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“Esplorazioni filosofiche ai confini della filosofia. I problemi e il ... - Swif

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<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>.<br />

I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare f<strong>il</strong>osofico a scuola“<br />

di<br />

Mario De Pasquale<br />

mdepasquale@teseo.it<br />

Calls For Comments<br />

Servizio dello SWIF – Sito Web Italiano per la F<strong>il</strong>osofia<br />

www.swif.it/cxc


Mario De Pasquale© 2003 – <strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Mario De Pasquale<br />

Docente presso <strong>il</strong> Liceo Classico Statale "Q. Orazio Flacco" di Bari,<br />

Supervisore per i docenti di F<strong>il</strong>osofia presso la SSIS Puglia, in cui è stato<br />

reponsab<strong>il</strong>e del labortatorio di didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>.<br />

Indirizzo:<br />

Mario De Pasquale, Sytrada Carducci, 5 70124 Bari. Tel.080 5010189, fax.080<br />

5028486, em<strong>ai</strong>l: mdepasquale@teseo.it<br />

Nota: La presente è una bozza del saggio presentato alla giornata di studi<br />

promossa mercoledì 16 ottobre 2002, nell'Aula Magna del Palazzo Ateneo<br />

dell'Università di Bari, dal "Centro Interuniversitario di didattica <strong>della</strong><br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>" diretto da Mauro Di Giandomenico.<br />

CxC - Calls for Comments è <strong>il</strong> servizio dello SWIF finalizzato alla discussione f<strong>il</strong>osofica di testi che sono<br />

stati accettati per una presentazione al pubblico oppure per la pubblicazione, quali: testi di convegni e<br />

conferenze oppure già pubblicati o in corso di stampa. Non vengono, quindi, presi in considerazione testi<br />

inediti. Sono accettati anche brevi commenti che discutano esplicitamente, e da un punto di vista teorico e<br />

contenutistico, un testo disponib<strong>il</strong>e online in CxC. Non verranno prese in considerazioni semplici note<br />

esplicative, richieste di informazioni, appunti sulla forma linguistica di un testo, dati bibliografici e altro<br />

materiale sim<strong>il</strong>e, che dovrà essere inviato direttamente all'autrice o autore del testo in questione. Per<br />

inserire un testo si vedano le Norme per l'inserimento: http://www.swif.it/cxc/add_paper.php<br />

È fatto divieto l'ut<strong>il</strong>izzo di tutto <strong>il</strong> materiale senza <strong>il</strong> permesso degli autori.<br />

CxC - Calls for Comments – Sito Web Italiano per la F<strong>il</strong>osofia<br />

Responsab<strong>il</strong>e progetto: Elvio Nozza<br />

Supervisione tecnica: Fabrizio Martina<br />

Supervisione al progetto: Gian Maria Greco e Luciano Floridi<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>.<br />

I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Mario de Pasquale<br />

mdepasquale@teseo.it<br />

Le finalità dell’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

Un corso pluriennale di insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> promuove l’apprendimento di<br />

conoscenze e di competenze peculiarmente <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> e, nello stesso tempo,<br />

contribuisce indirettamente, insieme alle altre discipline, a sv<strong>il</strong>uppare competenze e<br />

capacità generali essenziali per la formazione intellettuale, morale e civ<strong>il</strong>e dell’uomo e<br />

del cittadino. E’ condiviso <strong>il</strong> principio che l’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> debba<br />

promuovere l’apprendimento del f<strong>il</strong>osofare attraverso l’esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in classe<br />

incentrata sul dialogo con gli autori attraverso <strong>il</strong> testo f<strong>il</strong>osofico.<br />

Se si vuole che i giovani in un completo corso di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> nella scuola secondaria<br />

apprendano a f<strong>il</strong>osofare, a pensare e a ragionare sui <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici, non si può<br />

continuare a presumere che lo possano fare solo attraverso l’acquisizione di nozioni di<br />

storia <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Non è assolutamente attendib<strong>il</strong>e che una cultura f<strong>il</strong>osofica di<br />

natura storica, di per sé, produca ab<strong>il</strong>ità, competenze <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> 1 . L’uso del concetto di<br />

competenza f<strong>il</strong>osofica in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> non costituisce una subalterna<br />

accettazione di un lessico e di una logica incompatib<strong>il</strong>i con la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, bensì esprime<br />

l’intento di mettere a punto strumenti concettuali ed operativi per definire, anche se in<br />

modo approssimativo, cosa uno studente deve apprendere per essere capace di ut<strong>il</strong>izzare<br />

elementi di pratica <strong>della</strong> ricerca f<strong>il</strong>osofica nella quotidianità dei contesti di studio, di<br />

lavoro e di relazione, nel presente e nel futuro.<br />

Imparare a f<strong>il</strong>osofare implica un apprendimento costruttivo e consapevole, teorico ed<br />

operativo insieme, di quei fondamenti contenutistici e metodologici, che si ritengono<br />

strutturali <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> e del produrre conoscenza f<strong>il</strong>osofica, cioè del f<strong>il</strong>osofare, inteso<br />

1 Non abbiamo nessuna certezza che la conoscenza storica produca capacità di usare le conoscenze per<br />

elaborare autonomamente un pensiero e un ragionamento f<strong>il</strong>osofico al di fuori di un contesto meramente<br />

libresco e ripetitivo, anzi abbiamo elementi per poter affermare <strong>il</strong> contrario.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

come pratica di ricerca razionale su aspetti importanti dell’esistenza e <strong>della</strong> coesistenza<br />

umana, e sugli stessi saperi, peculiare per i suoi oggetti di indagine, per le intenzionalità<br />

che muovono la ricerca, per la natura del suo approccio conoscitivo, per i metodi e per<br />

gli strumenti che ut<strong>il</strong>izza, nella molteplicità dei modelli presenti nella tradizione. La<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> come pratica di ricerca razionale non si può apprendere solo attraverso la<br />

ricezione passiva del mero risultato <strong>della</strong> ricerca dei f<strong>il</strong>osofi, ma attraverso una<br />

formazione f<strong>il</strong>osofica, centrata su esperienze di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, in cui la tradizione, conosciuta<br />

attraverso <strong>il</strong> dialogo con i f<strong>il</strong>osofi attraverso i testi, offre contenuti e forme, ut<strong>il</strong>i per<br />

orientare la comprensione dei <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici, discuterli e tentare di risolverli. E’ in<br />

atto in questo periodo in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> un tentativo, a più voci e da diverse<br />

prospettive, di definire in modo essenziale, ma in termini controllab<strong>il</strong>i ed operativi, un<br />

ventaglio di conoscenze, di competenze, di capacità che si possono ritenere <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> 2 .<br />

Se vogliamo che gli allievi imparino a f<strong>il</strong>osofare attraverso la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, non ci si può<br />

esimere dalla individuazione di quelle ab<strong>il</strong>ità intellettuali complesse, contenutistiche e<br />

procedurali, che gli studenti dovrebbero padroneggiare in termini consapevoli per<br />

sv<strong>il</strong>uppare la valenza formativa <strong>della</strong> disciplina. Naturalmente nessuno pensa alla<br />

possib<strong>il</strong>ità di ridurre <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofare ad una serie di ab<strong>il</strong>ità e competenze procedurali,<br />

metodologiche e tecniche, definib<strong>il</strong>i al di fuori di un contesto di mondi di senso, di<br />

valori, di un patrimonio di concetti e di teorie, di contenuti e di metodi di ricerca, che<br />

definisce , discute e risolve <strong>problemi</strong>, aspirando ad una verità sovr<strong>ai</strong>ndividuale di<br />

carattere razionale. I modi e i mezzi del f<strong>il</strong>osofare non sono separab<strong>il</strong>i dalle concrete<br />

esperienze di ricerca e sugli oggetti del f<strong>il</strong>osofare, sui <strong>problemi</strong> di senso di valore e di<br />

verità, reati d<strong>ai</strong> f<strong>il</strong>osofi. Non esiste la possib<strong>il</strong>ità di definire un sistema unico di verità<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> né un sistema omogeneo di mezzi e di metodi <strong>della</strong> ricerca, che sono uniti<br />

soltanto dal minimo comun denominatore dell’impegno all’uso di strategie pensiero e di<br />

modelli di conduzione del ragionamento e di convalida caratterizzati dalla<br />

concettualizzazione e dalla razionalità, nella pluralità dei modi in cui si sono configurati<br />

nella tradizione. Non vi è possib<strong>il</strong>ità di imparare a f<strong>il</strong>osofare senza fare una qualche<br />

esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, in cui a partire dalla realtà e da esperienze di ricerca f<strong>il</strong>osofica<br />

già compiute, conf<strong>il</strong>osofando con gli autori, dialogando con loro attraverso i testi.<br />

2 ut<strong>il</strong>izzando un lessico psico-pedagogico non sempre ben accetto nella comunità dei f<strong>il</strong>osofi, tuttavia ut<strong>il</strong>e per<br />

rendere praticab<strong>il</strong>e gli approcci teorici al problema dell’insegnamento di una disciplina senza snaturarla<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Attraverso l’esercizio <strong>della</strong> comprensione, <strong>della</strong> interpretazione, <strong>della</strong> valutazione del<br />

mondo di senso creato dal f<strong>il</strong>osofo,attraverso <strong>il</strong> confronto plurale, <strong>il</strong> discente impara a<br />

rispondere in prima persona alle questioni già poste d<strong>ai</strong> f<strong>il</strong>osofi, esercitando capacità di<br />

pensare in proprio, , trasformando, ridefinendo, riut<strong>il</strong>izzando concetti, teorie,e quindi,<br />

per consentire l’esercizio <strong>della</strong> ricerca di senso e di valore, apprende i mezzi e i metodi<br />

per porre domande, condurre razionalmente i ragionamenti, l’uso dei concetti e così via.<br />

