La Società Operaia a Silvano d'Orba - archiviostorico.net
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tuita dalle radici familiari: i nonni, i padri, che indirizzano<br />
l’altra parte essenziale, le braccia da lavoro, la<br />
materia prima indispensabile per rendere produttiva la<br />
terra. Si teme la prospettiva di questa fuga di giovani<br />
che lascia un nucleo di vecchi stremati, di donne e<br />
bambini incapaci, “trascinati a stento per i sentieri delle<br />
nostre colline”. I vig<strong>net</strong>i deperiranno, la produzione<br />
diminuirà rapidamente, il prezzo del vino aumenterà<br />
insieme alla miseria.<br />
“Si può ammettere questa soluzione come teoria del<br />
suicidio…” continua Cyrano, “L’emigrazione è il suicidio<br />
morale e finanziario dei nostri paesi, che hanno vita<br />
solo dalle robuste braccia e dal fecondo sudore dei<br />
lavoratori” (n.742, 4/4/1909).<br />
E’ un destino comune a tanti e tanti paesi italiani,<br />
diretto in un primo tempo verso l’Europa, e in seguito<br />
verso le due Americhe. Intorno al 1906 partiva quasi<br />
mezzo milione di emigranti l’anno. Nel 1913 i Paesi<br />
europei e le Americhe ne richiamavano circa 800.000:<br />
quasi mezzo miliardo l’anno di risparmi veniva inviato<br />
alle famiglie residenti in Italia.<br />
Paradossalmente, alla triste odissea a cui sovente<br />
andavano incontro questi lavoratori, troppo poveri ed<br />
ignoranti per sapersi difendere da forme di sfruttamento,<br />
si rese possibile a chi rimaneva di trovare più facilmente<br />
lavoro e con mercedi più remunerative. <strong>La</strong><br />
rimessa di denaro degli emigrati che avevano raggiunto<br />
una modesta agiatezza fu da stimolo al circolo delle<br />
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