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ROSSI ORL - SunHope

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<strong>ROSSI</strong> <strong>ORL</strong><br />

DEVIAZIONI DEL SETTO NASALE E EPISTASSI<br />

RINITI ACUTE E CRONICHE<br />

RINOPATIE ALLERGICHE<br />

OZENA<br />

POLIPI NASALI<br />

L'OLFATTO E LE SUE TURBE<br />

ANATOMIA DELLE FOSSE E DEI SENI PARANASALI<br />

SINUSITI ACUTE E CRONICHE<br />

ANATOMIA E FISIOLOGIA ORECCHIO<br />

MALATTIE DELL'ORECCHIO ESTERNO<br />

SEMEIOTICA OTOLOGICA E AUDIOLOGICA E VESTIBOLARE<br />

CROUP E PSEUDO CROUP<br />

OTITI MEDIE CATARRALI ACUTE E CRONICHE<br />

SALPINGITI ACUTE E CRONICHE<br />

COMPLICANZE ENDOCRANICHE DELLE OTITI MEDIE<br />

MASTOIDITI ACUTE E CRONICHE<br />

LABIRINTITI E LABIRINOSI<br />

SINDROME DI MENIERE<br />

OTOSCLEROSI<br />

ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL FARINGE<br />

ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA LARINGE<br />

PATOLOGIA DELLE TONSILLE<br />

TUMORI DELLA BASE DELLA LINGUA<br />

TUMORI MALIGNI DELLA FARINGE<br />

LARINGITI ACUTE<br />

LARINGITI CRONICHE<br />

PARALISI LARINGEE RICORRENZIALI E NON RICORRENZIALI<br />

NEOFORMAZIONI BENIGNE E MALIGNE DEL LARINGE<br />

TUMORI DEL MASSICCIO FACCIALE


DEVIAZIONI DEL SETTO NASALE<br />

In seguito a disarmonico sviluppo dello scheletro facciale probabilmente dovuto all’ampiezza<br />

dell’angolo formato tra base del cranio e colonna vertebrale.<br />

Si associa spesso a palato ogivale.<br />

Molte di queste malformazioni sono di origine traumatica. (specie traumi infantili)<br />

Sintomatologia:<br />

• Ostruzione respiratoria uni o bilaterale in seguito al turgore della mucosa dei turbinati con<br />

ripercussioni sulle vie aeree inferiori,sulla tromba di Eustachio e quindi sull’orecchio medio.<br />

• Sublussazioni della cartilagine quadrangolare o dislocazioni della stessa<br />

TERAPIA<br />

Chirurgica con interventi di rinoplastica<br />

Effettuati dopo i 15­16 anni per permettere allo scheletro naso facciale di raggiungere il suo<br />

definitivo sviluppo.<br />

Nei bambini si può ricorrere alla riposizione del setto: consiste nel rimettere e contenere sulla linea<br />

mediana le parti dislocate o deformi senza la loro asportazione totale.<br />

EPISTASSI<br />

Essenziale: senza causa apparente<br />

Sintomatica: di malattie locali o generali<br />

Nella maggior parte dei casi deriva dal setto nasale<br />

Locus valsalvae: zona di anastomosi dei rami terminali della carotide esterna e rami terminali della<br />

carotide interna. Situato nella parte antero inferiore del setto ad 1 cm dal pavimento della fossa<br />

nasale e ad un paio di cm dalle narici.<br />

Epistassi anteriori: nascono dal locus valsalvae<br />

Epistassi posteriori: in corrispondenza della parte posteriore del vomere (anastomosi della sfenopalatina<br />

con la palatina maggiore) o in corrispondenza della zona del Woodrff sulla parete laterale<br />

delle fosse nasali nel terzo posteriore del meato inferiore.<br />

Epistassi sintomatica:<br />

da cause generali:<br />

1. Ipertensione arteriosa<br />

2. Cardiopatie<br />

3. Diabete<br />

4. Malattie infettive<br />

5. Deficienze vitaminiche<br />

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6. Empatie<br />

7. Disfunzioni endocrine<br />

Da cause locali:<br />

• Traumi<br />

• Corpi estranei<br />

• Varici del locus valsalvae<br />

• Polipi sanguinanti<br />

• Neoplasie<br />

TERAPIA<br />

Provvedimenti urgenti per arrestare l’emorragia:<br />

• tamponamento se emorragia per delimitata ad una zona<br />

• tamponamento posteriore se emorragia posteriore<br />

• causticazione termica se emorragia arteriosa di piccolo vaso<br />

• causticazione chimica se emorragia venosa.<br />

• Nel caso di grave emorragia posteriore non dominata dal tamponamento si dovrà procedere<br />

all’allacciamento della carotide esterna o della mascellare interna se l’emorragia deriva dai<br />

rami dell’arteria sfeno­palatina.<br />

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RINITI ACUTE E CRONICHE<br />

Infiammazione acuta o cronica di natura infettiva.<br />

rinopatie: processi morbosi a carico della mucosa nasale che ne alterano irreversibilmente la natura<br />

anatomo patologica.<br />

Classificazione riniti<br />

ACUTE:<br />

Rinite acuta epidemica (raffreddore comune)<br />

Interessa mucosa nasale e mucosa dei seni paranasali.<br />

Dovuta a Rhino­virus , virus para­influenzali o a RSV.<br />

Contagio per mezzo delle goccioline di Pflugger con la tosse e con gli starnuti nel primo periodo di<br />

malattia.<br />

Andamento epidemico o stagionale<br />

Fattori predisponenti:<br />

• cause perfrigeranti (freddo umido)<br />

• fattori organici (affaticamento,convalescenza,iponutrizione)<br />

• fattori locali (ipertrofia adenoidea, ridotto potere difensivo del muco)<br />

PATOGENESI<br />

Incubazione 1­3 gg<br />

8. stadio prodromico: bruciore dell’oro­faringe e del rinofaringe<br />

9. stadio virale (da poche ore a 2 gg): malessere,ottundimento,starnuti,rinorrea<br />

sierosa,lacrimazione,difficoltà di respirazione, anosmia<br />

10. stadio secretivo (2­6 gg): con secrezione nasale torbida per sovrapposizione batterica,spesso<br />

con occlusione tubarica<br />

11. stadio risolutivo (2­3 gg): progressiva scomparsa della sintomatologia<br />

prognosi buona<br />

TERAPIA<br />

Sintomatica ed asepcifica<br />

Buoni risultati con aspirina e vitamina C<br />

Riniti acute sintomatiche<br />

Presenti all’esordio di malattie virali e batteriche (morbillo,tifo,poliomielite,meningite,varicella<br />

influenza ecc.)<br />

Si sovrappongono alla sintomatologia generale con eventuali complicanze sinusali,otitiche,<br />

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tracheobronchitiche.<br />

Necessaria terapia antibiotica adeguata.<br />

Riniti acute batteriche<br />

Forma:<br />

• erisipelatosa: da estensione endonasale del processo faciale<br />

• difterica: da localizzazione endonasale dell’infezione difterica con presenza di pseudo<br />

membrane caratteristiche sulla mucosa nasale congesta. Fetore caratteristico e rinorrea sieropurulenta<br />

con secreto emorragico.<br />

CRONICHE<br />

Si instaurano quasi sempre a seguito di riniti acute recidivanti in soggetti predisposti<br />

Caratterizzati da secrezione catarrale e muco­purulenta.<br />

Il catarro,presente in seguito a ristagno nelle fosse nasali superiori, se ingoiato, può provocare<br />

infiammazioni croniche delle vie aeree inferiori o disturbi gastro intestinali.<br />

Le riniti croniche esitano in rinopatia atrofica o ipertrofica.<br />

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RINOPATIE ALLERGICHE<br />

Allergeni sensibilizzano la mucosa formazione complessi antigene­anticorpoliberazione<br />

istamina<br />

Ciò avviene solo in soggetti predisposti (diatesi allergica) con deficit del sistema istamino­pessico<br />

Allergeni: pollini,polvere,spore fungine<br />

Forme stagionali o aperiodiche<br />

Pseudo allergie: la libreazione di sostanze istaminosimili non è dovuta alla formazione di complessi<br />

antigeni­anticorpi<br />

Sintomi.<br />

• Prurito nasale<br />

• Starnuti in serie<br />

• Idrorrea nasale<br />

• Difficoltà di respirazione nasale<br />

• Anosmia<br />

• Lacrimazione<br />

• Cefalea<br />

• Iperemia congiuntivele<br />

In seguito si instaura ipertrofia della mucosa nasale e sinusale, con formazione di pseudo polipi.<br />

Secrezione mucopurulenta nel caso di sovrapposizione batterica.<br />

A volte la secrezione purulenta può discendere nelle vie aeree inferiori interessando laringe,trachea<br />

e bronchi.<br />

DIAGNOSI<br />

• Criteri anamnestici<br />

• Esame citologico del secreto nasale (aumento eosinofili in periodi critici)<br />

• Test cutaneo all’istamina (positivo anche alla diluizione di 1:100.000)<br />

TERAPIA<br />

Sintomatica durante periodo critico con:<br />

• Vasocostrittori<br />

• Cortisonici<br />

• Antistaminici<br />

Terapia desensibilizzante specifica<br />

RINITE PSEUDO­ALLERGICA<br />

Scatenata da stimoli aspecifici endogeni od esogeni che agendo su terreno predisposto(deficit del<br />

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potere istamino­pessico del siero) con meccanismo nervoso riflesso, attraverso danno cellulare,<br />

determinano la liberazione di istamina con conseguente rinite.<br />

Stimoli aspecifici:<br />

• endogeni:stress emotivi,squilibri neurovegetativi,menopausa,tensione<br />

premestruale,distiroidismo<br />

• esogeni: variazioni della temperatura ambientale, esposizione prolungata al sole, ai raggi<br />

UV, inalazione di polveri<br />

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OZENA<br />

(o rinopatia atrofica ozenatosa)<br />

Stato morboso caratterizzato dalla triade:<br />

• atrofia della mucosa<br />

• fetore caratteristico delle grosse croste giallo­verdastre che ricoprono la mucosa. Possono<br />

essere facilmente asportate.<br />

• atrofia ossea (soprattutto turbinato inferiore)<br />

Spesso anche cefalea frontale e ostruzione respiratoria nasale.<br />

L’ingestione delle croste porta a gravi fatti dispeptici ed è possibile un sovraimpianto batterico con<br />

interessamento anche della tromba di Eustachio.<br />

ha carattere familiare<br />

frequente in razza gialla<br />

colpisce in prevalenza donne alla pubertà, peggiora durante la gravidanza e si arresta nell’età senile.<br />

Numerose ipotesi eziopatogenetiche, spesso concomitanti(predisposizione ereditaria,infettivo ecc.)<br />

PATOGENESI<br />

La mucosa va incontro a metaplasia con trasformazione in epitelio piatto pluristratificato cornificato<br />

con perdita delle ciglia vibratili e delle cellule mucipare.<br />

Il processo infiammatorio cronico evolve lentamente verso la sclerosi con ridotto apporto ematico<br />

sottomucoso che interessa anche l’osso con conseguente riassorbimento lacunare progressivo.<br />

La mancanza di movimento ciliare insieme all’aumento del diametro delle fosse nasali determinano<br />

il ristagno della pur ridotta secrezione ansale e conseguente evaporazione dell’acqua che contiene<br />

si formano così le croste che in seguito vanno incontro a processi proteolitici a cui è legato il fetore<br />

caratteristico.<br />

TERAPIA<br />

• Lavaggio tiepido alcalino debole per allontanare le croste dopo averle ammorbidite con<br />

impacchi di acido borico diluito<br />

• Inlazioni per os di ac.nicotinico (azione trofica e stimolante sulla mucosa)<br />

• Terapia generale con estratti epatici,prodotti iodici e multivitaminici<br />

• Soggiorno in clima marino<br />

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POLIPI NASALI<br />

La mucosa che riveste le cellule etmoidali quando va incontro a processi edematosi e di alterazione<br />

della permeabilità vasale,aumenta di volume e poiché non può essere contenuta nelle cellule stesse,<br />

si estroflette attraverso l’ostio dei meati nelle cavità nasali andando ad occuparle come polipo<br />

nasale.<br />

Anatomia polipi nasali:<br />

• parte piccola nella cellula etmoidale<br />

• colletto in corrispondenza dell’ostio (tra cellula etmoidale e meato)<br />

• porzione più grande nel meato (osservabile all’esame rinoscopico anteriore)<br />

generalmente sono presenti nelle riniti allergiche e nelle poliposi nasali<br />

TERAPIA<br />

• Vasocostrittori<br />

• Cortisonici<br />

• Antistaminici<br />

• Chirurgia radicale<br />

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L’OLFATTO E LE SUE TURBE<br />

L’uomo non è in grado di discriminare i singoli componenti di una sensazione odorosa complessa.<br />

E’ invece capace di discriminare gli stimoli odoriferi dannosi.<br />

Area olfattoria: Situata nella volta delle cavità nasali.<br />

Mucosa olfattoria: costituita da epitelio cilindrico pseudo­stratificato privo di ciglia che poggia<br />

direttamente sul corion. Contiene numerose ghiandole tubulo­acinose sierose (o di Bowman)<br />

I peluzzi olfattivi attraversano questa mucosa e si affacciano nel meato costituendo il primo neurone<br />

della via olfattiva.I peluzzi olfattivi si dipartono dalle cellule di Schultze e con esse formano il<br />

primo neuroneil secondo neurone è costituito dalle cellule mitrali e a pennacchio con il II<br />

neurone inizia la via olfattiva centrale che attraverso la banderilla olfattoria giunge al erigono<br />

olfattorio (area olfattiva primaria) di qui attraverso le striscie olfattorie raggiunge dell’area<br />

olfattoria centrale nella corteccia pre­ippocampica ecc.<br />

Caratteristiche sostanza odorosa:<br />

12. Volatile<br />

13. Liposolubile<br />

14. Idrosolubile<br />

Gli odori si distinguono,a seconda dei recettori in grado di stimolare, in:<br />

• OLFATTORI PURI: caffè ,alcool feniletilico<br />

• OLFATTO­TRIGEMINALI: guaiacolo,mentolo<br />

• OLFATTO­GUSTATIVI: vaniglina<br />

• OLFATTO­GUSTATIVI­TRIGEMINALI: piridina<br />

L’olfatto è facile all’adattamento.<br />

MODIFICAZIONI DELLA FUNZIONE OLFATTIVA<br />

QUALITATIVE<br />

• Parosmia: percezione di un odore che non esiste(allucinazione olfattiva) o percezione<br />

erronea di uno che esiste.<br />

Causate da:<br />

12. Affezioni del SNC<br />

13. Nevrite del nervo olfattivo<br />

14. Diabete grave<br />

15. Intossicazioni da piombo e da antipirina<br />

16. Gravidanza<br />

17. Influenza<br />

• Cacosmia vera o soggettiva: trasformazione di una sensazione odorosa piacevole in una<br />

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spiacevole.<br />

• Cacosmia falsa o oggettiva:non legata a disturbi dell’olfatto,ma dovuta a presenza di corpi<br />

estranei nasali, tonsilliti caseose, bronchiti ecc.<br />

QUANTITATIVE<br />

• Iperosmia: esagerazione della sensibilità olfattiva<br />

• Ipossia: perdita parziale della capacità di percepire uno o più odori<br />

• Anosmia: perdita completa transitoria o permanente della capacità di percepire uno o più<br />

odori.<br />

Possono essere mono o bilaterali.<br />

Cause:<br />

• Meccaniche: polipi etmoidali, tumori nasali e rinofaringei<br />

• Traumatiche<br />

• Nevriti infettive: tifo,influenza, difterite<br />

• Tossiche: varie sostanze<br />

• Atrofia della mucosa olfattiva<br />

• Degenerazioni delle vie e dei centri nervosi<br />

• Emorragie<br />

• Neoplasia<br />

• Congenite per deficiente sviluppo delle vie,dei bulbi e dei centri olfattivi (rare)<br />

TERAPIA<br />

Chirurgica<br />

vitamina A,B1,B12 o del complesso B<br />

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ANATOMIA DELLE FOSSE NASALI E DEI SENI<br />

PARANASALI<br />

FOSSE NASALI<br />

4 pareti per cavità nasale:<br />

• Parete mediale o setto (comune alle due cavità)<br />

• Parete inferiore o pavimento: anteriormente processo palatino del mascellare e nel suo 4°<br />

posteriore dalla lamina orizzontale dell’osso palatino<br />

• Parete laterale: presenta 3 ripiegature verticali della mucosa sostenute da una lamina ossea e<br />

che prendono il nome di cornetti inferiore,medio e superiore<br />

• Parete superiore o volta: formata dalla faccia posteriore delle cartilagini laterali e delle ossa<br />

nasali, dal frontale, dalla lamina cribrosa dell’etmoide e dal corpo dello sfenoide.<br />

Posteriormente abbiamo la coana che collega le cavità nasali al rinofaringe.<br />

SENI PARANASALI<br />

• Seno mascellare<br />

• Seno frontale<br />

• Etmoide<br />

• Seno sfenoidale<br />

Etmoide<br />

Le masse laterali dell’etmoide costituiscono i labirinti etmoidali, insieme di 7­9 cavità pneumatiche.<br />