In questo senso in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> non esiste una possib<strong>il</strong>ità di didattizzare la<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> senza la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> o impoverendo , snaturando la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Non vi è nessuna<br />

valenza formativa dell’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> senza <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>.<br />

Vorrei occuparmi in questa sede dell’apprendimento di una competenza f<strong>il</strong>osofica, che<br />

riguarda <strong>il</strong> problematizzare. Mi sembra sia condiviso in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, sia in<br />

Italia sia fuori d’Italia, che imparare a f<strong>il</strong>osofare implica l’apprendimento di alcune<br />

fondamentali macrocompetenze, tra cui <strong>il</strong> problematizzare, <strong>il</strong> concettualizzare, <strong>il</strong><br />

ragionare argomentato 3 . Vorrei occuparmi solo <strong>della</strong> competenza del problematizzare.<br />

Cosa descriviamo con questo termine in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>? L’apprendimento di<br />

quali ab<strong>il</strong>ità e di quali capacità? In quale misura altri e diversi approcci conoscitivi in<br />

altri ambiti culturali possono <strong>ai</strong>utare l’attività <strong>della</strong> problematizzazione f<strong>il</strong>osofica? Per<br />

imparare a f<strong>il</strong>osofare dal centro del mondo <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> possono partire “esplorazioni<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong>” verso gli orizzonti di cultura e di saperi disciplinari che confinano con la<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>?. La contaminazione e la ibridazione tra approcci e linguaggi diversi possono<br />

rafforzare le potenzialità cognitive del f<strong>il</strong>osofare. Per quanto riguarda la competenza<br />

<strong>della</strong> problematizzazione verso quali orizzonti orientare le esplorazioni <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> e da<br />

cui trarre risorse per f<strong>il</strong>osofare?<br />

Imparare a f<strong>il</strong>osofare implica l’apprendimento, in modo graduale e protetto, di quegli<br />

elementi teorici ed operativi, di quelle conoscenze e modi di ut<strong>il</strong>izzare le conoscenze,<br />

necessari per fare <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in prima persona. Se non ci scandalizziamo del fatto che<br />

usiamo termini extraf<strong>il</strong>osofici per chiarire come insegnare a f<strong>il</strong>osofare, ( e non bisogna<br />

scandalizzarsi perché si tratta di garantire l’esercizio responsab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> professione del<br />

docente di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, per promuovere apprendimenti efficaci di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>), allora parliamo<br />

pure del concetto di competenza in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>: in fondo esso rinvia alla stretta<br />

connessione tra <strong>il</strong> sapere e l’ab<strong>il</strong>ità di usare in modo consapevole ed esperto quel sapere.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Niente di più e niente di meno. Nella competenza vi è una componente culturale e una<br />

operativa. Quella culturale si riferisce al possesso e all’uso consapevole personale di<br />

contenuti, principi e metodi tipici <strong>della</strong> disciplina in modo da saperli applicare in<br />

contesti diversi da quelli in cui sono stati appresi, cioè da quelli presenti nei testi<br />

f<strong>il</strong>osofici a contesti di vita, di relazione, di studio,ecc.. La componente operativa si<br />

riferisce agli elementi applicativi –esecutivi di quelle applicazioni. Quale la componente<br />

culturale e quale quella operativa <strong>della</strong> competenza del problematizzare in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>?<br />

Problematizzare in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

Questa macrocompetenza si costruisce su parecchi versanti e comprende varie ab<strong>il</strong>ità:<br />

• saper riconoscere un problema f<strong>il</strong>osofico nei suoi elementi strutturali fondamentali,<br />

distinguendoli da <strong>problemi</strong> non f<strong>il</strong>osofici, saperne valutare le componenti., le<br />

conseguenze pratiche;<br />

• saper comprendere e porre domande <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> radicali su questioni di senso, di<br />

valore e di verità, stupirsi, meravigliarsi, sottoporre a dubbio e a sospetto ciò che è<br />

scontato, ciò che apparentemente è ritenuto “ovvio”, mettere in discussione e criticare<br />

soluzioni già consolidate a <strong>problemi</strong> riconosciuti;<br />

• esercitare apertura critica e dialogante( negazione del dogmatismo) verso ciò che è<br />

diverso, capacità di decentramento, di vedere qualcosa da vari punti di vista, mettere in<br />

discussione <strong>il</strong> già dato, lo scontato, <strong>il</strong> senso comune, le opinioni proprie e degli altri, dei<br />

giornali, <strong>della</strong> pubblicità,<br />

• saper operare confronti tra una molteplicità di opzioni, esercitare la critica e la<br />

confutazione verso una posizione f<strong>il</strong>osofica;<br />

• saper ut<strong>il</strong>izzare elementi cognitivi provenienti da ambiti diversi d esperienza e da<br />

altre discipline (esperienze artistiche o conoscenze scientifiche) per mettere in<br />

discussione o approfondire, ampliare i mondi di senso offerti dalla riflessione<br />

concettuale f<strong>il</strong>osofica.<br />

2.1 La problematizzazione f<strong>il</strong>osofica e l’apertura culturale <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

3 Francesi (tozzi ecc.) , Rhobeck,<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

La problematizzazione di una questione f<strong>il</strong>osofica può avvalersi dell’uso di metodi<br />

razionali e di contenuti peculiari <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> (esercizio <strong>della</strong> domanda radicale, <strong>della</strong><br />

meraviglia, del dubbio, <strong>della</strong> critica,, <strong>il</strong> confronto tra opzioni teoriche e metodologiche<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> differenti, ecc.), ma può anche attuarsi attraverso la valorizzazione delle<br />

potenzialità cognitive ed euristiche di altre discipline scientifiche e artistiche, date la<br />

multidimensionalità e la complessità dei <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici. La <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, con le sue<br />

procedure razionali, critiche ed argomentative occupa una posizione intermedia tra le<br />

dimostrazioni e le conoscenze sperimentali <strong>della</strong> scienza e le narrazioni, le intuizioni, le<br />

rappresentazioni dell’arte: produce conoscenza argomentata, probab<strong>il</strong>e, razionalmente<br />

criticab<strong>il</strong>e o condivisib<strong>il</strong>e. Il ragionamento f<strong>il</strong>osofico si pone come possib<strong>il</strong>e alternativa<br />

al s<strong>il</strong>enzio, alla confusione, alla superficialità, al disorientamento, cui costringono la<br />

complessità dei <strong>problemi</strong>, l’iperspecialismo delle scienze, la frantumazione dei saperi.<br />

La scuola è oggi per un giovane adolescente uno dei pochi spazi pubblici in cui può<br />

elaborare idee e convinzioni che abbiano un minimo di fondamento nella competenza e<br />

nell’informazione adeguata, in cui sv<strong>il</strong>uppare la consapevolezza critica e imparare a<br />

difendersi dal progressivo avanzare dell’erosione del principio di realtà, prodotto da una<br />

pluralità di flussi di informazione e di senso prodotti da una molteplicità di fonti diffuse<br />

da una molteplicità di media, in cui orm<strong>ai</strong> <strong>il</strong> confine tra fantasia e realtà risulta quasi<br />

impercettib<strong>il</strong>e 4 . La scuola rimane uno dei pochi luoghi in cui le nuove generazioni<br />

possono acquisire strumenti razionali per decodificare informazioni, comprendere e<br />

discutere <strong>problemi</strong> r<strong>il</strong>evanti, confrontarsi con i propri pari e con gli adulti, elaborare<br />

attraverso le esperienze culturali posizioni personali e orientarsi nel mondo,<br />

sperimentando un’attiva partecipazione, critica e creativa, alla costruzione negoziata<br />

<strong>della</strong> cultura e <strong>della</strong> società attuale. L’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> da questo punto di<br />

vista può assumere una valenza formativa di primo piano.<br />

Lo studente nelle sue esperienze di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in classe affronta e discute questioni e<br />

<strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici. Egli ha bisogno di definire un ambiente del compito, costituito<br />

dall’insieme delle informazioni, dei dati, degli elementi teorici e pratici che vengono<br />

4 Cfr., E.Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore,M<strong>il</strong>ano 2001; Id. La testa<br />

ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero, Raffaello Cortina Editore,M<strong>il</strong>ano 2000; C.Lasch, L’io<br />

minimo. La mentalità <strong>della</strong> sopravvivenza in un’epoca di turbamenti,,Feltrinelli, M<strong>il</strong>ano 1985, in particolare cap. I,<br />

pp.13-39.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

offerti esplicitamente per capire e per risolvere <strong>il</strong> problema f<strong>il</strong>osofico e ha bisogno<br />

altresì di definire uno spazio del problema 5 , cioè una prima rappresentazione del<br />

problema sulla base degli elementi che ha a disposizione nella memoria.. Lo studente ha<br />

bisogno di adoperare strutture e contenuti di conoscenza, di ut<strong>il</strong>izzare un repertorio di<br />

cui è già in possesso; si tratta di conoscenze informali appartenenti sia al senso comune<br />

sia alle conoscenze formalizzate apprese con lo studio delle discipline scolastiche. Nel<br />

processo di soluzione di <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici operano in modo circolare due meccanismi<br />

complementari di comprensione e di ricerca. La comprensione dà luogo ad una<br />

rappresentazione del problema da cui in qualche modo dipende l’attivazione di processi<br />

di ricerca <strong>della</strong> soluzione dal problema. Il risultato dei processi di ricerca a sua volta,<br />

grazie alle nuove informazioni acquisite, può modificare e ristrutturare la stessa<br />

rappresentazione del problema. Gli stessi tentativi già dispiegati di risolvere <strong>il</strong> problema<br />

possono ampliare la comprensione del problema e quindi contribuire a modificare la<br />

cornice dello spazio del problema, in un processo aperto, che si può considerare m<strong>ai</strong><br />

conchiuso 6 .<br />

Lo studente diventa esperto in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> nella misura in cui può ut<strong>il</strong>izzare prima<br />

intuitivamente e poi consapevolmente molte conoscenze, contenutistiche e procedurali,<br />

idonee a creare un’adeguata rappresentazione del problema f<strong>il</strong>osofico in esame, che<br />

naturalmente implica inferenze e astrazioni ricavate da strutture di conoscenza<br />

precedentemente acquisite. Ovviamente a tal fine le conoscenze <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> già<br />

possedute hanno un’importanza predominante, ma non esclusiva. Infatti al fine di<br />

costruire una rappresentazione del problema e di elaborare intuitivamente domande<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> legittime e pertinenti per la problematizzazione, possono essere ut<strong>il</strong>i<br />

elementi provenienti da campi diversi di conoscenza e di esperienza, di natura informale<br />

e di natura formale-disciplinare, purché di r<strong>il</strong>evanza f<strong>il</strong>osofica. Le stesse modalità di<br />

accesso alla memoria semantica e di costruire rappresentazioni sono plurali: possono<br />

essere di tipo linguistico, di tipo iconico, simbolico, concettuale, emotivo-affettivo, ecc..<br />

