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Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia ... - Banca Don Rizzo

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Anno Anno 2 2 - N. 2 - Aprile Aprile 2012 - - Luglio Luglio 2012 - - Registrazione n. 336 del 20 Dicembre 2010. Distribuzione gratuita<br />

<strong>Quadrimestrale</strong> <strong>di</strong> <strong>Cultura</strong>, <strong>Finanza</strong>, <strong>Economia</strong>, Identità e Valori<br />

Intervista al<br />

Procuratore<br />

Generale<br />

della Corte<br />

dei Conti<br />

100 anni<br />

con <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Perio<strong>di</strong>co QUAdriMeSTrALe<br />

<strong>di</strong> iNForMAZioNe deLLA<br />

BANcA doN riZZo<br />

Anno 2, n. 2, Aprile 2012 - Luglio 2012<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Antonio prof. Fundarò<br />

COMITATO DI DIREZIONE<br />

Giuseppe dott. Mistretta Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />

Carmelo dott. Guido <strong>di</strong>rettore Generale <strong>Banca</strong> don rizzo<br />

Enzo dott. Nuzzo Vice Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />

Antonio prof. Fundarò <strong>di</strong>rettore responsabile<br />

Pasquale prof. Hamel responsabile comitato Scientifico<br />

Salvatore dott. Cartuccio Ufficio marketing <strong>Banca</strong> don rizzo<br />

REDAZIONE<br />

Ufficio marketing e comunicazione<br />

Via Stefano Polizzi, 13, 91011 Alcamo (Tp)<br />

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE EDITORIALE<br />

Stampa<br />

Stampato in Italia presso Litotipografia Abate Michele, Paceco (TP).<br />

Fotografie, testi e illustrazioni<br />

La rivista pubblica solo gli articoli commissionati.<br />

Eventuali proposte <strong>di</strong> contributi vanno inoltrate al Comitato<br />

E<strong>di</strong>toriale alla seguente email: proposteecontributi@donrizzo.it<br />

Grafica ed impaginazione<br />

ADA Comunicazione, Antonio Fundarò, Salvatore Cartuccio.<br />

L’e<strong>di</strong>tore si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong>sponibile a regolare eventuali spettanze<br />

per quelle immagini <strong>di</strong> cui non sia stato possibile reperire la<br />

fonte.<br />

I dati relativi ai destinatari della Rivista vengono utilizzati<br />

esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono<br />

ceduti a terzi per nessun motivo.<br />

Resta ferma la possibilità per l’interessato <strong>di</strong> esercitare i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

cui all’articolo 13 della legge 675/96.<br />

Pubblicazione quadrimestrale.


EmILIA LIPARI,<br />

LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,<br />

IL Suo AmoRE PER LA bANCA<br />

4 LETTERA APERTA<br />

DEL PRESIDENTE ComE NASCE uN EvENTo P.L.A.S. 20<br />

LETTERA APERTA<br />

DEL DIRETToRE GENERALE<br />

PRoGRAmmA JESSICA<br />

L’EuRoPA CoN 150 mILIoNI DI<br />

EuRo PER PRoGETTI LEGATI<br />

ALL’ENERGIA<br />

INTERvISTA AL DoTT. CoPPoLA,<br />

PRoCuRAToRE GENERALE DELLA<br />

CoRTE DEI CoNTI DELLA SICILIA<br />

EmILIA LIPARI,<br />

LA TRADIzIoNE DI fAmIGLIA,<br />

IL Suo AmoRE PER LA bANCA<br />

CASTELLAmmARE DEL GoLfo<br />

uNA LEGGENDA SEmPRE ATTuALE<br />

Lo zINGARo: uNA NATuRA<br />

ChE PARLA ALL’uomo<br />

LA mACChINA DEL TEmPo<br />

NEI LoCALI DEL CASTELLo<br />

ARAbo-NoRmANNo DI<br />

CASTELLAmmARE DEL GoLfo<br />

IL RESTAuRo DEL CRoCIfISSo<br />

IN SuGhERo<br />

10 14<br />

Lo zINGARo: uNA NATuRA<br />

ChE PARLA ALL’uomo<br />

5 21<br />

SCoPELLo: uNA boRGATA<br />

D’ALTRI TEmPI<br />

6 22<br />

uNA bELLEzzA SCoNoSCIuTA:<br />

IL moNTE INICI<br />

8 24<br />

CASTELLAmmARE DA GuSTARE<br />

10 26<br />

SoADI, GIovANE AzIENDA,<br />

NEL CAmPo DEL CAffè IN CIALDE<br />

12 28<br />

14<br />

RICAmI E SfILATI TRADIzIoNALI<br />

SICILIANI REALIzzATI A mANo<br />

DA ENzA bARoNE<br />

E DALLA SuA boTTEGA<br />

AGESP E LA mIGLIoRE<br />

GESTIoNE DEI RIfIuTI 30<br />

16 32<br />

LA DA.SCA AzIENDA LEADER<br />

NEL RISPETTo AmbIENTALE<br />

18 34<br />

LA STRAoRDINARIA<br />

PoESIA DI LILIANA PATTI


TuRI SImETI:<br />

SuPERfICI vERSo AmbIENTI<br />

36 TuRI SImETI:<br />

SuPERfICI vERSo AmbIENTI<br />

uNA vITA DA bANCARI 38<br />

Lo SPREAD<br />

ComE INDICAToRE DI CRISI<br />

LA fILIALE DI CASTELLAmmARE<br />

DEL GoLfo NEL TERRIToRIo<br />

SCRIvERE IL fuTuRo<br />

CoSTITuITA L’ASSoCIAzIoNE DEI<br />

SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo<br />

L’ACCESSo AL CREDITo<br />

AGLI STuDENTI<br />

I muTuI PRImA CASA<br />

PER I GIovANI<br />

LE INIzIATIvE DELLA bANCA<br />

DoN RIzzo NELL’AmbITo<br />

DELLA CooPERAzIoNE<br />

IL CREDITo CooPERATIvo:<br />

DIffERENTE PER GENESI<br />

SOMMARIO<br />

36 42<br />

SCRIvERE IL fuTuRo.<br />

CoSTITuITA L’ASSoCIAzIoNE DEI<br />

SoCI GIovANI bCC DoN RIzzo<br />

bANCA DI CREDITo CooPERATIvo<br />

GIuSEPPE ToNIoLo DI GENzANo<br />

ComE mETTERE A vALoRE<br />

LE AREE PRoTETTE DEL<br />

TRAPANESE<br />

48<br />

49<br />

39 50<br />

SoRRI-DENTI PER SEmPRE<br />

40 51<br />

100 ANNI CoN DoN RIzzo<br />

42 53<br />

LA CERImoNIA ALLA foNDAzIoNE<br />

oRESTIADI DI GIbELLINA<br />

44 54<br />

GLI AuToRI DI quESTo NumERo<br />

44<br />

46<br />

47


Lettera aperta<br />

del Presidente<br />

Anche il 2012 si caratterizza per il fatto <strong>di</strong> essere un<br />

anno <strong>di</strong>fficile, dal punto <strong>di</strong> vista economico, finanziario e<br />

sociale, mettendo a dura prova le nostre comunità locali.<br />

I recenti dati forniti da <strong>Banca</strong> d’Italia ci mostrano, infatti,<br />

un paese che non riesce ad uscire dalla grave crisi che<br />

ha colpito in<strong>di</strong>stintamente tutte le regioni della nazione.<br />

La recessione che stiamo affrontando, comunque,<br />

non è soltanto quella dei mercati in senso stretto, ma<br />

è anche legata al basso livello <strong>di</strong> fiducia verso l’intero<br />

sistema cre<strong>di</strong>tizio da parte delle comunità, i veri anelli<br />

deboli <strong>di</strong> tale crisi.<br />

In qualità <strong>di</strong> Presidente <strong>di</strong> una BCC, ritengo che le<br />

banche che operano nelle comunità locali abbiano un<br />

ruolo <strong>di</strong> rilievo per la crescita economica e della società<br />

civile. La conoscenza del territorio, la vicinanza agli<br />

operatori economici consentono <strong>di</strong> abbattere i costi<br />

connessi con la valutazione del merito cre<strong>di</strong>tizio e con<br />

la gestione degli affidamenti. Si rende in questo modo<br />

possibile l’accesso ai finanziamenti bancari da parte <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> clientela che altrimenti ne resterebbero escluse.<br />

Nel nostro Paese l’importanza dell’articolazione a livello locale del sistema cre<strong>di</strong>tizio risulta accentuata dalla struttura<br />

produttiva dell’economia, caratterizzata da una presenza rilevante delle imprese <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>o-piccola; in<br />

alcune aree esse rappresentano il segmento più <strong>di</strong>namico dell’attività economica.<br />

In questo contesto il Cre<strong>di</strong>to Cooperativo ha accompagnato e assecondato i mutamenti strutturali dell’economia<br />

italiana, rimanendone al tempo stesso profondamente influenzato.<br />

Nel corso degli anni si è rafforzato il collegamento tra le istituzioni finanziarie cooperative e le realtà produttive<br />

locali; si è arricchito il contenuto dell’attività bancaria svolta. Siffatta evoluzione è intervenuta in un quadro <strong>di</strong><br />

coerenza e continuità con la funzione originaria pensata dai promotori delle prime casse rurali; non ha alterato gli<br />

obiettivi della salvaguar<strong>di</strong>a e della valorizzazione della finalità mutualistica, della prospettiva localistica, dei princìpi<br />

etici e solidaristici.<br />

L’essere ra<strong>di</strong>cati nei mercati locali, vicini alle esigenze della clientela minore, inclini a instaurare relazioni <strong>di</strong> lungo<br />

periodo, forti del controllo sociale esercitato nella comunità locale, impegnati a vivificare i princìpi mutualistici,<br />

costituisce per una <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo un fattore <strong>di</strong> vantaggio competitivo.<br />

È in questo quadro <strong>di</strong> riferimento che occorre valutare la capacità delle BCC <strong>di</strong> sostenere e sviluppare il rapporto<br />

con le piccole e me<strong>di</strong>e imprese agevolandone la cooperazione stessa.<br />

Ne risulterebbe accresciuta la soli<strong>di</strong>tà delle economie locali.<br />

4<br />

Giuseppe Mistretta<br />

Presidente <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Carmelo Guido<br />

Direttore Generale <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

Lettera aperta del<br />

Direttore Generale<br />

Questo quinto numero della rivista de<strong>di</strong>ca al<br />

territorio <strong>di</strong> Castellammare del Golfo la copertina e<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento per fare conoscere i territori in cui<br />

opera la nostra <strong>Banca</strong>.<br />

Castellammare è un territorio <strong>di</strong> impareggiabile<br />

bellezza che, negli ultimi anni, sta conoscendo<br />

uno sviluppo turistico estremamente sostenuto,<br />

portato avanti in modo compatibile con l’ambiente<br />

circostante.<br />

Si è, finalmente, cominciato a comprendere quanto il<br />

rispetto per l’ambiente, correttamente utilizzato, possa<br />

essere fonte <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> ricchezza e <strong>di</strong> benessere per<br />

i propri abitanti.<br />

Ciò che ancora va ricercato con impegno e costanza <strong>di</strong><br />

azioni e su cui anche la nostra <strong>Banca</strong> sta puntando, è<br />

la capacità <strong>di</strong> sfruttare al massimo le <strong>di</strong>verse ricchezze<br />

dei territori, mettendole in rete e sfruttandone le<br />

molteplici peculiarità.<br />

L’agricoltura <strong>di</strong> qualità, caratteristica dei nostri territori, dovrebbe essere strettamente coniugata alle zone a<br />

più spiccata vocazione turistica, creando, in tal modo, un trait d’union in tutto il territorio, caratterizzandolo<br />

non soltanto per il suo patrimonio culturale e paessagistico, ma anche per il proprio potenziale attrattivo e<br />

l’eccellenza della propria offerta.<br />

Pertanto, dobbiamo continuare a lavorare, affinchè, la cultura del fare rete, attraverso i <strong>di</strong>versi no<strong>di</strong> che legano le<br />

<strong>di</strong>fferenti realtà che arricchiscono i nostri territori, possa <strong>di</strong>ventare un fatto consolidato e riconosciuto per tutti.<br />

La somma dei <strong>di</strong>versi talenti che posse<strong>di</strong>amo è superiore in termini <strong>di</strong> valore alle offerte che ogni singolo<br />

soggetto può dare.<br />

Parliamo <strong>di</strong> processi culturali lunghi ai quali va prestata continua attenzione; bisogna lavorare sul lungo periodo,<br />

con una azione intensa sulle giovani generazioni ma, allo stesso tempo, bisogna incidere nell’imme<strong>di</strong>ato con la<br />

costruzione <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> confronto.<br />

Abbiamo una importante missione da compiere e adeguate energie e risorse per affrontarla.<br />

Continuando a sostenerci, gli uni con gli altri, con la consapevolezza che riusciremo nei nostri intenti, lavorando<br />

con il contributo <strong>di</strong> tutti, potremo <strong>di</strong> certo ottenere benefici <strong>di</strong>ffusi e non più particolari.<br />

N. 2 2012<br />

5


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Intervista<br />

6<br />

La Il progetto galassia legalità del cre<strong>di</strong>to cooperativo<br />

Programma JESSICA<br />

L’Europa con 150 milioni <strong>di</strong> euro<br />

per progetti legati all’energia<br />

<strong>di</strong> Laura Tolino<br />

<strong>Banca</strong> Europea per gli Investimenti ha de<strong>di</strong>cato alla regione Sicilia il<br />

programma JESSICA, acronimo <strong>di</strong> Joint European Support for Sustainable<br />

Investment in City Areas, che mette a <strong>di</strong>sposizione 150 milioni <strong>di</strong> euro per<br />

progetti legati all’energia.<br />

Un progetto importante sottoscritto in presenza dei rappresentanti della<br />

Regione Siciliana e della Federazione Siciliana delle BCC, che concorre<br />

a rafforzare il ruolo del mondo del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo, quale volano per lo<br />

sviluppo del territorio.<br />

L’iniziativa Jessica Sicilia si rivolge a società <strong>di</strong> capitali, private o miste pubblicoprivate,<br />

ma anche ad altre istituzioni locali: Comuni, Province, Università, Aziende<br />

ospedaliere e sanitarie, strutture fieristiche, mercati agroalimentari ed Enti<br />

pubblici anche consorziati con società ed istituzioni <strong>di</strong>pendenti o controllate<br />

dall’amministrazione comunale o regionale. Le aree <strong>di</strong> intervento sono quelle<br />

dell’energia rinnovabile (fotovoltaico e solare termico), della cogenerazione e<br />

trigenerazione, della rete pubblica <strong>di</strong> amministrazione comunale, dell’efficienza<br />

energetica nell’e<strong>di</strong>lizia e dei trasporti, in particolare la metanizzazione del parco<br />

auto pubblico.<br />

I progetti finanziati dovranno essere capaci <strong>di</strong> produrre ricchezza, facendo<br />

tornare capitali al fondo in modo da dar vita ad un circolo virtuoso già nel me<strong>di</strong>o<br />

termine. Le caratteristiche <strong>di</strong> questi progetti sono dunque autosostenibilità,<br />

bancabilità e capacità <strong>di</strong> generare entrate.<br />

IntervistaLa<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Iccrea <strong>Banca</strong>Impresa, quale soggetto gestore del<br />

fondo, con il supporto della <strong>Banca</strong> Europea per gli<br />

Investimenti e con la collaborazione <strong>di</strong> BIT S.p.A. e<br />

SINLOC S.p.A. nel ruolo <strong>di</strong> consulenti strategici, ha<br />

tenuto in questi ultimi mesi un tour in varie città<br />

siciliane, cui hanno aderito numerosi rappresentanti<br />

della pubblica amministrazione e dell’impren<strong>di</strong>toria<br />

locale, l’ultimo dei quali si è svolto a Palermo lo<br />

scorso 21 giugno con la partecipazione della<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Il progetto JESSICA è una valida opportunità da<br />

cogliere per le aziende e le amministrazioni del<br />

nostro territorio e per avere maggiori in<strong>di</strong>cazioni<br />

sulle progettualità da sviluppare, utilizzando<br />

i fon<strong>di</strong> regionali strutturali messi a <strong>di</strong>sposizione,<br />

è possibile contattare i colleghi <strong>di</strong> Iccrea<br />

<strong>Banca</strong>Impresa, nelle persone <strong>di</strong>:<br />

• Marco Rocchi (marco.rocchi@iccreabi.bcc.it)<br />

Project Manager <strong>Finanza</strong> Straor<strong>di</strong>naria<br />

• Nicolò Cusimano (nicolo.cusimano@iccreabi.bcc.it)<br />

Gestore Centro Impresa Sud<br />

N. 2 2012<br />

7<br />

Gruppo bancario Iccrea<br />

Il Gruppo bancario Iccrea riunisce le<br />

aziende che forniscono alle Banche<br />

<strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo un sistema <strong>di</strong><br />

offerta competitivo, pre<strong>di</strong>sposto per i<br />

loro 6 milioni <strong>di</strong> clienti. Iccrea Hol<strong>di</strong>ng<br />

S.p.A. è la Capogruppo, e controlla le<br />

società che offrono prodotti e servizi<br />

per l’operatività delle BCC (segmento<br />

Institutional) e la loro clientela <strong>di</strong><br />

elezione: piccole e me<strong>di</strong>e imprese<br />

(segmento Corporate) e famiglie<br />

(segmento Retail). Iccrea Hol<strong>di</strong>ng è<br />

altresì membro dell’UNICO Banking<br />

Group, l’associazione con sede a<br />

Bruxelles e che riunisce le principali<br />

banche cooperative europee.<br />

Iccrea <strong>Banca</strong>Impresa - la <strong>Banca</strong><br />

corporate del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />

- offre consulenza, servizi e soluzioni<br />

finanziarie alle PMI. Presi<strong>di</strong>a tutte le<br />

aree del leasing mobiliare: strumentale,<br />

auto, targato industriale e nautico. Con<br />

il leasing immobiliare ed i finanziamenti<br />

sostiene i progetti <strong>di</strong> crescita delle<br />

imprese, anche agricole, ed assiste gli<br />

impren<strong>di</strong>tori con i servizi e la consulenza<br />

nel campo della finanza straor<strong>di</strong>naria<br />

e, nel comparto estero, con attività<br />

<strong>di</strong> sostegno all’import/export ed<br />

all’internazionalizzazione. Attraverso le<br />

controllate BCC Factoring e BCC Lease<br />

mette a <strong>di</strong>sposizione factoring e leasing<br />

operativo e canale fornitori. Completa<br />

l’offerta con i derivati <strong>di</strong> copertura, i<br />

servizi assicurativi e le agevolazioni.<br />

Al 31.12.2011 operavano in Italia<br />

412 Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />

e Casse Rurali, con 4.411 sportelli.<br />

Hanno una presenza <strong>di</strong>retta in 2.704<br />

Comuni e 101 Province. In 554 Comuni<br />

rappresentano l’unica realtà bancaria.<br />

Alla stessa data la raccolta <strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />

sistema era <strong>di</strong> 152,2 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />

(+0,9% annuo) mentre gli impieghi<br />

ammontavano a 139,9 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro<br />

(+3,2% annuo). Il patrimonio è <strong>di</strong> 19,7<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro (+3%).


