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Comunitarismo e liberalismo - Swif - Università degli Studi di Bari

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Carlo Boris Menghi, L'identita' normativa<br />

me<strong>di</strong>azione imme<strong>di</strong>ata dei due estremi" (p. 67). Tutto ciò fa emergere secondo Menghi come<br />

la pretesa cecità del signore costituisca un sillogismo astratto meglio definibile come "raggiro<br />

ideologico" (p. 68). L'unico me<strong>di</strong>o reale è costituito dalla "cosa" nei cui confronti<br />

l'autocoscienza si risolve in una raddoppiata e universale signoria e raddoppiato ed<br />

universale asservimento. Però anche la cosa rientra a sua volta in questo rapporto <strong>di</strong><br />

asservimento e padronanza in quanto necessita <strong>di</strong> essere lavorata per fungere da me<strong>di</strong>o. La<br />

contrad<strong>di</strong>zione si contrad<strong>di</strong>ce e ci ritroviamo con un circolo in<strong>di</strong>fferenziato <strong>di</strong> ruoli, trinità<br />

imme<strong>di</strong>ata dell'uno come signore-cosa-servo. La caratteristica ambigua del "me<strong>di</strong>o<br />

imme<strong>di</strong>ato" è un tema su cui Menghi insiste più volte.<br />

Nella sezione sul "Sapere razionale" Menghi cerca <strong>di</strong> vedere se e come la Fenomenologia<br />

dello spirito sia la premessa <strong>di</strong> quell'imme<strong>di</strong>atezza me<strong>di</strong>ata che avrà il suo metodo nella<br />

Scienza della logica ed il suo risultato nella Filosofia del <strong>di</strong>ritto.<br />

La questione principale, che investe l'intera Fenomenologia dello spirito, verte sul problema<br />

se l'unità sia una "connessione" od una "identità". In questa fase della Fenomenologia si<br />

passa da un'identità imme<strong>di</strong>ata e tautologica ad una <strong>di</strong>fferenza in<strong>di</strong>fferente con l'impossibilità<br />

<strong>di</strong> determinare l'identità concettuale. Ogni alterità si presenta come astratta negazione che<br />

non consente reale rapporto.<br />

Menghi rileva anche altri limiti sottolineando l'ambigua connessione, a partire fin dalla sua<br />

origine fenomenologica, tra moralità ed eticità nel passaggio da autocoscienza a razionalità.<br />

Criticamente sospettabile è anche il passaggio risolutivo della ragione, dove la "cosa" è la<br />

"sostanza etica", dove è posta l'identità <strong>di</strong> "sé" e "cosa", del soggettivo e dell'oggettivo in<br />

quanto Uni-versale.<br />

La seconda parte è de<strong>di</strong>cata alla "Logica dello spirito", qui si tratta <strong>di</strong> vedere se la<br />

Fenomenologia dello spirito costituisca la fedele premessa dell'eticità dello Stato della<br />

Filosofia del <strong>di</strong>ritto o ne sia invece l'anticipato tra<strong>di</strong>mento. Qui scopriamo come il <strong>di</strong>ritto risulti<br />

essere solamente un'operazione fittizia.<br />

Ve<strong>di</strong>amo evidenziarsi ciò che viene dall'autore apostrofato "lungo raggiro <strong>di</strong> Hegel" (p. 178)<br />

quando al negativo, definito "assoluta negatività", non corrisponde una reale me<strong>di</strong>azione. In<br />

questo modo l'assenza del termine me<strong>di</strong>o rende inutile il passaggio dall'imme<strong>di</strong>atezza<br />

presupposta dell'essere alla me<strong>di</strong>azione posta dall'autocoscienza. Menghi presenta questo<br />

quesito: è la fenomenologia hegeliana una logica o una metafisica del sapere<br />

inconsapevole? Lascia intendere l'autore che il ritorno dell'universale all'universale,<br />

dell'identità all'identità e del singolo al singolo sia il raggiro <strong>di</strong> una tautologia. La<br />

Fenomenologia dello spirito è veramente la narrazione dell'effettiva intelligenza occidentale<br />

o non è invece che la tautologica periferia <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso evitabile?<br />

Secondo l'autore dall'inizio alla fine del lavoro <strong>di</strong> Hegel il principio <strong>di</strong> assolutezza determina il<br />

nesso tra identità e <strong>di</strong>fferenza e quin<strong>di</strong> pre-determina la riduzione ad unità del molteplice: la<br />

<strong>di</strong>fferenza, in quanto <strong>di</strong>fferenza sempre assoluta, è il medesimo dell'identità. L'identità<br />

normativa si chiude definendo l'identità del concetto l'ultimo e risolutivo raggiro del sapere.<br />

"Parafrasando Hegel, contro Hegel, il concetto assoluto costituisce davvero la<br />

commemorazione e il calvario della storia, abbandonata alla sua solitu<strong>di</strong>ne da questo<br />

http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/recensioni/crono/2001-02/menghi.htm (2 of 3) [09/11/2005 21.21.05]

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