I docenti oggi si trovano di fronte studenti che ut<strong>il</strong>izzano st<strong>il</strong>i cognitivi e modi di usare<br />

<strong>il</strong> pensiero differenti, nonché st<strong>il</strong>i comunicativi e tempi di apprendimento differenti 7 .<br />

5 S. Menhaghi, Conoscenza e competenza, cit.p.55<br />

6 Ibidem,<br />

7 Sulla diversità dei modi di usare <strong>il</strong> pensiero da parte dei giovani studenti e sui <strong>problemi</strong> didattici che ne<br />

conseguono, cfr. H. Gardner, Educare al comprendere, Feltrinelli, M<strong>il</strong>ano1993; Id., Saggio sulla pluralità<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Oggi le classi a questo proposito sono meno omogenee che in passato; trasformazioni<br />

del modo di essere dei soggetti (nell’uso di tecnologie del pensiero e <strong>della</strong> parola)<br />

rendono le classi come arcipelaghi di gruppi di studenti, con identità st<strong>il</strong>istiche diverse.<br />

Una classe in cui ciascuno studente manifesta <strong>il</strong> diritto ad apprendere con le proprie<br />

peculiarità st<strong>il</strong>istiche, l’unità può essere creata attraverso la costituzione di una comunità<br />

di ricerca , in cui la relazione, la cooperazione, <strong>il</strong> dialogo e <strong>il</strong> confronto consentono di<br />

perseguire lo stesso compito in un processo complesso, dinamico e differenziato.<br />

L’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> valorizza sia <strong>il</strong> senso comune degli studenti sia la<br />

molteplicità degli approcci cognitivi.<br />

I nostri studenti hanno già un patrimonio comune di conoscenze, di idee, di<br />

rappresentazioni, di valori, acquisiti spesso attraverso vie non concettualmente rigorose<br />

e non sottoposte al vaglio critico e razionale personale. Ognuno legge <strong>il</strong> mondo sulla<br />

base del modello che ha già, dei mondi di senso che già possiede. Il fare è un rifare<br />

attraverso immagini, concetti,suoni, parole. In primis i nostri giovani acquisiscono <strong>il</strong><br />

loro patrimonio di senso comune attraverso i media dominanti, che portano con sé<br />

,come sappiamo, trasformazioni profonde anche nell’uso delle tecnologie <strong>della</strong> parola e<br />

del pensiero, <strong>della</strong> comunicazione e del ragionare.<br />

La mia idea è che la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, anche nell’insegnamento secondario, debba valorizzare la<br />

sua “apertura culturale” verso altri ambiti di esperienza e di sapere disciplinare.Per quali<br />

ragioni? Procedo per punti.<br />

Questione da affrontare :<br />

• I <strong>problemi</strong> attuali di r<strong>il</strong>evanza f<strong>il</strong>osofica sono complessi: una stessa questione può<br />

essere affrontata da diverse prospettive, scientifica, artistica, f<strong>il</strong>osofica. Ciascuna di<br />

queste prospettive offre un contributo peculiare alla comprensione, alla discussione, alla<br />

ricerca di soluzione dei <strong>problemi</strong><br />

• Oggi esiste una peculiarità dei bisogni formativi dei giovani: oggi capire<br />

criticamente se stessi, <strong>il</strong> mondo, le relazioni, non è affatto fac<strong>il</strong>e. Il mondo è coperto di<br />

dell’intelligenza, Feltrinelli, M<strong>il</strong>ano 1991. Per l’applicazione in campo didattico del modello delle “intelligenze<br />

multiple” di Gardner, cfr. T.Armostrong, A modo loro. Valorizzare le intelligenze multiple del bambino, La Meridiana<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

“vestiti ideali”, di immagini, di visioni plurali, attraverso una molteplicità affluente di<br />

informazioni e di media, in cui non è fac<strong>il</strong>e distinguere realtà da fantasia. In questa<br />

“copertura ideale” del mondo, un posto peculiare ha da una parte la visione scientifica,<br />

dall’altra la trama delle rappresentazioni, delle visioni, delle narrazioni,comunicate<br />

attraverso i media, in cui <strong>il</strong> linguaggio razionale-concettuale-logico, sequenziale,<br />

argomentativo , quello legato alla tradizione <strong>della</strong> scrittura, non è prevalente e in cui sia<br />

le informazioni sia le valutazioni non sono innocenti, vanno sottoposte a vaglio critico.<br />

Siamo di fronte ad una tendenza alla estetizzazione <strong>della</strong> vita quotidiana, a fronte di una<br />

ignoranza e ad una impreparazione di fondo dei giovani sia a decodificare i messaggi sia<br />

i linguaggi attraverso cui sono comunicati, soprattutto quelli delle immagini, delle<br />

rappresentazioni, delle sensazioni, ecc. Esiste <strong>il</strong> rischio che un’ erosione del principio di<br />

realtà caratterizzi <strong>il</strong> rapporto conoscitivo tra giovani e mondo. Per un giovane oggi<br />

ragionare senza una qualche rappresentazione del contesto di senso, concretamente<br />

problematico, è diffic<strong>il</strong>e. Egli ha un approccio con la complessità <strong>della</strong> realtà che è<br />

elettivamente “esperienziale, percettivo, emozionale, attraverso scorciatoie di senso e di<br />

valore che provengono da varie fonti mediatiche e sociali, scarsamente analizzate<br />

criticamente. Egli si spinge ad astrarre, a individuare e costruire concetti se<br />

l’orientamento di senso o la funzionalità lo richiedono. I mutamenti nei media , come<br />

afferma Olson, hanno determinato una diversa formazione del modo di usare <strong>il</strong> pensiero<br />

e la comunicazione.<br />

• Sarebbe necessario una profonda valorizzazione delle potenzialità cognitive e<br />

formative del dialogo tra ambiti diversi di sapere e di esperienza, che condividono<br />

<strong>confini</strong> lab<strong>il</strong>i e mob<strong>il</strong>i. In particolare <strong>il</strong> superamento delle barriere strettamente<br />

disciplinari può a) potenziare la valenza formativa <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, senza snaturarla bensì<br />

moltiplicandone le risorse; b) favorire le implicazioni di senso degli altri saperi; c)<br />

favorire la comunicazione tra <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> e vita degli studenti, superando <strong>il</strong> dispotismo<br />

<strong>della</strong> dicotomia cognitivo-emotivo, concetto-emozione,ecc., d) valorizzare la diversità<br />

delle intelligenze degli studenti e dei loro st<strong>il</strong>i<br />

, Molfetta 1999. Cfr. anche P.Boscolo,Psicologia dell’apprendimento scolastico, cit., in particolare pp.55-79.<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Nella società <strong>della</strong> conoscenza si rintracciano i seguenti fenomeni.<br />

• Esiste già come dato: i giovani delle nuove generazioni ut<strong>il</strong>izzano una pluralità di<br />

st<strong>il</strong>i cognitivi, di modi di usare <strong>il</strong> pensiero e la parola, di comunicare. I docenti di<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> non possono far finta di niente e priv<strong>il</strong>egiare un solo modo di comunicare e di<br />

conoscere. Il modo fondato sulla logica <strong>della</strong> scrittura( decontestualizzazione, l’uso di<br />

concetti, coerenza logico-sequenziale del discorso, separatezza <strong>della</strong> riflessione dalle<br />

emozioni, concentrazione e attenzione, ecc), rimane un elemento insostituib<strong>il</strong>e del<br />

corredo formativo di un giovane; ma non è più un prerequisito da valorizzare nel liceo.<br />

Esiste un rischio di fuga dalla scrittura e quindi anche dalla <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. La formazione del<br />

ragionare al controllo del discorso parlato e scritto è esso stesso un obiettivo da<br />

conseguire, non un punto di partenza ma un punto di arrivo. Il riconoscimento <strong>della</strong><br />

diversità e <strong>della</strong> differenza non può essere concepito come un ostacolo <strong>ai</strong> processi<br />

conoscitivi ma deve essere concepito come una potente risorsa. Il diritto<br />

all’apprendimento di tutti implica <strong>il</strong> riconoscimento e la valorizzazione delle differenze.<br />

• Attualmente nei modi prevalenti di conoscere, negli st<strong>il</strong>i comunicativi ed espressivi,<br />

la dimensione del presente prevale sul passato e sul futuro, sulla prospettiva storica e sul<br />

progetto per l’avvenire, le immagini sul concetto, la dimensione estetica sul<br />

ragionamento argomentato tendente alla ricerca <strong>della</strong> verità<br />

