«Mi ritorni in mente». Mente distribuita e unità del soggetto∗ - Swif
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Michele Di Francesco<br />
ma: la «nuova» scienza cognitiva (o «embodied cognitive science»), contrapposta a<br />
quella classica4 . Di questa critica possiamo ricordare tre aspetti:<br />
(1) l’<strong>in</strong>sistenza sull’importanza <strong>del</strong> veicolo concreto <strong>del</strong>la computazione per<br />
il risultato <strong>del</strong>la cognizione;<br />
(2) la capacità di <strong>del</strong>egare parte dei compiti cognitivi a componenti non<br />
computazionali (attribuendo a risorse ambientali il ruolo che nel mo<strong>del</strong>lo<br />
classico sarebbe svolto dalla computazione);<br />
(3) la distanza tra le basi neurobiologiche dei processi mentali e i mo<strong>del</strong>li<br />
computazionali (classici e connessionisti).<br />
Com<strong>in</strong>ciamo da quest’ultimo aspetto.<br />
Se il mo<strong>del</strong>lo funzionalista ha come scienza di riferimento l’<strong>in</strong>telligenza artificiale,<br />
la sua critica più recente si fonda sugli straord<strong>in</strong>ari sviluppi <strong>del</strong>la ricerca neuroscientifica<br />
degli ultimi decenni, che hanno messo <strong>in</strong> luce il carattere semplicistico<br />
<strong>del</strong>l’analogia tra cervello e computer digitale. Anche questo è un terreno ben noto su<br />
cui non mi soffermo a lungo. Mi limito a notare come le argomentazioni di area neurobiologica<br />
volte a contestare il mo<strong>del</strong>lo computazionale possono essere raccolte <strong>in</strong><br />
due gruppi. Nel primo troviamo le osservazioni che sottol<strong>in</strong>eano la complessità <strong>del</strong><br />
funzionamento cerebrale. Complessità non solo anatomica e funzionale, ma anche,<br />
potremmo dire, contestuale: secondo E<strong>del</strong>man (1989) flessibilità e relazione costante<br />
con l’ambiente esterno che seleziona le risposte cognitive sono i caratteri <strong>del</strong>l’attività<br />
mentale che renderebbero <strong>del</strong> tutto <strong>in</strong>appropriato il paragone tra il cervello e il calcolatore<br />
digitale. Tanto più che i segnali sensoriali di cui dispone il cervello sono ambigui<br />
e virtualmente <strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti; essi sono processati <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i analogici e non digitali;<br />
danno vita a un numero illimitato di stati che il sistema nervoso può assumere; il significato<br />
stesso <strong>del</strong>le risposte agli <strong>in</strong>put sensoriali dipende dal contesto e qu<strong>in</strong>di dalla<br />
storia <strong>in</strong>dividuale di ogni sistema. La seconda famiglia di osservazioni critiche circa il<br />
mo<strong>del</strong>lo classico accentua ulteriormente il ruolo <strong>del</strong>la corporeità nella ‘elaborazione’<br />
cerebrale. Qui i riferimenti possono essere molti. A scopo illustrativo possiamo limitarci<br />
alle note ricerche di Antonio Damasio circa la base corporea <strong>del</strong>le emozioni:<br />
«un’entità capace di sentimenti deve essere un organismo che non solo abbia un corpo,<br />
ma anche un mezzo per rappresentare quel corpo all’<strong>in</strong>terno di se stesso» (2003,<br />
p. 133); «le configurazioni neurali assunte dai neuroni somatosensitivi derivano da<br />
tutte le attività <strong>del</strong> corpo che essi devono rappresentare» (2003, p. 160). Se le emozioni<br />
sono «<strong>in</strong>corporate», e sono essenziali anche per la ragione, allora la ragione<br />
stessa è <strong>in</strong>corporata: essa non è «pura». Avere esperienza di quello stato corporeo che<br />
chiamiamo emozione significa <strong>in</strong> questo quadro percepire certi mutamenti essenziali<br />
<strong>del</strong> proprio corpo (visceri, muscoli, respiro, eccetera), i quali avviano complesse <strong>in</strong>terrelazioni<br />
tra il cervello e il corpo. Inoltre reazione emotiva, analisi razionale, elaborazione<br />
cerebrale e modificazioni <strong>del</strong>lo stato <strong>del</strong> corpo non sono processi che si susseguono<br />
l’uno con l’altro attraverso un qualche ord<strong>in</strong>e l<strong>in</strong>eare; al contrario essi <strong>in</strong>teragi-<br />
4 Per una serie di letture <strong>del</strong>la «nuova» scienza cognitiva cfr. Bechtel, Abrahansen, Graham<br />
(1998), Clark (1997), Di Francesco (2002), Marraffa (2002), Marconi (2001), Parisi (2001).<br />
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