Tutte le cellule etmoidali sono in comunicazione con la cavità nasale omolaterale per mezzo di un<br />

meato.<br />

Seni frontali<br />

Di dimensioni variabili<br />

Seni mascellari<br />

A forma di piramidi quadrangolari con le pareti:<br />

• Anteriore o canica<br />

• Superiore od orbitaria<br />

• Posteriore<br />

• Inferiore<br />

Comunicano con il meato attraverso un canale<br />

Seni sfenoidali<br />

Sono separati da un setto antero posteriore non mediano<br />

La parete laterale di ciascun seno è in rapporto con seno cavernoso e carotide interna,canale ottico e<br />

fessura orbitaria superiore.<br />

La parete superiore con sella turgica ed ipofisi e chiasma ottico<br />

La parete inferiore corrisponde alla volta del rinofaringe.<br />

La mucosa che riveste le cavità sinusali è una continuazione diretta della mucosa nasale<br />

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FUNZIONI CAVITA’ SINUSALI<br />

• Alleggerimento delle ossa craniche<br />

• Cavità di risonanza<br />

• Protezione da traumi<br />

• Assorbimento vibrazioni sonore da fonazione e masticazione<br />

• Isolamento termico<br />

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SINUTITI ACUTE E CRONICHE<br />

SINUSITI ACUTE<br />

Processo infiammatorio acuto che colpisce un seno paranasale<br />

Esito in guarigione clinica e anatomo patologica<br />

Forme di sinusite acuta:<br />

1. sinusite acuta catarrale,purulena,ulcero­necrotica<br />

secondarie ad infezioni nasali<br />

soprattutto negli adulti<br />

L’infezione si propaga ai seni paranasali attraverso gli ostii che in condizioni fisiologiche drenano i<br />

rispettivi senigli ostii congesti si riducono con conseguente ristagno nei seni della secrezione<br />

mucosa e insediamento microbico.<br />

Eziologia sinusiti:<br />

• pneumococco<br />

• streptococchi<br />

• Emoseno: versamento ematico nel seno. In seguito a traumi.<br />

Forma catarrale: accompagna il raffreddore con cefalea,rinorrea sierosa o mucosa abbondante.<br />

Benigna<br />

Forma purulenta: dovuto ad occlusione degli ostii e con conseguente raccolta che determina la<br />

compressione delle terminazioni nervose dei seni paranasali e quindi vivo dolore.<br />

Punti di dolorabilità alla compressione:<br />

Zona di emergenza del nervo sottorbitariosinusite mascellare<br />

Zona di emergenza del nervo sovra­orbitario o la troclea del muscolo obliquo<br />

superiore,punto di Ewingsinusite frontale<br />

zona in corrispondenza del punto lacrimale, punto di Grunwaldsinusite etmoidale<br />

Altri sintomi:<br />

• torpore intellettuale<br />

• fotofobia<br />

• febbre<br />

• rinorrea<br />

Diafanoscopia: ridotta o mancata transilluminazione dei seni coinvolti nella sinusite<br />

Forma ulcero­necrotica:si manifesta nel corso di malattie infettive (morbillo,scarlattina)<br />

Sintomi generali:<br />

• cefalea<br />

• malessere<br />

• febbre<br />

sintomi locali:<br />

• complicanze osteomielitiche<br />

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• complicanze endocraniche<br />

• complicanze orbitarie<br />

TERAPIA<br />

Tutte passibili di restitutio ad integrum escluse le forme ulcero­necrotiche<br />

Medica<br />

Drenaggi possibili solo dopo il superamento della fase acuta<br />

2. sinusite odontogena<br />

In seguito ad estrazioni dentarie ai premolari e molari, e in corso di granulomi apicali<br />

Il processo suppurativo resta limitato al seno mascellare<br />

3. osteomielite del mascellare superiore<br />

infezione dentaria che si propaga al seno mascellare<br />

prevalente in lattanti in epoca della dentizione<br />

sintomatologia:<br />

• febbre elevata<br />

• immediata raccolta ascessuale che tende ad esteriorizzarsi nella fossa canina o al sacco<br />

lacrimale<br />

• tumefazione ed edema delle guance, della regione orbitaria e della radice del naso.<br />

• Rinopiorrea unilaterale<br />

• Fenomeni dispeptici per l’ingestione di materiale purulento<br />

TERAPIA<br />

Antibiotici e sulfamidici<br />

Drenaggio dell’ascesso<br />

4. etmoidite acuta infantile<br />

tende ad esteriorizzarsi verso la regione orbitaria<br />

sintomatologia:<br />

• edema della palpebra superiore ed inferiore<br />

• cremosi congiuntivele<br />

• bulbo oculare spostato all’esterno ed in avanti<br />

• scarsi sintomi nasali<br />

• rialzo termico<br />

Nell’adulto invece i segni clinici sono coperti dai segni provocati dagli altri seni paranasali<br />

TERAPIA<br />

Antibiotici e sulfamidici<br />

Drenaggio dell’ascesso<br />

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SINUSITI CRONICHE<br />

Interessamento monosinusale<br />

Spesso fa seguito a processi sinusitici recidivanti acuti o sub­acuti, altre volte da esiti di sinusiti<br />

acuta ulcero­necrotica.<br />

Compartecipazione costante dell’etmoide<br />

Forme:<br />

• etmoido­frontali<br />

• etmoido mascellari<br />

• etmoido­sfenoidali<br />

1. sinusiti cronica etmoido­frontale<br />

forma purulenta da difettoso drenaggio del seno frontale<br />

Può insorgere in seguito a un banale raffreddore che blocca il drenaggio spontaneo.<br />

sintomatologia:<br />

15. rinopiorrea unilaterale<br />

16. senso di peso e tensione dolorosa frontale<br />

17. dolore al mattino all’angolo supero interno dell’orbita che si attenua nel pomeriggio<br />

18. dolore non violento evocato alla pressione nel punto di emergenza del nervo sopraorbitale<br />

(punto di Ewing e Grunwald)<br />

TERAPIA<br />

Interveto dipo Taptas: intervento sull’etmoide per creare nuove vie di drenaggio tra seni frontale e<br />

cavità nasali<br />

2. sinusite cronica etmoido­mascellare<br />

spesso da causa odontogena<br />

sintomatologia:<br />

• rinopiorrea unilaterale<br />

• assenza di dolore<br />

• senso di pesantezza mascellare<br />

• cefalea frontale o diffusa specie al mattino<br />

• segno di Frankel: dopo l’evacuazione nasale ricompare il pus nel meato medio.<br />

• Segno di Kauffman: raddoppiamento del turbinato medio dovuto a reazione edematosa del<br />

meato medio<br />

• Bronchiectasie o processi infiammatori cronici delle vie aeree inferiori per discesa le pus<br />

• Turbe dispeptiche per deglutizione del pus<br />

DIAGNOSI<br />

Anamnesi ed EO<br />

Diafanoscopia<br />

Esame Rx<br />

Stratigrafia<br />

Puntura diameatica (per esame raccolta,drenaggio o lavaggio e terapia)<br />

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TERAPIA<br />

Chirurgica: creare un’ampia via di drenaggio tra seno mascellare e cavità nasale<br />

3. sinusite cronica etmoido­sfenoidale<br />

sintomatologia:<br />

• dolore non violento al centro della testa,continuo e gravativi, al vertice o in regione<br />

occipitale che s’irradia fino alla nuca e alla spalla<br />

• rinopiorrea con continuo bisogno di deglutire materiale purulento<br />

• complicanze infettive faringo­laringo­tracheo­bronchiali<br />

• talvolta il pus in rinofaringe può rapprendersi in croste con emissione di cattivo<br />

odore<br />

TERAPIA<br />

Drenaggio per via trans­settale<br />

Spesso si pratica l’apertura dell’etmoide per via endonasale per creare un’unica cavità etmoidosfenoidale.<br />

COMPLICANZE DELLE SINUSITI<br />

Si manifestano raramente in coincidenza di forme acute di tipo ulcero necrotico<br />

(morbillo,scarlattina)<br />

Più frequenti durante riacutizzazione di una sinusite cronica sfenoidale o frontale.<br />

Ossee:<br />

• osteomielite frontale<br />

endocraniche:<br />

• leptomeningite purulenta<br />

• ascesso cerebrale<br />

• tromboflebiti (dei seni)<br />

orbitarie:<br />

• ascesso e flemmone orbitari<br />

• nevrite ottica retrobulbare<br />

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ANATOMIA E FISIOLOGIA ORECCHIO<br />

STIMOLI ACUSTICI: energia meccanica vibratoria trasportata dall’orecchio e trasformata in<br />

energia nervosa. Misurata in dB<br />

Via acustica afferente o centripeta<br />

Dopo che lo stimolo acustico ha determinato la vibrazione della staffa l’energia vibratoria scatena<br />

sulle cellule acustiche un processo biochimico di depolarizzazione e quindi si ha passaggio di<br />

energia nervosa dalla cellula acustica alla terminazione di tipo afferente.<br />

Dalle cellule acustiche quindi attraverso l’organo del Corti nel Ganglio Spirale del Corti (il ganglio<br />

spirale del Corti è contenuto nel canale di Rosenthal).<br />

Il ramo cocleare del nervo acustico fa stazione a livello del ponte con una parte delle fibre nel<br />

Nucleo Cocleare Ventrale e un po’ più in alto nel Nucleo Cocleare Dorsale.<br />

Da queste due stazioni alcune fibre risalgono diventando controlaterali , altre dallo stesso lato.<br />

In particolare dal NCV al complesso olivare superiore di entrambi i lati quindi attraverso i<br />

lemnischi laterali con stazione intermedia di alcune fibre nel nucleo del lemnisco laterale, si portano<br />

ai tubercoli quadrigemini inferiori,da qui ai corpi genicolati mediali e quindi alle aree acustiche.<br />

Le aree acustiche sono: l’area acustica primaria nella corteccia del lobo temporale in<br />

corrispondenza delle circonvoluzioni trasversali di Heschl (area 41 di Brodmann) e le aree acustiche<br />

secondarie nella stessa zona (aree 52 e 22 di Brodmann).<br />

Pressoché simile percorso hanno le fibre provenienti dal NCD.<br />

Via acustica efferente o centrifuga<br />

Questa via inizia nell’area acustica primaria e in quelle secondarie circostanti e con decorso in parte<br />

diretto e in parte controlaterale si proietta sul complesso olivare superiore.<br />

Da questo complesso nascono le fibre olivo cocleari che si collegano alle cellule acustiche del Corti.<br />

Per mezzo di tale via il SNC è in grado di modificare le caratteristiche funzionali delle unità<br />

sensoriali adattandole alle necessità ambientali.<br />

Fra queste l’interdipendenza cocleare: lo stimolo giunto ad un solo orecchio è capace di determinare<br />

la modificazione delle caratteristiche funzionali dell’organo del Corti controlaterale.<br />

ANATOMIA ORECCHIO ESTERNO<br />

Può essere considerato :<br />

padiglione auricolare<br />

condotto o meato acustico esterno : presenta 4 pareti ed è costituito da una porzione cartilaginea più<br />

esterna che si continua per mezzo di un istmo in quella più interna ossea. Funziona come<br />

risuonatore per determinare le frequenze<br />

ANATOMIA ORECCHIO MEDIO<br />

È costituito da una serie di cavità e può essere suddiviso in:<br />

19. anteriore: costituito dalla tuba di Eustachio che mette in comunicazione l’orecchio medio<br />

con la faringe.<br />

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20. Media o cavo del timpano: si prolunga in alto con il recesso ototimpanico. La maggior parte<br />

della catena degli ossicini è concentrata nell’epitimpano. La mucosa che riveste gli ossicini e<br />

le pareti dell’orecchio medio determina la divisione dell’epitimpano in varie cavità e recessi.<br />

La parte laterale membranosa del cavo del timpano è costituita dal timpano stesso che per<br />

mezzo del suo anello perimetrale s’incastra nell’osso timpanico. Il timpano risulta costituito<br />

da una pars flaccida e da una pars condensa.<br />

Catena degli ossicini<br />

• martello: costituito da testa che si articola con l’incudine, collo e manico che è fissato alla<br />

membrana timpanica<br />

• Incudine: costituita da un corpo e da due apofisi , una breve e una lunga<br />

• Staffa: costituita da testa, collo e due piccoli archi che si portano verso la platina che è<br />

contenuta nella finestra ovale. Fra platina della staffa e finestra ovale è interposto un anello<br />

fibroso detto legamento anulare della staffa<br />

Gli ossicini presentano tre articolazioni fisse ed alcuni legamenti che collegano questi al cavo del<br />

timpano.<br />

Inoltre abbiamo la presenza di 2 muscoli con funzione regolatrice e protettiva con irrigidimento<br />

della catena in caso di contemporanea contrazione:<br />

• tensore del timpano: si innesta sul martello ed è innervato dal trigemino.La sua singola<br />

contrazione favorirebbe la trasmissione dei suoni acuti.<br />

• il muscolo stapedio: è contenuto in una piccola sporgenza ossea detta eminenza piramidale.<br />

Si inserisce sul lato della staffa ed è innervato dal faciale. La sua contrazione determina il<br />

minore affondamento della staffa nella finestra ovale. La sua singola contrazione favorirebbe<br />

la trasmissione dei suoni gravi.<br />

APPARATO MASTOIDEO<br />

Lo stimolo acustico dopo esser giunto al timpano ,viene trasmesso e per via meccanica attraverso la<br />

catena degli ossicini alla finestra ovale, e per via aerea contemporaneamente alla finestra rotonda<br />

(quindi in assenza della catena ossiculare può esserci capacità uditiva anche se diminuita)<br />

ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL LABIRINTO ANTERIORE E POSTERIORE<br />

L’orecchio interno può essere considerato formato da 2 parti:<br />

• labirinto anteriore: comprende la coclea sia membranosa che ossea<br />

• il labirinto posteriore che comprende sia la porzione ossea che membranosa dei canali<br />

semicircolari.<br />

Subito dietro alla staffa troviamo il vestibolo che contiene le formazioni membranose costituite da<br />

utricolo e sacculo. Da questa cavità si dipartono posteriormente i canali semicircolari ed<br />

anteriormente il canale spirale della chiocciola.<br />

Il labirinto osseo è in comunicazione con la cavità timpanica per mezzo della finestra ovale e per<br />

mezzo della finestra rotonda chiusa dalla membrana secondaria del timpano ( o di Scarpa).<br />

Il vestibolo comunica con l’endocranio per mezzo del canale osseo (acquedotto del vestibolo) che<br />

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dà passaggio al canale endolinfatico.<br />

Il labirinto membranoso è più piccolo delle cavità ossee che lo contengono e fra la struttura<br />

membranosa e la ossea (cioè nello spazio perilinfatico) scorre la perilinfa, mentre all’interno della<br />

struttura membranosa si trova l’endolinfa.<br />

Il canale cocleare che contiene l’endolinfa dop aver ricevuto il canale di Hensen che lo collega al<br />

sacculo, si impegna nel labirinto osseo anteriore (chiocciola ossea) percorrendone i 3 giri<br />

(basale,intermedio e apicale) per poi terminare a fondo cieco. All’interno della chiocciola la divide<br />

in due settori: scala vestibolare e scala timpanica che comunicano tra loro all’apice della chiocciola.<br />

La pressione esercitata dalla staffa si trasmette alla perilinfa della scala vestibolare, raggiunge<br />

l’apice o elicotrema e ridiscende lungo la scala timpanica provocando l’estroflessione della<br />

membrana di Scarpa che chiude la finestra rotonda al di sotto dell’ovale. Le oscillazioni della<br />

membrana rotonda uguali ed opposti a quella della finestra ovale ,permettono alla perilinfa di<br />

imprimere alla membrana basilare un movimento “ondulatorio” che si traduce in un’onda migrante<br />

con caratteristiche diverse da suono a suono. L’organo del Corti ,situato sulla membrana basilare,<br />

viene sottoposto ad un movimento rotatorio avente le stesse caratteristiche dell’onda<br />

migrante.Questo movimento ondulatorio ,modificando la pressione sui peli acustici dell’organo del<br />

Corti determina la depolarizzazione della membrana cellulare delle cellule acustiche e quindi il<br />

passaggio dell’impulso nervoso dalla cellula acustica alla terminazione nervosa di tipo afferente.<br />

Nel giro basale l’Organo del Corti registra suoni acuti.<br />

Nel giro apicale registra suoni bassi.<br />

Nel giro intermedio registra suoni intermedi.<br />

Complessi meccanismi inibitori permettono il passaggio solo dei segnali dotati di caratteristiche<br />

maggiormente significative.<br />

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MALATTIE DELL’ORECCHIO ESTERNO<br />

MALFORMAZIONI CONGENITE<br />

Coloboma<br />

Malformazione del padiglione auricolare che può presentare o assenza del lobulo oppure<br />

suddivisione del lobulo in due parti,anteriore e posteriore.<br />

Fistole congenite del padiglione<br />

Sono dovute a persistenze di residui del primo solco bronchiale<br />

Aplasia o ipoplasia auricolare<br />

Causate dall’uso di talidomide in donne dal 35° al 46° giorno di gestazione<br />

