La Società Operaia a Silvano d'Orba - archiviostorico.net
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scelta Orchestra Silvanese, “nelle sale della <strong>Società</strong> di<br />
M.S.”. Si parla di sale, lasciando intendere che il vecchio<br />
edificio fosse in grado di accogliere molte persone.<br />
“I baldi giovani e le belle forosette hanno voglia di<br />
sacrificare alla dea Tersicore, a marcio dispetto di chi…<br />
i lettori m’han capito”, commenta lo scrivente che si<br />
firma Ballerino.<br />
Il ballo è una passione autentica dei giovani silvanesi,<br />
contrastata dalla severità degli ambienti clericali che<br />
vedevano in esso lo zampino del Maligno. Possiamo<br />
ravvisare, in questa ed in altre corrispondenze di questo<br />
periodo, la distanza che esisteva tra l’interpretazione<br />
rigida della vita, secondo i precetti della Chiesa, e la<br />
propensione naturale a negare la mortificazione e a<br />
intendere lo svago quale diritto a fruire di un aspetto<br />
giocoso e rassicurante dell’ esistenza. Non si trovano,<br />
per ora, segni di un cattolicesimo progressista, di cui<br />
l’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII (1891) fu<br />
l’espressione ufficiale. Semmai si evidenzia un’ostilità<br />
che traccia il solco verso forme di comportamento che<br />
naturalmente si evolvono. Il precedente è costituito da<br />
una visita di Mons. Igino Bandi, Vescovo di Tortona<br />
(15/11/1896), che non recede dal pronunciare anatemi<br />
contro il ballo che per i Silvanesi “è un’antichissima<br />
tradizione e un lecito, gradito e forse unico passatempo<br />
di cui usiamo con parsimonia e onestamente”.<br />
Questo pensiero fisso del Vescovo contro i balli pubblici<br />
nei quali si vede anche l’emanazione del fronte<br />
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