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Intervista al Dott. Coppola,<br />

Procuratore Generale della<br />

Corte dei Conti della Sicilia<br />

volentieri la richiesta fattami <strong>di</strong> rilasciare un’intervista sul tema della<br />

legalità. La cosa mi è particolarmente gra<strong>di</strong>ta perché richiestami da una rivista<br />

curata dalla <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> che ha le sue ra<strong>di</strong>ci e la sua sede legale nella stessa<br />

città che mi ha data i natali, la bellissima Alcamo, ai cui operosi, ingegnosi ed<br />

infaticabili citta<strong>di</strong>ni va tutta la mia stima ed il mio incon<strong>di</strong>zionato affetto».<br />

Con queste parole il Procuratore generale della Corte dei Conti Coppola, dà il<br />

suo saluto alla rivista della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Quanto è <strong>di</strong>fficile essere oggi uomo <strong>di</strong> giustizia, quanto è importante garantire<br />

esempi buoni <strong>di</strong> legalità e <strong>di</strong> giustizia, e quanto è <strong>di</strong>fficile agire sulle coscienze<br />

delle nuove generazioni per cambiare stili e comportamenti <strong>di</strong> una Italia troppo<br />

sovente caratterizzata da malaffare e corruzione?<br />

Lo abbiamo chiesto, grazie all’aiuto delle strumentalità informatiche, al<br />

procuratore Coppola, una istituzione <strong>di</strong> tutto rispetto, simbolo <strong>di</strong> impegno<br />

civico e <strong>di</strong> buona giustizia.<br />

Intervista«Accolgo<br />

8<br />

Il progetto legalità<br />

<strong>di</strong> Antonio Fundarò<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Cosa si intende in generale per legalità?<br />

«La legalità è la conformità alla legge <strong>di</strong> atti o<br />

comportamenti. Il principio <strong>di</strong> legalità, sta ad<br />

in<strong>di</strong>care, in particolare, il primato della legge, e<br />

cioè la soggezione dei soggetti alle leggi nel porre<br />

in essere i propri comportamenti. Diceva Ulpiano,<br />

giureconsulto dell’antica Roma, che la legalità si<br />

può riassumere in tre principi: 1) honeste vivere<br />

(vivere onestamente), alterum non laedere (non<br />

danneggiare gli altri), suum cuique tribuere (dare<br />

a ciascuno il suo). Se ciascuno <strong>di</strong> noi applicasse<br />

questi principi, il problema della legalità nemmeno<br />

si porrebbe; in pratica non ci sarebbe bisogno né <strong>di</strong><br />

Giu<strong>di</strong>ci, né <strong>di</strong> Tribunali. Purtroppo ciò non avviene,<br />

e la Giustizia è lo strumento attraverso cui vengono<br />

puniti i comportamenti illegali».<br />

Visto che ci sono Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>versi (Or<strong>di</strong>nari,<br />

amministrativi, militari, tributari), ciò vuol <strong>di</strong>re che<br />

esistono <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> legalità?<br />

«No, la legalità è una sola, ma si <strong>di</strong>vide in tanti rami. Si<br />

pensi alla legalità come ad un’ ampia strada <strong>di</strong>visa in<br />

tante corsie. Parimenti unica è la Giustizia, anche se<br />

è <strong>di</strong>visa tra <strong>di</strong>versi Giu<strong>di</strong>ci con <strong>di</strong>stinte competenze.<br />

Nell’ambito della Magistratura, colui che promuove la<br />

Giustizia si chiama Pubblico Ministero. Vi è un Pubblico<br />

Ministero penale che persegue i reati comuni, vi<br />

è quello Militare che persegue i reati commessi dai<br />

militari, e vi è il Pubblico Ministero della Corte dei Conti<br />

che persegue i comportamenti che danneggiano il<br />

pubblico Erario. Nell’ambito <strong>di</strong> quest’ultimo rientra il<br />

mio Ufficio».<br />

Cosa è il Pubblico Erario?<br />

«Il Pubblico Erario è costituito dai sol<strong>di</strong> versati dai<br />

contribuenti; sono i nostri sol<strong>di</strong> pagati attraverso i tributi<br />

(imposte e tasse). Si ba<strong>di</strong> bene, siamo tutti contribuenti,<br />

nessuno escluso. Anche il neonato è un contribuente,<br />

anche l’ultimo dei poveri è un contribuente. Perché<br />

quando il genitore del primo compra il latte per<br />

l’allattamento o il povero compra il frugale pane,<br />

entrambi <strong>di</strong>ventano contribuenti, perché su quel latte<br />

e su quel pane, senza accorgersene, pagano l’IVA, che è<br />

appunto un’imposta».<br />

Allora siamo tutti interessati a come viene speso il<br />

Pubblico Erario?<br />

«Certamente; e la Corte dei Conti è preposta a vigilare<br />

perché i vari Sindaci, i vari Amministratori e i vari<br />

Dirigenti provinciali, regionali e statali operino avendo<br />

ben presente che ogni euro che spendono non lo<br />

escono dalle proprie tasche, ma da quello dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

con la conseguenza che, se si evitassero spese inutili,<br />

potrebbero essere pagate minori imposte. E <strong>di</strong> questi<br />

tempi il problema non è <strong>di</strong> poco conto».<br />

N. 2 2012<br />

9<br />

Cosa succede quando viene rilevato uno spreco <strong>di</strong><br />

denaro pubblico?<br />

«Se si tratta <strong>di</strong> reato, per esempio il Dirigente Comunale<br />

che chiede una tangente per fare un atto del proprio<br />

Ufficio, scatta la sanzione penale. Ma spessissimo i<br />

cosiddetti “colletti bianchi” sono molto abili, riescono<br />

a <strong>di</strong>stricarsi tra le maglie del co<strong>di</strong>ce penale, ma pur<br />

non commettendo reato danneggiano ugualmente<br />

il Pubblico Erario. Si pensi, come spesso accade, ai<br />

vari contributi dati a bizzarre associazioni dagli scopi<br />

più improbabili e non certo rientranti tra le finalità<br />

pubbliche o si pensi alle assunzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti o <strong>di</strong><br />

consulenti o <strong>di</strong> esperti <strong>di</strong> cui non si ha affatto bisogno.Al<br />

riguardo, le notizie <strong>di</strong> cronaca che ci segnalano episo<strong>di</strong><br />

sempre più frequenti <strong>di</strong> mala amministrazione a tutti<br />

i livelli ed in quasi tutti i settori. Quando frequentavo<br />

l’Università, in <strong>di</strong>ritto penale, si stu<strong>di</strong>ava un particolare<br />

tipo <strong>di</strong> reato contro la Pubblica Amministrazione, si<br />

chiamava “peculato per <strong>di</strong>strazione”. Era il reato delle<br />

persone intelligenti, non dei cosiddetti “ladri da pagliaio”.<br />

Intendo <strong>di</strong>re che chi si mette in tasca sol<strong>di</strong> della Pubblica<br />

Amministrazione commette il reato <strong>di</strong> peculato<br />

detto appropriativo, ma è un reato che denota scarsa<br />

intelligenza. C’è, infatti, un modo più raffinato e subdolo<br />

per far sparire i sol<strong>di</strong> della Pubblica Amministrazione:<br />

basta fare pagamenti non a sé stesso, ma ad amici, a<br />

terzi insomma, per scopi che non rientrano tra le finalità<br />

pubbliche. Questo è il peculato per <strong>di</strong>strazione. Solo<br />

che il peculato per <strong>di</strong>strazione non costituisce più reato,<br />

essendo stato abrogato da circa venti anni».<br />

Allora cosa succede se per esempio, come detto prima,<br />

viene dato un contributo ad una associazioni i cui scopi<br />

non rientranti strettamente tra le finalità pubbliche<br />

o cosa succede quando si assumono <strong>di</strong>pendenti o<br />

consulenti o esperti <strong>di</strong> cui non si ha bisogno?<br />

«Succede che, se il fatto viene portato a conoscenza della<br />

Corte dei Conti, il responsabile dello spreco del denaro<br />

pubblico viene rinviato a giu<strong>di</strong>zio e, se condannato,<br />

costretto a pagare <strong>di</strong> tasca propria quanto indebitamente<br />

speso. Mi <strong>di</strong>ceva tempo fa un Dirigente che loro hanno<br />

più paura della Corte dei Conti che li colpisce nel<br />

portafoglio, che del Giu<strong>di</strong>ce penale che li colpisce nella<br />

libertà personale, visto che in carcere ormai ci vanno in<br />

pochi e, quando ci vanno, ci restano per poco tempo».<br />

Quale è l’insegnamento che si può dare ai giovani?<br />

«Ai giovani va spiegato che vanno osservate le tre regole<br />

<strong>di</strong> Ulpiano, che ho prima ricordato, e che, ove riscontrino<br />

episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> spreco <strong>di</strong> denaro pubblico, non esitino a farne<br />

denuncia, perché si tratta del loro denaro e <strong>di</strong> quello dei<br />

loro genitori e, quin<strong>di</strong>, la denuncia non è solo un dovere<br />

civico, ma corrisponde al proprio personale interesse,<br />

in quanto meno sprechi vogliono <strong>di</strong>re meno imposte<br />

e meno tasse».


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

10<br />

Rubrica: Conosciamo il CDA della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

Emilia Lipari,<br />

la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia,<br />

il suo amore per la <strong>Banca</strong><br />

<strong>di</strong> Francesco Gianno<br />

Emilia Lipari nasce ad Alcamo nel 1971. Consegue il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Laurea in Giurisprudenza, presso l’Università Statale<br />

<strong>di</strong> Milano e svolge, a Milano, la sua prima pratica legale. Dal 2001 esercita la professione forense presso l’Or<strong>di</strong>ne<br />

degli Avvocati <strong>di</strong> Palermo, nell’ambito del <strong>di</strong>ritto civile, bancario e societario. Nel 2010 apre, a Palermo, lo Stu<strong>di</strong>o<br />

Legale Politeama, con due colleghe, con le quali collabora. Nel maggio del 2011, è stata eletta componente del<br />

Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> <strong>di</strong> Alcamo. Dall’ottobre del 2011, è membro del Consiglio<br />

Direttivo Nazionale dell’Associazione “IDEE, Associazione delle <strong>Don</strong>ne del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo”. È amante del mare<br />

ed è appassionata <strong>di</strong> vela, <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> musica. L’abbiamo voluta conoscere meglio.<br />

Consigliere, lei è una donna ed è giovane. Una<br />

grande responsabilità per chi ha alle spalle una<br />

tra<strong>di</strong>zione familiare <strong>di</strong> attenzione al mondo<br />

finanziario e a questa <strong>Banca</strong> in particolare. Quale<br />

apporto Emilia Lipari darà al CdA <strong>di</strong> cui fa parte?<br />

«È vero, la mia famiglia ha un forte legame con la <strong>Banca</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. Mio padre è stato <strong>di</strong>rettore generale della<br />

<strong>Banca</strong> per circa 25 anni. Anch’io avverto, dunque, un<br />

legame molto forte e particolare con questo Istituto<br />

<strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, che frequento da quando ero una bambina.<br />

La nomina ad amministratore mi da ora l’opportunità<br />

<strong>di</strong> conoscere più approfon<strong>di</strong>tamente le regole che<br />

governano la banca e la sua organizzazione interna e<br />

ringrazio per questo il Consiglio che mi ha proposto ed<br />

i soci che mi hanno votato. È però anche una grande<br />

responsabilità, tenuto conto, peraltro, che la <strong>Banca</strong> è<br />

cresciuta in questi anni ed il mondo finanziario e quello<br />

cre<strong>di</strong>tizio, insieme alle norme che li regolano, sono molto<br />

cambiati rispetto al passato e sono in continua e rapida<br />

evoluzione. È mia intenzione, comunque, contribuire<br />

al meglio al governo della <strong>Banca</strong>, apportando tutte le<br />

conoscenze che ho acquisito negli anni <strong>di</strong> professione<br />

legale. Non credo che, in sé, il fatto <strong>di</strong> essere donna<br />

determini <strong>di</strong>fferenze nel mio ruolo rispetto agli altri<br />

amministratori, anche se è vero che il modo <strong>di</strong> vedere<br />

ed affrontare le cose, da parte <strong>di</strong> una donna, sia spesso<br />

caratterizzato da un approccio ed una sensibilità <strong>di</strong>versi,<br />

in particolare con riferimento alle tematiche sociali e<br />

culturali.<br />

Un mio apporto specifico, proprio in quanto donna,<br />

invece, potrà certamente derivare alla <strong>Banca</strong><br />

dall’esperienza come rappresentante della <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

nell’ambito del Consiglio Direttivo Nazionale <strong>di</strong> “iDEE,<br />

Associazione delle <strong>Don</strong>ne del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo”,<br />

Associazione volontaria e senza scopo <strong>di</strong> lucro, che<br />

si propone l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere e valorizzare<br />

il contributo delle donne del cre<strong>di</strong>to cooperativo<br />

attraverso lo scambio <strong>di</strong> valori, conoscenze e<br />

informazioni, per rafforzare e valorizzare la presenza<br />

femminile nella gestione del sistema del Cre<strong>di</strong>to<br />

Cooperativo e nell’impresa.<br />

L’Associazione si propone, inoltre, <strong>di</strong> rafforzare la<br />

vicinanza delle BCC alle comunità locali. Il Consiglio<br />

Direttivo è composto da 11 membri, esponenti donne <strong>di</strong><br />

altre BCC italiane, <strong>di</strong> Iccrea <strong>Banca</strong> Impresa, <strong>di</strong> Federcasse<br />

ed Agrileasing. È, pertanto, una importante occasione<br />

<strong>di</strong> incontro, confronto e con<strong>di</strong>visione, oltre che <strong>di</strong><br />

arricchimento personale e professionale, che servirà a<br />

me personalmente e, certamente, anche alla <strong>Banca</strong>».<br />

In un momento <strong>di</strong> forte crisi finanziaria, quale<br />

scelte consiglierebbe al CdA della <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e cosa<br />

<strong>di</strong>fferenzierà queste da quelle fatte da un qualsiasi<br />

istituto finanziario e <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to?<br />

«Credo che il Consiglio <strong>di</strong> amministrazione debba<br />

continuare ad operare con grande senso <strong>di</strong><br />

responsabilità e prudenza in particolare nell’erogazione<br />

del cre<strong>di</strong>to, senza, però, perdere <strong>di</strong> vista i principi <strong>di</strong><br />

mutualità che contrad<strong>di</strong>stinguono le Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />

cooperativo, quali banche del territorio, rispetto agli altri<br />

Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to. Bisogna mantenere ferma l’attenzione<br />

alle comunità locali dove la <strong>Banca</strong> opera, sostenendo<br />

l’economia reale, le piccole e me<strong>di</strong>e imprese e le<br />

famiglie, e questo è tanto più importante nel periodo<br />

<strong>di</strong> grande crisi economica e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorientamento<br />

che stiamo attraversando. Credo che la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong> possa avere un importante ruolo nel sostegno<br />

e nel rilancio dell’economia locale, promuovendo<br />

la crescita del territorio, finanziando le iniziative <strong>di</strong><br />

impresa, anche giovanili, che valgono e che hanno<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


sostenibilità sul mercato oltre che la capacità <strong>di</strong> crescere<br />

autonomamente una volta ottenuta la spinta iniziale. In<br />

questo il nostro Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione gode <strong>di</strong><br />

una maggiore possibilità <strong>di</strong> analizzare il valore e delle<br />

iniziative grazie alla conoscenza <strong>di</strong>retta dei soggetti che<br />

operano sul territorio, rispetto a quanto accade negli<br />

Istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to più gran<strong>di</strong>».<br />

Cosa ha la <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, ancora, della sua secolare<br />

tra<strong>di</strong>zione cooperativa?<br />

«L’attenzione costante alle necessità finanziarie dei<br />

soci ed alle iniziative economiche da questi intraprese,<br />

favorendoli nelle operazioni e nei servizi <strong>di</strong> banca. La<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, inoltre, ha continuato a mantenere<br />

vivi i valori del cre<strong>di</strong>to cooperativo, ponendo tra i propri<br />

obiettivi anche quello <strong>di</strong> coltivare e valorizzare gli aspetti<br />

sociali, mutualistici e culturali insiti nella tra<strong>di</strong>zione<br />

del cre<strong>di</strong>to cooperativo e che costituiscono i valori<br />

fondamentali che hanno ispirato il nostro fondatore,<br />

<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, e che rappresentano i principi<br />

car<strong>di</strong>ni del nostro statuto».<br />

Cosa suggerisce ai giovani che vogliono fare<br />

impresa e come la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> sta vicino a loro?<br />

«Per fare impresa oggi, tanto più in Sicilia, ci vuole molta<br />

passione e spirito <strong>di</strong> sacrificio, soprattutto all’inizio della<br />

propria attività, ed anche un po’ <strong>di</strong> coraggio! La situazione<br />

economica in cui viviamo, infatti, non è certamente<br />

N. 2 2012<br />

11<br />

LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

facile, sia per la crisi che stiamo attraversando, sia a<br />

causa del veloce processo <strong>di</strong> globalizzazione che ha<br />

avuto forti ripercussioni sulle me<strong>di</strong>e e piccole imprese. Il<br />

nostro sistema burocratico e la forte imposizione fiscale,<br />

inoltre, non aiutano l’impresa. Ma esistono ambiti in cui<br />

ancora si può crescere, in cui la <strong>di</strong>versità e la particolarità,<br />

unite a forte passione e professionalità, continuano ad<br />

essere elementi trainanti e coinvolgenti, che possono<br />

condurre al successo <strong>di</strong> una iniziativa economica. Credo,<br />

pertanto, sia importante avere buone idee, che abbiano<br />

possibilità <strong>di</strong> concreta attuazione, da portare avanti con<br />

forza e determinazione. La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è da sempre<br />

vicina ai giovani. Quest’anno in particolare ha intrapreso<br />

una serie <strong>di</strong> importanti iniziative, volte, da un lato, a<br />

garantire la possibilità <strong>di</strong> accedere al cre<strong>di</strong>to in modo<br />

agevolato e, d’altra parte, a consentire l’acquisizione<br />

nei giovani <strong>di</strong> una sempre maggiore consapevolezza<br />

delle possibilità <strong>di</strong> lavoro offerte dal territorio, e questo<br />

attraverso l’organizzazione <strong>di</strong> convegni, seminari corsi<br />

<strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> management d’impresa per i giovani<br />

con operatori esperti. È stata, inoltre, da poco, inaugurata<br />

l’Associazione dei “Soci Giovani della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong>”, con l’obiettivo <strong>di</strong> fornire opportunità <strong>di</strong> crescita<br />

formativa, professionale e culturale per i giovani, anche<br />

attraverso il confronto con il mondo impren<strong>di</strong>toriale,<br />

istituzionale e sociale del nostro territorio».<br />

Un impegno, una scommessa…<br />

«Sicuramente un grande impegno. La scommessa da<br />

vincere, credo, sia quella <strong>di</strong> continuare ad operare al<br />

meglio, incrementando le potenzialità ed eliminando le<br />

criticità, così da superare, con successo, il momento <strong>di</strong><br />

crisi che ha investito l’intero sistema bancario italiano ed<br />

internazionale».


