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Nella Fig. 6.2 sono riportati i risultati delle prove triassiali ... - Padis

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9.2 L’algoritmo RKF–23 a passo adattativo con controllo dell’errore 137<br />

2. si considera che il tensore di rigidezza elastico è costante nell’intervallo di<br />

tempo.<br />

Comunque entrambe le semplificazioni producono elevate discrepanze tra il comportamento<br />

del terreno previsto e quello osservato nelle pratiche applicazioni. In<br />

particolare l’ipotesi (1) porta a valori irrealistici del rapporto critico <strong>delle</strong> tensioni<br />

per i terreni caratterizzati da elevati valori dell’angolo di attrito in compressione<br />

triassiale, ogni volta che il problema ai limiti è caratterizzato da un ampio intervallo<br />

di variazione della direzione del percorso tensionale. Dall’altra parte, come<br />

ha osservato per primo Borja (1991), l’ipotesi (2) degrada in maniera sostanziale le<br />

prestazioni dello schema di integrazione su percorsi di carico con elevate variazioni<br />

della tensione media (analisi di scavi). Tali limitazioni <strong>sono</strong> state superate da Tamagnini<br />

et al. (2002) che hanno utilizzato tale schema per un modello elastoplastico<br />

ad incrudimento isotropo e degradazione chimica.<br />

Rispetto agli algoritmi impliciti, gli algoritmi espliciti presentano il vantaggio<br />

di essere più semplici da implementare, poichè richiedono soltanto le derivate prime<br />

della funzione di snervamento e del potenziale plastico. Wissmann & Hauck (1983)<br />

e Sloan (1987) hanno messo in evidenza che l’accuratezza e l’efficienza dei metodi<br />

espliciti <strong>sono</strong> notevolmente migliori combinandoli con substepping automatico<br />

e controllo dell’errore. Gli algoritmi espliciti, a differenza di quelli impliciti non<br />

richiedono la risoluzione di un sistema di equazioni non–lineari per determinare lo<br />

stato tensionale in ogni punto di Gauss. D’altro canto quando si passa da uno stato<br />

elastico a uno plastico si rende necessario determinare il punto di intersezione tra<br />

il percorso di carico e la superficie di snervamento. Tale fase richiede la risoluzione<br />

di una sola equazione non–lineare, ma va trattata con una certa attenzione per<br />

evitare di determinare intersezioni spurie.<br />

Due differenti studi di Potts & Ganendra (1982, 1994) hanno comparato<br />

le prestazioni dell’algoritmo return mapping di Ortiz & Simo (1986) con lo<br />

schema esplicito di Sloan (1987), il secondo relativamente al modello di Cam–Clay<br />

Modificato risulta essere più robusto ed efficiente del primo.<br />

I metodi di substepping espliciti di Sloan (1987) <strong>sono</strong> stati originariamente<br />

applicati a modelli elastoplastici classici e succesivamente (Sloan et al., 2001) <strong>sono</strong><br />

stati estesi a modelli elastoplastici avanzati.<br />

In tale capitolo si descrive l’algoritmo esplicito adattativo di Runge–Kutta–<br />

Fehlberg di terzo ordine (RKF23) che è stato applicato sia a modelli elastoplastici<br />

avanzati (BS-TD e EP-RW) sia ad un modello ipoplastico (HP-MA).<br />

9.2 L’algoritmo RKF–23 a passo adattativo con controllo<br />

dell’errore<br />

Lo schema di integrazione considerato è l’algoritmo esplicito adattativo di Runge–<br />

Kutta–Fehlberg di terzo ordine (RKF23), che adotta lo schema di Eulero modificato<br />

(di ordine 2) e lo schema di Runge–Kutta di ordine 3.<br />

Tale algoritmo non è strettamente associato alla piattaforme impiegate nel<br />

presente lavoro, ma può essere utilizzato in qualunque altro codice agli elementi<br />

finiti che permetta l’ampliamento della libreria dei modell costitutivi.

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