Domande<br />

• Quali sono gli approcci conoscitivi prevalenti dei nostri studenti? Quali chances ha<br />

l’insegnamento <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> di mettere in discussione, di trasformare, di modificare, di<br />

ampliare e potenziare questi approcci, con propri metodi e contenuti?<br />

• Riesce l’esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> ad ancorarsi sull’orizzonte storico-psicologico,<br />

sociale, culturale di vita dell’adolescente, se non dialoga, se non si confronta con <strong>il</strong> suo<br />

mondo <strong>della</strong> vita, pre-categoriale diremmo con Husserl?<br />

• La nostra disciplina, come sapere formalizzato, riesce a divenire strumento razionale<br />

di Chiarificazione, di comprensione, di definizione di <strong>problemi</strong> di senso, di valore e di<br />

verità, di di discussione e di soluzione su basi razionali di <strong>problemi</strong>? Quindi diviene<br />

strumento di esercizio responsab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> libertà, di crescita <strong>della</strong> persona, <strong>della</strong> sua<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

progettualità…. Aiutano a capire criticamente, a valutare razionalmente, a scegliere, a<br />

cambiare, ….?<br />

Piste di ricerca per rispondere a queste domande<br />

Esplorazioni <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong><br />

Al fine di costituire uno scenario di rappresentazione del problema f<strong>il</strong>osofico, che ha<br />

radici nel mondo <strong>della</strong> vita, di aprire nuove radure di senso, da attraversare con <strong>il</strong><br />

pensiero, da <strong>il</strong>luminare con una pluralità di prospettive di approfondimento, per<br />

individuare piste, compiti e obiettivi <strong>della</strong> ricerca, orientare “l’esperienza in corso” del<br />

nostro pensiero, può essere produttivo valorizzare <strong>il</strong> carattere “mediano” del pensiero e<br />

<strong>della</strong> ricerca f<strong>il</strong>osofica. La <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> è mediana tra <strong>il</strong> sapere e <strong>il</strong> non sapere, da cui nasce<br />

lo stesso desiderio di sapere; è mediana anche per la caratteristica dei suoi modelli di<br />

razionalità e di ricerca.<br />

Pensare come invenzione a partire da tracce<br />

La <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> è mediana tra arte e scienza: molti <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici hanno una<br />

caratteristica multidimensionale, sono complessi e definiti in modo incerto, non sono<br />

risolvib<strong>il</strong>i con metodologie di carattere scientifico, geometrico, analitico-deduttivo, né<br />

con mere procedure di logica formale. Anche perché per la loro natura, i <strong>problemi</strong><br />

f<strong>il</strong>osofici sono in un certo senso, da un punto di vista formale, “mal definiti” e “mal<br />

strutturati” e quindi non possono essere discussi e risolti attraverso l’applicazione di<br />

meri algoritmi o di metodi logico-formali di calcolo.Per i <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici non è<br />

prevedib<strong>il</strong>e un ‘unica formulazione né tanto meno un’unica soluzione e in ogni caso non<br />

è possib<strong>il</strong>e definire procedure o criteri obiettivi esclusivi, né possono essere messe a<br />

disposizione tutte le informazioni disponib<strong>il</strong>i su tutti gli aspetti e tutte le variab<strong>il</strong>i per la<br />

soluzione<br />

Nell’ambito f<strong>il</strong>osofico le ragioni non hanno un valore assoluto, sono possib<strong>il</strong>i posizioni<br />

plurali, controverse, discutib<strong>il</strong>i e decidib<strong>il</strong>i solo con scelte motivate mediante argomenti.<br />

La ricerca f<strong>il</strong>osofica per definizione nella tradizione si è configurata come caratterizzata<br />

da razionalità, ma di una razionalità fondata su una pluralità di strategie di pensiero, su<br />

modelli di discorso f<strong>il</strong>osofico in cui l’elemento concettuale e l’elemento logico<br />

argomentativo convivono, sia pure in posizione egemone, con elementi di carattere<br />

metaforico, analogico, poetico e narrativo.<br />

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Le f<strong>il</strong>osofie si servono di strategie discorsive che comprendono l’insieme dei processi<br />

dimostrativi ed argomentativi di convalida e di controllo del discorso f<strong>il</strong>osofico<br />

Intendiamo per processo di Convalida non solo ciò che permette di legittimare per un<br />

interlocutore un’asserzione con <strong>il</strong> ragionamento, di provarlo, ma anche tutto ciò che da<br />

vicino o da lontano concorre a dargli lo statuto di vero e di falso in sé… tutti i processi<br />

(dalla dimostrazione, all’argomentazione, alla spiegazione, agli esempi,ecc.) che<br />

costituiscono la struttura globale del ragionamento dell’intero discorso f<strong>il</strong>osofico,<br />

attraverso cui l’autore intende rendere vero o credib<strong>il</strong>e la tesi che sostiene o confutare<br />

una tesi diversa e concorrenziale con la propria (Cossutta)<br />

Nei testi i f<strong>il</strong>osofi tematizzano lo statuto da accordare agli stessi metodi, alla verità, <strong>ai</strong><br />

modi di convalidare le tesi, per cui è quasi impossib<strong>il</strong>e astrarre un sistema di regole<br />

rigide e universalmente condivisib<strong>il</strong>i da un concreto movimento di autoconvalida e<br />

auto-fondazione delle f<strong>il</strong>osofie<br />

In <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> sono possib<strong>il</strong>i solo metodi razionali molteplici, validi, disponib<strong>il</strong>i alla critica<br />

e alla confutazione, che rendono possib<strong>il</strong>e la comunicazione argomentata, concettuale e<br />

la ricerca intersoggettiva attraverso <strong>il</strong> confronto<br />

Nel discorso f<strong>il</strong>osofico vi sono equ<strong>il</strong>ibri diversi tra <strong>il</strong> dominio argomentativodimostrativo<br />

e quello metaforico,analogico,poetico,ecc.<br />

Il discorso f<strong>il</strong>osofico è un intero in cui giocano molte variab<strong>il</strong>i,in cui la dimostrazione,<br />

l’argomentazione, la logica, hanno un ruolo centrale ma non esclusivo o monopolistico<br />

Il contesto di senso e di valore in cui prendono vita i <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici e da cui prende<br />

le mosse una ricerca f<strong>il</strong>osofica, appartengono al mondo <strong>della</strong> vita, che è complesso, che<br />

viene sottoposto a problematizzazione attraverso le domande e indagato con <strong>il</strong> pensiero,<br />

poi sottoposto a riduzione di complessità attraverso i concetti e le teorie, che offrono<br />

griglie di intelligib<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> complessità del reale, attraverso modi coerenti e rigorosi di<br />

conduzione del ragionamento. Nei suoi momenti embrionali, in cui si tratta di costituire<br />

una rappresentazione del problema e delle vie attraverso cui attribuire senso e valore<br />

alle esperienze e alle cose, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofare può rivestire caratteristiche intermedie tra “un<br />

pensare narrativo” e un “pensare paradigmatico scientifico”. Il bellissimo gioco <strong>della</strong><br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>” dialoga costantemente con la pluralità dei bei giochi in cui si narra delle cose<br />

importanti <strong>della</strong> vita, come diceva Platone nel Fedro. Ogni problema e ogni concetto in<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> a che fare con questioni di senso e di valore, al cui proposito si pongono<br />

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questioni di verità. E’ possib<strong>il</strong>e, e auspicab<strong>il</strong>e almeno in un contesto formativo<br />

scolastico, porre questioni di senso attraverso un pensiero narrativo e poetico, o per altri<br />

versi scientifico.<br />

In <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> è centrale l’esperienza di ricerca del senso. La stessa <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> non è<br />

comprensib<strong>il</strong>e se non comunica attraverso <strong>il</strong> senso, senza passare da unmondo di<br />

significati ad un altro mondo di significati, da quello dell’autore e deldocente a quello<br />

degli studenti.. Non è una disciplina come le altre. Sia i testi f<strong>il</strong>soofici o i testi scolstici,<br />

sia le parole dei docenti non possono avere alcuna speranza di trasmettere i <strong>problemi</strong> e i<br />

concetti f<strong>il</strong>osofici se non riescono a comunicare gli orizzonti di senso di senso e <strong>il</strong><br />

patrimonio di significasti, i contesti di senso in cui i <strong>problemi</strong> nascono e a cui i concetti<br />

fanno riferimento in modo univoco. La comprensione in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> non è m<strong>ai</strong> solamente<br />

un’operazione freddamente logica, ma è un’operazione cognitiva che ha radici nel<br />

mondo <strong>della</strong> vita. Uo studente di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> comprende <strong>il</strong> concetto f<strong>il</strong>osofico se individua<br />

<strong>il</strong> senso virtuale o reale cui <strong>il</strong> concetto rinvia, che appartiene alla dimensione del mnmdo<br />

<strong>della</strong> vita. Il concetto è uno strumento di intelligib<strong>il</strong>ità del reale perché è una riduzione<br />

di complessità in nome di un significato e di un senso, cercato o creato all’interno di un<br />

mondo unitario di senso, costruito attraverso <strong>il</strong> linguaggio e <strong>il</strong> pensiero. Nessuna<br />

operazione logica è solo un’operazione di intelligib<strong>il</strong>ità formale, di coerenza sintattica,<br />

di possib<strong>il</strong>ità di impiego di un software operativo senza contenuti,. Un concetto che<br />

costituisce un quadro interpretativo di senso di un ambito <strong>della</strong> vita non può essere<br />

inteso senza sperimentare la corrente di senso che offre ad un contesto concreto di vita;<br />

diffic<strong>il</strong>e separare ragione e vita. L’astrazione formale del concetto è possib<strong>il</strong>e (come in<br />

matematica) e potente ma per assumere un qualunque valore in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> deve<br />

immergersi all’inizio o alla conclusione del suo orizzonte in una corrente di senso.<br />

