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Comunitarismo e liberalismo - Swif - Università degli Studi di Bari

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Costanzo Preve, I secoli <strong>di</strong>fficili<br />

In Hegel il carattere veritativo della conoscenza filosofica è temporale, in quanto il tempo<br />

comporta finitezza e limite caratteristiche concrete dell'esistenza della verità, e circolare, in<br />

quanto la verità non necessita <strong>di</strong> un fondamento iniziale ma può essere ripercorsa iniziando<br />

da qualsiasi punto della concreta esperienza umana. L'affermazione del carattere veritativo<br />

della filosofia non ha un'origine astratta ed impositiva, ma in Hegel si sviluppa all'interno <strong>di</strong><br />

una situazione teorica e pratica <strong>di</strong> critica a tre pretese astratte della modernità: la critica<br />

all'indebita assolutizzazione del metodo scientifico, all'assolutizzazione della finitezza storica<br />

e sociale, all'assolutizzazione del mondo economico moderno. La conquista <strong>di</strong> Hegel viene<br />

persa da tre gran<strong>di</strong> pensatori che negano il carattere veritativo della conoscenza filosofica:<br />

Comte, Marx e Nietzsche.<br />

La filosofia hegeliana, borghese ma non ancora capitalistica, tramonta non per ragioni<br />

teoriche ma perché la nuova società industriale ha bisogno <strong>di</strong> una sua filosofia adatta alle<br />

esigenze <strong>di</strong> emancipazione <strong>degli</strong> strati popolari e piccolo-borghesi: il positivismo. Il car<strong>di</strong>ne<br />

del positivismo è costituito dalla critica al valore veritativo della filosofia. Con<strong>di</strong>zionato dal<br />

periodo storico (1815-30) in cui la religione e la filosofia dominanti cercavano <strong>di</strong> legittimare la<br />

società feudale Comte confuse una congiuntura storica con le caratteristiche eterne della<br />

filosofia; quando Hegel aveva già criticato la metafisica come teoria <strong>di</strong> un "Fondamento<br />

Primo" da cui partire.<br />

Marx abbandona l'interpretazione veritativa della filosofia perché convinto dell'inutilità <strong>di</strong><br />

duplicazione <strong>di</strong> una realtà già avviata a trasformazione a causa <strong>di</strong> una sua intima <strong>di</strong>namica.<br />

La filosofia non serve più perché si trasferisce all'interno <strong>di</strong> una scienza della rivoluzione.<br />

Ripetizione inconsapevole del positivismo <strong>di</strong> Comte. In questo modo la geniale teoria dei<br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> produzione, risposta alle richieste <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> una storia universale unitaria<br />

avanzata dalla modernità, si presenta con una carenza <strong>di</strong> critica filosofica, per la quale è<br />

necessario un livello <strong>di</strong> trascendenza logico ed ontologico che in Hegel vi è ed in Marx<br />

manca. Questo livello, secondo Preve, è sempre un idealismo e fra l'idealismo ed il<br />

positivismo (anche se chiamato materialismo) non vi sono vie <strong>di</strong> mezzo.<br />

Nietzsche è inconsapevolmente uno dei pensatori più veritativi dell'occidente. La verità è che<br />

"Dio è morto" e quin<strong>di</strong> tramonta la possibilità <strong>di</strong> fondare validamente il comportamento<br />

umano. A questa situazione nichilistica non si può rispondere con un'impossibile teoria della<br />

verità, ma con una strategia antropologica. Soluzione già presentata da Hegel e da Marx<br />

come risposta alla fine <strong>di</strong> ogni fondamento metafisico. La soluzione <strong>di</strong> Nietzsche è però postborghese:<br />

"lo Ubermensch nietzscheano è al <strong>di</strong> là della morale borghese, e dunque dello<br />

Spirito Oggettivo hegeliano" (p. 90). Nietzsche, che in<strong>di</strong>vidua come nemici la democrazia ed<br />

il socialismo, offre in realtà alla prima l'argomento filosofico a lei più congeniale della<br />

riduzione della verità ad interpretazione e, d'altro canto, non sa che il general intellect<br />

marxiano, basata sullo sviluppo delle forze produttive e quin<strong>di</strong> su <strong>di</strong> un programma<br />

rivoluzionario non basato sull'invi<strong>di</strong>a ed il risentimento sociale, costituisce il presupposto<br />

materiale dell'Ubermensch. Nietzsche e Marx pongono ad Hegel un inconsapevole tributo<br />

ponendo il principio esplicativo della propria filosofia (il Comunismo e l'Ubermensch) alla fine<br />

del processo storico e non all'inizio. Perdono però <strong>di</strong> Hegel il carattere veritativo della<br />

conoscenza filosofica.<br />

http://lgxserve.ciseca.uniba.it/lei/recensioni/crono/2001-02/preve.htm (2 of 4) [09/11/2005 21.21.04]

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