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Petri Implicazioni - Dipartimento di Economia Politica - Università ...

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In questo scritto( 1 ) cerco <strong>di</strong> illustrare brevemente le implicazioni, per le<br />

politiche economiche, <strong>di</strong> certi risultati nella teoria economica della <strong>di</strong>stribuzione,<br />

dell'investimento, e della crescita, dovuti alle indagini <strong>di</strong> Sraffa (1960) e <strong>di</strong> altri<br />

economisti che hanno continuato lungo il sentiero da lui tracciato. Questi risultati,<br />

argomenterò, quando correttamente compresi (spesso il loro significato viene<br />

travisato), rivelano debolezze decisive nei fondamenti dell'impostazione marginalista<br />

(oggi spesso ma fuorviantemente detta "neoclassica"( 2 )), debolezze che spingono a<br />

rigettare quell'impostazione a favore <strong>di</strong> una ripresa dell'impostazione classica,<br />

combinata con il principio della domanda effettiva <strong>di</strong> Keynes. Le implicazioni per la<br />

1 . Versione riveduta <strong>di</strong> una conferenza tenuta presso il <strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> Teoria<br />

Economica e Meto<strong>di</strong> Quantitativi dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Napoli il 24-5-2000. Ringrazio i<br />

partecipanti, e in particolare i proff. Bruno Jossa e Carlo Panico, per i commenti ricevuti,<br />

che hanno stimolato significative mo<strong>di</strong>fiche. Dell'esposizione orale ho conservato, in questa<br />

versione scritta, il fine <strong>di</strong> riuscire a comunicare con un pubblico anche <strong>di</strong> studenti. Il lavoro<br />

<strong>di</strong> revisione ha goduto <strong>di</strong> un finanziamento MURST - 60%.<br />

2 . Il definire 'neoclassica' l'impostazione marginalista deriva in gran parte dall'uso<br />

peculiare che fece Keynes del termine 'teoria classica' per in<strong>di</strong>care ciò a cui egli si<br />

opponeva, dunque la teoria dominante alla sua epoca, e cioè quella marginalista, che per i<br />

suoi scopi egli ritenne <strong>di</strong> non dover <strong>di</strong>stinguere dalla teoria <strong>di</strong> Ricardo sia perché costui<br />

accettava la legge <strong>di</strong> Say (che era ciò che a Keynes premeva criticare), sia per via della<br />

prevalenza, quando Keynes scrive, dell'interpretazione Marshalliana della storia della teoria<br />

economica in termini <strong>di</strong> continuità piuttosto che <strong>di</strong> rottura. La 'sintesi neo-classica' potè<br />

allora essere così denominata, in quanto sintesi della teoria <strong>di</strong> Keynes, e <strong>di</strong> quella 'classica'<br />

cioè marginalista; il termine 'neoclassico' ha poi sempre più caratterizzato quegli elementi,<br />

della sintesi neoclassica, che la <strong>di</strong>stinguevano da impostazioni del tutto <strong>di</strong>verse, come quella<br />

marxista o quella della 'scuola <strong>di</strong> Cambridge', ed è così <strong>di</strong>ventato essenzialmente sinonimo<br />

<strong>di</strong> 'marginalista'. Oggi che si è ristabilita una più chiara coscienza della ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong>fferenza<br />

tra impostazione <strong>di</strong> Ricardo e impostazione marginalista, la terminologia Keynesiana<br />

(riaffiorata <strong>di</strong> recente in termini come New Classical Macroeconomics) appare fuorviante ed<br />

appare preferibile l'uso tra<strong>di</strong>zionale del termine 'classici' per riferirsi all'impostazione <strong>di</strong><br />

Smith e Ricardo. Al termine 'neoclassico' è dunque da preferirsi 'marginalista'.<br />

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