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Guardando dall’alto dei cieli la Sicilia, un giorno, Dio<br />

pensò che le bellezze naturali, che aveva elargito a<br />

questa terra fossero poca cosa; necessitava creare un<br />

luogo ameno, che dalla montagna si protendesse,<br />

degradando, fino al mare, un luogo, che fosse quasi<br />

sul mare, simile ad una grande scogliera lunga e<br />

prominente, che riuscisse ad ergersi dall’acqua salata<br />

per essere ammirata, goduta ed abitata.<br />

Pensò <strong>di</strong> fornire tale luogo <strong>di</strong> un clima mite; pensò, altresì,<br />

che all’esterno si <strong>di</strong>latasse verso il grande golfo aperto sul<br />

Tirreno e all’interno fosse un via <strong>di</strong> comunicazione e <strong>di</strong><br />

passaggio per i pellegrini cha da Palermo si spostavano<br />

verso Trapani, Erice, Segesta e Mazara.<br />

E fu così che creò Castellammare del Golfo…<br />

Se una tale leggenda fosse vera, potremmo,<br />

orgogliosamente, affermare che la citta<strong>di</strong>na ha origini<br />

<strong>di</strong>vine. Certamente non è così.<br />

Ma l’orgoglio deve, obbligatoriamente, sussistere.<br />

Quando si parla <strong>di</strong> Castellammare per la sua storia, per<br />

i riman<strong>di</strong> fantastici che la caratterizzano, per l’attualità,<br />

che la connota.<br />

Un richiamo storico, che si rifà a Tuci<strong>di</strong>de, evidenzia che,<br />

nella zona in cui sorge l’o<strong>di</strong>erna Castellammare, c’era<br />

una notevole e fiorente attività socio-culturale.<br />

12<br />

Il territorio: la nostra storia, le nostre città, i personaggi<br />

Castellammare del Golfo<br />

Una leggenda sempre attuale<br />

<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />

Era allora l’antico porto <strong>di</strong> Segesta e il grande<br />

scrittore Cicerone la ricorda con il nome <strong>di</strong> “Emporium<br />

Segestanorum” ovvero porto dei Segestani, attestante<br />

la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> floridezza socio-culturale in cui si<br />

trovava la nostra citta<strong>di</strong>na. A circa sei chilometri,<br />

sorgevano, e ci sono ancora le Terme Segestane,<br />

frequentate dai più illustri personaggi del mondo<br />

antico, tra cui Ercole, Enea, Cicerone, etc. Nei secoli<br />

successivi lo sviluppo <strong>di</strong> Castellammare si intreccia con<br />

quello dei Romani per tutta la durata dell’impero fino<br />

al Me<strong>di</strong>o Evo e, successivamente, con gli Arabi, che,<br />

come si <strong>di</strong>ce ancora, misiru a peri <strong>di</strong> varvaru Segesta e<br />

si impadronirono del suo porto, dove costruirono una<br />

fortezza o Castello a mare, denominato Al Madarig,<br />

cioè I Gra<strong>di</strong>ni, quella scala per la quale, ancora oggi<br />

dalla Via Re Federico si scende alla Marina.<br />

Dopo gli Arabi, il castello a Mare continuò ad<br />

ingran<strong>di</strong>rsi con i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli<br />

Aragonesi.<br />

Verso il 1300 Castellammare era il più importante porto<br />

granario e la sua costa era fornita <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> serbatoi <strong>di</strong><br />

grano per il carico delle navi. Dalle grotte <strong>di</strong> Petrolo<br />

fino alla via degli Archi, anche oggi, nel sottosuolo,<br />

potremmo trovare degli antichi depositi <strong>di</strong> grano.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Successivamente, in seguito al decreto strappato dalle<br />

rivali Palermo e Trapani a Re Federico che le proibiva il<br />

carico granario, Castellammare si de<strong>di</strong>cò alla produzione<br />

vinicola e riuscì ad avere un’importante marineria,<br />

soprattutto, <strong>di</strong> velieri, che trasportavano vino nei porti<br />

<strong>di</strong> Anzio, Fiumicino, Civitavecchia, Livorno, etc. dove si<br />

trasferirono molte famiglie <strong>di</strong> castellammaresi.<br />

È ben chiaro che l’azione socio cultrale copre un arco<br />

temporale <strong>di</strong> tremila anni <strong>di</strong> storia, <strong>di</strong> cui oggi rimane<br />

poca cosa, tracce <strong>di</strong> un antico splendore, che, forse, non<br />

si ripeterà più.<br />

Restano, però, ancora indelebili le narrazioni mitiche su<br />

Castellammare come quella del fiume Crimiso. Narra la<br />

leggenda che Laomedonte, re <strong>di</strong> Troia, fece uccidere<br />

Finodamante un nobile concitta<strong>di</strong>no, che lo aveva<br />

in o<strong>di</strong>o con tutti i figli maschi, risparmiando invece le<br />

figliole che, fuggendo, approdarono alla foce del fiume<br />

Crimiso, oggi San Bartolomeo. Crimiso si innamorò <strong>di</strong> una<br />

delle fanciulle, esattamente Egesta e, per starle vicino, si<br />

tramutò in cane. Tante furono le effusioni tra i due che,<br />

dopo poco tempo, Egesta si accorse <strong>di</strong> aspettare un<br />

bambino. Nacque, così, Aceste, che, <strong>di</strong>venuto grande,<br />

fondò una città nei pressi del Crimiso, che chiamò, in<br />

onore alla madre, Egesta, la Segesta tanto nota.<br />

Il Crimiso è il fiume, che prende il suo corso dalle acque<br />

provenienti dal Caldo, tra nubi <strong>di</strong> vapori, sciabor<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

brevissimi flutti, con acque cal<strong>di</strong>ssime, verdazzurre, e<br />

che, scorrendo lento e tortuoso tra sinistre altissime<br />

pareti <strong>di</strong> roccia a strapiombo, s’avviava all’abbraccio<br />

del mare, nell’ampio golfo, dopo avere confuso le sue<br />

correnti con quelle <strong>di</strong> un altro gelido fiume, il Freddo.<br />

Il fiume Caldo nasce dal monte Busecchio, <strong>di</strong>etro Calatafimi;<br />

il fiume Freddo dalla gola <strong>di</strong> Sorice, <strong>di</strong>etro Alcamo.<br />

Oggi il letto del fiume ha una larghezza molto limitata ed<br />

è invaso da una fitta vegetazione <strong>di</strong> burda e cannizzoli,<br />

piante palustri completamente inutili.<br />

Così le acque del Crimiso, un tempo limpide e<br />

trasparenti, sono gialle, limacciose, stagnanti e la sua<br />

corrente impetuosa è <strong>di</strong>ventata inesistente, forse senza<br />

quell’alone <strong>di</strong> mistero e <strong>di</strong> suggestione che tanto<br />

dominava intorno.<br />

Tutt’altro che tramontato è invece il fascino del Castello,<br />

che si erge dal mare quasi a sfidare i secoli, testimone<br />

muto <strong>di</strong> millenni <strong>di</strong> storia intessuta <strong>di</strong> vicende ed<br />

avvenimenti.<br />

Le terrazze mostrano una bellezza antica, un incantevole<br />

paesaggio, quasi pittorico, appena uscito dall’abile mano<br />

del suo creatore, che lascia abbracciare con lo sguardo le<br />

antiche case dei pescatori, ora abilmente trasformate in<br />

alberghetti, ristoranti, bar, il tutto dominato dall’azzurro,<br />

dal sapore salino delle acque, dall’odore penetrante del<br />

mare, che inebria ed incanta e seduce.<br />

Le ampie sale del castello, ora incre<strong>di</strong>bilmente mutate<br />

in sale conferenze e mostre, richiamano al visitatore le<br />

feritoie baluginanti, le romantiche bifore, e… l’artistica<br />

scala a chiocciola che, come <strong>di</strong>ce Diego Buccellato<br />

N. 2 2012<br />

13<br />

Galatioto, “par si sollevi dalle acque”.<br />

Non si può parlare del Castello e <strong>di</strong>menticare la Vasca<br />

della Regina, dove tra il cancelletto e gli scalini che<br />

suscitano ancora curiosità e tra il buio e la fuliggine<br />

dei ricor<strong>di</strong> che non sono noti, i ragazzi, ancora oggi, si<br />

scambiano effusioni e dolcezze.<br />

La leggenda finisce, intorno corrono muri alti <strong>di</strong><br />

cemento, che proteggono il Castello e la strada, ove<br />

puntualmente il visitatore, d’inverno, corre in auto,<br />

quasi rispondendo ad un arcano richiamo e, d’estate,<br />

passeggia, instancabilmente, testimone <strong>di</strong> una bellezza<br />

ineguagliata.<br />

Più oltre i vicoli, ricchi <strong>di</strong> folclore, la Via dell’Arco, ove la<br />

luce del sole si smorza in lievi colori, e poi Vicolo Timpa<br />

come un balcone sul mare aperto e l’angolo della<br />

Maronna <strong>di</strong> l’Agnuni e il ponte levatoio sospeso tra due<br />

mari, in uno sfondo tutto azzurro, ed archi e scalette che<br />

portano giù alla Cala.<br />

Questa è Castellammare, questo il suo fascino, queste<br />

le bellezze…<br />

Oggi dominano case su case, palazzi, villette,che la<br />

fanno <strong>di</strong>latare verso la periferia che porta <strong>di</strong>rettamente<br />

alla Vaccheria o a Calatafimi Segesta. Ma è sempre lì, il<br />

lungo Corso Garibal<strong>di</strong>, inesorabilmente, interrotto dalle<br />

tante stra<strong>di</strong>ne, che lo tagliano e dai Quattro Canti,<br />

importante crocevia per giungere alla Villa Margherita<br />

o in Via Marconi.<br />

Da una parte la montagna; dall’altra il mare.<br />

Il nuovo e l’antico in una fusione affascinante, che solo<br />

Castellammare sa dare.


Lo Zingaro: una natura<br />

che parla all’uomo<br />

<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />

Sentieri lunghi,stretti, accidentati, in cui si inerpicano pen<strong>di</strong>i, creste, valloni, <strong>di</strong>scese e salite; rocce aspre e<br />

maestose, che si lasciano scorgere dai rami degli alberi e degli arbusti, mentre giù si sente il mugghiare del<br />

mare, accompagnato dal vento <strong>di</strong> maestrale; poderosi pulvini d’euphorbia e palmette sontuose, cespugli<br />

selvaggiamente intricati <strong>di</strong> rosmarino, che rendono <strong>di</strong>fficoltoso il cammino. Silenzio intorno, qui e là interrotto<br />

dal fruscio dei cespugli e dal cinguettio <strong>di</strong> qualche uccello che pare salutare. Tutto è selvaggio, ma maestoso;<br />

tutto è naturale, ma imponente.<br />

Suggestione, meraviglia, magnificenza: questo è Lo Zingaro.<br />

Questa la prima Riserva Orientata Siciliana nata con la legge regionale N° 98 del 1981; a salvarla il movimento<br />

ambientalista, che, con una vivacissima marcia <strong>di</strong> protesta, lottò contro la costruzione <strong>di</strong> una strada litoranea,<br />

che avrebbe dovuto ricongiungere San Vito Lo Capo e Scopello, una strada, che sarebbe stata sicuramente<br />

un’aggressione al tratto <strong>di</strong> costa, quello compreso, cioè, tra la Cala Mazzo <strong>di</strong> Sciacca e la Tonnarella dell’Uzzo.<br />

Magnifica cornice affacciata sulla parte occidentale del Golfo <strong>di</strong> Castellammare, la Riserva dello Zingaro si estende<br />

per circa 7 chilometri nella penisola <strong>di</strong> San Vito lo Capo, che si affaccia sul Tirreno, tra Castellammare del Golfo<br />

e Trapani ed ingloba un tratto <strong>di</strong> costa assolutamente incontaminata, con calette e strapiombi suggestivi, che<br />

attirano i visitatori provenienti da ogni parte del mondo.<br />

Due le possibilità <strong>di</strong> percorso, che consentono <strong>di</strong> accedere alla riserva, quello da Nord, versante San Vito e quello<br />

che si snoda a Sud-Est, da Scopello, più agevole e meglio attrezzato dal punto <strong>di</strong> vista ricettivo.<br />

Unica nel suo genere; unica per la presenza <strong>di</strong> siti particolarmente importanti dal punto <strong>di</strong> vista naturalistico e per<br />

il notevolissimo valore paesaggistico, la riserva è terra vergine, che si <strong>di</strong>fende ed è <strong>di</strong>fesa dall’aggressione umana<br />

mantenendo inalterato il suo volto; è come se il tempo<br />

si fosse fermato tra gli anfratti e i folti cespugli che<br />

offrono, in compenso uno spettacolo inusuale: alberi<br />

<strong>di</strong> alloro, la malva, il cappero, il carrubo, l’oleastro, e poi<br />

il frassino, il lentisco, l’agave, la palma nana; sembra che<br />

in quest’angolo <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so siano state catalogate circa<br />

700 specie <strong>di</strong> cui 20 endemiche o rare. Un <strong>di</strong>scorso a<br />

sé meritano i fiori, dalle peonie e violacciocche ai<br />

ranuncoli, ai giaggioli e poi la leggiadria delle eriche,<br />

dei garofani, le antemi<strong>di</strong> in un tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> colori ed<br />

odori, che esibiscono tutta la loro bellezza.<br />

Lo Zingaro è fauna, per l’esistenza <strong>di</strong> una molteplicità <strong>di</strong><br />

uccelli, ben 39 specie che ni<strong>di</strong>ficano nelle varie nicchie<br />

ecologiche; una avifauna non trascurabile costituita<br />

dal corvo imperiale,il passero solitario, la coturnice,<br />

le cornacchie e le gazze, il falco pellegrino, le poiane.<br />

E poi conigli, ricci, istrici… Una quantità ricca, che<br />

sottende l’esistenza <strong>di</strong> una connotazione climatica<br />

particolare, mai riscontrata in nessun altro tratto della<br />

costa siciliana.<br />

Lo Zingaro è mare, ora turchino, ora celeste, cangiante<br />

verso il blu, il ceruleo, sempre cristallino e limpido,<br />

sempre trasparente e terso, inimitabile irrinunciabile<br />

con i suoi innumerevoli promontori, con gli scogli bassi<br />

e gli antri sottomarini, con le piccole spiagge <strong>di</strong> ciottolo<br />

14<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


o <strong>di</strong> sabbie, un incanto che alla sera ti inebria, quando<br />

la luna si specchia nell’acqua e lascia intravedere il<br />

luccichio delle onde leggermente increspate. Un mare<br />

che lambisce poderosamente le bianchissime rocce<br />

in un gioco <strong>di</strong> silenzi e <strong>di</strong> dolcezze, che evocano un<br />

tempo lontano.<br />

La Riserva è anche archeologia, a testimoniarlo sono gli<br />

stu<strong>di</strong> nella grotta dell’Uzzo, in cui sono stati rinvenuti<br />

scheletri e corre<strong>di</strong> funerari utili per la comprensione<br />

della civiltà me<strong>di</strong>terranea, ma è anche storia per le<br />

tracce <strong>di</strong> capanne abitate da pastori durante il periodo<br />

dello svernamento prima della transumanza.<br />

Un paesaggio, lo Zingaro che vuol <strong>di</strong>re aria tersa, che<br />

richiama la montagna scabra, aspra, <strong>di</strong>fficile, inospitale,<br />

che sa <strong>di</strong> vento, quel vento che, se soffia, sembra qui<br />

cantare armonie mai ascoltate.<br />

Ma è esso stesso armonia, quando dona al visitatore<br />

le sue bellezze e ne esige rispetto, quando elargisce i<br />

suoi profumi, che non regala, quando i rumori parlano<br />

e <strong>di</strong>cono suoni infiniti. È pace, che riempie l’anima e la<br />

mente; è ricchezza, che allarga il cuore, è stanchezza,<br />

che parla all’uomo dell’uomo. È natura, che sa <strong>di</strong> natura.<br />

È lo Zingaro.<br />

N. 2 2012<br />

15


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

La macchina del tempo nei locali<br />

del Castello arabo-normanno<br />

<strong>di</strong> Castellammare del Golfo<br />

Il Museo etno-antropologico Annalisa Buccellato <strong>di</strong> Filippo Nobile<br />

Entrare oggi in un museo della civiltà conta<strong>di</strong>na è come<br />

entrare in una macchina del tempo che ci conduce nei<br />

secoli passati, in un luogo lontano dove recuperare la<br />

propria ricchezza culturale attraverso un patrimonio <strong>di</strong><br />

testimonianze che rievocano lo spirito dell’epoca, un<br />

ventaglio <strong>di</strong> sensazioni profonde, odori e immagini.<br />

Siamo nei locali del Castello arabo-normanno <strong>di</strong><br />

Castellammare del Golfo dove, da oltre <strong>di</strong>eci anni, ha<br />

sede il Museo etno-antropologico Annalisa Buccellato e<br />

dove ci accoglie il prof. Giuseppe Buccellato, presidente<br />

dell’Associazione che lo gestisce. A lui abbiamo chiesto<br />

<strong>di</strong> farci da guida in questo breve viaggio nel tempo.<br />

«Il museo è organizzato in piccole aree espositive a<br />

tema che occupano sette sale del castello, fra cui le<br />

stalle, il granaio e l’armeria», esor<strong>di</strong>sce il nostro cicerone,<br />

mentre ci mostra le prime collezioni <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o, giornali,<br />

riviste, telefoni, macchine fotografiche, cineprese e<br />

grammofoni, esposti all’ingresso, che timidamente<br />

sembrano volere annunciare l’esplosione della<br />

comunicazione <strong>di</strong> massa del nostro tempo.<br />

«Le varie sezioni riguardano i seguenti temi: la scrittura,<br />

le immagini e i suoni; il frumento, il pane e la pasta; la<br />

terra e il lavoro; la vite e il vino; il latte, il formaggio e la<br />

ricotta; il frassino e la manna; il miele e le api; le trame e<br />

gli intrecci; i pesi e le misure; i ricami, i pizzi e i merletti;<br />

gli arre<strong>di</strong> e le suppellettili; le arti e i mestieri».<br />

16<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

Professore Buccellato, quanti sono i reperti esposti<br />

nel museo?<br />

«Glioggettichecompongonolaraccoltasonooltre3.000,<br />

tutti catalogati secondo i dettami della Sovrintendenza<br />

ai Monumenti e Belle Arti e tutti provenienti dalla Sicilia<br />

occidentale».<br />

La nostra visita si svolge fra un’infinità <strong>di</strong> oggetti piccoli<br />

e gran<strong>di</strong>, ormai scomparsi, che accendono la nostra<br />

curiosità. Ci imbattiamo in un telaio del 1863; un<br />

prezioso mulino in pietra a trazione animale, anch’esso<br />

ottocentesco, che forniva una farina forse non molto<br />

raffinata ma preziosa per sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno <strong>di</strong><br />

un’intera fattoria; un corre<strong>di</strong>no finemente ricamato, del<br />

1905; una collezione <strong>di</strong> oltre trecento antiche scatole <strong>di</strong><br />

latta pazientemente raccolte da Enzo Navarra; due abiti<br />

da sposa, della fine dell’800; un prezioso mantice in legno<br />

e cuoio del ‘700; un carretto siciliano dei primi del ‘900.<br />

Mentre proseguiamo il nostro giro, notiamo che<br />

l’allestimento permette quasi sempre allo spettatore <strong>di</strong><br />

fruire in maniera adeguata dei pezzi esposti, che sono<br />

collocati alla giusta altezza e godono <strong>di</strong> un’efficace<br />

illuminazione sia artificiale che naturale. Notiamo anche<br />

il fascino delle piccole finestre presenti in tutte le sale dei<br />

piani superiori del Castello, che, offrendo una suggestiva<br />

vista sul lungomare col frastuono delle auto e dei<br />

motorini, creano anche una sorta <strong>di</strong> controcanto rispetto<br />

all’atmosfera del museo che stiamo vivendo e richiamano<br />

il visitatore alla curiosa relazione fra passato e presente.<br />

Le sale sotterranee con i muri in pietra viva, che<br />

ospitano i mestieri, non godono del beneficio<br />

della luce naturale, ma non per questo sono meno<br />

affascinanti. Qui troviamo strumenti <strong>di</strong> lavoro e<br />

manufatti <strong>di</strong> mestieri ormai scomparsi, come quello<br />

del carradore con i suoi sofisticati attrezzi per costruire<br />

e riparare carri e carrozze; quello del conciapiatti con il<br />

suo ru<strong>di</strong>mentale trapano a corda per forare i cocci che<br />

poi cuciva col ferro filato, il fabbricante <strong>di</strong> campane e<br />

campanacci con i suoi stampi, martelli, pinze, tenaglie<br />

e crogioli per ramare, dai quali usciva il suono armonico<br />

che accompagnava le mandrie.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Parliamo ora del target <strong>di</strong> riferimento: a chi si rivolge<br />