Cosa voglio dire con questo?a) Intanto che anche l’operazione più semplice e bas<strong>il</strong>are<br />

in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, la comprensione di un concetto “in azione in un testo f<strong>il</strong>osofico”, non<br />

produce risultati se non si riesce a catturare la sua funzione in un contesto reale (anche<br />

se solo mentale) di vita, cioè se non facendone in qualche modo esperienza. B) La<br />

problematizzazione in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> è centrale per fare un’esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>: frequentare<br />

la soglia da cui nasce la domanda f<strong>il</strong>osofica, <strong>il</strong> coinvolgimento in quel tessuto di<br />

elementi di vita ambivalenti o contraddittori, incomprensib<strong>il</strong>i o non chiari, che<br />

costituiscono “problema” a confronto con le risorse a nostra disposizione. Dubitare,<br />

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confrontare, approfondire <strong>il</strong> senso, ampliare gli orizzonti, sfondare <strong>il</strong> patrimonio<br />

consolidato del vocabolario che definisce <strong>il</strong> problema, aprire radure, piste da seguire,<br />

ridefinire, esaminare d un altro punto di vista o da un’altra prospettiva, interrogare,<br />

decostruire, …..Tutte queste attività, non possono avvalersi delle risorse di altri<br />

orizzonti di senso e di altri scenari creati da altri approcci cognitivi ed espressivi (se<br />

restano finalizzate al l’intenzione di fare un’esperienza di ricerca f<strong>il</strong>osofica, nel<br />

significato che epistemologicamente diamo oggi a questo termine? Provenienti anche<br />

dall’arte e dalla scienza? Per ora occupiamoci degli input che possono provenire dal<br />

campo dell’arte)<br />

Elementi ut<strong>il</strong>i di riflessione (da elaborare)<br />

• La costruzione <strong>della</strong> conoscenza si differenzia a seconda delle forme in cui si<br />

specializzano le menti (Gaardner)<br />

• Troppo rigide sono le barriere erette nei curricoli scolastici ed universitari tra ambiti<br />

disciplinari diversi intorno a temi e <strong>problemi</strong> che sono anche di r<strong>il</strong>evanza f<strong>il</strong>osofica. La<br />

diversità degli approcci e dei tipici linguaggi disciplinari risponde alla diversità delle<br />

intenzionalità che muovono le esperienze di ricerca e delle finalità <strong>della</strong> ricerca stessa.<br />

La tipicità <strong>della</strong> morfologia, dei mezzi e dei metodi di ricerca, di espressione e di<br />

comunicazione, delle regole e dei principi epistemologici in un sapere disciplinare è<br />

funzionale alla rispondenza alla peculiarità delle intenzionalità e delle finalità che<br />

muovono la ricerca disciplinare. Ma gli oggetti di ricerca conservano al proprio interno<br />

la ricchezza <strong>della</strong> complessità multidimensionale e polisemica. La multiprospetticità<br />

degli approcci disciplinari riproduce una multiprospetticità <strong>della</strong> complessa ricchezza<br />

<strong>della</strong> nostra mente individuale. Non desidero fare l’apologia <strong>della</strong> dissoluzione delle<br />

discipline e quindi anche <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Penso soltanto che si può fare <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in modo<br />

peculiare valorizzando anche la ricchezza di contenuti e di forme di approcci cognitivi<br />

ed espressivi che altre discipline campi di sapere possono offrire, a proposito di<br />

questioni di senso, di valore e di verità.<br />

• Vi è un artificioso irrigidimento , una cristallizzazione standardizzante nella<br />

f<strong>il</strong>soofia insegnata: si frequentano certi ambiti rispetto ad altri, si priv<strong>il</strong>egiano alcune<br />

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forme diricerca rispetto ad altre. Ciò riguarda non tanto i contenuti quanto le prospettive<br />

di analisi e di discussione, i modelli di razionalità, le forme di scrittura e quindi di<br />

conduzione del ragionamento su <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici, attivando solo alcuni dei livelli<br />

cognitivi e alcune delle strutture cognitive degli studenti.<br />

• Scienza e discipline umanistiche secondo Goodman sono due modi diversi di<br />

costruire “mondi di senso”: La mente umana di volta in volta costruisce teorie<br />

scientifiche , spiegazioni storiche, interpretazioni metaforiche (racconti)<br />

dell’’esperienza mediante speciche forme di costruzione simbolica del mondo.<br />

• (Goodman) F<strong>il</strong>osofia, scienza, arte hanno una comune radice: ci fanno conoscere<br />

una versione del mondo, <strong>della</strong> realtà, dunque hanno uno scopo altamente cognitivo.<br />

Secondo Deleuze <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, scienza e arte ritagliano nel caos mondi di senso, ciascuno in<br />

modo peculiare, con percetti e affetti le arti, con funzioni le scienze, con concetti la<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>(Deleuze). La differenza tra arte e scienza non è quella fra sentimenti e fatti,<br />

intuizione e inferenza, d<strong>il</strong>etto e deliberazione, concretezza ed astrazione, verità e<br />

bellezza…ma semm<strong>ai</strong> una differenza nel predominio di certe caratteristiche specifiche<br />

dei simboli.<br />

• A proposito <strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità di problematizzare attraverso le esperienze<br />

estetiche (da elaborare)<br />

Apprendere a “problematizzare” f<strong>il</strong>osoficamente significa anche acquisire capacità di<br />

interrogazione radicale, intorno ad un tema, ad un problema, ad un caso, ad un evento,<br />

ad un testo, capacità di elaborare domande di senso, di valore e di verità su questioni<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> o di r<strong>il</strong>evanza f<strong>il</strong>osofica. A tal fine sia la scienza sia l’arte possono offrire un<br />

grande contributo. In questa sede volgeremo l’attenzione al contributo che l’arte può<br />

offrire alla problematizzazione f<strong>il</strong>osofica.<br />

Vi è una coappartenenza dell’arte e <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> al processo di produzione di senso e<br />

di ricerca <strong>della</strong> verità sulle questioni fondamentali dell’esistenza? 8 In fondo arte,<br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, scienza costituiscono modi diversi di costruire “mondi di senso” 9 ; la mente<br />

8 Sul tema cfr. M.Perniola, L’estetica del novecento, Il Mulino, Bologna 1997;in particolare pp. 93-118.<br />

9 Goodman, Gaardner, Bruner,<br />

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umana di volta involta costruisce teorie scientifiche,spiegazioni storiche,interpretazioni<br />

metaforiche dell’esperienza mediante specifiche forme di costruzione simbolica del<br />

mondo.<br />

Quale tipo di conoscenza offre l’arte, in quale misura e forma la conoscenza prodotta da<br />

un’esperienza di produzione o di fruizione estetica può contribuire a produrre<br />

conoscenza f<strong>il</strong>osofica? Se la risposta a questa domanda è positiva dovremmo chiederci<br />

quale tipo di peculiare apporto cognitivo può offrire l’arte alla realizzazione di<br />

un’esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Può <strong>ai</strong>utare a problematizzare, ad esercitare la domanda<br />

f<strong>il</strong>osofica, la critica, alla produzione di senso, a pensare e a ragionare f<strong>il</strong>osoficamente?<br />

L’esperienza del sentire, <strong>il</strong> linguaggio delle emozioni e dei sentimenti, delle immagini e<br />

delle metafore, possono funzionare cognitivamente se sono poste in connessione tra di<br />

loro e con altri strumenti <strong>della</strong> conoscenza razionale? 10 Possono collaborare la<br />

sensazione e <strong>il</strong> pensiero, senso e intelligenza in un’esperienza conoscitiva che vuole<br />

andare al cuore delle cose?<br />

Non si tratta di trarre dalla poesia o dal cinema tesi <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> o di presumere di dare<br />

trasparenza e completezza f<strong>il</strong>osofica all’opera d’arte, di farle dire quello che da sola<br />

non sa dire, riesumando un’immagine “egemonica”,orm<strong>ai</strong> antica e inattuale, <strong>della</strong><br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Si tratta soltanto di superare la anacronistica separazione tra campi di<br />

esperienza e di cultura <strong>ai</strong> fini <strong>della</strong> realizzazione di un’esperienza di ricerca di senso e di<br />

verità, una separazione che orm<strong>ai</strong> produce una distruttiva frammentazione <strong>della</strong><br />

dimensione umanistica <strong>della</strong> formazione e <strong>della</strong> ricerca. Un discorso sim<strong>il</strong>e andrebbe<br />

fatto anche per quanto riguarda <strong>il</strong> rapporto tra scienza e <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in un curricolo<br />

scolastico di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Non si intende approfondire teoricamente la questione in questa<br />

sede. Si intende solo porre <strong>il</strong> problema e indicarne le prospettive culturali ed operative<br />

che una tale pista di ricerca apre in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>.<br />

10 Sull’importanza del rapporto tra <strong>il</strong> sentire e <strong>il</strong> conoscere cfr. G.Deleuze –F.Guattari,Che cos’è la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>?,<br />

Einaudi,Torino 1996; N.Goodman, I linguaggi dell’arte, M.Heidegger, L’origine dell’opera d’arte, in Sentieri<br />

interrotti,, La Nuova Italia, Firenze 1968;Id., In cammino verso <strong>il</strong> linguaggio, Mursia ,M<strong>il</strong>ano 1963; J.Dewey, L’arte<br />

come esperienza, Firenze 1 951;Merleau Ponty, L’occhio e lo spirito, M<strong>il</strong>ano 1989.<br />