Atresia del meato acustico esterno<br />

Può essere fibrosa o ossea, a seconda che il meato acustico esterno sia ostruito da tessuto fibroso od<br />

osseo. Spesso associata a aplasia o ipoplasia auricolare e a malformazione della catena ossiculare.<br />

ANOMALIE DI SVILUPPO<br />

Macrotia e microtia<br />

Esagerato o insufficiente sviluppo del padiglione auricolare che può essere unilaterale o bilaterale<br />

Orecchio ad ansa<br />

Ampiezza esagerata dell’angolo agricolo temporale, tra faccia mediale del padiglione e superficie<br />

mastoidea.<br />

DERMATITI E DERMATOSI<br />

Eczema<br />

Colpisce prevalentemente il meato acustico esterno e il padiglione auricolare.In genere bilaterale.<br />

Processo dermo­epidermico di natura disreattiva provocato da sostanze esogene in soggetti con stato<br />

allergico generale o locale.<br />

Evoluzione dell’eczema (5 fasi):<br />

• eritematosa<br />

• vescicolare<br />

• essudativa<br />

• crostosa<br />

• desquamativa<br />

Può guarire o evolvere in forma sub­acuta con episodi di remissione o riacutizzazione o in forma<br />

cronica torpida con desquamazione continua.<br />

Il condotto uditivo appare ristretto per l’infiltrazione infiammatoria.<br />

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Nella forma cronica la cute del condotto appare rigida ,sottile con piccole e sottili squame<br />

biancastre.<br />

Terapia: generale con correzione delle turbe gastroepatiche e allontanamento di eventuali allergeni.<br />

Nelle forme croniche: cortisonici. Anche roentgenterapia.<br />

Impetigine<br />

Formazione di pustole o bolle purulente su cute sana.<br />

L’essudato che fuoriesce forma croste giallastre. Non residuano cicatrici.<br />

Accompagnata sempre da cospicua adenopatia satellite<br />

Eziologia: streptococco, stafilococco o polimicrobica.<br />

Erisipela<br />

Infiammazione acuta del derma dovuta a streptococco.<br />

Cute arrossata, lucida, con edema della zona interessata con margine netto. L’arrossamento si<br />

diffonde eccentricamente. (zona centrale in regressione e periferica arrossata). Sulla chiazza<br />

possono formarsi bolle (erisipela bollosa)<br />

Insorgenza con febbre elevata,cefalea,brividi e malessere generale.<br />

Pericondrite e condrite<br />

Processo infiammatorio con possibile formazione di una raccolta ascessuale tra pericondrio e<br />

cartilagine.<br />

Sostenuto da vari germi piogeni.<br />

Spesso conseguente ad eczema, foruncolosi o otoedema.<br />

Il padiglione appare tumefatto, ispessito e dolente.<br />

Poiché la cartilagine non ha vasi propri,ma viene nutrita dal pericondrio, va incontro a<br />

manifestazioni regressive con esito in necrosi e successiva eliminazione dei sequestri. La necrosi<br />

cartilaginea e la successiva retrazione cicatriziale è responsabile della deformazione estetica che<br />

residua.<br />

Spesso compromissione dello stato generale.<br />

Condrodermatite nodulare dolorosa dell’elice<br />

Colpisce prevalentemente maschi intorno ai 50 anni.<br />

Formazione di un nodulo di epidermide ispessito per ipercheratosi e acantosi, sul padiglione<br />

auricolare, aderente alla cartilagine sottostante al tubercolo di Darwin.<br />

Viva dolorabilità al minimo contatto.<br />

Terapia: diatermocoagulazione del nodulo.<br />

Foruncolo<br />

Processo suppurativo acuto che insorge nel tratto fibrocartilagineo del meato acustico esterno (le<br />

restanti parti sono sprovviste di follicoli pilosebacei)<br />

Provocano vivo dolore anche in rapporto ai movimenti di masticazione, alla compressione sul trago,<br />

allo stiramento in alto del padiglione , alla pressione sulla parete inferiore del solco retroauricolare.<br />

Il paziente può accusare ipoacusia di trasmissione ed acufeni con tonalità grave per l’occlusione<br />

infiammatoria del meato acustico esterno.<br />

Spesso si manifesta una recidiva , dovuta o a stati distesici o a diabete.<br />

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Otite esterna bolloso emorragica<br />

Su membrana del timpano o sulla cute del meato estrerno<br />

Vescicole o bolle a contenuto siero­ematico od ematico.<br />

Se trascurata l’otite esterna bolloso­emorragica può trasformarsi in otite media purulenta nel cavo<br />

del timpano per il sovrapporsi di germi piogeni.<br />

Scarso rialzo termico<br />

Dolore improvviso che scompare alla rottura delle bolle con contemporanea comparsa di otorrea<br />

siero ematica (il contenuto delle bolle)<br />

Terapia: istillazione di analgesici e antibiotici<br />

Herpes zoster della zona auricolare (sindrome di Ramsay­Hunt)<br />

Provocata dalla localizzazione nelle strutture nervose dell’orecchio dell’HZ (gangli,tronchi nervosi e<br />

nuclei bulbari del VII e VIII)<br />

Dolore urente diffuso all’orecchio esterno<br />

Febbre elevata,Cefalea,Astenia,Nausea<br />

Questi sintomi precedono la comparsa di vescicole sul padiglione , sul meato esterno o sul timpano.<br />

Rompendosi queste bolle secernono un liquido citrino che si raggruma in croste brunastre.<br />

Nel 70% dei casi di ha eruzione dei 2/3 anteriori della lingua e dell’emipalato molle accompagnata<br />

da paresi o paralisi del facciale con compromissione della funzione gustativa.<br />

Nel 40% dei casi, per compromissione del ganglio di Corti e di Scarpa, s’instaurano manifestazioni<br />

di tipo cocleare o vestibolare (ipoacusia,acufeni,recruitment,vertigine,nistagmo)<br />

Prognosi buona.<br />

Micosi<br />

Dermite a decorso sub­acuto o cronico provocata da funghi (specie Penicillus e Aspergillus)<br />

I funghi si annidano e si sviluppano nell’epitelio provocandone il distacco sotto forma di larghe<br />

lamine imbevute di liquido sieroso.<br />

Di solito è unilaterale e passa inosservata fino all’insorgenza di prurito senso di occlusione e lieve<br />

dolore.<br />

All’otoscopia si può osservare formazione si ammassi miceliali a forma di tappo di vari colori<br />

(bianco.giallo,nero) a seconda del tipo fungino.<br />

Se insorge micosi nel corso di una otite media purulenta con perforazione timpanica, può estendersi<br />

all’orecchio medio.<br />

Tappo di cerume<br />

Le ghiandole ceruminose (sudoripare modificate) alloggiate nella cute della porzione fibrocartilaginea<br />

secernono il cerume ,sostanza gialla­brunastra igroscopica.<br />

In seguito all’ipersecrezione o per arresto a livello del terzo medio del meato, si ha l’accumulo e la<br />

formazione del tappo di cerume. Questo in seguito al contatto con acqua o nel soggiorno in<br />

ambiente umido aumenta di volume determinando ipoacusia,autofonia,acufeni.<br />

Terapia: eliminazione del tappo con lavaggio o istillazione di acqua ossigenata per 2 giorni, oppure<br />

con acqua orientando il getto in modo da provocare una corrente reflua.<br />

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Tappo epidermico (o colesteatoma)<br />

Dovuto a desquamazione epiteliale normalmente presente nella parte ossea del meato.<br />

L’accumulo aderisce alle pareti per cui prima dell’asportazione mediante lavaggio è consigliabile<br />

l’istillazione più volte al giorno di soluzione idroglicerica di bicarbonato neutro di sodio.<br />

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SEMEIOTICA OTOLOGICA AUDIOLOGICA E<br />

VESTIBOLARE<br />

IPOACUSIA: diminuzione uni o bilaterale della capacità uditiva. Distinta in:<br />

• Ipoacusia di trasmissione: derivano da modificazioni dell’apparato di trasmissione<br />

dell’energia meccanica vibratoria.<br />

• Ipoacusia recettiva:<br />

o Ipoacusia cocleare: deriva dalla modificazione dell’apparato di traduzione (cellule<br />

sensoriali dell’organo del Corti) dell’energia meccanica vibratoria in energia nervosa<br />

o Ipoacusia retrococleare: deriva dalla modificazione dell’apparato di trasferimento<br />

dell’energia nervosa e di trasformazione in sensazione acustica (fibre del ramo<br />

cocleare dell’acustico, via acustica afferente e suoi nuclei)<br />

o Ipoacusia di percezione: legata ad alterazioni dei centri corticali uditivi<br />

o Ipoacusia di tipo misto: associazione di una ipoacusia di trasmissione e una di<br />

recezione.<br />

ANACUSIA: perdita completa ed unilaterale della funzione uditiva.<br />

COFOSI: perdita completa e bilaterale della funzione uditiva<br />

SORDOMUTO: individuo affetto da cofosi congenita (la mancanza dell’udito non consente<br />

l’acquisizione del normale patrimonio verbalemutismo) o acquisita (perdita del patrimonio già<br />

acquisito se la cofosi si manifesta tra i 3 e 7 anni)<br />

SORDASTRO: individuo affetto da grave ipoacusia bilaterale o che possiede solo scarsi residui<br />

uditivi (necessità di apparecchi protesici)<br />

SORDO TOTALE (oofotico)<br />

RACCOLTA DEI DATI ANAMNESTICI<br />

• Anamnesi familiare:<br />

per accertare l’esistenza di fattori ereditari<br />

• anamensi personale:<br />

pregresse malattie infettive, malattie della madre in gravidanza, fattori tossici endogeni ed<br />

esogeni, traumi ecc. , presenza di altri sintomi. Presenza di autofonia (moderazione dell’intensità<br />

della voce del pz che accompagna ipoacusia acquisita)<br />

Valutare modalità di insorgenza: Ipoacusie improvvise: spesso secondarie a intossicazione,<br />

arteriosclerosi dell’arteria uditiva interna, emorragie intracocleari ; ipoacusie lente e<br />

progressive.<br />

PARACUSIE (valutabili all’anamnesi)<br />

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Paracusia di Willis: il pz percepisce meglio in ambiente rumoroso che silente<br />

Paracusia disarmonica: il suono viene percepito con differente altezza nei due orecchi.<br />

• esame otoscopio:<br />

valuta la pervietà del meato acustico esterno e lo stato della membrana timpanica<br />

• esame della funzione uditiva:<br />

ACUMETRIA:<br />

35. PROVE CON LA VOCE: consiste nella pronuncia da parte del medico di parole di<br />

sillabiche a tonalità alta o bassa, oppure sulla percezione da parte del pz della voce di<br />

conversazione<br />

36. PROVE CON IL DIAPASON: comprendono la TRIADE DI BEZOLD: prove di<br />

RINNE,WEBER E SCHWABACH.<br />

Test di Rinne: stabilisce il rapporto tra tempo di percezione aerea e tempo di percezione per via<br />

ossea.<br />

Rinne positiva: nell’orecchio normale. La durata di percezione per via aerea è<br />

superiore a quella per via ossea.<br />

Rinne negativo: nella sordità da trasmissione. La durata di percezione per via aerea è<br />

inferiore a quella per via ossea.<br />

Rinne posivito accorciato: nelle sordità recettive. Rinne positivo,ma entrambi i tempi<br />

di durata sono accorciati.<br />

Falso Rinne negativo: in pz con ipoacusia recettiva unilaterale. Il suono del diapason<br />

può trasmettersi attraverso l’osso all’orecchio dell’altro lato, facendo risultare la<br />

durata di percezione per via ossea falsamente superiore a quella per via aerea.<br />

Prova di Weber: con il diapason sull’apice della fronte.<br />

Ipoacusia di trasmissione: il pz localizzerà il suono nell’orecchio malato o più malato.(Weber<br />

lateralizzato)<br />

Ipoacusia recettiva: il pz localizzerà il suono nell’orecchio sano o meno malato. (Weber<br />

lateralizzato)<br />

Soggetto normale o con ipoacusia bilaterale simmetrica: il pz localizzerà il suono ad ambo i lati<br />

o genericamente nella testa. (Weber indifferente)<br />

Prova di Schwabach: consiste nella diversa durata di percezione di un diapason grave posto al<br />

vertice del capo tra esaminatore e pz­ipoacusico.<br />

Ipoacusie di trasmissione: si ha allungamento del tempo di durata di percezione (Schwabach<br />

allungato)<br />

Ipoacusie recettive: accorciamento della durata di percezione (Schwabach accorciato)<br />

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AUDIOMETRIA<br />

Indagine che permette la valutazione della capacità uditiva del pz, tenendo presente la risposta allo<br />

stimolo acustico da parte del pz stesso.Distinta in:<br />

Audiometria soggettiva<br />

Audiometria semi soggettiva<br />

Audiometria oggettiva<br />

Audiometria soggettiva<br />

Presuppone l’attiva collaborazione del pz. Si divide in:<br />

• Audiometria tonale:<br />

o Audiometria tonale liminare:<br />

studia il comportamento della funzione uditiva con<br />

stimoli d’intensità liminare in grado cioè di provocare per ogni frequenza la più<br />

piccola sensazione sonora. La ricerca della soglia uditiva per via aerea e per via<br />

ossea viene effettuata per mezzo di toni puri emessi di 5 dB (5dB,10dB,15db e così<br />

via) Si valutano quindi le Curve di soglia:<br />

curva di soglia a valori più alti di quella per via ossea o normale e ad<br />

andamento lineare nelle ipoacusie di trasmissione:<br />

curva di soglia in discesa per le frequenze acute in caso di aumento delle<br />

masse di trasmissione<br />

curva in salita in caso di aumento della rigidità del sistema di trasmissione.<br />

Curva con anomalie nelle alte frequenze in caos di ipoacusie recettive<br />

Valutare anche l’adattamento uditivo (tempo per cui viene percepito uno stimolo liminare continuo)<br />

con il metodo Cerbert tone decav test con la tecnica di Rosenberg.<br />

Valutare inoltre la fatica uditiva (diminuzione della sensibilità uditiva dopo il termine di una<br />

stimolazione prolungata) valutata con la prova di Pevser.<br />

• Audiometria tonale sopraliminare:<br />

consiste nell’esame della ordinaria capacità uditiva con<br />

stimoli di intensità superiore a quella minima.<br />

Importante è la prova di “reenitment” effettuata con vari test: consiste nel fatto che<br />

l’andamento dell’intensità dello stimolo comporta un aumento dell’intensità soggettiva della<br />

sensazione che è proporzionale al logaritmo dello stimolo. Nei soggetti con lesione cocleare<br />

l’aumento dell’intensità di percezione è invece molto maggiore.<br />

• Audiometria automatica:<br />

consiste nel presentare al pz uno stimolo acustico a progressione<br />

continua di frequenza (da 100 a 10.000 Hz) e con variazione contemporanea della intensità<br />

secondo un incremento o un decremento prestabilito. Il pz segnala l’inizio e la fine della<br />

percezione con un pulsante.<br />

Permette di localizzare la sede del processo che provoca l’ipoacusia.<br />

Si osservano in genere 5 tipi di tracciati a seconda che si tratti di processi nella sede di<br />

trasmissione, cocleari, retrococleari o ipoacusie legate a difetti funzionali.<br />

• Audiometria vocale: valuta il grado di menomazione sociale dell’individuo ipoacusico. Si<br />

può dividere in:<br />

o Ricerca della curva di intelligibilità: si attua con i logotoni,parole bisillabiche prive<br />

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di significato (per escludere potere di associazione e capacità mnemonica).<br />

Si ottengono così 3 soglie per la voce:<br />

• soglia di detenzione : 0% di intelligibilità<br />

• soglia di percezione: 50%<br />

• soglia di intellezione: 100%<br />

• test psicoacustici: quando la lesione che provoca la ipoacusia ha sede nel sistema nervoso<br />

centrale si ha una perdita uditiva soprattutto qualitativa.<br />

Sono prove basate sull’inserimento,nel messaggio verbale, di un fattore di distorsione<br />

che rende più evidente un’eventuale alterazione dei meccanismi corticali<br />

d’integrazione del messaggio sonoro. I test sono: prova della voce distorta, prova<br />

della voce interrotta, prove della voce accellerata<br />

Audiometria semi oggettiva<br />

Applicata solo in bambini tra i 2 e 6 anni.<br />

• Test del riflesso condizionato di orientamento: si condiziona il bambino facendo<br />

volgere il suo capo verso una sorgente luminosa dopo stimolo acustico.<br />

• Peep­Show: il bambino viene abituato a premete un pulsante che metta in moto<br />

giocattoli elettrici solo se premuto in presenza di uno stimolo acustico percepito dallo<br />

stesso.<br />

Audiometria oggettiva<br />

Non necessita dell’attiva collaborazione del pz. Suddivisa in:<br />

4. audiometria a risposte evocate:<br />

• elettroencefalo­audiometria: valutazione dell’attività elettrica corticale durante la<br />

percezione di uno stimolo acustico somministrato. Ci consente di sapere se la via<br />

acustica afferente sia intatta, ma non ci dà la certezza che il segnale che giunge alla<br />

corteccia sia intelligibile.<br />

• Elettro cocleografia: con microelettrodi si può analizzare a livello cocleare la<br />

manifestazione elettrica relativa allo stimolo acustico<br />

5. impedenzometria:<br />

• impedenzometria assoluta: l’energia meccanica vibratoria viene in gran parte<br />

impiegata a mettere in movimento il sistema timpanico ossiculare e i liquidi<br />

dell’orecchio,ma una piccola parte viene riflessa dal timpano. L’impedenza è la<br />

resistenza al passaggio dello stimolo acustico.Nella pratica clinica viene misurata<br />

l’inverso della rigidità ossia la mobilità o classicità definita “compliance”<br />

