Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia ... - Banca Don Rizzo
Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia ... - Banca Don Rizzo
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Anno Anno 2 2 - N. 2 - Aprile Aprile 2012 - - Luglio Luglio 2012 - - Registrazione n. 336 del 20 Dicembre 2010. Distribuzione gratuita<br />
<strong>Quadrimestrale</strong> <strong>di</strong> <strong>Cultura</strong>, <strong>Finanza</strong>, <strong>Economia</strong>, Identità e Valori<br />
Intervista al<br />
Procuratore<br />
Generale<br />
della Corte<br />
dei Conti<br />
100 anni<br />
con <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Perio<strong>di</strong>co QUAdriMeSTrALe<br />
<strong>di</strong> iNForMAZioNe deLLA<br />
BANcA doN riZZo<br />
Anno 2, n. 2, Aprile 2012 - Luglio 2012<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Antonio prof. Fundarò<br />
COMITATO DI DIREZIONE<br />
Giuseppe dott. Mistretta Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Carmelo dott. Guido <strong>di</strong>rettore Generale <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Enzo dott. Nuzzo Vice Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Antonio prof. Fundarò <strong>di</strong>rettore responsabile<br />
Pasquale prof. Hamel responsabile comitato Scientifico<br />
Salvatore dott. Cartuccio Ufficio marketing <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
REDAZIONE<br />
Ufficio marketing e comunicazione<br />
Via Stefano Polizzi, 13, 91011 Alcamo (Tp)<br />
PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE EDITORIALE<br />
Stampa<br />
Stampato in Italia presso Litotipografia Abate Michele, Paceco (TP).<br />
Fotografie, testi e illustrazioni<br />
La rivista pubblica solo gli articoli commissionati.<br />
Eventuali proposte <strong>di</strong> contributi vanno inoltrate al Comitato<br />
E<strong>di</strong>toriale alla seguente email: proposteecontributi@donrizzo.it<br />
Grafica ed impaginazione<br />
ADA Comunicazione, Antonio Fundarò, Salvatore Cartuccio.<br />
L’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>sponibile a regolare eventuali spettanze<br />
per quelle immagini <strong>di</strong> cui non sia stato possibile reperire la<br />
fonte.<br />
I dati relativi ai destinatari della Rivista vengono utilizzati<br />
esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono<br />
ceduti a terzi per nessun motivo.<br />
Resta ferma la possibilità per l’interessato <strong>di</strong> esercitare i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />
cui all’articolo 13 della legge 675/96.<br />
Pubblicazione quadrimestrale.
EmILIA LIPARI,<br />
LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,<br />
IL Suo AmoRE PER LA bANCA<br />
4 LETTERA APERTA<br />
DEL PRESIDENTE ComE NASCE uN EvENTo P.L.A.S. 20<br />
LETTERA APERTA<br />
DEL DIRETToRE GENERALE<br />
PRoGRAmmA JESSICA<br />
L’EuRoPA CoN 150 mILIoNI DI<br />
EuRo PER PRoGETTI LEGATI<br />
ALL’ENERGIA<br />
INTERvISTA AL DoTT. CoPPoLA,<br />
PRoCuRAToRE GENERALE DELLA<br />
CoRTE DEI CoNTI DELLA SICILIA<br />
EmILIA LIPARI,<br />
LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,<br />
IL Suo AmoRE PER LA bANCA<br />
CASTELLAmmARE DEL GoLfo<br />
uNA LEGGENDA SEmPRE ATTuALE<br />
Lo zINGARo: uNA NATuRA<br />
ChE PARLA ALL’uomo<br />
LA mACChINA DEL TEmPo<br />
NEI LoCALI DEL CASTELLo<br />
ARAbo-NoRmANNo DI<br />
CASTELLAmmARE DEL GoLfo<br />
IL RESTAuRo DEL CRoCIfISSo<br />
IN SuGhERo<br />
10 14<br />
Lo zINGARo: uNA NATuRA<br />
ChE PARLA ALL’uomo<br />
5 21<br />
SCoPELLo: uNA boRGATA<br />
D’ALTRI TEmPI<br />
6 22<br />
uNA bELLEzzA SCoNoSCIuTA:<br />
IL moNTE INICI<br />
8 24<br />
CASTELLAmmARE DA GuSTARE<br />
10 26<br />
SoADI, GIovANE AzIENDA,<br />
NEL CAmPo DEL CAffè IN CIALDE<br />
12 28<br />
14<br />
RICAmI E SfILATI TRADIzIoNALI<br />
SICILIANI REALIzzATI A mANo<br />
DA ENzA bARoNE<br />
E DALLA SuA boTTEGA<br />
AGESP E LA mIGLIoRE<br />
GESTIoNE DEI RIfIuTI 30<br />
16 32<br />
LA DA.SCA AzIENDA LEADER<br />
NEL RISPETTo AmbIENTALE<br />
18 34<br />
LA STRAoRDINARIA<br />
PoESIA DI LILIANA PATTI
TuRI SImETI:<br />
SuPERfICI vERSo AmbIENTI<br />
36 TuRI SImETI:<br />
SuPERfICI vERSo AmbIENTI<br />
uNA vITA DA bANCARI 38<br />
Lo SPREAD<br />
ComE INDICAToRE DI CRISI<br />
LA fILIALE DI CASTELLAmmARE<br />
DEL GoLfo NEL TERRIToRIo<br />
SCRIvERE IL fuTuRo<br />
CoSTITuITA L’ASSoCIAzIoNE DEI<br />
SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo<br />
L’ACCESSo AL CREDITo<br />
AGLI STuDENTI<br />
I muTuI PRImA CASA<br />
PER I GIovANI<br />
LE INIzIATIvE DELLA bANCA<br />
DoN RIzzo NELL’AmbITo<br />
DELLA CooPERAzIoNE<br />
IL CREDITo CooPERATIvo:<br />
DIffERENTE PER GENESI<br />
SOMMARIO<br />
36 42<br />
SCRIvERE IL fuTuRo.<br />
CoSTITuITA L’ASSoCIAzIoNE DEI<br />
SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo<br />
bANCA DI CREDITo CooPERATIvo<br />
GIuSEPPE ToNIoLo DI GENzANo<br />
ComE mETTERE A vALoRE<br />
LE AREE PRoTETTE DEL<br />
TRAPANESE<br />
48<br />
49<br />
39 50<br />
SoRRI-DENTI PER SEmPRE<br />
40 51<br />
100 ANNI CoN DoN RIzzo<br />
42 53<br />
LA CERImoNIA ALLA foNDAzIoNE<br />
oRESTIADI DI GIbELLINA<br />
44 54<br />
GLI AuToRI DI quESTo NumERo<br />
44<br />
46<br />
47
Lettera aperta<br />
del Presidente<br />
Anche il 2012 si caratterizza per il fatto <strong>di</strong> essere un<br />
anno <strong>di</strong>fficile, dal punto <strong>di</strong> vista economico, finanziario e<br />
sociale, mettendo a dura prova le nostre comunità locali.<br />
I recenti dati forniti da <strong>Banca</strong> d’Italia ci mostrano, infatti,<br />
un paese che non riesce ad uscire dalla grave crisi che<br />
ha colpito in<strong>di</strong>stintamente tutte le regioni della nazione.<br />
La recessione che stiamo affrontando, comunque,<br />
non è soltanto quella dei mercati in senso stretto, ma<br />
è anche legata al basso livello <strong>di</strong> fiducia verso l’intero<br />
sistema cre<strong>di</strong>tizio da parte delle comunità, i veri anelli<br />
deboli <strong>di</strong> tale crisi.<br />
In qualità <strong>di</strong> Presidente <strong>di</strong> una BCC, ritengo che le<br />
banche che operano nelle comunità locali abbiano un<br />
ruolo <strong>di</strong> rilievo per la crescita economica e della società<br />
civile. La conoscenza del territorio, la vicinanza agli<br />
operatori economici consentono <strong>di</strong> abbattere i costi<br />
connessi con la valutazione del merito cre<strong>di</strong>tizio e con<br />
la gestione degli affidamenti. Si rende in questo modo<br />
possibile l’accesso ai finanziamenti bancari da parte <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> clientela che altrimenti ne resterebbero escluse.<br />
Nel nostro Paese l’importanza dell’articolazione a livello locale del sistema cre<strong>di</strong>tizio risulta accentuata dalla struttura<br />
produttiva dell’economia, caratterizzata da una presenza rilevante delle imprese <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>o-piccola; in<br />
alcune aree esse rappresentano il segmento più <strong>di</strong>namico dell’attività economica.<br />
In questo contesto il Cre<strong>di</strong>to Cooperativo ha accompagnato e assecondato i mutamenti strutturali dell’economia<br />
italiana, rimanendone al tempo stesso profondamente influenzato.<br />
Nel corso degli anni si è rafforzato il collegamento tra le istituzioni finanziarie cooperative e le realtà produttive<br />
locali; si è arricchito il contenuto dell’attività bancaria svolta. Siffatta evoluzione è intervenuta in un quadro <strong>di</strong><br />
coerenza e continuità con la funzione originaria pensata dai promotori delle prime casse rurali; non ha alterato gli<br />
obiettivi della salvaguar<strong>di</strong>a e della valorizzazione della finalità mutualistica, della prospettiva localistica, dei princìpi<br />
etici e solidaristici.<br />
L’essere ra<strong>di</strong>cati nei mercati locali, vicini alle esigenze della clientela minore, inclini a instaurare relazioni <strong>di</strong> lungo<br />
periodo, forti del controllo sociale esercitato nella comunità locale, impegnati a vivificare i princìpi mutualistici,<br />
costituisce per una <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo un fattore <strong>di</strong> vantaggio competitivo.<br />
È in questo quadro <strong>di</strong> riferimento che occorre valutare la capacità delle BCC <strong>di</strong> sostenere e sviluppare il rapporto<br />
con le piccole e me<strong>di</strong>e imprese agevolandone la cooperazione stessa.<br />
Ne risulterebbe accresciuta la soli<strong>di</strong>tà delle economie locali.<br />
4<br />
Giuseppe Mistretta<br />
Presidente <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Carmelo Guido<br />
Direttore Generale <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
Lettera aperta del<br />
Direttore Generale<br />
Questo quinto numero della rivista de<strong>di</strong>ca al<br />
territorio <strong>di</strong> Castellammare del Golfo la copertina e<br />
l’approfon<strong>di</strong>mento per fare conoscere i territori in cui<br />
opera la nostra <strong>Banca</strong>.<br />
Castellammare è un territorio <strong>di</strong> impareggiabile<br />
bellezza che, negli ultimi anni, sta conoscendo<br />
uno sviluppo turistico estremamente sostenuto,<br />
portato avanti in modo compatibile con l’ambiente<br />
circostante.<br />
Si è, finalmente, cominciato a comprendere quanto il<br />
rispetto per l’ambiente, correttamente utilizzato, possa<br />
essere fonte <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> ricchezza e <strong>di</strong> benessere per<br />
i propri abitanti.<br />
Ciò che ancora va ricercato con impegno e costanza <strong>di</strong><br />
azioni e su cui anche la nostra <strong>Banca</strong> sta puntando, è<br />
la capacità <strong>di</strong> sfruttare al massimo le <strong>di</strong>verse ricchezze<br />
dei territori, mettendole in rete e sfruttandone le<br />
molteplici peculiarità.<br />
L’agricoltura <strong>di</strong> qualità, caratteristica dei nostri territori, dovrebbe essere strettamente coniugata alle zone a<br />
più spiccata vocazione turistica, creando, in tal modo, un trait d’union in tutto il territorio, caratterizzandolo<br />
non soltanto per il suo patrimonio culturale e paessagistico, ma anche per il proprio potenziale attrattivo e<br />
l’eccellenza della propria offerta.<br />
Pertanto, dobbiamo continuare a lavorare, affinchè, la cultura del fare rete, attraverso i <strong>di</strong>versi no<strong>di</strong> che legano le<br />
<strong>di</strong>fferenti realtà che arricchiscono i nostri territori, possa <strong>di</strong>ventare un fatto consolidato e riconosciuto per tutti.<br />
La somma dei <strong>di</strong>versi talenti che posse<strong>di</strong>amo è superiore in termini <strong>di</strong> valore alle offerte che ogni singolo<br />
soggetto può dare.<br />
Parliamo <strong>di</strong> processi culturali lunghi ai quali va prestata continua attenzione; bisogna lavorare sul lungo periodo,<br />
con una azione intensa sulle giovani generazioni ma, allo stesso tempo, bisogna incidere nell’imme<strong>di</strong>ato con la<br />
costruzione <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> confronto.<br />
Abbiamo una importante missione da compiere e adeguate energie e risorse per affrontarla.<br />
Continuando a sostenerci, gli uni con gli altri, con la consapevolezza che riusciremo nei nostri intenti, lavorando<br />
con il contributo <strong>di</strong> tutti, potremo <strong>di</strong> certo ottenere benefici <strong>di</strong>ffusi e non più particolari.<br />
N. 2 2012<br />
5
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Intervista<br />
6<br />
La Il progetto galassia legalità del cre<strong>di</strong>to cooperativo<br />
Programma JESSICA<br />
L’Europa con 150 milioni <strong>di</strong> euro<br />
per progetti legati all’energia<br />
<strong>di</strong> Laura Tolino<br />
<strong>Banca</strong> Europea per gli Investimenti ha de<strong>di</strong>cato alla regione Sicilia il<br />
programma JESSICA, acronimo <strong>di</strong> Joint European Support for Sustainable<br />
Investment in City Areas, che mette a <strong>di</strong>sposizione 150 milioni <strong>di</strong> euro per<br />
progetti legati all’energia.<br />
Un progetto importante sottoscritto in presenza dei rappresentanti della<br />
Regione Siciliana e della Federazione Siciliana delle BCC, che concorre<br />
a rafforzare il ruolo del mondo del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo, quale volano per lo<br />
sviluppo del territorio.<br />
L’iniziativa Jessica Sicilia si rivolge a società <strong>di</strong> capitali, private o miste pubblicoprivate,<br />
ma anche ad altre istituzioni locali: Comuni, Province, Università, Aziende<br />
ospedaliere e sanitarie, strutture fieristiche, mercati agroalimentari ed Enti<br />
pubblici anche consorziati con società ed istituzioni <strong>di</strong>pendenti o controllate<br />
dall’amministrazione comunale o regionale. Le aree <strong>di</strong> intervento sono quelle<br />
dell’energia rinnovabile (fotovoltaico e solare termico), della cogenerazione e<br />
trigenerazione, della rete pubblica <strong>di</strong> amministrazione comunale, dell’efficienza<br />
energetica nell’e<strong>di</strong>lizia e dei trasporti, in particolare la metanizzazione del parco<br />
auto pubblico.<br />
I progetti finanziati dovranno essere capaci <strong>di</strong> produrre ricchezza, facendo<br />
tornare capitali al fondo in modo da dar vita ad un circolo virtuoso già nel me<strong>di</strong>o<br />
termine. Le caratteristiche <strong>di</strong> questi progetti sono dunque autosostenibilità,<br />
bancabilità e capacità <strong>di</strong> generare entrate.<br />
IntervistaLa<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Iccrea <strong>Banca</strong>Impresa, quale soggetto gestore del<br />
fondo, con il supporto della <strong>Banca</strong> Europea per gli<br />
Investimenti e con la collaborazione <strong>di</strong> BIT S.p.A. e<br />
SINLOC S.p.A. nel ruolo <strong>di</strong> consulenti strategici, ha<br />
tenuto in questi ultimi mesi un tour in varie città<br />
siciliane, cui hanno aderito numerosi rappresentanti<br />
della pubblica amministrazione e dell’impren<strong>di</strong>toria<br />
locale, l’ultimo dei quali si è svolto a Palermo lo<br />
scorso 21 giugno con la partecipazione della<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Il progetto JESSICA è una valida opportunità da<br />
cogliere per le aziende e le amministrazioni del<br />
nostro territorio e per avere maggiori in<strong>di</strong>cazioni<br />
sulle progettualità da sviluppare, utilizzando<br />
i fon<strong>di</strong> regionali strutturali messi a <strong>di</strong>sposizione,<br />
è possibile contattare i colleghi <strong>di</strong> Iccrea<br />
<strong>Banca</strong>Impresa, nelle persone <strong>di</strong>:<br />
• Marco Rocchi (marco.rocchi@iccreabi.bcc.it)<br />
Project Manager <strong>Finanza</strong> Straor<strong>di</strong>naria<br />
• Nicolò Cusimano (nicolo.cusimano@iccreabi.bcc.it)<br />
Gestore Centro Impresa Sud<br />
N. 2 2012<br />
7<br />
Gruppo bancario Iccrea<br />
Il Gruppo bancario Iccrea riunisce le<br />
aziende che forniscono alle Banche<br />
<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo un sistema <strong>di</strong><br />
offerta competitivo, pre<strong>di</strong>sposto per i<br />
loro 6 milioni <strong>di</strong> clienti. Iccrea Hol<strong>di</strong>ng<br />
S.p.A. è la Capogruppo, e controlla le<br />
società che offrono prodotti e servizi<br />
per l’operatività delle BCC (segmento<br />
Institutional) e la loro clientela <strong>di</strong><br />
elezione: piccole e me<strong>di</strong>e imprese<br />
(segmento Corporate) e famiglie<br />
(segmento Retail). Iccrea Hol<strong>di</strong>ng è<br />
altresì membro dell’UNICO Banking<br />
Group, l’associazione con sede a<br />
Bruxelles e che riunisce le principali<br />
banche cooperative europee.<br />
Iccrea <strong>Banca</strong>Impresa - la <strong>Banca</strong><br />
corporate del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />
- offre consulenza, servizi e soluzioni<br />
finanziarie alle PMI. Presi<strong>di</strong>a tutte le<br />
aree del leasing mobiliare: strumentale,<br />
auto, targato industriale e nautico. Con<br />
il leasing immobiliare ed i finanziamenti<br />
sostiene i progetti <strong>di</strong> crescita delle<br />
imprese, anche agricole, ed assiste gli<br />
impren<strong>di</strong>tori con i servizi e la consulenza<br />
nel campo della finanza straor<strong>di</strong>naria<br />
e, nel comparto estero, con attività<br />
<strong>di</strong> sostegno all’import/export ed<br />
all’internazionalizzazione. Attraverso le<br />
controllate BCC Factoring e BCC Lease<br />
mette a <strong>di</strong>sposizione factoring e leasing<br />
operativo e canale fornitori. Completa<br />
l’offerta con i derivati <strong>di</strong> copertura, i<br />
servizi assicurativi e le agevolazioni.<br />
Al 31.12.2011 operavano in Italia<br />
412 Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />
e Casse Rurali, con 4.411 sportelli.<br />
Hanno una presenza <strong>di</strong>retta in 2.704<br />
Comuni e 101 Province. In 554 Comuni<br />
rappresentano l’unica realtà bancaria.<br />
Alla stessa data la raccolta <strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />
sistema era <strong>di</strong> 152,2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />
(+0,9% annuo) mentre gli impieghi<br />
ammontavano a 139,9 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />
(+3,2% annuo). Il patrimonio è <strong>di</strong> 19,7<br />
miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro (+3%).
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Intervista al Dott. Coppola,<br />
Procuratore Generale della<br />
Corte dei Conti della Sicilia<br />
volentieri la richiesta fattami <strong>di</strong> rilasciare un’intervista sul tema della<br />
legalità. La cosa mi è particolarmente gra<strong>di</strong>ta perché richiestami da una rivista<br />
curata dalla <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> che ha le sue ra<strong>di</strong>ci e la sua sede legale nella stessa<br />
città che mi ha data i natali, la bellissima Alcamo, ai cui operosi, ingegnosi ed<br />
infaticabili citta<strong>di</strong>ni va tutta la mia stima ed il mio incon<strong>di</strong>zionato affetto».<br />
Con queste parole il Procuratore generale della Corte dei Conti Coppola, dà il<br />
suo saluto alla rivista della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Quanto è <strong>di</strong>fficile essere oggi uomo <strong>di</strong> giustizia, quanto è importante garantire<br />
esempi buoni <strong>di</strong> legalità e <strong>di</strong> giustizia, e quanto è <strong>di</strong>fficile agire sulle coscienze<br />
delle nuove generazioni per cambiare stili e comportamenti <strong>di</strong> una Italia troppo<br />
sovente caratterizzata da malaffare e corruzione?<br />
Lo abbiamo chiesto, grazie all’aiuto delle strumentalità informatiche, al<br />
procuratore Coppola, una istituzione <strong>di</strong> tutto rispetto, simbolo <strong>di</strong> impegno<br />
civico e <strong>di</strong> buona giustizia.<br />
Intervista«Accolgo<br />
8<br />
Il progetto legalità<br />
<strong>di</strong> Antonio Fundarò<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Cosa si intende in generale per legalità?<br />
«La legalità è la conformità alla legge <strong>di</strong> atti o<br />
comportamenti. Il principio <strong>di</strong> legalità, sta ad<br />
in<strong>di</strong>care, in particolare, il primato della legge, e<br />
cioè la soggezione dei soggetti alle leggi nel porre<br />
in essere i propri comportamenti. Diceva Ulpiano,<br />
giureconsulto dell’antica Roma, che la legalità si<br />
può riassumere in tre principi: 1) honeste vivere<br />
(vivere onestamente), alterum non laedere (non<br />
danneggiare gli altri), suum cuique tribuere (dare<br />
a ciascuno il suo). Se ciascuno <strong>di</strong> noi applicasse<br />
questi principi, il problema della legalità nemmeno<br />
si porrebbe; in pratica non ci sarebbe bisogno né <strong>di</strong><br />
Giu<strong>di</strong>ci, né <strong>di</strong> Tribunali. Purtroppo ciò non avviene,<br />
e la Giustizia è lo strumento attraverso cui vengono<br />
puniti i comportamenti illegali».<br />
Visto che ci sono Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>versi (Or<strong>di</strong>nari,<br />
amministrativi, militari, tributari), ciò vuol <strong>di</strong>re che<br />
esistono <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> legalità?<br />
«No, la legalità è una sola, ma si <strong>di</strong>vide in tanti rami. Si<br />
pensi alla legalità come ad un’ ampia strada <strong>di</strong>visa in<br />
tante corsie. Parimenti unica è la Giustizia, anche se<br />
è <strong>di</strong>visa tra <strong>di</strong>versi Giu<strong>di</strong>ci con <strong>di</strong>stinte competenze.<br />
Nell’ambito della Magistratura, colui che promuove la<br />
Giustizia si chiama Pubblico Ministero. Vi è un Pubblico<br />
Ministero penale che persegue i reati comuni, vi<br />
è quello Militare che persegue i reati commessi dai<br />
militari, e vi è il Pubblico Ministero della Corte dei Conti<br />
che persegue i comportamenti che danneggiano il<br />
pubblico Erario. Nell’ambito <strong>di</strong> quest’ultimo rientra il<br />
mio Ufficio».<br />
Cosa è il Pubblico Erario?<br />
«Il Pubblico Erario è costituito dai sol<strong>di</strong> versati dai<br />
contribuenti; sono i nostri sol<strong>di</strong> pagati attraverso i tributi<br />
(imposte e tasse). Si ba<strong>di</strong> bene, siamo tutti contribuenti,<br />
nessuno escluso. Anche il neonato è un contribuente,<br />
anche l’ultimo dei poveri è un contribuente. Perché<br />
quando il genitore del primo compra il latte per<br />
l’allattamento o il povero compra il frugale pane,<br />
entrambi <strong>di</strong>ventano contribuenti, perché su quel latte<br />
e su quel pane, senza accorgersene, pagano l’IVA, che è<br />
appunto un’imposta».<br />
Allora siamo tutti interessati a come viene speso il<br />
Pubblico Erario?<br />
«Certamente; e la Corte dei Conti è preposta a vigilare<br />
perché i vari Sindaci, i vari Amministratori e i vari<br />
Dirigenti provinciali, regionali e statali operino avendo<br />
ben presente che ogni euro che spendono non lo<br />
escono dalle proprie tasche, ma da quello dei citta<strong>di</strong>ni,<br />
con la conseguenza che, se si evitassero spese inutili,<br />
potrebbero essere pagate minori imposte. E <strong>di</strong> questi<br />
tempi il problema non è <strong>di</strong> poco conto».<br />
N. 2 2012<br />
9<br />
Cosa succede quando viene rilevato uno spreco <strong>di</strong><br />
denaro pubblico?<br />
«Se si tratta <strong>di</strong> reato, per esempio il Dirigente Comunale<br />
che chiede una tangente per fare un atto del proprio<br />
Ufficio, scatta la sanzione penale. Ma spessissimo i<br />
cosiddetti “colletti bianchi” sono molto abili, riescono<br />
a <strong>di</strong>stricarsi tra le maglie del co<strong>di</strong>ce penale, ma pur<br />
non commettendo reato danneggiano ugualmente<br />
il Pubblico Erario. Si pensi, come spesso accade, ai<br />
vari contributi dati a bizzarre associazioni dagli scopi<br />
più improbabili e non certo rientranti tra le finalità<br />
pubbliche o si pensi alle assunzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti o <strong>di</strong><br />
consulenti o <strong>di</strong> esperti <strong>di</strong> cui non si ha affatto bisogno.Al<br />
riguardo, le notizie <strong>di</strong> cronaca che ci segnalano episo<strong>di</strong><br />
sempre più frequenti <strong>di</strong> mala amministrazione a tutti<br />
i livelli ed in quasi tutti i settori. Quando frequentavo<br />
l’Università, in <strong>di</strong>ritto penale, si stu<strong>di</strong>ava un particolare<br />
tipo <strong>di</strong> reato contro la Pubblica Amministrazione, si<br />
chiamava “peculato per <strong>di</strong>strazione”. Era il reato delle<br />
persone intelligenti, non dei cosiddetti “ladri da pagliaio”.<br />
Intendo <strong>di</strong>re che chi si mette in tasca sol<strong>di</strong> della Pubblica<br />
Amministrazione commette il reato <strong>di</strong> peculato<br />
detto appropriativo, ma è un reato che denota scarsa<br />
intelligenza. C’è, infatti, un modo più raffinato e subdolo<br />
per far sparire i sol<strong>di</strong> della Pubblica Amministrazione:<br />
basta fare pagamenti non a sé stesso, ma ad amici, a<br />
terzi insomma, per scopi che non rientrano tra le finalità<br />
pubbliche. Questo è il peculato per <strong>di</strong>strazione. Solo<br />
che il peculato per <strong>di</strong>strazione non costituisce più reato,<br />
essendo stato abrogato da circa venti anni».<br />
Allora cosa succede se per esempio, come detto prima,<br />
viene dato un contributo ad una associazioni i cui scopi<br />
non rientranti strettamente tra le finalità pubbliche<br />
o cosa succede quando si assumono <strong>di</strong>pendenti o<br />
consulenti o esperti <strong>di</strong> cui non si ha bisogno?<br />
«Succede che, se il fatto viene portato a conoscenza della<br />
Corte dei Conti, il responsabile dello spreco del denaro<br />
pubblico viene rinviato a giu<strong>di</strong>zio e, se condannato,<br />
costretto a pagare <strong>di</strong> tasca propria quanto indebitamente<br />
speso. Mi <strong>di</strong>ceva tempo fa un Dirigente che loro hanno<br />
più paura della Corte dei Conti che li colpisce nel<br />
portafoglio, che del Giu<strong>di</strong>ce penale che li colpisce nella<br />
libertà personale, visto che in carcere ormai ci vanno in<br />
pochi e, quando ci vanno, ci restano per poco tempo».<br />
Quale è l’insegnamento che si può dare ai giovani?<br />
«Ai giovani va spiegato che vanno osservate le tre regole<br />
<strong>di</strong> Ulpiano, che ho prima ricordato, e che, ove riscontrino<br />
episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> spreco <strong>di</strong> denaro pubblico, non esitino a farne<br />
denuncia, perché si tratta del loro denaro e <strong>di</strong> quello dei<br />
loro genitori e, quin<strong>di</strong>, la denuncia non è solo un dovere<br />
civico, ma corrisponde al proprio personale interesse,<br />
in quanto meno sprechi vogliono <strong>di</strong>re meno imposte<br />
e meno tasse».
