />

1<br />

1<br />

+ a<br />

+ a<br />

13<br />

23<br />

VI.10')<br />

Inoltre, posto il valore comune <strong>di</strong> tali coefficienti angolari uguali a k ed in<strong>di</strong>cato con<br />

m il coefficiente angolare del <strong>di</strong>ametro P1P2 , tenendo conto <strong>delle</strong> coor<strong>di</strong>nate del<br />

centro della conica C date dalle formule V.5) si può scrivere:<br />

y<br />

m =<br />

x<br />

1<br />

1<br />

- y<br />

- x<br />

C<br />

C<br />

a12a<br />

13 - a a<br />

y1<br />

-<br />

a11a<br />

22 -<br />

=<br />

a12a<br />

23 - a a<br />

x1<br />

-<br />

a a -<br />

11<br />

22<br />

11 23<br />

2<br />

a12<br />

13 22<br />

2<br />

a12<br />

12<br />

11<br />

11<br />

22<br />

avendo nell’ultimo passaggio ad<strong>di</strong>zionato e sottratto a numeratore il termine a11a12x1<br />

ed a denominatore il termine a12a22y1 .Dividendo numeratore e denominatore per il<br />

polinomio a12x1+a22y1+a23 si ottiene:<br />

VI.11)<br />

a<br />

= −<br />

a<br />

a<br />

a<br />

x<br />

x<br />

cioè la VI.9) scritta sotto forma implicita. Si può pervenire allo stesso risultato<br />

utilizzando la VI.10’) e la<br />

Osservazioni: l’equazione VI.9) è molto importante per lo stu<strong>di</strong>o della conica; <strong>di</strong>fatti,<br />

assegnata in una conica a centro un <strong>di</strong>ametro d <strong>di</strong> coefficiente angolare m, il <strong>di</strong>ametro<br />

ad esso coniugato d’ si determina scrivendo l’equazione della retta passante per il<br />

centro C <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate assegnate xC ed yC date dalle V.5) e <strong>di</strong> coefficiente angolare k<br />

ottenuto d<strong>alla</strong> VI.9).Se nella suddetta formula si pone<br />

1<br />

1<br />

a<br />

m = −<br />

a<br />

VI.12) m =<br />

+ a<br />

+ a<br />

12<br />

22<br />

2<br />

12<br />

22<br />

y<br />

a<br />

k + a<br />

k + a<br />

y<br />

x<br />

2<br />

2<br />

- y<br />

- x<br />

VI.12') k =<br />

−<br />

1<br />

12<br />

11<br />

12<br />

C<br />

C<br />

1<br />

m<br />

y<br />

1<br />

m<br />

+ a<br />

12<br />

P2<br />

a<br />

+ a<br />

a<br />

= −<br />

a<br />

13<br />

13<br />

- a<br />

a<br />

11<br />

12<br />

a<br />

x<br />

x<br />

2<br />

2<br />

x<br />

11 12<br />

2<br />

22 - a12<br />

x<br />

+ a<br />

+ a<br />

1<br />

1<br />

- a<br />

12<br />

22<br />

- a<br />

11<br />

12<br />

y<br />

y<br />

a<br />

2<br />

a<br />

2<br />

22<br />

+ a<br />

+ a<br />

22<br />

y<br />

y<br />

1<br />

1<br />

13<br />

23<br />

- a<br />

- a<br />

11<br />

12<br />

a<br />

a<br />

23<br />

23<br />

20


cioè si impone che i due <strong>di</strong>ametri coniugati siano tra <strong>di</strong> loro perpen<strong>di</strong>colari , essi si<br />

denominano assi della conica, e l’equazione <strong>di</strong>viene:<br />

2<br />

VI.13) a12<br />

m + (a11<br />

- a 22 ) m − a12<br />

= 0 .<br />

Tale equazione VI.13) è molto importante nella <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> ed è l’equazione<br />

degli assi <strong>di</strong> una conica a centro non degenere <strong>di</strong> equazione III.1).Essa consente <strong>di</strong><br />

determinare i coefficienti angolari degli assi della conica in esame, e note le<br />

coor<strong>di</strong>nate del centro si determinano le equazioni dei due assi cercati.<br />

Intersecando ciascun asse determinato con la conica si determinano i vertici della<br />

conica (quattro reali se la conica a centro è un’ellisse, due reali se la conica è<br />

un’iperbole) .Si può pervenire all’equazione VI.13), similmente a quanto svolto in<br />

precedenza, trasformando con una generica simmetria assiale <strong>di</strong> equazioni I.9) la<br />

conica K in modo tale che la conica ottenuta K’ sia identica <strong>alla</strong> conica originaria K.<br />

Dall’equazione VI.13) si osserva che, se a11=a22 e se a12=0 (caso della circonferenza),<br />

l’equazione si trasforma in una identità che quin<strong>di</strong> è verificata per un qualunque<br />

valore reale <strong>di</strong> m: ciò significa che nel caso in esame le coppie <strong>di</strong> assi sono infinite.<br />

Risolvendo la VI.13) si ottiene:<br />

VI.14)<br />

a<br />

m =<br />

22<br />

- a<br />

11<br />

d<strong>alla</strong> cui formula emerge che, escluso il caso della circonferenza per cui m è<br />

indeterminato, il <strong>di</strong>scriminante dell’equazione è maggiore <strong>di</strong> zero, cioè l’equazione<br />

VI.13) non può ammettere soluzioni reali coincidenti, ma ammetterà sempre<br />

soluzioni reali e <strong>di</strong>stinte m1 ed m2. Nel caso <strong>di</strong> una conica non a centro(parabola)<br />

risulta:<br />

La considerazione ovviamente non è lecita ma sono interessanti i valori trovati , in<br />

quanto i due coefficienti angolari m1 ed m2 , che definiscono <strong>di</strong>rezioni ortogonali,<br />

rappresentano l’unico asse e la <strong>di</strong>rezione ad essa ortogonale (vedere appen<strong>di</strong>ce).<br />

I due coefficienti angolari m1 ed m2 , che definiscono <strong>di</strong>rezioni ortogonali,<br />

rappresentano l’unico asse e la <strong>di</strong>rezione ad essa ortogonale.<br />

Se in una conica non degenere esiste una coppia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametri autoconiugati, cioè d=d’,<br />

si <strong>di</strong>ce che essi costituiscono una coppia <strong>di</strong> asintoti per la conica(si ricorda che<br />

l’asintoto è una tangente all’infinito <strong>alla</strong> conica). I coefficienti angolari degli asintoti<br />

in una conica a centro si determinano ponendo k=m nella equazione VI.9), ottenendo:<br />

±<br />

(a<br />

11<br />

2a<br />

- a<br />

12<br />

22<br />

)<br />

2<br />

+ 4a<br />

2<br />

11<br />

a 11a<br />

22 - a12<br />

= 0 da cui m1<br />

= −<br />

2 =<br />

a12<br />

a<br />

ed<br />

2<br />

VI.15) a 22 m +<br />

2a12m<br />

+ a11<br />

= 0<br />

m<br />

2<br />

12<br />

a<br />

a<br />

22<br />

12<br />

21


Si <strong>di</strong>ce che i due asintoti costituiscono gli elementi uniti dell’involuzione dei <strong>di</strong>ametri<br />

coniugati. Per chiarire questo concetto può essere utile osservare la fig. n.5 in cui è<br />

rappresentata un’iperbole <strong>di</strong> centro C con i due asintoti a ed a’. Tracciata una<br />

qualunque retta r intersecante l’iperbole in due punti P1 e P2, siano t1 e t2 le tangenti<br />

<strong>alla</strong> iperbole nei rispettivi punti su menzionati; tali due tangenti, per quanto visto<br />

precedentemente, sono parallele tra <strong>di</strong> loro. Pertanto si può <strong>di</strong>re che la retta r<br />

(contenente un <strong>di</strong>ametro dell’iperbole)e la <strong>di</strong>rezione comune <strong>delle</strong> rette tangenti<br />

definiscono una coppia <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezioni coniugate. E’ interessante notare che man mano<br />

che la retta r tende a ruotare intorno a C sovrapponendosi sulla retta a , i punti P1 e P2<br />

<strong>di</strong> intersezione tra retta r e curva tendono ad allontanarsi dal centro C sino a <strong>di</strong>ventare<br />

all’infinito punti appartenenti <strong>alla</strong> retta a (asintoto) e pertanto l’asintoto risulta una<br />

tangente all’infinito all’iperbole; inoltre è importante notare che quando le rette r ed a<br />

coincidono la <strong>di</strong>rezione comune <strong>delle</strong> tangenti risulta coincidente con la <strong>di</strong>rezione<br />

dell’asintoto a, e quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cato con m il coefficiente angolare della retta r e con k<br />

quello <strong>delle</strong> tangenti t1 e t2, affinché si possano determinare i coefficienti angolari<br />

degli asintoti dell’iperbole si deve porre nell’equazione VI.9) m=k ottenendo<br />

l’equazione algebrica <strong>di</strong> secondo gradoVI.15).Risolvendo tale equazione si ottiene:<br />

Fig.n.5<br />

a a’<br />

P1 t1<br />

VI.16)<br />

se<br />

Se a<br />

asintoti reali.<br />

Se a<br />

a<br />

2<br />

12<br />

due asintoti<br />

2<br />

12<br />

2<br />

12<br />

- a<br />

- a<br />

- a<br />

11<br />

11<br />

11<br />

a<br />

a<br />

a<br />

e non presenta<br />

m =<br />

> 0<br />

reali e <strong>di</strong>stinti.<br />

22<br />

22<br />

22<br />

<<br />

0 la conica è un'ellisse<br />

e non<br />

= 0<br />

- a<br />

asintoti; l'equazione<br />

VI. 16)<br />

due soluzioni reali e coincidenti<br />

12<br />

la conica è un'iperbole<br />

e presenta<br />

la conica non è a centro (parabola)<br />

a<br />

m = −<br />

a<br />

rappresenta<br />

la <strong>di</strong>rezione dei <strong>di</strong>ametri nella<br />

e quin<strong>di</strong> anche del suo asse <strong>di</strong> simmetria.<br />

±<br />

a<br />

a<br />

2<br />

12<br />

22<br />

- a<br />

11<br />

C t2 P2<br />

a<br />

22<br />

12<br />

22<br />

presenta<br />

ammette<br />

che<br />

parabola<br />

r<br />

22


Se i due elementi uniti sono reali e <strong>di</strong>stinti l’involuzione è iperbolica, se coincidenti<br />

essa è parabolica, se i due elementi uniti sono immaginari allora si parla <strong>di</strong><br />

involuzione ellittica.<br />

Un iperbole si definisce equilatera quando i suoi asintoti sono perpen<strong>di</strong>colari<br />

e ciò accade quando nella VI.15)<br />

a11<br />

m1 m 2 = = −1<br />

da cui segue : a11<br />

+ a 22 = 0<br />

a 22<br />

Esempi numerici sulla determinazione del centro e degli assi in una conica (a centro,<br />

ovviamente): determinare il centro e gli assi della conica <strong>di</strong> equazione<br />

2<br />

2<br />

5x + 8xy + 5y -18x<br />

-18y<br />

+ 9 = 0<br />

Si vede che la conica in esame ha I3=-810,I1=10>0;cioè la conica in esame è un’ellisse a punti reali, essendo I2>0, I1I3


I parametri caratterizzanti la curva <strong>di</strong> secondo grado assegnata sono: I3=128, I2=-16 e<br />

quin<strong>di</strong> la curva proposta è un conica non degenere, ed in particolare un’iperbole. Per<br />

la determinazione <strong>delle</strong> coor<strong>di</strong>nate del centro C si deve risolvere il sistema<br />

le cui soluzioni sono: xc=2 , yc=-1 , cioè C(2,-1) .<br />

Per la determinazione dell’equazioni degli assi si devono calcolare i coefficienti<br />

angolari utilizzando la formula VI.13), ottenendo nel caso in esame l’equazione:<br />

Un asse appartiene al fascio <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> equazione x-y+k=0 e deve passare per il punto<br />

C(2,-1), da cui k=-3; pertanto un asse ha equazione x-y-3=0. L’altro asse ha<br />

equazione del tipo x+y+h=0, e dovendo contenere il punto C l’equazione è x+y-1=0.<br />

I vertici si ottengono intersecando ciascun asse con l’iperbole, ottenendo due vertici<br />

reali e due immaginari(questi ultimi situati sull’asse non trasverso). Si trova che<br />

l’asse non trasverso è quello <strong>di</strong> equazione: x+y-1=0, mentre i vertici reali V1 e V2<br />

situati sull’asse <strong>di</strong> equazione x-y-3=0 hanno coor<strong>di</strong>nate :<br />

Si osservi che, per la determinazione dell’asse trasverso con questo metodo si è<br />

dovuto procedere casualmente intersecando ciascun asse con l’iperbole per trovare i<br />

vertici reali (si è fortunati se i vertici reali si determinano col primo asse scelto),<br />

mentre utilizzando le forme canoniche l’asse trasverso è imme<strong>di</strong>atamente<br />

determinato.<br />

Per quanto riguarda gli asintoti, i loro coefficienti angolari si ottengono risolvendo<br />

l’equazione <strong>di</strong> secondo grado VI.15) che nel caso in esame è:<br />

da cui le soluzioni:<br />

⎧3x<br />

⎨<br />

⎩5x<br />

5m - 5<br />

2<br />

C<br />

C<br />

+ 5y<br />

+ 3y<br />

= 0<br />

C<br />

C<br />

-1<br />

= 0<br />

- 7 = 0<br />

cioè<br />

m = ± 1<br />

2 2<br />

V1 ( 2 − , -1<br />

- ) V2<br />

( 2 +<br />

2 2<br />

3m 2<br />

+ 10m + 3 = 0<br />

m1 =<br />

−3<br />

m 2 =<br />

Pertanto gli asintoti appartengono ai fasci <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> equazioni 3x+y+k=0 e<br />

x+3y+h=0 e dovendo entrambi contenere il centro, essi possiedono rispettivamente<br />

equazioni: 3x+y-5=0 , x+3y+1=0 .<br />

1<br />

-<br />

3<br />

2<br />

2<br />

,<br />

2<br />

2<br />

−1<br />

)<br />

24


Esempio n.3: assegnata la conica <strong>di</strong> equazione:<br />

x<br />

2<br />

+ y<br />

2<br />

+ 2xy +<br />

2y -1<br />

verificare che essa è una parabola e determinare l’asse <strong>di</strong> simmetria e le coor<strong>di</strong>nate<br />

del vertice reale al finito.<br />

Che l’equazione assegnata rappresenti una parabola (conica non degenere non a<br />

centro) si vede subito potendosi scrivere:<br />

2<br />

(x + y) + 2y<br />

−1<br />

= 0<br />

e quin<strong>di</strong>, essendo il coefficiente angolare dell’asse <strong>di</strong> simmetria pari a m = –a12/a22<br />

cioè m=-1 , l’asse ha equazione a) y=-x+p , con p parametro da determinarsi<br />

opportunamente in modo tale che, trasformando la parabola assegnata me<strong>di</strong>ante la<br />

simmetria assiale S <strong>di</strong> asse a, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> equazioni inverse:<br />

S 1 -<br />

⎧x<br />

= -y'+<br />

p<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= -x'+<br />

p<br />

la parabola trasformata coincida con quella <strong>di</strong> partenza. Pertanto l’equazione della<br />

parabola trasformata è:<br />

2 2<br />

x' + y' + 2x' y'-2x'(1+<br />

2p) -<br />

ed imponendo l’identità con l’equazione assegnata, si ottiene p=-1/2 . Pertanto<br />

l’equazione dell’asse <strong>di</strong> simmetria della parabola assegnata è:<br />