Se aumenta la rigidità del sistema ossiculare timpanico la membrana timpanica<br />

rifletterà una quantità maggiore di energia.<br />

Se aumenta la mobilità l’energia meccanica vibratoria riflessa sarà al di sotto del<br />

normale.<br />

Con i suoni gravi si esamina lo stato della catena ossuculare (sistema di<br />

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trasmissione),mentre con i suoni acuti si esamina la massa degli ossicini.<br />

• impedenziometria relativa<br />

1. timpanometria: studio dei rapporti fra impedenza acustica e pressione<br />

esercitata sulla membrana del timpano. Si basa sulle modificazioni<br />

della compliance del sistema del timpano ossiculare che si verificano<br />

variando la pressione nel meato acustico esterno,trasformato in cavità<br />

chiusa. Il timpanogramma è indicativo della funzionalità dell’orecchio<br />

medio.<br />

Negli individui con timpano perforato si otterrà sul grafico una linea<br />

retta indice della impossibilità di far variare la pressione tra meato<br />

acustico esterno e orecchio medio.<br />

2. riflesso stapediale: uno stimolo acustico sopraliminare presentato ad<br />

un orecchio provoca la contrazione bilaterale del muscolo Stapedio.<br />

Per potersi avere anche la stimolazione del tensore del timpano<br />

occorrono stimoli molto più intensi o particolari. La contrazione dello<br />

stapedio aumenta la rigidità del sistema timpano­ossiculare,<br />

riducendo la compliance.<br />

ACUFENI<br />

Percezioni sonore in assenza di stimolazione fisiologica dei recettori cocleari.<br />

Sono provocati da stimolazione abnorme di un punto qualunque della via acustica.<br />

Hanno per lo più tonalità acute e sono spesso accompagnati da ipoacusia.<br />

Possono essere distinti in acufeni:<br />

21. da causa otogena<br />

22. da causa extraotogena<br />

VERTIGINE ; NISTAGMO OCULARE; ASIMMETRIE DEL TONO MUSCOLARE<br />

La vertigine è la sensazione che consegue alla modificazione dei rapporti del nostro schema<br />

corporeo con l’ambiente che ci circonda.<br />

Può avere cause diverse.<br />

Vertigine auricolare o labirintica: ha carattere nettamente rotatorio. Può essere:<br />

• oggettiva:sensazione di rotazione di oggetti circostanti attorno alla propria persona<br />

• soggettiva: sensazione di rotazione della propria persona rispetto all’ambiente circostante.<br />

La vertigine è accompagnata da:<br />

• manifestazioni vasomotorie e neurovegetative:<br />

pallore,nausea,vomito,sudorazione,ipotensione,miosi,bradicardia<br />

• disturbi dell’equilibrio: latero pulsione,caduta<br />

• acufeni<br />

• ipoacusia (nel caso la causa della vertigine colpisca anche la porzione uditiva dell’orecchio)<br />

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I caratteri della vertigine spesso permetto d’individuare la sede della lesione che l’ha provocata.<br />

ANATOMIA APPARATO VESTIBOLARE<br />

Costituito da:<br />

• utricolo e sacculo: rispondono alle accelerazioni rettilinee<br />

• canali semicircolari: rispondono alle accelerazioni angolari<br />

• ramo vestibolare dell’VIII<br />

• nuclei della regione bulbo protuberenziale<br />

Il labirinto membranoso riesce a tradurre le accelerazioni in sensazioni grazie alla endolinfa<br />

presente nel suo interno che determina l’insorgenza di correnti passive interne che inclinano le<br />

ciglia delle cellule sensoriali provocando l’insorgenza dello stimolo nervoso.<br />

Ganglio vestibolare o di Scarpa: costituito dall’insieme delle cellule gangliari bipolari lungo il<br />

decorso del ramo vestibolare dell’VIII, i cui prolungamenti periferici raggiungono le creste<br />

ampollari formando la macula. Il prolungamento centrale di tali cellule raggiunge 4 nuclei nel<br />

midollo oblugato:<br />

• nucleo vestibolare superiore<br />

• nucleo vestibolare inferiore<br />

• nucleo vestibolare mediale<br />

• nucleo vestibolare laterale<br />

I nuclei vestibolari mandano fibre attraverso il fascicolo longitudinale mediale e la formazione<br />

reticolare ai nervi oculo motori III,IV e VI per il riflesso bulbare e il controllo della postura del<br />

capo,del tronco e degli arti.<br />

nistagmo:Movimenti associati degli occhi nella direzione della corrente endolinfatica in modo lento<br />

e subito dopo nella direzione opposta.<br />

VALUTAZIONE DEI SINTOMI VESTIBOLARI<br />

Sintomi spontanei:<br />

• nistagmo oculare spontaneo<br />

• asimmetrie del tono muscolare<br />

Sintomi provocati:<br />

• prova termica : acqua maggiore o minore di 37° nel cavo timpanico<br />

• prova rotatoria: flessione del capo<br />

• prova galvanica: elettrodi sulla mastoide o trago<br />

• prova pneumatica<br />

OTORREA<br />

Raccolta di liquido sieroso, purulento o emorragico a livello dell’orecchio.<br />

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• Sierosa<br />

• Mucosa o muco­purulenta<br />

• Purulenta<br />

• Fetida (indice di un processo osteitico)<br />

• Nera (otomicosi)<br />

• Bleu (bacilli niacianei)<br />

• Striata di sangue (per neoplasia maligna dell’orecchio esterno e medio<br />

• Otorragica: esclusivamente costituita da sangue, tipica dell’otite esterna emorragica<br />

L’otorrea è densa ma quantitativamente scarsa nelle affezioni purulente del meato acustico esterno.<br />

Molto abbondante ma più fluida nelle affezioni dell’orecchio medio.<br />

Cranio­oto­liquorrea: fuoriuscita di liquor verso il meato acustico esterno a causa di alcune fratture.<br />

OTODINIA<br />

Dolore auricolare causato da una lesione dell’orecchio.<br />

• Provocata (es.foruncolo nel condotto)<br />

• Spontanea (es. otite media acuta)<br />

OTALGIA<br />

dolore auricolare senza che ci siano lesioni otologiche. Può essere:<br />

• Riflessa: compare in seguito a processi infiammatori o traumi che interessano la lingua, i<br />

denti, la faringe, la laringe<br />

• Nevralgica: accompagna la nevralgia del trigemino, del glosso­faringeo. Sintomo frequente<br />

anche di stilalgie (manifestazioni dolorose legate alla abnorme lunghezza del processo<br />

stiloideo)<br />

PRURITO<br />

ESAME OBIETTIVO<br />

L’ispezione avviene attraverso l’Otoscopia: ispezione del meato acustico esterno e del timpano<br />

Palpazione: valutazione delle modificazioni della consistenza del padiglione auricolare e della<br />

regione mastoidea<br />

Ascoltazione : per valutare la pervietà delle tube di Eustachio<br />

Esame Rx e stratigrafico: si possono ottenere dati nelle malattie dell’orecchio medio ed interno.<br />

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CROUP E PSEUDO­CROUP<br />

LARINGITE DIFTERICA O CROUP<br />

Laringite acuta di tipo pseudomembranoso da Corinebacter difteria<br />

Secondaria ad infezione nasale o orofaringea<br />

Andamento progressivo rapido<br />

Sintomatologia:<br />

• Prima fase: iperemia diffusa della mucosa<br />

• Seconda fase: pseudo­membrane difteriche soprattutto in sede vestibolare e cordale<br />

La tossina provoca necrosi infiltrativa dello strato epiteliale e sottoepiteliale formazione di<br />

pseudomembrane costituite da prodotti di necrosi cellulare e ammassi batterici la loro rimozione<br />

provoca sanguinamento<br />

La tossina inoltre è responsabile di danno a distanza su miocardio,tessuto nervoso e surrene<br />

(ipotensione) sempre ad impronta necrotizzante.<br />

• Febbre che raggiunge di rado i 39°C<br />

• Polso piccolo e frequentissimo poi bradicardico<br />

• Frequenti aritmie ed extrasistoli<br />

• Dissociazione tra temperatura e polso<br />

• Spiccata ipotensione<br />

• Voce fioca o spenta (non rauca)<br />

• Disfonia<br />

• dispnea<br />

TERAPIA<br />

• Siero antidifterico in dose massiccia<br />

• Antibiotici<br />

• Intubazione o tracheotomia in emergenze<br />

PSEUDO CROUP<br />

O laringite acuta ipoglottica infantile soffocante, detta anche stridula<br />

Forma edematosa di laringite<br />

Spesso fa seguito ad una forma semplice<br />

Incidenza stagionale in concomitanza con perfrigerazione e influenza<br />

Eziologia virale (influenza) con sovrapposizione polimicrobica (strepto­pneumo­stafilococco)<br />

Sintomatologia<br />

• Temperatura superiore ai 38°.39° C<br />

• Dispnea continua,specie notturna, che si aggrava con il pianto<br />

• Tosse non sempre presente<br />

• Voce normale (segno d.d. con il croup)<br />

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• Polso piccolo,frequente<br />

• Polso paradosso di Kussmanl<br />

• Paziente irrequieto<br />

• Cute pallida, ma labbra e unghie rosso­violacee che contrastano<br />

Evoluzione benigna<br />

TERAPIA: Può evolvere in forma complicata quindi stessa terapia.<br />

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OTITI MEDIE CATARRALI ACUTE E CRONICHE<br />

Hanno origine tubarica<br />

Si dividono in 2 forme:<br />

• Forma meccanica (trasudativi,sierosa) : legata a ostruzione della tuba di Eustachio<br />

• Forma infiammatoria (essudativa): sostenuta da una salpingite che si trasmette<br />

all’orecchio medio e provoca ostruzione tubarica per congestione ed edema della<br />

mucosa<br />

OTITE MEDIA CATARRALE ACUTA TRASUDATIVA<br />

Più frequente nell’adulto<br />

Consegue a processi rinofaringei meccanici (specie brusche variazioni della pressione<br />

atmosfericaotite barotraumatica in aviatori e subaquei)<br />

Otite barotraumatica: quando si ha una diminuzione della pressione atmosferica la tuba di apre non<br />

appena la differenza di pressione tra orecchio ed ambiente giunge a 15 mmHg. Nel caso di aumento<br />

della pressione atmosferica, solo movimenti di deglutizione possono ristaurare l’equilibrio.Inoltre a<br />

ciò si aggiunge il decremento della pressione interna dovuto all’assorbimento da parte della mucosa<br />

di O2 e N2 dell’aria interna.<br />

Ad un certo punto si avrà la dilatazione dei capillari sanguigni e linfatici che determineranno la<br />

formazione di trasudato nell’orecchio medio che potrà occupare tutta la cavità.<br />

Il timpano di lacera quando la differenza di pressione supera i 100 mmHg.<br />

Sintomi:<br />

• Otodinia violenta, improvvisa<br />

• Acufeni a tonalità grave<br />

• Ipoacusia da trasmissione con autofonia<br />

• Talvolta vertigini<br />

• Timpano iperemica nella pars flaccida<br />

TERAPIA<br />

Guarisce spontaneamente in 8­20 gg; rare trasformazioni in forma purulenta<br />

Se non regredisce in 7­8 gg si procede a paracentesi timpanica per il drenaggio del trasudato con<br />

ago e in anestesia generale o locale. Effettuare anche copertura antibiotica (il drenaggio dura 5­6 gg)<br />

Se non si ha trasudato, dopo 7­8 gg di effettua la manovra di Valsalva : espirazione a bocca e narici<br />

chiuse dopo inspirazione forzata) atta a ristabilire la pervietà tubarica.<br />

Altra tecnica per ristabilire la pervietà tubarica è il cateterismo tubarico.<br />

Recidive frequenti possono portare alla timpano sclerosi o otiti cronica sclero adesiva per la<br />

formazione di briglie cicatriziali ed aderenza tra membrana , parete mediale della cassa e ossicini<br />

dovute a lento processo di organizzazione del trasudato.<br />

OTITE MEDIA CATARRALE ACUTA ESSUDATIVA<br />

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Frequente nei giovani e nei bambini<br />

Spesso sequele di adenoiditi croniche che evolvono in salpingiti catarrali per propagazione del<br />

processo infiammatorio.<br />

Vi sono 2 fasi di malattia (spesso consequenziali):<br />

23. fase dell’ostruzione tubarica con lievi disturbi meccanici quali senso di occlusione,<br />

ovattamento auricolare, acufeni e autofonia. Regredisce spontaneamente in qualche giorno.<br />

24. evoluzione del processo grave con otodinia improvvisa, ipoacusia di trasmissione,acufeni a<br />

tonalità bassa e autofonia, vertigini labirintiche, timpano ispessito e retratto., scarso essudato<br />

e spesso sovrapposizione di processi suppurativi. Terapia con antibiotici e corticosteroidi.<br />

Nel caso cercare di ristabilire la pervietà tubarica (con manovra di Valsalva)<br />

OTITI MEDIE CATARRALI CRONICHE<br />

Organizzazione del trasudato o dell’essudato che porta alla formazione di tessuto connettivo ex<br />

novo.<br />

Sintomi:<br />

• senso di pienezza auricolare<br />

• acufeni<br />

• alterazioni funzionali varie (dipendono dalla posizione delle briglie cicatriziali)<br />

• ipoacusia da trasmissione per ridotta mobilità catena ossiculare<br />

• evidente retrazione della pars flaccida (membrana di Shrapnell) a causa del processo di<br />

cicatrizzazione connettivale a carico dell’articolazione incudo­malleolare<br />

TERAPIA<br />

Stadio iniziale: iniezione trans timpanica di corticosteroidi (per ritardare la fibroplasia connettivale)<br />

o di enzimi proteolitici o mucinolitici.<br />

Stadio fibrotico e calcificazione:timpanoplastica con asportazione del tessuto cicatriziale. In alcuni<br />

casi è necessaria l’asportazione parziale della catena ossiculare e sua sostituzione con materiale<br />

sintetico, o con protesi acustica.<br />

OTITI MEDIE PURULENTE ACUTE<br />

Sostenute da streptococco, diplococco, piocianeo, proteus ed enterococco<br />

Vie di infezione:<br />

• attraverso il meato acustico esterno (solo se timpano perforato)<br />

• via ematica<br />

• via tubarica<br />

evoluzione in 3 fasi:<br />

44. iperemica: iperemia del timpano, rialzo termico, senso di occlusione auricolare,<br />

ispessimento della membrana ed infiltrazione leucocitaria sottoepiteliale che impegna<br />

tutto l’orecchio medio. Fase di breve durata che spesso si risolve con terapia antibiotica e<br />

sulfamidica. In caso contrario si passa a fase II.<br />

45. essudativa: febbre elevata, otodinia pulsante specie notturna con dolore diffuso<br />

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all’emicranio corrispondente, , ipoacusia di trasmissione ,autofonia,acufeni.<br />

Inoltre leucocitosi , timpano ispessito,iperemica ed estroflesso dall’essudato.<br />

Se non si instaura terapia antibiotica efficace si passa alla fase III<br />

46. perforazione: spontanea,provocata dalla pressione dell’essudato. Si solito puntiforme o a<br />

fessura. Causa quindi otorrea purulenta con attenuazione dei sintomi per drenaggio nel<br />

meato acustico esterno. Dolore attenuato. Guarigione in 8­15 gg.<br />

Può complicarsi in mastoidite a causa di incompleto o insufficiente drenaggio.<br />

Terapia: antibiotici,sulfamidici e corticosteroidi. Paracentesi timpanica se non si<br />

osservano miglioramenti entro 72 ore dalla terapia antibiotica.<br />

Otite media purulenta acuta con scarlattina: decorso grave fin dall’inizio con tendenza alla necrosi.<br />

Rapida perforazione del timpano, con necrosi fino a distruzione totale di questo.<br />

Terapia: alte dosi di sulfamidici e penicilline.<br />

OTITI MEDIE PURULENTE CRONICHE<br />

Processi evolutivi delle forme acute in seguito a:<br />

• non adeguata e tempestiva terapia<br />

• forme scarlattinose<br />

• forme legate all’esistenza di fattori predisponenti generali (diabete) e locali (adenoiditi ecc.)<br />