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L’arte crea “mondi possib<strong>il</strong>i”, visioni del mondo 11 , mondi vistuali di senso,. Le opere<br />

d’arte sono modelli per la ridescrizione del mondo mediante trasformazioni<br />

metaforiche del quotidiano e dei dati convenzionali 1213 .Una poesia, una narrazione, un<br />

f<strong>il</strong>m, un’immagine, una musica, possono aprire “radure”, mondi possib<strong>il</strong>i di senso, che<br />

consentono di strutturare domande radicali, interrogazioni, offrire nuovi scenari di<br />

senso, dietro cui vi è l’impulso a conoscere. L’arte conduce vicino agli abissi che<br />

circondano <strong>il</strong> linguaggio, non offre risposte assolute ma domande e..tutto intorno <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio, la vita. 14<br />

Ogni opera d’arte è costruita intorno ad una domanda e traccia un sentiero, che di colpo,<br />

inaspettatamente eppure con sforzo inesorab<strong>il</strong>e, può interrompersi sull’orlo<br />

dell’abisso” 15 .<br />

Occorre superare <strong>il</strong> pregiudizio che la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> inizi dove finisce la poesia e viceversa,<br />

che l’uno ister<strong>il</strong>isca l’altra, accettare l’idea che <strong>il</strong> pensare è invenzione a partire da<br />

tracce 16 e si sv<strong>il</strong>uppa in modo complesso attraverso una pluralità di risorse.<br />

La problematizzazione in <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> è promossa, stimolata, arricchita ed orientata dalle<br />

elaborazioni spirituali rivolte <strong>ai</strong> medesimi campi di esperienza. L’esperienza estetica<br />

costituisce un’efficace mediazione tra mondo originario, spontaneo e immediato dei<br />

giovani, permeato di percezioni, intuizioni, immagini e affetti., e mondo concettuale<br />

<strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, in cui gli elementi di significato, di senso e di referenza sono<br />

strettamente connessi. Ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> linguaggio del sensib<strong>il</strong>e, del sentire, del vedere e<br />

dell’immaginare, l’arte problematizza, approfondisce e amplia le rappresentazioni e i<br />

mondi di senso e produce un tipo di “esperienza di verità”, un tipo di conoscenza che<br />

non solo “accenna al pensiero”, come direbbe Hegel, ma alimenta <strong>il</strong> pensiero e in<br />

qualche modo contribuisce a costruirlo. Il pensiero si sv<strong>il</strong>uppa anche dal basso, dal<br />

11<br />

Goodman<br />

12<br />

Apparenza di Sch<strong>il</strong>ler, Esonero di Gehelen, aperture di senso di Heidegger<br />

13<br />

Ricoeur<br />

14 Cfr. T.Harrison, La <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> dell’arte <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> <strong>della</strong> morte, in G.Vattimo ( a cura) , F<strong>il</strong>osofia ’95, Laterza, Roma-<br />

Bari 1996, pp.7-30. Esempi di tentativi di costruire un rapporto tra arte e <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> a fini didattici, cfr.<br />

J.Cabreras, Da Aristotele a Spielberg, Bruno Mondadori,M<strong>il</strong>ano 1999; U.Curi, Lo schermo del pensiero,Raffaello<br />

Cortina Ed., M<strong>il</strong>ano 2000. In generale sul rapporto tra l’arte e la conoscenza in contesti educativi cfr.<br />

J.Dewey, L’arte come esperienza, La Nuova Italia, Firenze 1951;Id., Educazione e arte, La Nuova Italia,<br />

Firenze 1977; L.Marino,L.Handjaras, G.Nonve<strong>il</strong>ler, G.Tassinari, A. Mezinger, Arte e conoscenza ( a cura di<br />

L.Tornatore), Loescher, Torino 1982; L.Tornatore, Educazione e conoscenza, Loescher, Torino 1974; J.Bruner,<br />

Saggi per la manosinistra, ArmandoRoma, 1968;Id., La mente a più dimensioni,Laterza, Roma-Bari 1997;,Id., Cultura<br />

dell’educazione, Feltrinelli,M<strong>il</strong>ao 1997.<br />

15 Ivi p.8<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

vissuto, dal complesso intreccio di un'esperienza anche lontana da una coscienza<br />

compiutamente dispiegata e riflessa 17 , si sv<strong>il</strong>uppa come “esperienza in corso” 18 in un<br />

orizzonte ante-predicativo, secondo vie tortuose e complesse, non lineari, prima di<br />

qualunque attività concettuale formalizzata. Il pensiero narrativo si occupa delle azioni e<br />

delle intenzioni degli uomini, nonché delle vicissitudini che ne contrassegnano <strong>il</strong> corso,<br />

aderisce alla molteplicità del divenire, dell’umano 19 .<br />

Le trasformazioni antropologiche e sociali ci mettono oggi di fronte alla prevalenza nei<br />

media e nelle menti dei giovani di linguaggi delle immagini , metaforici, analogici e<br />

ludici,; una qualche estetizzazione <strong>della</strong> vita quotidiana o di ri-estetizzazione delle<br />

cose 20 è in atto. L’originario essere al mondo dei giovani , con le peculiari forme di vita,<br />

è strutturato attraverso contenuti e forme maturati in una negoziazione quotidiana tra sé<br />

e i propri pari, tra sé e <strong>il</strong> mondo dei media, oltre che attraverso le esperienze scolastiche.<br />

Ogni giovane adolescente gestisce questa negoziazione linguistica quotidiana attraverso<br />

una varietà di linguaggi e di codici, tra i quali la scrittura e la forma concettuale logicoargomentativa<br />

non occupa spontaneamente un posto r<strong>il</strong>evante. Nell’orizzonte<br />

dell’originario essere al mondo dei giovani, vi è un atteggiamento intellettuale ed<br />

affettivo , in cui la conoscenza spontanea e immediata, si connette con un livello<br />

intelligib<strong>il</strong>e attraverso un intreccio di ordine prevalentemente estetico e morale, la cui<br />

trama è intessuta di linguaggi non prevalentemente logico-sequenziali, ma analogici,<br />

iconici, metaforici, estetico-ludici. 21 Poetare e pensare sono molto più vicini di quanto<br />

si possa sospettare; sono attività ancorate ad unica radice nell’essere, senza rigide<br />

contrapposizioni. Nell’esperienza estetica “ Lo stupirsi è a suo modo un interrogare in<br />

cui prevale l’emozione suscitata dalla situazione in cui nasce la domanda e la domanda<br />

16 G. Vattimo, Introduzione a , F<strong>il</strong>osofia ’95, cit.,p.6.<br />

17 A.Rigobello, Introduzione a M.Heidegger, L’esperienza del pensare, Città Nuova, Roma 2000, p.7; Sul tema<br />

nel contesto del pensiero di Heidegger, cfr. A.Caputo, Linguaggio poetico e linguaggio del pensiero in<br />

M.Heidegger in F.De Natale ( a cura), Forme di scrittura f<strong>il</strong>osofica, cit., pp.84-114.<br />

18 A.Rigobello, Op.cit., p.21<br />

19<br />

Platone<br />

20 “un multiforme e impregiudicato processo di ri-estetizzazione delle cose è dunque in atto: sarà bene farsi<br />

sensib<strong>il</strong>i alle sue tracce e al modo in cui esse fanno cenno verso <strong>il</strong> pensiero, se dobbiamo intenderlo – e forse siamo<br />

tenuti a farlo. Come un’esperienza di verità che ci riguarda”. P.Momtani, Arte e verità dall’antichcità alla <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2002, p.392.<br />

21 Su questo tema cfr., tra gli altri, M.Ferraris, L’immaginazione, Il Mulino, Bologna 1996; Id. Teorema e<br />

mnemoneuma, in G. Vattimo ( a cura), F<strong>il</strong>osofia ’95, cit., pp.179-204. Cfr. anche E.Franzini, F<strong>il</strong>osofia dei sentimenti,<br />

cit.. Cfr. anche M.Perniola, L’estetica del ‘900, cit.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

rimane sospesa, quasi timorosa…..Mentre nel pensiero l’interrogare domina lo stupore e<br />

si accosta all’originario con una consapevolezza riflessa” 22<br />

L’ipotesi di valorizzare la pluralità di linguaggi e dei campi disciplinari diversi<br />

nell’esperienza formativa di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, è posta non per cedere <strong>ai</strong> bisogni del “pubblico<br />

degli utenti”, a fini retorici, per “vendere” bene <strong>il</strong> prodotto <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. Si tratta invece di<br />

cogliere le potenzialità cognitive e formative presenti nei vari ambiti disciplinari, nei<br />

peculiari approcci nel produrre conoscenza. Del resto gli approcci narrativi, poetici,<br />

metaforici, di tipo estetico, risultano non solo più vicini alle originarie rappresentazioni<br />

che i giovani elaborano sul proprio essere al mondo 23 , ma più efficaci per narrare la<br />

complessità del divenire 24 . Per questo motivo lo stesso Platone nutriva un<br />

atteggiamento complesso, e anche contraddittorio, verso i “bei giochi che narrano e<br />

fanno ricerca sulle cose importanti <strong>della</strong> vita” e sul rapporto tra questi bei giochi (quindi<br />

anche tra la dimensione poetica-mitica-narrativa <strong>della</strong> ricerca umana) e <strong>il</strong> bellissimo<br />

gioco <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> (Fedro,276b-277a). 25 I primi movimenti del pensiero si articolano<br />

nella coscienza dei giovani adolescenti su un terreno pre-riflessivo, ove la<br />

consapevolezza non si presenta m<strong>ai</strong> con i caratteri <strong>della</strong> distinzione e <strong>della</strong> chiarezza del<br />

concetto, in cui vi è bisogno di un successivo intervento dell’apparato simbolicoformale<br />

per esprimere la ricchezza polimorfa e ricca del senso implicito in<br />

rappresentazioni , sentimenti, immagini ed opinioni.<br />

22 A.Rigobello, Introduzione a M.Heidegger, L’esperienza del pensare.cit.,, p.42. Sul tema cfr.<br />

ancheF.Cassinari,:Heidegger. Il pensiero poetante. La produzione heideggeriana (1910-75).Mimesis, M<strong>il</strong>ano 2000;<br />