1<br />

y = -x -<br />

2<br />

ed intersecando tale asse con la parabola data si ottengono le coor<strong>di</strong>nate del vertice<br />

della parabola:<br />

7 3<br />

V(-<br />

,<br />

8 8<br />

VII. Conclusioni della prima parte: raccolta <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> per la determinazione del<br />

centro,degli assi, degli asintoti e dei fuochi in una conica reale non degenere.<br />

In questo paragrafo conclusivo si parlerà del centro, degli assi , degli asintoti e dei<br />

fuochi <strong>di</strong> una conica reale non degenere affrontati con le coor<strong>di</strong>nate non omogenee e<br />

con meto<strong>di</strong> proiettivi, così come è stato stu<strong>di</strong>ato da quasi tutti i gran<strong>di</strong> matematici <strong>di</strong><br />

cui l’autore è a conoscenza. Storicamente sul problema esistono due gran<strong>di</strong> filoni : un<br />

primo gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi ha affrontato il problema dal punto <strong>di</strong> vista grafico (Staudt,<br />

Desargues, Brianchonne, Gergonne, Monge, La Hire) mentre altri matematici hanno<br />

preferito lo stu<strong>di</strong>o con le coor<strong>di</strong>nate omogenee che offre, come si vedrà, soluzioni<br />

veloci ed eleganti (Chasles, Mobius, Pluker) rispetto alle coor<strong>di</strong>nate affini.<br />

= 0<br />

4py'+<br />

4p<br />

)<br />

.<br />

2<br />

+<br />

2p -1<br />

= 0<br />

25


Di seguito si riporterà l’impostazione <strong>di</strong> Castelnuovo, Dantoni-Mammana, Stoka,<br />

Autori <strong>di</strong> tre libri <strong>di</strong> testo universitari tra i più accre<strong>di</strong>tati ed apprezzati; gli insigni<br />

stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> geometria succitati, pur appartenendo a perio<strong>di</strong> storici <strong>di</strong>versi (tutti del<br />

novecento) hanno sviluppato il problema in modo molto simile. Sia assegnata la<br />

conica K non degenere <strong>di</strong> equazione in coor<strong>di</strong>nate omogenee:<br />

VII.1)<br />

a<br />

11<br />

x<br />

2<br />

+ a<br />

22<br />

y<br />

2<br />

+<br />

2a<br />

12<br />

xy +<br />

xt + a<br />

yt + a<br />

con determinante dei coefficienti <strong>di</strong>verso da zero. Inizialmente si può stu<strong>di</strong>are il tipo<br />

<strong>di</strong> conica(iperbole, ellisse, parabola) in base ai punti <strong>di</strong> intersezione tra la conica e la<br />

retta all’infinito del piano t=0, ottenendo:<br />

Se i punti <strong>di</strong> intersezione sono due reali e <strong>di</strong>stinti la conica è un’iperbole, se i due<br />

punti <strong>di</strong> intersezione sono immaginari la conica è un’ellisse, se i due punti sono reali<br />

e coincidenti la conica è una parabola (per la continuazione vedere VI.15) e<br />

commento).<br />

L’equazione della retta polare in coor<strong>di</strong>nate omogenee del punto P(xo,yo,to) rispetto<br />

<strong>alla</strong> conica K è:<br />

VII.3)<br />

(a<br />

11<br />

x + a<br />

con a ij = a ji ∀i,<br />

j = 1,2,3.<br />

Per la determinazione del centro (<strong>di</strong> una conica a centro, cioè iperbole o ellisse) si<br />

può procedere analiticamente considerando che il centro è il polo della retta<br />

all’infinito del piano rispetto <strong>alla</strong> conica quin<strong>di</strong> per il teorema <strong>di</strong> reciprocità tale punto<br />

è dato dall’intersezione <strong>di</strong> due rette polari relative a due qualunque punti all’infinito<br />

del piano; per semplicità <strong>di</strong> calcoli conviene considerare il punto all’infinito dell’asse<br />

x(1,0,0) e dell’asse y(0,1,0): le rispettive polari hanno equazioni:<br />

e risolvendo il sistema costituito dalle due equazioni suin<strong>di</strong>cate si ottengono le<br />

coor<strong>di</strong>nate del centro(vedere pag e seguenti).<br />

Assegnata la conica reale K e non degenere e a centro <strong>di</strong> equazione VII.1), due suoi<br />

<strong>di</strong>ametri d e d’ si definiscono coniugati se uno è la polare del punto improprio<br />

dell’altro(def. riportata nello Stoka) In<strong>di</strong>cato con Pinf(1,m,0) il punto all’infinito del<br />

<strong>di</strong>ametro d e con P’inf(1,m’,0) quello del <strong>di</strong>ametro d’, l’equazione della retta polare d<br />

<strong>di</strong> polo Pinf(1,m,0) rispetto a k, per la VII.3) è:<br />

2a<br />

2<br />

VII.2) a 22 m + 2a12m<br />

+ a11<br />

= 0<br />

12<br />

y + a<br />

13<br />

t)x<br />

o<br />

+ ( a<br />

21<br />

x + a<br />

22<br />

y + a<br />

13<br />

23<br />

t)y<br />

o<br />

23<br />

con<br />

+ ( a<br />

31<br />

33<br />

m =<br />

t<br />

x + a<br />

2<br />

y<br />

x<br />

32<br />

= 0<br />

y + a<br />

VII.4) a11<br />

x + a12y<br />

+ a13t<br />

= 0 VII.4')<br />

a 21x<br />

+ a 22y<br />

+ a 23t<br />

= 0<br />

VII.5) a11<br />

x +<br />

a12y<br />

+ a13t<br />

+ m(a 21x<br />

+ a 22y<br />

+ a 23t)<br />

= 0<br />

33<br />

t)t<br />

o<br />

= 0<br />

26


ed affinché il punto P’inf(1,m’,0) appartenga al <strong>di</strong>ametro d deve risultare:<br />

cioè:<br />

che rappresenta l’equazione dell’involuzione dei <strong>di</strong>ametri coniugati. Se si vuole<br />

determinare la coppia <strong>di</strong> rette che si corrispondono nell’involuzione e che risultano<br />

tra <strong>di</strong> loro perpen<strong>di</strong>colari, cioè:<br />

d<strong>alla</strong> VII.6) segue:<br />

a11 + a12m'+<br />

m(a 21 + a 22m')<br />

= 0<br />

VII.6) a 22 mm'+<br />

a12<br />

(m + m')<br />

+ a11<br />

= 0<br />

1<br />

m'= -<br />

m<br />

2<br />

VII.7) a12<br />

m + (a11<br />

- a 22 )m - a12<br />

= 0<br />

equazione <strong>di</strong> secondo grado in m che consente <strong>di</strong> determinare i coefficienti angolari<br />

degli assi della conica data. Se nella VII.6) si vogliono determinare i coefficienti<br />

angolari degli asintoti basta porre m=m’ e si ottiene la formula VII.2) già determinata<br />

per altra via.(vedere pagg.23 e seguenti).<br />

Per quanto riguarda la determinazione <strong>delle</strong> equazioni degli assi e degli asintoti si<br />

può procedere considerando l’equazione: y-yC=m(x-xC) ed isolando m per sostituirlo<br />

rispettivamente nella VII.7) ottenendo:<br />

2<br />

2<br />

VII.8) a12<br />

(x - x C ) - a12<br />

(y - y C ) + ( a11<br />

- a 22 )(x - x C )(y - y C ) = 0<br />

equazione complessiva degli assi <strong>di</strong> una conica <strong>di</strong> centro C(xC,yc), o nella VII.2)<br />

ottenendo:<br />

VII.9)<br />

a<br />

11<br />

(x<br />

- x<br />

C<br />

)<br />

2<br />

+ 2a<br />

12<br />

(x<br />

- x<br />

)(y - y<br />

) + a<br />

(y - y<br />

equazione complessiva degli asintoti <strong>di</strong> una conica <strong>di</strong> centro C(xC,yC).<br />

In una parabola si definisce asse la retta polare del punto all’infinito che definisce la<br />

<strong>di</strong>rezione ortogonale all’asse(o a un suo <strong>di</strong>ametro)(vedere [1] ). Per la determinazione<br />

<strong>delle</strong> equazioni degli asintoti <strong>di</strong> una iperbole <strong>di</strong> equazione f(x,y,t)=0 <strong>di</strong> centro C, si<br />

può considerare il fascio <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> bitangenti all’iperbole nei suoi due punti<br />

all’infinito, cioè considerare il fascio <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> <strong>di</strong> equazione:<br />

VII : 10)<br />

Imponendo il passaggio della generica conica del fascio per il punto C, centro della<br />

conica data, si ottiene l’equazione complessiva degli asintoti richiesti.<br />

Sia per quanto riguarda gli assi che gli asintoti si può procedere molto similmente ,<br />

dopo aver determinato il centro ed i valori dei coefficienti angolari m1 ed m2 ,(degli<br />

assi o degli asintoti), scrivendo l’equazione del fascio <strong>di</strong> rette parallele <strong>di</strong> coefficienti<br />

angolari m1 ed m2 ed imponendo il passaggio per il centro: così si determinano<br />

<strong>di</strong>rettamente le equazioni dei singoli assi e dei singoli asintoti.<br />

C<br />

C<br />

f(x, y, t) +<br />

kt<br />

22<br />

2 =<br />

0<br />

C<br />

)<br />

2<br />

= 0<br />

27


Per quanto riguarda il fuoco vale la seguente importante definizione: (vedere [1])<br />

Si definisce fuoco <strong>di</strong> una conica non degenere K ogni punto F del piano della conica<br />

tale che le tangenti per esso <strong>alla</strong> conica siano le rette isotrope (cioè rette le cui<br />

equazioni sono del tipo: y=±ix+p). La polare del punto F rispetto <strong>alla</strong> conica si<br />

denomina <strong>di</strong>rettrice. Per alcune applicazioni <strong>di</strong> queste definizioni vedere [2] vol.1.<br />

Nel pregevole testo <strong>di</strong> Dantoni-Mammana i fuochi in un’ellisse <strong>di</strong> semiassi a e b con<br />

a>b si possono determinare intersecando la circonferenza <strong>di</strong> centro il centro<br />

dell’ellisse e raggio pari a<br />

VII.11) c =<br />

2<br />

a - b<br />

con l’asse maggiore. Per quanto riguarda l’iperbole <strong>di</strong> semiassi a e b i fuochi si<br />

possono determinare intersecando la circonferenza il cui centro coincide col centro<br />

dell’iperbole e <strong>di</strong> raggio uguale a<br />

2<br />

VII.12) c = a +<br />

con l’asse trasverso.<br />

Nel caso della parabola il fuoco è determinato dagli Autori utilizzando la definizione<br />

<strong>di</strong> luogo geometrico: i punti della parabola debbono essere equi<strong>di</strong>stanti dal fuoco e<br />

d<strong>alla</strong> <strong>di</strong>rettrice. Inoltre si tiene conto dell’accorgimento che la <strong>di</strong>rettrice è<br />

perpen<strong>di</strong>colare all’asse e che il vertice è il punto me<strong>di</strong>o del segmento aventi come<br />

estremi il fuoco ed il punto d’intersezione dell’asse con la <strong>di</strong>rettrice.<br />

Nel Campedelli: Esercitazioni <strong>di</strong> geometria analitica e proiettiva, ED.CEDAM, per<br />

la ricerca dei fuochi <strong>di</strong> una conica è riportato un metodo che consiste nello scrivere<br />

l’equazione del fascio <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> bitangenti <strong>alla</strong> conica assegnata <strong>di</strong> equazione<br />

f(x,y)=0 nei due punti <strong>di</strong> intersezione tra conica e <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> equazione :<br />

y=ax+by+c (polare del punto F <strong>di</strong> cui si devono calcolare le coor<strong>di</strong>nate non<br />

omogenee ): il punto F si determina trovando la conica del fascio che sia una<br />

circonferenza degenere <strong>di</strong> raggio nullo(coppia <strong>di</strong> rette isotrope condotte dal fuoco e<br />

tangenti <strong>alla</strong> conica data).<br />

L’equazione del fascio <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> richiesto è:<br />

2<br />

VII.13) f(x, y) +<br />

(ax + by + c) = 0<br />

dove il parametro variabile del fascio è incluso nei coefficienti a,b,c per adesso<br />

incogniti. <strong>Le</strong> coor<strong>di</strong>nate dei fuochi F reali si determinano trovando tra le <strong>coniche</strong> <strong>di</strong><br />

equazione VII.13) la circonferenza degenere <strong>di</strong> raggio nullo, cioè i deve imporre che i<br />

coefficienti dei quadrati <strong>di</strong> x ed y siano uguali, il coefficiente del termine in xy sia<br />

nullo e che sia nullo il raggio della circonferenza.<br />

Per quanto riguarda la ricerca del fuoco in una parabola l’Autore utilizza l’importante<br />

seguente proprietà focale: assegnata una parabola e scelto un qualunque punto P<br />

appartenente ad essa, l’angolo formato da PF(F fuoco) con il <strong>di</strong>ametro per P è<br />

bisecato d<strong>alla</strong> normale <strong>alla</strong> conica in P. Tale proprietà suggerisce la determinazione<br />

del fuoco F nel seguente modo: si scriva l’equazione della retta normale <strong>alla</strong> conica in<br />

P e si intersechi tale retta con l’asse della parabola nel punto N: il punto F si<br />

b<br />

2<br />

2<br />

28


determina come intersezione dell’asse con la retta parallela <strong>alla</strong> tangente in P e<br />

passante per il punto me<strong>di</strong>o del segmento PN.<br />

Fig.n. 6<br />

F<br />

P<br />

N<br />

M<br />

Esiste un metodo generale riportato nel [12] Chiellini, Complementi <strong>di</strong> geometria,<br />

però trattato raramente da molti Autori, soprattutto recentemente, che consiste nel<br />

seguente proce<strong>di</strong>mento: considerato su un piano una conica non degenere K <strong>di</strong><br />

equazione VII.1) in coor<strong>di</strong>nate omogenee x,y,t, si scelga un punto P(xo,yo,to) la cui<br />

polare rispetto <strong>alla</strong> conica K ha equazione:<br />

VII.14) (a11x<br />

o + a12y<br />

o + a13t<br />

o )x + (a 21x<br />

o + a 22y<br />

o + a 23t<br />

o )y + (a 31x<br />

o + a 32y<br />

o + a 33t<br />

o )t = 0<br />

con a ij = a ji i, j = 1,2,3 .<br />

Quin<strong>di</strong>, se si in<strong>di</strong>ca l’equazione della retta polare p <strong>di</strong> P rispetto <strong>alla</strong> conica K con:<br />

VII.15) ux+vy+wt=0 dove i coefficienti u,v,w si denominano coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> retta<br />

o coor<strong>di</strong>nate pluckeriane(ad ogni terna <strong>di</strong> valori u,v,w corrisponde una retta in<br />

coor<strong>di</strong>nate omogenee x,y,t), dal confronto tra VII.14) e VII.15) segue:<br />

