La customer satisfaction nelle amministrazioni pubbliche - Magellano
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I dati sono sensibilmente differenti da quelli della tabella 3: in questo caso, tutti i valori sono molto<br />
più vicini tra loro. Eppure, la media aritmetica semplice è la stessa: 4,68.<br />
<strong>La</strong> sintesi evidenziata da un valore medio consente infatti di apprezzare l’ordine di grandezza del<br />
fenomeno, ma non di valutare l’ampiezza delle differenze tra i valori osservati.<br />
E’ quindi necessario considerare, oltre alla media, qualche indicatore di variabilità, al fine di individuare<br />
il livello di dispersione dei dati intorno alla media e di identificare quindi situazioni di eterogeneità<br />
o di omogeneità.<br />
Si chiamano misure di variabilità gli indicatori che consentono di valutare sinteticamente le differenze<br />
tra i valori. <strong>La</strong> più diffusa misura di variabilità è costituita dalla deviazione standard (SD o s),<br />
che è la radice quadrata della media dei quadrati delle differenze tra i singoli valori e la media aritmetica<br />
semplice di questi valori.<br />
Ritornando al caso esposto nella tabella 3, abbiamo:<br />
Tabella 5<br />
Raggiungibilità<br />
Gamma informazioni disponibili<br />
Tempestività<br />
Orari di apertura<br />
Competenza<br />
Cortesia<br />
<strong>La</strong> deviazione standard è la radice quadrata di:<br />
Soddisfazione Scarti dalla media al quadrato<br />
2,4964+0,9604+3,6864+2,9584+5,6644+1,7424 17,5084<br />
————————————————————— = ———— = 2,918<br />
6 6<br />
Quindi, SD = radice quadrata di 2,918 = 1,708<br />
<strong>La</strong> deviazione standard è espressa nella stessa unità di misura dei valori del fenomeno che stiamo studiando. In<br />
questo caso, quindi, 1,708 punti al quadrato, in una scala da 1 a 7.<br />
A questo punto, rimane un problema: la deviazione standard calcolata rappresenta una variabilità forte o debole?<br />
Possiamo solo dire che c’è variabilità, perché in caso contrario SD sarebbe pari a zero (tutti i valori sarebbero<br />
uguali tra loro). Per rispondere correttamente alla domanda precedente, occorre conoscere la massima deviazione<br />
standard possibile, e calcolare quanto è grande la deviazione standard che abbiamo trovato, rispetto al suo<br />
massimo possibile (la situazione di massima variabilità si rileva quando il fenomeno assume soltanto i due valori<br />
più distanti tra loro, ossia il valore minimo e il valore massimo tra quelli possibili: nell’esempio, una parte dei<br />
parametri ha ottenuto 1, la restante parte ha ottenuto 7).<br />
Come individuare il massimo valore che SD può assumere? Si calcola il campo di variazione teorico (differenza<br />
tra il valore massimo possibile e il valore minimo possibile), e si divide per due: questo è il valore della massima<br />
deviazione standard possibile.<br />
Dopo avere individuato la massima deviazione standard teoricamente possibile, è sufficiente rapportare la<br />
deviazione standard effettivamente ottenuta al valore massimo che essa può assumere.<br />
Riprendiamo l’esempio analizzato precedentemente. Il valore massimo possibile della scala è 7, mentre il valore<br />
minimo possibile è 1. Di conseguenza, il campo di variazione teorico è pari a 6. Dividendo per due questo valore,<br />
otteniamo 3. Questa è la massima deviazione standard possibile.<br />
3,7<br />
3,1<br />
6,6<br />
6,4<br />
2,3<br />
6,0<br />
(3,1--4,68) 2 =2,4964<br />
(3,7--4,68) 2 =0,9604<br />
(6,6--4,68) 2 =3,6864<br />
(6,4--4,68) 2 =2,9584<br />
(2,3--4,68) 2 =5,6644<br />
(6,0--4,68) 2 =1,7424<br />
COME RILEVARE LA CUSTOMER SATISFACTION 75