A.Caputo, Linguaggio poetico e linguaggio del pensiero in M.Heidegger, cit. , pp.84-114; Id., Terra incontaminata. Percorsi<br />

di ricerca nella <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> di Heidegger, Levante ed., Bari 1999; Id. Pensiero e affettività:Heidegger e le stimmungen (1889-<br />

1928), FrancoAngeli, M<strong>il</strong>ano 2001.<br />

23 J.Bruner, La mente a più dimensioni, cit.; Id., La costruzione narrativa <strong>della</strong> realtà, in M.Ammaniti, D.N. Stern,<br />

Rappresentazioni e narrazioni, Roma-Bari, 1991,pp.17-42. Cfr. anche G.Reale, La ragione che pensa mediante immagini<br />

e le dimensioni metafisiche e teologiche del bello,in G.Reale, D.Antiseri, Quale ragione?, Raffaello Cortina ed., M<strong>il</strong>ano<br />

2001,pp.153-174.<br />

24Per J.Bruner, Il pensiero narrativo costruisce scenari che riguardano l’azione e la coscienza dei personaggi.<br />

E’ la coscienza dei personaggi a costituire lo satimolo dell’empatia. Nell’esperienza di <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, quindi, partire<br />

dall’elemento narrativo consente di recuperare empaticamente, e poi, anche concettualmente, le dimensioni<br />

concrete dell’esistenza nella problematizzazione f<strong>il</strong>osofica. Cfr. J.Bruner, La mente a più dimensioni, cit. Mi<br />

sembrano sim<strong>il</strong>i le considerazioni di G.Reale a proposito <strong>della</strong> valenza dell’elemento narrativo nella <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

di Platone. A proposito cfr. G.Reale, D.Antiseri, La ragione che pensa mediante immagini e le dimensioni metafisiche e<br />

teologiche del bello, cit.<br />

25 Sulla valenza didattica di queste riflessioni in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> mipermetto di rinviare a M.De<br />

Pasquale, Platone e la scrittura: la <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> come ricerca scritta nell’anma.Riflessioni didattiche,, in AA.VV., La scrittura<br />

f<strong>il</strong>osofica. Generi letterari, destinatari, finalità e forme <strong>della</strong> scrittura f<strong>il</strong>osofica, Atti del corso d residenziale di<br />

aggiornamento sulla didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>, 16-21 novembre 1998, MPI Dirclassica, “Quaderni” n.12/13,<br />

Ferrara-Roma 2000; Id., La scrittura e la formazione f<strong>il</strong>osofica, in F.De Natale, Forme di scrittura f<strong>il</strong>osofica, cit., pp.<br />

115-141.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Lo studente si appropria di un concetto e comprende un problema f<strong>il</strong>osofico non solo<br />

cogliendone la logica strutturale, formale, ma cogliendone <strong>il</strong> senso attraverso un’<br />

“esperienza cognitiva ed affettiva”, pensando,patendo, facendosi coinvolgere. Non si<br />

tratta tanto di dare un contenuto patico ad un’articolazione razionale separata, ma<br />

corredare la stessa attività razionale di una componente patica. L’elemento patico agisce<br />

offrendo una stratificazione di senso, di cui occorre valutare, con strumenti e metodi<br />

razionali, la validità,la sostenib<strong>il</strong>ità, la verità o la falsità 26 .<br />

Ogni problema può essere visto in una prospettiva scientifica, in una prospettiva<br />

f<strong>il</strong>osofica, in un prospettiva artistica. 27 Nell’attività didattica, i vantaggi derivanti dalla<br />

pratica di una pluralità di linguaggi e di approcci sono diversi e di diversa natura. a)<br />

Ogni allievo trova un punto di accesso alla conoscenza più congeniale <strong>ai</strong> propri st<strong>il</strong>i<br />

cognitivi,, quindi, è in grado di sv<strong>il</strong>uppare in modo personale la creatività del proprio<br />

pensiero (l’apprendimento in un certo senso si personalizza). b)La stessa comprensione<br />

dei concetti f<strong>il</strong>osofici si arricchisce di una pluralità di modi di conoscenza, di<br />

rappresentazioni, di situazioni e di opportunità cognitive provenienti dalle altre<br />

discipline. L’attività f<strong>il</strong>osofica si pone in rapporto alle altre discipline, nella medesima<br />

forma in cui nel Fedro di Platone si pone <strong>il</strong> bellissimo gioco <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> nei confronti<br />

dei bei giochi che raccontano o si occupano delle cose importanti <strong>della</strong> vita, in un<br />

rapporto di complementarietà in cui <strong>il</strong> conoscere attraverso <strong>il</strong> paschein,<br />

l’immaginazione, <strong>il</strong> ricordo e la mimesis, integra <strong>il</strong> conoscere attraverso <strong>il</strong> theorein del<br />

ragionamento dialettico. Platone pensava ad una collocazione del bellissimo gioco <strong>della</strong><br />

<strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in posizione conclusiva, egemonica, predominante e unificante rispetto agli<br />

altri giochi. Noi oggi non possiamo parlare di un predominio <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> e del<br />

f<strong>il</strong>osofare nei confronti delle altre forme del conoscere, ma di una posizione “alla pari”.<br />

26 Sul tema cfr. E.Franzini, F<strong>il</strong>osofia e sentimenti, cit., in particolare pp.133-248. Interessanti anche le<br />

considerazioni a proposito ( nel contesto di una individuazione di una “ragione logopatica” nel cinema, da<br />

valorizzare f<strong>il</strong>osoficamente)., di J.Cabreras Da Aristotele a Spielberg, Bruno Mondadori, M<strong>il</strong>ano 1999, in<br />

particolare, pp.1-32.<br />

27 Secondo Gardner qualsiasi argomento può essere afrrontato in almeno cinque approcci di tipo diverso, che<br />

ricalcano i campi di applicazione dei diversi tipi di intelligenza: approccio narrativo (si presenta una storia o un<br />

racconto concernente <strong>il</strong> concetto in questione),logico-quantitativo ( si affronta <strong>il</strong> concetto sulla baseo di<br />

considerazioni numriche o di argomentazioni favorevoli e contrari ad una tesi), , f<strong>il</strong>osofico-concettuale (gli aspetti<br />

f<strong>il</strong>osofici e terminologici del concetto),estetico (l’accento cade su quelle caratteristiche sensoriali che app<strong>ai</strong>ono<br />

affascinanti), esperienziale ( affrontando direttamente le cose che incarnano o rappresentano i concetti). La<br />

stessa comprensione piena di un concetto non può scaturire da una sola modalità di conoscenza o da una<br />

sola modalità di rappresentazione, applicab<strong>il</strong>e ad una sola situazione. Cfr. H.Gardner, Educare al comprendere,<br />

cit.,pp.256-257.<br />

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Mario de Pasquale© 2003 –<strong>“Esplorazioni</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong> <strong>ai</strong> <strong>confini</strong> <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong>. I <strong>problemi</strong> e <strong>il</strong> pensare<br />

f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

Possiamo parlare di una funzione integratrice dell’attività di ricerca f<strong>il</strong>osofica, che per<br />

certe questioni dell’esistenza umana, in certe condizioni, può evolvere verso una<br />

posizione di maggiore r<strong>il</strong>evanza, di relativa prevalenza.<br />

Conseguenze da trarre in didattica <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong><br />

Arte e <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> in classe: appunti, domande e ipotesi di lavoro<br />

• Arte come mezzo di approfondimento e di risalimento all’origine dell’opinione,<br />

come capovolgimento e innalzamento dell’opinione al movimento infinito che consente<br />

di sostituirla con <strong>il</strong> concetto?.<br />

• L’esperienza del sentire , <strong>il</strong> linguaggio delle emozione e dei sentimenti , delle<br />

immagini e delle metafore, possono funzionare cognitivamente se poste in relazione tra<br />

di loro e con gli altri strumenti <strong>della</strong> conoscenza razionale? L’opera d’arte media tra<br />

esperienza e comprensione, dato che <strong>il</strong> concetto ha dei limiti nelpenetrare la profondità<br />

del sensib<strong>il</strong>e..mentre l’arte lambisce i <strong>confini</strong> dell’esperienza. L’opera d’arte riconduce<br />

all’originarietà del “testo del nostro essere al mondo”, porta <strong>il</strong> nostro mondo <strong>della</strong> vita,<br />

le nostre passioni e rappresentazioni al livello <strong>della</strong> riflessione dispiegata. Rendono<br />

disponib<strong>il</strong>e l’orizzonte espressivo del sentimento.<br />

• Vi è coappartenenza dell’arte e <strong>della</strong> <strong>f<strong>il</strong>osofia</strong> alla produzione di senso e di<br />

conoscenza? Pensare è sperimentare <strong>il</strong> nuovo, rielaborare, agire sul passato e sul<br />

presente in forza di una progettazione del proprio avvenire su alcune questioni <strong>della</strong><br />

propria vita=come vogliamo essere?Come possiamo essere?Cosa possiamo conoscere<br />

per questo?<br />

• Un tipo di esperienza, quella estetica, che non solo “accenna al pensiero” ma<br />

alimenta <strong>il</strong> pensiero e in qualche modo contribuisce a costruirlo. Un pensare come<br />

esperienza in corso<br />

• L’arte crea mondi possib<strong>il</strong>i, visioni del mondo (Goodman), mondi virtuali di senso,<br />

le opere sono modelli per la ridescrizione del mondo (Ricoeur) mediante le<br />

trasformazioni metaforiche del quotidiano e dei dati convenzionali (Apparenza di<br />