VII.16)<br />

⎧u<br />

= a11x<br />

o + a12y<br />

o + a13t<br />

o<br />

⎪<br />

⎨v<br />

= a 21x<br />

o + a 22y<br />

o + a 23t<br />

o<br />

⎪<br />

⎩w<br />

= a 31x<br />

o + a 32y<br />

o + a 33t<br />

o<br />

con il determinante del sistema <strong>di</strong>verso da zero, essendo per ipotesi la conica K non<br />

degenere; il sistema VII.16) rappresenta le equazioni della polarità piana rispetto <strong>alla</strong><br />

conica K, in quanto al punto P(xo,yo,to) corrisponde la retta polare <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate<br />

pluckeriane u,v,w. Il sistema VII.16) è invertibile e vale:<br />

⎧x<br />

o = A11u<br />

+ A12v<br />

+ A13w<br />

⎪<br />

⎨y<br />

o = A 21u<br />

+ A 22v<br />

+ A 23w<br />

⎪<br />

⎩t<br />

o = A 31u<br />

+ A 32v<br />

+ A 33w<br />

del determinante<br />

dove A<br />

dei coefficienti<br />

.<br />

rappresentano<br />

i complementi<br />

algebrici<br />

Affinchè la retta p sia autoconiugata rispetto <strong>alla</strong> conica K, cioè affinchè P<br />

appartenga a p, deve verificarsi: uxo+vyo+wto=0 , da cui per le VII.17) segue:<br />

2<br />

2<br />

2<br />

VII.18) A11<br />

u +<br />

A 22v<br />

+ A 33w<br />

+ 2A12uv<br />

+ 2A13uw<br />

+ 2A 23vw<br />

= 0<br />

ij<br />

.<br />

29


Tale equazione, usualmente denominata equazione tangenziale della conica,<br />

rappresenta l’inviluppo <strong>di</strong> tutte le rette autoconiugate del piano nella polarità piana<br />

assegnata, od anche l’inviluppo <strong>delle</strong> rette tangenti <strong>alla</strong> conica K; questo vuol <strong>di</strong>re<br />

che se u,v,w verificano la VII.18) la retta corrispondente risulta tangente <strong>alla</strong> conica<br />

K, e viceversa. Per la determinazione <strong>delle</strong> coor<strong>di</strong>nate a e b del fuoco F(a,b), si<br />

scrivono le equazioni <strong>delle</strong> rette isotrope per F, che sono:<br />

VII.19) y-a=±i(x-b) e si impone che tali rette risultino tangenti <strong>alla</strong> conica K,<br />

sostituendo nella VII.18) ad u,v,w le coor<strong>di</strong>nate pluckeriane <strong>delle</strong> rette <strong>di</strong> equazioni<br />

VII.19) ed imponendo parte reale e parte immaginaria nulle; così si ottiene un sistema<br />

<strong>di</strong> due equazioni nelle due incognite a e b determinando in tal modo il fuoco.<br />

30


PARTE SECONDA (<strong>di</strong> <strong>Santangelo</strong> Maurizio)<br />

<strong>Le</strong> <strong>affinità</strong> <strong>piane</strong> <strong>applicate</strong> <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>.<br />

I. Stu<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> a centro tramite isometrie (traslazioni e rotazioni).<br />

In questa seconda parte, assegnata una conica reale K non degenere a centro <strong>di</strong><br />

equazione:<br />

I.1)<br />

I<br />

3<br />

=<br />

a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

11<br />

11<br />

21<br />

31<br />

x<br />

2<br />

+ a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

12<br />

22<br />

32<br />

22<br />

y<br />

a<br />

a<br />

a<br />

2<br />

13<br />

23<br />

33<br />

+ 2a<br />

≠ 0<br />

12<br />

xy + 2a<br />

ed<br />

si stu<strong>di</strong>erà come, partendo d<strong>alla</strong> I. 1), si possa giungere , me<strong>di</strong>ante traslazioni e<br />

rotazioni, <strong>alla</strong> conica trasformata K’ <strong>di</strong> equazione canonica. A tale scopo si trasformi<br />

la conica K <strong>di</strong> equazione I.1) me<strong>di</strong>ante la traslazione T(-a,-b), con a e b le coor<strong>di</strong>nate<br />

del centro della conica da determinare opportunamente in modo tale che l’equazione<br />

trasformata non possegga i termini lineari in x ed y; si otterrà sicuramente una conica<br />

K’ con i parametri I1,I2 ed I3 inalterati: la conica è la medesima <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> partenza,<br />

solo che spostata nel piano secondo una traslazione. La traslazione T ha equazioni:<br />

Sostituendo x ed y date d<strong>alla</strong> traslazione inversa T(a,b) nella I.1), si ottiene<br />

l’equazione:<br />

Essendo a e b le coor<strong>di</strong>nate del centro della conica, per le formule ottenute nella<br />

parte prima trasformando la conica K in se stessa tramite una simmetria centrale,<br />

nell’equazione I.2) i termini lineari in x ed y si annullano, dovendo valere:<br />

I<br />

2<br />

13<br />

x + 2a<br />

= a<br />

11<br />

a<br />

22<br />

23<br />

y + a<br />

- a<br />

2<br />

12<br />

33<br />

≠ 0<br />

⎧x'=<br />

x - a<br />

⎪<br />

I.2) T(-a,-b) : ⎨<br />

-1<br />

⎪y'=<br />

y - b e la sua traformazione<br />

inversa I.2')<br />

T<br />

⎩<br />

a<br />

a<br />

11<br />

11<br />

2<br />

x' + a<br />

a<br />

2<br />

+ a<br />

22<br />

22<br />

2<br />

y' + 2a<br />

b<br />

2<br />

12<br />

+ 2a<br />

x' y'+<br />

2x'(a<br />

12<br />

ab + 2a<br />

⎧a<br />

I.3⎨<br />

⎩a<br />

13<br />

11<br />

12<br />

11<br />

a + ba<br />

a + 2a<br />

a + a<br />

a + a<br />

12<br />

22<br />

23<br />

12<br />

+ a<br />

b + a<br />

b + a<br />

b + a<br />

13<br />

23<br />

13<br />

33<br />

) +<br />

= 0<br />

= 0<br />

= 0<br />

2y'(a<br />

12<br />

= 0<br />

=<br />

a + ba<br />

con<br />

T(a, b) :<br />

22<br />

+ a<br />

23<br />

⎧x<br />

= x'+<br />

a<br />

⎨<br />

⎩y<br />

= y'+<br />

b<br />

) +<br />

31


Pertanto l’equazione della conica K, in seguito <strong>alla</strong> traslazione T(-a,-b), si trasforma<br />

nella conica K’ <strong>di</strong> equazione:<br />

I.4)<br />

I.5)<br />

+ (a<br />

12<br />

f(a, b)<br />

a + a<br />

2<br />

x' + a<br />

e valendo per le I.3):<br />

a =<br />

a<br />

- a<br />

- a<br />

a<br />

a<br />

11<br />

11<br />

12<br />

13<br />

23<br />

22<br />

= a<br />

b + a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

2<br />

y' + 2a<br />

+ a<br />

)b + a<br />

+ 2a<br />

a + a<br />

Sostituendo nella formula I.5) segue:<br />

12<br />

22<br />

12<br />

22<br />

22<br />

11<br />

a<br />

23<br />

=<br />

2<br />

- a<br />

13<br />

a<br />

12<br />

22<br />

a<br />

11<br />

x' y'+<br />

f(a, b) = 0<br />

b<br />

31<br />

22<br />

a<br />

2<br />

+ a<br />

22<br />

- a<br />

32<br />

a<br />

12<br />

23 12<br />

2<br />

12<br />

ab + 2a<br />

b + a<br />

;<br />

33<br />

a + a<br />

b + a<br />

= ( a11a<br />

+ a12b<br />

+ a<br />

per le I.3)<br />

L’equazione I.4) della conica K’ trasformata della conica K assegnata me<strong>di</strong>ante la<br />

traslazione T(a,b) si può scrivere anche sotto la forma:<br />

I.7)<br />

a<br />

11<br />

= a<br />

a + 2a<br />

b + a<br />

La nuova conica K’ ottenuta è la conica originaria K il cui centro coincide con<br />

l’origine O del sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano e con gli assi ruotati <strong>di</strong> un certo<br />

angolo rispetto agli assi cartesiani ortogonali xOy ; la presenza del termine in x’y’<br />

in<strong>di</strong>ca proprio che gli assi della conica K’ non coincidono con gli assi cartesiani<br />

ortogonali, pur intersecandosi gli assi della conica nello stesso punto C=O.<br />

Di quanto occorre ruotare la conica K’ intorno ad O affinchè gli assi della nuova<br />

conica trasformata K’’ coincidano con gli assi <strong>di</strong> riferimento cartesiani ? Occorre cioè<br />

trovare una rotazione R tale che applicandola <strong>alla</strong> conica K’ , si ottenga una conica<br />

K’’ la cui equazione non contenga il termine in xy. La rotazione R ha equazioni:<br />

⎧x''<br />

= x ' cosα<br />

- y ' senα<br />

I.8) ⎨<br />

⎩y''<br />

= x ' senα<br />

+ y ' cosα<br />

13<br />

con<br />

31<br />

I.6) f(a, b) =<br />

2<br />

x' + a<br />

22<br />

b =<br />

I<br />

I<br />

2<br />

y' + 2a<br />

e la rotazione inversa<br />

R<br />

12<br />

3<br />

2<br />

-1<br />

a<br />

a<br />

13<br />

a<br />

a<br />

32<br />

11<br />

12<br />

11<br />

12<br />

I<br />

x' y'+<br />

I<br />

:<br />

I.8')<br />

- a<br />

- a<br />

a<br />

a<br />

3<br />

2<br />

33<br />

13<br />

23<br />

12<br />

33<br />

22<br />

= 0<br />

− a11a<br />

=<br />

a a<br />

11<br />

23<br />

22<br />

+ a<br />

- a<br />

a<br />

13<br />

12 13<br />

2<br />

12<br />

⎧x'=<br />

x''<br />

cosα<br />

+ y''<br />

sen α<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

−x''<br />

senα<br />

+ y''<br />

cosα<br />

)a +<br />

32


e sostituendo le equazioni I.8’) della rotazione inversa nella I.7) si ottiene l’equazione<br />

della conica K’’:<br />

I.9)<br />

I9')<br />

I9" ')<br />

a<br />

a<br />

I9" )<br />

''<br />

33<br />

a<br />

''<br />

11<br />

''<br />

11<br />

a<br />

a<br />

I<br />

=<br />

I<br />

3<br />

2<br />

2 ''<br />

2 ''<br />

''<br />

x" + a y" + 2a x" y" + a<br />

''<br />

12<br />

= a<br />

''<br />

22<br />

11<br />

= a<br />

= (a<br />

2<br />

cos α + a<br />

11<br />

11<br />

22<br />

2<br />

sen α + a<br />

- a<br />

22<br />

12<br />

22<br />

2<br />

sen α - 2a<br />

2<br />

cos α + 2a<br />

) senα<br />

cosα<br />

+ a<br />

con :<br />

senα<br />

cosα<br />

senα<br />

cosα<br />

2<br />

cos α - a<br />

2<br />

sen α<br />

Affinchè nell’equazione I.9) non compaia il termine in x”y” , cioè risulti a12”=0, per<br />

la I.9”’) segue :<br />

<strong>di</strong>videndo ambo i membri per<br />

e risolvendo :<br />

I.10')<br />

tgα<br />

1,2<br />

(a<br />

=<br />

11<br />

- a<br />

Si noti che , posto nella I.10)<br />

dato che<br />

22<br />

) ±<br />

(a<br />

2a<br />

Inoltre il <strong>di</strong>scriminante dell’equazione I.10) è sempre non negativo, essendo espresso<br />

d<strong>alla</strong> somma <strong>di</strong> due quadrati ; pertanto le due soluzioni sono sempre reali e <strong>di</strong>stinte.<br />

Solo nel caso particolare <strong>di</strong> a11=a22 ,a12=0 le soluzioni della I.10) <strong>di</strong>ventano<br />

indeterminate (caso della circonferenza) e quin<strong>di</strong> una qualunque coppia <strong>di</strong> rette<br />

ortogonali passanti per il centro costituiscono una coppia <strong>di</strong> assi, cioè la circonferenza<br />

possiede infinite coppie <strong>di</strong> assi. L’equazione I.10) è proprio l’equazione dei<br />

coefficienti angolari degli assi trovata nella prima parte me<strong>di</strong>ante le simmetrie assiali<br />

con l’incognita m. Per il calcolo dei coefficienti che compaiono nella forma canonica<br />

I.9) occorrono le formule:<br />

nel quarto quadrante senα<br />

< 0 , cosα<br />

> 0<br />

Altro metodo per risolvere l’equazione goniometrica ottenuta ponendo nella I.9”’)<br />

22<br />

2<br />

cos α ≠ 0<br />

11<br />

12<br />

- a<br />

tgα<br />

= -m<br />

22<br />

33<br />

)<br />

= 0<br />

I.10)<br />

2<br />

12<br />

12<br />

a<br />

+ 4a<br />

12<br />

2<br />

12<br />

12<br />

si ottiene la<br />

12<br />

2<br />

tg α − ( a<br />

con tgα<br />

< tgα<br />

VI.13).<br />

I valori angolariα<br />

ed α definiscono<br />

due <strong>di</strong>rezioni ortogonali,<br />

11<br />

- a<br />

1<br />

22<br />

) tgα<br />

- a<br />

tgα<br />

tgα<br />

= −1<br />

, cioè le <strong>di</strong>rezioni degli assi della conica K(ovvero K').<br />

1<br />

I.11) senα<br />

= ±<br />

1<br />

se tgα<br />

><br />

2<br />

0:<br />

2<br />

tgα<br />

2<br />

1+<br />

tg α<br />

nel primo quadrante<br />

nel terzo quadrante<br />

;<br />

I.11')<br />

cosα<br />

= ±<br />

senα<br />

> 0 , cosα<br />

> 0<br />

senα<br />

<<br />

cosα<br />

< 0<br />

se tgα<br />

< 0 : nel secondo quadrante senα<br />

> 0 , cosα<br />

< 0<br />

0 ,<br />

1<br />

2<br />

1+<br />

tg α<br />

2<br />

12<br />

= 0<br />

33


a12”=0: si moltiplicano ambo i membri per 2 e me<strong>di</strong>ante le formule <strong>di</strong> duplicazione si<br />

ottiene:<br />

I.12)<br />

(a<br />

- a<br />

π π<br />

cioè α ≠ + k con k = 0, ± 1, ± 2,........ , si ottiene :<br />

4 2<br />

2a12<br />

tg2α<br />

=<br />

a - a<br />

) sen2α<br />

+ 2a<br />

e per il calcolo dei coefficienti della forma canonica si utilizzano le I.11).<br />

Per lo stu<strong>di</strong>o della forma canonica a cui si è pervenuta vedere parte prima.<br />

Riassumendo, assegnata la conica a centro K si è ottenuta la conica K’ traslata<br />

secondo T e quin<strong>di</strong> d<strong>alla</strong> K’ si è ottenuta la conica K”(la cui equazione è una forma<br />

canonica) me<strong>di</strong>ante la rotazione R <strong>di</strong> centro O; quin<strong>di</strong>, per passare da K a K” si deve<br />

applicare una trasformazione composta prima d<strong>alla</strong> traslazione T e poi d<strong>alla</strong> rotazione<br />