3 forme:<br />

31. semplice<br />

32. granulomatosa<br />

33. colesteatomatosa<br />

Semplice<br />

perforazione unica a sede centrale o inferiore che non raggiunge mai l’anello timpanico e mai a sede<br />

epitimpanica.<br />

L’infiammazione interessa solo il rivestimento mucoso (non l’osso e gli ossicini)<br />

• Otorrea mucosa o mucopurulenta, non fetida.<br />

• Il pz non accusa dolore<br />

• Ipoacusia associata alla necessità di detergere con frequenza il condotto uditivo<br />

Terapia: instillazione di alcool salicilico o borico<br />

A volte necessario associare terapia generale con antibiotici dopo antibiogramma<br />

Granulomatosa<br />

In pz affetti da otite media purulenta cronica semplice o colesteatomatosa.<br />

Formazione di tessuto di granulazione che può occupare tutto il meato acustico esterno<br />

determinando l’impossibilità del deflusso della secrezione purulenta provocandone il ristagno.<br />

Se tale otite nasconde la forma colesteatomatosa si possono avere gravi complicanze,anche mortali.<br />

Terapi: rimozione chirurgica del tessuto di granulazione<br />

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Colesteatomatosa<br />

Caratterizzata da perforazione marginale del timpano che spesso interessa la membrana di Shrapnell<br />

confondendosi in alto con un processo di carie e di disfunzione ossea della parete esterna<br />

dell’epitimpano.<br />

Nella regione epitimpanica si osserva una massa biancastra, costituita da materiale amorfo al centro<br />

e lamina di cellule epiteliali radicalmente, che assume funzione di matrice del colesteatoma.<br />

Colesteatoma:<br />

• Dato da passaggio nella cassa timpanica dell’epitelio di rivestimento del meato esterno<br />

acustico.<br />

• accrescimento espansivo con riassorbimento osseo circostante.<br />

• può raggiungere l’antro e le cellule mastoidee oppure occupare il cavo del timpano.<br />

• il cavo del timpano contiene di solito un liquame purulento fetido.<br />

Colesteatoma vero: derivato da residui embrionali ectodermici rimasti inclusi nell’osso<br />

Pseudo­colesteatoma: secondario a otiti purulente croniche medie.<br />

Condizioni necessarie per la formazione del colesteatoma:<br />

5. assenza di membrana timpanica tra meato acustico esterno e cavo del timpano<br />

6. persistenza della perforazione nel tempo<br />

7. assenza di mucosa nel cavo del timpano (la quale contrasterebbe l’impianto dell’epitelio del<br />

meato esterno)<br />

8. la penetrazione dell’epitelio deve avvenire in una cavità anfrattuosa con piccola apertura che<br />

ostacoli l’eliminazione delle lamelle epidermiche macerate dall’essudato purulento.<br />

Sintomi:<br />

• di scarso rilievo sebbene l’affezione sia grave<br />

• a volte esordio con paralisi del facciale o labirintite<br />

• otorrea densa, fetida con detriti biancastri.<br />

• Ipoacusia con senso di peso all’orecchio malato<br />

• Perforazione marginale (sempre presente,caratteristica essenziale)<br />

Diagnosi: radiologica con valutazione erosione ossea<br />

Terapia: asportazione chirurgica radicale con svuotamento di tutte le cavità del timpano ad<br />

eccezione della staffa e trasformazione del cavo timpanico in cavità unica. Timpanoplastica.<br />

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SALPINGITI ACUTE E CRONICHE<br />

Processo infiammato della tuba di solito conseguente a :<br />

• rinoafaringiti<br />

• adenoiditi croniche<br />

• riniti<br />

• sinusiti<br />

L’ipertrofia del tessuto linforeticolare (tonsilla tubarica) contenuta nella parte cartilaginea della<br />

tuba, provoca l’ostruzione della stessa.<br />

Salpingiti acute: sintomi da ostruzione tubarica:<br />

• senso di tensione o di ovattamento auricolare che s’instaura in poche ore<br />

• l’infiammazione regredisce spontaneamente in pochi giorni<br />

salpingite cronica: la cronicizzazione del processo può complicare in otiti medie e catarrali acute<br />

pre trasmissione tubarica dell’infiammazione.<br />

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COMPLICANZE ENDOCRANICHE DELLE OTITI<br />

MEDIE PURULENTE<br />

Un processo infettivo può progredire dall’orecchio medio verso l’endocranio per:<br />

• Continuità: con estensione del processo osteitico (specie in forme croniche)<br />

• Contiguità: con estensione attraverso vie preformate senza evidenti alterazioni ossee (specie<br />

in forme acute)<br />

Tali complicanze sono più frequenti nelle otiti medie purulente croniche che nelle acute.<br />

COMPLICANZE MENINGEE (4 Tipi):<br />

• pachimeningite esterna con ascesso extradurale: infiammazione della dura madre sulla<br />

quale si formano granulazioni che vanno incontro a processi di necrosi. Talvolta tra dura e<br />

piano osseo sottostante può formarsi l’ascesso extradurale con raccolta di pus.<br />

La pachimeningite esterna e l’ascesso extradurale si situano nella fossa cranica media.<br />

Sintomi:<br />

• leucocitosi costante<br />

• cefalea continua con esacerbazioni periodiche<br />

• dolori trigeminali sulla 1° e 2° branca<br />

• sindrome di Gradenigu: paresi o paralisi dell’abducente con otorrea<br />

Terapia: chirurgica con copertura antibiotica<br />

• pachimeningite interna ed ascesso sottodurale: infiammazione dello strato interno della<br />

dura madre, con formazione di ascesso sottodurale tra dura e aracnoide. Generalmente fa<br />

seguito a pachimeningite esterna. Lo strato durale interno è ricoperto di granulazioni<br />

ricoperte da pus contenuto nello spazio sottodurale.<br />

Sintomi: sovrapponibili a quelli della pachimeningite esterna (a volte anche ipertensione<br />

endocranica da compressione esercitata dall’ascesso)<br />

• aracnoidite: reazioni asettiche meningee scatenate da stimoli cronici attenuati tossici o<br />

batterici. Portano a formazioni aderenziali o cistiche della pia madre e dell’aracnoide. Di<br />

solito colpiscono la cisterna magna e la cisterna ponto cerebellare.<br />

• leptomeningite: diffusione di un processo otomastoditico acuto o cronico agli spazi<br />

subaracnoidei. Può essere diffusa o circoscritta da aderenze tra pia e dura.<br />

Di solito secondarie a pachimeningite esterna o interna che si diffondono per continuità<br />

attraverso i vasi intraossei dall’orecchio alla dura e dalla dura alla pia.<br />

Esame del liquor:distingue tra leptomeningiti settiche o asettiche, purulente o sierose.<br />

Sintomi:<br />

9. cefalea (per ipertensione del liquor) continua e violenta<br />

10. vomito cerebrale (improvviso, senza nausea)<br />

11. febbre elevata con dissociazione tra polso e temperatura<br />

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12. vertigini<br />

13. diplopia<br />

14. delirio violento<br />

15. allucinazioni visive ed uditive<br />

16. capo rigido e iperesteso<br />

17. sintomo di Brudzinski: se si flette in avanti il capo del pz impedendogli con l’altra mano sul<br />

petto di alzare il torace, si flettono gli arti in maniera netta)<br />

18. segno di Flatau: flessione forzata del capo che provoca midriasi<br />

19. segno di Squires : estensione forzata del capo provoca midriasi<br />

20. segno di Binda: la rotazione forzata del capo a destra o sinistra provoca il sollevamento della<br />

spalla controlaterale<br />

21. segno d Kerning: il pz nel passare dalla posizione supina a quella seduta flette le cosce sul<br />

bacino e le gambe sulle cosce<br />

In stadio terminale di hanno:<br />

• movimenti carfologici<br />

• coma<br />

Idropisia meningea: forma più semplice di leptomeningite con edema meningeo legato<br />

all’azione irritante di tossine microbiche.<br />

TERAPIA: urgente chirurgia con associazione di antibiotici e sulfamidici (utili perché superano la<br />

barriera emato encefalica con facilità)<br />

COMPLICANZE ENCEFALICHE (3 Tipi)<br />

1. ascesso del lobo temporale<br />

2. ascesso cerebellare<br />

3. encefalite diffusa<br />

Si verificano quasi sempre in seguito al riacutizzarsi di otomasotiditi croniche colesteatomatose.<br />

• Diffusione per continuità:La suppurazione si forma in seguito a pachimeningite<br />

esterna che si svuota in ascesso sottodurale e ulcera la corteccia fino a raggiungere la<br />

zona avascolare bianca.<br />

• Diffusione per contiguità: attraverso una trombosi venosa<br />

Patogenesi: L’ascesso inizia come encefalite non purulenta con edema reattivo perifocale flogistico<br />

che si trasforma in pochi giorni in focolaio di encefalite suppurativa. Gli elementi gliali tentano di<br />

incapsulare l’ascesso (ascesso cronico incapsulato),ma quasi mai hanno successo.<br />

La pressione esercitata dall’ascesso provoca i segni del focolaio.<br />

Evoluzione degli ascessi:<br />

25. Ascesso del lobo temporale: tende ad espandersi verso il ventricolo laterale nel qual può<br />

aprirsi con conseguente leptomeningite purulenta diffusa mortale<br />

26. Ascesso cerebellare: può provocare paralisi respiratoria per compressione dei centri bulbari.<br />

Sintomi:<br />

fase iniziale (formazione del focolaio):<br />

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Febbre e brividi<br />

Nausea<br />

Apatia o irrequietezza<br />

Rigidità nucale<br />

Fase di quiescenza (tentativo di incapsulamento):<br />

• Cefalea intermittente<br />

• Insonnia<br />

Fase manifesta:<br />

• Ipertensione endocranica<br />

• Cefalea continua<br />

• Vomito senza nausea<br />

• Bradicardia<br />

• Apatia<br />

• Papilla da stasi (iperemia retinica passiva con edema della papilla)<br />

Fase terminale:<br />

• Diffusione negli spazi encefalici del processo suppurativo che sfocia nella encefalite diffusa<br />

Sintomi localizzati:<br />

ascesso temporale:<br />

• Afasia (nei destrimani con ascesso a sinistra)<br />

• Paralisi del nervo facciale controlaterale<br />

• Compromissione della funzione visiva<br />

Ascesso cerebellare:<br />

• Rapido dimagrimento (nonostante l’appetito)<br />

• Dismetria<br />

• Adiadococinesia (Impossibilità ad eseguire rapidamente movimenti alternati)<br />

• Asinergia<br />

• Ipotonia muscolare<br />

DIAGNOSI: rilievi clinici , angiografia, elettroencefalografia, pneumoventricolografia<br />

TERAPIA: chirurgica con terapia antibiotica e sulfamidica in per fusione venosa.<br />

Asportazione chirurgica degli ascessi cronici incapsulati<br />

COMPLICANZE VENOSE (3 Tipi)<br />

• tromboflebite del seno laterale<br />

Un processo suppurativo dell’orecchio medio può giungere al seno laterale qui si ha la<br />

formazione di un ascesso perisinusalequesto porta a sua volta alla formazione di un trombo<br />

parietale che può occludere il lume ed andate incontro a fusione suppurativa si ha cosi<br />

disseminazione attraverso il circolo venoso del processo suppurativo.<br />

Sintomi:<br />

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• febbre intermittente settica con rapida elevazione e poi crisi. La febbre corrisponde<br />

all’immissione in circolo di gittate microbiche.<br />

• Cefalea gravativi, omolaterale (patognomonica)<br />

Terapia: chirurgica<br />

• tromboflebite della vena giugulare interna:<br />

La tromboflebite del seno laterale può estendersi al golfo e al tronco della giugulare interna.<br />

Sintomi:<br />

torcicollo<br />

dolore alla palpazione del margine anteriore dello sternocleidomastoideo<br />

febbre intermittente settica con rapida elevazione e poi crisi. La febbre corrisponde all’immissione<br />

in circolo di gittate microbiche.<br />

Organizzazione del trombo con trasformazione del seno in cordone fibroso (casi rari)<br />

A volte si può avere: Setticemia otitica senza tromboflebite del seno laterale: è una sindrome<br />

setticemica generalizzata dovuta all’alterazione della pareti vasali<br />

Terapia: chirurgica<br />

• tromboflebite del seno cavernoso: in genere segue processi suppurativi del seno laterale<br />

(per via petrosa), o è complicanza di processi suppurativi dell’ala del naso,del vestibolo<br />

nasale, tonsillari, peritonsillari.<br />

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MASTOIDITI ACUTE E CRONICHE<br />

Comunica per mezzo dell’aditus ad antrum con l’orecchio medio.<br />

MASTOIDITE ACUTA<br />

Infiammazione della mucosa che riveste le cellule mastoidee.<br />

Di solito secondaria a otiti acute non trattate tempestivamente o adeguatamente.<br />

L’infiammazione delle cellule mastoidee impedisce, bloccando l’aditus, il reflusso purulento,<br />

determinando un processo di osteite lacunare con fusione di setti ossei e quinti empiema.<br />

Segni e sintomi:<br />

• Ricomparsa di otodinia pulsante notturna che era scomparsa dopo la perforazione spontanea<br />

o chirurgica della membrana timpanica (spesso segno di esordio)<br />

• Timpano iperemico con lacerazione pulsante con fuoriuscita di pus<br />

• Dolorabilità in seguito a pressione della mastoide<br />

• Otorrea abbondante e purulenta<br />

• Accentuazione della preesistente ipoacusia<br />

• Stato febbrile<br />

• Notevole leucocitosi<br />

DIAGNOSI: radiografia comparativa delle due mastoidi.<br />

TERAPIA:<br />

• sulfamidici e antibiotici dopo antibiogramma.<br />

• L’intervento chirurgico si rende necessario alla scomparsa ,documentata radiograficamente,<br />

dei setti intercellulari mastoidei provocata dal processo suppurativo (rischio di empiema)<br />

Forme particolari di mastoidite acuta:<br />

• Necrotizzante: complica spesso l’otite da scarlattina e colpisce i diabetici<br />

• Osteomielite acuta della mastoide.<br />

EMPIEMA MASTOIDEO<br />

Tende ad esteriorizzarsi per fuoriuscire dalla cavità mastoidea:<br />

• Mastoidite esteriorizzata: esteriorizzata con spostamento del padiglione in avanti e in basso<br />

• Mastoidite di Bezolt: esteriorizzata dal di sotto del muscolo sternocleidomastoideo, con<br />

torcicollo doloroso<br />

• Mastoidite di pseudo­Bezolt: esteriorizzata tra sternocleidomastoideo e fascia superficiale,<br />

con torcicollo doloroso<br />

• Mastoidite ingodigastica di Mourot: esteriorizzata al di sotto del muscolo digatrico<br />

• Mastoidite temporo zigomatica: esteriorizzazione nel sistema zigomatico pneumatico<br />

• Mastoidite esteriorizzata in corrispondenza delle cellule posteriori con tumefazione che<br />

arriva fino alla nuca<br />

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43


Terapia di tutti questi casi: chirurgica<br />

MASTOIDITE CRONICA<br />

Parte integrante del quadro anatomo patologico e clinico dell’otite media purulenta cronica.<br />

Sintomi simili ad otite cronica: otorrea persistente abbondante e fetida<br />

Spesso va incontro a riacutizzazione(con segni della mastoidite acuta) con empiema esteriorizzato<br />

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LABIRINTITI E LABIRINTOSI<br />

LABIRINTITI<br />

Processi infiammatori del labirinto a seguito di:<br />

• processi infettivi(scarlattina,parotite,influenza)<br />

• a processi patologici a carico di organi circostanti (leptomeningite)<br />

Forme (2 tipi)<br />

o acute<br />

fanno seguito a:<br />

22. malattie infettive (specie parotite) per trasmissione del virus per via ematica (labirintite<br />

ematogena)<br />

23. leptomeningite (labirintite meningogena)<br />

24. Complicanza di otite media purulenta (labirintite otogena) in cui l’infezione raggiunge il<br />

labirinto attraverso la finestra ovale, rotonda, il promontorio, il canale semicircolare laterale.<br />

L’infiammazione interessa sia la chiocciola che i canali semicircolari.<br />

Evoluzione della patologia (3 fasi):<br />

fase sierosa: congestione dei capillari, aumento di permeabilità,<br />

conseguente aumento dei liquidi labirintici e iperalbumosi. In questa<br />

prima fase si ha una sindrome vestibolare perfiferica armonica<br />

irritativa con acufeni e ipoacusia recettiva. Possibilità di restitutio ad<br />

integrum .<br />

fase siero –fibrinosa : fase intermedia<br />

fase purulenta: con lesioni irreversibili dell’epitelio sensoriale. Si ha<br />

anacusia e sindrome vestibolare periferica armonica deficitaria con<br />

vertigini pian piano attenuatesi per fenomeni di compenso centrale.<br />

TERAPIA: chirurgica con copertura di antibiotici e sulfamidici<br />

o croniche<br />

possono essere diffuse a tutto il labirinto o circoscritte alla parte anteriore o posteriore.<br />