il Museo?<br />

«In particolare ai giovani che, percorrendo le sale<br />

espositive, hanno modo <strong>di</strong> ammirare oggetti frutto della<br />

creatività delle passate generazioni, <strong>di</strong> cui nemmeno<br />

lontanamente sospettavano l’esistenza. Ma anche il<br />

pubblico meno giovane vi può trovare molteplici spunti<br />

d’interesse e questo riguarda non solo gli stu<strong>di</strong>osi della<br />

civiltà conta<strong>di</strong>na, ma anche la gente comune e soprattutto<br />

i numerosi turisti che ogni anno scelgono i nostri luoghi<br />

per trascorrervi le vacanze, ai quali si vuole offrire, oltre al<br />

go<strong>di</strong>mento delle bellezze naturali, anche una più ampia<br />

conoscenza storico-culturale del territorio.»<br />

L’illustrazione degli oggetti è affidata, oltre che alla<br />

esposizione in sezioni tematiche, anche alle <strong>di</strong>dascalie in<br />

lingua italiana e in <strong>di</strong>aletto siciliano.<br />

Quali strumenti promozionali sono usati per far<br />

conoscere il museo?<br />

«Intanto, gli strumenti usuali, come un sito internet<br />

interattivo www.annalisabuccellato.it e depliant illustrativi.<br />

Poi, tre anni fa abbiamo avviato una rassegna chiamata<br />

“Il Museo racconta…” de<strong>di</strong>cata ogni anno a un tema<br />

sempre <strong>di</strong>verso che prevede un programma <strong>di</strong> convegni,<br />

spettacoli musicali, concerti, degustazioni, mostre<br />

fotografiche, laboratori live, visite guidate all’interno del<br />

museo, balli popolari, e soprattutto, portando in piazza gli<br />

oggetti inerenti, proponiamo delle rivisitazioni storiche<br />

<strong>di</strong> antiche tecniche, infine expo <strong>di</strong> produttori e operatori<br />

del territorio che hanno un legame col tema trattato.<br />

N. 2 2012<br />

17<br />

La prima e<strong>di</strong>zione “Di Pane in pasta”, la seconda “Il Latte e<br />

il Miele”, hanno riscosso un grande successo.<br />

Quali sono i prossimi obiettivi?<br />

«Quest’anno abbiamo avviato un progetto per le scuole,<br />

“La scuola visita il museo”, nel quale sono previste visite<br />

guidate e laboratori <strong>di</strong>dattici de<strong>di</strong>cati ad alcune attività,<br />

dando l’opportunità ai ragazzi <strong>di</strong> utilizzare <strong>di</strong>rettamente<br />

gli attrezzi tra<strong>di</strong>zionali impiegati nel passato.<br />

Criticità?<br />

«In primo luogo, la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> coprire le spese con le<br />

entrate. L’obiettivo più importante sarebbe quello <strong>di</strong> fare<br />

camminare il museo con le sue gambe, ma allo stato<br />

attuale ciò appare complicato. E poi, una scarsa attenzione<br />

degli Enti pubblici nei confronti delle attività culturali».


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

18<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

Il restauro del Crocifisso<br />

in sughero<br />

<strong>di</strong> Elena Vetere<br />

Quando nel 2008, mi fu commissionato, dalla <strong>Banca</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, il restauro del Crocifisso ottocentesco della<br />

Chiesa Madre <strong>di</strong> Castellammare del Golfo, rimasi molto<br />

perplessa perché non conoscendo ancora l’opera se non<br />

sommariamente, ero convinta che forse la priorità andava<br />

ad altre opere sicuramente più pregevoli e in con<strong>di</strong>zioni<br />

conservative peggiori.<br />

Ma ben presto e con grande stupore dovetti ricredermi.<br />

Dopo i primi saggi stratigrafici, mi accorsi che il colore<br />

originale si trovava sotto quattro strati <strong>di</strong> colore e due <strong>di</strong><br />

stucco. Fu una gioia quando scoprimmo che il perizoma<br />

mal pitturato, in realtà era in oro zecchino e la scoperta<br />

ancora più significativa fu la decorazione ad estofado<br />

ancora intatta sulla parte retrostante del perizoma.<br />

Questa particolare tecnica fu importata dagli spagnoli nel<br />

500 e usata fino alla seconda metà del seicento. Infatti<br />

già questo primo particolare mi indusse a pensare che il<br />

crocifisso fosse molto più antico. La pulitura della scultura<br />

è stata fatta completamente a bisturi poiché, vista la<br />

delicatezza del manufatto si è preferito limitare l’uso <strong>di</strong><br />

solventi che potevano risultare troppo aggressivi. In realtà<br />

rimuovendo le sovrastrutture aggiunte negli anni, anche<br />

l’anatomia è risultata mo<strong>di</strong>ficata con accenti significativi<br />

nella drammatizzazione espressiva e nella plasticità<br />

scultorea. A questo punto la convinzione che il Crocifisso<br />

risalga alla fine del cinquecento è <strong>di</strong>ventata una certezza.<br />

Ma l’aspetto più interessante <strong>di</strong> tutta l’opera, è la tecnica<br />

costruttiva. La scultura, a grandezza d’uomo, è scolpita<br />

nel sughero, con una tecnica a tutto tondo che prevede<br />

inserti <strong>di</strong> sughero modellati e assemblati da chio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

incannucciate, una tecnica che nella nostra cultura non<br />

trova riscontri. Infatti nell’Italia del sud le uniche opere<br />

in sughero, conosciute, sono quelle presepi ali con<br />

statuette della grandezza <strong>di</strong> 60 cm al massimo. E non vi è<br />

alcun riscontro con la statuaria trapanese del legno, tela<br />

e colla, dove il sughero è usato solo come riempimento.<br />

A questo punto le nostre ricerche si sono estese e<br />

spostandoci in Toscana, abbiamo visto che le uniche<br />

analogie le ritroviamo solo in due crocifissi, attribuiti<br />

rispettivamente alVerrocchio e al Pollaiolo. Da qui la ricerca<br />

sulla provenienza dell’opera. Il crocifisso fu donato ai Padri<br />

Carmelitani da una famiglia <strong>di</strong> origini alcamesi, trasferitasi<br />

a Firenze. Quin<strong>di</strong>, non è <strong>di</strong>fficile pensare che l’opera fu<br />

commissionata ad un artista toscano. Il crocifisso fu anche<br />

vittima <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o, infatti sono stati ritrovati segni dei<br />

danni subiti e le mani, unici elementi scolpiti in legno,<br />

sono sicuramente postume. La complessità e l’importanza<br />

dell’opera meriterebbe sicuramente stu<strong>di</strong> più approfon<strong>di</strong>ti<br />

e sarebbe auspicabile l’intervento <strong>di</strong> storici dell’arte per far<br />

luce su un’opera unica nel suo genere.<br />

Il restauro è stato molto complesso e la D.L svolta dal Dott.<br />

Bartolomeo Figuccio, funzionario della Soprintendenza<br />

<strong>di</strong> Trapani, è stato un momento <strong>di</strong> confronto molto utile<br />

al fine della corretta riuscita del lavoro.<br />

La reintegrazione pittorica è stata fatta con una tecnica<br />

riconoscibile, il puntinato, che permette una lettura<br />

completa dell’opera senza alterarne l’originalità.<br />

Oggi il Crocifisso troneggia in tutta la sua maestosità<br />

sull’altare Maggiore della Madrice <strong>di</strong> Castellammare<br />

e grazie all’intervento della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è stato<br />

possibile restituire al pubblico go<strong>di</strong>mento un’opera <strong>di</strong><br />

grande valore artistico e religioso.<br />

Particolare del volto dopo la pulitura Particolare del volto stuccato Particolare del volto a fine lavoro<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


N. 2 2012<br />

19


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

20<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

Come nasce un evento P.L.A.S.<br />

Per le Antiche Scale<br />

L’Associazione Turistica Pro Loco <strong>di</strong> Castellammare che mi<br />

onoro <strong>di</strong> rappresentare sin dalla propria costituzione avvenuta<br />

nel giugno del 2005, nasce su iniziativa <strong>di</strong> alcuni volenterosi<br />

privati, professionisti ed operatori nel settore del<br />

turismo e sulla spinta dell’allora Assessore al Turismo, che<br />

aveva palesemente espresso la necessità <strong>di</strong> poter contare<br />

sulla collaborazione <strong>di</strong> qualcuno che affiancasse l’amministrazione<br />

Comunale nella promozione del territorio, nella<br />

valorizzazione delle realtà e delle potenzialità naturalistiche,<br />

storiche,turistiche ed enogastronomiche.<br />

D’altronde le finalità che si prefiggono le Pro Loco sono<br />

proprio quelle della promozione del territorio.<br />

Nell’anno 2007, in uno dei perio<strong>di</strong> più bui della storia più<br />

recente <strong>di</strong> Castellammare, per lo scioglimento dell’Amministrazione<br />

e del Consiglio comunale, la Associazione turistica<br />

Pro Loco sorta appena 2 anni prima, si assunse l’onere,<br />

in sostituzione dell’Amministrazione, <strong>di</strong> mettere in cantiere<br />

una serie <strong>di</strong> iniziative al fine <strong>di</strong> rendere quanto più gradevole<br />

il soggiorno nella splen<strong>di</strong>da citta<strong>di</strong>na, così ricca <strong>di</strong> bellezze<br />

naturali, ai tanti turisti e visitatori che, nella stagione<br />

estiva, ci onorano della loro presenza.<br />

Essendo state accantonate dalla Commissione Prefettizia<br />

quelle manifestazioni che l’Amministrazione Comunale<br />

annualmente si faceva carico <strong>di</strong> promuovere e finanziare,<br />

(fra queste particolarmente suggestiva la Rievocazione Storica),<br />

si cominciò a lavorare su una manifestazione a carattere<br />

artistico culturale, che coinvolgesse la città ed i suoi<br />

ospiti, che richiamasse l’interesse dell’intera provincia e che<br />

allo stesso tempo nel tentativo <strong>di</strong> destagionalizzare venisse<br />

realizzata in un periodo che non ricadesse in pieno agosto,<br />

e così fu scelta la seconda settimana <strong>di</strong> settembre anche in<br />

<strong>di</strong> Nello D’Anna<br />

considerazione che nella vicina San Vito Lo Capo cui siamo<br />

collegati dalla splen<strong>di</strong>da Riserva Naturale Orientata dello<br />

“Zingaro”a fine settembre celebrano il Cous Cous Fest. Venne<br />

ripresa un’idea della socia Rosanna Fasulo che qualche<br />

anno prima aveva pensato ad una qualche manifestazione<br />

che avesse come scenario naturale il centro storico <strong>di</strong> Castellammare<br />

con le sue caratteristiche scalinate che furono<br />

all’origine della definizione araba data alla citta<strong>di</strong>na del golfo“Al<br />

Madarig”(le scale).<br />

L’idea venne trasformata in progetto dalla socia Maria Tesè<br />

e presentato alla Regione Siciliana, Assessorato al Turismo,<br />

da questi valutato positivamente ed inserito fra le manifestazioni<br />

<strong>di</strong>rettamente promosse e <strong>di</strong> conseguenza finanziato<br />

anche se parzialmente.<br />

Ai ragazzi <strong>di</strong> Z.E.P. (Zero Euro Production) che affiancano, da<br />

allora, l’attività della Pro Loco fu affidato, infine, l’incarico <strong>di</strong><br />

realizzare la manifestazione cosa che hanno sin qui mirabilmente<br />

fatto nelle 5 e<strong>di</strong>zioni precedenti.<br />

Fu subito un grande successo forse anche per il particolare<br />

momento storico in cui fu realizzata la prima e<strong>di</strong>zione, ma<br />

le successive hanno solo confermato la bontà dell’iniziativa.<br />

Oggi P.L.A.S. per il consenso e l’enorme successo ricevuto<br />

è fra le manifestazioni al vaglio della Regione Siciliana<br />

per essere inclusa fra le manifestazioni <strong>di</strong> grande richiamo,<br />

<strong>di</strong>rettamente promosse e <strong>di</strong> conseguenza annualmente<br />

finanziate. Ci auguriamo che ciò possa avvenire al più presto<br />

anche perché i costi <strong>di</strong> realizzazione sono sempre più<br />

onerosi e non facilmente sostenibili. A tale proposito un<br />

sentito ringraziamento va rivolto alla <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, che sin dal primo anno ha sostenuto<br />

le attività promosse dalla nostra Associazione.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


21<br />

LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Scopello: una borgata<br />

d’altri tempi<br />

Tra le bellezze che costituiscono il territorio <strong>di</strong><br />

Castellammare del Golfo dobbiamo annoverare Scopello.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un antico borgo, che alle origini, dall’alto <strong>di</strong> una<br />

collina, dominava lo splen<strong>di</strong>do golfo <strong>di</strong> Castellammare.<br />

Se facessimo un viaggio nella memoria dell’uomo e della<br />

natura, scopriremmo che Scopello affonda le sue ra<strong>di</strong>ci<br />

lontano nel tempo.<br />

Già nel III secolo a.C., nelle sue vicinanze, sorgeva il villaggio<br />

<strong>di</strong> Cetaria, i cui abitanti erano abili pescatori. Della sua<br />

esistenza, nel periodo arabo, ne parla un testo <strong>di</strong> Yàqùt,<br />

in cui viene chiamato Usqubul. Scoupellos appare in un<br />

documento del 1097 e trae origine dai faraglioni o dagli<br />

scogli. Gli abitanti <strong>di</strong> Scopello si de<strong>di</strong>cavano abilmente<br />

anche alla pesca del tonno. Questa loro bravura ha<br />

origini arabe. Infatti gli Arabi, nel Me<strong>di</strong>oevo, quando si<br />

inse<strong>di</strong>arono in Sicilia, costruirono le tonnare, come quella<br />

<strong>di</strong> Scopello. Misero in opera un sistema <strong>di</strong> reti fisse, per la<br />

pesca del tonno, che prese il nome <strong>di</strong> tonnara.<br />

Essi avevano notato che il tonno, in prossimità della<br />

costa, se incontrava un ostacolo, non tornava in<strong>di</strong>etro,<br />

ma girava intorno. Allora pensarono <strong>di</strong> escogitare un<br />

sistema <strong>di</strong> camere, costituite da reti fisse, poste in mare,<br />

in modo tale che i tonni, proseguendo, andavano a finire<br />

nell’ultima grande camera, dove i tonnaroti l’aspettavano<br />

per arpionarli e issarli nelle barche.<br />

La tonnara <strong>di</strong> Scopello era un piccolo villaggio, incastonato<br />

in una natura rigogliosa, dove alloggiavano 37 tonnaroti.<br />

Questo locale si chiamava “vicaria”. Era lì che abitava per<br />

tutto il periodo della pesca (da aprile a giugno) la ciurma,<br />

mentre il raisi, che stava con la propria famiglia, in una<br />

casa a parte, era il capo della tonnara. Egli dava or<strong>di</strong>ni ai<br />

tonnaroti, durante le operazioni della pesca, a suon <strong>di</strong><br />

fischi. Questi pescatori, per rendere più accettabile il loro<br />

duro lavoro, cantavano antiche canzoni, dette “cialome”.<br />

Ma ritorniamo al nostro centro <strong>di</strong> gravità: Scopello.<br />

Questo pittoresco borgo marino, oggi, meta <strong>di</strong> molti<br />

turisti, si può definire la porta della Riserva dello Zingaro.<br />

Il turista, però, non passa da Scopello, si ferma per godere<br />

la sua atmosfera <strong>di</strong> altri tempi. Nella piazzetta scopre<br />

subito una fontana con abbeveratoio, retaggio <strong>di</strong> una<br />

fiorente pastorizia. Se, attraverso la porta ad arco, si inoltra<br />

nel baglio, che era un real sito borbonico, dove ancora<br />

si notano le tracce <strong>di</strong> una residenza secondaria <strong>di</strong> caccia<br />

del re Fer<strong>di</strong>nando, prova una sensazione strana, come se<br />

si ritornasse a ritroso negli anni, gustando l’architettura<br />

sobria e modesta degli ambienti circostanti e dello spazio<br />

centrale, dominato da una pianta secolare.<br />

D’estate il borgo si anima, prende vita con i suoi ristoranti,<br />

N. 2 2012<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

<strong>di</strong> Maurizio Aiello<br />

pizzerie, bar, alberghi e bazar, senza perdere il suo fascino,<br />

senza gran<strong>di</strong> clamori. Nel borgo tutto è a misura d’uomo,<br />

<strong>di</strong> sentimenti e <strong>di</strong> amore per la vita.<br />

Certo se fosse rimasto incontaminato, se fosse stato<br />

risparmiato dalla mano dell’uomo che ha dato vita a<br />

processi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, forse avrebbe meglio rivelato la<br />

sua natura selvaggia e guar<strong>di</strong>nga.<br />

Ma guar<strong>di</strong>ngo Scopello lo è, comunque, le sue stra<strong>di</strong>ne<br />

con gran<strong>di</strong> ciottoli, quelle viuzze che scendono<br />

degradando, gli scaloni e i gra<strong>di</strong>ni, le basse case che si<br />

arrampicano le une sulle altre sono l’espressione <strong>di</strong> un<br />

paese che vuole restare inalterato.<br />

Nel baglio, poi, i tanti negozietti, che stimolano il turista, le<br />

se<strong>di</strong>e dei bar e i tavoli dei vari esercizi <strong>di</strong> ristorazione non<br />

sembrano <strong>di</strong>sturbare il borgo, che, al <strong>di</strong> là, oltre l’abitato,<br />

è solenne, maestoso, originale, con le sue terrazze che<br />

quasi conducono giù, giù fino al mare.<br />

Scopello appartiene alla natura, appartiene al mare,<br />

appartiene a chi lo conosce, a chi lo sente intimamene suo.<br />

I faraglioni appaiono come giganti che si ergono dal mare;<br />

gli innumerevoli scogli tanto scivolosi con la leggera<br />

coperta <strong>di</strong> alghe che regala loro un’intensa colorazione<br />

verdastra, sembrano insi<strong>di</strong>e silenti per il nuotatore<br />

<strong>di</strong>stratto, ma regalano ancoraggi formidabili per chi vuole<br />

avere un <strong>di</strong>retto rapporto con il mare.<br />

E un rapporto Scopello lo chiede in termini <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

delle sue mura, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa delle sue coste, <strong>di</strong> ossequio verso<br />

la sua natura.