R: in simboli<br />

I.13)<br />

Pertanto dalle I.2) e le I.8) segue:<br />

11<br />

22<br />

22<br />

11<br />

cos 2α<br />

= 0<br />

1<br />

arctg<br />

2<br />

e <strong>di</strong>videndo<br />

2a12<br />

a - a<br />

π<br />

+ k<br />

2<br />

E’ importante osservare che se in generale per passare da una curva K <strong>di</strong> equazione<br />

f(x,y)=0 ad una K’ si applica una trasformazione Tr, per determinare l’equazione <strong>di</strong><br />

K’ occorre isolare la variabili x ed y in funzione <strong>di</strong> x’ ed y’ d<strong>alla</strong> Tr e sostituirle nella<br />

f(x,y)=0, ottenendo per K’ un’equazione del tipo g(x’,y’)=0 :cioè si devono utilizzare<br />

le equazioni della trasformazione inversa <strong>di</strong> Tr. Pertanto, assegnata la conica K e le<br />

trasformazioni T ed R, per ottenere l’equazione della conica K” occorre utilizzare la<br />

trasformazione composta:<br />

-1 -1 -1<br />

I.15) (R o T) = T o R<br />

Per <strong>di</strong>mostrare la I.15) basta notare che per passare d<strong>alla</strong> conica K” <strong>alla</strong> K occorre<br />

applicare prima la rotazione inversa e poi la traslazione inversa, cioè:<br />

R<br />

T<br />

T oR<br />

(RoT)<br />

K" ⎯→ K' ⎯⎯→<br />

K ≡ K" ⎯⎯⎯→K≡K"<br />

⎯⎯⎯→K<br />

Quin<strong>di</strong> per le I.2’) e le I.8’)<br />

12<br />

da cui α =<br />

T<br />

R<br />

RoT<br />

K ⎯⎯→<br />

K' ⎯⎯→<br />

K" ≡ K ⎯⎯→K"<br />

si intende che si applica prima T e poi R.<br />

22<br />

11<br />

per<br />

; con la scrittura<br />

⎧x"<br />

= (x - a) cosα<br />

- (y - b)senα<br />

I.14) R o T : ⎨<br />

⎩y"<br />

= (x - a) senα<br />

+ (y - b) cosα<br />

1<br />

⎯ −<br />

I.16)<br />

T<br />

-1<br />

-1<br />

o<br />

R<br />

-1<br />

-1<br />

-1<br />

⎧x<br />

= x" cosα<br />

+ y" senα<br />

+ a<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= -x" senα<br />

+ y" cosα<br />

+ b<br />

-1<br />

cos2α<br />

≠<br />

R o T<br />

0 ,<br />

34


Da quanto scritto sinora in questo paragrafo si evince che, assegnata una conica K<br />

non degenere a centro, per trasformarla isometricamente (cioè con un movimento<br />

rigido) nella conica K” avente il centro coincidente con l’origine O e gli assi<br />

coincidenti con gli assi cartesiani, occorre prima applicare la traslazione T(a,b) e<br />

successivamente la rotazione <strong>di</strong> centro O: questo metodo è il più conveniente ed il più<br />

usato per passare da K a K”, perché a e b rappresentano le coor<strong>di</strong>nate del centro della<br />

conica K ed i calcoli sono abbastanza agevoli.<br />

Un secondo metodo, meno usato, consiste nell’applicare all’equazione della conica<br />

K prima la rotazione intorno all’origine O tale che si annulli il termine in xy, e poi la<br />

traslazione T(a,b) dove adesso a e b non rappresentano le coor<strong>di</strong>nate del centro. In<br />

questo caso:<br />

I.17)<br />

-1<br />

R<br />

T<br />

ToR<br />

K ⎯⎯→<br />

K' ⎯⎯→<br />

K" ≡ K ⎯⎯→K"<br />

-1<br />

mentre<br />

T<br />

R<br />

(ToR)<br />

R o T<br />

K" ⎯⎯→<br />

K' ⎯⎯→<br />

K ≡ K" ⎯⎯⎯→K≡K"<br />

⎯⎯⎯→K<br />

Assegnata la conica K non degenere a centro <strong>di</strong> equazione I.1), si applichi ad essa una<br />

rotazione R generica <strong>di</strong> centro O avente equazioni I.8) ottenendo una conica K’; per<br />

determinare l’equazione <strong>di</strong> K’ si isolano le variabili x ed y dalle equazioni della<br />

rotazione, in funzione <strong>di</strong> x ed y, x’ ed y’),vedere parte prima e sostituendo nella<br />

equazione I.1) della conica, si ottiene l’equazione:<br />

I.18)<br />

a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

'<br />

11<br />

'<br />

22<br />

'<br />

12<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

'<br />

33<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

= a<br />

a<br />

11<br />

11<br />

= (a<br />

13<br />

11<br />

13<br />

33<br />

'<br />

11<br />

2<br />

x' + a<br />

- a<br />

22<br />

'<br />

22<br />

2<br />

cos α + a<br />

2<br />

sen α + a<br />

cosα<br />

- a<br />

23<br />

senα<br />

+ a<br />

2<br />

y' + 2a<br />

22<br />

23<br />

22<br />

'<br />

12<br />

2<br />

sen α - 2a<br />

2<br />

cos α + 2a<br />

) senα<br />

cosα<br />

+ a<br />

senα<br />

cosα<br />

x' y'+<br />

2a<br />

Affinché si annulli il termine in x’y’ nella I.18) si deve imporre a12’=0 e d<strong>alla</strong> I.18”’)<br />

seguono l’equazioni I.10) od I.12) <strong>di</strong> cui si è parlato prima.<br />

ti sono funzione degli<br />

notare che<br />

<strong>Le</strong> equazioni così ottenute rappresentano la conica originaria K ruotata intorno ad O<br />

<strong>di</strong> un’ampiezza angolare tale che la nuova conica K’ trasformata possegga gli assi <strong>di</strong><br />

simmetria paralleli agli assi cartesiani. A causa <strong>di</strong> tale rotazione il centro <strong>di</strong> K non<br />

coinciderà col centro della K’.<br />

12<br />

12<br />

12<br />

angoliα<br />

+<br />

kπ<br />

ovvero <strong>di</strong><br />

-1<br />

'<br />

13<br />

x'+<br />

2a<br />

2<br />

cos α - a<br />

'<br />

23<br />

senα<br />

cosα<br />

senα<br />

cosα<br />

12<br />

y'+<br />

a<br />

α + kπ<br />

;<br />

'<br />

33<br />

2<br />

sen α<br />

-1<br />

-1<br />

= 0<br />

Si è pervenuti all'equazione<br />

I.18) mancante del termine in x' y'in<br />

cui i coefficien<br />

π<br />

α1<br />

−α<br />

2 = .<br />

2<br />

1<br />

2<br />

con<br />

35


A tale conica K’ <strong>di</strong> equazione I.18) mancante del termine x’y’,si applichi la<br />

traslazione T=T(-a,-b) data dalle equazioni:<br />

I.18')<br />

T :<br />

⎧x"<br />

= x'-a<br />

⎨<br />

⎩y"<br />

= y'-b<br />

I.18" )<br />

e sostituendo x’ ed y’ nella I.18) si ottiene l’equazione:<br />

I.19)<br />

a<br />

a<br />

"<br />

11<br />

"<br />

33<br />

= a<br />

= a<br />

'<br />

11<br />

'<br />

11<br />

a<br />

a<br />

2<br />

"<br />

11<br />

2<br />

x" + a<br />

;<br />

+ a<br />

'<br />

22<br />

a<br />

b<br />

"<br />

22<br />

"<br />

22<br />

2<br />

2<br />

y" + 2a<br />

= a<br />

+ 2a<br />

'<br />

22<br />

'<br />

13<br />

⎧x'=<br />

x" + a<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

y" + b<br />

Nell’equazione I.19) i termini lineari in x” ed y” si annullano se e solo se:<br />

I.20)<br />

a<br />

"<br />

33<br />

a<br />

a = -<br />

a<br />

= −<br />

a<br />

'<br />

13<br />

'<br />

a11<br />

'2<br />

13<br />

'<br />

11<br />

a<br />

−<br />

a<br />

'2<br />

23<br />

'<br />

22<br />

a<br />

b = -<br />

a<br />

+ a<br />

33<br />

'<br />

23<br />

'<br />

22<br />

;<br />

"<br />

13<br />

a + 2a<br />

x" + 2a<br />

e<br />

In tal modo si è pervenuti <strong>alla</strong> conica K” rappresentata da una forma canonica.<br />

Per passare da K” a K si deve considerare la trasformazione composta per la I.17):<br />

I.21)<br />

R<br />

-1<br />

o T<br />

-1<br />

:<br />

a<br />

"<br />

13<br />

'<br />

23<br />

Mentre per scrivere le equazioni <strong>di</strong> assi, <strong>di</strong>rettrici ed asintoti da K” a K si devono<br />

utilizzare le equazioni:<br />

⎧x"<br />

= x cosα<br />

- y senα<br />

- a<br />

I.22) T o<br />

R : ⎨<br />

⎩y"<br />

= x senα<br />

+ y cosα<br />

- b<br />

"<br />

23<br />

= a<br />

'<br />

11<br />

b + a<br />

T<br />

33<br />

-1<br />

y" + a<br />

=<br />

"<br />

33<br />

a + a<br />

T(a, b) :<br />

= 0<br />

'<br />

13<br />

;<br />

a<br />

con<br />

"<br />

23<br />

= a<br />

'<br />

22<br />

b + a<br />

'<br />

23<br />

<strong>di</strong> conseguenza<br />

il termine noto vale :<br />

⎧x<br />

= (x" + a)cosα<br />

+ (y" + b)senα<br />

⎨<br />

⎩y<br />

= −(<br />

x" + a)senα<br />

+ (y" + b)cosα<br />

36


II. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una conica non a centro (parabola) utilizzando traslazioni e rotazioni.<br />

Data una conica reale K non degenere non a centro, cioè <strong>di</strong> equazione I.1) con:<br />

per trasformarla in una conica K’’ con asse <strong>di</strong> simmetria(l’unico) coincidente con<br />

l’asse x o con l’asse y, cioè rappresentata sotto forma canonica, occorre applicare<br />

prima un’opportuna rotazione nell’origine O per giungere <strong>alla</strong> conica K’ con asse <strong>di</strong><br />

simmetria parallelo all’asse x od y, e successivamente si deve applicare un’opportuna<br />

traslazione T tale da ottenere K’’; in simboli vedere le I.17).<br />

Dato che in una parabola a11 ed a22 sono concor<strong>di</strong>, è possibile scrivere l’equazione I.1)<br />

facendo comparire a11 ed a22 entrambi positivi. Pertanto in questo paragrafo è<br />

opportuno considerare da questo momento in poi, a11>0 ed a22>0, al fine <strong>di</strong> poter<br />

calcolare le ra<strong>di</strong>ci quadrate <strong>di</strong> a11 ed a22.<br />

Per quanto riguarda la parabola, utilizzando la II.1’) e la III.5) della prima parte,<br />

l’invariante cubico I3 si può esprimere sotto le forme:<br />

Pertanto rimane confermato da quanto stu<strong>di</strong>ato nella parte prima che in una parabola<br />

I3


Per le I.18) :<br />

a<br />

a<br />

a<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

'<br />

33<br />

a<br />

= ±<br />

= m<br />

= a<br />

e la II.2) <strong>di</strong>venta:<br />

II.5)<br />

33<br />

a<br />

2<br />

y'=<br />

Ax' + Bx'+<br />

C<br />

B<br />

V(-<br />

2A<br />

12<br />

a<br />

a<br />

a<br />

'<br />

11<br />

x<br />

, -<br />

13<br />

a<br />

13<br />

2<br />

12<br />

+ a a<br />

+ a<br />

2<br />

12<br />

a<br />

+<br />

'2<br />

22<br />

2<br />

a 22<br />

+ 2a<br />

∆<br />

)<br />

4A<br />

'<br />

13<br />

x'+<br />

2a<br />

con<br />

B<br />

, F(-<br />

2A<br />

'<br />

23<br />

y'+<br />

a<br />

'<br />

a<br />

A = -<br />

2a<br />

1-<br />

∆<br />

, )<br />

4A<br />

'<br />

33<br />

11<br />

'<br />

23<br />

,<br />

= 0<br />

y<br />

od anche<br />

a<br />

B = -<br />

a<br />

d<br />

'<br />

a<br />

C = -<br />

2a<br />

∆ = B<br />

- 4AC<br />

dove V,F ed yd in<strong>di</strong>cano rispettivamente il vertice, il fuoco e l’or<strong>di</strong>nata della retta<br />

<strong>di</strong>rettrice nella parabola <strong>di</strong> equazione II.5).Pertanto questa prima sequenza <strong>di</strong><br />

passaggi suggerisce un primo metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una parabola <strong>di</strong> equazione generale<br />

I.1): si applica <strong>alla</strong> parabola una prima rotazione R <strong>di</strong> ampiezza angolare tale che si<br />

annulli il termine in x’y’, pervenendo nel primo caso all’equazione <strong>di</strong> una parabola<br />

p’, con asse <strong>di</strong> simmetria parallelo all’asse <strong>delle</strong> y , <strong>di</strong> cui notoriamente si conoscono<br />

tutte le caratteristiche fondamentali, e quin<strong>di</strong> tramite la rotazione inversa data dalle<br />

formule I.8) è possibile tracciare la parabola p assegnata. Il vantaggio <strong>di</strong> questo<br />

metodo consiste nel dover utilizzare una sola trasformazione per risalire <strong>alla</strong> conica <strong>di</strong><br />

partenza, e quin<strong>di</strong> nel non dover comporre due trasformazioni tra <strong>di</strong> loro; <strong>di</strong> contro ci<br />

si accorge che con un po’ <strong>di</strong> esercizio comporre rotazioni e traslazioni tra <strong>di</strong> loro è<br />

molto semplice, mentre per determinare le coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> V ed F e l’equazione della<br />

<strong>di</strong>rettrice della parabola <strong>di</strong> equazione II.5) occorre svolgere qualche calcolo, anche se<br />

semplice. Un secondo metodo consiste, una volta applicata la rotazione <strong>alla</strong> conica<br />

originaria K ed essendo pervenuti all’equazione II.2), nel proseguire applicando <strong>alla</strong><br />

conica p’ trovata <strong>di</strong> equazione II.5) una traslazione particolare T(-a,-b) tale da<br />

trasformare l’equazione II.2) in una forma canonica corrispondente <strong>alla</strong> parabola con<br />

asse <strong>di</strong> simmetria coincidente con l’asse y e con il vertice coincidente con l’origine O<br />

degli assi cartesiani . Applicando, quin<strong>di</strong>, la traslazione T(-a,-b) <strong>di</strong> equazioni inverse<br />

I.18”) <strong>alla</strong> parabola <strong>di</strong> equazione II.5) si ottiene la parabola p” <strong>di</strong> equazione:<br />