Generalmente il tipo diffuso fa seguito a labirintite acuta e s’instaura subdolamente a seguito di otite<br />

media purulenta cronica.<br />

Il tipo circoscritto spesso fa seguito ad otite colestoatomatosa per formazioni di fistola labirintica,<br />

comprime il trago aumentando la pressione nel cavo timpanico e quindi determinando nistagmo<br />

orizzontale e orizzontale rotatorio a componente rapida verso l’orecchio malato. Il pz ha tendenza a<br />

cadere verso il lato opposto e compare il segno della fistola (imponenti disturbi vertiginosi)<br />

Sintomi:<br />

• sindrome vestibolare attenuata per compenso centrale<br />

• ipoacusia o anacusia gravissima<br />

• areflessia o ipereflessia vestibolare accentuata<br />

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LABIRINTOSI<br />

Manifestazioni degenerative dell’epitelio sensoriale<br />

Forme (6 tipi):<br />

infantili: portano a ipoacusia infantile. Sono causate da deficiente sviluppo fetale o degenerazione in<br />

epoca precoce.<br />

Ipoacusia recettiva tipo Scheibf<br />

Ipoacusia da embriopatia rubeolica<br />

Ipoacusia conseguente a nevriti infettive virali<br />

involutiva senile: a cominciare dai 40 anni l’udito va incontro a senescenza dal momento che è<br />

sottoposto a lavoro continuo. Interessa l’orecchio in toto e soprattutto l’organo del Corti.<br />

Sintomi:<br />

• ipoacusia (presbiacusia)per toni alti di tipo recettivo<br />

• acufeni<br />

• fenomeno del recruitment<br />

forme tossiche: da veleni endogeni (modificazioni endolinfa in<br />

epatopatici,neuropatici,diabetici,iperuricemici) ed esogeni (diuretici,antibiotici ecc.)<br />

Interessa soprattutto l’organo del Corti.<br />

Sintomi:<br />

ipoacusia recettiva dei toni alti ,bilaterale e simmetrica, insorgenza progressiva<br />

recruitment<br />

sintomatologia vestibolare irreversibile con iporeflessia o areflessia<br />

forme traumatiche: in seguito ad esposizioni a stimoli acustici intensi (onda sonora traumatica)<br />

sintomi:<br />

1. ipoacusia unilaterale di tipo recettivo del trauma acustico acuto; bilaterale e simmetrica<br />

nel trauma acustico cronico.<br />

2. acufeni<br />

3. recruitment<br />

forme neuro­vascolari: comprendo la malattia di Mèniere e le sindromi menieriformi(possibilità di<br />

identificare l’agente causale)<br />

Sintomi:<br />

ipoacusia<br />

acufeni<br />

vertigini<br />

forme circolatorie: in soggetti con vasculopatie diffuse (ipertesi,diabetici, arteriosclerotici). Processi<br />

degenerativi progressivi del labirinto membranoso.<br />

Sintomi:<br />

ipoacusia recettiva<br />

acufeni<br />

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SINDROME DI MENIERE<br />

Legata all’IDROPE ENDOLINFATICO a seguito dell’alterazione dei meccanismi che regolano<br />

produzione e riassorbimento dell’endolinfa.<br />

Meccanismo angioneurotico responsabile dell’idrope:<br />

fattore neurovascolare costrizionedilatazione capillare anossia cellulareaumento della<br />

permeabilità vasaleedemaaumento della pressione endolinfatica<br />

E’ favorito da carenze di vitamina C e PP e B1 e distonia neurovegetativa.<br />

Il ripetersi delle crisi idropiche provoca lesioni irreversibili a livello delle cellule dell’organo del<br />

Corti, delle creste ampollari e delle macule otolitiche, per la dilatazione del labirinto membranoso e<br />

conseguente riduzione dello spazio perilinfatico.<br />

Sintomi:<br />

Esordio improvviso con (nell’ordine,in rapida sequenza):<br />

• acufeni (a tonalità acuta)<br />

• Ipoacusia<br />

• Crisi vertiginosa rotatoria di tipo obiettivo accompagnata da nausea,vomito,<br />

pallore,sudorazione e tachicardia<br />

Si può avere una sindrome vestibolare periferica armonica irritativi che può essere in seguito<br />

sostituita da quella deficitaria con inversione del nistagmo e della deviazione degli arti superiori<br />

contemporanea al nistagmo stesso.<br />

L’idrope aumenta l’impedenza del sistema liquido e membranoso per cui si avrà un’ipoacusia<br />

recettiva con curva audiometria caratteristica detta a “corda molle”<br />

Possiamo avere anche idrope cocleare (Mèniere cocleare)<br />

TERAPIA<br />

Medica: antistaminici, sedativo o barbiturici in fase acuta.Diuretici e diete antiritenzionali in<br />

seguito.<br />

Chirurgica(in caso di fallimento della medica):interventi vari di slabirintazione<br />

SINDROMI MENIERIFORMI<br />

• Ipoacusia ,vertigini ed acufeni possono comparire associati o isolati,ma mai con<br />

l’andamento caratteristico della malattia di Meniere.<br />

• Non si ha quasi mai nausea o vomito.<br />

• L’ipoacusia può mancare.<br />

• Gli acufeni nono sono sempre a tonalità alta<br />

È possibile individuare il fattore causale (differenza fondamentale con Meniere)<br />

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OTOSCLEROSI<br />

(o otospongiosi)<br />

Più comune processo osteodistrofico della capsula labirintica<br />

Colpisce solo la capsula ossea del labirinto (non le altre ossa)<br />

Più frequente in giovani (20 e 35 anni) e donne (gravidanza,allattamento)<br />

È spesso caratterizzata dall’anchilosi stapedio ovalare in forma bilaterale.<br />

Fattori di rischio<br />

• Ereditari<br />

• Endocrini: insorge con la pubertà, e si aggrava con la gravidanza e l’allattamento<br />

Ipotesi etioziologiche:<br />

• Alterazioni vascolari dell’orecchio<br />

• Stasi venosa<br />

Evoluzione istopatologica (3 stadi):<br />

52. stadio della congestione osteoide: alterazione dei capillari<br />

53. stadio della spongiosi: incomincia il riassorbimento osseo<br />

54. stadio della sclerosi: neoformazione di osso<br />

Lenta evoluzione.<br />

Focolai unici o multipli.<br />

I tre stadi possono riconoscersi contemporaneamente in punti diversi dello stesso focolaio.<br />

Può insorgere in qualsiasi punto della capsula ossea labirintica,ma è più frequente a livello della<br />

finestra ovale presso la fissula ante fenestram, residuo cartilagineo da cui evolve il processo<br />

osteodistrofico.<br />

Sintomi:<br />

• ipoacusia evolutiva di notevole gravità<br />

• tacca di Carmart: trasmissione dei suoni per via ossea normale tranne che nelle frequenze<br />

centrali (patognomonico)<br />

• acufeni<br />

• paracusia del Willis<br />

• autofonia fastidiosa<br />

• membrana timpanica normale, talvolta sottile e trasparente<br />

esito ultimo della malattia: cofosi (dopo molti anni)<br />

Forme:<br />

• stapedio­ovalare 80­90%<br />

• forma cocleare 3­5% (processo osteodistrofico a carico del meato acustico interno)<br />

• forma mista 7­10%<br />

TERAPIA<br />

Sintomatica: cofochirurgica (chirurgia della sordità) tende a ristabilire la via per il passaggio<br />

dell’energia meccanica vibratoria<br />

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ANATOMIA E FISIOLOGIA DEL FARINGE<br />

3 parti:<br />

• rinofaringe: presenta anteriormente le coane; sulle pareti laterali vi sono i due osti tubarici.<br />

• orofaringe: corrisponde all’istmo delle fauci,tra velopendulo e osso ioide<br />

• ipofaringe: corrisponde alla III,IV,V,VI vertebra cervicale; da epiglottide a bocca<br />

dell’esofago<br />

funzioni:<br />

68. respirazione<br />

69. deglutizione<br />

70. fonazione<br />

71. funzione uditiva<br />

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ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA LARINGE<br />

Funzioni:<br />

• Protettiva delle vie aeriformi<br />

• Respirazione<br />

• Fonazione<br />

La tensione delle corde vocali è affidata al muscolo cricotiroideo.<br />

La laringe può compiere movimenti di innalzamento e abbassamento durante la deglutizione e la<br />

fonazione facendo fulcro sull’osso ioide.<br />

La laringe si apre in alto nella faringe e in basso si continua con la trachea.<br />

Divisa in 3 segmenti:<br />

• superiore: limitato anteriormente dalla faccia anteriore dell’epiglottide, lateralmente dalla<br />

faccia mediale delle pieghe ari­epiglottiche e posteriormente dalla faccia anteriore della<br />

piega interaritenoidea; i suoi limiti sono l’aditus ad laringem superiore e la corda vocale<br />

falsa inferiormente.<br />

• media: presenta un ventricolo orizzontale (del Morgagni) con due pliche una superiore<br />

(corda vocale falsa) e una inferiore (plica vocale vera)<br />

• inferiore: va dalla glottide fino al margine inferiore della cricoide. Dall’alto al basso va<br />

restringendosi a forma di imbuto.<br />

Talvolta nel ventricolo laringe i piccoli noduli linfatici si organizzano ammassandosi e forma la<br />

cosiddetta tonsilla laringea.<br />

Innervazione: i due laringei del vago superiore ed inferiore che si anastomizzano a formare l’ansa di<br />

Galeno<br />

Irrorazione: arterie tiroidee superiori ed inferiori<br />

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PATOLOGIA DELLE TONSILLE<br />

IPERPLASIA DELLE STRUTTURE DELL’ANELLO DI WALDEYER<br />

Anello del Waldeyer: sistema di organi a struttura linforeticolare costituito da:<br />

• Tonsilla palatina<br />

• Tonsilla linguale<br />

• Tonsilla faringea<br />

Tonsilla palatina<br />

Giace tra i due pilastri palatini (anteriore e posteriore) che delimitano lateralmente l’istmo delle<br />

fauci.<br />

Ruolo immunitario di anticorpo­poiesi, funzione che esplica nei primi 10 anni per poi decadere<br />

lentamente.<br />

Quando la tonsilla non è in grado di neutralizzare qualche antigene ne derivano fatti infiammatori.<br />

Se è effettuata la neutralizzazione solo in parte, può istaurarsi un processo cronico con conseguente<br />

ipertrofia tonsillare. (specie negli adulti) che va distinta dalla iperplasia tonsillare frequente nei<br />

bambini e dovuta a insufficienza del tessuto linforeticolare rispetto ai propri compiti.<br />

Tonsilla linguale<br />

Due accumuli bilaterali e simmetrici di tessuto linforeticolare alla base della lingua.<br />

Stesse funzioni della tonsilla palatina<br />

Tonsilla faringea<br />

Al limite tra faccia posteriore e superiore del faringe, raggiunge in avanti le coane, lateralmente gli<br />

orifizi della tuba uditiva.<br />

Va incontro ad involuzione fisiologica scomparendo verso i 9­12 anni di età<br />

TONSILLITI<br />

Processo infiammatorio che colpisce e interessa esclusivamente le tonsille<br />

Tonsillite linguale acuta:<br />

27. Forma catarrale: tonsilla tumida arrossata, disfagia dolorosa, otalgia bilaterale<br />

28. Forma flemmonosa: segue spesso la forma catarrale. Ascesso spesso unilaterale. Febbre ,<br />

odinofagia, otalgia, stomatolalia. Talvolta edema della glottide.<br />

Tonsillite linguale cronica:<br />

caratterizzata da una ipertrofia della tonsilla linguale.<br />

Spesso secondaria alle forme acute o all’ingestione di cibi o polveri irritanti.<br />

Terapia:<br />

6. Asportazione chirurgica<br />

7. Diatermocoagulazione nelle ipertrofie molto estese<br />

Tonsilliti palatine acute<br />

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Poiché in genere nelle infiammazioni acute sono interessate al processo flogistico anche le strutture<br />

circostanti oltre alla tonsille,parleremo di Angina acuta<br />

Tonsilliti palatine croniche<br />

Caratterizzate da ipertrofia dovuta al tentativo da parte del tessuto di rispondere adeguatamente al<br />

danno progressivo dell’agente causale.<br />

Forme di tonsillite cronica:<br />

• Nel bambino si ha iperplasia.<br />

• Nell’adulto si ha ipertrofia. Che evolve (in sequenza) in:<br />

o Ipertrofia tonsillare semplice<br />

o Tonsillite cronica sclero­ipertrofica<br />

• Tonsillite cronica sclerotica con tonsille piccole<br />

Tonsillite cronica criptico caseosa con quadro clinico dominato da fatti necrotici ed erosivi a<br />

carico dell’epitelio di rivestimento delle cripte.Questa forma evolve spesso in tonsillite<br />

cronica focale.<br />

Tonsillite cronica interstiziale : alterazione dell’intima dei vasi, con lenta ma progressiva<br />

evoluzione cicatriziale.<br />

Sintomatologia:<br />

• Ingrossamento uniforme, rotondeggiante con scarsa evidenza degli orifizi esterni delle<br />

cripte.<br />

• Tonsille ingrossate sporgenti dalla loro loggia<br />

• Aumento di linfociti e monociti<br />

• Iperemia congestizia dei pilastri anteriori<br />

TERAPIA<br />

Medica: soggiorno marino,terapia iodica e antilinfatica, antibiotici dopo antibiogramma.<br />

Chirurgica: exeresi indispensabile nel caso di:<br />

• Disturbi accentuati della fonazione (stomatolalia)<br />

• Disturbi accentuati della deglutizione<br />

• Tosse secca e stizzosa notturna<br />

• Alterazioni evidenti delle tonsille per una flogosi cronica (tonsillite cronica ipertrofia molle<br />

o tonsillite cronica criptico­caseosa)<br />

L’intervento deve essere eseguito quando le manifestazioni si trovano in fase di quiescenza.<br />

Esami da effettuare prima di chirurgia:<br />

• Esame ematologico completo: per escludere anemie o empatie<br />

• Esame delle urine: per evidenziare eventuale compromissione renale<br />

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• Prove emogeniche: per eventuale terapia coagulante o trasfusionale<br />

• Rx torace: eventuali processi infiammatori in atto sono controindicativi<br />

• Controllo anestesiologico preventivo: nel caso di anestesie generali, per valutare intolleranze<br />

Complicanze chirurgiche tonsillectomia:<br />

• Infezioni della ferita<br />

• Enfisema del collo<br />

• Emorragia (sia precoce nelle prime 24 ore,che tardiva tra il 4° e 7° gg)<br />

ADENOIDITI ACUTE E CRONICHE<br />

Processi infiammatori della tonsilla faringea.<br />

Adenoiditi acute<br />

Spesso dovute a virulentazione di batteri saprofiti del cavo orale<br />

Di solito si associa a processo analogo a carico della tonsilla palatina<br />

Sintomatologia:<br />

• Esordio con febbre alta (40°C) in poco tempo<br />

• Respirazione rumorosa per l’ostruzione nasale<br />

• Rinolalia (voce di rospo)<br />

• Rinopiorrea con deglutizione di pus<br />

• Suzione ostacolata nel lattante<br />

• Fenomeni trasudatizi con otodinia e ipoacusia se viene interessato l’ostio tubarico<br />

Evoluzione:<br />

Si risolve in pochi giorni con:<br />

• crisi febbrile entro le prime 48 ore nella forma non purulenta<br />

• in 4­5 gg con calo febbrile progressivo nella forma purulenta<br />

TERAPIA<br />

Antibiotici e sulfamidici<br />

COMPLICANZE<br />

• Otite media purulenta<br />

• Broncopolmonite ab ingestis<br />

• Adenoflemmone retro­faringeo<br />

Adenoiditi croniche<br />

Causate da il ripetersi di adenoiditi acute e insufficienza del sistema reticolo­istiocitario che<br />

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provocano ipertrofia della tonsilla faringea che predispone a nuovi episodi infiammatori.<br />