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

22<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

Una bellezza sconosciuta:<br />

il Monte Inici<br />

<strong>di</strong> Maria Antonietta Macrì<br />

Le bellezze <strong>di</strong> Castellammare del Golfo sono in<strong>di</strong>scutibili;<br />

incontestabile è il patrimonio paesaggistico che essa<br />

offre al visitatore; notevole il fascino che promana dalle<br />

sue spiagge, dalle calette, dagli anfratti, dagli angoli<br />

sperduti e silenti che racchiudono una storia, un evento,<br />

una fantasia anche; misterioso il suo monte, il monte<br />

Inici per l’appunto, che si staglia inesorabile verso il<br />

golfo sovrastandolo con la sua imperiosità, quasi come<br />

un gigante che esige rispetto e considerazione.<br />

A ben guardare, come <strong>di</strong>ce Totò Sammataro, Monte<br />

Inici “merita tanta attenzione, esso è uno scrigno ricolmo<br />

<strong>di</strong> preziosi gioielli,come la sua struttura geologica e<br />

l’evoluzione genetica delle sue cavità, la flora che lo ricopre<br />

e gli inse<strong>di</strong>amenti o le loro tracce che segnano il tempo<br />

della sua età produttiva”.<br />

Il cuore <strong>di</strong> monte Inici è ricco, splen<strong>di</strong>do come un<br />

<strong>di</strong>amante <strong>di</strong> grande caratura, come un astro che<br />

brilla oltre le sue possibilità; le sue cavità possono<br />

considerarsi, senza tema <strong>di</strong> smentite,pari alle Cuevas del<br />

Drag <strong>di</strong> Palma <strong>di</strong> Maiorca, alle grotte <strong>di</strong> Nettuno, a quelle<br />

<strong>di</strong> Frasassi, o alle <strong>di</strong>eci più belle grotte italiane come<br />

quelle dell’Aquila, <strong>di</strong> Frosinone, <strong>di</strong> Castellana, ricche e<br />

pullulanti <strong>di</strong> stalattiti, stalagmiti, laghetti e cascate oltre<br />

ai drappeggi <strong>di</strong> calcite e alle bizzarre forme <strong>di</strong> erosione<br />

delle volte.<br />

È doveroso intanto una precisazione: bisogna parlare <strong>di</strong><br />

gruppo del Monte Inici, costituito dall’ omonimo monte<br />

più alto, dalla punta più bassa che è Pizzo Teleffio, e<br />

da Pizzo Niviere e da Pizzo Stagnone che si protende<br />

dominando Castallammare, quattro vette dunque, in<br />

cui si possono riconoscere <strong>di</strong>versi aspetti morfologici<br />

che danno origine a litologie variegate, dalle terrazze<br />

calcarenitiche <strong>di</strong> Scopello alla conformazione ciottolosica<br />

<strong>di</strong> Guidaloca, all’arenile sabbioso della spiaggia.<br />

La litologia muta poi quando si lascia Castellammare e ci si<br />

imbatte in un paesaggio ora con pareti scoscese, ora con<br />

tratti a faglie o altre con fenomeni <strong>di</strong> dolomitizzazione.<br />

Il tutto accompagnato da una flora <strong>di</strong>versificata figlia <strong>di</strong><br />

un clima temperato che dà vita a piante come la palma<br />

nana, i frassini, i fiordalisi, i giaggioli, il croco, fino alla<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


vasta gamma delle orchidee, delle ofri<strong>di</strong>.<br />

Ma è la cavità del Monte Inici, il tesoro più inesplorato<br />

e unico nel suo genere, con aggregazioni calcitiche<br />

estese la cui bellezza è inenarrabile.<br />

Nella parte meri<strong>di</strong>onale della vetta si ergono le scarpate<br />

strapiombanti che lasciano intravvedere due grotte,<br />

dalle quali ci si immette in due cavità: l’Abisso del Cavallo,<br />

detto pure dell’Eremita e l’Abisso dei Cocci.<br />

La loro origine geologica è probabilmente dovuta al<br />

un’unica strutturazione carsica e gli abissi si saranno<br />

formati grazie al drenaggio delle acque superficiali<br />

nell’interno carbonatico.<br />

La prima grotta che deve il nome anche alla presenza <strong>di</strong><br />

un eremita che vi ha abitato per lungo tempo in totale<br />

solitu<strong>di</strong>ne, si estende per circa 4 chilometri con un<br />

<strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> 300 metri con tre ingressi a varie quote,ha<br />

la sua peculiarità nelle conformazioni a cupola. Vere<br />

e proprie volte che si sono formate dall’accumulo a<br />

guisa <strong>di</strong> stalattiti <strong>di</strong> guano dei pipistrelli, trasformato<br />

dalle acque sulfuree in carbonato apatite. Un effetto<br />

suggestivo quello che ne deriva per tale grotta che oggi<br />

viene anche chiamata “Grotta dello Spirito” o “grotta <strong>di</strong><br />

Brando” e che risulta ancora più suggestiva se si tiene<br />

conto che non è un ecosistema marino né tantomeno<br />

collinare. È un contesto tipicamente montano che<br />

lascia chiaramente intuire la presenza <strong>di</strong> popolazioni<br />

le quali si sono spinte verso l’alto forse per sfuggire<br />

al pericolo incombente del mare o forse per liberarsi<br />

dall’oppressione <strong>di</strong> altre popolazioni vicine<br />

Altra incre<strong>di</strong>bile suggestione offre L’abisso dei Cocci, così<br />

definito proprio per l’incre<strong>di</strong>bile quantità <strong>di</strong> cocci che<br />

sono stati rilevati. Ha un’estensione <strong>di</strong> circa 2 chilometri,<br />

una profon<strong>di</strong>tà massima <strong>di</strong> 300 metri e si sviluppa per lo<br />

più in orizzontale.<br />

L’effetto scenografico è unico: spazi stretti che si<br />

allargano per poi stringersi e <strong>di</strong>latarsi in una continua<br />

alternanza che consente <strong>di</strong> vedere cortine stalattitiche,<br />

stalagmitiche e candelabri per immettere ancora<br />

in saloni le cui concrezioni assumono colorazioni<br />

variopinte, ora bianche, ora gialle che sfumano nell’ocra,<br />

nel rosso ruggine fino a <strong>di</strong>venire rosa. Colonne formatesi<br />

dall’unione <strong>di</strong> stalagmiti e stalattiti in una sorta <strong>di</strong> bacio<br />

il cui effetto e strabiliante, e poi cannule e poi ancora<br />

pisoliti e ancora vele. E i laghetti il cui brillio incanta e<br />

il silenzio che suggestiona, rapisce, avvolge quasi fosse<br />

un omaggio a tanta bellezza.<br />

Regalo <strong>di</strong> madre natura queste grotte, ma anche regalo<br />

<strong>di</strong> Castellammare la cui posizione tra il monte ed il mare<br />

è espressione <strong>di</strong> una generosità per i suoi abitanti, per i<br />

visitatoti, per gli stu<strong>di</strong>osi, per quegli speleologi armati <strong>di</strong><br />

passione e sacrificio che hanno scoperto tutto questo.<br />

Regalo <strong>di</strong> un tempo che fu e che resta inesorabilmente<br />

vivo nel nostro presente.<br />

N. 2 2012<br />

23


LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />

Castellammare da gustare<br />

Qualunque sia l’appellativo che <strong>di</strong>ate in dono a questa<br />

terra, lei vi darà ospitalità con il suo sole splendente, la<br />

natura incorrotta, costellata <strong>di</strong> riserve marine e non solo,<br />

e le sue coste da sogno, sfiorate da un Tirreno sempre più<br />

azzurro e sempre più intenso.<br />

Sembra, ovunque tu sia visitatore o residente, <strong>di</strong> essere sul<br />

mare, se si sollevano gli occhi, contemplando le nuvole<br />

che galoppano velocemente tra la terra verdeggiante <strong>di</strong><br />

limoni, arance, ulivi e viti, ed il mare spumeggiante quando<br />

il vento lo increspa.<br />

La costa <strong>di</strong> Castellammare del Golfo è una terra <strong>di</strong> miraggi,<br />

vuoi anche per il sole cocente, e perché deliziosamente<br />

esposta ai venti che l’inebriano d’odor <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> pesce<br />

fresco; è una terra fantastica la nostra Castellammare;<br />

è piena <strong>di</strong> dolcezza la sua marina ancora visibilmente<br />

ancorata ad una pesca che non vuole e non deve morire;<br />

resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che<br />

come un vero permanervi, questo viaggio compiuto con i<br />

corsisti del PON; un viaggio spesso astatico, quando guardo<br />

i gabbiani che si lasciano trasportare tra terra e mare.<br />

Natura, arte, cultura e tra<strong>di</strong>zione si fondono lì, dove basta<br />

buttare un occhio ad oriente e “sentire” le isole Eolie, visibili<br />

solo quando l’aria si sta gonfiando <strong>di</strong> pioggia, e con l’altro<br />

scorgere la sempreverde macchia me<strong>di</strong>terranea, proprio<br />

lungo la fascia costiera, tra Alcamo e San Vito Lo Capo, proprio<br />

lungo il tratto che ci lascia ancora sognare: Scopello con la<br />

sua tonnara ed i suoi monumentali faraglioni e lo Zingaro,<br />

riserva incontaminata, dove regna, tra il silenzio del mare e<br />

quello della terra, un mondo che non deve scomparire.<br />

Possiamo considerare il golfo <strong>di</strong> Castellammare come una<br />

sub-regione della Sicilia, poiché le tra<strong>di</strong>zioni culturali e<br />

l’attaccamento alla storia, ben si <strong>di</strong>stanziano dal resto della<br />

regione, rendendola unica nel suo genere e tutta da scoprire.<br />

24<br />

Tra<strong>di</strong>zioni a Castellammare del Golfo<br />

<strong>di</strong> Filippo Nobile<br />

Basti solamente pensare alle varie dominazioni che ha<br />

subito lungo la sua millenaria storia, finestra sul Tirreno e<br />

punto d’approdo degli Elimi e, poi, dei Romani.<br />

Come non nominare poi i normanni e gli Svevi, che<br />

per lungo tempo decantarono le meraviglie ed i colori<br />

incontaminati <strong>di</strong> questo territorio.<br />

È facile, dunque, scorgere e<strong>di</strong>fici frutto dei dettami <strong>di</strong> uno<br />

stile eclettico che non ha mai abbandonato l’amore per il<br />

mare, quello da vivere, da far vivere e quello da gustare.<br />

Una lunga storia alle spalle, che la gente <strong>di</strong> Castellammare<br />

non <strong>di</strong>mentica e <strong>di</strong> cui può andare fiera.<br />

Sono proprio le persone che completano il quadro <strong>di</strong><br />

questo incantevole porticciolo, prima peschereccio ed ora<br />

turistico, quasi del tutto.<br />

Solari, come la propria terra, <strong>di</strong>sponibili e con il sorriso sulle<br />

labbra, tipico delle zone del sud legate al mare, alle navi<br />

che approdano e a quelle che partono.<br />

Gente estroversa, con la quale anche conversare ti mette<br />

<strong>di</strong> buon umore. Provate ora a miscelare questi ingre<strong>di</strong>enti,<br />

shakerate per bene e avrete Castellammare del Golfo <strong>di</strong> oggi.<br />

Luogo ideale per le vostre vacanze da sogno.<br />

Mare cristallino, tra<strong>di</strong>zioni del passato ancora vive, gente<br />

raggiante e <strong>di</strong>sponibile.<br />

Insomma, gente <strong>di</strong> mare per “vivere il mare”.<br />

Gente splen<strong>di</strong>da come i docenti corsisti <strong>di</strong> questo corso<br />

che hanno dentro, visibilmente ancorato, quanto <strong>di</strong> meglio<br />

questa terra è stata ed è, con la sua storia ma, più ancora,<br />

con la devozione alla tra<strong>di</strong>zione che non deve e non può<br />

scomparire.<br />

Un mare da gustare nella sua pienezza nei suoi tantissimi<br />

ristoranti. Uno più suggestivo dell’altro e tutti davvero<br />

capaci <strong>di</strong> lasciar scorrere, dentro, i profumi e i sapori, <strong>di</strong> una<br />

terra squisitamente e volutamente affascinante.<br />

Li vogliamo ricordare, senza far torto a nessuno:<br />

Antiche scale, in Corso Bernardo Mattarella, angolo<br />

villa comunale, in Via me<strong>di</strong>ci, 7/9. Il titolare del ristorante<br />

Antiche Scale, il Signor Giacomo Giordano, ha saputo<br />

valorizzare la tra<strong>di</strong>zione gastronomica locale grazie<br />

all’utilizzo giornaliero <strong>di</strong> prodotti tipici rigorosamente<br />

freschi. Il ristorante mette a <strong>di</strong>sposizione dei clienti una<br />

buona scelta <strong>di</strong> piatti e prodotti tipici della tra<strong>di</strong>zione<br />

gastronomica locale. Un servizio particolarmente attivo e<br />

veloce, una struttura davvero accogliente e una gestione<br />

che vi farà sentire fin da subito a casa <strong>di</strong> amici. Tra le<br />

specialità: Polpette <strong>di</strong> sarde a beccafico, Cappuccetti fritti,<br />

Ostriche gratinate, Cozze gratinate, Uova <strong>di</strong> tonno, Pasta<br />

con finocchietto e sarde, Linguine con gambero rosso. Lo<br />

Chef consiglia: Spaghetti con uovo <strong>di</strong> tonno e gambero<br />

rosso, Busiate con spada e melanzane, Pappardelle al<br />

sugo <strong>di</strong> cinghiale, Linguine all’astice, pescato del giorno;<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


la Trattoria dallo Zio Andrea si mangia bene, in Piazza<br />

Petrolo, 16; la Trattoria Geronimo, in Via Guglielmo<br />

Marconi, 121, il Ristorante La Muciara, in Via <strong>Don</strong> Luigi<br />

Sturzo 12; la Trattoria Scopello, in località Scopello, a<br />

pochi metri dai magnifici faraglioni; Egesta Mare, in Via<br />

fiume, a due passi da largo Petrolo, adagiato su <strong>di</strong> una<br />

pittoresca scalinata, tra piante e odori inebrianti, durante le<br />

serate estive, tel. 0924 30409, cel. 3336832208, 3939482183<br />

(il ristorante Egesta Mare offre alla sua clientela una vasta<br />

scelta <strong>di</strong> ricette siciliane <strong>di</strong> pesce preparate secondo<br />

le più antiche tra<strong>di</strong>zioni. È il posto ideale per pranzare o<br />

cenare immersi in una silenziosa piazzetta a due passi dal<br />

centro storico e dalla marina <strong>di</strong> Castellammare. Tra i piatti<br />

più prelibati: Letto <strong>di</strong> caponata con capucetti, Involtino <strong>di</strong><br />

spada con rucola, Arancia con tonno agrodolce, Cocktail<br />

<strong>di</strong> gambero, Insalata <strong>di</strong> mare, Millefoglie al ragù <strong>di</strong> pesce,<br />

Busiata scampi in salsa <strong>di</strong> pistacchio, Pesce fresco in<br />

bellavista, Gambero arrosto); il Ristorante La Cambusa,<br />

<strong>di</strong> antiche tra<strong>di</strong>zioni, lungo la costeggiate del porticciolo<br />

turistico, in via <strong>Don</strong> Leonardo Zangara, 67, 0924 30155<br />

(location molto attraente, dai tavoli a sedere si può<br />

avere una vista del porto turistico <strong>di</strong> Castellammare del<br />

Golfo, <strong>di</strong>sta circa 20 metri dal mare. In estate il locale è<br />

frequentato da tantissimi turisti che apprezzano la qualità<br />

del cibo e dei prodotti del ristorante. Il pesce fresco è<br />

mostrato in una vetrina <strong>di</strong>nnanzi al locale, viene pescato<br />

in zona cosi da essere veramente fresco e <strong>di</strong> ottima qualità.<br />

Con oltre quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> storia, La Cambusa è il luogo<br />

ideale per chi intende degustare delle ottime proposte<br />

a base <strong>di</strong> pesce appena pescato. Il ristorante è ubicato in<br />

un luogo incantevole, immerso in un suggestivo scenario<br />

che si affaccia <strong>di</strong>rettamente sul mare, un luogo tanto bello<br />

quanto i piatti proposti, curati nella presentazione come<br />

solo pochi sanno fare. È festival <strong>di</strong> sapori e <strong>di</strong> colori che si<br />

fondono per regalarvi momenti <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario relax. Tra i<br />

piati tipici l’antipasto della Cambusa con prodotti pescati<br />

al momento in base al pescato del giorno, il Cous cous <strong>di</strong><br />

pesce, le Busiate <strong>di</strong> pasta fresca del Golfo, pescato del giorno<br />

in bellavista, zuppe <strong>di</strong> pesce fresco, cartoccio <strong>di</strong> pesce<br />

fresco); il Ristorante Pizzeria Baida, in Contrada Castello Di<br />

Baida, tel. 0924 38029; il Ristorante Posidonia, in Via <strong>Don</strong><br />

Zangara, 13; Dallo Zio Andrea, in Via Sant’Antonino, cel.<br />

393 0666323; il Ristorante La Terrazza, in Via Marco Polo,<br />

a Scopello, tel. 0924 541198; Il Ristorantino del Monsù,<br />

in Via Vittor Pisani 2, angolo Piazza Petrolo, a due passi<br />

da una incantevole e suggestiva cala, tel. 0924 531031<br />

(ristorantino a gestione familiare ubicato nelle imme<strong>di</strong>ate<br />

vicinanze del mare, propone una vasta scelta <strong>di</strong> specialità<br />

a base <strong>di</strong> pesce. L’attenzione è rivolta soprattutto alla<br />

freschezza del pescato e alla selezione degli ingre<strong>di</strong>enti.<br />

Consigliati i primi <strong>di</strong> pasta fresca e molto casalinghi i dolci);<br />

il New Salvinius, in Via <strong>Don</strong> Luigi Zangara, 69, tel. 0924<br />

30185; il ristorante La Campana, in Via Del Macello 12, in<br />

prossimità del Pub Silos, dunque, in Piazza Largo Petrolo,<br />

tel. 0924 30606; La Darsena, in Contrada Spiaggia Plaia 1,<br />

tel. 0924 30999; La Nuova Lampara Piccola, in Contrada<br />

N. 2 2012<br />

25<br />

Spiaggia Plaia, 17, tel. 0924 31440; il Ristorante Pizzeria La<br />

Duchessa, inVia Duchessa 34, tel. 0924 34900; Antica Brace<br />

<strong>di</strong> Gaspare Beninati, in Via Francesco Crispi, tel. 0924 31770;<br />

L’Approdo, in Via <strong>Don</strong> Luigi Zangara 85, tel. 0924 31525;<br />

La Timpa <strong>di</strong> Cusumano Francesco, in Via Arciprete Militelli<br />

8, tel. 0924 31316; Lo Zingaro, in Contrada Grotticelli<br />

Scopello, tel. 0924 541324; Il Mulino <strong>di</strong> Scopello, in Ctr.<br />

Scopello 7, a pochi passi dal centro storico del piccolo<br />

borgo e con vista mozzafiato sul golfo <strong>di</strong> Castellammare,<br />

tel. 0924 541336 (la cucina dai profumi marinari e dai<br />

tocchi originali offre specialità tipiche siciliane, come<br />

la pasta con i finocchi e sarde e piatti che racchiudono i<br />

moderni valori nutrizionali che spaziano dalle busiate<br />

<strong>di</strong> cernia e ricciola agli agrumi <strong>di</strong> sicilia, alla caponata <strong>di</strong><br />

pesce spada, al tonno fresco, i gamberoni, il cous cous <strong>di</strong><br />

pesce, fino ad arrivare alla specialità <strong>di</strong> carne ai ferri con<br />