Sch<strong>il</strong>ler, esonero di Gehelen, ecc.).La rappresentazione estetica non si esaurisce in una<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

conoscenza concettuale ma ha uno spessore simbolico, è densa di riflessione, di<br />

memoria, di sospetto, promuove uno scambio costante e una comunicazione tra<br />

sentimento e ragione, tra immagine e pensiero, restituisce l’esperienza alla riflessione<br />

inattuale….Il senso non viene m<strong>ai</strong> esaurito ma “esibiito”.<br />

• Ricoeur : le opere narrative sono modelli per la ridescrizione del mondo(esemplifica<br />

i modelli presenti nella nostra mente)<br />

• aderisce alla molteplicità del divenire, costruisce senso e aspira al sovr<strong>ai</strong>ndividuale<br />

attraverso la permeab<strong>il</strong>ità al contesto, <strong>ai</strong> vissuti<br />

• si occupa del mondo che cambia in rapporto alle persone e all’atteggiamento di chi<br />

guarda <strong>il</strong> mondo<br />

• Il bello addensa in sé la massima chiarezza estensiva (baumgarten) distinta da<br />

quella intensiva de ldotto? ( o del f<strong>il</strong>osofo scienziato)?. Offre durata agli attimi<br />

aprendoli <strong>ai</strong> molteplici abissi di senso possib<strong>il</strong>i , fa durare i sentimenti comunicandoli ed<br />

esprimendoli, facendo emergere i dubbi, i sospetti, gli interrogativi.Fa volare gli uccelli<br />

a stormi dalla grande casa-gabbia dell’anima (Platone)<br />

Il pensare f<strong>il</strong>osofico: complessità e pluralità di strategie<br />

Bruner./Goodman<br />

• Scienza e discipline umanistiche: due modi diversi di costruire “mondi di senso”: La<br />

mente umana di volta in volta costruisce teorie scientifiche , spiegazioni storiche,<br />

interpretazioni metaforiche (raconti) dell’’esperienza mediante speciche forme di<br />

costruzione simbolica del mondo.<br />

• (Goodman) F<strong>il</strong>osofia, scienza, arte hanno una comune radice: ci fanno conoscere<br />

una versione del mondo, <strong>della</strong> realtà, dunque hanno uno scopo altamente cognitivo<br />

• Ritagliano nel caos mondi di senso, con percetti e affetti, con funzioni, con concetti<br />

(Deleuze)<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

• La differenza tra arte e scienza non è quella fra sentimenti e fatti, intuizione e<br />

inferenza, d<strong>il</strong>etto e deliberazione, concretezza ed astrazione, verità e bellezza…ma<br />

semm<strong>ai</strong> una differenza nel predominio di certe caratteristiche specifiche dei simboli.<br />

• Conoscere significa apprendere a sv<strong>il</strong>uppare le capacità intuitive e logiche con tutti i<br />

mezzi a disposizione, in modo multidimensionale e attraverso molti media e linguaggi,<br />

ut<strong>il</strong>izzando gli schemi interpretativi sia <strong>della</strong> logica, sia dell’argomentazione, sia <strong>della</strong><br />

metafora<br />

• La mente come struttura reticolare. Il soggetto costruisce <strong>il</strong> proprio sapere<br />

integrando le nuove esperienze con quelle passate, contenute nella memoria profonda.<br />

• La costruzione <strong>della</strong> conoscenza si differenzia a seconda delle forme in cui si<br />

specializzano le menti (Gaardner)<br />

• I modelli che ci guidano nelle transazioni con gli altri uomini noi li costruiamo in<br />

divenire e col tempo si specializzano, si generalizzano, si formalizzano.<br />

• Ognuno legge <strong>il</strong> mondo sulla base del modello che ha già, dei mondi di senso che<br />

già possiede. Il fare è un rifare attraverso immagini, concetti,suoni, parole.<br />

• Critica <strong>della</strong> dispotica dicotomia tra cognitivo ed emotivo, tra scienza ed arte,<br />

conoscenza ed emozione (uno dei luoghi comuni più resistenti <strong>della</strong> nostra tradizione)<br />

• Funzione cognitiva delle emozioni e dei sentimenti in combinazione tra di loro e con<br />

altri strumenti di conoscenza. La percezione, la concettualizzazione e <strong>il</strong> sentimento<br />

interferiscono e interagiscono tra di loro<br />

Pensare come invenzione a partire da tracce (Vattimo)<br />

• A metà tra arte e scienza: molti <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici hanno una caratteristica<br />

multidimensionale, sono complessi e definiti in modo incerto, non sono risolvib<strong>il</strong>i con<br />

metodologie di carattere scientifico, geometrico, analitico-deducttivo, né con mere<br />

procedure di logica formale. Anche perché per la loro natura, i <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici sono<br />

in un certo senso, da un punto di vista formale, “mal definiti” e “mal strutturati” e<br />

quindi non possono essere discussi e risolti attraverso l’appicazione di meri algoritmi o<br />

di metodi logico-formali di calcolo.<br />

• Per i <strong>problemi</strong> f<strong>il</strong>osofici non è prevedib<strong>il</strong>e un ‘unica formulazione né tanto meno<br />

un’unica soluzione e in ogni caso non è possib<strong>il</strong>e definire procedure o criteri obiettivi<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

esclusivi, né possono essere messe a disposizione tutte le informazioni disponib<strong>il</strong>i su<br />

tutti gli aspetti e tutte le variab<strong>il</strong>i per la soluzione<br />

• Nell’ambito f<strong>il</strong>soofico le ragioni non hanno un valore assoluto, sono possib<strong>il</strong>i<br />

posizioni plurali, controverse, discutib<strong>il</strong>i e decidib<strong>il</strong>i solo con scelte motivate mediante<br />

argomenti.<br />

• Per imparare a f<strong>il</strong>soofare non è sufficiente imparare ad argomentare. Sono le finalità<br />

e le intenzionalità che orientano la definizione degli orizzonti problemtici, gli approcci<br />

cognitivi verso peculiari oggetti di ricerca, che assegnano un ruolo anche all’uso dei<br />

mezzi e dei metodi caratterizzati da razionalità<br />

• Le f<strong>il</strong>osofie si servono di strategie discorsive che comprendono l’insieme dei<br />

processi dimostrativi ed argomentativi di convalida e di controllo del discorso f<strong>il</strong>osofico<br />

Processo di Convalida= non solo ciò che permette di legittimare per un interlocutore<br />

un’asserzione con <strong>il</strong> ragionamento, di provarlo, ma anche tutto ciò che da vicino o da<br />

lontano concorre a dargli lo statuto di vero e di falso in sé… tutti i processi (dalla<br />

dimostrazione, all’argomentazione, alla spiegazione, agli esempi,ecc.) che costituiscono<br />

la struttura globale del ragionamento dell’intero discorso f<strong>il</strong>osofico, attraverso cui<br />

l’autore intende rendere vero o credib<strong>il</strong>e la tesi che sostiene o confutare una tesi diversa<br />

e concorrenziale con la propria<br />

• Nei testi i f<strong>il</strong>osofi tematizzano lo statuto da accordare agli stessi metodi, alla verità,<br />

<strong>ai</strong> modi di convalidare le tesi, per cui è quasi impossib<strong>il</strong>e astrarre un sistema di regole<br />

rigide e universalmente condivisib<strong>il</strong>i da un concreto movimento di autoconvalida e<br />

auto-fondazione delle f<strong>il</strong>osofie<br />

• Sono possib<strong>il</strong>i solo metodi razionali molteplici, validi, disponib<strong>il</strong>i alla critica e alla<br />

confutazione, che rendono possib<strong>il</strong>e la comunicazione argomentata, concettuale e la<br />

ricerca intersoggettiva attraverso <strong>il</strong> confronto<br />

• Nel discorso f<strong>il</strong>osofico vi sono equ<strong>il</strong>ibri diversi tra <strong>il</strong> dominio argomentativodimostrativo<br />

e quello metaforico,analogico,poetico,ecc.<br />

• Il discorso f<strong>il</strong>osofico è un intero in cui giocano molte variab<strong>il</strong>i,in cui la<br />

dimostrazione, l’argomentazione, la logica, hanno un ruolo centrale ma non esclusivo o<br />

monopolistico<br />

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f<strong>il</strong>osofico a scuola”<br />

• ricerca <strong>della</strong> verità su questioni di senso,di valore e di verità con metodi e mezzi<br />

razionali, creando e ut<strong>il</strong>izzando concetti, argomenti, dimostrazioni, discorsi logici, ma<br />

anche metafore, immagini, ……<br />

• Problematizzazione, concettualizzazione, argomentazione, apertura culturale,<br />

esplorazioni <strong>f<strong>il</strong>osofiche</strong>,<br />

• Convince una persona per <strong>il</strong> senso e <strong>il</strong> valore che attribuisce, convince per i criteri di<br />

verità che lo ispirano, ut<strong>il</strong>izzando modelli di razionalità, forme di discorso che tendono<br />

a convalidare le tesi, ut<strong>il</strong>izzando concetti, argomenti, critiche, ragioni, ecc., inferenze<br />

logiche<br />

Il pensiero f<strong>il</strong>osofico tra pensiero narrativo e pensiero paradigmatico<br />

(Bruner): da sv<strong>il</strong>uppare<br />

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