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
10<br />
Rubrica: Conosciamo il CDA della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
Emilia Lipari,<br />
la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia,<br />
il suo amore per la <strong>Banca</strong><br />
<strong>di</strong> Francesco Gianno<br />
Emilia Lipari nasce ad Alcamo nel 1971. Consegue il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Laurea in Giurisprudenza, presso l’Università Statale<br />
<strong>di</strong> Milano e svolge, a Milano, la sua prima pratica legale. Dal 2001 esercita la professione forense presso l’Or<strong>di</strong>ne<br />
degli Avvocati <strong>di</strong> Palermo, nell’ambito del <strong>di</strong>ritto civile, bancario e societario. Nel 2010 apre, a Palermo, lo Stu<strong>di</strong>o<br />
Legale Politeama, con due colleghe, con le quali collabora. Nel maggio del 2011, è stata eletta componente del<br />
Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> <strong>di</strong> Alcamo. Dall’ottobre del 2011, è membro del Consiglio<br />
Direttivo Nazionale dell’Associazione “IDEE, Associazione delle <strong>Don</strong>ne del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo”. È amante del mare<br />
ed è appassionata <strong>di</strong> vela, <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> musica. L’abbiamo voluta conoscere meglio.<br />
Consigliere, lei è una donna ed è giovane. Una<br />
grande responsabilità per chi ha alle spalle una<br />
tra<strong>di</strong>zione familiare <strong>di</strong> attenzione al mondo<br />
finanziario e a questa <strong>Banca</strong> in particolare. Quale<br />
apporto Emilia Lipari darà al CdA <strong>di</strong> cui fa parte?<br />
«È vero, la mia famiglia ha un forte legame con la <strong>Banca</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. Mio padre è stato <strong>di</strong>rettore generale della<br />
<strong>Banca</strong> per circa 25 anni. Anch’io avverto, dunque, un<br />
legame molto forte e particolare con questo Istituto<br />
<strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, che frequento da quando ero una bambina.<br />
La nomina ad amministratore mi da ora l’opportunità<br />
<strong>di</strong> conoscere più approfon<strong>di</strong>tamente le regole che<br />
governano la banca e la sua organizzazione interna e<br />
ringrazio per questo il Consiglio che mi ha proposto ed<br />
i soci che mi hanno votato. È però anche una grande<br />
responsabilità, tenuto conto, peraltro, che la <strong>Banca</strong> è<br />
cresciuta in questi anni ed il mondo finanziario e quello<br />
cre<strong>di</strong>tizio, insieme alle norme che li regolano, sono molto<br />
cambiati rispetto al passato e sono in continua e rapida<br />
evoluzione. È mia intenzione, comunque, contribuire<br />
al meglio al governo della <strong>Banca</strong>, apportando tutte le<br />
conoscenze che ho acquisito negli anni <strong>di</strong> professione<br />
legale. Non credo che, in sé, il fatto <strong>di</strong> essere donna<br />
determini <strong>di</strong>fferenze nel mio ruolo rispetto agli altri<br />
amministratori, anche se è vero che il modo <strong>di</strong> vedere<br />
ed affrontare le cose, da parte <strong>di</strong> una donna, sia spesso<br />
caratterizzato da un approccio ed una sensibilità <strong>di</strong>versi,<br />
in particolare con riferimento alle tematiche sociali e<br />
culturali.<br />
Un mio apporto specifico, proprio in quanto donna,<br />
invece, potrà certamente derivare alla <strong>Banca</strong><br />
dall’esperienza come rappresentante della <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
nell’ambito del Consiglio Direttivo Nazionale <strong>di</strong> “iDEE,<br />
Associazione delle <strong>Don</strong>ne del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo”,<br />
Associazione volontaria e senza scopo <strong>di</strong> lucro, che<br />
si propone l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere e valorizzare<br />
il contributo delle donne del cre<strong>di</strong>to cooperativo<br />
attraverso lo scambio <strong>di</strong> valori, conoscenze e<br />
informazioni, per rafforzare e valorizzare la presenza<br />
femminile nella gestione del sistema del Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo e nell’impresa.<br />
L’Associazione si propone, inoltre, <strong>di</strong> rafforzare la<br />
vicinanza delle BCC alle comunità locali. Il Consiglio<br />
Direttivo è composto da 11 membri, esponenti donne <strong>di</strong><br />
altre BCC italiane, <strong>di</strong> Iccrea <strong>Banca</strong> Impresa, <strong>di</strong> Federcasse<br />
ed Agrileasing. È, pertanto, una importante occasione<br />
<strong>di</strong> incontro, confronto e con<strong>di</strong>visione, oltre che <strong>di</strong><br />
arricchimento personale e professionale, che servirà a<br />
me personalmente e, certamente, anche alla <strong>Banca</strong>».<br />
In un momento <strong>di</strong> forte crisi finanziaria, quale<br />
scelte consiglierebbe al CdA della <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e cosa<br />
<strong>di</strong>fferenzierà queste da quelle fatte da un qualsiasi<br />
istituto finanziario e <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to?<br />
«Credo che il Consiglio <strong>di</strong> amministrazione debba<br />
continuare ad operare con grande senso <strong>di</strong><br />
responsabilità e prudenza in particolare nell’erogazione<br />
del cre<strong>di</strong>to, senza, però, perdere <strong>di</strong> vista i principi <strong>di</strong><br />
mutualità che contrad<strong>di</strong>stinguono le Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
cooperativo, quali banche del territorio, rispetto agli altri<br />
Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to. Bisogna mantenere ferma l’attenzione<br />
alle comunità locali dove la <strong>Banca</strong> opera, sostenendo<br />
l’economia reale, le piccole e me<strong>di</strong>e imprese e le<br />
famiglie, e questo è tanto più importante nel periodo<br />
<strong>di</strong> grande crisi economica e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento<br />
che stiamo attraversando. Credo che la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong> possa avere un importante ruolo nel sostegno<br />
e nel rilancio dell’economia locale, promuovendo<br />
la crescita del territorio, finanziando le iniziative <strong>di</strong><br />
impresa, anche giovanili, che valgono e che hanno<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
sostenibilità sul mercato oltre che la capacità <strong>di</strong> crescere<br />
autonomamente una volta ottenuta la spinta iniziale. In<br />
questo il nostro Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione gode <strong>di</strong><br />
una maggiore possibilità <strong>di</strong> analizzare il valore e delle<br />
iniziative grazie alla conoscenza <strong>di</strong>retta dei soggetti che<br />
operano sul territorio, rispetto a quanto accade negli<br />
Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to più gran<strong>di</strong>».<br />
Cosa ha la <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, ancora, della sua secolare<br />
tra<strong>di</strong>zione cooperativa?<br />
«L’attenzione costante alle necessità finanziarie dei<br />
soci ed alle iniziative economiche da questi intraprese,<br />
favorendoli nelle operazioni e nei servizi <strong>di</strong> banca. La<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, inoltre, ha continuato a mantenere<br />
vivi i valori del cre<strong>di</strong>to cooperativo, ponendo tra i propri<br />
obiettivi anche quello <strong>di</strong> coltivare e valorizzare gli aspetti<br />
sociali, mutualistici e culturali insiti nella tra<strong>di</strong>zione<br />
del cre<strong>di</strong>to cooperativo e che costituiscono i valori<br />
fondamentali che hanno ispirato il nostro fondatore,<br />
<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, e che rappresentano i principi<br />
car<strong>di</strong>ni del nostro statuto».<br />
Cosa suggerisce ai giovani che vogliono fare<br />
impresa e come la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> sta vicino a loro?<br />
«Per fare impresa oggi, tanto più in Sicilia, ci vuole molta<br />
passione e spirito <strong>di</strong> sacrificio, soprattutto all’inizio della<br />
propria attività, ed anche un po’ <strong>di</strong> coraggio! La situazione<br />
economica in cui viviamo, infatti, non è certamente<br />
N. 2 2012<br />
11<br />
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
facile, sia per la crisi che stiamo attraversando, sia a<br />
causa del veloce processo <strong>di</strong> globalizzazione che ha<br />
avuto forti ripercussioni sulle me<strong>di</strong>e e piccole imprese. Il<br />
nostro sistema burocratico e la forte imposizione fiscale,<br />
inoltre, non aiutano l’impresa. Ma esistono ambiti in cui<br />
ancora si può crescere, in cui la <strong>di</strong>versità e la particolarità,<br />
unite a forte passione e professionalità, continuano ad<br />
essere elementi trainanti e coinvolgenti, che possono<br />
condurre al successo <strong>di</strong> una iniziativa economica. Credo,<br />
pertanto, sia importante avere buone idee, che abbiano<br />
possibilità <strong>di</strong> concreta attuazione, da portare avanti con<br />
forza e determinazione. La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è da sempre<br />
vicina ai giovani. Quest’anno in particolare ha intrapreso<br />
una serie <strong>di</strong> importanti iniziative, volte, da un lato, a<br />
garantire la possibilità <strong>di</strong> accedere al cre<strong>di</strong>to in modo<br />
agevolato e, d’altra parte, a consentire l’acquisizione<br />
nei giovani <strong>di</strong> una sempre maggiore consapevolezza<br />
delle possibilità <strong>di</strong> lavoro offerte dal territorio, e questo<br />
attraverso l’organizzazione <strong>di</strong> convegni, seminari corsi<br />
<strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> management d’impresa per i giovani<br />
con operatori esperti. È stata, inoltre, da poco, inaugurata<br />
l’Associazione dei “Soci Giovani della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong>”, con l’obiettivo <strong>di</strong> fornire opportunità <strong>di</strong> crescita<br />
formativa, professionale e culturale per i giovani, anche<br />
attraverso il confronto con il mondo impren<strong>di</strong>toriale,<br />
istituzionale e sociale del nostro territorio».<br />
Un impegno, una scommessa…<br />
«Sicuramente un grande impegno. La scommessa da<br />
vincere, credo, sia quella <strong>di</strong> continuare ad operare al<br />
meglio, incrementando le potenzialità ed eliminando le<br />
criticità, così da superare, con successo, il momento <strong>di</strong><br />
crisi che ha investito l’intero sistema bancario italiano ed<br />
internazionale».
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Guardando dall’alto dei cieli la Sicilia, un giorno, Dio<br />
pensò che le bellezze naturali, che aveva elargito a<br />
questa terra fossero poca cosa; necessitava creare un<br />
luogo ameno, che dalla montagna si protendesse,<br />
degradando, fino al mare, un luogo, che fosse quasi<br />
sul mare, simile ad una grande scogliera lunga e<br />
prominente, che riuscisse ad ergersi dall’acqua salata<br />
per essere ammirata, goduta ed abitata.<br />
Pensò <strong>di</strong> fornire tale luogo <strong>di</strong> un clima mite; pensò, altresì,<br />
che all’esterno si <strong>di</strong>latasse verso il grande golfo aperto sul<br />
Tirreno e all’interno fosse un via <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong><br />
passaggio per i pellegrini cha da Palermo si spostavano<br />
verso Trapani, Erice, Segesta e Mazara.<br />
E fu così che creò Castellammare del Golfo…<br />
Se una tale leggenda fosse vera, potremmo,<br />
orgogliosamente, affermare che la citta<strong>di</strong>na ha origini<br />
<strong>di</strong>vine. Certamente non è così.<br />
Ma l’orgoglio deve, obbligatoriamente, sussistere.<br />
Quando si parla <strong>di</strong> Castellammare per la sua storia, per<br />
i riman<strong>di</strong> fantastici che la caratterizzano, per l’attualità,<br />
che la connota.<br />
Un richiamo storico, che si rifà a Tuci<strong>di</strong>de, evidenzia che,<br />
nella zona in cui sorge l’o<strong>di</strong>erna Castellammare, c’era<br />
una notevole e fiorente attività socio-culturale.<br />
12<br />
Il territorio: la nostra storia, le nostre città, i personaggi<br />
Castellammare del Golfo<br />
Una leggenda sempre attuale<br />
<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />
Era allora l’antico porto <strong>di</strong> Segesta e il grande<br />
scrittore Cicerone la ricorda con il nome <strong>di</strong> “Emporium<br />
Segestanorum” ovvero porto dei Segestani, attestante<br />
la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> floridezza socio-culturale in cui si<br />
trovava la nostra citta<strong>di</strong>na. A circa sei chilometri,<br />
sorgevano, e ci sono ancora le Terme Segestane,<br />
frequentate dai più illustri personaggi del mondo<br />
antico, tra cui Ercole, Enea, Cicerone, etc. Nei secoli<br />
successivi lo sviluppo <strong>di</strong> Castellammare si intreccia con<br />
quello dei Romani per tutta la durata dell’impero fino<br />
al Me<strong>di</strong>o Evo e, successivamente, con gli Arabi, che,<br />
come si <strong>di</strong>ce ancora, misiru a peri <strong>di</strong> varvaru Segesta e<br />
si impadronirono del suo porto, dove costruirono una<br />
fortezza o Castello a mare, denominato Al Madarig,<br />
cioè I Gra<strong>di</strong>ni, quella scala per la quale, ancora oggi<br />
dalla Via Re Federico si scende alla Marina.<br />
Dopo gli Arabi, il castello a Mare continuò ad<br />
ingran<strong>di</strong>rsi con i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli<br />
Aragonesi.<br />
Verso il 1300 Castellammare era il più importante porto<br />
granario e la sua costa era fornita <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong><br />
grano per il carico delle navi. Dalle grotte <strong>di</strong> Petrolo<br />
fino alla via degli Archi, anche oggi, nel sottosuolo,<br />
potremmo trovare degli antichi depositi <strong>di</strong> grano.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Successivamente, in seguito al decreto strappato dalle<br />
rivali Palermo e Trapani a Re Federico che le proibiva il<br />
carico granario, Castellammare si de<strong>di</strong>cò alla produzione<br />
vinicola e riuscì ad avere un’importante marineria,<br />
soprattutto, <strong>di</strong> velieri, che trasportavano vino nei porti<br />
<strong>di</strong> Anzio, Fiumicino, Civitavecchia, Livorno, etc. dove si<br />
trasferirono molte famiglie <strong>di</strong> castellammaresi.<br />
È ben chiaro che l’azione socio cultrale copre un arco<br />
temporale <strong>di</strong> tremila anni <strong>di</strong> storia, <strong>di</strong> cui oggi rimane<br />
poca cosa, tracce <strong>di</strong> un antico splendore, che, forse, non<br />
si ripeterà più.<br />
Restano, però, ancora indelebili le narrazioni mitiche su<br />
Castellammare come quella del fiume Crimiso. Narra la<br />
leggenda che Laomedonte, re <strong>di</strong> Troia, fece uccidere<br />
Finodamante un nobile concitta<strong>di</strong>no, che lo aveva<br />
in o<strong>di</strong>o con tutti i figli maschi, risparmiando invece le<br />
figliole che, fuggendo, approdarono alla foce del fiume<br />
Crimiso, oggi San Bartolomeo. Crimiso si innamorò <strong>di</strong> una<br />
delle fanciulle, esattamente Egesta e, per starle vicino, si<br />
tramutò in cane. Tante furono le effusioni tra i due che,<br />
dopo poco tempo, Egesta si accorse <strong>di</strong> aspettare un<br />
bambino. Nacque, così, Aceste, che, <strong>di</strong>venuto grande,<br />
fondò una città nei pressi del Crimiso, che chiamò, in<br />
onore alla madre, Egesta, la Segesta tanto nota.<br />
Il Crimiso è il fiume, che prende il suo corso dalle acque<br />
provenienti dal Caldo, tra nubi <strong>di</strong> vapori, sciabor<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
brevissimi flutti, con acque cal<strong>di</strong>ssime, verdazzurre, e<br />
che, scorrendo lento e tortuoso tra sinistre altissime<br />
pareti <strong>di</strong> roccia a strapiombo, s’avviava all’abbraccio<br />
del mare, nell’ampio golfo, dopo avere confuso le sue<br />
correnti con quelle <strong>di</strong> un altro gelido fiume, il Freddo.<br />
Il fiume Caldo nasce dal monte Busecchio, <strong>di</strong>etro Calatafimi;<br />
il fiume Freddo dalla gola <strong>di</strong> Sorice, <strong>di</strong>etro Alcamo.<br />
Oggi il letto del fiume ha una larghezza molto limitata ed<br />
è invaso da una fitta vegetazione <strong>di</strong> burda e cannizzoli,<br />
piante palustri completamente inutili.<br />
Così le acque del Crimiso, un tempo limpide e<br />
trasparenti, sono gialle, limacciose, stagnanti e la sua<br />
corrente impetuosa è <strong>di</strong>ventata inesistente, forse senza<br />
quell’alone <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> suggestione che tanto<br />
dominava intorno.<br />
Tutt’altro che tramontato è invece il fascino del Castello,<br />
che si erge dal mare quasi a sfidare i secoli, testimone<br />
muto <strong>di</strong> millenni <strong>di</strong> storia intessuta <strong>di</strong> vicende ed<br />
avvenimenti.<br />
Le terrazze mostrano una bellezza antica, un incantevole<br />
paesaggio, quasi pittorico, appena uscito dall’abile mano<br />
del suo creatore, che lascia abbracciare con lo sguardo le<br />
antiche case dei pescatori, ora abilmente trasformate in<br />
alberghetti, ristoranti, bar, il tutto dominato dall’azzurro,<br />
dal sapore salino delle acque, dall’odore penetrante del<br />
mare, che inebria ed incanta e seduce.<br />
Le ampie sale del castello, ora incre<strong>di</strong>bilmente mutate<br />
in sale conferenze e mostre, richiamano al visitatore le<br />
feritoie baluginanti, le romantiche bifore, e… l’artistica<br />
scala a chiocciola che, come <strong>di</strong>ce Diego Buccellato<br />
N. 2 2012<br />
13<br />
Galatioto, “par si sollevi dalle acque”.<br />
Non si può parlare del Castello e <strong>di</strong>menticare la Vasca<br />
della Regina, dove tra il cancelletto e gli scalini che<br />
suscitano ancora curiosità e tra il buio e la fuliggine<br />
dei ricor<strong>di</strong> che non sono noti, i ragazzi, ancora oggi, si<br />
scambiano effusioni e dolcezze.<br />
La leggenda finisce, intorno corrono muri alti <strong>di</strong><br />
cemento, che proteggono il Castello e la strada, ove<br />
puntualmente il visitatore, d’inverno, corre in auto,<br />
quasi rispondendo ad un arcano richiamo e, d’estate,<br />
passeggia, instancabilmente, testimone <strong>di</strong> una bellezza<br />
ineguagliata.<br />
Più oltre i vicoli, ricchi <strong>di</strong> folclore, la Via dell’Arco, ove la<br />
luce del sole si smorza in lievi colori, e poi Vicolo Timpa<br />
come un balcone sul mare aperto e l’angolo della<br />
Maronna <strong>di</strong> l’Agnuni e il ponte levatoio sospeso tra due<br />
mari, in uno sfondo tutto azzurro, ed archi e scalette che<br />
portano giù alla Cala.<br />
Questa è Castellammare, questo il suo fascino, queste<br />
le bellezze…<br />
Oggi dominano case su case, palazzi, villette,che la<br />
fanno <strong>di</strong>latare verso la periferia che porta <strong>di</strong>rettamente<br />
alla Vaccheria o a Calatafimi Segesta. Ma è sempre lì, il<br />
lungo Corso Garibal<strong>di</strong>, inesorabilmente, interrotto dalle<br />
tante stra<strong>di</strong>ne, che lo tagliano e dai Quattro Canti,<br />
importante crocevia per giungere alla Villa Margherita<br />
o in Via Marconi.<br />
Da una parte la montagna; dall’altra il mare.<br />
Il nuovo e l’antico in una fusione affascinante, che solo<br />
Castellammare sa dare.
Lo Zingaro: una natura<br />
che parla all’uomo<br />
<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />
Sentieri lunghi,stretti, accidentati, in cui si inerpicano pen<strong>di</strong>i, creste, valloni, <strong>di</strong>scese e salite; rocce aspre e<br />
maestose, che si lasciano scorgere dai rami degli alberi e degli arbusti, mentre giù si sente il mugghiare del<br />
mare, accompagnato dal vento <strong>di</strong> maestrale; poderosi pulvini d’euphorbia e palmette sontuose, cespugli<br />
selvaggiamente intricati <strong>di</strong> rosmarino, che rendono <strong>di</strong>fficoltoso il cammino. Silenzio intorno, qui e là interrotto<br />
dal fruscio dei cespugli e dal cinguettio <strong>di</strong> qualche uccello che pare salutare. Tutto è selvaggio, ma maestoso;<br />
tutto è naturale, ma imponente.<br />
Suggestione, meraviglia, magnificenza: questo è Lo Zingaro.<br />
Questa la prima Riserva Orientata Siciliana nata con la legge regionale N° 98 del 1981; a salvarla il movimento<br />
ambientalista, che, con una vivacissima marcia <strong>di</strong> protesta, lottò contro la costruzione <strong>di</strong> una strada litoranea,<br />
che avrebbe dovuto ricongiungere San Vito Lo Capo e Scopello, una strada, che sarebbe stata sicuramente<br />
un’aggressione al tratto <strong>di</strong> costa, quello compreso, cioè, tra la Cala Mazzo <strong>di</strong> Sciacca e la Tonnarella dell’Uzzo.<br />
Magnifica cornice affacciata sulla parte occidentale del Golfo <strong>di</strong> Castellammare, la Riserva dello Zingaro si estende<br />
per circa 7 chilometri nella penisola <strong>di</strong> San Vito lo Capo, che si affaccia sul Tirreno, tra Castellammare del Golfo<br />
e Trapani ed ingloba un tratto <strong>di</strong> costa assolutamente incontaminata, con calette e strapiombi suggestivi, che<br />
attirano i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.<br />
Due le possibilità <strong>di</strong> percorso, che consentono <strong>di</strong> accedere alla riserva, quello da Nord, versante San Vito e quello<br />
che si snoda a Sud-Est, da Scopello, più agevole e meglio attrezzato dal punto <strong>di</strong> vista ricettivo.<br />
Unica nel suo genere; unica per la presenza <strong>di</strong> siti particolarmente importanti dal punto <strong>di</strong> vista naturalistico e per<br />
il notevolissimo valore paesaggistico, la riserva è terra vergine, che si <strong>di</strong>fende ed è <strong>di</strong>fesa dall’aggressione umana<br />
mantenendo inalterato il suo volto; è come se il tempo<br />
si fosse fermato tra gli anfratti e i folti cespugli che<br />
offrono, in compenso uno spettacolo inusuale: alberi<br />
<strong>di</strong> alloro, la malva, il cappero, il carrubo, l’oleastro, e poi<br />
il frassino, il lentisco, l’agave, la palma nana; sembra che<br />
in quest’angolo <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so siano state catalogate circa<br />
700 specie <strong>di</strong> cui 20 endemiche o rare. Un <strong>di</strong>scorso a<br />
sé meritano i fiori, dalle peonie e violacciocche ai<br />
ranuncoli, ai giaggioli e poi la leggiadria delle eriche,<br />
dei garofani, le antemi<strong>di</strong> in un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> colori ed<br />
odori, che esibiscono tutta la loro bellezza.<br />
Lo Zingaro è fauna, per l’esistenza <strong>di</strong> una molteplicità <strong>di</strong><br />
uccelli, ben 39 specie che ni<strong>di</strong>ficano nelle varie nicchie<br />
ecologiche; una avifauna non trascurabile costituita<br />
dal corvo imperiale,il passero solitario, la coturnice,<br />
le cornacchie e le gazze, il falco pellegrino, le poiane.<br />
E poi conigli, ricci, istrici… Una quantità ricca, che<br />
sottende l’esistenza <strong>di</strong> una connotazione climatica<br />
particolare, mai riscontrata in nessun altro tratto della<br />
costa siciliana.<br />
Lo Zingaro è mare, ora turchino, ora celeste, cangiante<br />
verso il blu, il ceruleo, sempre cristallino e limpido,<br />
sempre trasparente e terso, inimitabile irrinunciabile<br />
con i suoi innumerevoli promontori, con gli scogli bassi<br />
e gli antri sottomarini, con le piccole spiagge <strong>di</strong> ciottolo<br />
14<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
o <strong>di</strong> sabbie, un incanto che alla sera ti inebria, quando<br />
la luna si specchia nell’acqua e lascia intravedere il<br />
luccichio delle onde leggermente increspate. Un mare<br />
che lambisce poderosamente le bianchissime rocce<br />
in un gioco <strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong> dolcezze, che evocano un<br />
tempo lontano.<br />
La Riserva è anche archeologia, a testimoniarlo sono gli<br />
stu<strong>di</strong> nella grotta dell’Uzzo, in cui sono stati rinvenuti<br />
scheletri e corre<strong>di</strong> funerari utili per la comprensione<br />
della civiltà me<strong>di</strong>terranea, ma è anche storia per le<br />
tracce <strong>di</strong> capanne abitate da pastori durante il periodo<br />
dello svernamento prima della transumanza.<br />
Un paesaggio, lo Zingaro che vuol <strong>di</strong>re aria tersa, che<br />
richiama la montagna scabra, aspra, <strong>di</strong>fficile, inospitale,<br />
che sa <strong>di</strong> vento, quel vento che, se soffia, sembra qui<br />
cantare armonie mai ascoltate.<br />
Ma è esso stesso armonia, quando dona al visitatore<br />
le sue bellezze e ne esige rispetto, quando elargisce i<br />
suoi profumi, che non regala, quando i rumori parlano<br />
e <strong>di</strong>cono suoni infiniti. È pace, che riempie l’anima e la<br />
mente; è ricchezza, che allarga il cuore, è stanchezza,<br />
che parla all’uomo dell’uomo. È natura, che sa <strong>di</strong> natura.<br />
È lo Zingaro.<br />
N. 2 2012<br />
15
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
La macchina del tempo nei locali<br />
del Castello arabo-normanno<br />
<strong>di</strong> Castellammare del Golfo<br />
Il Museo etno-antropologico Annalisa Buccellato <strong>di</strong> Filippo Nobile<br />
Entrare oggi in un museo della civiltà conta<strong>di</strong>na è come<br />
entrare in una macchina del tempo che ci conduce nei<br />
secoli passati, in un luogo lontano dove recuperare la<br />
propria ricchezza culturale attraverso un patrimonio <strong>di</strong><br />
testimonianze che rievocano lo spirito dell’epoca, un<br />
ventaglio <strong>di</strong> sensazioni profonde, odori e immagini.<br />
Siamo nei locali del Castello arabo-normanno <strong>di</strong><br />
Castellammare del Golfo dove, da oltre <strong>di</strong>eci anni, ha<br />
sede il Museo etno-antropologico Annalisa Buccellato e<br />
dove ci accoglie il prof. Giuseppe Buccellato, presidente<br />
dell’Associazione che lo gestisce. A lui abbiamo chiesto<br />
<strong>di</strong> farci da guida in questo breve viaggio nel tempo.<br />
«Il museo è organizzato in piccole aree espositive a<br />
tema che occupano sette sale del castello, fra cui le<br />
stalle, il granaio e l’armeria», esor<strong>di</strong>sce il nostro cicerone,<br />
mentre ci mostra le prime collezioni <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o, giornali,<br />
riviste, telefoni, macchine fotografiche, cineprese e<br />
grammofoni, esposti all’ingresso, che timidamente<br />
sembrano volere annunciare l’esplosione della<br />
comunicazione <strong>di</strong> massa del nostro tempo.<br />
«Le varie sezioni riguardano i seguenti temi: la scrittura,<br />
le immagini e i suoni; il frumento, il pane e la pasta; la<br />
terra e il lavoro; la vite e il vino; il latte, il formaggio e la<br />
ricotta; il frassino e la manna; il miele e le api; le trame e<br />
gli intrecci; i pesi e le misure; i ricami, i pizzi e i merletti;<br />
gli arre<strong>di</strong> e le suppellettili; le arti e i mestieri».<br />
16<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
Professore Buccellato, quanti sono i reperti esposti<br />
nel museo?<br />
«Glioggettichecompongonolaraccoltasonooltre3.000,<br />
tutti catalogati secondo i dettami della Sovrintendenza<br />
ai Monumenti e Belle Arti e tutti provenienti dalla Sicilia<br />
occidentale».<br />
La nostra visita si svolge fra un’infinità <strong>di</strong> oggetti piccoli<br />
e gran<strong>di</strong>, ormai scomparsi, che accendono la nostra<br />
curiosità. Ci imbattiamo in un telaio del 1863; un<br />
prezioso mulino in pietra a trazione animale, anch’esso<br />
ottocentesco, che forniva una farina forse non molto<br />
raffinata ma preziosa per sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno <strong>di</strong><br />
un’intera fattoria; un corre<strong>di</strong>no finemente ricamato, del<br />
1905; una collezione <strong>di</strong> oltre trecento antiche scatole <strong>di</strong><br />
latta pazientemente raccolte da Enzo Navarra; due abiti<br />
da sposa, della fine dell’800; un prezioso mantice in legno<br />
e cuoio del ‘700; un carretto siciliano dei primi del ‘900.<br />
Mentre proseguiamo il nostro giro, notiamo che<br />
l’allestimento permette quasi sempre allo spettatore <strong>di</strong><br />
fruire in maniera adeguata dei pezzi esposti, che sono<br />
collocati alla giusta altezza e godono <strong>di</strong> un’efficace<br />
illuminazione sia artificiale che naturale. Notiamo anche<br />
il fascino delle piccole finestre presenti in tutte le sale dei<br />
piani superiori del Castello, che, offrendo una suggestiva<br />
vista sul lungomare col frastuono delle auto e dei<br />
motorini, creano anche una sorta <strong>di</strong> controcanto rispetto<br />
all’atmosfera del museo che stiamo vivendo e richiamano<br />
il visitatore alla curiosa relazione fra passato e presente.<br />
Le sale sotterranee con i muri in pietra viva, che<br />
ospitano i mestieri, non godono del beneficio<br />
della luce naturale, ma non per questo sono meno<br />
affascinanti. Qui troviamo strumenti <strong>di</strong> lavoro e<br />
manufatti <strong>di</strong> mestieri ormai scomparsi, come quello<br />
del carradore con i suoi sofisticati attrezzi per costruire<br />
e riparare carri e carrozze; quello del conciapiatti con il<br />
suo ru<strong>di</strong>mentale trapano a corda per forare i cocci che<br />
poi cuciva col ferro filato, il fabbricante <strong>di</strong> campane e<br />
campanacci con i suoi stampi, martelli, pinze, tenaglie<br />
e crogioli per ramare, dai quali usciva il suono armonico<br />
che accompagnava le mandrie.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Parliamo ora del target <strong>di</strong> riferimento: a chi si rivolge<br />
il Museo?<br />
«In particolare ai giovani che, percorrendo le sale<br />
espositive, hanno modo <strong>di</strong> ammirare oggetti frutto della<br />
creatività delle passate generazioni, <strong>di</strong> cui nemmeno<br />
lontanamente sospettavano l’esistenza. Ma anche il<br />
pubblico meno giovane vi può trovare molteplici spunti<br />
d’interesse e questo riguarda non solo gli stu<strong>di</strong>osi della<br />
civiltà conta<strong>di</strong>na, ma anche la gente comune e soprattutto<br />
i numerosi turisti che ogni anno scelgono i nostri luoghi<br />
per trascorrervi le vacanze, ai quali si vuole offrire, oltre al<br />
go<strong>di</strong>mento delle bellezze naturali, anche una più ampia<br />
conoscenza storico-culturale del territorio.»<br />
L’illustrazione degli oggetti è affidata, oltre che alla<br />
esposizione in sezioni tematiche, anche alle <strong>di</strong>dascalie in<br />
lingua italiana e in <strong>di</strong>aletto siciliano.<br />
Quali strumenti promozionali sono usati per far<br />
conoscere il museo?<br />
«Intanto, gli strumenti usuali, come un sito internet<br />
interattivo www.annalisabuccellato.it e depliant illustrativi.<br />
Poi, tre anni fa abbiamo avviato una rassegna chiamata<br />
“Il Museo racconta…” de<strong>di</strong>cata ogni anno a un tema<br />
sempre <strong>di</strong>verso che prevede un programma <strong>di</strong> convegni,<br />
spettacoli musicali, concerti, degustazioni, mostre<br />
fotografiche, laboratori live, visite guidate all’interno del<br />
museo, balli popolari, e soprattutto, portando in piazza gli<br />
oggetti inerenti, proponiamo delle rivisitazioni storiche<br />
<strong>di</strong> antiche tecniche, infine expo <strong>di</strong> produttori e operatori<br />
del territorio che hanno un legame col tema trattato.<br />
N. 2 2012<br />
17<br />
La prima e<strong>di</strong>zione “Di Pane in pasta”, la seconda “Il Latte e<br />
il Miele”, hanno riscosso un grande successo.<br />
Quali sono i prossimi obiettivi?<br />
«Quest’anno abbiamo avviato un progetto per le scuole,<br />
“La scuola visita il museo”, nel quale sono previste visite<br />
guidate e laboratori <strong>di</strong>dattici de<strong>di</strong>cati ad alcune attività,<br />
dando l’opportunità ai ragazzi <strong>di</strong> utilizzare <strong>di</strong>rettamente<br />
gli attrezzi tra<strong>di</strong>zionali impiegati nel passato.<br />
Criticità?<br />
«In primo luogo, la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> coprire le spese con le<br />
entrate. L’obiettivo più importante sarebbe quello <strong>di</strong> fare<br />
camminare il museo con le sue gambe, ma allo stato<br />
attuale ciò appare complicato. E poi, una scarsa attenzione<br />
degli Enti pubblici nei confronti delle attività culturali».
