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La customer satisfaction nelle amministrazioni pubbliche - Magellano

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9. Direttiva del Presidente<br />

del Consiglio dei Ministri<br />

11 ottobre 1994.<br />

Il documento di restituzione dei risultati, allora, non può essere fine a<br />

se stesso. In questo senso la <strong>customer</strong> <strong>satisfaction</strong> non è questione di tecniche<br />

e di tecnici, ma appartiene alla strategia dell’amministrazione, in<br />

quanto fornisce indicazioni sostanzialmente correttive all’azione pubblica<br />

e produce effetti che coinvolgono l’intera organizzazione. L’uso delle<br />

indagini sulla soddisfazione dell’utente deve portare concretamente al<br />

miglioramento dell’organizzazione pubblica, a partire dalle priorità che<br />

emergono dallo studio.<br />

I risultati di ritorno, ovvero i feedback acquisiti, pertanto, devono<br />

diventare elementi preziosi per pianificare gli interventi di miglioramento.L’assunzione<br />

degli impegni, di fatto, consente all’amministrazione di<br />

superare la fase di “rilevazione dei bisogni e il grado di soddisfazione per<br />

i servizi”, e di entrare finalmente in quella dell’intervento sui fattori che<br />

determinano la qualità degli stessi 9<br />

Leadership tecnica e amministrativa, pertanto, devono:<br />

Essere concreti nella fase dell’individuazione delle possibili soluzioni ai<br />

problemi che si evidenziano attraverso la rilevazione. Questo significa<br />

che, da una parte, è utile dare un segno del possibile cambiamento ma,<br />

dall’altro, è necessario che le soluzioni che si prospettano siano verosimili<br />

e praticabili.<br />

Così una campagna di comunicazione per rilanciare le funzioni e il<br />

ruolo di un servizio apprezzato ma poco utilizzato dai cittadini può essere<br />

un esempio di intervento di miglioramento che agisce sul livello di<br />

(ri)conoscibilità del servizio quale criticità emersa.<br />

Considerare che per ogni esperienza ci sono tempi giusti e che, a volte,<br />

essere “eversivi” o provocatori non porta a risultati particolarmente utili<br />

o motivanti per le persone coinvolte. Se non ci sono le condizioni adatte<br />

(compresa la volontà dei vertici di apportare dei reali cambiamenti) è<br />

meglio non cimentarsi in un’operazione di questo tipo perché diventa<br />

rischioso innescare dei processi di finto cambiamento.<br />

Le iniziative intraprese devono poi essere sottoposte a verifica attraverso<br />

un sistema di monitoraggio continuo affinché producano i risultati<br />

attesi.<br />

Conclusa la fase Action (ovvero la fase che mette a regime i cambiamenti<br />

relativi al servizio monitorato) il gruppo di miglioramento può<br />

rimettere al giudizio degli utenti le soluzioni organizzative introdotte nel<br />

servizio.<br />

<strong>La</strong> successiva fase di comunicazione dei risultati dovrà sottolineare i<br />

cambiamenti introdotti sull’organizzazione del servizio, evidenziando,<br />

con particolare attenzione, il rapporto (causa/effetto) tra le valutazioni<br />

assegnate precedentemente dai cittadini (fronte esterno) e dal personale<br />

(fronte interno) e gli interventi adottati dall’amministrazione.<br />

L’amministrazione, nel suo complesso, dovrà mostrare di aver fatto<br />

tesoro di quanto espresso dai propri cittadini e utenti per migliorare le<br />

proprie prestazioni e comunicare la capacità di aprirsi ed adeguarsi alle<br />

reali esigenze della società a cui si rivolge.<br />

86 LA CUSTOMER SATISFACTION NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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