Angus. E chiaramente come vuole la tra<strong>di</strong>zione dolciaria<br />

siciliana il «cannolo» che il ristorante il Mulino propone<br />

con una cialda al cacao molto croccante ricoperta con la<br />

ricotta fresca, la cioccolata calda e accompagnato da una<br />

composta <strong>di</strong> marmellata d’arance); Il Patio, affascinante<br />

ristorante in via don Leonardo Zangara, 53, alla Cala Marina,<br />

sullo splen<strong>di</strong>do e caratteristico porto <strong>di</strong> Castellammare<br />

del Golfo, tel. 0924 35110 e cel. 333 233 92 94 (<strong>di</strong> pregio il<br />

couscous <strong>di</strong> pesce alla trapanese, il couscous con gamberi<br />

e patate in cestino croccante, il couscous alla pantesca, il<br />

couscous con ortaggi dorati, pistacchi <strong>di</strong> Bronte, capperi<br />

ed erbetta cipollina servito in abbinamento con marsala<br />

vergine, couscous mamma Africa con zuppa <strong>di</strong> verdure<br />

dolci, patate, verza e montone; e, poi, le zuppe marinare,<br />

come la zuppa <strong>di</strong> vongole, l’impepata <strong>di</strong> cozze al limone,<br />

la zuppa <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong> mare e crostacei, la zuppa ricca <strong>di</strong><br />

pesce e crostacei; e, poi, i primi: ghiotta d’aragosta,<br />

spaghetto spezzato in zuppa d’aragosta alla marettimara,<br />

riso gattopardo, riso carnaroli al sugo nero <strong>di</strong> seppia con<br />

sorbetto tiepido <strong>di</strong> gambero rosa e ricci in cascata, risottino<br />

mare chiaro, marinara bianca con frutti <strong>di</strong> mare e asparagi<br />

<strong>di</strong> mare, ravioli <strong>di</strong> granchio al sugo <strong>di</strong> crostacei, spaghetti<br />

con ricci <strong>di</strong> mare, tagliolino alla carbonara <strong>di</strong> gamberi con<br />

bottarga <strong>di</strong> tonno rosso, busiate con carciofi e pescatrice,<br />

spaghetti con vongole e pomodorini, busiate con macco <strong>di</strong><br />

fave e cozze, casarecce alle uova <strong>di</strong> san Pietro, con pistacchi<br />

e basilico, busiatino alla maccusa, con pesto alle mandorle,<br />

gamberi e melanzana tunisina, gnocchi croccanti al forno,<br />

con guanciale, formaggi freschi e pistacchi <strong>di</strong> Bronte,<br />

anelletti in barca <strong>di</strong> melanzane, al sugo <strong>di</strong> pomodorini e<br />

basilico con tuma gratinata, busiata al pesto trapanese,<br />

con patate e melanzane fritte; profumati i secon<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

pesce: tasca <strong>di</strong> pesce spada alle mandorle con sughetto<br />

al pomodorino e basilico, tagliata <strong>di</strong> tonno con doratura<br />

<strong>di</strong> erbette e mandorle sul letto <strong>di</strong> verdure e germogli,<br />

calamari muttunati <strong>di</strong> couscous e olive con sughetto<br />

all’isolana, tranciotto <strong>di</strong> cernia al sale grosso, fritto ricco <strong>di</strong><br />

paranza, grigliata mista, trancio <strong>di</strong> pesce spada alla brace,<br />

gamberoni rossi <strong>di</strong> Mazara alla brace, pescato del giorno,<br />

aragoste e astici delle Ega<strong>di</strong>).


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

26<br />

Medaglie<br />

Soa<strong>di</strong>, giovane azienda,<br />

nel campo del caffè in cialde<br />

La passione per l’innovazione e la sod<strong>di</strong>sfazione del cliente<br />

La Soa<strong>di</strong> nasce solo un anno fa, quando inizia il suo lungo<br />

viaggio nel mondo del Caffè <strong>di</strong> qualità, <strong>di</strong>ventando<br />

subito, con le sue miscele, un punto <strong>di</strong> riferimento per<br />

tantissime catene <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzioni, supermercati, bar e<br />

pasticcerie e famiglie siciliane e non solo.<br />

“Una delizia in tazzina”, un Espresso che rende la<br />

degustazione del Caffè un’esperienza unica; è la missione<br />

che accompagna, fin dall’inizio, questa giovanissima<br />

azienda. L’instancabile ricerca per realizzare la sua idea<br />

<strong>di</strong> Caffè Espresso eccellente nel tempo è <strong>di</strong>ventata per<br />

questi giovani impren<strong>di</strong>tori una vera e propria filosofia<br />

aziendale; un metodo <strong>di</strong> lavoro efficace per ottenere la<br />

qualità speciale delle miscele.<br />

La Soa<strong>di</strong>, è un’azienda emergente operante nel settore<br />

del caffè monoporzionato, nello specifico delle cialde,<br />

avente sede a Castellammare del Golfo, che <strong>di</strong>stribuisce<br />

e commercializza sia nel settore della grande<br />

<strong>di</strong>stribuzione organizzata sia negli hotels, ristoranti<br />

(HORECA) <strong>di</strong> buona parte della Sicilia.<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Butera<br />

Il progetto dei fratelli Domenico e Vito Sottile si è<br />

proposto <strong>di</strong> creare un’azienda che sappia interpretare le<br />

esigenze del mercato moderno e seguire le <strong>di</strong>namiche<br />

evolutive, in un settore quello del caffè, in cui avevano<br />

maturato, precedentemente, anni <strong>di</strong> esperienza.<br />

All’interno dell’azienda ciascuno <strong>di</strong> loro ha seguito<br />

le proprie naturali inclinazioni, Domenico Sottile<br />

si occupa della produzione, Vito Sottile della<br />

<strong>di</strong>stribuzione e commercializzazione.<br />

Secondo vari stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> settore, le proposte arrivate sul<br />

mercato del caffè porzionato, supportate da adeguata<br />

informazione e <strong>di</strong>stribuzione, hanno ottenuto ottimo<br />

gra<strong>di</strong>mento da parte dei consumatori.<br />

«La Soa<strong>di</strong> nasce dalla passione per il caffè <strong>di</strong> ottima<br />

qualità, che per molti è legato all’espresso del bar,<br />

ma il cambiamento, il progresso e l’innovazione ci<br />

permettono <strong>di</strong> eseguire in maniera semplice, un<br />

perfetto espresso in casa propria» ha commentato<br />

Domenico Sottile.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Il caffè Soa<strong>di</strong>, viene prodotto in cialde <strong>di</strong> carta filtro<br />

ed una volta inserito nella macchina per il caffè,<br />

premendo semplicemente il tasto dell’erogazione,<br />

l’espresso è pronto. Si verifica un fenomeno che<br />

potremmo paragonare ad una rivoluzione che<br />

risponde alle nuove esigenze dei consumatori.<br />

Secondo una ricerca svolta nel 2011, vi è stato un<br />

calo nel consumo <strong>di</strong> caffè al bar ed un progressivo<br />

aumento del caffè monoporzione soprattutto <strong>di</strong><br />

quello con rapporto qualità/prezzo più vantaggioso.<br />

L’idea <strong>di</strong> consentire, a chiunque, esperto o meno,<br />

<strong>di</strong> farsi un buon caffè è il punto <strong>di</strong> svolta, unito dal<br />

fatto che è un sistema pulito, infatti, permette <strong>di</strong> non<br />

sporcare durante l’esecuzione.<br />

Seppure legati, “affettivamente”, alla caffettiera, è<br />

lecito pensare a <strong>di</strong>sponibilità verso il cambiamento<br />

delle proprie abitu<strong>di</strong>ni con la macchina per caffè, che<br />

in maniera veloce, bastano pochi secon<strong>di</strong>, ti permette<br />

<strong>di</strong> eseguire un espresso come al bar.<br />

I due giovani impren<strong>di</strong>tori della Soa<strong>di</strong> amano<br />

l’innovazione e desiderano che tutti possano avere<br />

una macchina per espresso in cialde e seguire<br />

l’inarrestabile passo del progresso, come è successo<br />

con altri elettrodomestici a suo tempo.<br />

Detto così sembrerebbe un <strong>di</strong>scorso legato solo al<br />

ricavo cioè più macchine - maggiori guadagni, in<br />

realtà vi è un pensiero filantropico alla base, poiché il<br />

progresso è reale quando consente ad ogni uomo <strong>di</strong><br />

usufruire della tecnologia, come pure <strong>di</strong> poter avere<br />

il meglio.<br />

La giovane Soa<strong>di</strong> è attenta anche al tema dell’ecologia,<br />

infatti, la cialda in carta filtro può essere smaltita<br />

nell’organico, per quanto riguarda l’involucro esterno,<br />

sta vagliando altre possibilità che preservino il<br />

prodotto, riducendo l’impatto ambientale.<br />

La Soa<strong>di</strong> si propone come obiettivi per il futuro:<br />

l’incremento del mercato e della visibilità nel territorio,<br />

risultati che solo il cliente permette <strong>di</strong> raggiungere,<br />

N. 2 2012<br />

27<br />

attraverso una politica aziendale fondata sulla crescita<br />

qualitativa costante, unita al mantenimento <strong>di</strong> prezzi<br />

competitivi.<br />

L’azienda acquista con particolare cura la materia<br />

prima, facendo in modo <strong>di</strong> adoperare sempre il<br />

meglio sia come tipologie <strong>di</strong> caffè che come materiale<br />

d’imballaggio, scegliendo solo made in Italy certificato,<br />

perché la qualità del prodotto e la sod<strong>di</strong>sfazione del<br />

cliente ripagano sempre il produttore.<br />

«La formulazione della miscela è stato un passo<br />

molto travagliato, che ha richiesto molta pazienza e<br />

conoscenza del “microcosmo” caffè, ma alla fine ha<br />

permesso <strong>di</strong> creare, un espresso corposo, ricco <strong>di</strong><br />

crema e dal gusto intenso, corrispondendo così ai<br />

canoni ideali» ha precisato Vito Sottile.<br />

L’azienda, continua la ricerca ed i controlli qualitativi,<br />

l’assaggio e la catalogazione <strong>di</strong> nuovi caffè, con<br />

il duplice obiettivo <strong>di</strong> creare nuove miscele e <strong>di</strong><br />

perfezionare quelle già esistenti, al fine <strong>di</strong> arricchire le<br />

caratteristiche aromatiche e il gourmet organolettico<br />

del prodotto finito.<br />

Le cialde sono prodotte da un impianto industriale<br />

che aspirato il caffè tostato, lo macina, poi lo veicola<br />

nelle vasche e lo pressa tra due fogli <strong>di</strong> carta filtro,<br />

non appena è inserito nella busta <strong>di</strong> carta plastica<br />

viene insufflato un gas che ne allunga l’emivita e ne<br />

preserva l’aroma fino all’apertura.<br />

«Come tutti sapete stiamo attraversando un<br />

momento <strong>di</strong>fficile, “poiché la crisi riguarda ciascuno <strong>di</strong><br />

noi, coinvolge ogni settore ed è stato <strong>di</strong>fficile mettersi in<br />

gioco proprio adesso. Dobbiamo dare merito, alla banca<br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> l’unico istituto <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, che ci ha supportato,<br />

nella fase delicata dello start up, credendo nel nostro<br />

progetto e nella nostra azienda”».<br />

Con questo inciso i due giovani impren<strong>di</strong>tori<br />

ringraziano <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> per aver scommesso sulla<br />

loro idea impren<strong>di</strong>toriale e per aver ritenuto Soa<strong>di</strong> un<br />

cliente privilegiato.


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

28<br />

Medaglie<br />

Ricami e sfilati tra<strong>di</strong>zionali<br />

siciliani realizzati a mano da<br />

Enza Barone e dalla sua bottega<br />

Un buon ricamo è fatto con l`ago, il filo e molta pazienza<br />

L’arte del ricamo è una delle più antiche assieme a<br />

quella della pittura dalla quale, nei secoli, le donne<br />

hanno spesso preso spunto per i loro lavori ricamati.<br />

L’origine del ricamo vero e proprio, pare sia stato<br />

l’oriente, dove venivano commissionate stoffe e manti,<br />

tessuti ricamati con ori e sete preziose. Per quanto<br />

riguarda, invece, la nostra isola, la Sicilia, un grosso centro<br />

<strong>di</strong> ricamo nacque e si sviluppò a Palermo, tra il mille ed<br />

il milleduecento, in particolare sotto la dominazione<br />

Normanna <strong>di</strong> Federico II, culturalmente e storicamente<br />

conosciuto come un grande mecenate dell’arte.<br />

Dalla Sicilia, nei successivi secoli dello scorso millennio,<br />

il ricamo trovò terreno fertile nelle Fiandre, a Firenze, a<br />

Genova e a Venezia, <strong>di</strong>venendo una tra<strong>di</strong>zione artistica<br />

sino ancora ai nostri giorni. Ci si è chiesto molto spesso,<br />

dove andassero a finire tutti i lavori fatti con il ricamo,<br />

ad esempio tende, coperte, lenzuola, asciugamani<br />

ed altro, lavori che richiedevano anni, e sui quali le<br />

fanciulle molto spesso invecchiavano. Proprio riguardo<br />

alle fanciulle, è doveroso aprire una parentesi, <strong>di</strong>cendo<br />

che per la maggior parte, si trattava <strong>di</strong> giovani orfane<br />

ospiti presso qualche orfanotrofio, oppure <strong>di</strong> giovani<br />

<strong>di</strong> Federico Alesi<br />

che venivano date in affidamento (se non ad<strong>di</strong>rittura<br />

vendute dalla famiglia stessa, per troppa miseria) a<br />

qualche famiglia nobile, o ricca, che in cambio <strong>di</strong> vitto e<br />

alloggio, le impiegava per tutta la vita alla realizzazione<br />

del corredo della propria figlia.<br />

Ma come raccogliere in un’unica soluzione, secoli <strong>di</strong><br />

storia ricamati tra le <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> donne che la<br />

storia l’hanno fatta!<br />

Come raccontare lo stato d’animo <strong>di</strong> donne che mentre<br />

ricamavano, versavano su quei minuscoli punti <strong>di</strong> rete<br />

le loro gioie, le loro angosce, le loro piccole e femminili<br />

confidenze, i loro dolori.<br />

E mentre «sfilavano» davanti agli occhi anni <strong>di</strong> guerre,<br />

<strong>di</strong> lotte, <strong>di</strong> sacrifici, a volte <strong>di</strong> miseria, le donne <strong>di</strong><br />

Castellammare del Golfo, sono state sempre lì, sedute<br />

davanti alla porta <strong>di</strong> casa mentre la lieve e profumata<br />

brezza <strong>di</strong> maggio scompigliava, come una tenera<br />

carezza, i loro capelli raccolti in una elaborata treccia che<br />

contornava il viso, riverse sui loro telai finchè l’ultimo<br />

raggio <strong>di</strong> sole spariva <strong>di</strong>etro le case, o mentre l’ultima<br />

goccia <strong>di</strong> cera <strong>di</strong> una candela si consumava a tarda sera,<br />

dopo l’Ave Maria.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


È vero, adesso basta spegnere o accendere un<br />

interruttore per avere tutta la luce che si vuole, basta<br />

mettersi como<strong>di</strong> davanti ad un computer e comprare<br />

tutto quello che si vuole potendo scegliere tra i prodotti<br />

che si vendono in tutto il mondo.<br />

È tutto cambiato, è tutto frutto del progresso, è tutto<br />

tecnologicamente evoluto. Siamo tecnologicamente<br />

evoluti.<br />

Ma i ricami <strong>di</strong> Castellammare del Golfo no!!! I ricami del<br />

terzo millennio sono fatti allo stesso modo <strong>di</strong> quelli del<br />

secondo e del primo millennio.<br />

“FIGGHIA ‘NTA FASCIA TILA ‘NTA CASCIA”<br />

(quando nasce una figlia femmina, devi avere pronto il<br />

corredo nella cassa)<br />

E ci riferiamo alle donne della bottega “Arte del Ricamo”<br />

<strong>di</strong> Enza Barone, sita nel centralissimo corso Garibal<strong>di</strong><br />

e meta quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> turisti affascinati<br />

dall’originalità del suo ricamo e dalla laboriosità delle sue<br />

ricamatrici. Tutto, ancora, scrupolosamente eseguito<br />

a mano. Una bottega che, negli anni, è <strong>di</strong>venuta una<br />

vera e propria scuola, con corsi specialistici a Marsala,<br />

Palermo e Messina.<br />

“Arte del Ricamo” nasce nel 2000, proprio a Castellammare<br />

del Golfo, da una idea, coltivata da piccola, <strong>di</strong> Enza<br />

Barone, l’arte in mano sin da giovanissima età, grazie<br />

alla maestria, mai venuta meno, della madre Enza.<br />

«Ho iniziato a ricamare, grazie a mia madre, a 6 anni. A<br />

14 anni il ricamo è <strong>di</strong>ventato il mio lavoro. Disegnavo<br />

la biancheria e la ricamavo. A 25 anni ho cominciato a<br />

stu<strong>di</strong>are marketing e ho lavorato 5 anni in una prestigiosa<br />

azienda ricamatrice del Nord. Mi chiesi? Ma perché<br />

importare dal Nord ciò che realizziamo noi meri<strong>di</strong>onali<br />

lì. Perché non iniziare a creare noi occupazione in<br />

questo settore? Da questa considerazione nasce “Arte<br />

del Ricamo”. Pochissimo capitale investito e tanta voglia<br />

<strong>di</strong> emergere».<br />

Ora la bottega conta numerosi artisti, realizza corsi in<br />

tutta la Sicilia, esporta in tutto il mondo, ha fondato una<br />

associazione, “Ago e svago”, presieduta da Enza Barone<br />

che tiene unite tute le ricamatrici formatesi in questa<br />

scuola e che desiderano andare oltre il semplice piacere<br />

e far conoscere i filati in tutto il mondo.<br />

La bottega “Arte del ricamo” vuole essere un angolo<br />

dove abili ricamatrici espongono coor<strong>di</strong>nati artistici<br />

ricamati esclusivamente a mano nel rispetto dell’antica<br />

tra<strong>di</strong>zione riportata ai nostri tempi tramite tecniche<br />

tramandate da madre in figlia.<br />

Nell’attuale epoca dove la modernizzazione <strong>di</strong>laga<br />

si sente l’esigenza <strong>di</strong> riscoprire antiche arti che sono<br />

rimaste ra<strong>di</strong>cate nella nostra cultura.<br />

Proprio per questa esigenza vengono proposti lavori<br />

che permettono <strong>di</strong> riscoprire e valorizzare attraverso<br />

la manualità, la creatività e fantasia antichi mestieri<br />

artigianali che altrimenti andrebbero persi.<br />

La creazione e l’esecuzione dei lavori è in<strong>di</strong>rizzata a<br />

sod<strong>di</strong>sfare la clientela personalizzando, secondo le<br />

N. 2 2012<br />

29<br />

esigenze, la scelta dei tessuti, il tipo <strong>di</strong> ricamo, i <strong>di</strong>segni<br />

da realizzare sul tessuto e le <strong>di</strong>mensioni.<br />

«Per noi risulta particolarmente importante uno scambio<br />

<strong>di</strong> informazioni ed esigenze con il cliente, in modo da<br />

eseguire un lavoro <strong>di</strong> alta qualità e rispondente alle<br />

aspettative. La nostra biancheria, i nostri tendaggi, i<br />

nostri corre<strong>di</strong>ni e corre<strong>di</strong> lasciano esterrefatti anche<br />

i clienti più esigenti. La perfezione è la nostra scelta<br />

professionale» riba<strong>di</strong>sce Enza Barone.<br />

Creare è un piacere infinito.<br />

Enza Barone è il sogno che si realizza, la passione che<br />

si concretizza, la mano sapiente che seduce con la sua<br />

impareggiabile creatività e bravura.