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
18<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
Il restauro del Crocifisso<br />
in sughero<br />
<strong>di</strong> Elena Vetere<br />
Quando nel 2008, mi fu commissionato, dalla <strong>Banca</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, il restauro del Crocifisso ottocentesco della<br />
Chiesa Madre <strong>di</strong> Castellammare del Golfo, rimasi molto<br />
perplessa perché non conoscendo ancora l’opera se non<br />
sommariamente, ero convinta che forse la priorità andava<br />
ad altre opere sicuramente più pregevoli e in con<strong>di</strong>zioni<br />
conservative peggiori.<br />
Ma ben presto e con grande stupore dovetti ricredermi.<br />
Dopo i primi saggi stratigrafici, mi accorsi che il colore<br />
originale si trovava sotto quattro strati <strong>di</strong> colore e due <strong>di</strong><br />
stucco. Fu una gioia quando scoprimmo che il perizoma<br />
mal pitturato, in realtà era in oro zecchino e la scoperta<br />
ancora più significativa fu la decorazione ad estofado<br />
ancora intatta sulla parte retrostante del perizoma.<br />
Questa particolare tecnica fu importata dagli spagnoli nel<br />
500 e usata fino alla seconda metà del seicento. Infatti<br />
già questo primo particolare mi indusse a pensare che il<br />
crocifisso fosse molto più antico. La pulitura della scultura<br />
è stata fatta completamente a bisturi poiché, vista la<br />
delicatezza del manufatto si è preferito limitare l’uso <strong>di</strong><br />
solventi che potevano risultare troppo aggressivi. In realtà<br />
rimuovendo le sovrastrutture aggiunte negli anni, anche<br />
l’anatomia è risultata mo<strong>di</strong>ficata con accenti significativi<br />
nella drammatizzazione espressiva e nella plasticità<br />
scultorea. A questo punto la convinzione che il Crocifisso<br />
risalga alla fine del cinquecento è <strong>di</strong>ventata una certezza.<br />
Ma l’aspetto più interessante <strong>di</strong> tutta l’opera, è la tecnica<br />
costruttiva. La scultura, a grandezza d’uomo, è scolpita<br />
nel sughero, con una tecnica a tutto tondo che prevede<br />
inserti <strong>di</strong> sughero modellati e assemblati da chio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
incannucciate, una tecnica che nella nostra cultura non<br />
trova riscontri. Infatti nell’Italia del sud le uniche opere<br />
in sughero, conosciute, sono quelle presepi ali con<br />
statuette della grandezza <strong>di</strong> 60 cm al massimo. E non vi è<br />
alcun riscontro con la statuaria trapanese del legno, tela<br />
e colla, dove il sughero è usato solo come riempimento.<br />
A questo punto le nostre ricerche si sono estese e<br />
spostandoci in Toscana, abbiamo visto che le uniche<br />
analogie le ritroviamo solo in due crocifissi, attribuiti<br />
rispettivamente alVerrocchio e al Pollaiolo. Da qui la ricerca<br />
sulla provenienza dell’opera. Il crocifisso fu donato ai Padri<br />
Carmelitani da una famiglia <strong>di</strong> origini alcamesi, trasferitasi<br />
a Firenze. Quin<strong>di</strong>, non è <strong>di</strong>fficile pensare che l’opera fu<br />
commissionata ad un artista toscano. Il crocifisso fu anche<br />
vittima <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o, infatti sono stati ritrovati segni dei<br />
danni subiti e le mani, unici elementi scolpiti in legno,<br />
sono sicuramente postume. La complessità e l’importanza<br />
dell’opera meriterebbe sicuramente stu<strong>di</strong> più approfon<strong>di</strong>ti<br />
e sarebbe auspicabile l’intervento <strong>di</strong> storici dell’arte per far<br />
luce su un’opera unica nel suo genere.<br />
Il restauro è stato molto complesso e la D.L svolta dal Dott.<br />
Bartolomeo Figuccio, funzionario della Soprintendenza<br />
<strong>di</strong> Trapani, è stato un momento <strong>di</strong> confronto molto utile<br />
al fine della corretta riuscita del lavoro.<br />
La reintegrazione pittorica è stata fatta con una tecnica<br />
riconoscibile, il puntinato, che permette una lettura<br />
completa dell’opera senza alterarne l’originalità.<br />
Oggi il Crocifisso troneggia in tutta la sua maestosità<br />
sull’altare Maggiore della Madrice <strong>di</strong> Castellammare<br />
e grazie all’intervento della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è stato<br />
possibile restituire al pubblico go<strong>di</strong>mento un’opera <strong>di</strong><br />
grande valore artistico e religioso.<br />
Particolare del volto dopo la pulitura Particolare del volto stuccato Particolare del volto a fine lavoro<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 2 2012<br />
19
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
20<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
Come nasce un evento P.L.A.S.<br />
Per le Antiche Scale<br />
L’Associazione Turistica Pro Loco <strong>di</strong> Castellammare che mi<br />
onoro <strong>di</strong> rappresentare sin dalla propria costituzione avvenuta<br />
nel giugno del 2005, nasce su iniziativa <strong>di</strong> alcuni volenterosi<br />
privati, professionisti ed operatori nel settore del<br />
turismo e sulla spinta dell’allora Assessore al Turismo, che<br />
aveva palesemente espresso la necessità <strong>di</strong> poter contare<br />
sulla collaborazione <strong>di</strong> qualcuno che affiancasse l’amministrazione<br />
Comunale nella promozione del territorio, nella<br />
valorizzazione delle realtà e delle potenzialità naturalistiche,<br />
storiche,turistiche ed enogastronomiche.<br />
D’altronde le finalità che si prefiggono le Pro Loco sono<br />
proprio quelle della promozione del territorio.<br />
Nell’anno 2007, in uno dei perio<strong>di</strong> più bui della storia più<br />
recente <strong>di</strong> Castellammare, per lo scioglimento dell’Amministrazione<br />
e del Consiglio comunale, la Associazione turistica<br />
Pro Loco sorta appena 2 anni prima, si assunse l’onere,<br />
in sostituzione dell’Amministrazione, <strong>di</strong> mettere in cantiere<br />
una serie <strong>di</strong> iniziative al fine <strong>di</strong> rendere quanto più gradevole<br />
il soggiorno nella splen<strong>di</strong>da citta<strong>di</strong>na, così ricca <strong>di</strong> bellezze<br />
naturali, ai tanti turisti e visitatori che, nella stagione<br />
estiva, ci onorano della loro presenza.<br />
Essendo state accantonate dalla Commissione Prefettizia<br />
quelle manifestazioni che l’Amministrazione Comunale<br />
annualmente si faceva carico <strong>di</strong> promuovere e finanziare,<br />
(fra queste particolarmente suggestiva la Rievocazione Storica),<br />
si cominciò a lavorare su una manifestazione a carattere<br />
artistico culturale, che coinvolgesse la città ed i suoi<br />
ospiti, che richiamasse l’interesse dell’intera provincia e che<br />
allo stesso tempo nel tentativo <strong>di</strong> destagionalizzare venisse<br />
realizzata in un periodo che non ricadesse in pieno agosto,<br />
e così fu scelta la seconda settimana <strong>di</strong> settembre anche in<br />
<strong>di</strong> Nello D’Anna<br />
considerazione che nella vicina San Vito Lo Capo cui siamo<br />
collegati dalla splen<strong>di</strong>da Riserva Naturale Orientata dello<br />
“Zingaro”a fine settembre celebrano il Cous Cous Fest. Venne<br />
ripresa un’idea della socia Rosanna Fasulo che qualche<br />
anno prima aveva pensato ad una qualche manifestazione<br />
che avesse come scenario naturale il centro storico <strong>di</strong> Castellammare<br />
con le sue caratteristiche scalinate che furono<br />
all’origine della definizione araba data alla citta<strong>di</strong>na del golfo“Al<br />
Madarig”(le scale).<br />
L’idea venne trasformata in progetto dalla socia Maria Tesè<br />
e presentato alla Regione Siciliana, Assessorato al Turismo,<br />
da questi valutato positivamente ed inserito fra le manifestazioni<br />
<strong>di</strong>rettamente promosse e <strong>di</strong> conseguenza finanziato<br />
anche se parzialmente.<br />
Ai ragazzi <strong>di</strong> Z.E.P. (Zero Euro Production) che affiancano, da<br />
allora, l’attività della Pro Loco fu affidato, infine, l’incarico <strong>di</strong><br />
realizzare la manifestazione cosa che hanno sin qui mirabilmente<br />
fatto nelle 5 e<strong>di</strong>zioni precedenti.<br />
Fu subito un grande successo forse anche per il particolare<br />
momento storico in cui fu realizzata la prima e<strong>di</strong>zione, ma<br />
le successive hanno solo confermato la bontà dell’iniziativa.<br />
Oggi P.L.A.S. per il consenso e l’enorme successo ricevuto<br />
è fra le manifestazioni al vaglio della Regione Siciliana<br />
per essere inclusa fra le manifestazioni <strong>di</strong> grande richiamo,<br />
<strong>di</strong>rettamente promosse e <strong>di</strong> conseguenza annualmente<br />
finanziate. Ci auguriamo che ciò possa avvenire al più presto<br />
anche perché i costi <strong>di</strong> realizzazione sono sempre più<br />
onerosi e non facilmente sostenibili. A tale proposito un<br />
sentito ringraziamento va rivolto alla <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, che sin dal primo anno ha sostenuto<br />
le attività promosse dalla nostra Associazione.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
21<br />
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Scopello: una borgata<br />
d’altri tempi<br />
Tra le bellezze che costituiscono il territorio <strong>di</strong><br />
Castellammare del Golfo dobbiamo annoverare Scopello.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un antico borgo, che alle origini, dall’alto <strong>di</strong> una<br />
collina, dominava lo splen<strong>di</strong>do golfo <strong>di</strong> Castellammare.<br />
Se facessimo un viaggio nella memoria dell’uomo e della<br />
natura, scopriremmo che Scopello affonda le sue ra<strong>di</strong>ci<br />
lontano nel tempo.<br />
Già nel III secolo a.C., nelle sue vicinanze, sorgeva il villaggio<br />
<strong>di</strong> Cetaria, i cui abitanti erano abili pescatori. Della sua<br />
esistenza, nel periodo arabo, ne parla un testo <strong>di</strong> Yàqùt,<br />
in cui viene chiamato Usqubul. Scoupellos appare in un<br />
documento del 1097 e trae origine dai faraglioni o dagli<br />
scogli. Gli abitanti <strong>di</strong> Scopello si de<strong>di</strong>cavano abilmente<br />
anche alla pesca del tonno. Questa loro bravura ha<br />
origini arabe. Infatti gli Arabi, nel Me<strong>di</strong>oevo, quando si<br />
inse<strong>di</strong>arono in Sicilia, costruirono le tonnare, come quella<br />
<strong>di</strong> Scopello. Misero in opera un sistema <strong>di</strong> reti fisse, per la<br />
pesca del tonno, che prese il nome <strong>di</strong> tonnara.<br />
Essi avevano notato che il tonno, in prossimità della<br />
costa, se incontrava un ostacolo, non tornava in<strong>di</strong>etro,<br />
ma girava intorno. Allora pensarono <strong>di</strong> escogitare un<br />
sistema <strong>di</strong> camere, costituite da reti fisse, poste in mare,<br />
in modo tale che i tonni, proseguendo, andavano a finire<br />
nell’ultima grande camera, dove i tonnaroti l’aspettavano<br />
per arpionarli e issarli nelle barche.<br />
La tonnara <strong>di</strong> Scopello era un piccolo villaggio, incastonato<br />
in una natura rigogliosa, dove alloggiavano 37 tonnaroti.<br />
Questo locale si chiamava “vicaria”. Era lì che abitava per<br />
tutto il periodo della pesca (da aprile a giugno) la ciurma,<br />
mentre il raisi, che stava con la propria famiglia, in una<br />
casa a parte, era il capo della tonnara. Egli dava or<strong>di</strong>ni ai<br />
tonnaroti, durante le operazioni della pesca, a suon <strong>di</strong><br />
fischi. Questi pescatori, per rendere più accettabile il loro<br />
duro lavoro, cantavano antiche canzoni, dette “cialome”.<br />
Ma ritorniamo al nostro centro <strong>di</strong> gravità: Scopello.<br />
Questo pittoresco borgo marino, oggi, meta <strong>di</strong> molti<br />
turisti, si può definire la porta della Riserva dello Zingaro.<br />
Il turista, però, non passa da Scopello, si ferma per godere<br />
la sua atmosfera <strong>di</strong> altri tempi. Nella piazzetta scopre<br />
subito una fontana con abbeveratoio, retaggio <strong>di</strong> una<br />
fiorente pastorizia. Se, attraverso la porta ad arco, si inoltra<br />
nel baglio, che era un real sito borbonico, dove ancora<br />
si notano le tracce <strong>di</strong> una residenza secondaria <strong>di</strong> caccia<br />
del re Fer<strong>di</strong>nando, prova una sensazione strana, come se<br />
si ritornasse a ritroso negli anni, gustando l’architettura<br />
sobria e modesta degli ambienti circostanti e dello spazio<br />
centrale, dominato da una pianta secolare.<br />
D’estate il borgo si anima, prende vita con i suoi ristoranti,<br />
N. 2 2012<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
<strong>di</strong> Maurizio Aiello<br />
pizzerie, bar, alberghi e bazar, senza perdere il suo fascino,<br />
senza gran<strong>di</strong> clamori. Nel borgo tutto è a misura d’uomo,<br />
<strong>di</strong> sentimenti e <strong>di</strong> amore per la vita.<br />
Certo se fosse rimasto incontaminato, se fosse stato<br />
risparmiato dalla mano dell’uomo che ha dato vita a<br />
processi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, forse avrebbe meglio rivelato la<br />
sua natura selvaggia e guar<strong>di</strong>nga.<br />
Ma guar<strong>di</strong>ngo Scopello lo è, comunque, le sue stra<strong>di</strong>ne<br />
con gran<strong>di</strong> ciottoli, quelle viuzze che scendono<br />
degradando, gli scaloni e i gra<strong>di</strong>ni, le basse case che si<br />
arrampicano le une sulle altre sono l’espressione <strong>di</strong> un<br />
paese che vuole restare inalterato.<br />
Nel baglio, poi, i tanti negozietti, che stimolano il turista, le<br />
se<strong>di</strong>e dei bar e i tavoli dei vari esercizi <strong>di</strong> ristorazione non<br />
sembrano <strong>di</strong>sturbare il borgo, che, al <strong>di</strong> là, oltre l’abitato,<br />
è solenne, maestoso, originale, con le sue terrazze che<br />
quasi conducono giù, giù fino al mare.<br />
Scopello appartiene alla natura, appartiene al mare,<br />
appartiene a chi lo conosce, a chi lo sente intimamene suo.<br />
I faraglioni appaiono come giganti che si ergono dal mare;<br />
gli innumerevoli scogli tanto scivolosi con la leggera<br />
coperta <strong>di</strong> alghe che regala loro un’intensa colorazione<br />
verdastra, sembrano insi<strong>di</strong>e silenti per il nuotatore<br />
<strong>di</strong>stratto, ma regalano ancoraggi formidabili per chi vuole<br />
avere un <strong>di</strong>retto rapporto con il mare.<br />
E un rapporto Scopello lo chiede in termini <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />
delle sue mura, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa delle sue coste, <strong>di</strong> ossequio verso<br />
la sua natura.