II.6)<br />

a<br />

22 23<br />

2<br />

22<br />

"<br />

13<br />

±<br />

= a<br />

a<br />

= ±<br />

a<br />

'<br />

11<br />

a<br />

a<br />

12<br />

2<br />

12<br />

"<br />

11<br />

a<br />

x<br />

+<br />

"2<br />

a + a<br />

13<br />

23<br />

2<br />

a 22<br />

+ 2a<br />

'<br />

13<br />

a<br />

11<br />

a<br />

11<br />

= ±<br />

"<br />

23<br />

a<br />

+ a<br />

y" + 2a<br />

"<br />

23<br />

23<br />

+ a<br />

( a<br />

22<br />

12<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

1+<br />

∆<br />

= −<br />

4A<br />

= a<br />

a<br />

a<br />

a<br />

"<br />

13<br />

'<br />

23<br />

22<br />

23<br />

2<br />

12<br />

- a<br />

x" + a<br />

a<br />

+<br />

13 22<br />

2<br />

a 22<br />

"<br />

33<br />

a<br />

"<br />

33<br />

= 0<br />

= a<br />

)<br />

'<br />

11<br />

2<br />

a<br />

2<br />

= ±<br />

33<br />

'<br />

23<br />

con<br />

+<br />

2a<br />

− I<br />

I<br />

a<br />

'<br />

13<br />

1<br />

3<br />

"<br />

11<br />

a +<br />

2<br />

= a<br />

2a<br />

'<br />

11<br />

'<br />

23<br />

b + a<br />

33<br />

38


in cui il coefficiente lineare in x” si annulla se e solo se:<br />

II.7)<br />

'<br />

a13<br />

a = - = m '<br />

a<br />

ed il termine noto a’33 si annulla se e solo se:<br />

1<br />

II.8) b = '<br />

2a<br />

23<br />

a<br />

(<br />

a<br />

'2<br />

13<br />

'<br />

11<br />

− a<br />

33<br />

) = ±<br />

Così la parabola p’ <strong>di</strong> equazione II.5) si trasforma, me<strong>di</strong>ante la particolare traslazione<br />

trovata, nella parabola p” <strong>di</strong> equazione:<br />

Si è risolto il problema nel primo caso <strong>di</strong> ampiezza angolare trasformando la conica<br />

originaria p nella conica p’ tramite la particolare rotazione R <strong>di</strong> centro O e dopo la<br />

conica p’ nella conica p” tramite la traslazione particolare T(-a,-b). In simboli:<br />

Per trasformare i punti della parabola P” in punti della parabola originaria P si<br />

utilizza la trasformazione inversa <strong>di</strong> ToR <strong>di</strong> equazioni I.21), mentre per trasformare le<br />

<strong>di</strong>rettrici e gli assi <strong>di</strong> P” in <strong>di</strong>rettrici ed assi <strong>di</strong> P si utilizza la trasformazione ToR <strong>di</strong><br />

equazioni I.22).<br />

equazioni I.21) ed I.22) ovviamenesi<br />

deve porre α =<br />

α .<br />

Adesso si deve stu<strong>di</strong>are il secondo caso <strong>di</strong> rotazione angolare:<br />

11<br />

a<br />

22<br />

(( a<br />

2<br />

( a<br />

13<br />

a<br />

Dopo aver applicato la rotazione R <strong>di</strong> centro O <strong>alla</strong> parabola p, per evitare equivoci<br />

sulla denominazione dei coefficienti della parabola p’ trasformata, conviene<br />

riscrivere la II.2) sotto la forma:<br />

11<br />

a<br />

11<br />

a<br />

12<br />

12<br />

a<br />

+ a<br />

+ a<br />

13<br />

22<br />

+ a<br />

22<br />

+ a<br />

)<br />

23<br />

a<br />

(a<br />

a<br />

22<br />

2<br />

12<br />

23<br />

a<br />

2<br />

12<br />

)<br />

2<br />

22<br />

+ a<br />

- a<br />

+ a<br />

2<br />

22<br />

2<br />

22<br />

33<br />

(a<br />

)(a<br />

11<br />

12<br />

a<br />

+ a<br />

'<br />

"2<br />

a 23 1 − I3<br />

- I<br />

II.9) x − 2py"<br />

= 0 con p = ± = ± = ±<br />

'<br />

3<br />

a I I I<br />

II.10)<br />

T<br />

R O<br />

(ToR<br />

O )<br />

R O oT<br />

P" ⎯⎯→<br />

P' ⎯⎯→<br />

P ≡ P" ⎯⎯<br />

⎯⎯ →P≡P"<br />

⎯⎯⎯→P<br />

a11<br />

a11<br />

α = α 2 tgα<br />

2 = Per le I.11) II.11) senα<br />

2 = ±<br />

cosα<br />

2 = ±<br />

a<br />

2 2<br />

12<br />

a + a<br />

II.12)<br />

-1<br />

b<br />

R O<br />

T<br />

ToR<br />

O<br />

P ⎯⎯→<br />

P' ⎯⎯→<br />

P" ≡ P ⎯⎯→<br />

⎯ P"<br />

Nelle 1<br />

'<br />

11<br />

x<br />

'2<br />

+ b<br />

-1<br />

'<br />

22<br />

y<br />

'2<br />

+ 2b<br />

'<br />

12<br />

11<br />

x' y'+<br />

2b<br />

−1<br />

'<br />

13<br />

1<br />

x'+<br />

2b<br />

11<br />

'<br />

23<br />

1<br />

12<br />

y'+<br />

b<br />

'<br />

33<br />

23<br />

= 0<br />

22<br />

- a<br />

e viceversa<br />

-1<br />

-1<br />

)(a<br />

13<br />

1<br />

a<br />

3<br />

.<br />

2<br />

12<br />

22<br />

.<br />

+ a<br />

)<br />

2<br />

22<br />

a<br />

)<br />

a<br />

2<br />

11<br />

.<br />

12<br />

+ a<br />

2<br />

12<br />

.<br />

39


con b’12 =0 ,dove i coefficienti b’ij si ottengono dalle I.18) ponendo b’ij=a’ij , da cui<br />

II.13)<br />

b<br />

b<br />

pertanto<br />

b<br />

'<br />

22<br />

'<br />

13<br />

'<br />

23<br />

2<br />

= cos α ( a<br />

= a<br />

= a<br />

13<br />

13<br />

b<br />

cosα<br />

- a<br />

a<br />

'<br />

11<br />

2<br />

'<br />

23<br />

2<br />

= cos α ( a<br />

2<br />

= b<br />

senα<br />

+ a<br />

2<br />

tg α + a<br />

+ a<br />

+ 2a<br />

a<br />

cosα<br />

= ±<br />

2<br />

tg α - 2a<br />

Nel caso della parabola è facile verificare che:<br />

II.<br />

14)<br />

a<br />

'<br />

13<br />

= b<br />

'<br />

23<br />

a<br />

a<br />

a<br />

2<br />

11<br />

'<br />

13<br />

23<br />

23<br />

+ a12a<br />

2<br />

+ a<br />

2<br />

2<br />

11<br />

2<br />

22<br />

2<br />

22<br />

senα<br />

= ±<br />

a<br />

=<br />

a<br />

a<br />

12<br />

( a<br />

11<br />

tgα<br />

) = a<br />

13<br />

a<br />

2<br />

a<br />

a<br />

a<br />

13<br />

12<br />

2<br />

12<br />

2<br />

12<br />

+ a 22a<br />

2<br />

+ a<br />

Nel secondo caso <strong>di</strong> ampiezza angolare, assegnata la parabola originaria P ed<br />

applicata ad essa la particolare rotazione R <strong>di</strong> cui sopra, si ottiene la parabola P’ <strong>di</strong><br />

equazione:<br />

II.15)<br />

x'=<br />

A'y<br />

b<br />

'2<br />

13<br />

'<br />

22<br />

y<br />

11<br />

2<br />

12<br />

'2<br />

11<br />

+<br />

2b<br />

'<br />

13<br />

+ B' y'+<br />

C'<br />

23<br />

x'+<br />

2b<br />

12<br />

'<br />

23<br />

13<br />

2<br />

12<br />

y'+<br />

b<br />

'<br />

33<br />

'<br />

22<br />

'<br />

13<br />

b<br />

con A'=<br />

-<br />

2b<br />

22<br />

= 0<br />

Si osserva facilmente che, per quanto trovato in precedenza, A=A’, B=B’ , C=C’ ,<br />

cioè le parabole aventi le rispettive equazioni sotto forma esplicita II.5) e II.15)<br />

posseggono i medesimi coefficienti solo che con le variabili x’ ed y’ scambiate;<br />

pertanto le coor<strong>di</strong>nate del vertice, del fuoco e l’equazione della <strong>di</strong>rettrice della<br />

parabola <strong>di</strong> equazione II.15) si ottengono con le rispettive formule <strong>di</strong> II.5), soltanto<br />

che occorre scambiare le ascisse x’ con le or<strong>di</strong>nate y’ . Per questo secondo caso <strong>di</strong><br />

ampiezza angolare si possono trarre <strong>delle</strong> conclusioni che suggeriscono un primo<br />

metodo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della parabola <strong>di</strong> partenza P come visto precedentemente: assegnata<br />

P si determina quella particolare rotazione Ro <strong>di</strong> centro O che conduce <strong>alla</strong> parabola<br />

trasformata P’ <strong>di</strong> equazione II.15), <strong>di</strong> cui sono noti d<strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> tutti gli elementi<br />

caratteristici, quin<strong>di</strong> attraverso le equazioni inverse della Ro è possibile tracciare la<br />

parabola <strong>di</strong> partenza P. Un secondo metodo consiste , una volta passata d<strong>alla</strong> parabola<br />

assegnata P <strong>alla</strong> parabola P’ tramite la rotazione Ro , nell’applicare <strong>alla</strong> P’ una<br />

2<br />

- a<br />

+ a<br />

23<br />

12<br />

+ a<br />

12<br />

+ a<br />

tgα<br />

) = 0<br />

a<br />

2<br />

11<br />

a<br />

23<br />

11<br />

+ a<br />

)<br />

2<br />

2<br />

11 23<br />

2<br />

11<br />

a<br />

=<br />

13<br />

b<br />

B'=<br />

-<br />

b<br />

'<br />

23<br />

'<br />

13<br />

a<br />

;<br />

11<br />

a<br />

b<br />

11<br />

22<br />

= ±<br />

'<br />

33<br />

+ a<br />

= I<br />

+ a<br />

1<br />

a<br />

a<br />

= a<br />

23<br />

22<br />

b<br />

C'=<br />

-<br />

2b<br />

11<br />

2<br />

12<br />

33<br />

a<br />

'<br />

33<br />

'<br />

13<br />

(-I<br />

+ a<br />

22<br />

.<br />

)<br />

3<br />

2<br />

11<br />

che si può scrivere sotto la<br />

= ±<br />

- I<br />

I<br />

1<br />

e pertanto :<br />

forma<br />

3<br />

40


traslazione T=T(-c,-d) tale da ottenere una parabola la cui equazione si presenti sotto<br />

forma canonica; pertanto, valendo<br />

II.16)<br />

T :<br />

⎧x"<br />

= x'-c<br />

⎨<br />

⎩y"<br />

= y'-d<br />

II.16')<br />

e sostituendo le equazioni II.16’) nella II.15) si ottiene l’equazione della parabola P”<br />

trasformata <strong>di</strong> P’ tramite la traslazione T(-c,-d), che è:<br />

II.17)<br />

Affinché si annulli il termine lineare in y” deve risultare:<br />

Affinché nella II.17) si annulli il termine noto a’33 , deve valere:<br />

b<br />

Se si sviluppa l’espressione <strong>di</strong> c si perviene <strong>alla</strong> formula:<br />

c = ±<br />

e per le II.1’) e le II.14) si ottiene c=b.<br />

Dopo aver effettuato il proce<strong>di</strong>mento in esame si perviene <strong>alla</strong> parabola p” <strong>di</strong><br />

equazione data sotto forma canonica:<br />

Per quanto riguarda il secondo caso angolare:<br />

α =<br />

b<br />

b<br />

"<br />

22<br />

"<br />

33<br />

'<br />

23<br />

'<br />

22<br />

= I<br />

1<br />

= b<br />

b<br />

'<br />

22<br />

"<br />

22<br />

c<br />

b<br />

"<br />

13<br />

2<br />

y<br />

"2<br />

= b<br />

+ 2b<br />

+ 2b<br />

'<br />

13<br />

'<br />

13<br />

⎧x'=<br />

x" + c<br />

: ⎨<br />

⎩y'=<br />

y" + d<br />

si è applicata <strong>alla</strong> parabola P iniziale una rotazione <strong>di</strong> origine O R in modo da<br />

ottenere la parabola P’; successivamente si applica poi la traslazione T(-c,-d) con c e<br />

d opportunamente calcolati in modo tale da ottenere la parabola P” <strong>di</strong> equazione<br />

"<br />

13<br />

b<br />

"<br />

23<br />

c + 2b<br />

T<br />

x" + 2b<br />

'<br />

23<br />

-1<br />

"<br />

23<br />

= db<br />

'<br />

22<br />

d + a<br />

y" + b<br />

33<br />

"<br />

33<br />

+ b<br />

'<br />

23<br />

= 0<br />

b<br />

' ' '<br />

d = - = a essendo : b 23 = a13<br />

b 22 = a<br />

b<br />

1<br />

c =<br />

2b<br />

'<br />

13<br />

'<br />

13<br />

= a<br />

a<br />

11<br />

b<br />

(<br />

b<br />

'<br />

23<br />

((a<br />

2<br />

,<br />

'2<br />

23<br />

'<br />

22<br />

11<br />

a<br />

a<br />

− a<br />

b<br />

11<br />

'<br />

23<br />

13<br />

33<br />

= a<br />

+ a<br />

+ a<br />

) = b<br />

22<br />

'<br />

13<br />

12<br />

a<br />

(a<br />

23<br />

,<br />

)<br />

2<br />

11<br />

per la II. )<br />

2<br />

b<br />

'<br />

22<br />

− a<br />

+ a<br />

= a<br />

2<br />

12<br />

33<br />

)(a<br />

'<br />

11<br />

(a<br />

11<br />

12<br />

a<br />

+ a<br />

13<br />

essendo :<br />

22<br />

- a<br />

)(a<br />

'<br />

"2<br />

b13<br />

− I<br />

II.21) y − 2qx" = 0 con q = = ± '<br />

3<br />

b I<br />

α 2<br />

22<br />

11<br />

a<br />

2<br />

12<br />

23<br />

1<br />

3<br />

)<br />

+ a<br />

con<br />

'<br />

11<br />

= p<br />

2<br />

11<br />

.<br />

))<br />

41


II.21). Pertanto valgono le II.10) e le seguenti equazioni relative alle composizioni <strong>di</strong><br />

trasformazioni tra R e T:<br />

(T o<br />

R)<br />

-1<br />

= R<br />

T o R :<br />

-1<br />

o T<br />

⎧x"<br />

= x cosα<br />

2 - y senα<br />

2 - c<br />

⎨<br />

⎩y"<br />

= x senα<br />

2 + y cosα<br />

2 - d<br />

-1<br />

:<br />

⎧x<br />

= (x" + c) cosα<br />

2 + (y" + d) senα<br />

2<br />

⎨<br />

⎩y<br />

= -(x" + c) senα<br />

2 + (y" + d) cosα<br />

2<br />

Per passare da P” a P si utilizzerà la trasformazione inversa <strong>di</strong> ToR, per ottenere le<br />

equazioni degli assi e della <strong>di</strong>rettrice <strong>di</strong> P note assi e <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> P” si deve utilizzare<br />

la trasformazione composta ToR.<br />

Non è conveniente stu<strong>di</strong>are una parabola applicando prima una traslazione e poi una<br />

rotazione, perché si allungano inutilmente i calcoli; <strong>di</strong>fatti dopo aver applicato prima<br />

traslazione e poi rotazione si perviene sempre ad una parabola con asse <strong>di</strong> simmetria<br />

parallelo ad uno degli assi cartesiani, e non ad una parabola avente equazione sotto<br />

forma canonica.<br />

42


III Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>coniche</strong> tramite le isometrie. (Esercizi svolti)<br />