Sintomatologia ricorrente in età infantile<br />

Sintomatologia:<br />

• Ostruzione respiratoria nasale che può portare a turbe del ritmo respiratorio,dell’ampiezza<br />

degli atti con inspirazione insufficiente. L’alterazione quantitativa e qualitativa (poco<br />

umida,fredda,non filtrata) dell’aria inspirata può determinare complicanze delle vie aeree<br />

inferiori.<br />

• Discesa di secrezione purulenta nelle vie aeree inferiori e digestive<br />

Facies tipica del soggetto affetto da adenoidismo:<br />

• Bocca semiaperta<br />

• Naso affilato<br />

• Labbro superiore rialzato<br />

• Malocclusione dentaria<br />

• Torace poco sviluppato<br />

• Facile stancabilità fisica<br />

• Pallore<br />

• Frequenti tic<br />

• Enuresi notturna<br />

• Timbro vocale modificato (rinolalia)<br />

Complicanze:<br />

• Otitiche<br />

• Blefariti<br />

• Congiuntiviti<br />

TERAPIA<br />

Chirurgica con adenoidectomia associata a tonsillectomia in anestesia generale non prima dei 4<br />

anni.<br />

FIBROMA RINOFARINGEO<br />

Tumore benigno del tessuto fibroso<br />

Più importante: fibro­angioma sanguinante della pubertà maschile.<br />

Componente anche vasale (emorragie profuse).<br />

Colpisce esclusivamente maschi tra i 10 e 20 anni.<br />

Va incontro a regressione spontanea.<br />

Zona di impianto a livello dello sfenoide o del processo basilare dell’occipitale.Causa<br />

riassorbimento osseo della base di impianto.<br />

Accrescimento nasale,rinofaringeo o misto. In casi eccezionali può invadere l’orbita (con esoftalmo<br />

o oftalmoplegia)<br />

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Sintomatologia:<br />

4. Ostruzione nasale progressiva<br />

5. Emorragie anemizzanti per frequenza e abbondanza<br />

DIAGNOSI<br />

• Esplorazione digitale<br />

• Esame radiografico e stratigrafico (per valutare estensione neoplasia)<br />

TERAPIA: chirurgica: Exeresi neoplasia<br />

MALATTIA FOCALE DI ORIGINE TONSILLARE<br />

Malattia apparentemente autonoma determinata e sostenuta attraverso un meccanismo cronico da un<br />

focolaio di infezione subdolo e che esplica la sua azione a distanza.<br />

Fattori immunologici e disreattivi.<br />

Tutti gli streptococchi emolitici di gruppo A possono essere causa di malattie focali cardiache e<br />

glomerulonefrite.<br />

Teorie eziopatogenetiche:<br />

• Processo di autoimmunizzazione: rottura della tolleranza e produzione anticorpi<br />

antimiocardio e anti­glomerulo<br />

• Presenza di complessi antigene anticorpo o immunocomplessi circolanti: fissano miocardio<br />

e rene con conseguente attivazione del complemento e lesioni.<br />

Malattie a focus tonsillare:<br />

• Malattia reumatica<br />

• Artrite reumatoide<br />

• Reumatismo infettivo post­anginoso<br />

Le prime 2 tendono a rendersi indipendenti dal fattore eziologico (le manifestazioni continuano<br />

anche dopo esaurimento del fattore eziologico)<br />

• Glomerulonefrite acuta emorragica: frequente in soggetti


Ascesso tonsillare (molto raro)<br />

Ascesso peritonsillare: si formano nello spazio virtuale tra le capsule tonsillare e fascia faringobasilare<br />

che riveste il muscolo costrittore della faringe al livello del tessuto connettivo lasso che<br />

divide le due strutture.<br />

4 tipi di ascesso peritonsillare:<br />

1. ascesso antero superiore (80% dei casi): con raccolta purulenta tra tonsilla palatina e pilastro<br />

anteriore<br />

2. ascesso postero superiore (15% dei casi) con raccolta purulenta tra tonsilla e pilastro<br />

anteriore<br />

3. ascesso inferiore (4%) con raccolta disposta lateralmente al polo inferiore della tonsilla<br />

palatina<br />

4. ascesso esterno (1%) con raccolta purulenta tra tonsilla palatina e parete muscolare del<br />

faringe.<br />

Sintomatologia:<br />

• esordio con esacerbazione della disfagia dolorosa e comparsa violenta dell’otalgia<br />

• febbre tra 39° e 40° C<br />

• alito fetido<br />

• scialorrea (per impossibilità di deglutire la saliva)<br />

• voce di rospo<br />

• pallore cutaneo<br />

• sudorazione abbondante<br />

TERAPIA: antibiotica e sulfamidica con drenaggio chirurgico<br />

COMPLICANZE: edema laringeo,tromboflebite,processi suppurativi peri­faringei,setticemia<br />

ANGINE ASPECIFICHE E SPECIFICHE<br />

Poiché i processi acuti generalmente coinvolgono anche le strutture circostanti oltre che le tonsille,<br />

si parlerà di angine acute.<br />

ANGINE ASPECIFICHE<br />

Angina eritematosa<br />

Eziologia virale:<br />

25. adenovirus APC della febbre adeno­faringo­congiuntivale<br />

26. virus ECHO<br />

27. virus sinciziali<br />

28. virus parainfluenzali<br />

Oppure può essere manifestazione locale di stati morbosi generali quali:<br />

• parotite epidemica<br />

• scarlattina<br />

• rosolia<br />

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• influenza<br />

• poliomielite<br />

• mononucleosi infettiva<br />

Sintomatologia:<br />

• arrossamento tonsille<br />

• aumento di volume tonsille<br />

• iperemia dei pilastri e della mucosa faringea<br />

TERAPIA: sintomatica e antipiretica<br />

Angina eritemato­pultacea<br />

Agente eziologico: stafilococco, pneumococco, streptococco (più frequente)<br />

Sintomatologia:<br />

• pappa biancastra,cremosa,facilmente staccabile sulla superficei tonsillare<br />

• temperatura elevata (40°C)<br />

• polso frequente concordante con la temperatura<br />

• disfagia intensa<br />

• turbe digestive con vomito<br />

• alito fetido<br />

• iperemia dei pilastri e palato molle<br />

• lingua saburrale<br />

TERAPIA: antibiotici a largo spettro e penicilline<br />

Angina pseudo­membranosa<br />

Eziologia: stafilococco,streptococco,pneumococco,diplococco, Klebsiella, pseudomonas<br />

aeruginosa.<br />

Presenza di una falsa membrana grigiastra che ricopre tutta la tonsilla.<br />

Forma difterica:pseudomembrane resistenti all’asportazione e che lasciano emorragia dopo<br />

rimozione<br />

Forma non difterica: differenziabili dalla forma difterica in quanto non interessano l’epitelio e lo<br />

strato sottoepiteliale (si staccano facilmente) e non residuano ulcerazioni. Hanno le stesse<br />

caratteristiche delle forme eritematose­pultacee.<br />

Angina difterica (sintomatologia):<br />

• membrane che invadono tonsille,pilastri,parete molle del palato e orofaringe<br />

• adenopatia satellite precoce e costante<br />

• febbre intorno ai 38°C<br />

• polso piccolo e frequentissimo,poi bradicardico<br />

• frequenti aritmie ed extrasistoli<br />

• dissociazione netta tra temperatura e polso<br />

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• spiccata ipotensione<br />

• porta spesso a morte per insufficienza cardio circolatoria<br />

TERAPIA: siero anti­difterico in dose massiccia insieme ad antibiotici<br />

Angina ulcero­necrotica<br />

Necrosi del parenchima tonsillare con conseguente ulcerazioni con tessuto necrotico e putrido<br />

Forma più comune: angina di Plaut­Vincent (dovuta all’associazione del bacillo fusiforme con la<br />

spirocheta di Vincent (saprofita).<br />

Sintomatologia:<br />

• unilaterale<br />

• ulcerazioni a bordi irregolari,sopraelevate, ricoperte da tessuto biancastro<br />

• astenia marcata<br />

• febbre assente<br />

• adenopatia sottomandibolare<br />

• disfagia modesta<br />

• scialorrea<br />

• alito fetido<br />

D.D. con:<br />

• sifiloma primario (mediante sierodiagnosi)<br />

• ca tonsillare (biopsia)<br />

TERAPIA: penicillina<br />

PS.: a volte nel corso di leucemia acuta linfatica o mieloide possono manifestarsi lesioni ulceronecrotiche<br />

tonsillari, ma questa volta bilaterali ed emorragiche<br />

Angina vescicolare<br />

Vescicole sulle tonsille e sulla mucosa faringea<br />

• angina erpetica<br />

Angina bollosa<br />

Bolle (vescicole di grandi dimensioni) sulla mucosa orofaringea associata a manifestazioni cutanee<br />

dello stesso tipo.<br />

• Angina pemfigoide<br />

• Angina dell’eritema polimorfo bolloso<br />

TERAPIA: corticosteroidea e topica<br />

ANGINE SPECIFICHE<br />

Tubercolosi dell’istmo delle fauci<br />

Colpisce soggetti con TBC polmonare attiva<br />

Può manifestarsi a livello oro­faringeo in 3 forme:<br />

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1. forma miliare<br />

in modo acuto (malattia di Isambert) o subacuto<br />

disseminazione per via ematogena<br />

sintomatologia:<br />

• presenza di noduli giallo­grigiastri sul palato molle con evoluzione in ulcere confluenti<br />

• elevazione febbrile<br />

• disfagia dolorosa<br />

• odinofagia<br />

• tosse straziante<br />

• scialorrea abbondante<br />

• adenopatia<br />

2. forma ulcero­vegetativa<br />

disseminazione dei bacilli con l’escreato polmonare<br />

sintomatologia:<br />

• granulazioni lardacee,molli, vegetanti con tendenza all’ulcerazione<br />

• per il resto simile alle forme miliari<br />

3. forma luposa<br />

a lento decorso<br />

sintomatologia:<br />

• noduli confluenti su palato molle,ugola, pilastri e anche cute del viso. Ad essi fa seguito un<br />

processo di caseificazione con formazione di ulcerazioni<br />

Sifilide<br />

Lesione sifilitica primaria a livello tonsillare palatino.<br />

Sempre accompagnata da adenopatia satellite latero cervicale o retroangolomandibolare.<br />

Nel periodo secondario talvolta si evidenziano placche mucose multiple rotondeggianti e confluenti<br />

al palato molle e ai pilastri.<br />

Nel periodo terziario si apprezza la presenza di gomme luetiche al palato molle,quasi mai alle<br />

tonsille. Alla gomma residuano cicatrici stellari e talvolta perforazioni permanenti del palato molle.<br />

Micosi<br />

Da leptotrix buccalis<br />

Formazione di ife che penetrano nelle cripte tonsillari e ne determinano trasformazione cornea. La<br />

tonsilla presenta formazioni bianche,lucenti,dure,non estraibili.<br />

Non comporta sintomatologia rilevante (reperto occasionale)<br />

TERAPIA: guarigione spontanea. Nel caso tonsillectomia<br />

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TUMORI DELLA BASE DELLA LINGUA<br />

• Carcinomi: derivano dall’epitelio di rivestimento<br />

• Reticolosarcomi: derivano da tessuto linfo­reticolare della tonsilla linguale<br />

CARCINOMI<br />

Scoperto spesso in fase avanzata (sintomi iniziali vaghi,sordio insidioso)<br />

Interessa in genere una metà della base della lingua<br />

Formazione vegetante e ulcerata<br />

Sintomatologia:<br />

• Disfagia<br />

• Otalgia per processi infiammatori sovrapposti<br />

• Ostacolo alla protrusione della lingua per interessamento muscolare<br />

• Alterazioni del timbro vocale (stomatolalia,di rospo)<br />

• Gravi ed inarrestabili emorragie<br />

Metastasi:<br />

• ai linfonodi cervicali profondi<br />

• al corpo della lingua<br />

• alla laringe<br />

• alla ipofaringe<br />

• alla regione faringo­tonsillare<br />

prognosi: grave (5 anni solo 10% dei casi)<br />

RETICOLOSARCOMI<br />

Massa rilevata, sottomucosa,a sede laterale che rende asimmetriche le due metà della base della<br />

lingua.<br />

Minore tendenza ulcerativa<br />

DIAGNOSI:<br />

anamnesi<br />

prelivo bioptico<br />

TERAPIA<br />

Radiante interstiziale<br />

Laringotomia laterale o per via esterna<br />

STRUMA TIROIDEO ABERRANTE<br />

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Neoplasia non maligna<br />

Deriva da un abbozzo tiroideo primitivo alla base della lingua,o da una tiroide ectopica linguale o<br />

tiroide accessoria<br />

Diagnosi: scintigrafia<br />

Terapia: exteresi chirurgica della tiroide ectopica e suo innesto tra i muscoli retti addominali.<br />

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TUMORI MALIGNI DELLA FARINGE<br />

Possono essere suddivisi in 3 gruppi:<br />

TUMORI DEL RINOFARINGE<br />

Molto frequenti nella razza gialla<br />

Colpiscono maschi nella 5° decade di vita<br />

Possono assumere carattere vegetante,infiltrativo o ulcerativo<br />

Spesso localizzati a livello dell’ostio tubarico o posteriormente ad esso<br />

Classificazione:<br />

Ca dell’epitelio di rivestimento:<br />

Ca di epitelio pavimentoso corneificante e non corneificante<br />

Ca indifferenziati<br />

Ca a cellule cilindriche<br />

Ca del tessuto linforeticolare:<br />

• Reticolo­sarcoma sinciziali<br />

• Reticolo­sarcoma dictio­citico<br />

• Reticolo sarcoma dictio­sinciziale<br />

• Reticolo sarcoma linfocitario (se prevalgono elementi della serie linfocitaria)<br />

Ca embrionari del rinofaringe:<br />

• Cordoma: derivato dal residuo della notocorda<br />

• Cranio faringiomi: da inclusioni epiteliali indifferenziate dal primitivo canale craniofaringeo<br />

Ca vascolari<br />

• Angiosarcomi<br />

Sintomatologia:<br />

• Ostruzione respiratoria nasale unilaterale<br />

• Rinorrea mucopurulenta ed ematica<br />

• Epistassi (per la necrosi del tessuto neoplastico)<br />

• Sintomi auricolari con ipoacusia,autofonia<br />

• Senso di pienezza auricolare legata alla stenosi tubarica nei tumori localizzati all’ostio o<br />

dietro di esso.<br />

• Metastasi linfonodali: a volte possono essere sintomi iniziali se interessano il linfonodo di<br />

Krause e Cuneo subito sotto il foro lacero posteriore. Ingrossandosi tale linfonodo può<br />

determinare sindromi paralitiche per compressione.<br />

• Sintomi oculo nervosi<br />

Tendono ad invadere le strutture circostanti determinando le sindromi associate anteriori in rapporto<br />

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con i nervi cranici interessati all’estensione della neoplasia:<br />

o sindrome dell’angolo petro­sfenoidale<br />

o sindrome dell’apice orbitarlo<br />

o sindrome della parete laterale del seno cavernoso<br />

o sindrome dell’apice della rocca<br />

o sindrome di Garcin<br />

TERAPIA: chirurgica<br />

TUMORI MALIGNI DELL’OROFARINGE<br />

Estremamente rari. Quasi mai maligni.<br />

Di solito tumori peri­faringei tra muscoli faringei e muscoli esterni che sollevano la mucosa.<br />

Sintomatologia legata a compressione di vasi e nervi .<br />

TUMORI MALIGNI DELL’IPOFARINGE<br />

Localizzazione:<br />

• 95% insorge nelle docce faringo­laringee (seni piriformi)<br />

• rari in zona retrocricoidea e zona posteriore<br />

seno piriforme:<br />

• zona superiore: impalcatura membranosa di sostegno: i tumori di questa zona diffondono<br />

verso la plica faringo­epiglottica e la plica ari­epiglottica<br />

• zona inferiore: impalcatura di sostegno rigida,cartilaginea: i tumori di questa zona tendono<br />

ad invadere le zone basse,cioè la zona retrocricoidea e la bocca dell’esofago.<br />

Sintomatologia:<br />

di solito in base al punto di insorgenza<br />

29. disfonia progressiva, voce legnosa e dura (sclerofonia)<br />

30. disfagia, prima meccanica,poi dolorosa<br />

31. otalgia<br />

32. ristagno salivare nel seno piriforme<br />

DIAGNOSI<br />

• prelievo bioptico<br />

• Rx con mdc (bario)<br />

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LARINGITI ACUTE<br />

Processi infiammatori interessanti la mucosa laringea.<br />

Distinguiamo forme:<br />

• catarrali<br />

• edematose<br />

• suppurative<br />

FORME CATARRALI<br />

Laringite catarrale acuta<br />

Eziologia: virus associati a stafilo­penumococco o emofilus<br />

Sintomatologia:<br />

• mucosa iperemica e congesta<br />

• iperemia della corde vocali<br />

• disfonia con voce rauca<br />

• senso di secchezza in gola<br />

• tosse secca e stizzosa<br />

decorso benigno e risoluzione in pochi giorni<br />

può recidivare e trasformarsi in cronica nei soggetti predisposti<br />

terapia: sintomatica (riposo vocale,anticatarrali,balsamici)<br />

FORME EDEMATOSE<br />

Laringite acuta ipoglottica infantile<br />

Stato infiammatorio disreattivo nella regione ipoglottica con infiltrazione edematosa.<br />

Decorso acuto o iperacuto<br />

Prevalente in sesso maschile entro i 4 anni d’età<br />

Eziologia: virus (influenzale) con sovrapposizione polimicrobica (strepto­pneumo­stafilococco)<br />

Fa spesso seguito a influenza,morbillo,pertosse,riniti e adenoiditi acute<br />

Può esprimersi come forma:<br />

• semplice: non compromette le condizioni generali del pz<br />

• soffocante: vedi pseudo­croup<br />

• soffocante complicata: decorso iperacuto con interessamento anche di trachea e bronchi<br />

sintomatologia forma semplice:<br />

• dispnea notturna inspiratoria<br />

sintomatologica forma soffocante complicata:<br />

• dispnea intensa<br />

• febbre levata (40°C)<br />

• sudorazione profusa<br />

• polso piccolo, frequente e irregolare<br />

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• possibile exitus nel giro di poche ore per collasso cardio­circolatorio<br />