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
22<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
Una bellezza sconosciuta:<br />
il Monte Inici<br />
<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />
Le bellezze <strong>di</strong> Castellammare del Golfo sono in<strong>di</strong>scutibili;<br />
incontestabile è il patrimonio paesaggistico che essa<br />
offre al visitatore; notevole il fascino che promana dalle<br />
sue spiagge, dalle calette, dagli anfratti, dagli angoli<br />
sperduti e silenti che racchiudono una storia, un evento,<br />
una fantasia anche; misterioso il suo monte, il monte<br />
Inici per l’appunto, che si staglia inesorabile verso il<br />
golfo sovrastandolo con la sua imperiosità, quasi come<br />
un gigante che esige rispetto e considerazione.<br />
A ben guardare, come <strong>di</strong>ce Totò Sammataro, Monte<br />
Inici “merita tanta attenzione, esso è uno scrigno ricolmo<br />
<strong>di</strong> preziosi gioielli,come la sua struttura geologica e<br />
l’evoluzione genetica delle sue cavità, la flora che lo ricopre<br />
e gli inse<strong>di</strong>amenti o le loro tracce che segnano il tempo<br />
della sua età produttiva”.<br />
Il cuore <strong>di</strong> monte Inici è ricco, splen<strong>di</strong>do come un<br />
<strong>di</strong>amante <strong>di</strong> grande caratura, come un astro che<br />
brilla oltre le sue possibilità; le sue cavità possono<br />
considerarsi, senza tema <strong>di</strong> smentite,pari alle Cuevas del<br />
Drag <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Maiorca, alle grotte <strong>di</strong> Nettuno, a quelle<br />
<strong>di</strong> Frasassi, o alle <strong>di</strong>eci più belle grotte italiane come<br />
quelle dell’Aquila, <strong>di</strong> Frosinone, <strong>di</strong> Castellana, ricche e<br />
pullulanti <strong>di</strong> stalattiti, stalagmiti, laghetti e cascate oltre<br />
ai drappeggi <strong>di</strong> calcite e alle bizzarre forme <strong>di</strong> erosione<br />
delle volte.<br />
È doveroso intanto una precisazione: bisogna parlare <strong>di</strong><br />
gruppo del Monte Inici, costituito dall’ omonimo monte<br />
più alto, dalla punta più bassa che è Pizzo Teleffio, e<br />
da Pizzo Niviere e da Pizzo Stagnone che si protende<br />
dominando Castallammare, quattro vette dunque, in<br />
cui si possono riconoscere <strong>di</strong>versi aspetti morfologici<br />
che danno origine a litologie variegate, dalle terrazze<br />
calcarenitiche <strong>di</strong> Scopello alla conformazione ciottolosica<br />
<strong>di</strong> Guidaloca, all’arenile sabbioso della spiaggia.<br />
La litologia muta poi quando si lascia Castellammare e ci si<br />
imbatte in un paesaggio ora con pareti scoscese, ora con<br />
tratti a faglie o altre con fenomeni <strong>di</strong> dolomitizzazione.<br />
Il tutto accompagnato da una flora <strong>di</strong>versificata figlia <strong>di</strong><br />
un clima temperato che dà vita a piante come la palma<br />
nana, i frassini, i fiordalisi, i giaggioli, il croco, fino alla<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
vasta gamma delle orchidee, delle ofri<strong>di</strong>.<br />
Ma è la cavità del Monte Inici, il tesoro più inesplorato<br />
e unico nel suo genere, con aggregazioni calcitiche<br />
estese la cui bellezza è inenarrabile.<br />
Nella parte meri<strong>di</strong>onale della vetta si ergono le scarpate<br />
strapiombanti che lasciano intravvedere due grotte,<br />
dalle quali ci si immette in due cavità: l’Abisso del Cavallo,<br />
detto pure dell’Eremita e l’Abisso dei Cocci.<br />
La loro origine geologica è probabilmente dovuta al<br />
un’unica strutturazione carsica e gli abissi si saranno<br />
formati grazie al drenaggio delle acque superficiali<br />
nell’interno carbonatico.<br />
La prima grotta che deve il nome anche alla presenza <strong>di</strong><br />
un eremita che vi ha abitato per lungo tempo in totale<br />
solitu<strong>di</strong>ne, si estende per circa 4 chilometri con un<br />
<strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> 300 metri con tre ingressi a varie quote,ha<br />
la sua peculiarità nelle conformazioni a cupola. Vere<br />
e proprie volte che si sono formate dall’accumulo a<br />
guisa <strong>di</strong> stalattiti <strong>di</strong> guano dei pipistrelli, trasformato<br />
dalle acque sulfuree in carbonato apatite. Un effetto<br />
suggestivo quello che ne deriva per tale grotta che oggi<br />
viene anche chiamata “Grotta dello Spirito” o “grotta <strong>di</strong><br />
Brando” e che risulta ancora più suggestiva se si tiene<br />
conto che non è un ecosistema marino né tantomeno<br />
collinare. È un contesto tipicamente montano che<br />
lascia chiaramente intuire la presenza <strong>di</strong> popolazioni<br />
le quali si sono spinte verso l’alto forse per sfuggire<br />
al pericolo incombente del mare o forse per liberarsi<br />
dall’oppressione <strong>di</strong> altre popolazioni vicine<br />
Altra incre<strong>di</strong>bile suggestione offre L’abisso dei Cocci, così<br />
definito proprio per l’incre<strong>di</strong>bile quantità <strong>di</strong> cocci che<br />
sono stati rilevati. Ha un’estensione <strong>di</strong> circa 2 chilometri,<br />
una profon<strong>di</strong>tà massima <strong>di</strong> 300 metri e si sviluppa per lo<br />
più in orizzontale.<br />
L’effetto scenografico è unico: spazi stretti che si<br />
allargano per poi stringersi e <strong>di</strong>latarsi in una continua<br />
alternanza che consente <strong>di</strong> vedere cortine stalattitiche,<br />
stalagmitiche e candelabri per immettere ancora<br />
in saloni le cui concrezioni assumono colorazioni<br />
variopinte, ora bianche, ora gialle che sfumano nell’ocra,<br />
nel rosso ruggine fino a <strong>di</strong>venire rosa. Colonne formatesi<br />
dall’unione <strong>di</strong> stalagmiti e stalattiti in una sorta <strong>di</strong> bacio<br />
il cui effetto e strabiliante, e poi cannule e poi ancora<br />
pisoliti e ancora vele. E i laghetti il cui brillio incanta e<br />
il silenzio che suggestiona, rapisce, avvolge quasi fosse<br />
un omaggio a tanta bellezza.<br />
Regalo <strong>di</strong> madre natura queste grotte, ma anche regalo<br />
<strong>di</strong> Castellammare la cui posizione tra il monte ed il mare<br />
è espressione <strong>di</strong> una generosità per i suoi abitanti, per i<br />
visitatoti, per gli stu<strong>di</strong>osi, per quegli speleologi armati <strong>di</strong><br />
passione e sacrificio che hanno scoperto tutto questo.<br />
Regalo <strong>di</strong> un tempo che fu e che resta inesorabilmente<br />
vivo nel nostro presente.<br />
N. 2 2012<br />
23
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Castellammare da gustare<br />
Qualunque sia l’appellativo che <strong>di</strong>ate in dono a questa<br />
terra, lei vi darà ospitalità con il suo sole splendente, la<br />
natura incorrotta, costellata <strong>di</strong> riserve marine e non solo,<br />
e le sue coste da sogno, sfiorate da un Tirreno sempre più<br />
azzurro e sempre più intenso.<br />
Sembra, ovunque tu sia visitatore o residente, <strong>di</strong> essere sul<br />
mare, se si sollevano gli occhi, contemplando le nuvole<br />
che galoppano velocemente tra la terra verdeggiante <strong>di</strong><br />
limoni, arance, ulivi e viti, ed il mare spumeggiante quando<br />
il vento lo increspa.<br />
La costa <strong>di</strong> Castellammare del Golfo è una terra <strong>di</strong> miraggi,<br />
vuoi anche per il sole cocente, e perché deliziosamente<br />
esposta ai venti che l’inebriano d’odor <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> pesce<br />
fresco; è una terra fantastica la nostra Castellammare;<br />
è piena <strong>di</strong> dolcezza la sua marina ancora visibilmente<br />
ancorata ad una pesca che non vuole e non deve morire;<br />
resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che<br />
come un vero permanervi, questo viaggio compiuto con i<br />
corsisti del PON; un viaggio spesso astatico, quando guardo<br />
i gabbiani che si lasciano trasportare tra terra e mare.<br />
Natura, arte, cultura e tra<strong>di</strong>zione si fondono lì, dove basta<br />
buttare un occhio ad oriente e “sentire” le isole Eolie, visibili<br />
solo quando l’aria si sta gonfiando <strong>di</strong> pioggia, e con l’altro<br />
scorgere la sempreverde macchia me<strong>di</strong>terranea, proprio<br />
lungo la fascia costiera, tra Alcamo e San Vito Lo Capo, proprio<br />
lungo il tratto che ci lascia ancora sognare: Scopello con la<br />
sua tonnara ed i suoi monumentali faraglioni e lo Zingaro,<br />
riserva incontaminata, dove regna, tra il silenzio del mare e<br />
quello della terra, un mondo che non deve scomparire.<br />
Possiamo considerare il golfo <strong>di</strong> Castellammare come una<br />
sub-regione della Sicilia, poiché le tra<strong>di</strong>zioni culturali e<br />
l’attaccamento alla storia, ben si <strong>di</strong>stanziano dal resto della<br />
regione, rendendola unica nel suo genere e tutta da scoprire.<br />
24<br />
Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />
<strong>di</strong> Filippo Nobile<br />
Basti solamente pensare alle varie dominazioni che ha<br />
subito lungo la sua millenaria storia, finestra sul Tirreno e<br />
punto d’approdo degli Elimi e, poi, dei Romani.<br />
Come non nominare poi i normanni e gli Svevi, che<br />
per lungo tempo decantarono le meraviglie ed i colori<br />
incontaminati <strong>di</strong> questo territorio.<br />
È facile, dunque, scorgere e<strong>di</strong>fici frutto dei dettami <strong>di</strong> uno<br />
stile eclettico che non ha mai abbandonato l’amore per il<br />
mare, quello da vivere, da far vivere e quello da gustare.<br />
Una lunga storia alle spalle, che la gente <strong>di</strong> Castellammare<br />
non <strong>di</strong>mentica e <strong>di</strong> cui può andare fiera.<br />
Sono proprio le persone che completano il quadro <strong>di</strong><br />
questo incantevole porticciolo, prima peschereccio ed ora<br />
turistico, quasi del tutto.<br />
Solari, come la propria terra, <strong>di</strong>sponibili e con il sorriso sulle<br />
labbra, tipico delle zone del sud legate al mare, alle navi<br />
che approdano e a quelle che partono.<br />
Gente estroversa, con la quale anche conversare ti mette<br />
<strong>di</strong> buon umore. Provate ora a miscelare questi ingre<strong>di</strong>enti,<br />
shakerate per bene e avrete Castellammare del Golfo <strong>di</strong> oggi.<br />
Luogo ideale per le vostre vacanze da sogno.<br />
Mare cristallino, tra<strong>di</strong>zioni del passato ancora vive, gente<br />
raggiante e <strong>di</strong>sponibile.<br />
Insomma, gente <strong>di</strong> mare per “vivere il mare”.<br />
Gente splen<strong>di</strong>da come i docenti corsisti <strong>di</strong> questo corso<br />
che hanno dentro, visibilmente ancorato, quanto <strong>di</strong> meglio<br />
questa terra è stata ed è, con la sua storia ma, più ancora,<br />
con la devozione alla tra<strong>di</strong>zione che non deve e non può<br />
scomparire.<br />
Un mare da gustare nella sua pienezza nei suoi tantissimi<br />
ristoranti. Uno più suggestivo dell’altro e tutti davvero<br />
capaci <strong>di</strong> lasciar scorrere, dentro, i profumi e i sapori, <strong>di</strong> una<br />
terra squisitamente e volutamente affascinante.<br />
Li vogliamo ricordare, senza far torto a nessuno:<br />
Antiche scale, in Corso Bernardo Mattarella, angolo<br />
villa comunale, in Via me<strong>di</strong>ci, 7/9. Il titolare del ristorante<br />
Antiche Scale, il Signor Giacomo Giordano, ha saputo<br />
valorizzare la tra<strong>di</strong>zione gastronomica locale grazie<br />
all’utilizzo giornaliero <strong>di</strong> prodotti tipici rigorosamente<br />
freschi. Il ristorante mette a <strong>di</strong>sposizione dei clienti una<br />
buona scelta <strong>di</strong> piatti e prodotti tipici della tra<strong>di</strong>zione<br />
gastronomica locale. Un servizio particolarmente attivo e<br />
veloce, una struttura davvero accogliente e una gestione<br />
che vi farà sentire fin da subito a casa <strong>di</strong> amici. Tra le<br />
specialità: Polpette <strong>di</strong> sarde a beccafico, Cappuccetti fritti,<br />
Ostriche gratinate, Cozze gratinate, Uova <strong>di</strong> tonno, Pasta<br />
con finocchietto e sarde, Linguine con gambero rosso. Lo<br />
Chef consiglia: Spaghetti con uovo <strong>di</strong> tonno e gambero<br />
rosso, Busiate con spada e melanzane, Pappardelle al<br />
sugo <strong>di</strong> cinghiale, Linguine all’astice, pescato del giorno;<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
la Trattoria dallo Zio Andrea si mangia bene, in Piazza<br />
Petrolo, 16; la Trattoria Geronimo, in Via Guglielmo<br />
Marconi, 121, il Ristorante La Muciara, in Via <strong>Don</strong> Luigi<br />
Sturzo 12; la Trattoria Scopello, in località Scopello, a<br />
pochi metri dai magnifici faraglioni; Egesta Mare, in Via<br />
fiume, a due passi da largo Petrolo, adagiato su <strong>di</strong> una<br />
pittoresca scalinata, tra piante e odori inebrianti, durante le<br />
serate estive, tel. 0924 30409, cel. 3336832208, 3939482183<br />
(il ristorante Egesta Mare offre alla sua clientela una vasta<br />
scelta <strong>di</strong> ricette siciliane <strong>di</strong> pesce preparate secondo<br />
le più antiche tra<strong>di</strong>zioni. È il posto ideale per pranzare o<br />
cenare immersi in una silenziosa piazzetta a due passi dal<br />
centro storico e dalla marina <strong>di</strong> Castellammare. Tra i piatti<br />
più prelibati: Letto <strong>di</strong> caponata con capucetti, Involtino <strong>di</strong><br />
spada con rucola, Arancia con tonno agrodolce, Cocktail<br />
<strong>di</strong> gambero, Insalata <strong>di</strong> mare, Millefoglie al ragù <strong>di</strong> pesce,<br />
Busiata scampi in salsa <strong>di</strong> pistacchio, Pesce fresco in<br />
bellavista, Gambero arrosto); il Ristorante La Cambusa,<br />
<strong>di</strong> antiche tra<strong>di</strong>zioni, lungo la costeggiate del porticciolo<br />
turistico, in via <strong>Don</strong> Leonardo Zangara, 67, 0924 30155<br />
(location molto attraente, dai tavoli a sedere si può<br />
avere una vista del porto turistico <strong>di</strong> Castellammare del<br />
Golfo, <strong>di</strong>sta circa 20 metri dal mare. In estate il locale è<br />
frequentato da tantissimi turisti che apprezzano la qualità<br />
del cibo e dei prodotti del ristorante. Il pesce fresco è<br />
mostrato in una vetrina <strong>di</strong>nnanzi al locale, viene pescato<br />
in zona cosi da essere veramente fresco e <strong>di</strong> ottima qualità.<br />
Con oltre quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> storia, La Cambusa è il luogo<br />
ideale per chi intende degustare delle ottime proposte<br />
a base <strong>di</strong> pesce appena pescato. Il ristorante è ubicato in<br />
un luogo incantevole, immerso in un suggestivo scenario<br />
che si affaccia <strong>di</strong>rettamente sul mare, un luogo tanto bello<br />
quanto i piatti proposti, curati nella presentazione come<br />
solo pochi sanno fare. È festival <strong>di</strong> sapori e <strong>di</strong> colori che si<br />
fondono per regalarvi momenti <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario relax. Tra i<br />
piati tipici l’antipasto della Cambusa con prodotti pescati<br />
al momento in base al pescato del giorno, il Cous cous <strong>di</strong><br />
pesce, le Busiate <strong>di</strong> pasta fresca del Golfo, pescato del giorno<br />
in bellavista, zuppe <strong>di</strong> pesce fresco, cartoccio <strong>di</strong> pesce<br />
fresco); il Ristorante Pizzeria Baida, in Contrada Castello Di<br />
Baida, tel. 0924 38029; il Ristorante Posidonia, in Via <strong>Don</strong><br />
Zangara, 13; Dallo Zio Andrea, in Via Sant’Antonino, cel.<br />
393 0666323; il Ristorante La Terrazza, in Via Marco Polo,<br />
a Scopello, tel. 0924 541198; Il Ristorantino del Monsù,<br />
in Via Vittor Pisani 2, angolo Piazza Petrolo, a due passi<br />
da una incantevole e suggestiva cala, tel. 0924 531031<br />
(ristorantino a gestione familiare ubicato nelle imme<strong>di</strong>ate<br />
vicinanze del mare, propone una vasta scelta <strong>di</strong> specialità<br />
a base <strong>di</strong> pesce. L’attenzione è rivolta soprattutto alla<br />
freschezza del pescato e alla selezione degli ingre<strong>di</strong>enti.<br />
Consigliati i primi <strong>di</strong> pasta fresca e molto casalinghi i dolci);<br />
il New Salvinius, in Via <strong>Don</strong> Luigi Zangara, 69, tel. 0924<br />
30185; il ristorante La Campana, in Via Del Macello 12, in<br />
prossimità del Pub Silos, dunque, in Piazza Largo Petrolo,<br />
tel. 0924 30606; La Darsena, in Contrada Spiaggia Plaia 1,<br />
tel. 0924 30999; La Nuova Lampara Piccola, in Contrada<br />
N. 2 2012<br />
25<br />
Spiaggia Plaia, 17, tel. 0924 31440; il Ristorante Pizzeria La<br />
Duchessa, inVia Duchessa 34, tel. 0924 34900; Antica Brace<br />
<strong>di</strong> Gaspare Beninati, in Via Francesco Crispi, tel. 0924 31770;<br />
L’Approdo, in Via <strong>Don</strong> Luigi Zangara 85, tel. 0924 31525;<br />
La Timpa <strong>di</strong> Cusumano Francesco, in Via Arciprete Militelli<br />
8, tel. 0924 31316; Lo Zingaro, in Contrada Grotticelli<br />
Scopello, tel. 0924 541324; Il Mulino <strong>di</strong> Scopello, in Ctr.<br />
Scopello 7, a pochi passi dal centro storico del piccolo<br />
borgo e con vista mozzafiato sul golfo <strong>di</strong> Castellammare,<br />
tel. 0924 541336 (la cucina dai profumi marinari e dai<br />
tocchi originali offre specialità tipiche siciliane, come<br />
la pasta con i finocchi e sarde e piatti che racchiudono i<br />
moderni valori nutrizionali che spaziano dalle busiate<br />
<strong>di</strong> cernia e ricciola agli agrumi <strong>di</strong> sicilia, alla caponata <strong>di</strong><br />
pesce spada, al tonno fresco, i gamberoni, il cous cous <strong>di</strong><br />
pesce, fino ad arrivare alla specialità <strong>di</strong> carne ai ferri con<br />
Angus. E chiaramente come vuole la tra<strong>di</strong>zione dolciaria<br />
siciliana il «cannolo» che il ristorante il Mulino propone<br />
con una cialda al cacao molto croccante ricoperta con la<br />
ricotta fresca, la cioccolata calda e accompagnato da una<br />
composta <strong>di</strong> marmellata d’arance); Il Patio, affascinante<br />
ristorante in via don Leonardo Zangara, 53, alla Cala Marina,<br />
sullo splen<strong>di</strong>do e caratteristico porto <strong>di</strong> Castellammare<br />
del Golfo, tel. 0924 35110 e cel. 333 233 92 94 (<strong>di</strong> pregio il<br />
couscous <strong>di</strong> pesce alla trapanese, il couscous con gamberi<br />
e patate in cestino croccante, il couscous alla pantesca, il<br />
couscous con ortaggi dorati, pistacchi <strong>di</strong> Bronte, capperi<br />
ed erbetta cipollina servito in abbinamento con marsala<br />
vergine, couscous mamma Africa con zuppa <strong>di</strong> verdure<br />
dolci, patate, verza e montone; e, poi, le zuppe marinare,<br />
come la zuppa <strong>di</strong> vongole, l’impepata <strong>di</strong> cozze al limone,<br />
la zuppa <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare e crostacei, la zuppa ricca <strong>di</strong><br />
pesce e crostacei; e, poi, i primi: ghiotta d’aragosta,<br />
spaghetto spezzato in zuppa d’aragosta alla marettimara,<br />
riso gattopardo, riso carnaroli al sugo nero <strong>di</strong> seppia con<br />
sorbetto tiepido <strong>di</strong> gambero rosa e ricci in cascata, risottino<br />
mare chiaro, marinara bianca con frutti <strong>di</strong> mare e asparagi<br />
<strong>di</strong> mare, ravioli <strong>di</strong> granchio al sugo <strong>di</strong> crostacei, spaghetti<br />
con ricci <strong>di</strong> mare, tagliolino alla carbonara <strong>di</strong> gamberi con<br />
bottarga <strong>di</strong> tonno rosso, busiate con carciofi e pescatrice,<br />
spaghetti con vongole e pomodorini, busiate con macco <strong>di</strong><br />
fave e cozze, casarecce alle uova <strong>di</strong> san Pietro, con pistacchi<br />
e basilico, busiatino alla maccusa, con pesto alle mandorle,<br />
gamberi e melanzana tunisina, gnocchi croccanti al forno,<br />
con guanciale, formaggi freschi e pistacchi <strong>di</strong> Bronte,<br />
anelletti in barca <strong>di</strong> melanzane, al sugo <strong>di</strong> pomodorini e<br />
basilico con tuma gratinata, busiata al pesto trapanese,<br />
con patate e melanzane fritte; profumati i secon<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
pesce: tasca <strong>di</strong> pesce spada alle mandorle con sughetto<br />
al pomodorino e basilico, tagliata <strong>di</strong> tonno con doratura<br />
<strong>di</strong> erbette e mandorle sul letto <strong>di</strong> verdure e germogli,<br />
calamari muttunati <strong>di</strong> couscous e olive con sughetto<br />
all’isolana, tranciotto <strong>di</strong> cernia al sale grosso, fritto ricco <strong>di</strong><br />
paranza, grigliata mista, trancio <strong>di</strong> pesce spada alla brace,<br />
gamberoni rossi <strong>di</strong> Mazara alla brace, pescato del giorno,<br />
aragoste e astici delle Ega<strong>di</strong>).
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
26<br />
Medaglie<br />
Soa<strong>di</strong>, giovane azienda,<br />
nel campo del caffè in cialde<br />
La passione per l’innovazione e la sod<strong>di</strong>sfazione del cliente<br />
La Soa<strong>di</strong> nasce solo un anno fa, quando inizia il suo lungo<br />
viaggio nel mondo del Caffè <strong>di</strong> qualità, <strong>di</strong>ventando<br />
subito, con le sue miscele, un punto <strong>di</strong> riferimento per<br />
tantissime catene <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioni, supermercati, bar e<br />
pasticcerie e famiglie siciliane e non solo.<br />
“Una delizia in tazzina”, un Espresso che rende la<br />
degustazione del Caffè un’esperienza unica; è la missione<br />
che accompagna, fin dall’inizio, questa giovanissima<br />
azienda. L’instancabile ricerca per realizzare la sua idea<br />
<strong>di</strong> Caffè Espresso eccellente nel tempo è <strong>di</strong>ventata per<br />
questi giovani impren<strong>di</strong>tori una vera e propria filosofia<br />
aziendale; un metodo <strong>di</strong> lavoro efficace per ottenere la<br />
qualità speciale delle miscele.<br />
La Soa<strong>di</strong>, è un’azienda emergente operante nel settore<br />
del caffè monoporzionato, nello specifico delle cialde,<br />
avente sede a Castellammare del Golfo, che <strong>di</strong>stribuisce<br />
e commercializza sia nel settore della grande<br />
<strong>di</strong>stribuzione organizzata sia negli hotels, ristoranti<br />
(HORECA) <strong>di</strong> buona parte della Sicilia.<br />
<strong>di</strong> Giuseppe Butera<br />
Il progetto dei fratelli Domenico e Vito Sottile si è<br />
proposto <strong>di</strong> creare un’azienda che sappia interpretare le<br />
esigenze del mercato moderno e seguire le <strong>di</strong>namiche<br />
evolutive, in un settore quello del caffè, in cui avevano<br />
maturato, precedentemente, anni <strong>di</strong> esperienza.<br />
All’interno dell’azienda ciascuno <strong>di</strong> loro ha seguito<br />
le proprie naturali inclinazioni, Domenico Sottile<br />
si occupa della produzione, Vito Sottile della<br />
<strong>di</strong>stribuzione e commercializzazione.<br />
Secondo vari stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> settore, le proposte arrivate sul<br />
mercato del caffè porzionato, supportate da adeguata<br />
informazione e <strong>di</strong>stribuzione, hanno ottenuto ottimo<br />
gra<strong>di</strong>mento da parte dei consumatori.<br />
«La Soa<strong>di</strong> nasce dalla passione per il caffè <strong>di</strong> ottima<br />
qualità, che per molti è legato all’espresso del bar,<br />
ma il cambiamento, il progresso e l’innovazione ci<br />
permettono <strong>di</strong> eseguire in maniera semplice, un<br />
perfetto espresso in casa propria» ha commentato<br />
Domenico Sottile.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Il caffè Soa<strong>di</strong>, viene prodotto in cialde <strong>di</strong> carta filtro<br />
ed una volta inserito nella macchina per il caffè,<br />
premendo semplicemente il tasto dell’erogazione,<br />
l’espresso è pronto. Si verifica un fenomeno che<br />
potremmo paragonare ad una rivoluzione che<br />
risponde alle nuove esigenze dei consumatori.<br />
Secondo una ricerca svolta nel 2011, vi è stato un<br />
calo nel consumo <strong>di</strong> caffè al bar ed un progressivo<br />
aumento del caffè monoporzione soprattutto <strong>di</strong><br />
quello con rapporto qualità/prezzo più vantaggioso.<br />
L’idea <strong>di</strong> consentire, a chiunque, esperto o meno,<br />
<strong>di</strong> farsi un buon caffè è il punto <strong>di</strong> svolta, unito dal<br />
fatto che è un sistema pulito, infatti, permette <strong>di</strong> non<br />
sporcare durante l’esecuzione.<br />
Seppure legati, “affettivamente”, alla caffettiera, è<br />
lecito pensare a <strong>di</strong>sponibilità verso il cambiamento<br />
delle proprie abitu<strong>di</strong>ni con la macchina per caffè, che<br />
in maniera veloce, bastano pochi secon<strong>di</strong>, ti permette<br />
<strong>di</strong> eseguire un espresso come al bar.<br />
I due giovani impren<strong>di</strong>tori della Soa<strong>di</strong> amano<br />
l’innovazione e desiderano che tutti possano avere<br />
una macchina per espresso in cialde e seguire<br />
l’inarrestabile passo del progresso, come è successo<br />
con altri elettrodomestici a suo tempo.<br />
Detto così sembrerebbe un <strong>di</strong>scorso legato solo al<br />
ricavo cioè più macchine - maggiori guadagni, in<br />
realtà vi è un pensiero filantropico alla base, poiché il<br />
progresso è reale quando consente ad ogni uomo <strong>di</strong><br />
usufruire della tecnologia, come pure <strong>di</strong> poter avere<br />
il meglio.<br />
La giovane Soa<strong>di</strong> è attenta anche al tema dell’ecologia,<br />
infatti, la cialda in carta filtro può essere smaltita<br />
nell’organico, per quanto riguarda l’involucro esterno,<br />
sta vagliando altre possibilità che preservino il<br />
prodotto, riducendo l’impatto ambientale.<br />
La Soa<strong>di</strong> si propone come obiettivi per il futuro:<br />
l’incremento del mercato e della visibilità nel territorio,<br />
risultati che solo il cliente permette <strong>di</strong> raggiungere,<br />
N. 2 2012<br />
27<br />
attraverso una politica aziendale fondata sulla crescita<br />
qualitativa costante, unita al mantenimento <strong>di</strong> prezzi<br />
competitivi.<br />
L’azienda acquista con particolare cura la materia<br />
prima, facendo in modo <strong>di</strong> adoperare sempre il<br />
meglio sia come tipologie <strong>di</strong> caffè che come materiale<br />
d’imballaggio, scegliendo solo made in Italy certificato,<br />
perché la qualità del prodotto e la sod<strong>di</strong>sfazione del<br />
cliente ripagano sempre il produttore.<br />
«La formulazione della miscela è stato un passo<br />
molto travagliato, che ha richiesto molta pazienza e<br />
conoscenza del “microcosmo” caffè, ma alla fine ha<br />
permesso <strong>di</strong> creare, un espresso corposo, ricco <strong>di</strong><br />
crema e dal gusto intenso, corrispondendo così ai<br />
canoni ideali» ha precisato Vito Sottile.<br />
L’azienda, continua la ricerca ed i controlli qualitativi,<br />
l’assaggio e la catalogazione <strong>di</strong> nuovi caffè, con<br />
il duplice obiettivo <strong>di</strong> creare nuove miscele e <strong>di</strong><br />
perfezionare quelle già esistenti, al fine <strong>di</strong> arricchire le<br />
caratteristiche aromatiche e il gourmet organolettico<br />
del prodotto finito.<br />
Le cialde sono prodotte da un impianto industriale<br />
che aspirato il caffè tostato, lo macina, poi lo veicola<br />
nelle vasche e lo pressa tra due fogli <strong>di</strong> carta filtro,<br />
non appena è inserito nella busta <strong>di</strong> carta plastica<br />
viene insufflato un gas che ne allunga l’emivita e ne<br />
preserva l’aroma fino all’apertura.<br />
