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La customer satisfaction nelle amministrazioni pubbliche - Magellano

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3. DPCM 19/5/1995 in<br />

G.U. 31/5/1995 n° 125<br />

5.3.1 I rischi del “questionario standard”<br />

Vediamo più in dettaglio quali sono le caratteristiche, i limiti, e le<br />

possibilità di utilizzo di modelli di questionario tradizionali sulla rilevazione<br />

del gradimento del servizio in ambito sanitario.<br />

Nel 1995, con l’emanazione dello “Schema di riferimento della<br />

Carta dei Servizi Sanitari” 3 sono stati proposti dei modelli di questionari<br />

per i ricoverati e per gli utenti dei servizi ambulatoriali.<br />

Tuttavia, se in termini culturali l’iniziativa ministeriale ha rappresentato<br />

e favorito una crescita del sistema sanitario italiano per<br />

quanto concerne i temi della centralità del cittadino, della tutela<br />

dei suoi diritti, del miglioramento della qualità percepita, dal<br />

punto di vista metodologico le indicazioni per l’utilizzo dei questionari<br />

non hanno tenuto in debito conto alcune delle criticità<br />

emerse in precedenti sperimentazioni. <strong>La</strong> maggior parte delle Carte<br />

dei Servizi adottate dalla Aziende Sanitarie Locali e ospedaliere, dal<br />

1995 ad oggi, ripropone ancora quegli schemi di questionario; il<br />

rischio è che un loro utilizzo indifferenziato, senza alcuna integrazione<br />

nei contenuti e senza gli accorgimenti metodologici necessari al<br />

corretto utilizzo, riproduca le lacune informative e le difficoltà di<br />

interpretazione che abbiamo evidenziato in precedenza.<br />

Nel processo di individuazione e scelta delle dimensioni della qualità<br />

oggetto di un indagine di soddisfazione dell’utenza è utile ricordare<br />

il principale riferimento normativo, costituito dall’art. 14 del<br />

D.Lgs. 502/92, che si riferisce agli indicatori di qualità “dal lato del<br />

cittadino”, identificando i seguenti aspetti:<br />

• umanizzazione, intesa come la componente relazionale che<br />

accompagna l’erogazione del servizio e che contribuisce a dare<br />

vivibilità al contesto in cui avviene il trattamento;<br />

• personalizzazione dell’assistenza, riferita alla tutela della privacy e<br />

alla qualità delle relazioni interpersonali tra operatori e degenti;<br />

• comfort, riferito alla qualità delle prestazioni alberghiere (dagli<br />

spazi di ricovero al vitto, dall’accessibilità ai servizi accessori e così<br />

via);<br />

• informazione sul servizio offerto (sedi, orari, modalità di accesso)<br />

e sulle procedure di consenso informato;<br />

• prevenzione.<br />

Si tratta di indicatori che, pur esplorando dimensioni rilevanti per<br />

l’utenza, devono essere rilevati direttamente dai servizi, senza necessariamente<br />

indagare sulle loro percezioni richiedendo la loro opinione.<br />

In altri termini, la rilevazione di questo set di indicatori, noti in gergo<br />

tecnico come “ex art. 14”, non richiede il contributo diretto del cittadino,<br />

pur rappresentando uno strumento per la valutazione della<br />

qualità “dal lato del cittadino”, come indica la 502/92; la qualità percepita,<br />

invece, per essere rilevata necessita del contributo diretto delle<br />

persone.<br />

168 LA CUSTOMER SATISFACTION NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

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