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

Agesp e la migliore<br />

gestione dei rifiuti<br />

Un’azienda con una storia decennale ed un impegno serio<br />

30<br />

Medaglie<br />

<strong>di</strong> Filippo Nobile<br />

Se ci fosse l’Oscar del risparmio ambientale, Agesp spa<br />

sarebbe can<strong>di</strong>data per la miglior gestione dei rifiuti.<br />

Dietro ai Comuni più «ricicloni» <strong>di</strong> Sicilia c’è proprio<br />

Agesp.<br />

In tema <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata azienda vanta dei veri<br />

e propri primati nell’Isola.<br />

Svolge il servizio a Calatafimi-Segesta dove si è<br />

raggiunta una percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata del<br />

67% nel 2010 e nella zona del Calatino, nei comuni <strong>di</strong><br />

Vizzini con il 64% circa e Militello Val <strong>di</strong> Catania con<br />

il 53% circa (dati raggiunti in poco più <strong>di</strong> un anno e<br />

senza sfigurare rispetto ai comuni del nord dove la<br />

<strong>di</strong>fferenziata si fa da oltre 10 anni).<br />

La Agesp spa opera dal 1971 nel settore dell’ecologia e<br />

dell’ambiente ed è stata fra le prime aziende in Sicilia<br />

ad entrare nel settore dei servizi pubblici <strong>di</strong> igiene<br />

ambientale (a <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quest’anno compie 40 anni<br />

<strong>di</strong> attività).<br />

Agesp svolge la propria attività con particolare riguardo ai servizi <strong>di</strong> raccolta e smaltimento rifiuti, raccolta <strong>di</strong>fferenziata,<br />

gestione <strong>di</strong>scariche ed impianti <strong>di</strong> selezione e riciclaggio, pulizie, deratizzazione e <strong>di</strong>sinfestazione, gestione <strong>di</strong> Centri<br />

Comunali <strong>di</strong> raccolta e stazioni <strong>di</strong> trasferenza rifiuti, nonché bonifiche <strong>di</strong> siti e beni contenenti amianto.<br />

«La crescente domanda <strong>di</strong> servizi ambientali e le innumerevoli opportunità offerte dal settore - <strong>di</strong>ce uno dei<br />

titolari dell’azienda Gregorio Bongiorno - hanno permesso alla Agesp spa grazie al suo know how <strong>di</strong> incrementare<br />

le proprie attività, crescendo notevolmente <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione».<br />

Oggi, infatti, l’azienda conta un fatturato <strong>di</strong> quasi 15 milioni <strong>di</strong> euro, un organico <strong>di</strong> circa 300 unità, serve una<br />

popolazione <strong>di</strong> circa 200.000 abitanti ed ha un parco mezzi <strong>di</strong> circa 200 autocarri.<br />

Agesp svolge attualmente le proprie attività principalmente nell’ambito della Regione Sicilia ma, da qualche<br />

anno, è anche presente in Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Sardegna.<br />

L’azienda negli anni ha <strong>di</strong>versificato sia in termini territoriali che <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> servizi, in particolare negli ultimi mesi<br />

ha avviato con successo l’attività <strong>di</strong> bonifica <strong>di</strong> amianto organizzando e strutturandosi con personale altamente<br />

qualificato e con atrezzature e mezzi adeguati.<br />

«Le strategie <strong>di</strong> sviluppo dell’impresa - continua Bongiorno - per i prossimi anni, prevedono <strong>di</strong> continuare a<br />

crescere nel campo dei servizi <strong>di</strong> igiene ambientale in Comuni sia della Sicilia che del resto <strong>di</strong> Italia, ma anche <strong>di</strong><br />

avviare nuove iniziative nel campo degli impianti <strong>di</strong> smaltimento e riciclaggio dei rifiuti <strong>di</strong>fferenziati nonché in<br />

altri settore sempre dei servizi pubblici».<br />

L’azienda è certificata per il sistema <strong>di</strong> qualità ISO 9001, per il sistema <strong>di</strong> gestione ambientale ISO 14001 nonché<br />

del sistema <strong>di</strong> sicurezza dei lavoratori OHSAS 18001.<br />

È fra le prime aziende del settore ad essersi dotata Modello <strong>di</strong> Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs.<br />

231/01 nonché del co<strong>di</strong>ce etico.<br />

L’azienda è gestita dai fratelli Gregorio, 36 anni, e Silvia Bongiorno <strong>di</strong> 32 anni, impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> seconda generazione<br />

che dopo avere completato i propri stu<strong>di</strong> universitari fuori regione hanno deciso <strong>di</strong> ritornare in Sicilia e<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


continuare con grande coraggio e sacrificio l’attività<br />

<strong>di</strong> famiglia. Gregorio negli anni si è de<strong>di</strong>cato all’attività<br />

<strong>di</strong> sindacato delle imprese in Confindustria dove in<br />

passato ha svolto il ruolo <strong>di</strong> presidente dei Giovani<br />

Industriali a Trapani ed attualmente ricopre il ruolo <strong>di</strong><br />

vicepresidente vicario in Confindustria Trapani nonché<br />

è anche componente <strong>di</strong> Giunta in Confindustria Sicilia.<br />

L’Agesp spa azienda operante nel campo dei servizi<br />

<strong>di</strong> Igiene Ambientale e nella raccolta e smaltimento<br />

rifiuti a <strong>di</strong>cembre dello scorso anno ha raggiunto forse<br />

uno dei suoi più importanti traguar<strong>di</strong> aziendali, <strong>di</strong>fatti<br />

ha compiuto i suoi primi 40 anni <strong>di</strong> attività operando<br />

dal 1971 nel settore dell’ecologia e dell’ambiente, (è<br />

stata infatti fra le prime aziende in Sicilia ad entrare nel<br />

settore dei servizi pubblici <strong>di</strong> igiene ambientale).<br />

“Un traguardo <strong>di</strong>ce Gregorio Bongiorno che premia<br />

tutti coloro che in questi anni hanno contribuito con<br />

il proprio lavoro e con grande senso <strong>di</strong> abnegazione<br />

a far crescere l’azienda e farla <strong>di</strong>ventare oggi una<br />

significativa realtà impren<strong>di</strong>toriale. Questo risultato<br />

rappresenta un riconoscimento che ripaga solo in<br />

parte <strong>di</strong> tutti i sacrifici fatti”.<br />

L’Agesp, dall’inizio del 2011, <strong>di</strong>ce il Consigliere Delegato<br />

Gregorio Bongiorno, “ha avviato una nuova attività<br />

riguardante la bonifica <strong>di</strong> siti e <strong>di</strong> beni contenenti<br />

amianto, un problema molto sentito oggi giorno,<br />

data la pericolosità del rifiuto e dove c’è molto ancora<br />

da fare, infatti esistono tutt’oggi sia aree pubbliche<br />

e private sia e<strong>di</strong>fici industriali che costituiscono un<br />

grande rischio ambientale per la salute <strong>di</strong> tutti noi”.<br />

N. 2 2012<br />

31<br />

“La legge prevedrebbe un censimento degli e<strong>di</strong>fici nei<br />

quali è presente amianto, obbligatorio per le strutture<br />

<strong>di</strong> proprietà pubblica, per quelle aperte al pubblico o<br />

<strong>di</strong> utilizzazione collettiva e per i condomini, ma come<br />

al solito purtroppo al riguardo si registrano notevoli<br />

ritar<strong>di</strong>, con le conseguenze del caso che non è <strong>di</strong>fficile<br />

immaginare”.<br />

“Per potere espletare questo nuovo servizio con<br />

professionalità e serietà ci siamo strutturati con<br />

attrezzature e mezzi adeguati ma soprattutto con<br />

personale tecnico altamente qualificato, che ha<br />

seguito dei corsi <strong>di</strong> formazione specifici e per i quali<br />

ha conseguito una particolare abilitazione a seguito <strong>di</strong><br />

esame.”<br />

Sempre nel 2011 la Agesp ha stretto una importante<br />

partnership con l’Associazione Rifiuti Zero,<br />

implementando nei servizi <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />

dei Comuni <strong>di</strong> Calatafimi-Segesta e Buseto Palizzolo la<br />

strategia “Zero Waste” così come previsto dal protocollo<br />

internazionale “Verso Rifiuti Zero 2020”, un percorso<br />

virtuoso già seguito in Italia e nel mondo da numerosi<br />

comuni ed aziende che si ispira alla riduzione a monte<br />

dei rifiuti nonché al riciclaggio e recupero dei rifiuti<br />

prodotti.<br />

A tal riguardo <strong>di</strong> recente a Calatafimi-Segesta è stato<br />

istituito l’Osservatorio Rifiuti Zero con il compito <strong>di</strong><br />

analizzare i dati della raccolta <strong>di</strong>fferenziata, sollevare le<br />

criticità, trovare le soluzioni per migliorare il servizio,<br />

promuovendo campagne <strong>di</strong> sensibilizzazione dei<br />

citta<strong>di</strong>ni.


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

32<br />

Medaglie<br />

La DA.SCA azienda leader<br />

nel rispetto ambientale<br />

Salvaguar<strong>di</strong>a e risanamento degli spazi in cui viviamo<br />

Giusto equilibrio tra natura e progresso tecnologico<br />

Ognuno <strong>di</strong> noi è l’artefice del proprio destino, almeno<br />

è perfettamente in grado <strong>di</strong> definire cosa è giusto per<br />

vivere bene, nel rispetto degli altri.<br />

E se si tratta <strong>di</strong> ragionare in termini più allargati, e si<br />

pensa, quin<strong>di</strong>, a tutta la comunità degli esseri umani<br />

della terra, allora il pensiero <strong>di</strong> gestire al meglio ciò che<br />

ci circonda è ancora maggiore e più responsabile.<br />

Il nostro ecosistema sta progressivamente peggiorando<br />

a causa dell’inquinamento e <strong>di</strong> tutti i rifiuti che creiamo<br />

<strong>di</strong> continuo, provocando danni sempre maggiori non<br />

solo alla natura, ma anche allo stesso genere umano.<br />

Per il risanamento ambientale da tutte le sue<br />

configurazioni intervengono apposite aziende che<br />

hanno una forte expertise in materia.<br />

La DA.SCA. snc <strong>di</strong> Castellammare del Golfo è una tra le più<br />

accre<strong>di</strong>tate della Sicilia in per avere attuato, negli anni,<br />

seri interventi <strong>di</strong> politica ambientale tesi a salvaguardare<br />

l’uomo, l’ambiente, il microsistema esistente.<br />

<strong>di</strong> Vincenzo Labruzzo<br />

La «DA.SCA. s.n.c.» è un›azienda operante, dal 1987, in<br />

tutto il territorio Regionale Siciliano; è dotata dei migliori<br />

e più avanzati strumenti e tecniche <strong>di</strong> lavoro, nonché <strong>di</strong><br />

un qualificato staff <strong>di</strong> tecnici ed operatori; è, da sempre,<br />

impegnata nella salvaguar<strong>di</strong>a e nel risanamento degli<br />

spazi in cui viviamo rispettando il giusto equilibrio tra<br />

natura e progresso tecnologico.<br />

Grazie alla combinazione <strong>di</strong> moderne tecnologie,<br />

prodotti a basso impatto ambientale (tutti regolarmente<br />

registratipressoilMinisterodellaSanità)eprofessionalità,<br />

offre ai clienti un servizio mirato principalmente<br />

all›igiene e alla sanificazione ambientale.<br />

Uno dei problemi che oggi maggiormente sensibilizzano<br />

le Amministrazioni Pubbliche e private, per l’importanza<br />

che ne deriva a tutta la collettività, è senza dubbio la<br />

tutela dell’ambiente e la salvaguar<strong>di</strong>a dei patrimoni<br />

archivistici e storici presenti nel nostro Paese.<br />

Le gravi emergenze ecologiche degli ultimi anni<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


impongono un’attenzione e un impegno sempre<br />

maggiore nel progettare trattamenti e politiche <strong>di</strong> vera<br />

salvaguar<strong>di</strong>a e rispetto dell’ambiente, e richiedono una<br />

professionalità sempre più qualificata e sensibile.<br />

«In questo contesto si inserisce la nostra impresa».<br />

L’impresa è in grado <strong>di</strong> risolvere ogni problema igienicosanitario<br />

attraverso una rete <strong>di</strong> servizi completi e mirati<br />

come: la derattizzazione, la <strong>di</strong>sinfestazione, la lotta al<br />

Punteruolo rosso della palma, la <strong>di</strong>sinfezione, H.A.C.C.P.,<br />

lo spurgo <strong>di</strong> ca<strong>di</strong>toie, <strong>di</strong> tombini e la <strong>di</strong>sotturazione<br />

fognaria, il servizio <strong>di</strong> videoispezione fognaria, il lavaggio<br />

e la <strong>di</strong>sinfezione a caldo dei cassonetti N.U., il nolo e la<br />

manutenzione <strong>di</strong> bagni chimici mobili, la raccolta, il<br />

trasporto e lo smaltimento dei rifiuti, i decespugliamenti,<br />

i <strong>di</strong>serbi chimici.<br />

La DA.SCA. in ottemperanza al decreto 07/07/97 n. 274<br />

(Regolamento <strong>di</strong> attuazione degli art. 1-4 della Legge<br />

25/01/1994, n. 82, per la <strong>di</strong>sciplina delle attività <strong>di</strong> pulizia<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfezione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfestazione, <strong>di</strong> derattizzazione<br />

e sanificazione), è regolarmente iscritta all›Albo<br />

provinciale delle Imprese <strong>di</strong> pulizia, nonché, ai sensi del<br />

D.M. 324/91 mo<strong>di</strong>ficato ed aggiornato dal D.M. 406/98,<br />

è iscritta all›Albo Nazionale Smaltitori al N. PA 0320-0<br />

per le categorie 1, 4, 5.<br />

La DA.SCA. s.n.c. ha sede in contrada San Nicola n. 175,<br />

a Castellammare del Golfo, telefono 0924-33475, pronto<br />

Intervento 337-965001, e-mail: info@dasca.it, posta<br />

certificata: dasca@pec.it.<br />

La profonda competenza in materia <strong>di</strong> risanamento e<br />

l›esperienza maturata in tanti anni <strong>di</strong> attività permettono,<br />

all’azienda, <strong>di</strong> intervenire in maniera efficiente e rapida,<br />

in<strong>di</strong>viduando le modalità più adeguate per ridurre i<br />

danni, mettere in sicurezza l›ambiente e consentire una<br />

ripresa delle attività lavorative in tempi rapi<strong>di</strong>.<br />

La consapevolezza dell›esigenza dei clienti <strong>di</strong> risolvere<br />

nel minor tempo possibile i <strong>di</strong>sagi subiti, ha portato<br />

l’azienda DA.SCA. ad investire sulla preparazione e il<br />

costante aggiornamento del personale.<br />

Il punto <strong>di</strong> forza è l›utilizzo <strong>di</strong> attrezzature all›avanguar<strong>di</strong>a<br />

e tecniche <strong>di</strong> risanamento innovative, stu<strong>di</strong>ate<br />

appositamente per tutte le situazioni, anche le più<br />

complesse.<br />

DA.SCA. è in grado <strong>di</strong> risolvere qualsiasi problematica,<br />

con azioni mirate ed efficaci, occupandosi <strong>di</strong> tutti gli<br />

aspetti connessi con il risanamento ambientale, il<br />

salvataggio e il ripristino dei beni.<br />

La tempestività è il fattore determinante per ridurre <strong>di</strong><br />

molto il danno subito e limitare le per<strong>di</strong>te economiche.<br />

Grazie alla rete <strong>di</strong> pronto intervento in tutto il territorio<br />

siciliano, DA.SCA. può raggiungere, senza <strong>di</strong>fficoltà e in<br />

tempi rapi<strong>di</strong>, qualsiasi località, analizzando i danni subiti<br />

e stilando un piano <strong>di</strong> pronto intervento su misura.<br />

La professionalità <strong>di</strong>mostrata nel tempo ha permesso,<br />

all’azienda DA.SCA. <strong>di</strong> ottenere ottimi riscontri affiancati<br />

da servizi <strong>di</strong> qualità.<br />

N. 2 2012<br />

33<br />

Giovani<br />

campioni<br />

crescono<br />

La formazione juniores della Riviera<br />

Marmi, squadra <strong>di</strong> calcio <strong>di</strong> Custonaci,<br />

sponsorizzata dalla <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e<br />

allenata da mister Bonfiglio, si è laureata<br />

campione regionale per il secondo anno<br />

consecutivo battendo in finale il Real<br />

Avola per 4 a 0 accedendo così agli ottavi<br />

<strong>di</strong> finale nazionali. Con questo sono tre i<br />

titoli regionali per la categoria juniores e<br />

salgono a quattro i titoli regionali per la<br />

Riviera grazie alla vittoria nella stagione<br />

2006-07 del campionato giovanissimi.<br />

Nelle tre precedenti occasioni la Riviera<br />

Marmi non era mai riuscita a superare gli<br />

ottavi <strong>di</strong> finale nazionali perché battuta<br />

sempre dalla formazione campione<br />

regionale della Calabria.