«Come tutti sapete stiamo attraversando un<br />
momento <strong>di</strong>fficile, “poiché la crisi riguarda ciascuno <strong>di</strong><br />
noi, coinvolge ogni settore ed è stato <strong>di</strong>fficile mettersi in<br />
gioco proprio adesso. Dobbiamo dare merito, alla banca<br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> l’unico istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, che ci ha supportato,<br />
nella fase delicata dello start up, credendo nel nostro<br />
progetto e nella nostra azienda”».<br />
Con questo inciso i due giovani impren<strong>di</strong>tori<br />
ringraziano <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> per aver scommesso sulla<br />
loro idea impren<strong>di</strong>toriale e per aver ritenuto Soa<strong>di</strong> un<br />
cliente privilegiato.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
28<br />
Medaglie<br />
Ricami e sfilati tra<strong>di</strong>zionali<br />
siciliani realizzati a mano da<br />
Enza Barone e dalla sua bottega<br />
Un buon ricamo è fatto con l`ago, il filo e molta pazienza<br />
L’arte del ricamo è una delle più antiche assieme a<br />
quella della pittura dalla quale, nei secoli, le donne<br />
hanno spesso preso spunto per i loro lavori ricamati.<br />
L’origine del ricamo vero e proprio, pare sia stato<br />
l’oriente, dove venivano commissionate stoffe e manti,<br />
tessuti ricamati con ori e sete preziose. Per quanto<br />
riguarda, invece, la nostra isola, la Sicilia, un grosso centro<br />
<strong>di</strong> ricamo nacque e si sviluppò a Palermo, tra il mille ed<br />
il milleduecento, in particolare sotto la dominazione<br />
Normanna <strong>di</strong> Federico II, culturalmente e storicamente<br />
conosciuto come un grande mecenate dell’arte.<br />
Dalla Sicilia, nei successivi secoli dello scorso millennio,<br />
il ricamo trovò terreno fertile nelle Fiandre, a Firenze, a<br />
Genova e a Venezia, <strong>di</strong>venendo una tra<strong>di</strong>zione artistica<br />
sino ancora ai nostri giorni. Ci si è chiesto molto spesso,<br />
dove andassero a finire tutti i lavori fatti con il ricamo,<br />
ad esempio tende, coperte, lenzuola, asciugamani<br />
ed altro, lavori che richiedevano anni, e sui quali le<br />
fanciulle molto spesso invecchiavano. Proprio riguardo<br />
alle fanciulle, è doveroso aprire una parentesi, <strong>di</strong>cendo<br />
che per la maggior parte, si trattava <strong>di</strong> giovani orfane<br />
ospiti presso qualche orfanotrofio, oppure <strong>di</strong> giovani<br />
<strong>di</strong> Federico Alesi<br />
che venivano date in affidamento (se non ad<strong>di</strong>rittura<br />
vendute dalla famiglia stessa, per troppa miseria) a<br />
qualche famiglia nobile, o ricca, che in cambio <strong>di</strong> vitto e<br />
alloggio, le impiegava per tutta la vita alla realizzazione<br />
del corredo della propria figlia.<br />
Ma come raccogliere in un’unica soluzione, secoli <strong>di</strong><br />
storia ricamati tra le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> donne che la<br />
storia l’hanno fatta!<br />
Come raccontare lo stato d’animo <strong>di</strong> donne che mentre<br />
ricamavano, versavano su quei minuscoli punti <strong>di</strong> rete<br />
le loro gioie, le loro angosce, le loro piccole e femminili<br />
confidenze, i loro dolori.<br />
E mentre «sfilavano» davanti agli occhi anni <strong>di</strong> guerre,<br />
<strong>di</strong> lotte, <strong>di</strong> sacrifici, a volte <strong>di</strong> miseria, le donne <strong>di</strong><br />
Castellammare del Golfo, sono state sempre lì, sedute<br />
davanti alla porta <strong>di</strong> casa mentre la lieve e profumata<br />
brezza <strong>di</strong> maggio scompigliava, come una tenera<br />
carezza, i loro capelli raccolti in una elaborata treccia che<br />
contornava il viso, riverse sui loro telai finchè l’ultimo<br />
raggio <strong>di</strong> sole spariva <strong>di</strong>etro le case, o mentre l’ultima<br />
goccia <strong>di</strong> cera <strong>di</strong> una candela si consumava a tarda sera,<br />
dopo l’Ave Maria.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
È vero, adesso basta spegnere o accendere un<br />
interruttore per avere tutta la luce che si vuole, basta<br />
mettersi como<strong>di</strong> davanti ad un computer e comprare<br />
tutto quello che si vuole potendo scegliere tra i prodotti<br />
che si vendono in tutto il mondo.<br />
È tutto cambiato, è tutto frutto del progresso, è tutto<br />
tecnologicamente evoluto. Siamo tecnologicamente<br />
evoluti.<br />
Ma i ricami <strong>di</strong> Castellammare del Golfo no!!! I ricami del<br />
terzo millennio sono fatti allo stesso modo <strong>di</strong> quelli del<br />
secondo e del primo millennio.<br />
“FIGGHIA ‘NTA FASCIA TILA ‘NTA CASCIA”<br />
(quando nasce una figlia femmina, devi avere pronto il<br />
corredo nella cassa)<br />
E ci riferiamo alle donne della bottega “Arte del Ricamo”<br />
<strong>di</strong> Enza Barone, sita nel centralissimo corso Garibal<strong>di</strong><br />
e meta quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> turisti affascinati<br />
dall’originalità del suo ricamo e dalla laboriosità delle sue<br />
ricamatrici. Tutto, ancora, scrupolosamente eseguito<br />
a mano. Una bottega che, negli anni, è <strong>di</strong>venuta una<br />
vera e propria scuola, con corsi specialistici a Marsala,<br />
Palermo e Messina.<br />
“Arte del Ricamo” nasce nel 2000, proprio a Castellammare<br />
del Golfo, da una idea, coltivata da piccola, <strong>di</strong> Enza<br />
Barone, l’arte in mano sin da giovanissima età, grazie<br />
alla maestria, mai venuta meno, della madre Enza.<br />
«Ho iniziato a ricamare, grazie a mia madre, a 6 anni. A<br />
14 anni il ricamo è <strong>di</strong>ventato il mio lavoro. Disegnavo<br />
la biancheria e la ricamavo. A 25 anni ho cominciato a<br />
stu<strong>di</strong>are marketing e ho lavorato 5 anni in una prestigiosa<br />
azienda ricamatrice del Nord. Mi chiesi? Ma perché<br />
importare dal Nord ciò che realizziamo noi meri<strong>di</strong>onali<br />
lì. Perché non iniziare a creare noi occupazione in<br />
questo settore? Da questa considerazione nasce “Arte<br />
del Ricamo”. Pochissimo capitale investito e tanta voglia<br />
<strong>di</strong> emergere».<br />
Ora la bottega conta numerosi artisti, realizza corsi in<br />
tutta la Sicilia, esporta in tutto il mondo, ha fondato una<br />
associazione, “Ago e svago”, presieduta da Enza Barone<br />
che tiene unite tute le ricamatrici formatesi in questa<br />
scuola e che desiderano andare oltre il semplice piacere<br />
e far conoscere i filati in tutto il mondo.<br />
La bottega “Arte del ricamo” vuole essere un angolo<br />
dove abili ricamatrici espongono coor<strong>di</strong>nati artistici<br />
ricamati esclusivamente a mano nel rispetto dell’antica<br />
tra<strong>di</strong>zione riportata ai nostri tempi tramite tecniche<br />
tramandate da madre in figlia.<br />
Nell’attuale epoca dove la modernizzazione <strong>di</strong>laga<br />
si sente l’esigenza <strong>di</strong> riscoprire antiche arti che sono<br />
rimaste ra<strong>di</strong>cate nella nostra cultura.<br />
Proprio per questa esigenza vengono proposti lavori<br />
che permettono <strong>di</strong> riscoprire e valorizzare attraverso<br />
la manualità, la creatività e fantasia antichi mestieri<br />
artigianali che altrimenti andrebbero persi.<br />
La creazione e l’esecuzione dei lavori è in<strong>di</strong>rizzata a<br />
sod<strong>di</strong>sfare la clientela personalizzando, secondo le<br />
N. 2 2012<br />
29<br />
esigenze, la scelta dei tessuti, il tipo <strong>di</strong> ricamo, i <strong>di</strong>segni<br />
da realizzare sul tessuto e le <strong>di</strong>mensioni.<br />
«Per noi risulta particolarmente importante uno scambio<br />
<strong>di</strong> informazioni ed esigenze con il cliente, in modo da<br />
eseguire un lavoro <strong>di</strong> alta qualità e rispondente alle<br />
aspettative. La nostra biancheria, i nostri tendaggi, i<br />
nostri corre<strong>di</strong>ni e corre<strong>di</strong> lasciano esterrefatti anche<br />
i clienti più esigenti. La perfezione è la nostra scelta<br />
professionale» riba<strong>di</strong>sce Enza Barone.<br />
Creare è un piacere infinito.<br />
Enza Barone è il sogno che si realizza, la passione che<br />
si concretizza, la mano sapiente che seduce con la sua<br />
impareggiabile creatività e bravura.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
Agesp e la migliore<br />
gestione dei rifiuti<br />
Un’azienda con una storia decennale ed un impegno serio<br />
30<br />
Medaglie<br />
<strong>di</strong> Filippo Nobile<br />
Se ci fosse l’Oscar del risparmio ambientale, Agesp spa<br />
sarebbe can<strong>di</strong>data per la miglior gestione dei rifiuti.<br />
Dietro ai Comuni più «ricicloni» <strong>di</strong> Sicilia c’è proprio<br />
Agesp.<br />
In tema <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata azienda vanta dei veri<br />
e propri primati nell’Isola.<br />
Svolge il servizio a Calatafimi-Segesta dove si è<br />
raggiunta una percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata del<br />
67% nel 2010 e nella zona del Calatino, nei comuni <strong>di</strong><br />
Vizzini con il 64% circa e Militello Val <strong>di</strong> Catania con<br />
il 53% circa (dati raggiunti in poco più <strong>di</strong> un anno e<br />
senza sfigurare rispetto ai comuni del nord dove la<br />
<strong>di</strong>fferenziata si fa da oltre 10 anni).<br />
La Agesp spa opera dal 1971 nel settore dell’ecologia e<br />
dell’ambiente ed è stata fra le prime aziende in Sicilia<br />
ad entrare nel settore dei servizi pubblici <strong>di</strong> igiene<br />
ambientale (a <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quest’anno compie 40 anni<br />
<strong>di</strong> attività).<br />
Agesp svolge la propria attività con particolare riguardo ai servizi <strong>di</strong> raccolta e smaltimento rifiuti, raccolta <strong>di</strong>fferenziata,<br />
gestione <strong>di</strong>scariche ed impianti <strong>di</strong> selezione e riciclaggio, pulizie, deratizzazione e <strong>di</strong>sinfestazione, gestione <strong>di</strong> Centri<br />
Comunali <strong>di</strong> raccolta e stazioni <strong>di</strong> trasferenza rifiuti, nonché bonifiche <strong>di</strong> siti e beni contenenti amianto.<br />
«La crescente domanda <strong>di</strong> servizi ambientali e le innumerevoli opportunità offerte dal settore - <strong>di</strong>ce uno dei<br />
titolari dell’azienda Gregorio Bongiorno - hanno permesso alla Agesp spa grazie al suo know how <strong>di</strong> incrementare<br />
le proprie attività, crescendo notevolmente <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione».<br />
Oggi, infatti, l’azienda conta un fatturato <strong>di</strong> quasi 15 milioni <strong>di</strong> euro, un organico <strong>di</strong> circa 300 unità, serve una<br />
popolazione <strong>di</strong> circa 200.000 abitanti ed ha un parco mezzi <strong>di</strong> circa 200 autocarri.<br />
Agesp svolge attualmente le proprie attività principalmente nell’ambito della Regione Sicilia ma, da qualche<br />
anno, è anche presente in Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Sardegna.<br />
L’azienda negli anni ha <strong>di</strong>versificato sia in termini territoriali che <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> servizi, in particolare negli ultimi mesi<br />
ha avviato con successo l’attività <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> amianto organizzando e strutturandosi con personale altamente<br />
qualificato e con atrezzature e mezzi adeguati.<br />
«Le strategie <strong>di</strong> sviluppo dell’impresa - continua Bongiorno - per i prossimi anni, prevedono <strong>di</strong> continuare a<br />
crescere nel campo dei servizi <strong>di</strong> igiene ambientale in Comuni sia della Sicilia che del resto <strong>di</strong> Italia, ma anche <strong>di</strong><br />
avviare nuove iniziative nel campo degli impianti <strong>di</strong> smaltimento e riciclaggio dei rifiuti <strong>di</strong>fferenziati nonché in<br />
altri settore sempre dei servizi pubblici».<br />
L’azienda è certificata per il sistema <strong>di</strong> qualità ISO 9001, per il sistema <strong>di</strong> gestione ambientale ISO 14001 nonché<br />
del sistema <strong>di</strong> sicurezza dei lavoratori OHSAS 18001.<br />
È fra le prime aziende del settore ad essersi dotata Modello <strong>di</strong> Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs.<br />
231/01 nonché del co<strong>di</strong>ce etico.<br />
L’azienda è gestita dai fratelli Gregorio, 36 anni, e Silvia Bongiorno <strong>di</strong> 32 anni, impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> seconda generazione<br />
che dopo avere completato i propri stu<strong>di</strong> universitari fuori regione hanno deciso <strong>di</strong> ritornare in Sicilia e<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
continuare con grande coraggio e sacrificio l’attività<br />
<strong>di</strong> famiglia. Gregorio negli anni si è de<strong>di</strong>cato all’attività<br />
<strong>di</strong> sindacato delle imprese in Confindustria dove in<br />
passato ha svolto il ruolo <strong>di</strong> presidente dei Giovani<br />
Industriali a Trapani ed attualmente ricopre il ruolo <strong>di</strong><br />
vicepresidente vicario in Confindustria Trapani nonché<br />
è anche componente <strong>di</strong> Giunta in Confindustria Sicilia.<br />
L’Agesp spa azienda operante nel campo dei servizi<br />
<strong>di</strong> Igiene Ambientale e nella raccolta e smaltimento<br />
rifiuti a <strong>di</strong>cembre dello scorso anno ha raggiunto forse<br />
uno dei suoi più importanti traguar<strong>di</strong> aziendali, <strong>di</strong>fatti<br />
ha compiuto i suoi primi 40 anni <strong>di</strong> attività operando<br />
dal 1971 nel settore dell’ecologia e dell’ambiente, (è<br />
stata infatti fra le prime aziende in Sicilia ad entrare nel<br />
settore dei servizi pubblici <strong>di</strong> igiene ambientale).<br />
“Un traguardo <strong>di</strong>ce Gregorio Bongiorno che premia<br />
tutti coloro che in questi anni hanno contribuito con<br />
il proprio lavoro e con grande senso <strong>di</strong> abnegazione<br />
a far crescere l’azienda e farla <strong>di</strong>ventare oggi una<br />
significativa realtà impren<strong>di</strong>toriale. Questo risultato<br />
rappresenta un riconoscimento che ripaga solo in<br />
parte <strong>di</strong> tutti i sacrifici fatti”.<br />
L’Agesp, dall’inizio del 2011, <strong>di</strong>ce il Consigliere Delegato<br />
Gregorio Bongiorno, “ha avviato una nuova attività<br />
riguardante la bonifica <strong>di</strong> siti e <strong>di</strong> beni contenenti<br />
amianto, un problema molto sentito oggi giorno,<br />
data la pericolosità del rifiuto e dove c’è molto ancora<br />
da fare, infatti esistono tutt’oggi sia aree pubbliche<br />
e private sia e<strong>di</strong>fici industriali che costituiscono un<br />
grande rischio ambientale per la salute <strong>di</strong> tutti noi”.<br />
N. 2 2012<br />
31<br />
“La legge prevedrebbe un censimento degli e<strong>di</strong>fici nei<br />
quali è presente amianto, obbligatorio per le strutture<br />
<strong>di</strong> proprietà pubblica, per quelle aperte al pubblico o<br />
<strong>di</strong> utilizzazione collettiva e per i condomini, ma come<br />
al solito purtroppo al riguardo si registrano notevoli<br />
ritar<strong>di</strong>, con le conseguenze del caso che non è <strong>di</strong>fficile<br />
immaginare”.<br />
“Per potere espletare questo nuovo servizio con<br />
professionalità e serietà ci siamo strutturati con<br />
attrezzature e mezzi adeguati ma soprattutto con<br />
personale tecnico altamente qualificato, che ha<br />
seguito dei corsi <strong>di</strong> formazione specifici e per i quali<br />
ha conseguito una particolare abilitazione a seguito <strong>di</strong><br />
esame.”<br />
Sempre nel 2011 la Agesp ha stretto una importante<br />
partnership con l’Associazione Rifiuti Zero,<br />
implementando nei servizi <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
dei Comuni <strong>di</strong> Calatafimi-Segesta e Buseto Palizzolo la<br />
strategia “Zero Waste” così come previsto dal protocollo<br />
internazionale “Verso Rifiuti Zero 2020”, un percorso<br />
virtuoso già seguito in Italia e nel mondo da numerosi<br />
comuni ed aziende che si ispira alla riduzione a monte<br />
dei rifiuti nonché al riciclaggio e recupero dei rifiuti<br />
prodotti.<br />
A tal riguardo <strong>di</strong> recente a Calatafimi-Segesta è stato<br />
istituito l’Osservatorio Rifiuti Zero con il compito <strong>di</strong><br />
analizzare i dati della raccolta <strong>di</strong>fferenziata, sollevare le<br />
criticità, trovare le soluzioni per migliorare il servizio,<br />
promuovendo campagne <strong>di</strong> sensibilizzazione dei<br />
citta<strong>di</strong>ni.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
32<br />
Medaglie<br />
La DA.SCA azienda leader<br />
nel rispetto ambientale<br />
Salvaguar<strong>di</strong>a e risanamento degli spazi in cui viviamo<br />
Giusto equilibrio tra natura e progresso tecnologico<br />
Ognuno <strong>di</strong> noi è l’artefice del proprio destino, almeno<br />
è perfettamente in grado <strong>di</strong> definire cosa è giusto per<br />
vivere bene, nel rispetto degli altri.<br />
E se si tratta <strong>di</strong> ragionare in termini più allargati, e si<br />
pensa, quin<strong>di</strong>, a tutta la comunità degli esseri umani<br />
della terra, allora il pensiero <strong>di</strong> gestire al meglio ciò che<br />
ci circonda è ancora maggiore e più responsabile.<br />
Il nostro ecosistema sta progressivamente peggiorando<br />
a causa dell’inquinamento e <strong>di</strong> tutti i rifiuti che creiamo<br />
<strong>di</strong> continuo, provocando danni sempre maggiori non<br />
solo alla natura, ma anche allo stesso genere umano.<br />
Per il risanamento ambientale da tutte le sue<br />
configurazioni intervengono apposite aziende che<br />
hanno una forte expertise in materia.<br />
La DA.SCA. snc <strong>di</strong> Castellammare del Golfo è una tra le più<br />
accre<strong>di</strong>tate della Sicilia in per avere attuato, negli anni,<br />
seri interventi <strong>di</strong> politica ambientale tesi a salvaguardare<br />
l’uomo, l’ambiente, il microsistema esistente.<br />
<strong>di</strong> Vincenzo Labruzzo<br />
La «DA.SCA. s.n.c.» è un›azienda operante, dal 1987, in<br />
tutto il territorio Regionale Siciliano; è dotata dei migliori<br />
e più avanzati strumenti e tecniche <strong>di</strong> lavoro, nonché <strong>di</strong><br />
un qualificato staff <strong>di</strong> tecnici ed operatori; è, da sempre,<br />
impegnata nella salvaguar<strong>di</strong>a e nel risanamento degli<br />
spazi in cui viviamo rispettando il giusto equilibrio tra<br />
natura e progresso tecnologico.<br />
Grazie alla combinazione <strong>di</strong> moderne tecnologie,<br />
prodotti a basso impatto ambientale (tutti regolarmente<br />
registratipressoilMinisterodellaSanità)eprofessionalità,<br />
offre ai clienti un servizio mirato principalmente<br />
all›igiene e alla sanificazione ambientale.<br />
Uno dei problemi che oggi maggiormente sensibilizzano<br />
le Amministrazioni Pubbliche e private, per l’importanza<br />
che ne deriva a tutta la collettività, è senza dubbio la<br />
tutela dell’ambiente e la salvaguar<strong>di</strong>a dei patrimoni<br />
archivistici e storici presenti nel nostro Paese.<br />
Le gravi emergenze ecologiche degli ultimi anni<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
impongono un’attenzione e un impegno sempre<br />
maggiore nel progettare trattamenti e politiche <strong>di</strong> vera<br />
salvaguar<strong>di</strong>a e rispetto dell’ambiente, e richiedono una<br />
professionalità sempre più qualificata e sensibile.<br />
«In questo contesto si inserisce la nostra impresa».<br />
L’impresa è in grado <strong>di</strong> risolvere ogni problema igienicosanitario<br />
attraverso una rete <strong>di</strong> servizi completi e mirati<br />
come: la derattizzazione, la <strong>di</strong>sinfestazione, la lotta al<br />
Punteruolo rosso della palma, la <strong>di</strong>sinfezione, H.A.C.C.P.,<br />
lo spurgo <strong>di</strong> ca<strong>di</strong>toie, <strong>di</strong> tombini e la <strong>di</strong>sotturazione<br />
fognaria, il servizio <strong>di</strong> videoispezione fognaria, il lavaggio<br />
e la <strong>di</strong>sinfezione a caldo dei cassonetti N.U., il nolo e la<br />
manutenzione <strong>di</strong> bagni chimici mobili, la raccolta, il<br />
trasporto e lo smaltimento dei rifiuti, i decespugliamenti,<br />
i <strong>di</strong>serbi chimici.<br />
La DA.SCA. in ottemperanza al decreto 07/07/97 n. 274<br />
(Regolamento <strong>di</strong> attuazione degli art. 1-4 della Legge<br />
25/01/1994, n. 82, per la <strong>di</strong>sciplina delle attività <strong>di</strong> pulizia<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, <strong>di</strong> derattizzazione<br />
e sanificazione), è regolarmente iscritta all›Albo<br />
provinciale delle Imprese <strong>di</strong> pulizia, nonché, ai sensi del<br />
D.M. 324/91 mo<strong>di</strong>ficato ed aggiornato dal D.M. 406/98,<br />
è iscritta all›Albo Nazionale Smaltitori al N. PA 0320-0<br />
per le categorie 1, 4, 5.<br />
La DA.SCA. s.n.c. ha sede in contrada San Nicola n. 175,<br />
a Castellammare del Golfo, telefono 0924-33475, pronto<br />
Intervento 337-965001, e-mail: info@dasca.it, posta<br />
certificata: dasca@pec.it.<br />
La profonda competenza in materia <strong>di</strong> risanamento e<br />
l›esperienza maturata in tanti anni <strong>di</strong> attività permettono,<br />
all’azienda, <strong>di</strong> intervenire in maniera efficiente e rapida,<br />
in<strong>di</strong>viduando le modalità più adeguate per ridurre i<br />
danni, mettere in sicurezza l›ambiente e consentire una<br />
ripresa delle attività lavorative in tempi rapi<strong>di</strong>.<br />
La consapevolezza dell›esigenza dei clienti <strong>di</strong> risolvere<br />
nel minor tempo possibile i <strong>di</strong>sagi subiti, ha portato<br />
l’azienda DA.SCA. ad investire sulla preparazione e il<br />
costante aggiornamento del personale.<br />
Il punto <strong>di</strong> forza è l›utilizzo <strong>di</strong> attrezzature all›avanguar<strong>di</strong>a<br />
e tecniche <strong>di</strong> risanamento innovative, stu<strong>di</strong>ate<br />
appositamente per tutte le situazioni, anche le più<br />
complesse.<br />
DA.SCA. è in grado <strong>di</strong> risolvere qualsiasi problematica,<br />
con azioni mirate ed efficaci, occupandosi <strong>di</strong> tutti gli<br />
aspetti connessi con il risanamento ambientale, il<br />
salvataggio e il ripristino dei beni.<br />
La tempestività è il fattore determinante per ridurre <strong>di</strong><br />
molto il danno subito e limitare le per<strong>di</strong>te economiche.<br />
Grazie alla rete <strong>di</strong> pronto intervento in tutto il territorio<br />
siciliano, DA.SCA. può raggiungere, senza <strong>di</strong>fficoltà e in<br />
tempi rapi<strong>di</strong>, qualsiasi località, analizzando i danni subiti<br />
e stilando un piano <strong>di</strong> pronto intervento su misura.<br />
La professionalità <strong>di</strong>mostrata nel tempo ha permesso,<br />
all’azienda DA.SCA. <strong>di</strong> ottenere ottimi riscontri affiancati<br />
da servizi <strong>di</strong> qualità.<br />
N. 2 2012<br />
33<br />
Giovani<br />
campioni<br />
crescono<br />
La formazione juniores della Riviera<br />
Marmi, squadra <strong>di</strong> calcio <strong>di</strong> Custonaci,<br />
sponsorizzata dalla <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e<br />
allenata da mister Bonfiglio, si è laureata<br />
campione regionale per il secondo anno<br />
consecutivo battendo in finale il Real<br />
Avola per 4 a 0 accedendo così agli ottavi<br />
<strong>di</strong> finale nazionali. Con questo sono tre i<br />
titoli regionali per la categoria juniores e<br />
salgono a quattro i titoli regionali per la<br />
Riviera grazie alla vittoria nella stagione<br />
2006-07 del campionato giovanissimi.<br />
Nelle tre precedenti occasioni la Riviera<br />
Marmi non era mai riuscita a superare gli<br />
ottavi <strong>di</strong> finale nazionali perché battuta<br />
sempre dalla formazione campione<br />
regionale della Calabria.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
34<br />
Gli autori da leggere<br />
La straor<strong>di</strong>naria<br />
Poesia <strong>di</strong> Liliana Patti <strong>di</strong> Antonio Fundarò<br />
Nella concezione della<br />
poetessa e professoressa<br />
Liliana Patti, l’uomo non solo<br />
stenta a trovare il bandolo e<br />
una <strong>di</strong>rezione al cammino<br />
generale dell’essere, nel senso<br />
filosofico del termine, quanto<br />
a se stesso, immerso in una<br />
eternità tra<strong>di</strong>ta, sottomesso al<br />
pungolo del destino.<br />
«Ora sei / una nuvola nera / <strong>di</strong>etro la quale / nascon<strong>di</strong> la<br />
verità».<br />
Il suo pessimismo, tuttavia, più che configurare una<br />
posizione dominata dal nonsenso dell’apparato<br />
planetario, sembra piuttosto sottolineare il limite<br />
intrinseco della creatura, che pur sostenuta dalla<br />
ragione, è costretta ad una sorta <strong>di</strong> agnosticismo sulle<br />
cogenti domande circa lo scopo e il fine della sua vita.<br />
«Sono partita/ un giorno lontano/ verso una meta/ che si<br />
allontana sempre più».<br />
Nessuno può figurarsi, se non attraverso la fede, un<br />
<strong>di</strong>segno dell’eterno.<br />
«Nella realtà della vita/ si leva il vento/ e soffia sulla mia<br />
pelle/ che si ritrae senza speranza».<br />
Marionetta o fantoccio, l’essere umano segue una strada<br />
che non ha segnato con le sue mani, in un tragitto <strong>di</strong><br />
fittizia libertà.<br />
Il caso decide i suoi passi, sovente gettando lutti sulle<br />
spalle, sempre lasciando <strong>di</strong>sorientati.<br />
«Vagare/ nell’infinito spazio/ dell’esistere/ e non riuscire<br />
mai/ a raggiungere il tuo/ cuore».<br />
Ciononostante la vita va vissuta, anzi conserva nelle<br />
sue pieghe la magia che induce, <strong>di</strong> fatto, all’accoglienza<br />
della propria sorte e all’orgoglio <strong>di</strong> aver partecipato<br />
al circolo più generale, se pure incomprensibile, del<br />
cosmo, «prigioniera <strong>di</strong> sentimenti / nel turbinio dell’essere».<br />
Essere che è amore puro bisognoso<br />
Di ali <strong>di</strong> gabbiano/ E <strong>di</strong> una bianca nave / Per solcare /<br />
Placi<strong>di</strong> mari / Di speranza.<br />
Ma oltre alla generica angoscia esistenziale che<br />
probabilmente è già presente nel primo umano vagito,<br />
l’arco <strong>di</strong> tempo che appartiene alla poetessa. In tutta<br />
la sua produzione letteraria, è segnato da altre ferite,<br />
storiche e contingenti.<br />
Il degrado intacca l’umanità in maniera globale:<br />
l’ambito dei rapporti umani non è più nel segno della<br />
reciprocità, quelli politici e <strong>di</strong> mercato sono dettati dal<br />
tornaconto personale e dall’egoismo e l’ecosistema è<br />
stato tanto violato da far temere ad<strong>di</strong>rittura la catastrofe<br />
della specie.<br />
Prevale quello che Fromm aveva paventato: il<br />
primeggiare dell’avere sull’essere.<br />
Quando l’ansia/ vince la volontà / l’onda del dubbio/<br />
invade la tua anima / e la vita vacilla / tra inutili paure.<br />
Il cielo/ si trasforma in cenere / che acceca gli occhi / e<br />
smarrisci la strada / senza una mano / che ti sorregga.<br />
Dove sono le parole / <strong>di</strong> chi ti ama / se il silenzio circonda /<br />
tutto il tuo essere.<br />
Liliana Patti tuttavia nella desolazione <strong>di</strong> questo mondo,<br />
dove amore e amicizia hanno abbandonato i porti sicuri<br />
della nostra stessa esistenza, intravede un porto.<br />
Nel rapporto d’amore, che dalla sua parte concepisce<br />
come totalizzante e generoso fino al dono <strong>di</strong> sé, altre<br />
<strong>di</strong>ssolvenze si possono immaginare: quelle del dolore e<br />