Esempio n.1- Dato un sistema <strong>di</strong> riferimento ortogonale piano xOy, stu<strong>di</strong>are la<br />

conica K <strong>di</strong> equazione:<br />

III.1)<br />

4x<br />

Svolgimento- La conica K in esame possiede: I3=-324 , I2=-36


Nel caso <strong>di</strong> equazione <strong>di</strong> conica mancante del termine in xy allo scopo <strong>di</strong> pervenire<br />

<strong>alla</strong> forma canonica III.4) si può procedere col metodo del completamento dei<br />

quadrati; nel caso della III.1) si ha:<br />

4(x<br />

2<br />

1<br />

4((x - )<br />

2<br />

- x) - 9(y<br />

9((<br />

y<br />

da cui segue la III.4) dove x’ ed y’ sono espresse d<strong>alla</strong> III.5).<br />

L’equazione III.4) rappresenta la conica K’ scritta in forma canonica: essa è<br />

un’iperbole con asse <strong>delle</strong> x asse non trasverso ed asse <strong>delle</strong> y asse trasverso su cui<br />

sono posizionati i due fuochi <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate F’1(0,-c) F’2(0,c) con<br />

I vertici <strong>di</strong> K’ sono: V’1(0,-1), V’2(0,1).<br />

<strong>Le</strong> equazioni degli asintoti dell’iperbole K’ sono:<br />

1 2<br />

III.6) y'=<br />

± x'=<br />

± x'<br />

3 3<br />

2<br />

<strong>Le</strong> equazioni <strong>delle</strong> due <strong>di</strong>rettrici dell’iperbole K’ sono:<br />

1<br />

)<br />

4<br />

Per quanto riguarda l’iperbole K originaria <strong>di</strong> equazione III.1), le coor<strong>di</strong>nate dei<br />

vertici V1 e V2 e dei suoi fuochi F1 e F2 si determinano me<strong>di</strong>ante le III.5’), ottenendo:<br />

mentre per quanto riguarda le equazioni degli assi, <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici e degli asintoti <strong>di</strong> K<br />

si ottiene(in questo caso si possono utilizzare le equazioni III.5) o III.5’)):<br />

per l’equazione dell’asse x’ (y’=0) y=-2/3<br />

per l’equazione dell’asse trasverso y’ (x’=0) x=1/2<br />

per le equazioni degli asintoti<br />

2 2<br />

y = ± x -<br />

3 3<br />

2<br />

)<br />

3<br />

per le equazioni <strong>delle</strong> rette <strong>di</strong>rettrici<br />

2<br />

−<br />

2<br />

4<br />

+ y) + 6 = 0 e completando<br />

i quadrati :<br />

3<br />

−<br />

+<br />

c =<br />

2<br />

−<br />

13<br />

2<br />

4<br />

)<br />

9<br />

III.7) y'=<br />

±<br />

1<br />

= ±<br />

13<br />

2<br />

+ 6 = 0<br />

1 5 1 1 1 13 2 1<br />

III.8) V1<br />

( ,- ) , V2<br />

( ,- ) , F1<br />

( ,- −<br />

) , F2<br />

( ,<br />

2 3 2 3 2 2 3 2<br />

2<br />

13<br />

13<br />

2<br />

y = ±<br />

13<br />

2<br />

13 x -<br />

3<br />

13 2<br />

− )<br />

2 3<br />

1<br />

, C(<br />

2<br />

, -<br />

2<br />

)<br />

3<br />

44


Esempio n.2- Dato un sistema <strong>di</strong> riferimento ortogonale cartesiano piano xOy,<br />

stu<strong>di</strong>are la conica K <strong>di</strong> equazione:<br />

III.11)<br />

+ 4y<br />

- 8x - 4y<br />

+ 1 = 0<br />

Svolgimento- La conica K è non degenere I3=-64, ed è un’ellisse reale essendo<br />

I2=4>0 ed I1=5>0 . Mancando il termine in xy la conica K ha gli assi <strong>di</strong> simmetria<br />

paralleli agli assi cartesiani ortogonali .Procedendo come nell’esempio precedente si<br />

perviene <strong>alla</strong> conica K’ avente l’equazione scritta in forma canonica:<br />

III.12)<br />

dopo aver applicato <strong>alla</strong> conica K la traslazione <strong>di</strong> equazione:<br />

III.13)<br />

Per quanto riguarda la conica K’ <strong>di</strong> equazione III.12) i vertici ed i fuochi hanno le<br />

seguenti coor<strong>di</strong>nate: V’1(-4,0) ,V’2(4,0) , V’3(0,-2) , V’4(0,2)<br />

III.14)<br />

<strong>Le</strong> equazioni <strong>delle</strong> rette <strong>di</strong>rettrici dell’ellisse K’ sono:<br />

x<br />

'2<br />

x<br />

2<br />

+ 4y<br />

⎧x'=<br />

x - 4<br />

⎪<br />

T : ⎨ 1<br />

⎪y'=<br />

y -<br />

⎩ 2<br />

'2<br />

' 8 3<br />

III.15) x d = ±<br />

3<br />

Per le coor<strong>di</strong>nate dei vertici e dei fuochi della conica K si ottiene, tramite le III.13)<br />

2<br />

-16<br />

ovvero<br />

'2 '2<br />

x y<br />

ovvero + = 1<br />

16 4<br />

e per quanto riguarda le equazioni degli assi <strong>di</strong> K: x=4, y=1/2; per le equazioni<br />

<strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> K segue:<br />

Esempio n. 3- Dato un sistema <strong>di</strong> riferimento cartesiano ortogonale piano xOy,<br />

stu<strong>di</strong>are la conica K <strong>di</strong> equazione:<br />

= 0<br />

III.13')<br />

'<br />

'<br />

'<br />

'<br />

'<br />

V (-4,0) , V (4,0) , V (0,-2) , V (0,2) F (-2<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

1<br />

T<br />

-1<br />

⎧x<br />

= x'+<br />

4<br />

⎪<br />

: ⎨ 1<br />

⎪y<br />

= y'+<br />

⎩ 2<br />

3<br />

,0)<br />

'<br />

F (2<br />

1 1 3 5<br />

1<br />

1<br />

III.16) V1<br />

(0 , ) V2<br />

(8, ) V3<br />

(4,- ) V4<br />

(4 , ) F1<br />

(-2 3 + 4, ) F2<br />

(2 3 + 4, )<br />

2 2 2 2<br />

2<br />

2<br />

III.18)<br />

8 3<br />

III.17) x = ± + 4<br />

3<br />

41x<br />

2<br />

+<br />

24xy + 9y<br />

2<br />

+ 24x + 18y<br />

+ 4 = 0<br />

2<br />

3<br />

,0)<br />

45


Svolgimento- L’equazione della conica K ha I3=-1125, I2=-108, I1=13 e quin<strong>di</strong> la<br />

conica è un’ellisse reale a punti reali(conica a centro); inoltre la presenza del termine<br />

in xy in<strong>di</strong>ca che gli assi <strong>di</strong> simmetria dell’ellisse non sono paralleli agli assi cartesiani<br />

ortogonali e pertanto, per pervenire <strong>alla</strong> forma canonica occorre prima applicare una<br />

traslazione T(-a,-b) ottenendo una conica K’ e successivamente una rotazione R <strong>di</strong><br />

centro O <strong>alla</strong> conica K’, ottenendo una conica K” il cui centro coincide con l’origine<br />

O degli assi cartesiani e con gli assi <strong>di</strong> simmetria della conica coincidenti con gli assi<br />

cartesiani ; pertanto l’equazione rappresentativa della conica K” è una forma<br />

canonica. Partendo d<strong>alla</strong> conica assegnata K <strong>di</strong> equazione III.18), si applichi ad essa<br />

una traslazione T= T(-a,-b) <strong>di</strong> equazioni:<br />

III.19)<br />

⎧x'=<br />

x - a<br />

T : ⎨<br />

⎩y'=<br />

y - b<br />

e quin<strong>di</strong><br />

III.19')<br />

⎧x<br />

= x'+<br />

a<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= y'+<br />

b<br />

Sostituendo le III.19’) nella III.18), si ottiene, dopo aver sviluppato ed or<strong>di</strong>nato, la<br />

seguente equazione:<br />

III.20)<br />

+ 41a<br />

2<br />

41x<br />

+ 9b<br />

'2<br />

2<br />

+ 9y<br />

'2<br />

+ 24ab + 24a + 18b + 4 = 0<br />

Ed imponendo che i coefficienti <strong>di</strong> x’ ed y’ si annullino, si ottiene il sistema algebrico<br />

<strong>di</strong> primo grado in a e b:<br />

la cui soluzione è data d<strong>alla</strong> coppia <strong>di</strong> valori: a=0 , b=-1. <strong>Le</strong> equazioni III.19)<br />

<strong>di</strong>ventano:<br />

III.21)<br />

e l’equazione III.20) della conica trasformata K’ assume la forma:<br />

L’equazione ottenuta è la stessa <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> partenza con i medesimi coefficienti dei<br />

termini <strong>di</strong> secondo grado, solo che mancano i termini lineari; però, per pervenire <strong>alla</strong><br />

traslazione T che annulli i coefficienti lineari in x’ ed y’ occorre fare i passaggi<br />

interme<strong>di</strong>, ottenendo in questo caso a=0, b=-1. Il centro della conica K è il punto<br />

C(0,-1). L’equazione III.21) rappresenta quella conica K’ ottenuta d<strong>alla</strong> conica <strong>di</strong><br />

partenza K per traslazione con il centro C’ coincidente con l’origine O degli assi<br />

cartesiani, e con gli assi <strong>di</strong> simmetria <strong>di</strong> K’ paralleli agli assi <strong>di</strong> simmetria della<br />

conica <strong>di</strong> partenza K. Il passo successivo consiste nell’applicare <strong>alla</strong> conica K’ una<br />

: T<br />

+ 24x' y'+<br />

2x'(41a<br />

+ 12b + 12) +<br />

⎧41a<br />

+ 12b<br />

+ 12 = 0<br />

⎨<br />

⎩12a<br />

+ 9b<br />

+ 9 = 0<br />

⎧x'=<br />

x<br />

T : ⎨<br />

⎩y'=<br />

y + 1<br />

III.22)<br />

41x<br />

'2<br />

+<br />

9y<br />

T<br />

'2<br />

-1<br />

⎧x<br />

= x'<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= y'-1<br />

-1<br />

+ 24x' y'-5 = 0<br />

2y'(12a<br />

+ 9b + 9) +<br />

46


otazione R <strong>di</strong> centro O tale da annullare il termine in x’y’, cioè in modo tale da<br />

ottenere una conica K” con gli assi <strong>di</strong> simmetria coincidenti con gli assi cartesiani.<br />

Tale conica K” avrà pertanto l’equazione scritta in forma canonica. <strong>Le</strong> equazioni<br />

della rotazione R generica <strong>di</strong> centro O saranno:<br />

III.23)<br />

Sostituendo le equazioni III.22’) nella III.21) si ottiene l’equazione:<br />

III.24)<br />

x<br />

"2<br />

2<br />

2<br />

2x" y" (32 senα<br />

cosα<br />

+ 12cos α -12<br />

sen α ) - 5 = 0<br />

ed imponendo che il coefficiente <strong>di</strong> x”y” si annulli, si ottiene l’equazione.<br />

Primo caso:<br />

⎧x"<br />

= x' cosα<br />

- y'senα<br />

R : ⎨<br />

⎩y"<br />

= x' senα<br />

+ y'cosα<br />

III.23')<br />

2<br />

2<br />

(41cos<br />

α + 9 sen α - 24 senα<br />

cosα<br />

) + y<br />

III.25)<br />

1<br />

tg α1<br />

= −<br />

3<br />

tg α = 3<br />

⎧x'=<br />

x" cosα<br />

+ y" senα<br />

: ⎨<br />

⎩y'=<br />

- x" senα<br />

+ y" cosα<br />

1<br />

α = α1<br />

, tgα1<br />

= −<br />

3<br />

Utilizzando le note formule che esprimono il seno ed il coseno <strong>di</strong> un angolo in<br />

funzione della tangente, e considerando, ad esempio, il quarto quadrante, si ottiene:<br />

<strong>Le</strong> equazioni della rotazione R4 che trasformano K’ in una nuova K” sono:<br />

III.27)<br />

III.27')<br />

L’equazione della conica K” ottenuta in seguito <strong>alla</strong> rotazione si deduce d<strong>alla</strong> III.24)<br />

con i valori <strong>delle</strong> III.26), da cui:<br />

"2<br />

R<br />

-1<br />

2<br />

3 tg α - 8 tgα<br />

- 3 = 0<br />

2<br />

1<br />

senα1<br />

= − cosα<br />

=<br />

10<br />

III.26) 1<br />

R<br />

4<br />

R<br />

⎧ 3 1<br />

⎪<br />

⎪x"<br />

= x'+<br />

y'<br />

10 10<br />

: ⎨<br />

⎪ 1 3<br />

y" = - x'+<br />

y'<br />

⎪⎩<br />

10 10<br />

-1<br />

4<br />

⎧<br />

⎪<br />

⎪x'=<br />

: ⎨<br />

⎪y'=<br />

⎪⎩<br />

3<br />

x"-<br />

10<br />

1<br />

x" +<br />

10<br />

1<br />

y"<br />

10<br />

3<br />

y"<br />

10<br />

2<br />

2<br />

(41sen<br />

α + 9 cos α + 24 senα<br />

cosα<br />

) +<br />

da cui :<br />

3<br />

10<br />

e la rotazione inversa<br />

47


III.28)<br />

2 2<br />

45x" + 5y" -5 = 0<br />

Componendo opportunamente le III.21) e le III.27) si ottengono:<br />

III.29)<br />

III.29')<br />

o T)<br />

= T<br />

o R<br />

E’ arrivato il momento <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are la conica K” <strong>di</strong> equazione III.28). In questa ellisse<br />

a


Secondo caso :<br />

α = α<br />

III.37)<br />

III.38)<br />

III.34)<br />

y" = 0 da cui - x + 3y + 3 = 0 il secondo asse ;<br />

per quanto riguarda le <strong>di</strong>rettrici si utilizza la III.32)<br />

3<br />

± = −<br />

2 2<br />

1<br />

x +<br />

10<br />

3<br />

y +<br />

10<br />

3<br />

10<br />

da cui<br />

2x - 6y<br />

2<br />

III.36)<br />

R<br />

R<br />

x" =<br />

± 3<br />

tgα<br />

= 3<br />

R<br />

0 da<br />

5 - 6<br />

⎧<br />

⎪<br />

⎪x"<br />

=<br />

: ⎨<br />

⎪y"<br />

=<br />

⎪⎩<br />

L’equazione III.24) <strong>di</strong>venta:<br />

cui<br />

= 0<br />

entrambi positivi , e quin<strong>di</strong> :<br />

1<br />

1<br />

2<br />

III.39)<br />

-1<br />

1<br />

⎧ x" + 3y"<br />

⎪<br />

⎪x'=<br />

10<br />

: ⎨<br />

⎪ - 3x" + y"<br />

y'=<br />

⎪⎩<br />

10<br />

⎧ x - 3y - 3<br />

⎪<br />

⎪x"<br />

=<br />

10<br />

o T : ⎨<br />

⎪ 3x + y + 1<br />

y" =<br />

⎪⎩<br />

10<br />

5x<br />

3<br />

x +<br />

10<br />

1<br />

y +<br />

10<br />

le equazioni <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici<br />

senα<br />

1<br />

x'-<br />

10<br />

3<br />

y'<br />

10<br />

3<br />

x'+<br />

10<br />

1<br />

y'<br />

10<br />

=<br />

3<br />

10<br />

e per le III.21)<br />

III.38')<br />

1<br />

= 0 cioè<br />

10<br />

Nel primo quadrante il seno ed il coseno sono<br />

"2<br />

+<br />

45y<br />

"2<br />

- 5<br />

2<br />

= 0<br />

ovvero<br />

cosα<br />

3x + y + 1 = 0 un asse<br />

⎧ x" + 3y"<br />

⎪<br />

⎪x<br />

=<br />

10<br />

: ⎨<br />

⎪ - 3x" + y"<br />

y = −1<br />

⎪⎩<br />

10<br />

In questo secondo caso si ottiene una rotazione R1 <strong>di</strong>versa dal primo caso; anche la<br />

forma canonica cambia mentre restano immutati i risultati finali relativi <strong>alla</strong> conica<br />

x<br />

"2<br />

2<br />

=<br />

T<br />

-1<br />

y"<br />

+<br />

1<br />

9<br />

1<br />

10<br />

o R<br />

2<br />

da cui :<br />

-1<br />

1<br />

= 1<br />

49


K; cioè ovviamente si troveranno gli elementi caratteristici già determinati. Pertanto,<br />

stu<strong>di</strong>ando la nuova forma canonica <strong>di</strong> equazione III.39)si trova che rispetto al caso<br />

precedente i fuochi si trovano sull’asse x , le coor<strong>di</strong>nate dei vertici sono scambiate e<br />

le <strong>di</strong>rettrici hanno equazioni:<br />

e trasformando tali punti e tali rette me<strong>di</strong>ante le III.38’) e le III.38) rispettivamente ,<br />

si ottengono ovviamente i vertici, fuochi, assi e <strong>di</strong>rettrici della conica originaria K già<br />

calcolati (vedere III.33) e III.34)). I due casi angolari sono stati svolti per evidenziare<br />

che ovviamente il risultato finale della determinazione dei valori <strong>di</strong> K è unico.<br />

