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lieti, ma più buoni, e ci riconosciamo più nobili,<br />
più degni ?<br />
Seguitem i, signori : udirete la vostra voce<br />
<strong>nella</strong> m ia, giacché un vecchio , un comune<br />
canto io farò risonare, i cui accenti vanno<br />
dispersi fra cento altri stentati ed aspri della<br />
<strong>vita</strong> quotidiana o riescono incomprensibili alle<br />
menti superficiali e distratte ; ma che tuttavia<br />
non cessan di vibrare nel fondo delle anime<br />
che sanno raccogliersi. Io dico il canto arcano<br />
e stupendo, che muove e discende dalle suggestive<br />
altezze delle nostre <strong>illusioni</strong>, da queste<br />
nubi d’ oro, fuggenti, e pur sempre ricorrenti,<br />
nel cielo della nostra esistenza.<br />
Fu detto non doversi 1’ uomo sentire interamente<br />
infelice s’ egli in sua <strong>vita</strong> provò una volta<br />
1’ ebbrezza dell’ amore. Assai però è più efficace<br />
la sentenza : chi non amò , non visse.<br />
Così potente è 1’ amore. Pur in sul cader degli<br />
anni, quando la <strong>vita</strong> si volge, uggiosa e lenta,<br />
al termine del suo fatale andare , 1’ uomo ricorda<br />
, fra tante sue memorie, quel dilettoso<br />
tempo, quella età felice, di un vero, anelato,<br />
sognato amore. O anime amare e stanche,