dello sconcerto.<br />
Anzi, nell’altra persona, la Patti, come si <strong>di</strong>ceva, è<br />
<strong>di</strong>sposta a sciogliere tutta se stessa, mettendo la vita in<br />
altre mani, in una fiducia che acquisisce i toni elegiaci e<br />
lirici della poesia.<br />
Non nutre alcun pudore nel rivelare la propria fragilità<br />
e il bisogno <strong>di</strong> lasciarsi andare per avere tregua, tanto è<br />
fiduciosa che l’amore possa dare colore e calore al suo<br />
buio, mettendo in fuga i fantasmi.<br />
Non la felicità./ è stata troppo fugace. / Non la speranza<br />
/ anche se spesso ho creduto / che domani tutto sarebbe<br />
cambiato. / Non la volontà. / tante volte sono rimasta<br />
supina / in attesa che il dolore / si mutasse in gioia.<br />
Tuttavia la Patti sa che neppure un sentimento vero è in<br />
grado <strong>di</strong> sfidare e vincere il tempo.<br />
Nella sua poesia Liliana rivela sentimenti e passioni, dubbi<br />
e lacerazioni in una sorta <strong>di</strong> stralunata consapevolezza<br />
dell’imminente precipizio.<br />
Quello dell’uomo con la eternità delle cose.<br />
Pensieri / sulla vita, / che si scolora / col tempo che fugge /<br />
e che ti allontana / sempre più.<br />
Un’atmosfera crepuscolare, <strong>di</strong> penombra, grava<br />
sulla sua vasta produzione artistica, dovuta a questa<br />
battaglia tra lo sguardo che osa l’azzurro e la percezione<br />
della precarietà delle cose dell’uomo, che riverberano<br />
sul verso un senso <strong>di</strong> sconfitta che talora arriva alla<br />
prostrazione. Sovente anche gli elementi della natura<br />
assurgono a metafora delle tante speranze <strong>di</strong>sattese.<br />
Commuove poi la poesia al padre che si configura come<br />
il baluardo contro il vero e proprio deragliamento.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Sono stata più volte ferita / dall’amore dagli amici dalla<br />
vita. A te padre / raccontavo il mio dolore / quando<br />
camminavamo / nelle notti <strong>di</strong> Maggio / lungo la strada /<br />
che odorava <strong>di</strong> zagara. / Il tuo sorriso / era conforto / alla<br />
mia giovinezza. / Ora mi è compagno / nel ricordo / dei<br />
nostri perduti anni. / Tu ed io / Vivremo / Sempre / nelle sere<br />
<strong>di</strong> primavera / che puntualmente ritornano.<br />
Alla fine è d’obbligo parlare delle vere <strong>di</strong>ssolvenze,<br />
quelle che la morte impone alle membra e alla<br />
coscienza <strong>di</strong> ciascuno, il riposo eterno. In effetti, tutta la<br />
raccolta è attraversata da una sottesa malinconia, con<br />
lo sguardo rivolto alla falce in un angolo già sguainata<br />
e, in questo ambito mesto, anche l’amore non è mai<br />
narrato con esaltazione ma con un filo <strong>di</strong> tristezza<br />
dovuto al rimpianto sempre presente <strong>di</strong> quanto si sta<br />
per perdere. Lascia che il corpo si <strong>di</strong>ssolva piano… in<br />
questa «solitu<strong>di</strong>ne».<br />
Poesia <strong>di</strong> confessione, se si intende con questo la<br />
capacità <strong>di</strong> scavo e <strong>di</strong> dono, assiepata in un suono<br />
pulito e in un lessico confidenziale e comprensibile: in<br />
nessun passaggio l’autore cerca l’artificio retorico e i<br />
toni altisonanti.<br />
L’uso della lingua nella sua cadenza da antica nenia o<br />
melo<strong>di</strong>a non ricorre a stratagemmi <strong>di</strong> assonanze, giochi<br />
linguistici e metrici; essa si posa con una naturalezza e<br />
trasparenza del verso che rendono la raccolta go<strong>di</strong>bile<br />
in ogni parte.<br />
Si avverte nelle liriche dell’autrice la necessità <strong>di</strong> cogliere<br />
a pieno brevi attimi prima della corruzione del tempo;<br />
le liriche infatti non si concretizzano in un “compiuto”<br />
riconducibile a un agito personale concluso.<br />
Il musicante-poeta segna parole nello spartito del vivere,<br />
lo pennella, colora e gli dà voce, girovago e cantore <strong>di</strong><br />
strada sparge semi <strong>di</strong> note, <strong>di</strong>spensa minuti <strong>di</strong> respiro.<br />
Sei ossigeno / al mio cuore / in una società / senza respiro.<br />
/ Sei pace / nalla mia esistenza / in questi tempi / spinti<br />
dall’ansia. / bSei essenza / della mia vita / tra l’in<strong>di</strong>fferenza<br />
del quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Il suono è intrinseco alla parola che si sussegue leggera,<br />
spaesata, questuante a volte per essere raccolta e amata,<br />
ampiamente conoscitrice <strong>di</strong> altri “strumenti espressivi”<br />
all’interno dei quali trova la sua libertà e <strong>di</strong>ssolvenza.<br />
L’affanno <strong>di</strong> appartenenza affiora nei paesaggi rarefatti,<br />
scossi dal vento, spesso senza consolazione, immagini<br />
desiderose <strong>di</strong> avere forma e <strong>di</strong> trovare un ruolo, nella sua<br />
città e nella sua terra natale.<br />
In questa terra / tutto è estremo/ il bene e il male / il silenzio<br />
e le parole. / Qui tutto è estremo / l’o<strong>di</strong>o e l’amore / la<br />
pioggia e il sole.<br />
Il tempo consuma, frammenta, sbriciola, da qui il<br />
desiderio della poetessa <strong>di</strong> un ‘incisionÈ, <strong>di</strong> un segno che<br />
nel marmo resista al tempo, <strong>di</strong> una scultura in <strong>di</strong>venire<br />
come unico modo per eternizzare i sentimenti anche<br />
in gestualità immobili che l’auttrice affida al suono<br />
multicorde del vento, altro elemento questo che regola<br />
la melo<strong>di</strong>a delle liriche.<br />
N. 2 2012<br />
35<br />
Liliana Patti costretta suo malgrado a coesistere con un<br />
mondo a cui non appartiene, a verificare ogni giorno<br />
le lacerazioni e i contrasti <strong>di</strong> un’umanità che sembra<br />
implodere sempre <strong>di</strong> più, si rifugia nel suo io fatto <strong>di</strong><br />
poesia, <strong>di</strong> sogni in cui l’essenza <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi, lo<br />
spirito, è il dominus della situazione. Una vita idealizzata,<br />
ma teoricamente possibile.<br />
Non a caso ha così scritto prima raccolte come “Scampoli<br />
d’amore”, “Braccia nude” e anche “Attraversando la vita”<br />
dove è possente l’anelito a un’esistenza a misura <strong>di</strong><br />
essere umano, raggiungibile solo con la presenza, in<br />
perfetto equilibrio, <strong>di</strong> istinto, armonia e sogno.<br />
E ora, a rinsaldare la mia opinione, c’è questa silloge,<br />
il cui titolo, “I passi del tempo”, già appare foriero del<br />
contenuto.<br />
E “I passi del tempo”, una silloge <strong>di</strong> poesie d’amore,<br />
benché permeata da una forte passionalità, non tra<strong>di</strong>sce<br />
una visione fantastica con un’idealizzazione dell’amore.<br />
Di quell’amore in perenne lotta per il raggiungimento<br />
della pace.<br />
Nell’attrazione si sviluppa forte e prevalente l’aspetto<br />
onirico, non è una <strong>di</strong>chiarazione d’amore, ma un anelito<br />
che si sviluppa più che dall’istinto materiale dal flusso<br />
cerebrale del sogno, il riflesso della sua immagine.<br />
Domani / potrebbe essere oggi / nell’infinito momento /<br />
che vola via.<br />
Tutto assume contorni irreali quasi a <strong>di</strong>segnare un<br />
sentimento che va sempre oltre la ragione.<br />
Non è che il mondo presente in queste liriche sia irreale,<br />
ma è una visione dello stesso da parte dell’autrice<br />
che lo contempla a suo gra<strong>di</strong>mento, un riflesso della<br />
realtà all’interno del suo animo come lei, animo nobile,<br />
vorrebbe che fosse.<br />
È magia sì quel delineare un sentimento con immagini che<br />
sembrano sospese nel vuoto e nel tempo, in una costruzione<br />
dove il reale (la sera che arriva) si coniuga perfettamente<br />
con la visione <strong>di</strong> due mani che si librano nell’aria.<br />
In Liliana Patti c’è tuttavia la dolorosa malinconia per un<br />
mondo così <strong>di</strong>verso dal suo, in cui l’uomo vaga come<br />
uno spettro, carnefice e vittima <strong>di</strong> se stesso.<br />
Non è un urlo, quello del gabbiano, non è un monito,<br />
ma è il rimpianto per dover esistere, per sopravvivere, in<br />
una <strong>di</strong>mensione irreale, per essere fisicamente presente<br />
in quel mondo a cui non gli è tuttavia concesso <strong>di</strong><br />
partecipare con l’animo <strong>di</strong> chi crede ancora nel valore<br />
supremo dei sentimenti.<br />
È un commiato da poetessa, un messaggio al presente<br />
perché abbia un futuro, l’ultimo sommesso grido <strong>di</strong> chi<br />
ha avuto due vite parallele.<br />
Sembra già <strong>di</strong> u<strong>di</strong>rlo a chi ha orecchie per ascoltare col<br />
cuore, a chi è <strong>di</strong>sposto a operare per un mondo migliore.<br />
E a Dio, alle persone che ama, a ciascuno <strong>di</strong> noi che, con<br />
semplicità, la leggiamo nella profon<strong>di</strong>tà della sua anima,<br />
lascia un testamento <strong>di</strong> vita: Va, / tu ami il mondo come<br />
me, / non restare ad aspettare / inutilmente. / Metti le ali<br />
il mondo ha bisogno / <strong>di</strong> poesia.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
Gli I personaggi autori da leggere da conoscere<br />
Turi Simeti:<br />
Superfici verso ambienti <strong>di</strong> Bruno Corà<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno dalla mostra personale antologica<br />
<strong>di</strong> Turi Simeti nella sua città natale, Alcamo, tra le antiche<br />
mura dell’ex Collegio dei Gesuiti, tornare a riflettere sulle<br />
sue opere <strong>di</strong> questa sua mostra romana consente <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>re e sviluppare ulteriori considerazioni dopo<br />
quelle da me in<strong>di</strong>viduate per lui in”Spazìalità in luce e<br />
silenzio”.<br />
Già nel 1968, Nello Ponente, in un suo breve testo per<br />
l’opera <strong>di</strong> Simeti, annotava con luci<strong>di</strong>tà che essa propone<br />
un’essenzialità espressa da un modulo, l’ovale, “ripetibile<br />
in serie”, con il risultato dì ricavare “un campo”, il quale<br />
<strong>di</strong>stinguendosi da una superficie immobile, tipica della<br />
pittura, si qualificava piuttosto come “luogo <strong>di</strong> un’azione”.’<br />
E se l’azione, effettivamente <strong>di</strong>venuta più evidente,<br />
soprattutto dopo il 1967, con i primi acrilici su tela<br />
sagomata per lo più da un solo ovale con forti aggetti, non<br />
è altro che quella congiunta della luce e dell’osservatore<br />
in atto <strong>di</strong> spostarsi mo<strong>di</strong>ficando il proprio punto <strong>di</strong> vista<br />
rispetto all’opera, allora <strong>di</strong>viene palese la fenomenologia<br />
del principio formativo impiegato da Simeti.<br />
Egli, come aveva intuito Ponente, è più interessato ad<br />
alternanze sperimentali <strong>di</strong> ricerca, piuttosto che a esiti dì<br />
serialità decorativa. Dunque, più a un’arte come processo<br />
<strong>di</strong>alettico che non a una preor<strong>di</strong>nata prassi <strong>di</strong>mostrativa.<br />
Se si osservano alcuni risultati che <strong>di</strong>stinguono la sua<br />
produzione del 1967 come Un ovale giallo, 1967, [Ovate<br />
verde, 1967 (cm no x 210) a forma <strong>di</strong> rombo o l’Ovale bianco,<br />
1967 (cm 55 x 60), si può legittimamente immaginare<br />
che la tela sia una membrana su cui si protende, come<br />
emblematico ombelico, una forma testimone dell’anelito<br />
al lo spazio e al la luce, unità inscin<strong>di</strong>bile della vita. Un<br />
tale accertamento, resosi, vìa via, sempre più esplicito,ha<br />
indotto lo storico romano, motivatamente, a considerare<br />
l’opera <strong>di</strong> Simeti assai incline al carattere <strong>di</strong> operaambiente,<br />
cioè <strong>di</strong> organismo che mira a occupare lo<br />
spazio in cui ci troviamo noi stessi per le sensibili quote dì<br />
<strong>di</strong>stacco del piano delle superfici sagomate dalle pareti.<br />
Peraltro, in quello stesso frangente, a Foligno, con la<br />
mostra “Lo spazio dell’immagine”, 1967 si definiva entro<br />
una cornicÈambientalÈuna considerevole parte della<br />
ricerca visiva italiana: da Fontana a Castellani, da Fabro a<br />
Colombo, da Pistoletto a Pascali, da Mattiacci a Scheggi,<br />
da Alviani a Bonalumi.<br />
Quando nel gennaio 1968 Simeti si lascia ritrarre accanto<br />
a una sua superficie con un grande ovale che la significa<br />
con sensibile rilievo e rapporto <strong>di</strong> ombra e luce, si<br />
comprende che egli ha raggiunto la struttura visiva che<br />
da quel momento in poi gli consentirà <strong>di</strong> sviluppare<br />
un’articolazione plastica delle sue superfici, con precisi e<br />
sempre <strong>di</strong>versi rapporti spaziali.<br />
Una struttura <strong>di</strong> relazione<br />
L’ovale che Simeti ha ‘covato’ con piena determinazione sia dal’62, declinandolo in formazioni sempre più numerose<br />
(fino ad arrivare a composizioni <strong>di</strong> 414 elementi (1962), rispondenti a un principio quantistico non <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong><br />
alcuni suoi colleghi impegnati in quegli anni in <strong>di</strong>verse esperienze <strong>di</strong> iterazione del segno e della forma, e persino da<br />
artisti militanti in campi opposti, come Andy Warhol, autore del quadro TbirtyAre BetterThan One, 1963, <strong>di</strong>schiude così<br />
agli occhi dell’artista una <strong>di</strong>versa possibilità <strong>di</strong> sensibilizzazione della superficie, incentrata sui posizionamenti delle forme<br />
nel campo-luogo della sua azione. Con una gestione negativo-positivo dell’ovale rispetto alla quota zero della superficie<br />
della tela, Simeti avvia una incessante azione <strong>di</strong> semantizzazione che fa perno sulla struttura <strong>di</strong> relazione degli ovali<br />
presenti in’campo’. Inoltre, in numerosi casi, egli mette in gioco più supporti, ovvero più superfici, anch’esse strettamente<br />
relazionate tra loro come lo sono i <strong>di</strong>ttici, i trittici e i polittici a più elementi. Tra la fine degli anni Sessanta e latine dei<br />
Settanta è il caso <strong>di</strong> opere come Trittico giallo, 1968 in ciré sagomato (cm 200 x 180), scan<strong>di</strong>to dalla regolare equivalenza<br />
delle componenti dell’opera, della Superficie bianca con quattro piccoli ovali, 1974, in cui i due ovali in posizione centrale<br />
nella sequenza risultano maggiormente ravvicinati rispetto all’insieme, oppure del Trittico, 1974 <strong>di</strong> tele sagomate e<br />
acquerellate (cm 125 x 296) dalla monocromia alternata e, infine, del Polittico nero, 1979 (cm 100 x 120) <strong>di</strong>fforme nella<br />
misura della larghezza <strong>di</strong> ognuna delle quattro tele sagomate, ma uniforme nella quota del posizionamento degli ovali<br />
dì sensibilizzazione delle superfici. Di quest’opera, come <strong>di</strong> altre dalla morfologia elementarmente composita, non si può<br />
tacere un’evidente valenza interna <strong>di</strong> qualità intervallare musicale. Successivamente a quelle date, il “principio <strong>di</strong> relazione”<br />
che governa l’amministrazione dello spazio delle sue opere fornisce risultati come il polittico della Composizione nera,<br />
1985 (cm 100x120), il Trittico grigio, rosso e nero, 1986 (cm 70 x 210), il Polittico quattro ovali bianchì, 1986 (cm 120 x 80),<br />
ma anche Tre ovali, 1991 su un’unica tela sagomata e il monocromo bianco Tondo con tre ovali, 1995 (<strong>di</strong>ametro cm 150).<br />
36<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Esprit elliptique ou Ovale<br />
L’ulteriore spinta immaginativa <strong>di</strong> Simeti nella decade degli<br />
anni Duemila verso una spazialità ottenuta con esiguità <strong>di</strong><br />
elementi messi in campo e regolati dal ‘principio <strong>di</strong> relazionÈ<br />
entro una singola superficie,ma anche <strong>di</strong> interrelazione<br />
e correlazione tra più superfici modulate con forme<br />
ovali, come ho avuto già modo <strong>di</strong> denotare, raggiunge<br />
una perizia e una qualità <strong>di</strong> definizione particolarmente<br />
rilevante, In una estetica che pensi lo spazio non come<br />
dominio solamente fisico, ma soprattutto come topologia<br />
concettuale e psicologica, inseguire le variazioni <strong>di</strong><br />
posizione degli ovali <strong>di</strong> Simeti nelle sue superfici equivale<br />
a una immaginaria escursione nell’esprit elliptique o in<br />
quello ovale. Sì può ipotizzare che un artista come Simeti<br />
abbia sviluppato naturalmente, nella messa a punto del<br />
proprio linguaggio un suo sistema semantico che, pur<br />
<strong>di</strong>versificandosi da quello <strong>di</strong> maestri come Castellani o<br />
Fontana, percorra non<strong>di</strong>meno un habitat immaginario in<br />
cui i minimi spostamenti, le traiettorie, gli accorpamene,<br />
i ribaltamenti, le alternanze - una sorta <strong>di</strong> illimitata teoria<br />
della collocazione, dei suoi ovali <strong>di</strong> sagomazione della tela<br />
- descrivono n spazi equivalenti alla capacità <strong>di</strong> Simeti <strong>di</strong><br />
articolare il proprio esprit topologico né ìdeativamente<br />
così scontato, né <strong>di</strong> semplice attuazione.<br />
Le opere esposte in questa circostanza <strong>di</strong> rentrée romana,<br />
per l’artista che in questa città ha inalato il suo percorso,<br />
cinquant’anni or sono, <strong>di</strong>vengono in tal senso emblematiche.<br />
Infatti, fedeli agli aspetti della monocromia delle singole<br />
superfici e della modulazione a rilievo <strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> esse,<br />
i lavori sembrano sottolineare sempre una morfologia<br />
scaturita dalla <strong>di</strong>versa quantità <strong>di</strong> ovali e dalla loro <strong>di</strong>sposizione<br />
spaziale nelle superfici. Si <strong>di</strong>stinguono andamenti <strong>di</strong>agonali<br />
come quelli presenti in Quattro ovali marroni, 2004 (cm 100 x<br />
120) e in Tre ovali bianchi in progressione, 2011 (cm 100 x 200)<br />
attiguo quest’ultimo a un <strong>di</strong>ttico rosso dall’evidente struttura<br />
simmetrica bilaterale speculare. Ma la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong>sposizione<br />
<strong>di</strong>agonale delle ellissi che sagomano le tele con effetti che<br />
la luce s’incarica <strong>di</strong> esaltare, sono altresì presenti nelle due<br />
opere in blu e in rosso componenti la triade in cui il terzo<br />
quadro giallo delle medesime misure degli altri sembra voler<br />
avocare non solo l’essenza cromatica primaria, ma anche<br />
quel tema caro a Barnett Newman dal titolo Who’s cifraia<br />
ofred.yellowand blue?, seppur con tutt’altre calibrature <strong>di</strong><br />
presenza dei colori.<br />
N. 2 2012<br />
37<br />
Mon <strong>di</strong>versamente stu<strong>di</strong>ate appaiono armoniose entro<br />
l’ambiente espositivo le connessioni tra le opere Cinque<br />
ovali bianchi, 2007 (cm 100 x 120) e il Dittico rosso, 2011<br />
(cm 120 x 200), oppure un Ovale bianco, I973 (cm 150 x<br />
150) e YQmaggio all’ovale, 2010 in bronzo. La <strong>di</strong>versa<br />
datazione delle opere, tutte entro la decade 2000 eccetto<br />
l’Ovate bianco appena nominato, consente <strong>di</strong> apprezzare,<br />
pur entra un arco temporale definito, il lento processo <strong>di</strong><br />
sviluppo dell’azione formale <strong>di</strong> Simeti in questi ultimi anni,<br />
che guadagna, con rigore, metodo e silenziosamente,<br />
una propria in<strong>di</strong>scutibile cifra <strong>di</strong>stintiva tra le proposizioni<br />
monocrome a vocazione spaziale.<br />
E che la sua esperienza sia tutta rivolta al conseguimento dì<br />
una pura nozione spazio-luminosa con tendenze plastiche,<br />
lo avevano riba<strong>di</strong>to con libertà poetica, accanto alle assidue<br />
elaborazioni <strong>di</strong> sagomatura delle superfici, anche taluni<br />
lavori originalissimi, non presenti in questa mostra, che<br />
troppo spesso sono taciuti e negletti, ma che non sembra<br />
inutile evocare. Mi riferisco ad alcuni progetti e realizzazioni<br />
elencati in un nota autografa <strong>di</strong> Simeti che lì descrive:<br />
progetto n. 1. L’altalena sospesa ai palloni;<br />
progetto n. 2. L’aliante blu su un prato;<br />
progetto n. 3. Distruzione <strong>di</strong> un aliante;<br />
progetto n. 4. Silenzio nella piramide;<br />
progetto n. 5. Barca a vela su tela <strong>di</strong> sacco.<br />
Queste creazioni rivelano un’attitu<strong>di</strong>ne a immaginare<br />
le forme in uno spazio <strong>di</strong> concezione ambienta le certa<br />
mente ben oltre la superficie <strong>di</strong> una tela; L’altalena sospesa<br />
in aria, 1968, degna <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con la Scultura nello<br />
spazio, <strong>di</strong> Piero Manzoni, o il Silenzio nella piramide, 1968,<br />
struttura <strong>di</strong> quattro metri <strong>di</strong> altezza e quattro dì lato base<br />
per una sola persona isolata dal contesto circostante al<br />
fine <strong>di</strong> rendere possibile una concentrazione <strong>di</strong> pensiero<br />
sulla parola “silenzio” segnata su una pietra all’interno -<br />
coniugata idealmente tanto con l’opera <strong>di</strong> John Cage<br />
quanto con le inven-zioni <strong>di</strong> Scheggi e Agnetti -, denotano<br />
una volontà precisa e già definita nei successivi progetti<br />
plastici a scala urbana <strong>di</strong> Alessandria, 1998, Alcamo, 2007<br />
e Mazara, 2007. Conferma <strong>di</strong> quel senso dell’habitat che<br />
sempre più è emerso dalla sua pittura e che sembrerebbe<br />
segnare il futuro prossimo dell’azione <strong>di</strong> Simeti, per destino<br />
e per vocazione poeta della spazialità come l’insulare<br />
concitta<strong>di</strong>no Cielo.
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Una vita da bancari<br />
Il primo Febbraio, dopo una pluriennale attività,<br />
durante la quale hanno ricoperto incarichi prestigiosi<br />
e <strong>di</strong> responsabilità, Pippo Vivona, Nicola Ippolito e<br />
Graziano Melia sono andati in pensione.<br />
Una vita <strong>di</strong> lavoro costellata da sod<strong>di</strong>sfazioni<br />
professionali. Un’esperienza meravigliosa, unica, fatta<br />
<strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> solidarietà, durante la quale si sono<br />
relazionati con una pluralità <strong>di</strong> persone, fatto mille<br />
esperienze, con<strong>di</strong>viso, con molti colleghi, giornate<br />
felici e momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />
In circa 40 anni <strong>di</strong> servizio, nell’allegorico viaggio<br />
all’interno del mondo della cooperazione, hanno<br />
vissuto pienamente la storia <strong>di</strong> questa Società, nel suo<br />
continuo e fecondo crescere, in maniera impegnata e<br />
faticosa, così da essere considerati, insieme ad altri<br />
colleghi della stessa generazione, protagonisti dei<br />
successi della <strong>Banca</strong> che si avviava, dagli anni ‘70 in<br />
poi, a contribuire al successo economico e sociale del<br />
territorio.<br />
Generosi e <strong>di</strong>sponibili, volti ad agire sempre per il<br />
giusto verso, attraverso la conoscenza del proprio<br />
38<br />
Le comunicazioni istituzionali<br />
<strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />
lavoro e la corretta applicazione delle <strong>di</strong>rettive,<br />
consegnano, ai loro colleghi, un messaggio <strong>di</strong><br />
appartenenza fondamentale e in<strong>di</strong>spensabile per<br />
poter consolidare i risultati del passato e rendere<br />
migliore il futuro <strong>di</strong> questa interessante realtà che è<br />
la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
L’attaccamento al lavoro e il senso del dovere,<br />
insieme alla riconosciuta professionalità, hanno<br />
contribuito a stabilire un rapporto <strong>di</strong> reciproca<br />
fiducia con i clienti e con i colleghi, tale da meritare<br />
molteplici riconoscimenti da parte dei Consigli<br />
d’Amministrazione, che nel tempo si sono avvicendati.<br />
Va a loro un ringraziamento per aver deciso <strong>di</strong><br />
continuare a collaborare con la <strong>Banca</strong>, al fine <strong>di</strong> non<br />
<strong>di</strong>sperdere del tutto il bagaglio <strong>di</strong> conoscenze e <strong>di</strong><br />
competenze accumulate negli anni, facendo sì che<br />
queste ultime possano essere trasferite alle nuove<br />
generazioni <strong>di</strong> colleghi ed alla clientela, affinchè<br />
la storia <strong>di</strong> questo Istituto continui lungo il filo<br />
conduttore che l’ha sempre contrad<strong>di</strong>stinto nello<br />
spirito e nell’etica.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
39<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Lo spread<br />
come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> crisi<br />
Da quando, nella calda sonnolenza della scorsa<br />
estate, è arrivata la doccia fredda della crisi<br />
economico-finanziaria tuttora in atto, un termine<br />
inglese è <strong>di</strong>ventato d’uso quoti<strong>di</strong>ano: “spread”.<br />
Ovviamente non è il solo: il gergo finanziario è<br />
orribilmente pro<strong>di</strong>go <strong>di</strong> termini tecnici che vengono<br />
assunti nell’uso comune, spesso impropriamente o,<br />
perlomeno, con un inutile <strong>di</strong>sprezzo delle capacità<br />
espressive della lingua italiana.<br />
Per il termine “spread”, tuttavia, l’utilizzo dell’inglese<br />
è quasi giustificato, in quanto sintetizza la locuzione<br />
“<strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento”, onestamente poco<br />
fluida per un uso intenso come quello <strong>di</strong> questi<br />
giorni. A scendere più in dettaglio, nell’uso ormai<br />
invalso anche sui me<strong>di</strong>a, si riferisce al <strong>di</strong>fferenziale<br />
<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento fra il Bund ed il BTP decennale. Per<br />
cui superiamo la questione puramente linguistica ed<br />
accettiamo che il vocabolario italiano faccia spazio<br />
anche per questo termine. La domanda ora <strong>di</strong>venta:<br />
che cosa in<strong>di</strong>ca lo spread?<br />
È la misura sintetica <strong>di</strong> quanto il Governo italiano<br />
deve pagare in più, a parità <strong>di</strong> debito e <strong>di</strong> scadenza,<br />
rispetto a quello tedesco. In un esempio: se il<br />
N. 2 2012<br />
<strong>Finanza</strong> ed economia reale e finanziaria<br />
<strong>di</strong> Marcello Ingrassia<br />
Bund decennale ha un ren<strong>di</strong>mento dell’1,48% ed il<br />
corrispondente BTP ce l’ha del 5,69%, basta sottrarre<br />
dal ren<strong>di</strong>mento del BTP quello del Bund (5,69 - 1,48 =<br />
4,21) e moltiplicare il risultato per 100. Si ottiene così<br />
uno spread pari a 421, espresso in punti base oppure,<br />
per quelli che veramente non riescono a resistere al<br />
richiamo del gergo, basis points (spesso abbreviato<br />
in bps)!<br />
Se fossero solo numeri, potremmo parlarne con il<br />
dovuto <strong>di</strong>stacco emotivo. Ma purtroppo è il prezzo<br />
che l’Italia paga in più, rispetto alla Germania<br />
giu<strong>di</strong>cata più degna <strong>di</strong> fiducia, per avere la stessa<br />
quantità <strong>di</strong> denaro dai risparmiatori. Per cui è un<br />
prezzo che paghiamo tutti noi contribuenti e che<br />
dà, con una lettura semplicistica, non solo l’idea <strong>di</strong><br />
quanto duramente la crisi ci colpisce, ma <strong>di</strong> quanto<br />
duramente ci colpirà negli anni a venire. In estrema<br />
semplificazione, quanto saremo ulteriormente tassati<br />
affinchè lo Stato abbia le risorse necessarie a coprire<br />
la maggior quantità d’interessi da corrispondere ai<br />
portatori dei BTP. Come spesso accade nelle questioni<br />
economiche, quando un debitore è messo male, il<br />
sistema fa in modo che presto…sia messo peggio!