Pertanto, assegnata una conica K non degenere a centro, se per il suo stu<strong>di</strong>o si applica<br />

questo primo metodo(prima traslazione e poi rotazione) basta considerare un caso con<br />

un valore angolare.<br />

Secondo metodo per le <strong>coniche</strong> a centro: consiste nell’applicare all’equazione data<br />

prima una rotazione, tale che si annulli il coefficiente del termine in xy, e<br />

successivamente una traslazione T(-a,-b); notare che con questo secondo metodo a e<br />

b non costituiscono le coor<strong>di</strong>nate del centro della conica, al contrario del primo<br />

metodo, e ciò accade perché nel secondo metodo, nel momento in cui <strong>alla</strong> conica si<br />

applica la traslazione, già essa ha subito una rotazione .<br />

Assegnata la conica K non degenere a centro <strong>di</strong> equazione III.18), si ruoti la K <strong>di</strong> un<br />

certo angolo avente il vertice nell’origine degli assi, secondo le equazioni I.8’ ),<br />

ottenendo l’equazione:<br />

III.41)<br />

+ y<br />

'2<br />

Conviene imporre l’annullamento del coefficiente del termine in x’y’, e a tal fine si<br />

deve risolvere la III.25); considerando, ad esempio, la soluzione:<br />

l’equazione III.41) <strong>di</strong>venta:<br />

x<br />

'2<br />

x" = ±<br />

<strong>Le</strong> equazioni I.8), in base <strong>alla</strong> III.42) sono:<br />

3<br />

2 2<br />

2<br />

2<br />

(41cos α + 9sen α - 24senα<br />

cosα<br />

) +<br />

2<br />

2<br />

(41sen α + 9cos α + 24senα<br />

cosα<br />

) + 2x' y'(32senα<br />

cosα<br />

+ 12cosα<br />

-12senα<br />

) +<br />

+ 2x'(12cosα<br />

- 9senα<br />

) + 2y'(12senα<br />

+ 9cosα<br />

) + 4 = 0<br />

III.44)<br />

III.43)<br />

⎧ 3x + y<br />

⎪<br />

x'=<br />

10<br />

R : ⎨<br />

⎪ - x + 3y<br />

y'=<br />

⎪⎩<br />

10<br />

45x<br />

'2<br />

+ 5y<br />

tg α1<br />

= −<br />

'2<br />

+ 9<br />

1<br />

3<br />

10 x'+<br />

3<br />

10 y'+<br />

4 = 0<br />

e la trasformazione<br />

inversa : R<br />

-1<br />

⎧ 3x'-y'<br />

⎪<br />

⎪x<br />

=<br />

10<br />

: ⎨<br />

⎪ x'+<br />

3y'<br />

y =<br />

⎪⎩<br />

10<br />

50


Si applichi <strong>alla</strong> III.43) una traslazione T(-a,-b), le cui equazioni sono :<br />

ottenendo:<br />

III.45)<br />

III.46)<br />

45a<br />

+ 5b<br />

+ 9<br />

I coefficienti <strong>di</strong> x” ed y” si annullano se e solo se:<br />

e la traslazione ha equazioni:<br />

2<br />

III.48)<br />

T :<br />

2 2<br />

45x" + 5y" + x" (90a + 9 10 ) + y" (10b + 3 10 ) +<br />

2<br />

T :<br />

⎧x"<br />

= x'−a<br />

⎨<br />

⎩y"<br />

= y'−b<br />

10 a + 3<br />

10 b + 4 = 0<br />

1<br />

III.47) a = - ; b = -<br />

10<br />

⎧<br />

⎪<br />

⎪x"<br />

= x'+<br />

⎨<br />

⎪y"<br />

= y'+<br />

⎪⎩<br />

Sostituendo i valori III.47) nella III.46) si ottiene la conica non degenere a centro K”<br />

avente equazione canonica:<br />

già stu<strong>di</strong>ata (vedere formule III.28) ,III.30) ,III.31) ,III.32) ).<br />

1<br />

10<br />

3<br />

10<br />

III.28)<br />

2<br />

9x" + y<br />

La conica K si trasforma nella K” me<strong>di</strong>ante la composizione <strong>di</strong> trasformazioni ToR<br />

che si ottiene dalle III.44) e III.48), ed è data dalle equazioni:<br />

⎧ 3x + y + 1<br />

⎪<br />

x" =<br />

10<br />

III.49) T o R : ⎨<br />

⎪ - x + 3y + 3<br />

y" =<br />

⎪⎩<br />

10<br />

Mentre per trasformare la K” nella K occorre applicare la trasformazione inversa <strong>di</strong><br />

ToR che si ottiene componendo le equazioni III.44’) e III.48’), da cui:<br />

III.50)<br />

R<br />

-1 o<br />

T<br />

-1<br />

:<br />

"2<br />

T<br />

-1<br />

:<br />

= 1<br />

T<br />

3<br />

-1<br />

10<br />

:<br />

⎧<br />

⎪<br />

⎪x'=<br />

x"-<br />

⎨<br />

⎪y'=<br />

y"-<br />

⎪⎩<br />

⎧ 3x"-y"<br />

⎪<br />

⎪x<br />

=<br />

10<br />

⎨<br />

⎪ x" + 3y"<br />

y = −1<br />

⎪⎩<br />

10<br />

⎧x'=<br />

x" + a<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

y" + b<br />

1<br />

10<br />

3<br />

10<br />

51


I fuochi ed i vertici della conica K” sono dati dalle III.30) e III.31); tramite le III.50)<br />

si possono ottenere i fuochi ed i vertici <strong>di</strong> K che sono dati dalle III.33), mentre<br />

applicando le III.49) all’equazione III.32) ed a x”=0 ed y”=0 si possono ottenere le<br />

equazioni <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici e degli assi della conica K date dalle III.34). Notare che<br />

ponendo x”=0 ed y”=0(coor<strong>di</strong>nate del centro della conica K”) nelle equazioni III.50)<br />

si ottengono le coor<strong>di</strong>nate del centro C della conica K: <strong>di</strong>fatti xC=0 , yC=-1. Questo<br />

secondo metodo è applicabile per qualunque conica non degenere; per le <strong>coniche</strong> a<br />

centro è comunque preferibile il primo metodo(cioè prima traslazione e poi<br />

rotazione).<br />

Esempio n.4- Stu<strong>di</strong>are la conica K <strong>di</strong> equazione:<br />

III.51)<br />

+ 24xy + 11y<br />

+ 64x + 42y + 51 = 0<br />

Svolgimento. I3 = -2000 , I2 = -100 , quin<strong>di</strong> la conica K è non degenere ed<br />

un’iperbole.<br />

Al fine <strong>di</strong> riportare l’equazione III.51) sotto forma canonica, conviene prima<br />

applicare una traslazione T(-a,-b) <strong>di</strong> equazioni III.19) ottenendo l’equazione:<br />

III.52)<br />

4x<br />

'2<br />

2<br />

2<br />

+ 4a + 24ab + 11b + 64a + 42b + 51 = 0<br />

in cui i termini lineari in x’ ed y’ non compaiono se e solo se:<br />

4x<br />

2<br />

+ 24x' y'+<br />

11y<br />

'2<br />

+<br />

2x'(4a<br />

⎧4a<br />

+ 12b + 32 = 0<br />

III.53) ⎨<br />

⎩12a<br />

+ 11b + 21 = 0<br />

e ciò accade per a=1, b=-3; sostituendo tali valori nella III.52) si ottiene l’equazione:<br />

III.54)<br />

4x<br />

'2<br />

della conica K’ con centro nell’origine degli assi cartesiani e con gli assi <strong>di</strong> simmetria<br />

ruotati rispetto agli assi cartesiani. Si può affermare d<strong>alla</strong> <strong>teoria</strong> che il centro C della<br />

conica K ha come coor<strong>di</strong>nate rispettivamente xC=1 , yC=-3.La traslazione T che ha<br />

consentito la trasformazione della conica K nella K’ ha le seguenti equazioni:<br />

III.55)<br />

T :<br />

Alla conica K’ <strong>di</strong> equazione III.53) si applichi una generica rotazione R <strong>di</strong> equazioni<br />

III.23); pertanto, sostituendo nell’equazione III.54) alle variabili x’ ed y’ le formule<br />

III.23’) in funzione <strong>di</strong> x” ed y” si ottiene l’equazione:<br />

III.56)<br />

x<br />

"2<br />

Ponendo il coefficiente del termine in x”y” uguale a zero, si ottiene l’equazione:<br />

2<br />

+ 12b + 32) +<br />

2<br />

+ 24x' y'+<br />

11y' + 20 = 0<br />

⎧x'=<br />

x -1<br />

⎨<br />

⎩y'=<br />

y + 3<br />

2<br />

2<br />

(4cos α<br />

+ 11sen α - 24senα<br />

cosα<br />

) + y<br />

2<br />

2<br />

+ 2x" y" (-7sen α cosα<br />

+ 12cos α -12senα<br />

) + 20 = 0<br />

"2<br />

T<br />

-1<br />

2y'(12a<br />

⎧x<br />

= x'+<br />

1<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= y'-3<br />

+ 11b + 21) +<br />

2<br />

2<br />

(4sen α + 11cos α + 24senα<br />

cosα<br />

) +<br />

52


2<br />

4<br />

III.57) 12tg α + 7tgα<br />

-12<br />

= 0 tgα1<br />

= − tgα<br />

2 =<br />

3<br />

Considerando la seconda soluzione dell’equazione III.57) e che l’angolo sia nel<br />

primo quadrante, me<strong>di</strong>ante le note formule che esprimono le funzioni seno e coseno<br />

in funzione della tangente goniometrica <strong>di</strong> un angolo, si ottiene:<br />

e quin<strong>di</strong> la III.56) <strong>di</strong>venta, per le III.58):<br />

III. 59)<br />

3<br />

III.58) sen α 2 = cosα<br />

2 =<br />

5<br />

2<br />

- 5x" + 20y<br />

"2<br />

+ 20 = 0<br />

ovvero<br />

La III.59) rappresenta l’equazione della conica(iperbole) K” ottenuta d<strong>alla</strong> K’<br />

secondo la rotazione <strong>di</strong> equazioni:<br />

III.60)<br />

⎧ 4x'-3y'<br />

⎪<br />

x" =<br />

5<br />

R : ⎨<br />

⎪ 3x'+<br />

4y'<br />

y" =<br />

⎪⎩<br />

5<br />

e la rotazione inversa<br />

Per passare da K a K’ si è applicata la traslazione T data dalle III.55) , per passare<br />

d<strong>alla</strong> K’ a K” si è applicata la rotazione R le cui equazioni sono le III.60), quin<strong>di</strong><br />

eliminando il passaggio interme<strong>di</strong>o si conclude che per passare da K a K” si deve<br />

applicare la composizione <strong>di</strong> trasformazioni RoT, mentre per passare da K” a K si<br />

deve applicare la trasformazione inversa <strong>di</strong> RoT, da cui si ha, utilizzando prima le<br />

III.55) e in un secondo momento le III.60):<br />

III.61)<br />

(R o T)<br />

-1<br />

⎧ 4x - 3y -13<br />

⎪<br />

x" =<br />

5<br />

R o T : ⎨<br />

⎪ 3x + 4y + 9<br />

y" =<br />

⎪⎩<br />

5<br />

= T<br />

-1<br />

o<br />

R<br />

-1<br />

⎧ 4x" + 3y"<br />

⎪<br />

x = + 1<br />

5<br />

: ⎨<br />

⎪ - 3x" + 4y"<br />

y = − 3<br />

⎪⎩<br />

5<br />

Adesso occorre stu<strong>di</strong>are la forma canonica III.58), rappresentativa della conica K”.<br />

Il semiasse secondo l’asse x è lungo 2, mentre quello secondo l’asse y 1; segue:<br />

c =<br />

4<br />

5<br />

x"<br />

4<br />

R<br />

2<br />

-1<br />

− y"<br />

2<br />

= 1<br />

3<br />

4<br />

⎧ 4x"<br />

+ 3y"<br />

⎪<br />

x'=<br />

5<br />

: ⎨<br />

⎪ - 3x" + 4y"<br />

y'=<br />

⎪⎩<br />

5<br />

mentre per la trasformazione<br />

inversa :<br />

5<br />

53


e quin<strong>di</strong>, le coor<strong>di</strong>nate dei vertici e dei fuochi sono:<br />

III.63)<br />

"<br />

"<br />

V (-2,0) , V (2,0) F<br />

L’asse trasverso è l’asse x, e quin<strong>di</strong> l’asse y è non traverso; gli asintoti hanno<br />

equazioni:<br />

e le <strong>di</strong>rettrici hanno le seguenti equazioni:<br />

1<br />

1<br />

III.64) y" = ±<br />

2<br />

III.65) x" = ±<br />

2<br />

5 ,0)<br />

5 ,0)<br />

Avendo la conica K” i vertici ed i fuochi dati dalle III.63) , per calcolare i<br />

corrispondenti punti della conica K occorre utilizzare le formule III.61’) ottenendo:<br />