TERAPIA<br />

guarigione difficile con terapia<br />

dal momento che è possibile il passaggio dalla forma semplice o soffocante alla forma complicata,<br />

questa terapia è unificata per la laringite acuta ipoglottica infantile.<br />

29. sulfamidici,poliantibiotici e corticosteroidei per via venosa, e poi analettici, balsamici,<br />

cardiotonici,antispastici ed antistaminici.<br />

30. Tracheotomia se la terapia non risolve la dispnea entro 2 ore<br />

Edemi laringei infiammatori e meccanici<br />

Possono manifestarsi per cause infettive,tossiche,angioneurotiche.<br />

Edemi infiammatori: causati da:<br />

Malattie infettive<br />

Corpi estranei<br />

Contusioni<br />

Ustioni<br />

Fratture laringee<br />

Fatti infiammatori di organi vicini (tonsilliti)<br />

Dopo perfigerazione­riscaldamento in individui predisposti<br />

Edemi non infiammatori: causati da:<br />

• intossicazione massiva<br />

• insufficienza renale<br />

• stasi venosa giugulare­cava superiore<br />

• angioneurotici in soggetti con diatesi allergica<br />

sintomatologia:<br />

33. disfagia meccanica e dolorosa<br />

34. dispnea nelle localizzazioni sottoglottidee<br />

TERAPIA<br />

Causale<br />

In emergenza: tracheotomia<br />

FORME SUPPURATIVE<br />

Laringite flemmonosa ed ascessuale<br />

Possono essere:<br />

• Evoluzione di un processo infiammatorio non adeguatamente trattato (più spesso)<br />

• Primitive<br />

• Dirette per penetrazione di germi piogeni in lesioni della mucosa laringea.<br />

Sintomatologia<br />

• Disfagia dolorosa<br />

• Otalgia<br />

• Febbre<br />

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TERAPIA<br />

• Antibiotici e sulfamidici<br />

• Drenaggio chirurgico dell’ascesso<br />

• Emergenza: tracheotomia<br />

Pericondriti e condro­pericondriti<br />

Infiammazione cartilaginea con conseguente condrite e successiva necrosi cartilaginea.<br />

Complicanze in corso di tifo, tubercolosi o radioterapia<br />

Sintomatologia: (simile a quella dell’ascesso):<br />

6. Dispnea<br />

7. Disfagia<br />

8. otalgia<br />

TERAPIA: Eliminazione di frammenti cartilaginei colliquati a cui fanno seguito processi cicatriziali<br />

retratti che possono determinare stenosi laringee.<br />

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LARINGITI CRONICHE ASPECIFICHE E SPECIFICHE<br />

LARINGITI CRONICHE ASPECIFICHE<br />

Fattori predisponenti:<br />

• Malattie dell’età infantile<br />

• Carenze vitaminiche<br />

• Gravidanze<br />

• Malattie del ricambio (gotta,diabete)<br />

• Insufficienza epatica<br />

• Modificazioni dell’aria inspirata<br />

• Manifestazioni congestizia laringee (recidivanti o croniche)<br />

Fattori scatenanti:<br />

Processi infiammatori acuti o recidivanti<br />

Processi suppurativi cornici naso­sinusali<br />

Sintomatologia:<br />

forme diffuse:<br />

31. Processo catarrale con iperemia del vestibolo e delle corde vocali<br />

32. Presenza di secrezione muco­purulenta o fluida o in croste<br />

33. Alterazione vocale<br />

34. tosse<br />

Forme circoscritte:<br />

• Mono o bilaterali con interessamento delle sole corde vocali (cordite­ipertrofica)<br />

• Possono giungere fino all’occlusione glottidea irreversibile<br />

• Tosse<br />

Altre forme di laringite cronica aspecifica:<br />

• Edema cronico del corion della mucosa del ventricolo di Morgagni<br />

• Ipertrofia della tonsilla laringea<br />

TERAPIA<br />

Causale con antibiotici e corticosteroidi<br />

LARINGITI CRONICHE SPECIFICHE<br />

Tubercolosi<br />

Laringite secondaria a manifestazioni polmonari<br />

Varie forme cliniche:<br />

• miliare<br />

• infiltrativo ulcerativa<br />

• vegetante<br />

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• luposa<br />

• forma miliare<br />

granuli biancastri non solo a livello laringeo,ma anche palato molle e pilastri<br />

infezione per via ematica<br />

35. disfonia e odinofonia di grado notevole<br />

• disfagia intensa<br />

• forma infiltrativo­ulcerativa<br />

localizzata alla regione interaritenoidea alle corde vocali<br />

processo unilaterale di cordite tubercolare<br />

all’infiltrazione fa seguito l’ulcerazione a bordi irregolari (margine libero seghettato)soprattutto<br />

sull’epiglottide e sulle corde vocali<br />

• forma vegetante<br />

lume laringeo notevolmente ridotto per fatti infiltrativi e proliferativi.<br />

Da distinguere dalle neoplasie mediante esame bioptico<br />

• forma luposa<br />

presenza di lesioni in diverso stadio evolutivo: cicatrizzano in alcuni punti, in altri sono nello stadio<br />

di ulcera.<br />

Colpisce prevalentemente l’epiglottide e le pliche ari­epiglottiche,ma anche naso e faringe<br />

• disfagia dolorosa<br />

TERAPIA<br />

Streptomicina + acido paraminosalicilico (PAS) e vit A e D2<br />

Sifilide<br />

Periodo primario: riscontro eccezionale di lesioni<br />

periodo secondario: Lesioni laringee di tipo eritemato mucoso o placche mucose<br />

periodo terziario: gomme luetiche che colpiscono epiglottide, pliche ari­epiglottiche, regione<br />

sottoglottica (risparmiano solo le corde vocali)<br />

complicanze: le cicatrici che conseguono possono deformare la laringe con possibile stenosi<br />

diagnosi: mediante sierologia (d.d. con forme TBC e tumori maligni)<br />

Scleroma<br />

Noduli duri,mai ulcerati con tendenza a confluire. Esitano in cicatrici detraenti.<br />

Mai primario<br />

Colpisce naso,faringe,laringe e trachea<br />

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PARALISI LARINGEE RECORRENZIALI E NON<br />

RECORRENZIALI<br />

Sempre da cause extralaringee:<br />

• Patologie di centri e vie nervose<br />

• Patologia di organi cervicali<br />

• Patologie di organi toracici e mediastinici<br />

Paralisi (in rapporto alla sede della causa che la determina):<br />

• Centrali: incompleta e quasi sempre bilaterale<br />

• periferiche: completa e quasi sempre unilaterale<br />

Possono essere:<br />

36. unilaterali(emiplegia laringea) : la corda vocale assume posizione cadaverica con la corda<br />

controlaterale che cerca di compensare contro di essa disfonia detta diplofonia<br />

37. bilaterali (diplegia laringea):<br />

1. sindrome di Ziemssen: corde vocali fisse in abduzione con conseguente afonia (diplegia<br />

fonatoria)<br />

2. sindrome di Riegel: corde vocali fisse in adduzione con conseguente dispnea (diplegia<br />

respiratoria)<br />

E inoltre:<br />

38. complete<br />

39. incomplete<br />

Paralisi periferica<br />

più frequenti : lesioni del nervo ricorrente sinistro (decorso più lungo)sono dette recorrenziali<br />

paralisi non recorrenziali: dovute a lesioni del vago,dell’accessorio o del laringeo superiore (quando<br />

non associate)<br />

sono paralisi da compressione o stiramento del nervo per:<br />

A sinistra:<br />

aneurisma aortico<br />

pericardite<br />

cardiopatie con dilatazioni del ventricolo sx<br />

adenopatie tracheo bronchiali<br />

neoplasie maligne dell’esofago,trachea e tiroide<br />

A destra:<br />

aneurisma della succlavia di dx<br />

processi pleuritici dell’apice dx<br />

possono essere dovute anche a nevrite tossica (diabete) o infettiva (difterite,influenza)<br />

sintomi:<br />

• voce velata<br />

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• difficoltà dell’emissione di suoni acuti<br />

• spesso complicanze bronco­polmonari per inalazione di materiale alimentare a causa<br />

dell’ipoestesie laringea<br />

PARALISI LARINGEE ASSOCIATE<br />

Paralisi associate di:<br />

• vago<br />

• accessorio<br />

• glossofaringeo<br />

• ipoglosso<br />

• fibre simpatiche oculo­pupillari.<br />

Dovute agli stretti rapporti che questi nervi contraggono tra loro alla base del cranio e nella regione<br />

cervicale superiore.<br />

Possono verificarsi per:<br />

• tromboflebite post­otitica della giugulare<br />

• resezione della giugulare interna<br />

• penetrazione di proiettili<br />

• adenopatia metastatica<br />

• processi neoplastici della base del cranio<br />

• fratture della base del cranio<br />

• patogenesi centrale.<br />

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NEOFORMAZIONI BENIGNE E MALIGNE DEL<br />

LARINGE<br />

NODULI VOCALI<br />

Nucleo fibroso o pseudo mixomatosi costituitosi a spese del connettivo lasso che lo divide dal<br />

corion mucoso e che prende il nome di lamina di Reinke­Hajek<br />

Interessamento dell’epitelio di rivestimento della corda vocale, spesso a sede bilaterale<br />

Alterazione funzione fonatoria per l’attrito nei punti di contatto delle corde vocali.<br />

POLIPI LARINGEI<br />

Estroflessione della lamina di Reinke­Hajek che ernia verso il lume laringeo<br />

Interessamento prevalente del corion mucoso, spesso unilaterali<br />

Processo dovuto ad ipotonia dei muscoli della laringe<br />

Disfonia peggiorativa, talvolta tosse stizzosa.<br />

PRECANCEROSI LARINGEE<br />

• Pachidermia rossa o semplice: metaplasia piatta dell’epitelio di rivestimento senza processi<br />

di corneificazione. Causata da laringiti croniche.<br />

• Pachidermia bianca o verrucoide o leucoplachia: metaplasia piatta dell’epitelio di<br />

rivestimento con processi di corneificazione. Causata da laringiti croniche<br />

Più frequenti a carico della regione inter­aritenoidea e delle corde vocali.<br />

• Papillomatosi multipla: neoformazioni fibrose isolate e digitiformi. Eziologia virale. Forma<br />

di laringite cronica aspecifica.<br />

TUMORI BENIGNI<br />

Riscontro eccezionale<br />

Fibromi,angiomi,condriomi,linfomi,neurinomi,cisti (congenite e acquisite)<br />

Sintomi: disfonia e dispnea<br />

TUMORI MALIGNI<br />

Possono derivare da tutti i tessuti che costituiscono la laringe<br />

Più frequenti: carcinomi (epitelio di rivestimento)<br />

Colpisce selettivamente l’uomo (95%) tra i 40 e i 60 anni<br />

Cause predisponenti:<br />

• Fumo<br />

• Lue<br />

• Processi flogistici cronici (precancerosi specie leucoplachie)<br />

Tipi istologici:<br />

Ad epitelio pavimentoso corneificante o non corneificante (80­90% dei casi)<br />

Vegetante<br />

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Infiltrativo<br />

Ulcerativo (spesso evoluzione dei tipi vegetante e infiltrativo)<br />

Sintomatologia:<br />

legata alla sede di insorgenza,alla diffusione e all’accrescimento<br />

40. Disfagia prima meccanica,poi dolorosa con otalgia<br />

41. Disfonia tipo legno duro (sclerofonia)<br />

42. Dispnea (tardiva)<br />

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Classificazione atomo­clinica<br />

cancri laringei<br />

della zona vestibolare (35%­40%)<br />

della zona cordale (25%)<br />

ventricolari (10%)<br />

commisurale anteriore (1­2%)<br />

sottoglottico (2­3%)<br />

cancri marginali:<br />

cancro della zona marginale<br />

cancri diffusi:<br />

cancro laringo­faringeo<br />

cancro faringo­laringeo<br />

Cancro della zona vestibolare<br />

Sorge nella parte anteriore della zona vestibolare all’unione delle corde vocali false con il piede<br />

dell’epiglottide<br />

Diffusione anteriore verso spazio io­tiro­epiglottico<br />

Può invadere la base della lingua o esteriorizzarsi<br />

Cancro della zona cordale<br />

Tende ad invadere la commissura anteriore e la corda controlaterale o il vestibolo di Morgagni<br />

Cancro della zona ventricolare<br />

Ostacolato alla diffusione all’esterno dalla lamina tiroidea<br />

Diffonde anteriormente o verso le corde vocali in basso<br />

Può determinare laringocele sintomatico per strozzamento<br />

Cancro della zona sottoglottica<br />

Tendono ad invadere la regione sottoglottica.<br />

Può perforare la membrana crico­tiroidea ed invadere la cute<br />

Cancro marginale<br />

Colpisce la parte libera dell’epiglottide<br />

Tende ad invadere il vestibolo laringeo in basso, talvolta l’ipofaringe e la laringe fino alle pieghe<br />

ariepiglottiche<br />

Cancri laringo­faringei e faringo­laringei(diffusi)<br />

Rappresentano l’esito della diffusione alle strutture circostanti di un cancro laringeo e di uno<br />

ipofaringeo<br />

METASTASI<br />

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Rare le ematiche e linfatiche<br />

Linfonodi cervicali profondi ai linfonodi cervicali anteriori<br />

DIAGNOSI:<br />

• d.d. con TBC e sclerosa mediante prelievo bioptico<br />

• Rx con mdc (bario) e stratigrafia<br />

TERAPIA: chirurgia o roentgenterapia<br />

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TUMORI DEL MASSICCIO FACCIALE<br />

TUMORI BENIGNI<br />

Polipo antro­coanale e polipo solitario di Killian<br />

Nasce nel seno mascellare e attraverso il meato medio raggiunge la regione canale. Può accrescersi<br />

fino a raggiungere rino e orofaringe.<br />

Frequente nei giovani<br />

Formazione polipoide dovuta ad estroflessione della mucosa sinusale iperplastica attraverso l’ostio<br />

del meato medio.<br />

Provoca ostruzione respiratoria nasale unilaterale.<br />

Terapia chirurgica<br />

Mucocele<br />

Raccolta sempre maggiore di muco a livello etmoido­frontale.<br />

E’ circoscritta da una sottile membrana che nel suo lento accrescimento provoca riassorbimento<br />

osseo, soprattutto a carico della parete inferiore del seno frontale con tendenza all’esteriorizzazione<br />

nell’angolo supero­mediale dell’orbita.<br />

Il bulbo oculare appare spostato in basso e lateralmente e si ha diplopia e senso di peso frontale<br />

Fibromi<br />

Impiantati nella parte posteriore delle cavità nasali<br />

Adenomi<br />

Abbastanza frequenti sul turbinato inferiore<br />

Papillomi<br />

Peduncolati o sessili, sanguinanti e recidivanti. In genere si impiantano sul pavimento del turbinato<br />

inferiore e nei meati inferiori e medi.<br />

Polipo sanguinante<br />

Nel locus di Valsalvae<br />

Colpisce donne in giovane età<br />

Spesso sanguina spontaneamente<br />

Osteomi<br />

Insorgono a livello etmoido frontale<br />

Costituiti da tessuto osseo compatto o spugnoso, o forme miste.<br />

Accrescimento lentissimo ed asintomatico<br />

Tende ad esteriorizzarsi nell’angolo supero mediale dell’orbita con sintomatologia simile al<br />

mucocele e fenomeni nevralgici a carico della Ia branca del trigemino.<br />

d.d. con mucocele: maggior consistenza alla palpazione e opacità radiologica<br />

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TUMORI MALIGNI<br />

I tumori maligni delle fosse nasali e dei seni paranasali hanno sintomatologia identica.<br />

Quasi tutti di derivazione sinusale<br />

Classificazione:<br />

• tumori della sovrastruttura (etmoide,seno sfenoidale,seno frontale e zone adiacenti nasali)<br />

• tumori della mesostruttura(seno mascellare e cavità nasali adiacenti escluso il pavimento)<br />

• tumori della infrastruttura (pavimento del seno mascellare e della cavità nasale, palato osseo<br />

e processo alveolare del mascellare)<br />

istologia: ca di tipo epiteliale (carcinomi,papillomi maligni, adeno carcinomi)<br />

sintomatologia:<br />

• inizialmente sovrapponibile alla sinusite cronica purulenta<br />

• rinopiorrea scarsa, screziata di sangue<br />

• emorragie più frequenti ed abbondanti<br />

• caduta spontanea dei molari e dei premolari in quelle del seno mascellare<br />

• invasione delle strutture circostanti<br />

• spiccata sintomatologia algica se interessato il trigemino<br />

• deformazione estetica in ca della mesostruttura<br />

metastasi: linfonodi loco­regionali (nasaliretrofaringei,cervicali profondi e superficiali)<br />

assenti metastasi a distanza<br />

DIAGNOSI<br />

Esame rinoscopico con biopsia<br />

Radiografia o stratigrafia e sinusografia<br />

TERAPIA<br />

Exeresi radicale chirurgica<br />

Demolizione delle zone circostanti a quelle in cui è insorta la neoplasia<br />

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