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
La filiale <strong>di</strong> Castellammare del Golfo della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong> veniva inaugurata nell’anno 1978. A piccoli passi,<br />
ma forti dei principi del nostro reverendo fondatore e dei<br />
valori originari, basati su oltre 30 anni <strong>di</strong> storia, al servizio<br />
della gente e del territorio, si è costruito un rapporto<br />
stretto e concreto con le famiglie, che rimangono<br />
sempre l’ossatura portante dei nostri servizi alla clientela.<br />
È proprio questo rapporto privilegiato che rende il<br />
Cre<strong>di</strong>to Cooperativo una <strong>Banca</strong> <strong>di</strong>fferente.<br />
Ad oggi la filiale conta più <strong>di</strong> 3.900 clienti e circa 180<br />
soci; la missione è quella <strong>di</strong> servire al meglio una zona<br />
economicamente importante per il turismo e per la<br />
pesca, strategica per la sua posizione geografica e<br />
punto <strong>di</strong> riferimento per il tessuto sociale ed economico<br />
della zona.<br />
Fino agli anni ‘80 pesca ed agricoltura rappresentavano<br />
quasi l’unica fonte <strong>di</strong> sostentamento della popolazione;<br />
oggi il turismo ed i servizi ad esso correlati, rappresentano<br />
le leve economiche principali del territorio. Nell’ultimo<br />
decennio si è potuto assistere ad un incremento<br />
significativo delle strutture alberghiere ed extralberghiere<br />
(bed & breakfast), locali pubblici e servizi al turismo.<br />
Differentemente da altre realtà bancarie e cre<strong>di</strong>tizie, con<br />
esplicito e continuo riferimento alla “Mission” originaria<br />
costituita dalla coerente applicazione dei principi etici<br />
40<br />
Focus <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
La filiale <strong>di</strong> Castellammare<br />
del Golfo nel territorio <strong>di</strong> Giovanna Vallone<br />
e sociali che sono alla base del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo, la<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> si pone fornitrice <strong>di</strong> servizi e prodotti<br />
bancari, cercando <strong>di</strong> essere un efficace volano <strong>di</strong> sviluppo<br />
dell’economia locale e <strong>di</strong>ventando il partner finanziario<br />
naturale del piccolo impren<strong>di</strong>tore e delle famiglie.<br />
Il personale della filiale (costituito da 2 cassieri, Vincenzo<br />
Coppola e Giuseppe Milazzo, Concetta Castelli che si<br />
occupa dell’istruttoria fi<strong>di</strong>, dal vice preposto Margherita<br />
Ganci e dal preposto) è da sempre impegnato nella<br />
conoscenza della clientela e della realtà economica e<br />
sociale <strong>di</strong> Castellammare, in quanto solo partendo da una<br />
approfon<strong>di</strong>ta conoscenza delle esigenze <strong>di</strong> un territorio<br />
è possibile offrire un servizio adeguato ed aderente alle<br />
necessità <strong>di</strong> servizi bancari e cre<strong>di</strong>tizi.<br />
La nostra filiale è stata, ed è, parte integrante della<br />
comunità Castellammarese impegnata, quin<strong>di</strong>, a dare un<br />
supporto concreto per la crescita e per lo sviluppo del<br />
territorio, cercando <strong>di</strong> superare le <strong>di</strong>fficoltà congiunturali.<br />
La filiale offre un ventaglio <strong>di</strong> proposte e <strong>di</strong> opportunità<br />
<strong>di</strong>versificate e personalizzate, rivolte alla famiglia, ai<br />
giovani, ai pensionati, alla piccola e me<strong>di</strong>a impresa,<br />
orientandoli su investimenti che offrano il giusto<br />
equilibrio tra livello <strong>di</strong> rischio e <strong>di</strong> ritorno economico,<br />
preservando, così, la clientela più esposta dai potenziali<br />
rischi del mercato.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 2 2012<br />
41<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Scrivere il futuro<br />
Costituita l’associazione dei<br />
Soci Giovani Bcc <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
È stata costituita, ad Alcamo, l’Associazione Giovani<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. La nascita si deve alle esperienze<br />
<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> giovani soci <strong>di</strong> Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo e Casse Rurali, già maturate in alcune,<br />
se pur limitate, realtà italiane, che stanno portando<br />
la loro vitalità e il loro entusiasmo all’interno delle<br />
banche. In più occasioni i ragazzi si sono incontrati<br />
(e non solo virtualmente) per con<strong>di</strong>videre pensieri,<br />
scambiare opinioni, pensare a nuove iniziative.<br />
Da questi incontri sono nate idee e amicizie che<br />
certamente si intensificheranno e allargheranno, <strong>di</strong><br />
pari passo con la nascita <strong>di</strong> nuove realtà associative<br />
ed il consolidamento <strong>di</strong> una rete nazionale dei<br />
giovani soci.<br />
L’Associazione vuole dare un contributo significativo<br />
nel territorio <strong>di</strong> appartenenza della <strong>Banca</strong>, valorizzando<br />
42<br />
Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />
<strong>di</strong> Gaspare De Blasi<br />
e potenziando le qualità dei Soci Giovani, aprendo un<br />
canale <strong>di</strong> comunicazione vivo e <strong>di</strong>namico tra tutti gli<br />
appartenenti alla compagine sociale e la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo della Sicilia Occidentale<br />
attraverso iniziative concrete.<br />
L’Associazione vuole porsi come motore propulsivo<br />
per fare avvicinare i giovani al mondo della <strong>Banca</strong> e<br />
<strong>di</strong>ffondere i principi sanciti nella Carta dei Valori.<br />
Sono compiti dell’Associazione organizzare seminari,<br />
incontri, conferenze e convegni per l’analisi e<br />
l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tematiche culturali, sociali,<br />
politiche e solidaristiche; organizzare corsi e moduli<br />
formativi su materie <strong>di</strong> interesse culturale, economico<br />
e sociale; organizzare eventi culturali, artistici, sportivi<br />
e ricreativi; re<strong>di</strong>gere e pubblicare materiali cartacei,<br />
adoperandosi nella realizzazione del perio<strong>di</strong>co<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
d’Informazione della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo della Sicilia Occidentale; collaborare<br />
con altre Associazioni ed organismi operanti nel<br />
territorio; promuovere la cultura della cooperazione<br />
e della citta<strong>di</strong>nanza attiva specificatamente nel<br />
mondo giovanile e promuovere l’incontro dei<br />
giovani con le organizzazioni pubbliche e private;<br />
promuovere lo sviluppo dell’impren<strong>di</strong>torialità e della<br />
responsabilità civile come atteggiamenti proattivi<br />
verso la società e come stili <strong>di</strong> vita personale ed adulta;<br />
promuovere lo sviluppo delle capacità progettuali<br />
e dell’orientamento al futuro come caratteristiche<br />
in<strong>di</strong>spensabili alla costruzione <strong>di</strong> un’identità e <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>mensione adulta; sviluppare forme <strong>di</strong> aggregazione<br />
per i giovani anche attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> strumenti<br />
informatici, social network, comunità virtuali, blog,<br />
chat e altri simili; promuovere e/o gestire ogni altra<br />
iniziativa, ritenuta idonea dall’Assemblea Giovani Soci<br />
per il raggiungimento degli obiettivi sociali; sviluppare<br />
progetti o partecipare a progetti finanziati che facilitino<br />
l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.<br />
Possono essere ammessi a socio le persone fisiche, <strong>di</strong><br />
età compresa dai 18 ai 35 anni, in modo automatico<br />
al momento della sottoscrizione della quota azionaria<br />
della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> - Cre<strong>di</strong>to Cooperativo della<br />
Sicilia Occidentale.<br />
Sono altresì ammessi come soci i <strong>di</strong>pendenti e i<br />
collaboratori della <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> età compresa tra i 18 e<br />
35 anni.<br />
La qualifica <strong>di</strong> socio giovane si perde automaticamente<br />
al compimento del 36° anno <strong>di</strong> età.<br />
N. 2 2012<br />
43<br />
Come afferma Sergio Gatti, Direttore Generale <strong>di</strong><br />
Federcasse, la Federazione Italiana Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo Casse Rurali ed Artigiane, «Queste buone<br />
esperienze vogliono essere un ulteriore stimolo a generare<br />
cambiamento e fiducia nel coinvolgimento delle nuove<br />
generazioni nelle compagini sociali. E nel migliorare<br />
l’Italia, a partire dalle loro comunità. Modernizzando<br />
il fare banca mutualistica, valorizzandone il portato<br />
democratico. Siamo sicuri che sempre più BCC-CR<br />
sapranno cogliere l’opportunità <strong>di</strong> seguire questa strada<br />
che fa parte del più ampio ventaglio <strong>di</strong> iniziative che si<br />
stanno sviluppando nell’ambito del progetto “La banca<br />
dei giovani”. Nella consapevolezza dell’importanza<br />
<strong>di</strong> preparare la futura classe amministratrice delle<br />
banche del Movimento. Come sostiene Einstein,<br />
in bicicletta non si può restare fermi senza cadere.<br />
Servono energie giovani per guardare con speranza<br />
alla <strong>di</strong>stesa sconfinata e per iniziare a pedalare insieme<br />
verso un futuro che non sarà identico al passato. E che<br />
quin<strong>di</strong> i giovani soci vogliono e debbono scrivere».<br />
E conclude Sergio Gatti «oggi il futuro lascia<br />
intravedere molte ombre. Una crisi dagli effetti<br />
impreve<strong>di</strong>bili sta contagiando tutta l’economia, da<br />
quella domestica a quella impren<strong>di</strong>toriale. Neanche<br />
le banche sono immuni dai rischi ad essa legati.<br />
Ognuno dovrà fare la propria parte per trovare<br />
soluzioni e vie alternative. Certamente un impulso <strong>di</strong><br />
ottimismo potrà arrivare dalle nuove generazioni. La<br />
storia insegna che quando viene data l’occasione ai<br />
giovani <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare il loro valore rispondono senza<br />
risparmiare le loro energie».
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
L’accesso al cre<strong>di</strong>to<br />
agli studenti<br />
Anche per i giovani studenti, il Ministero della Gioventù ha<br />
firmato un protocollo d’intesa con l’ABI, al fine <strong>di</strong> favorire<br />
l’accesso al cre<strong>di</strong>to degli stessi. La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, non<br />
si è fatta sfuggire tale importante opportunità e ha dato<br />
tempestivamente la propria adesione.<br />
Il prestito garantito per gli studenti meritevoli rientra<br />
all’interno del pacchetto <strong>di</strong> misure “Diritto al futuro”<br />
promosso dal Ministero della Gioventù ed è in<strong>di</strong>rizzato<br />
alle nuove generazioni, sugli argomenti della casa, del<br />
lavoro, della formazione e dell’autoimpiego.<br />
Favorire l’accesso al cre<strong>di</strong>to sfruttando la dotazione<br />
patrimoniale <strong>di</strong> 25 milioni <strong>di</strong> euro del Fondo <strong>di</strong> Garanzia,<br />
permette, in tal modo, <strong>di</strong> finanziare i giovani meritevoli<br />
<strong>di</strong> età compresa tra i 18 ed i 40 anni, che desiderino<br />
proseguire gli stu<strong>di</strong> dopo la scuola superiore iscrivendosi<br />
all’università, frequentando specializzazioni post laurea o<br />
approfondendo la conoscenza <strong>di</strong> una lingua.<br />
I mutui prima casa<br />
per i giovani<br />
Il 18 Maggio del 2011 l’ABI ha siglato con il Ministero<br />
della Gioventù un protocollo d’intesa mirato ad offrire<br />
finanziamenti, garantiti dal Fondo <strong>di</strong> Garanzia, alle giovani<br />
coppie per l’acquisto della prima casa. Tale protocollo<br />
si inserisce all’interno <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> azioni ideate dal<br />
Ministero della Gioventù, denominate “Diritto al futuro”,<br />
e rivolte alle nuove generazioni, sui temi del lavoro, della<br />
casa, della formazione e dell’autoimpiego.<br />
Uno degli aspetti <strong>di</strong>scriminanti nei confronti dei giovani<br />
che vogliono mettere su famiglia è, infatti, la <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> comprare una casa: accedere ai cre<strong>di</strong>ti bancari se si è<br />
titolari <strong>di</strong> contratti <strong>di</strong> lavoro atipici o a tempo determinato<br />
è, oggi, impossibile.<br />
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> aderisce a tale importante iniziativa,<br />
continuando anch’essa a mettere in atto azioni a favore<br />
dei giovani e ponendosi, in tal modo, la finalità primaria<br />
<strong>di</strong> favorire l’accesso ai mutui ipotecari.<br />
Con<strong>di</strong>zione necessaria per poter usufruire del<br />
finanziamento è quella <strong>di</strong> essere una giovane coppia<br />
coniugata o un nucleo famigliare monogenitoriale con<br />
44<br />
Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />
<strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />
Lo scopo primario dell’iniziativa è quello <strong>di</strong> mettere<br />
in moto l’ascensore sociale e <strong>di</strong> consentire ai giovani<br />
senza una famiglia facoltosa alle spalle <strong>di</strong> scommettere<br />
su se stessi, come avviene nelle gran<strong>di</strong> democrazie<br />
occidentali.<br />
Nello specifico tali prestiti risultano cumulabili fino ad<br />
un ammontare massimo <strong>di</strong> 25.000 euro, possono essere<br />
erogati in rate annuali <strong>di</strong> importo non inferiore a 3.000<br />
euro e non superiore a 5.000 euro e applicano dei tassi<br />
vantaggiosi, volti a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze primarie <strong>di</strong><br />
risparmio e <strong>di</strong> accesso al cre<strong>di</strong>to che i giovani si trovano<br />
a fronteggiare durante il proprio percorso formativo.<br />
Investire sull’eccellenze studentesche rende orgogliosa<br />
la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, che crede nelle competenze, nelle<br />
professionalità e nei valori che i giovani svilupperanno<br />
e che <strong>di</strong>venteranno un valore aggiunto nel territorio e<br />
per la comunità.<br />
<strong>di</strong> Enrico Stellino<br />
figli minori che alla data <strong>di</strong> presentazione della domanda<br />
abbiano un’età inferiore a 35 anni, un red<strong>di</strong>to ISEE non<br />
superiore a 35.000 euro, non più del 50% del red<strong>di</strong>to<br />
complessivo imponibile ai fini IRPEF derivante da un<br />
contratto a tempo indeterminato e il mancato possesso<br />
<strong>di</strong> altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli <strong>di</strong> cui il<br />
mutuatario abbia acquistato la proprietà per successione.<br />
Nello specifico, il fondo messo a <strong>di</strong>sposizione dal Governo<br />
ha una dotazione patrimoniale <strong>di</strong> 50 milioni <strong>di</strong> euro ed<br />
è rivolto all’acquisto <strong>di</strong> immobili a<strong>di</strong>biti ad abitazione<br />
principale <strong>di</strong> valore non superiore a 200.000 euro che non<br />
rientrino nelle categorie catastali A1, A8 e A9 e con una<br />
superficie non superiore a 90 mq.<br />
Il mutuo prevede dei tassi agevolati in<strong>di</strong>cizzati che<br />
variano in base alla durata del finanziamento e delle<br />
spese <strong>di</strong> istruttoria e <strong>di</strong> perizia ridotte al minimo. Siamo<br />
certi che recandovi nelle nostre filiali e chiedendo <strong>di</strong> tale<br />
iniziativa avrete tutte le informazioni necessarie per poter<br />
realizzare il sogno <strong>di</strong> tutte le giovani coppie, ossia quello<br />
<strong>di</strong> poter costruire il proprio futuro.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 2 2012<br />
45
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Le iniziative della <strong>Banca</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> nell’ambito<br />
della cooperazione<br />
“Cooperative enterpreises build a better world”. Questo lo<br />
slogan per il 2012, proclamato dall’Assemblea Generale<br />
dell’ONU, Anno Internazionale della Cooperazione. Viene<br />
così riconosciuto a livello internazionale l’importante<br />
ruolo assunto dalle imprese cooperative ai fini della<br />
promozione <strong>di</strong> uno sviluppo economico e sociale,<br />
che mira alla riduzione della povertà, all’aumento<br />
dell’occupazione ed all’integrazione economica e<br />
sociale. Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi, l’attuale crisi finanziaria,<br />
mettendo in <strong>di</strong>scussione la natura del para<strong>di</strong>gma<br />
capitalista, ha come <strong>di</strong>retta conseguenza la futura<br />
adozione <strong>di</strong> un nuovo modello <strong>di</strong> sviluppo che incorpori<br />
i principi della cooperazione, della collaborazione, del<br />
coor<strong>di</strong>namento, dello spirito <strong>di</strong> comunità.<br />
In occasione <strong>di</strong> questa ricorrenza, ed anche del 110°<br />
anniversario della costituzione della nostra <strong>Banca</strong> fondata<br />
da <strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, del quale ricorrono quest’anno<br />
i cento anni dalla morte e che ha fatto dell’etica della<br />
cooperazione nel cre<strong>di</strong>to un baluardo per contrastare il<br />
fenomeno dell’usura, la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ha avviato una<br />
serie <strong>di</strong> iniziative sul tema della cooperazione.<br />
46<br />
Il progetto Cooperazione della <strong>Banca</strong><br />
<strong>di</strong> Giada Cuticchio<br />
Tra le tante, sicuramente il corso <strong>di</strong> formazione in<br />
“Esperto in modelli economici e gestionali cooperativi”,<br />
rappresenta un importante obiettivo raggiunto dalla<br />
nostra <strong>Banca</strong> in quanto, nell’organizzazione del corso,<br />
oltre alla doverosa attenzione alla qualità dei contenuti,<br />
è stata posta particolare enfasi sull’opportunità <strong>di</strong><br />
instaurare rapporti <strong>di</strong> “cooperazione” con Enti ed<br />
Istituzioni rappresentativi e significativi per il nostro<br />
territorio.<br />
Le Università <strong>di</strong> Palermo e <strong>di</strong> Catania, l’IRCAC, Sviluppo<br />
Italia, l’ICE sono solo alcuni degli enti coinvolti in<br />
questo progetto che ha visto il suo avvio il 24 febbraio<br />
<strong>di</strong> quest’anno i cui destinatari sono principalmente i<br />
giovani <strong>di</strong>pendenti della <strong>Banca</strong> anche se è stata data<br />
anche l’opportunità, ad alcuni Soci giovani e figli <strong>di</strong> Soci,<br />
<strong>di</strong> accedere gratuitamente ad alcuni moduli.<br />
Con questo numero, inoltre, si inaugura una rubrica<br />
sulla cooperazione che raccoglierà un saggio redatto da<br />
un docente, ogni volta uno <strong>di</strong>verso, sui temi affrontati<br />
durante il corso <strong>di</strong> formazione.<br />
Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme<br />
un progresso… lavorare insieme un successo.<br />
Henry Ford<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
47<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Il cre<strong>di</strong>to cooperativo:<br />
<strong>di</strong>fferente per genesi<br />
Scrivere <strong>di</strong> cooperazione e sopratutto <strong>di</strong> cooperazione<br />
nel cre<strong>di</strong>to da possibilità agli storici economici <strong>di</strong><br />
analizzare un modello realmente bottom up nel<br />
panorama dello sviluppo economico moderno. La<br />
nascita e lo sviluppo <strong>di</strong> un modello efficiente nella<br />
solidarietà hanno testimoniato che lo schema ultra<br />
liberista che vede esclusivamente il profitto come<br />
motore della crescita economica e dello sviluppo<br />
può essère temperato con delle declinazioni più<br />
solidaristiche senza dover necessariamente condurre<br />
all’inefficienza. Sin dalla loro nascita banche popolari<br />
e casse rurali, sotto l’azione <strong>di</strong> Schultze e Raffeisen, a<br />
cavallo fra ‘800 e ‘900 nella Germania imperiale, vanno a<br />
sod<strong>di</strong>sfare un bisogno, la necessità dei loro soci <strong>di</strong> poter<br />
accede al cre<strong>di</strong>to, dapprima per una mera sussistenza,<br />
e successivamente per sviluppare percorsi virtuosi<br />
d’impren<strong>di</strong>torialità. Perché questi modelli <strong>di</strong> banca<br />
basati sulla mutualità e la compartecipazione trovano<br />
spazi in mercati finanziari che, per complessità e<br />
<strong>di</strong>mensione, <strong>di</strong>ventavano sempre più ad appannaggio<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> istituzioni finanziarie, trovano uno spazio che<br />
le porterà nel corso del tempo a occupare rilevanti<br />
quote <strong>di</strong> mercato? I motivi sono fondamentalmente<br />
due: da un lato la “vicinanza” fra banca e impresa, per un<br />
modello operativo concentrato territorialmente, che<br />
consentiva una conoscenza unica e <strong>di</strong>retta dei propri<br />
interlocutori e dei loro progetti, dall’altro rappresentare<br />
un luogo d’accesso per iniziative che il grande<br />
comparto bancario non avrebbe mai considerato,<br />
perché il costo <strong>di</strong> transazione connesso alla carenza<br />
<strong>di</strong> informazioni su contesti territoriali e d’impresa<br />
marginali era un’insormontabile barriera all’accesso.<br />
N. 2 2012<br />
Il progetto Cooperazione della <strong>Banca</strong><br />
<strong>di</strong> Enrico Camilleri<br />
D’ispirazione laica o cattolica che fossero, queste banche<br />
sod<strong>di</strong>sfacevano bisogni fondamentali delle comunità<br />
<strong>di</strong> riferimento. In Italia la connotazione cattolica <strong>di</strong> tali<br />
aziende cre<strong>di</strong>tizie é profondamente influenzata sia dalla<br />
vocazione produttiva principalmente rurale, laddove<br />
la Chiesa era vista come un riferimento istituzionale<br />
in<strong>di</strong>spensabile, sia dalla cultura profondamente<br />
cattolica in generale dello stato che in età monarchica<br />
pervade tutte espressioni organizzate dell’economia e<br />
della società.<br />
In Italia le prime esperienze sono quelle banche<br />
popolari <strong>di</strong> Luzzatti, Viganò e Alvisi, con un modello<br />
<strong>di</strong> forma più capitalistica rispetto all’esperienza<br />
tedesca. La vera svolta viene con Leone Wollemborg<br />
intorno al 1880, con la fondazione delle casse rurali.<br />
Sebbene fosse un uomo profondamente laico, non<br />
esitò a coinvolgere la parte più progressista del clero<br />
italiano, uno su tutti don Sturzo. Il fenomeno ebbe una<br />
<strong>di</strong>ffusione rapi<strong>di</strong>ssima, tant’è che nel 1897, ad appena<br />
quattor<strong>di</strong>ci anni dalla fondazione della prima cassa<br />
rurale italiana, se ne potevano registrare oltre 900, delle<br />
quali quasi ottocento <strong>di</strong> ispirazione cattolica.<br />
Questo modello <strong>di</strong> banca fu fondamentale per la struttura<br />
produttiva italiana, sia industriale che agricola: la storia<br />
economica del nostro paese ci racconta del protagonismo<br />
assoluto della piccola impresa nel nostro sistema, che<br />
necessitava (e necessità) <strong>di</strong> strutture cre<strong>di</strong>tizie “vicine” agli<br />
impren<strong>di</strong>tori e al territorio <strong>di</strong> riferimento, contribuendo in<br />
tal maniera anche a limitare il rischio <strong>di</strong> marginalizzazione<br />
d’importanti aree del paese, e favorendo lo sviluppo<br />
d’imprese <strong>di</strong>namiche che nel corso dei decenni hanno<br />
regalato grande lustro all’Italia
FILO DIRETTO<br />
<strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />
Giuseppe Toniolo <strong>di</strong> Genzano<br />
Abbiamo voluto intervistare il suo presidente, il dott. Maurizio Capogrossi.<br />
Presidente, Lei <strong>di</strong> professione è me<strong>di</strong>co. Come mai<br />
ha scelto <strong>di</strong> impegnarsi nella BCC?<br />
«Perchè la Bcc, anzi la Toniolo, è nel dna della mia famiglia.<br />
Mio padre è stato stretto collaboratore del primo<br />
presidente, amministratore della Cassa, ma soprattutto<br />
ha vissuto e ci ha trasmesso la passione per una delle<br />
esperienze più significative della cooperazione cattolica<br />
del nostro territorio. Questo sta alla base <strong>di</strong> una scelta<br />
che mi ha assicurato gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni, ma anche<br />
richiesto gran<strong>di</strong> sacrifici».<br />
Lei è presidente della <strong>Banca</strong> dal 2002. Quali sono le<br />
scelte più significative <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni?<br />
«Innanzi tutto quella <strong>di</strong> continuare ad essere una risorsa<br />
a tutto tondo per il nostro territorio confermando ed<br />
accrescendo il senso <strong>di</strong> appartenenza al nostro movimento.<br />
Una grande realtà fatto <strong>di</strong> banche che in questi ultimi anni<br />
hanno <strong>di</strong>mostrato il coraggio <strong>di</strong> continuare a sostenere<br />
famiglie con la consapevolezza <strong>di</strong> un accresciuto rischio<br />
<strong>di</strong> fronte ad una stagione <strong>di</strong> recessione. Poi quella <strong>di</strong> offrire<br />
un’opportunità <strong>di</strong> lavoro stabile ai giovani. In questo campo<br />
è per me motivo <strong>di</strong> orgoglio avere una <strong>Banca</strong> che supera i<br />
settanta <strong>di</strong>pendenti e che ha visto abbassarsi notevolmente<br />
l’età me<strong>di</strong>a del personale. Un altro obiettivo è stato quello<br />
dell’incremento della compagine sociale che oggi supera<br />
le 3500 unità. Ciò richiede l’impegno a non smarrire il<br />
senso <strong>di</strong> comunità. Se i soci non si sentono a casa propria<br />
quando entrano in banca il nostro futuro è a rischio. Se<br />
48<br />
BCC a confronto<br />
<strong>di</strong> Enrico Stellino<br />
La <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Giuseppe Toniolo ha sede in Genzano<br />
<strong>di</strong> Roma, Comune dei Castelli Romani con una popolazione che supera<br />
i ventiquattromila abitanti.<br />
La Cassa Rurale ed Artigiana è stata fondata il 27 febbraio 1947. La<br />
sua attività inizia l’anno successivo ed è incentrata nel sostegno della<br />
ricostruzione post bellica.<br />
La Cassa <strong>di</strong>venta rapidamente riferimento per l’intera popolazione<br />
genzanese ed accompagna la rinascita delle attività economiche<br />
sviluppo della città.<br />
Cresce nei volumi e si colloca a pieno titolo fra le esperienze trainanti<br />
la Federazione Lazio Umbria Sardegna, nata nel 1967 <strong>di</strong> cui è socio<br />
fondatore.<br />
Successivamente fioriscono altre esperienze cooperative per dare una<br />
casa ed offrire opportunità economiche ai concitta<strong>di</strong>ni. La Cassa Rurale<br />
offre, come naturale, il proprio sostegno a tali realtà.<br />
Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni la BCC ha notevolmente aumentato la propria<br />
presenza sul territorio con l’apertura <strong>di</strong> altri sei sportelli.<br />
l’appartenenza è fattiva c’è la consapevolezza <strong>di</strong> avere una<br />
forza sulla quale far conto <strong>di</strong> fronte a qualsiasi scenario».<br />
Nella Sua <strong>Banca</strong> è presente l’Associazione dei<br />
giovani soci. Quali sono le caratteristiche ed i<br />
rapporti con tale realtà?<br />
«Quella dei gruppi <strong>di</strong> giovani soci è un’esperienza in cui il<br />
movimento crede fortemente e che sta attecchendo in<br />
tutto il territorio nazionale soprattutto dopo l’esperienza<br />
vissuta nell’ambito dell’ultimo Congresso nazionale. Se<br />
debbo rispondere alla domanda con una definizione <strong>di</strong>rei<br />
che l’associazione rappresenta una benefica spina nel<br />
fianco, un’antenna sul futuro ed un motivo d’orgoglio».<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 2 2012<br />
Le iniziative per la cultura e la solidarietà<br />
49<br />
FILO DIRETTO<br />
Come mettere a valore<br />
le aree protette del trapanese<br />
Le iniziative del Centro stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> nell’ambito della creazione<br />
<strong>di</strong> nuova impren<strong>di</strong>torialità giovanile.<br />
<strong>di</strong> Giada Cuticchio<br />
Recentemente, è stato <strong>di</strong>ffuso il dato ISTAT sulla<br />
<strong>di</strong>soccupazione giovanile nelle province Meri<strong>di</strong>onali e,<br />
per l’anno 2011, è emerso che ha raggiunto il 29,1%, ma<br />
il dato ancor più drammatico, riguarda le donne residenti<br />
nel Mezzogiorno, infatti, quasi una su due è <strong>di</strong>soccupata.<br />
Questo è uno dei fili conduttori che hanno animato le<br />
iniziative della Rete “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” (Centro Stu<strong>di</strong>, <strong>Banca</strong> e<br />
dalla neocostituita Associazione Soci Giovani), e che<br />
si pongono, tra i vari obiettivi, quello <strong>di</strong> stimolare la<br />
riflessione intorno alle opportunità non ancora “colte” nel<br />
nostro territorio e che possono dare alla luce interessanti<br />
iniziative <strong>di</strong> autoimpren<strong>di</strong>torialità giovanile.<br />
Il progetto “Come mettere a valore le aree protette del<br />
Trapanese”, frutto <strong>di</strong> una proficua collaborazione tra alcuni<br />
ricercatori del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e del Dipartimento<br />
DEMETRAdell’Università degliStu<strong>di</strong><strong>di</strong>Palermo, coor<strong>di</strong>nati<br />
dai proff. Pietro Columba ed Alessandro Hoffmann, si è<br />
inserito a pieno titolo tra queste.<br />
Durante il convegno realizzato il 28 aprile <strong>di</strong> quest’anno,<br />
è stato presentato il report finale in cui sono in<strong>di</strong>cate le<br />
risorse finanziarie de<strong>di</strong>cate al mondo rurale (PSR), la storia, la<br />
normativa ed i <strong>di</strong>vieti, nonché, le potenzialità economiche<br />
delle aree protette trapanesi generate ad esempio<br />
dall’ecoturismo e dalle attività <strong>di</strong> educazione ambientale.<br />
È stata anche l’occasione per riflettere sulle potenzialità<br />
culturali e socio economiche del nostro territorio grazie<br />
all’intervento della prof.ssa Tiziana Cuccia dell’Università<br />
<strong>di</strong> Catania, e testimoniare come si possa fare anche<br />
impren<strong>di</strong>torialità “verde” grazie agli interventi <strong>di</strong> Fausto<br />
Faggioli (fattorie Faggioli), <strong>di</strong> Carmelinda Pane (Centro<br />
esperienza territoriale Geopark,Rocca <strong>di</strong> cerere), <strong>di</strong> Sergio<br />
Castrogiovanni (Parco avventura Madonie) e <strong>di</strong> Maria<br />
Stella Dara (Baglio Fastuchera).<br />
Gli interventi della dott.ssa Valeria Restuccia, Direttore<br />
dalla Riserva dello Zingaro, e del dott. Angelo Troia,<br />
ricercatore, hanno evidenziato, inoltre, le opportunità<br />
ed i rischi che la gestione pubblica e quella privata delle<br />
aree protette possono generare. Il report è <strong>di</strong>sponibile su<br />
www.bancadonrizzo.it e www.centrostu<strong>di</strong>donrizzo.it.