3 9 13 21 4 3<br />

4 3<br />

III.66) V1<br />

(- , - ) , V2<br />

( , − ) , F1<br />

(- 5 + 1 , 5 - 3 ) , F2<br />

( 5 + 1 , -<br />

5 5 5 5 5 5<br />

5 5<br />

Per determinare le equazioni degli asintoti e <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici della conica K, si devono<br />

sostituire le III.64) e III.65) nelle III.61), ottenendo:<br />

equazioni <strong>delle</strong> <strong>di</strong>rettrici :<br />

equazioni dei due asintoti :<br />

e per le equazioni degli assi <strong>di</strong> K, essendo x”=0 ed y”=0 le equazioni degli assi <strong>di</strong> K”<br />

e sempre considerando le III.61) si ottengono: equazione dell’asse non trasverso<br />

4x-3y-13=0 ed equazione dell’asse trasverso 3x+4y+9=0 .Lo stu<strong>di</strong>o della conica<br />

proposta è completato. Si poteva ugualmente risolvere il problema considerando ,<br />

nella rotazione:<br />

e quin<strong>di</strong> le equazioni <strong>di</strong> R sarebbero cambiate, così come RoT; conseguentemente la<br />

forma canonica cambia ma i risultati finali, ovviamente restano immutati. Si poteva<br />

anche applicare il secondo metodo che consiste nell’applicare prima la rotazione e<br />

poi la traslazione, ma prevede qualche calcolo in più rispetto al metodo visto.<br />

4<br />

"<br />

1<br />

x"<br />

5<br />

(-<br />

4x - 3y -13<br />

m 4<br />

2x + 11y + 31 = 0<br />

α<br />

= −<br />

tg 1<br />

4<br />

3<br />

;<br />

F<br />

"<br />

2<br />

(<br />

5 = 0<br />

2x + y + 1 = 0<br />

5 - 3 )<br />

54


Esempio n.5 Stu<strong>di</strong>are la conica K <strong>di</strong> equazione:<br />

III.68)<br />

-12xy<br />

+ 4y<br />

Svolgimento- La conica K è una parabola , essendo:<br />

13 y - 2<br />

Al fine <strong>di</strong> riportare l’equazione III.68) sotto forma canonica occorre applicare in un<br />

primo momento una rotazione R <strong>di</strong> equazioni:<br />

III.70)<br />

Sostituendo le equazioni III.70’) nella III.68) si ottiene l’equazione:<br />

III.71)<br />

x<br />

'2<br />

Imponendo che il coefficiente del termine in x’y’ sia nullo, si ottiene la seguente<br />

equazione:<br />

Considerando, ad esempio, la III.72’), l’equazione III.71) <strong>di</strong>viene:<br />

9x<br />

⎧x'=<br />

xcosα<br />

- ysenα<br />

R : ⎨<br />

⎩y'=<br />

xsenα<br />

+ ycosα<br />

2<br />

2<br />

+ 2xy(5senα<br />

cosα<br />

- 6cos α + 6sen α ) -<br />

2<br />

405<br />

I3 = - −18<br />

3 ; I 2 = 0<br />

4<br />

2<br />

2<br />

(9cos α + 12senα<br />

cosα<br />

+ 4sen α ) + y'<br />

III.73)<br />

III.72)<br />

III.72')<br />

2<br />

6tg<br />

α + 5tgα<br />

- 6 = 0<br />

tgα<br />

=<br />

1<br />

3<br />

-<br />

2<br />

A questo punto si possono percorrere due strade; un primo metodo consiste nello<br />

stu<strong>di</strong>are la parabola K’ ottenuta <strong>di</strong> equazione III.73’), con asse <strong>di</strong> simmetria parallelo<br />

all’asse x, <strong>di</strong> cui è facile calcolare le coor<strong>di</strong>nate del vertice, del fuoco e le equazioni<br />

dell’asse <strong>di</strong> simmetria e della <strong>di</strong>rettrice applicando <strong>alla</strong> funzione:<br />

III.74)<br />

V'(-<br />

2<br />

13y' -3x'-2y'-2=<br />

0<br />

∆<br />

4a<br />

x =<br />

ay<br />

b<br />

,- ) ,<br />

2a<br />

2<br />

+ by + c<br />

1-<br />

∆<br />

F'(<br />

4a<br />

2<br />

+<br />

2<br />

R<br />

-1<br />

13 x'senα<br />

+<br />

le<br />

III.72" )<br />

ovvero<br />

b<br />

,- ) ,<br />

2a<br />

= 0<br />

⎧x<br />

= x'cosα<br />

+ y'senα<br />

: ⎨<br />

⎩y<br />

= -x'senα<br />

+ y'cosα<br />

2<br />

2<br />

(4cos α + 9sen α -12senα<br />

cosα<br />

) +<br />

cui ra<strong>di</strong>ci<br />

tgα<br />

=<br />

13 y'cosα<br />

- 2 = 0<br />

2<br />

III.73')<br />

y = -<br />

b<br />

2a<br />

,<br />

2<br />

3<br />

sono :<br />

x'=<br />

le rispettive formule :<br />

x<br />

d<br />

13<br />

3<br />

y'<br />

2<br />

1+<br />

∆<br />

= −<br />

4a<br />

-2y'-2<br />

55


da cui segue, nell’or<strong>di</strong>ne:<br />

D<strong>alla</strong> III.72’) segue:<br />

9 1 33 1 1<br />

III.75) V'(-<br />

, ) , F'(-<br />

, ) , y'=<br />

, x'd<br />

= −<br />

13 13 52 13 13<br />

e le equazioni III.70) <strong>di</strong>ventano:<br />

III.77)<br />

3<br />

senα1<br />

= ; cosα1<br />

= −<br />

13<br />

⎧ 2x + 3y<br />

⎪<br />

⎪x'=<br />

-<br />

13<br />

R : ⎨<br />

⎪ 3x - 2y<br />

y'=<br />

⎪⎩<br />

13<br />

III.77')<br />

Sostituendo i valori dati dalle III.75) nelle III.77’) si ottengono rispettivamente il<br />

vertice, il fuoco e le equazioni dell’asse <strong>di</strong> simmetria e della <strong>di</strong>rettrice della parabola<br />

K:<br />

III.78)<br />

3<br />

13 x - 2<br />

21 25<br />

V( ,<br />

13 13 13<br />

13 y -1<br />

= 0<br />

)<br />

13<br />

Lo stu<strong>di</strong>o della parabola K è così ultimata. Si può procedere con un secondo metodo<br />

che consiste nel riprendere la III.73) ed applicare la traslazione T <strong>di</strong> equazioni<br />

generiche date dalle III.45) ; sostituendo le variabili x’ ed y’ date dalle III.45’)<br />

nell’equazione III.73) si ottiene l’equazione:<br />

III.79)<br />

13y<br />

"2<br />

Imponendo nulli il coefficiente del termine lineare in y” ed il termine noto, si ottiene:<br />

9 1<br />

III.80) a = - , b =<br />

13 13<br />

e sostituendo i valori a e b trovati nell’ equazione III.79) si ottiene la conica K” <strong>di</strong><br />

equazione:<br />

2<br />

III.81) 13y" -3x" = 0<br />

in cui si hanno i seguenti vertice ,fuoco, ed equazioni dell’asse <strong>di</strong> simmetria e<br />

<strong>di</strong>rettrice sono rispettivamente:<br />

3<br />

3<br />

III.82) V" (0,0) F" ( ,0) , y" =<br />

0 , x" = -<br />

52<br />

52<br />

La traslazione che ha trasformato la K’ nella K” ha equazioni:<br />

2<br />

13<br />

R<br />

-1<br />

8x + 12y<br />

2<br />

+ 2y" (13b -1)<br />

- 3x" + 13b<br />

3<br />

4<br />

⎧ - 2x'+<br />

3y'<br />

⎪<br />

⎪x<br />

=<br />

13<br />

: ⎨<br />

⎪ 3x'+<br />

2y'<br />

y = -<br />

⎪⎩<br />

13<br />

3 91<br />

, F ( , ) ,<br />

2 13 52 13<br />

- 3<br />

- 3a - 2b - 2<br />

13 = 0<br />

= 0<br />

56


III.83)<br />

T :<br />

⎧ 9<br />

⎪<br />

x" = x'+<br />

13<br />

⎨<br />

⎪ 1<br />

y" = y'-<br />

⎪⎩<br />

13<br />

III.83')<br />

⎧ 9<br />

⎪x'=<br />

x"-<br />

13<br />

: ⎨<br />

⎪ 1<br />

y'=<br />

y" +<br />

⎪⎩<br />

13<br />

Per ottenere d<strong>alla</strong> K la conica K” si deve applicare la trasformazione composta<br />

ottenuta dalle III.83) e III.77):<br />

⎧ - 2x - 3y 9<br />

⎪<br />

x" = - +<br />

⎪ 13 13<br />

III.84) T o<br />

R : ⎨<br />

⎪ 3x - 2y 1<br />

y" = −<br />

⎪⎩<br />

13 13<br />

e per ottenere d<strong>alla</strong> K" la K :<br />

III.84')<br />

R<br />

-1<br />

o T<br />

-1<br />

:<br />

Pertanto, avendo il vertice ed il fuoco della K”, per trovare vertice e fuoco della K<br />

assegnata, occorre utilizzare le III.84’) sostituendo ad x” ed y” i valori dati dalle<br />

III.82).Tali punti sono ovviamente quelli trovati in precedenza(vedere III.78)<br />

applicando il primo metodo per la parabola: si ottengono ugualmente le equazioni che<br />

compaiono nelle III.78) considerando le equazioni che compaiono nelle III.82) e le<br />

equazioni III.84).Come visto in <strong>teoria</strong>, nel caso della parabola non conviene applicare<br />

prima una traslazione e successivamente una rotazione perché si allunga troppo il<br />

proce<strong>di</strong>mento, in quanto dopo aver applicato due trasformazioni isometriche non si<br />

perviene ad una forma canonica della parabola, bensì all’equazione <strong>di</strong> una parabola<br />

con asse <strong>di</strong> simmetria parallelo ad uno degli assi coor<strong>di</strong>nati.<br />

Conclusioni della seconda parte e brevi cenni storici.<br />

Lo scrivente ha deciso <strong>di</strong> scrivere questi appunti sulle <strong>affinità</strong> <strong>applicate</strong> <strong>alla</strong> <strong>teoria</strong><br />

<strong>delle</strong> <strong>coniche</strong> perché egli ha insegnato al liceo scientifico tecnologico dove questi<br />

argomenti assumono notevole importanza nell’ambito della programmazione<br />

<strong>di</strong>dattica. Si è visto, in questi appunti, la maggiore duttilità del metodo <strong>delle</strong><br />

trasformazioni geometriche rispetto al metodo del cambiamento del sistema <strong>di</strong><br />

riferimento ai fini dello stu<strong>di</strong>o <strong>delle</strong> <strong>coniche</strong>, anche se i calcoli algebrici sia in un<br />

metodo che nell’altro sono simili; con le trasformazioni geometriche è più facile<br />

determinare le trasformazioni inverse e comporre <strong>di</strong>verse trasformazioni; si potrebbe<br />

abbinare il metodo <strong>delle</strong> trasformazioni geometriche a quello matriciale degli<br />

T<br />

-1<br />

⎧ − 2x"<br />

+ 3y" 21<br />

⎪<br />

x = +<br />

⎪ 13 13 13<br />

⎨<br />

⎪ 3x" + 2y" 25<br />

y = - +<br />

⎪⎩<br />

13 13 13<br />

57


autovalori ed autovettori (vedere Sernesi), ma un tale stu<strong>di</strong>o non sarebbe in<strong>di</strong>rizzato<br />

più a studenti <strong>di</strong> scuola superiore. E’ da notare che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una conica <strong>di</strong>venta<br />

molto agevole utilizzando l’equazione dell’involuzione dei <strong>di</strong>metri coniugati che<br />

consentono, una volta note le coor<strong>di</strong>nate del centro, la determinazione degli assi e<br />

degli asintoti; per quanto riguarda i fuochi basta scrivere il fascio <strong>di</strong> rette isotrope<br />

uscenti dal fuoco <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate, imporre la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> tangenza con la conica<br />

assegnata e quin<strong>di</strong> intersecare le rette isotrope trovate a due a due. <strong>Le</strong> <strong>di</strong>rettrici sono<br />

le polari <strong>di</strong> ciascun fuoco rispetto <strong>alla</strong> conica. E’ chiaro che se si vuole introdurre tale<br />

metodo nelle scuole superiori si devono introdurre gli elementi immaginari nel piano<br />

cartesiano e quin<strong>di</strong> complessificare tale piano; inoltre si dovrebbe stu<strong>di</strong>are<br />

l’equazione dei <strong>di</strong>ametri coniugati al terzo anno della scuola superiore. Come<br />

ulteriore metodo da introdurre nelle scuole superiori si può utilizzare il metodo <strong>di</strong><br />

Gauss per la semplificazione a forma canonica <strong>di</strong> forme quadratiche (vedere [1]) .<br />

Storicamente i matematici che stu<strong>di</strong>arono il problema <strong>delle</strong> trasformazioni<br />

geometriche furono Caley, Sylvester, Hamilton, (che si occuparono anche <strong>di</strong> calcolo<br />

matriciale) Felix Klein che ebbe il merito <strong>di</strong> catalogare i vari tipi <strong>di</strong> geometrie<br />

utilizzando i gruppi <strong>di</strong> trasformazioni.<br />

Bibliografia<br />

I testi riportati in questa bibliografia non sono in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza tranne che per<br />

l’ultimo. Il [10] avrebbe dovuto occupare sicuramente per importanza una tra le<br />

prime posizioni, così come [11] e [12]. Il [13] è l’unico testo <strong>di</strong> Storia della<br />

Matematica utilizzato. Pertanto l’or<strong>di</strong>ne è funzionale <strong>alla</strong> stesura <strong>di</strong> questi appunti.<br />

[1] M.Stoka: <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong> geometria , Ed.CEDAM.<br />

[2] Stoka-Pipitone : Esercizi e problemi <strong>di</strong> geometria, Vol.I Ed.CEDAM.<br />

[3] Zwirner-Scaglianti: Conoscenze e strategie nella matematica , Ed. CEDAM.<br />

[4] Sernesi: Geometria I , Bollati Boringhieri.<br />

[5] G.Castelnuovo: <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong> geometria , Casa e<strong>di</strong>trice Dante Alighieri.<br />

[6] Dodero-Baroncini-Manfre<strong>di</strong>: Moduli <strong>di</strong> lineamenti <strong>di</strong> matematica ( per il trennio<br />

dei licei scientifici ) tomo D , Ghisetti e Corvi e<strong>di</strong>tori.<br />

[7] Re Fraschini-Grazzi : Moduli mat. , tomo A2 , E<strong>di</strong>z. Atlas.<br />

[8] Rosati : <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong> geometria , Ed. Libreria Cortina Padova.<br />

[9] Maraschini-Palma: Format, Vol.I(per liceo scientifico sperimentale) Ed.Paravia.<br />

[10] Dantoni-Mammana: <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong> geometria.Di Stefano E<strong>di</strong>tore-Genova.<br />

[11] Luigi Campedelli: <strong>Le</strong>zioni <strong>di</strong> geometria. CEDAM.<br />

[12] Chiellini Oscar: Complementi <strong>di</strong> geometria.<br />

[13] Morris Kline: Storia del pensiero matematico, Voll I e II-ED. EINAUDI<br />

[14] <strong>Santangelo</strong> M. : Polarità rispetto ad una conica e problema <strong>delle</strong> tangenti.<br />

pubblicato su internet nel sito G.R.I.M. <strong>di</strong> Palermo.<br />

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