La Società Operaia a Silvano d'Orba - archiviostorico.net
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un eroismo”.<br />
Attraverso il caso Giacomo Craffen, invece, veniamo<br />
a conoscenza dell’influenza che le rimesse degli emigrati<br />
ebbero sull’economia del paese (n.891,<br />
10/2/1912). Già la cronaca locale aveva rilevato che<br />
l’Ufficio postale di <strong>Silvano</strong> d’Orba, in seguito al forte<br />
sviluppo dell’emigrazione specie in California, era<br />
diventato una vera banca alla quale affluivano settimanalmente<br />
dall’America circa uno o due vaglia, e che il<br />
movimento di capitali nel 1911 si fosse intensificato a<br />
tal punto che si presumeva un giro di entrate e di uscite<br />
sul milione di lire, mentre i depositi nell’anno successivo<br />
ammontavano intorno al mezzo milione.<br />
Ebbene, la stimata ed integerrima famiglia Craffen, presente<br />
nella vita del paese con una partecipazione che<br />
nel corso della storia abbiamo più volte annotato, si<br />
trova improvvisamente ad affrontare gli effetti di un<br />
fulmine a ciel sereno: oltre alla mortificazione dovuta<br />
alla percezione dell’onorabilità infangata, è costretta a<br />
soggiacere ad un sacrificio economico non indifferente<br />
per fronteggiare l’appropriazione indebita di 10.000<br />
lire dai risparmi postali degli emigrati, perpetrata da<br />
Giacomo Craffen, ufficiale postale, e dilapidate dal<br />
medesimo in sei mesi. Guai che possono succedere<br />
nelle migliori famiglie, come talvolta si usa dire, ma<br />
che devono aver provocato un gran fermento in paese<br />
(n.891, 10/2/1912). <strong>La</strong> povera moglie, pur con il contributo<br />
dell’ig. Ettore Craffen (a cui era intestato l’uffi-<br />
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