FILO DIRETTO<br />
Sorri-Denti per sempre<br />
Prevenzione alla salute del cavo orale<br />
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e il Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
promuovendo l’iniziativa “le giornate della prevenzione”<br />
con il fine <strong>di</strong> sostenere la cultura alla tutela della salute,<br />
nel mese <strong>di</strong> febbraio dell’anno in corso, hanno voluto<br />
intraprendere la giornata “Sorri-Denti per Sempre”<br />
prevenzione alla salute del cavo orale. L’iniziativa è stata<br />
mirata ai ragazzi <strong>di</strong> età compresa dai 10 ai 14 anni.<br />
Nello svolgimento <strong>di</strong> quest’attività, i ragazzi, nella prima<br />
fase sono stati informati, attraverso la proiezione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>apositive, sull’anatomia dell’apparato oro-dentale e<br />
sensibilizzati ad una corretta alimentazione, sulla vali<strong>di</strong>tà<br />
della <strong>di</strong>agnosi precoce e in particolare sull’importanza<br />
<strong>di</strong> un’accurata igiene orale. Nella seconda fase, gli stessi<br />
ragazzi sono stati sottoposti, previa autorizzazione dei<br />
genitori, a visita specialistica da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>ci odontoiatri, i quali con spirito <strong>di</strong> servizio, hanno<br />
svolto quest’attività <strong>di</strong> volontariato.<br />
Per ogni ragazzo è stata compilata una scheda<br />
personalizzata, nella quale, oltre ad evidenziare lo stato<br />
oro-dentale <strong>di</strong> ciascuno, sono stati in<strong>di</strong>cati anche dei<br />
suggerimenti da adottare per migliorare la qualità della<br />
salute orale.<br />
I ragazzi che hanno partecipato alle giornate della<br />
prevenzione, sono stati 432 <strong>di</strong>stribuiti sui territori <strong>di</strong><br />
Alcamo, <strong>di</strong> Paceco, <strong>di</strong> Trapani e <strong>di</strong> Valderice.<br />
Precisamente ad Alcamo hanno partecipato 92 ragazzi, <strong>di</strong><br />
cui 78 sono stati visitati e fra i quali, ai fini statistici, sono<br />
stati riscontrati: 95 denti cariati, 82 denti curati, 4 denti<br />
mancanti e 25 malocclusioni.<br />
A Paceco hanno partecipato 35 ragazzi, <strong>di</strong> cui 18 sono stati<br />
visitati e fra i quali sono stati riscontrati 15 denti cariati, 20<br />
denti curati, nessun dente mancante 6 malocclusioni.<br />
A Trapani hanno partecipato 230 ragazzi, <strong>di</strong> cui 195 sono<br />
stati visitati e fra i quali sono stati riscontrati 187 denti cariati,<br />
50<br />
Con Noi<br />
<strong>di</strong> Enzo Nuzzo<br />
136 denti curati, 6 denti mancanti e 62 malocclusioni.<br />
A Valderice hanno partecipato 75 ragazzi, <strong>di</strong> cui 30 sono<br />
stati visitati, e fra i quali sono stati riscontrati 29 denti<br />
cariati, 16 denti curati, nessun dente mancante e 12<br />
malocclusioni.<br />
Gli apprezzamenti ricevuti sia da parte dei sostenitori <strong>di</strong><br />
questa iniziativa, che da parte delle famiglie, gratificano<br />
certamente i me<strong>di</strong>ci volontari e certificano la bontà e<br />
l’utilità del progetto voluto e sostenuto dal Centro Stu<strong>di</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, il quale ringrazia tutto il team me<strong>di</strong>co tra cui il<br />
coor<strong>di</strong>natore dott. Liborio Cruciata che è stato coa<strong>di</strong>uvato<br />
dai me<strong>di</strong>ci odontoiatri dott. Giuseppe Bambina, dott.<br />
Francesco Blunda, dott. Aldo Brucia, dott.sa Cristina<br />
Brucia, dott.sa Valentina Cusumano.<br />
Un particolare ringraziamento è, anche, rivolto ai genitori<br />
che hanno autorizzato, con particolare sollecitu<strong>di</strong>ne, tale<br />
screening dentale. Infine un plauso sentito è in<strong>di</strong>rizzato<br />
ai ragazzi che hanno mostrato un comportamento<br />
encomiabile dando prova <strong>di</strong> avere preso coscienza della<br />
problematica e della sua importanza.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 2 2012<br />
Gli appuntamenti<br />
51<br />
FILO DIRETTO<br />
100 anni con <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> <strong>di</strong> Luigi Culmone<br />
È stato un mese molto intenso quello <strong>di</strong> Aprile per il Centro<br />
Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>… e non poteva essere altrimenti…<br />
infatti il 17 Aprile si compiva il primo secolo esatto dalla<br />
prematura (agli occhi degli uomini) <strong>di</strong>partita del nostro<br />
caro <strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>. Per volontà unanime dei soci<br />
abbiamo sviluppato con costi pari a zero un’idea (questa<br />
sì impagabile) della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> questa istituzione.<br />
Tutto è iniziato nella serata del 10 quando grazie alla<br />
<strong>di</strong>spobilità <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Franco Finazzo, parroco <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo Redentore, abbiamo illustrato al un folto pubblico<br />
intervenuto la figura <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. Il tema dell’incontro<br />
è stato proprio “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>: il Gigante della Carità”. In una<br />
forma scorrevole e <strong>di</strong>scorsiva, facendo tesoro, <strong>di</strong> materiale<br />
bibliografico in possesso del Centro Stu<strong>di</strong>, il Presidente<br />
della <strong>Banca</strong> Mistretta, il Direttore Guido ed il Presidente<br />
del Centro Stu<strong>di</strong> Nuzzo hanno voluto ripartire da questa<br />
bella sala conferenze posta in una Chiesa della periferia<br />
sud della città, sala che è stata realizzata grazie alla<br />
generosità della “figlia” del genio cristiano <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
ovvero questa azienda (la nostra BCC) che costituisce una<br />
comunità <strong>di</strong> oltre 4.000 persone.<br />
Chi scrive ha tratteggiato in un breve ma necessario volo<br />
che in mezz’ora ha attraversato 150 anni <strong>di</strong> storia… la vita<br />
le opere, la santità <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Con piacevole sorpresa abbiamo constatato che l’idea<br />
molto spartana ma piena <strong>di</strong> commozione vera era<br />
stata apprezzata dal numeroso pubblico intervenuto<br />
tra cui spiccava la presenza <strong>di</strong> molti giovani e tantissimi<br />
giovanissini ad<strong>di</strong>rittura delle scuole Me<strong>di</strong>e. Ci siamo detti<br />
che era un’esperienza da ripetere e così grazie all’attivismo<br />
veramente strao<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Enzo Nuzzo in poco più <strong>di</strong> un<br />
mese lo stesso tema e con le stesse modalità è stato<br />
trattato in molte scuole e nella Chiesa del Soccorso, dove<br />
la sera del 24 aprile siamo stati ospitatiti dal Movimento<br />
Ecclesiale Carmelitano. In quella occasione è stato per me<br />
molto significativo vedere un così partecipato incontro<br />
su <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> proprio a pochi metri dalla Cappella sita in<br />
Basilica.<br />
Una Chiesa, quella del Soccorso, che aveva una splen<strong>di</strong>da<br />
atmosfera, tutte le finestre <strong>di</strong> questa monumento dalla<br />
forma stranamente circolare facevano convergere la luce<br />
vespertina sull’antico altare ed il Tabernacolo sembrava<br />
irra<strong>di</strong>ato da raggi dorati. Prima <strong>di</strong> iniziare ad illustrare <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong>, i suoi tempi, la Alcamo <strong>di</strong> fine ottocento e come
questo grande sacerdote cammina ancora tra noi avevo<br />
la sicurezza che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> era lì ed era contento <strong>di</strong> ciò<br />
che facevamo…<br />
Mezzora, tre quarti d’ora massimo eppure quanto calore,<br />
quanta passione anche nei volti <strong>di</strong> tanti cattolici, <strong>di</strong><br />
tanti operatori della cultura, <strong>di</strong> tanti professionisti che<br />
“ritrovavano” un padre, un santo, un amico a cui rivolgersi<br />
in preghiera anche e soprattutto oggi.<br />
Così con molta semplicità… con l’ausilio anche dei<br />
“giovani” Salvo Cartuccio e Giada Cuticchio che hanno<br />
saputo ancor <strong>di</strong> più catturare la simpatia dei ragazzi…<br />
siamo andati in una commovente e festosa “peregrinatio”<br />
in tante scuole <strong>di</strong> Alcamo e Castellammare del Golfo,<br />
ovunque con la stessa reazione positica: l’interesse<br />
sempre crescente per la figura e l’opera <strong>di</strong> questo vero<br />
e proprio Gigante non solo della Carità ma anche della<br />
storia del nostro territorio.<br />
Grande la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> docenti e <strong>di</strong>rigenti della<br />
scuole… si può <strong>di</strong>re che abbiamo incontrato senza<br />
fanfare e senza alcun “battage” pubblicitario migliaia <strong>di</strong><br />
persone ma soprattutto abbiamo fatto conoscere <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong> ai giovani ed i giovani lo hanno preso in simpatia<br />
e Lui, <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> - più vivo che mai - sempre presente<br />
tra i ragazzi, a sorridere sornione e bene<strong>di</strong>cente. Ma<br />
il momento in cui tutti noi abbiamo sentito <strong>di</strong> essere<br />
avvolti dal grande manto <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è stato durante<br />
la Santa Messa celebrata dal Vescovo <strong>di</strong> Trapani Mons.<br />
Miccichè proprio nelle ore esatte in cui si compiva un<br />
secolo esatto dalla sua morte. Una cerimonia semplice<br />
ma solenne, emozionante e raccolta… come avrebbe<br />
voluto Lui, il nostro <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> con tutti i <strong>di</strong>pendenti, gli<br />
amici ed anche il personale in quiescenza. Concelebranti<br />
tanti parroci alcamesi, Mons. Puma ed il Vicario <strong>di</strong> Trapani<br />
Mons. Benedetto Cottone.<br />
Le sentite e vibranti parole del Presidente Giuseppe<br />
Mistretta hanno preceduto la toccante processione con<br />
cui ci si è portati presso la Cappella <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, uno dei<br />
capolavori dell’arte contemporanea progettata da Paolo<br />
Portoghesi e lì in un giorno feriale, centinaia <strong>di</strong> “amici”<br />
52<br />
<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> hanno invaso la Basilica. Essi sono gli ere<strong>di</strong><br />
spirutuali che ancora oggi conducono per le strade del<br />
mondo l’opera <strong>di</strong> questo Sacerdote morto ad appena 48<br />
anni, dopo soli 24 anni <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>ssimo lavoro apostolico<br />
come prete, giornalista, sindacalista e geniale anticipatore<br />
dei tempi.<br />
Essi si sono stretti attorno al loro grande amico… e<br />
sembrava che questo contatto fisico tra la gente e <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong> non dovesse finire più.<br />
Mentre Lui con le mani aperte e scolpite nel can<strong>di</strong>do<br />
marmo <strong>di</strong> Carrara sembrava <strong>di</strong>cesse… non andate via…<br />
e continuate la mia opera soprattutto in <strong>di</strong>fesa degli<br />
ultimi, dei più piccoli e dei più deboli. E che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
fosse un gigante lo capì anche San Pio X, con l’intuito che<br />
solo i Santi hanno, che poche ore prima della morte fece<br />
pervenire al sacerdote oramai morente una particolare<br />
bene<strong>di</strong>zione attraverso il Suo Segretario <strong>di</strong> Stato il<br />
Car<strong>di</strong>nale spagnolo Rafael Merry del Val.<br />
E così, il 17 aprile 1912, prima <strong>di</strong> perdere conoscenza,<br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ascoltò le parole <strong>di</strong> un Santo, del Sommo<br />
Pontefice… quel Vicario <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> quel “dolce Cristo in<br />
terra” come <strong>di</strong>ce Dante che da Roma, sede <strong>di</strong> Pietro gli fece<br />
arrivare l’ultima carezza, carezza che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ancora<br />
oggi ci restituisce ogni giorno quando ripercorriamo la<br />
sua strada fatta <strong>di</strong> Fede, Speranza e Carità.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
53<br />
FILO DIRETTO<br />
La cerimonia alla Fondazione<br />
Orestia<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gibellina <strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />
Mercoledì 2 Maggio, presso la Fondazione Istituto <strong>di</strong> Alta<br />
<strong>Cultura</strong> Orestia<strong>di</strong> onlus - Baglio Di Stefano - Gibellina, si<br />
è tenuta la Cerimonia ufficiale <strong>di</strong> benvenuto per i nuovi<br />
soci della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e, nell’occasione, si è anche<br />
proceduto alla consegna delle borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per tutti gli<br />
studenti Soci o figli <strong>di</strong> Soci che nel corso dell’anno scolastico<br />
o accademico 2010/2011 si sono <strong>di</strong>stinti per aver ottenuto<br />
il massimo dei voti.<br />
Con la delibera del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione del<br />
19 Ottobre 2010, la <strong>Banca</strong> ha tra l’altro previsto, oltre al<br />
consueto bonus in denaro, anche l’attribuzione dello status<br />
<strong>di</strong> Socio Giovane a tutti i neo-<strong>di</strong>plomati ed i neo-laureati, a<br />
cui è assegnato il premio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />
Infine, sono stati anche premiati i partecipanti al concorso<br />
fotografico 2011 “I luoghi intorno a noi” che, attraverso i 12<br />
scatti scelti da un’apposita giuria, hanno permesso <strong>di</strong> costituire<br />
il calendario ufficiale della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> per l’anno 2012.<br />
L’evento ha previsto, in una prima fase, la visita guidata delle<br />
splen<strong>di</strong>de sale del museo aventi per oggetto una mostra<br />
sull’Islam in Sicilia. La ricostruzione storica realizzata dal<br />
<strong>di</strong>rettore del museo ha permesso <strong>di</strong> “<strong>di</strong>pingere” ai Soci un<br />
preciso “affresco” del patrimonio artistico e culturale islamico<br />
nel territorio siciliano.<br />
La cerimonia è poi proseguita presso la sala convegni della<br />
Fondazione, in cui il Presidente delle Oresita<strong>di</strong>, Francesca<br />
Corrao, ha dato il benvenuto ai soci e ha narrato alcune<br />
suggestive ed affascinati storie sullo storico incrocio della<br />
cultura islamica e siciliana.<br />
N. 2 2012<br />
Gli appuntamenti<br />
Anche gli studenti hanno avuto il loro momento <strong>di</strong> gloria;<br />
il presidente Mistretta e il Direttore Guido, dopo aver<br />
evidenziato ai soci le caratteristiche <strong>di</strong>stintive del Cre<strong>di</strong>to<br />
Cooperativo e della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, hanno, infatti, invitato i<br />
circa cinquanta premiati a recarsi sul palco per l’attribuzione<br />
degli attestati e per la consueta fotografia, in cui i massimi<br />
vertici <strong>di</strong>rigenziali posano con gli studenti eccellenti.<br />
La consegna <strong>di</strong> una bicicletta mountain bike della Cicli<br />
Lombardo, <strong>di</strong> un trolley e <strong>di</strong> uno zaino PiQuadro, per i primi<br />
tre classificati, oltre gli attestati per gli altri nove fotografi,<br />
ha in ultimo concluso la premiazione dei partecipanti al<br />
concorso fotografico “I luoghi intorno a noi”.<br />
La manifestazione è, infine, terminata con un aperitivo<br />
tenuto presso un cortile situato in uno degli splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />
spiazzi della Fondazione.
PER CRESCERE<br />
Gli autori <strong>di</strong> questo numero<br />
Maurizio Aiello<br />
Maurizio Aiello nasce a Palermiti, in provincia <strong>di</strong> Catanzaro. Docente <strong>di</strong> scuola primaria, nel 1979 si laurea in<br />
Pedagogia con 110/110 ed in pari data partecipa al concorso per <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>dattico. Nel 1982 viene nominato<br />
Direttore Didattico del Circolo <strong>di</strong> Castellammare del Golfo, dove attualmente presta servizio come <strong>di</strong>rigente<br />
scolastico. Nel 2000 consegue presso l’Università <strong>di</strong> Firenze il corso <strong>di</strong> perfezionamento nella <strong>di</strong>rigenza scolastica.<br />
È un convinto meri<strong>di</strong>onalista e stu<strong>di</strong>oso della problematica sull’emigrazione e sulla critica neotestamentaria.<br />
Federico Alesi<br />
Federico Alesi nasce nel 1991, si <strong>di</strong>ploma al programmatore <strong>di</strong> Alcamo e si iscrive alla Facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza<br />
a Trapani. Appassionato <strong>di</strong> scrittura e <strong>di</strong> musica, si <strong>di</strong>stingue, in Sicilia, presto, proprio per la qualità dei suoi dj set<br />
<strong>di</strong> cui è il protagonista in<strong>di</strong>scusso. Volontario ed amante della legalità collabora ad alcune riviste del territorio.<br />
Giuseppe Butera<br />
Giuseppe Butera, 19 anni, studente della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, da anni collabora in un importante stu<strong>di</strong>o<br />
professionale del trapanese. Si interessa <strong>di</strong> bioarchitettura e <strong>di</strong> valorizzazione del paesaggio. È redattore <strong>di</strong> alcune<br />
riviste e perio<strong>di</strong>ci locali. Al suo attivo numerose pubblicazioni del settore architettonico ed ingegneristico.<br />
Enrico Camilleri<br />
Enrico Camilleri è professore a contratto <strong>di</strong> Storia della Moneta e della <strong>Banca</strong> nella Facoltà <strong>di</strong> <strong>Economia</strong>. Autore<br />
<strong>di</strong> numerose pubblicazioni in campo industriale e finanziario, ha approfon<strong>di</strong>to i temi del <strong>di</strong>vario nord sud e<br />
dello sviluppo locale.<br />
Salvo Cartuccio<br />
Salvatore Cartuccio, nasce a Palermo nel 1983. Consegue la laurea in Discipline della Comunicazione nel<br />
2005 e la specializzazione in Comunicazione Sociale e Istituzionale nel 2009. Ha svolto l’attività <strong>di</strong> docente <strong>di</strong><br />
informatica <strong>di</strong> base presso un centro <strong>di</strong> formazione ed ha lavorato presso l’ufficio finanza <strong>di</strong> un altro istituto <strong>di</strong><br />
cre<strong>di</strong>to. Si occupa <strong>di</strong> marketing e comunicazione presso la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> da circa 3 anni.<br />
Luigi Culmone<br />
Luigi Culmone nasce ad Alcamo il 10 febbraio 1960. Consegue la maturità classica al liceo “cielo d’Alcamo” e<br />
ottiene la laurea in Giurisprudenza presso l’università <strong>di</strong> Palermo nel 1984 con il massimo dei voti. è iscritto<br />
all’albo ufficiale dei giornalisti dal 1980. Ha <strong>di</strong>retto numerose testate giornalistiche, sia televisive che a mezzo<br />
stampa. è stato Vice Segretario provinciale dell’Assostampa rurale e consigliere regionale dell’Unione della<br />
Stampa Cattolica Italiana.<br />
Giada Cuticchio<br />
Giada Cuticchio, nasce nel 1981, ha conseguito lauree in <strong>Economia</strong> e valutazione delle politiche pubbliche e<br />
territoriali e in <strong>Economia</strong> e gestione del territorio, master in Economics presso l’Università <strong>di</strong> Tor Vergata, Ph.D<br />
in Analisi economiche e gestione delle politiche per lo sviluppo territoriale. Docente, a contratto, <strong>di</strong> <strong>Economia</strong><br />
Urbana e del Territorio presso la Facoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Palermo, svolge attività <strong>di</strong> ricerca sul Capitale Territoriale<br />
presso la Facoltà <strong>di</strong> <strong>Economia</strong>. Attualmente collabora con la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Gaspare De Blasi<br />
Gaspare De Blasi nasce ad Alcamo nel 1986, consegue il <strong>di</strong>ploma in “Ragioniere, Perito commerciale e<br />
Programmatore” presso l’I.T.C.” G.Caruso” <strong>di</strong> Alcamo e si laurea nel luglio del 2009 in <strong>Economia</strong> Aziendale presso<br />
l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo. Da settembre 2009 collabora con la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ed è impiegato da<br />
marzo 2011 presso il front-office dell’ag. <strong>di</strong> Palermo è inoltre presidente pro-tempore dell’Associazione Giovani<br />
Soci <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Antonio Fundarò<br />
Antonio Fundarò, giornalista pubblicista, nasce in Alcamo nel 1968. Si laurea in Scienze Politiche Internazionali<br />
a Palermo, in Scienze Giuri<strong>di</strong>che a Roma, Dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione e dell’Educazione,<br />
alla LUISA. È dottore <strong>di</strong> Ricerca in “Uomo e Ambiente: le culture, le teorie, i <strong>di</strong>ritti, i movimenti”, dottore <strong>di</strong> Ricerca<br />
Internazionale in “Colture del Me<strong>di</strong>terraneo” al Politecnico <strong>di</strong> Valentia (Spagna), e dottore <strong>di</strong> Ricerca in “Storia della<br />
<strong>Cultura</strong> e della Tecnica” a Palermo. È stato docente a c. all’Università <strong>di</strong> Palermo. È docente <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipline giuri<strong>di</strong>che ed<br />
economiche all’IIS L. Da Vinci. Ha dato alle stampe 83 volumi ed è autore <strong>di</strong> 243 articoli scientifici.
Francesco Gianno<br />
Francesco Gianno nasce ad Erice nel 1993. Frequenta l’Istituto Tecnico Economico Statale Salvatore Calvino, del<br />
quale è rappresentante per la componente studenti.<br />
Marcello Ingrassia<br />
Marcello Ingrassia nasce ad Alcamo nel 1968, si laurea in <strong>Economia</strong> e Commercio nel 1991. Svolge il ruolo <strong>di</strong><br />
programmatore per lo sviluppo delle applicazioni presso il Banco <strong>di</strong> Sicilia per cinque anni. Dal 1999 è in servizio<br />
presso l’ufficio <strong>Finanza</strong> della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Vincenzo Labruzzo<br />
Vincenzo Labruzzo, 23 anni, <strong>di</strong>plomato all’istituto tecnico commerciale, in<strong>di</strong>rizzo programmatore, specializzato,<br />
all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo in “Operatore tecnico per la valutazione del sistema integrato, sicurezza sul lavoro,<br />
qualità e gestione ambientale”, collabora a numerosi perio<strong>di</strong>ci occupandosi, con competenza <strong>di</strong> temi ambientali e <strong>di</strong><br />
sviluppo territoriale. Ama la musica e la poesia. I suoi Dj set sono famosi in tutta la Sicilia.<br />
Maria Antonietta Macrì<br />
Maria Antonietta Macrì, nata in Calabria, a Catanzaro, si trasferisce a Castellammare del Golfo per ricongiungersi al<br />
marito, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>dattico. Laureatasi in Pedagogia nel 1979 con 110/110, si abilita all’insegnamento nella scuola<br />
secondaria in “Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione,” e in “Lettere”; si specializza nel sostegno nella Scuola<br />
Primaria e Secondaria. Dal 2001 è docente <strong>di</strong> “Italiano e storia” presso l’Istituto Tecnico “G.Caruso” <strong>di</strong> Alcamo.<br />
Filippo Nobile<br />
Filippo Nobile nasce a Bologna nel 1981, si laurea in “Educatore della Prima Infanzia” a Palermo e, successivamente, in<br />
“Pedagogista della Marginalità e della Disabilità”a Macerata. Dottore <strong>di</strong> ricerca in“Storia della <strong>Cultura</strong> e dellaTecnica”a Palermo,<br />
è giornalista pubblicista, caporedattore <strong>di</strong> un mensile <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong>rettore responsabile del mensile “30Dì”in <strong>di</strong>stribuzione<br />
nelle province <strong>di</strong> Trapani e Palermo. È stato “Esperto in Comunicazione” <strong>di</strong> un ente della Regione Siciliana. È autore <strong>di</strong> numerosi<br />
volumi pubblicati per la casa e<strong>di</strong>trice L’Espresso, ed è redattore de La Rivista della Scuola dove mensilmente si occupa <strong>di</strong> temi<br />
inerenti le risorse umane, la scuola, la formazione. Ha insegnato, a contratto, all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo.<br />
Vincenzo Nuzzo<br />
Vincenzo Nuzzo, nasce ad Alcamo nel 1944. È il vice presidente vicario della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 2008 e il Presidente<br />
del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 2011. Consegue la laurea in Scienze Biologiche ed intraprende la carriera <strong>di</strong>rigenziale<br />
presso un’azienda multinazionale farmaceutica, ricoprendo in 30 anni vari incarichi <strong>di</strong>rigenziali, sino a raggiungere<br />
i massimi vertici <strong>di</strong>rigenziali del territorio <strong>di</strong> alcune regioni meri<strong>di</strong>onali, quali la Sicilia, la Campania e la Puglia.<br />
Attualmente è Meeting and event officer nel Rotary International <strong>di</strong>stretto 2110 Sicilia-Malta. Nuzzo ha fatto anche<br />
parte del consiglio <strong>di</strong> amministrazione della fondazione Piera e Franco Cutino.<br />
Enrico Stellino<br />
Enrico Stellino, nasce ad Alcamo nel 1965. Consegue la laurea in <strong>Economia</strong> e Commercio nel 1990, l’abilitazione<br />
nel 1991 e nel 2005 il Master in Modelli <strong>di</strong> System Dynamics per il controllo <strong>di</strong> gestione nei processi <strong>di</strong> risanamento<br />
e sviluppo. Lavora presso la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 1992 ed, attualmente, è responsabile dell’Area Affari Generali, del<br />
Servizio Pianificazione e dell’Ufficio Marketing.<br />
Giovanna Vallone<br />
Giovanna Vallone nata nel 1960, ragionerie, è dal Febbraio del 2008, preposto della filiale <strong>di</strong> Terrasini. Trenta anni<br />
<strong>di</strong> esperienza presso la banca <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, come impiegata presso le filiali, prima, con responsabilità presso l’ufficio<br />
servizi accentrati della banca, e, poi, da preposto.<br />
Elena Vetere<br />
Elena Vetere, nel 1984 si specializza in restauro dei <strong>di</strong>pinti murari a Napoli presso un istituto professionale<br />
<strong>di</strong>retto da Bal<strong>di</strong>ni Umberto. La sua formazione termina con la laurea in conservazione dei Beni <strong>Cultura</strong>li. Nel 91<br />
si costituisce come <strong>di</strong>tta, e si accre<strong>di</strong>ta presso la Soprintendenza per i BBCCAA <strong>di</strong> Napoli. Il suo laboratorio nasce<br />
all’interno <strong>di</strong> un bellissimo Convento francescano risalente al XVI sec, a Nord <strong>di</strong> Napoli. Trasferitasi a Trapani, nel<br />
93, si accre<strong>di</strong>ta anche presso le Soprintendenze della Sicilia. Attualmente il suo laboratorio è situato all’interno<br />
dei locali del Seminario Vescovile <strong>di</strong> Trapani.