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

34<br />

Gli autori da leggere<br />

La straor<strong>di</strong>naria<br />

Poesia <strong>di</strong> Liliana Patti <strong>di</strong> Antonio Fundarò<br />

Nella concezione della<br />

poetessa e professoressa<br />

Liliana Patti, l’uomo non solo<br />

stenta a trovare il bandolo e<br />

una <strong>di</strong>rezione al cammino<br />

generale dell’essere, nel senso<br />

filosofico del termine, quanto<br />

a se stesso, immerso in una<br />

eternità tra<strong>di</strong>ta, sottomesso al<br />

pungolo del destino.<br />

«Ora sei / una nuvola nera / <strong>di</strong>etro la quale / nascon<strong>di</strong> la<br />

verità».<br />

Il suo pessimismo, tuttavia, più che configurare una<br />

posizione dominata dal nonsenso dell’apparato<br />

planetario, sembra piuttosto sottolineare il limite<br />

intrinseco della creatura, che pur sostenuta dalla<br />

ragione, è costretta ad una sorta <strong>di</strong> agnosticismo sulle<br />

cogenti domande circa lo scopo e il fine della sua vita.<br />

«Sono partita/ un giorno lontano/ verso una meta/ che si<br />

allontana sempre più».<br />

Nessuno può figurarsi, se non attraverso la fede, un<br />

<strong>di</strong>segno dell’eterno.<br />

«Nella realtà della vita/ si leva il vento/ e soffia sulla mia<br />

pelle/ che si ritrae senza speranza».<br />

Marionetta o fantoccio, l’essere umano segue una strada<br />

che non ha segnato con le sue mani, in un tragitto <strong>di</strong><br />

fittizia libertà.<br />

Il caso decide i suoi passi, sovente gettando lutti sulle<br />

spalle, sempre lasciando <strong>di</strong>sorientati.<br />

«Vagare/ nell’infinito spazio/ dell’esistere/ e non riuscire<br />

mai/ a raggiungere il tuo/ cuore».<br />

Ciononostante la vita va vissuta, anzi conserva nelle<br />

sue pieghe la magia che induce, <strong>di</strong> fatto, all’accoglienza<br />

della propria sorte e all’orgoglio <strong>di</strong> aver partecipato<br />

al circolo più generale, se pure incomprensibile, del<br />

cosmo, «prigioniera <strong>di</strong> sentimenti / nel turbinio dell’essere».<br />

Essere che è amore puro bisognoso<br />

Di ali <strong>di</strong> gabbiano/ E <strong>di</strong> una bianca nave / Per solcare /<br />

Placi<strong>di</strong> mari / Di speranza.<br />

Ma oltre alla generica angoscia esistenziale che<br />

probabilmente è già presente nel primo umano vagito,<br />

l’arco <strong>di</strong> tempo che appartiene alla poetessa. In tutta<br />

la sua produzione letteraria, è segnato da altre ferite,<br />

storiche e contingenti.<br />

Il degrado intacca l’umanità in maniera globale:<br />

l’ambito dei rapporti umani non è più nel segno della<br />

reciprocità, quelli politici e <strong>di</strong> mercato sono dettati dal<br />

tornaconto personale e dall’egoismo e l’ecosistema è<br />

stato tanto violato da far temere ad<strong>di</strong>rittura la catastrofe<br />

della specie.<br />

Prevale quello che Fromm aveva paventato: il<br />

primeggiare dell’avere sull’essere.<br />

Quando l’ansia/ vince la volontà / l’onda del dubbio/<br />

invade la tua anima / e la vita vacilla / tra inutili paure.<br />

Il cielo/ si trasforma in cenere / che acceca gli occhi / e<br />

smarrisci la strada / senza una mano / che ti sorregga.<br />

Dove sono le parole / <strong>di</strong> chi ti ama / se il silenzio circonda /<br />

tutto il tuo essere.<br />

Liliana Patti tuttavia nella desolazione <strong>di</strong> questo mondo,<br />

dove amore e amicizia hanno abbandonato i porti sicuri<br />

della nostra stessa esistenza, intravede un porto.<br />

Nel rapporto d’amore, che dalla sua parte concepisce<br />

come totalizzante e generoso fino al dono <strong>di</strong> sé, altre<br />

<strong>di</strong>ssolvenze si possono immaginare: quelle del dolore e<br />

dello sconcerto.<br />

Anzi, nell’altra persona, la Patti, come si <strong>di</strong>ceva, è<br />

<strong>di</strong>sposta a sciogliere tutta se stessa, mettendo la vita in<br />

altre mani, in una fiducia che acquisisce i toni elegiaci e<br />

lirici della poesia.<br />

Non nutre alcun pudore nel rivelare la propria fragilità<br />

e il bisogno <strong>di</strong> lasciarsi andare per avere tregua, tanto è<br />

fiduciosa che l’amore possa dare colore e calore al suo<br />

buio, mettendo in fuga i fantasmi.<br />

Non la felicità./ è stata troppo fugace. / Non la speranza<br />

/ anche se spesso ho creduto / che domani tutto sarebbe<br />

cambiato. / Non la volontà. / tante volte sono rimasta<br />

supina / in attesa che il dolore / si mutasse in gioia.<br />

Tuttavia la Patti sa che neppure un sentimento vero è in<br />

grado <strong>di</strong> sfidare e vincere il tempo.<br />

Nella sua poesia Liliana rivela sentimenti e passioni, dubbi<br />

e lacerazioni in una sorta <strong>di</strong> stralunata consapevolezza<br />

dell’imminente precipizio.<br />

Quello dell’uomo con la eternità delle cose.<br />

Pensieri / sulla vita, / che si scolora / col tempo che fugge /<br />

e che ti allontana / sempre più.<br />

Un’atmosfera crepuscolare, <strong>di</strong> penombra, grava<br />

sulla sua vasta produzione artistica, dovuta a questa<br />

battaglia tra lo sguardo che osa l’azzurro e la percezione<br />

della precarietà delle cose dell’uomo, che riverberano<br />

sul verso un senso <strong>di</strong> sconfitta che talora arriva alla<br />

prostrazione. Sovente anche gli elementi della natura<br />

assurgono a metafora delle tante speranze <strong>di</strong>sattese.<br />

Commuove poi la poesia al padre che si configura come<br />

il baluardo contro il vero e proprio deragliamento.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Sono stata più volte ferita / dall’amore dagli amici dalla<br />

vita. A te padre / raccontavo il mio dolore / quando<br />

camminavamo / nelle notti <strong>di</strong> Maggio / lungo la strada /<br />

che odorava <strong>di</strong> zagara. / Il tuo sorriso / era conforto / alla<br />

mia giovinezza. / Ora mi è compagno / nel ricordo / dei<br />

nostri perduti anni. / Tu ed io / Vivremo / Sempre / nelle sere<br />

<strong>di</strong> primavera / che puntualmente ritornano.<br />

Alla fine è d’obbligo parlare delle vere <strong>di</strong>ssolvenze,<br />

quelle che la morte impone alle membra e alla<br />

coscienza <strong>di</strong> ciascuno, il riposo eterno. In effetti, tutta la<br />

raccolta è attraversata da una sottesa malinconia, con<br />

lo sguardo rivolto alla falce in un angolo già sguainata<br />

e, in questo ambito mesto, anche l’amore non è mai<br />

narrato con esaltazione ma con un filo <strong>di</strong> tristezza<br />

dovuto al rimpianto sempre presente <strong>di</strong> quanto si sta<br />

per perdere. Lascia che il corpo si <strong>di</strong>ssolva piano… in<br />

questa «solitu<strong>di</strong>ne».<br />

Poesia <strong>di</strong> confessione, se si intende con questo la<br />

capacità <strong>di</strong> scavo e <strong>di</strong> dono, assiepata in un suono<br />

pulito e in un lessico confidenziale e comprensibile: in<br />

nessun passaggio l’autore cerca l’artificio retorico e i<br />

toni altisonanti.<br />

L’uso della lingua nella sua cadenza da antica nenia o<br />

melo<strong>di</strong>a non ricorre a stratagemmi <strong>di</strong> assonanze, giochi<br />

linguistici e metrici; essa si posa con una naturalezza e<br />

trasparenza del verso che rendono la raccolta go<strong>di</strong>bile<br />

in ogni parte.<br />

Si avverte nelle liriche dell’autrice la necessità <strong>di</strong> cogliere<br />

a pieno brevi attimi prima della corruzione del tempo;<br />

le liriche infatti non si concretizzano in un “compiuto”<br />

riconducibile a un agito personale concluso.<br />

Il musicante-poeta segna parole nello spartito del vivere,<br />

lo pennella, colora e gli dà voce, girovago e cantore <strong>di</strong><br />

strada sparge semi <strong>di</strong> note, <strong>di</strong>spensa minuti <strong>di</strong> respiro.<br />

Sei ossigeno / al mio cuore / in una società / senza respiro.<br />

/ Sei pace / nalla mia esistenza / in questi tempi / spinti<br />

dall’ansia. / bSei essenza / della mia vita / tra l’in<strong>di</strong>fferenza<br />

del quoti<strong>di</strong>ano.<br />

Il suono è intrinseco alla parola che si sussegue leggera,<br />

spaesata, questuante a volte per essere raccolta e amata,<br />

ampiamente conoscitrice <strong>di</strong> altri “strumenti espressivi”<br />

all’interno dei quali trova la sua libertà e <strong>di</strong>ssolvenza.<br />

L’affanno <strong>di</strong> appartenenza affiora nei paesaggi rarefatti,<br />

scossi dal vento, spesso senza consolazione, immagini<br />

desiderose <strong>di</strong> avere forma e <strong>di</strong> trovare un ruolo, nella sua<br />

città e nella sua terra natale.<br />

In questa terra / tutto è estremo/ il bene e il male / il silenzio<br />

e le parole. / Qui tutto è estremo / l’o<strong>di</strong>o e l’amore / la<br />

pioggia e il sole.<br />

Il tempo consuma, frammenta, sbriciola, da qui il<br />

desiderio della poetessa <strong>di</strong> un ‘incisionÈ, <strong>di</strong> un segno che<br />

nel marmo resista al tempo, <strong>di</strong> una scultura in <strong>di</strong>venire<br />

come unico modo per eternizzare i sentimenti anche<br />

in gestualità immobili che l’auttrice affida al suono<br />

multicorde del vento, altro elemento questo che regola<br />

la melo<strong>di</strong>a delle liriche.<br />

N. 2 2012<br />

35<br />

Liliana Patti costretta suo malgrado a coesistere con un<br />

mondo a cui non appartiene, a verificare ogni giorno<br />

le lacerazioni e i contrasti <strong>di</strong> un’umanità che sembra<br />

implodere sempre <strong>di</strong> più, si rifugia nel suo io fatto <strong>di</strong><br />

poesia, <strong>di</strong> sogni in cui l’essenza <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi, lo<br />

spirito, è il dominus della situazione. Una vita idealizzata,<br />

ma teoricamente possibile.<br />

Non a caso ha così scritto prima raccolte come “Scampoli<br />

d’amore”, “Braccia nude” e anche “Attraversando la vita”<br />

dove è possente l’anelito a un’esistenza a misura <strong>di</strong><br />

essere umano, raggiungibile solo con la presenza, in<br />

perfetto equilibrio, <strong>di</strong> istinto, armonia e sogno.<br />

E ora, a rinsaldare la mia opinione, c’è questa silloge,<br />

il cui titolo, “I passi del tempo”, già appare foriero del<br />

contenuto.<br />

E “I passi del tempo”, una silloge <strong>di</strong> poesie d’amore,<br />

benché permeata da una forte passionalità, non tra<strong>di</strong>sce<br />

una visione fantastica con un’idealizzazione dell’amore.<br />

Di quell’amore in perenne lotta per il raggiungimento<br />

della pace.<br />

Nell’attrazione si sviluppa forte e prevalente l’aspetto<br />

onirico, non è una <strong>di</strong>chiarazione d’amore, ma un anelito<br />

che si sviluppa più che dall’istinto materiale dal flusso<br />

cerebrale del sogno, il riflesso della sua immagine.<br />

Domani / potrebbe essere oggi / nell’infinito momento /<br />

che vola via.<br />

Tutto assume contorni irreali quasi a <strong>di</strong>segnare un<br />

sentimento che va sempre oltre la ragione.<br />

Non è che il mondo presente in queste liriche sia irreale,<br />

ma è una visione dello stesso da parte dell’autrice<br />

che lo contempla a suo gra<strong>di</strong>mento, un riflesso della<br />

realtà all’interno del suo animo come lei, animo nobile,<br />

vorrebbe che fosse.<br />

È magia sì quel delineare un sentimento con immagini che<br />

sembrano sospese nel vuoto e nel tempo, in una costruzione<br />

dove il reale (la sera che arriva) si coniuga perfettamente<br />

con la visione <strong>di</strong> due mani che si librano nell’aria.<br />

In Liliana Patti c’è tuttavia la dolorosa malinconia per un<br />

mondo così <strong>di</strong>verso dal suo, in cui l’uomo vaga come<br />

uno spettro, carnefice e vittima <strong>di</strong> se stesso.<br />

Non è un urlo, quello del gabbiano, non è un monito,<br />

ma è il rimpianto per dover esistere, per sopravvivere, in<br />

una <strong>di</strong>mensione irreale, per essere fisicamente presente<br />

in quel mondo a cui non gli è tuttavia concesso <strong>di</strong><br />

partecipare con l’animo <strong>di</strong> chi crede ancora nel valore<br />

supremo dei sentimenti.<br />

È un commiato da poetessa, un messaggio al presente<br />

perché abbia un futuro, l’ultimo sommesso grido <strong>di</strong> chi<br />

ha avuto due vite parallele.<br />

Sembra già <strong>di</strong> u<strong>di</strong>rlo a chi ha orecchie per ascoltare col<br />

cuore, a chi è <strong>di</strong>sposto a operare per un mondo migliore.<br />

E a Dio, alle persone che ama, a ciascuno <strong>di</strong> noi che, con<br />

semplicità, la leggiamo nella profon<strong>di</strong>tà della sua anima,<br />

lascia un testamento <strong>di</strong> vita: Va, / tu ami il mondo come<br />

me, / non restare ad aspettare / inutilmente. / Metti le ali<br />

il mondo ha bisogno / <strong>di</strong> poesia.


IL NOSTRO IMPEGNO<br />

Gli I personaggi autori da leggere da conoscere<br />

Turi Simeti:<br />

Superfici verso ambienti <strong>di</strong> Bruno Corà<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un anno dalla mostra personale antologica<br />

<strong>di</strong> Turi Simeti nella sua città natale, Alcamo, tra le antiche<br />

mura dell’ex Collegio dei Gesuiti, tornare a riflettere sulle<br />

sue opere <strong>di</strong> questa sua mostra romana consente <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re e sviluppare ulteriori considerazioni dopo<br />

quelle da me in<strong>di</strong>viduate per lui in”Spazìalità in luce e<br />

silenzio”.<br />

Già nel 1968, Nello Ponente, in un suo breve testo per<br />

l’opera <strong>di</strong> Simeti, annotava con luci<strong>di</strong>tà che essa propone<br />

un’essenzialità espressa da un modulo, l’ovale, “ripetibile<br />

in serie”, con il risultato dì ricavare “un campo”, il quale<br />

<strong>di</strong>stinguendosi da una superficie immobile, tipica della<br />

pittura, si qualificava piuttosto come “luogo <strong>di</strong> un’azione”.’<br />

E se l’azione, effettivamente <strong>di</strong>venuta più evidente,<br />

soprattutto dopo il 1967, con i primi acrilici su tela<br />

sagomata per lo più da un solo ovale con forti aggetti, non<br />

è altro che quella congiunta della luce e dell’osservatore<br />

in atto <strong>di</strong> spostarsi mo<strong>di</strong>ficando il proprio punto <strong>di</strong> vista<br />

rispetto all’opera, allora <strong>di</strong>viene palese la fenomenologia<br />

del principio formativo impiegato da Simeti.<br />

Egli, come aveva intuito Ponente, è più interessato ad<br />

alternanze sperimentali <strong>di</strong> ricerca, piuttosto che a esiti dì<br />

serialità decorativa. Dunque, più a un’arte come processo<br />

<strong>di</strong>alettico che non a una preor<strong>di</strong>nata prassi <strong>di</strong>mostrativa.<br />

Se si osservano alcuni risultati che <strong>di</strong>stinguono la sua<br />

produzione del 1967 come Un ovale giallo, 1967, [Ovate<br />

verde, 1967 (cm no x 210) a forma <strong>di</strong> rombo o l’Ovale bianco,<br />

1967 (cm 55 x 60), si può legittimamente immaginare<br />

che la tela sia una membrana su cui si protende, come<br />

emblematico ombelico, una forma testimone dell’anelito<br />

al lo spazio e al la luce, unità inscin<strong>di</strong>bile della vita. Un<br />

tale accertamento, resosi, vìa via, sempre più esplicito,ha<br />

indotto lo storico romano, motivatamente, a considerare<br />

l’opera <strong>di</strong> Simeti assai incline al carattere <strong>di</strong> operaambiente,<br />

cioè <strong>di</strong> organismo che mira a occupare lo<br />

spazio in cui ci troviamo noi stessi per le sensibili quote dì<br />

<strong>di</strong>stacco del piano delle superfici sagomate dalle pareti.<br />

Peraltro, in quello stesso frangente, a Foligno, con la<br />

mostra “Lo spazio dell’immagine”, 1967 si definiva entro<br />

una cornicÈambientalÈuna considerevole parte della<br />

ricerca visiva italiana: da Fontana a Castellani, da Fabro a<br />

Colombo, da Pistoletto a Pascali, da Mattiacci a Scheggi,<br />

da Alviani a Bonalumi.<br />

Quando nel gennaio 1968 Simeti si lascia ritrarre accanto<br />

a una sua superficie con un grande ovale che la significa<br />

con sensibile rilievo e rapporto <strong>di</strong> ombra e luce, si<br />

comprende che egli ha raggiunto la struttura visiva che<br />

da quel momento in poi gli consentirà <strong>di</strong> sviluppare<br />

un’articolazione plastica delle sue superfici, con precisi e<br />

sempre <strong>di</strong>versi rapporti spaziali.<br />

Una struttura <strong>di</strong> relazione<br />

L’ovale che Simeti ha ‘covato’ con piena determinazione sia dal’62, declinandolo in formazioni sempre più numerose<br />

(fino ad arrivare a composizioni <strong>di</strong> 414 elementi (1962), rispondenti a un principio quantistico non <strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong><br />

alcuni suoi colleghi impegnati in quegli anni in <strong>di</strong>verse esperienze <strong>di</strong> iterazione del segno e della forma, e persino da<br />

artisti militanti in campi opposti, come Andy Warhol, autore del quadro TbirtyAre BetterThan One, 1963, <strong>di</strong>schiude così<br />

agli occhi dell’artista una <strong>di</strong>versa possibilità <strong>di</strong> sensibilizzazione della superficie, incentrata sui posizionamenti delle forme<br />

nel campo-luogo della sua azione. Con una gestione negativo-positivo dell’ovale rispetto alla quota zero della superficie<br />

della tela, Simeti avvia una incessante azione <strong>di</strong> semantizzazione che fa perno sulla struttura <strong>di</strong> relazione degli ovali<br />

presenti in’campo’. Inoltre, in numerosi casi, egli mette in gioco più supporti, ovvero più superfici, anch’esse strettamente<br />

relazionate tra loro come lo sono i <strong>di</strong>ttici, i trittici e i polittici a più elementi. Tra la fine degli anni Sessanta e latine dei<br />

Settanta è il caso <strong>di</strong> opere come Trittico giallo, 1968 in ciré sagomato (cm 200 x 180), scan<strong>di</strong>to dalla regolare equivalenza<br />

delle componenti dell’opera, della Superficie bianca con quattro piccoli ovali, 1974, in cui i due ovali in posizione centrale<br />

nella sequenza risultano maggiormente ravvicinati rispetto all’insieme, oppure del Trittico, 1974 <strong>di</strong> tele sagomate e<br />

acquerellate (cm 125 x 296) dalla monocromia alternata e, infine, del Polittico nero, 1979 (cm 100 x 120) <strong>di</strong>fforme nella<br />

misura della larghezza <strong>di</strong> ognuna delle quattro tele sagomate, ma uniforme nella quota del posizionamento degli ovali<br />

dì sensibilizzazione delle superfici. Di quest’opera, come <strong>di</strong> altre dalla morfologia elementarmente composita, non si può<br />

tacere un’evidente valenza interna <strong>di</strong> qualità intervallare musicale. Successivamente a quelle date, il “principio <strong>di</strong> relazione”<br />

che governa l’amministrazione dello spazio delle sue opere fornisce risultati come il polittico della Composizione nera,<br />

1985 (cm 100x120), il Trittico grigio, rosso e nero, 1986 (cm 70 x 210), il Polittico quattro ovali bianchì, 1986 (cm 120 x 80),<br />

ma anche Tre ovali, 1991 su un’unica tela sagomata e il monocromo bianco Tondo con tre ovali, 1995 (<strong>di</strong>ametro cm 150).<br />

36<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


Esprit elliptique ou Ovale<br />

L’ulteriore spinta immaginativa <strong>di</strong> Simeti nella decade degli<br />

anni Duemila verso una spazialità ottenuta con esiguità <strong>di</strong><br />

elementi messi in campo e regolati dal ‘principio <strong>di</strong> relazionÈ<br />

entro una singola superficie,ma anche <strong>di</strong> interrelazione<br />

e correlazione tra più superfici modulate con forme<br />

ovali, come ho avuto già modo <strong>di</strong> denotare, raggiunge<br />

una perizia e una qualità <strong>di</strong> definizione particolarmente<br />

rilevante, In una estetica che pensi lo spazio non come<br />

dominio solamente fisico, ma soprattutto come topologia<br />

concettuale e psicologica, inseguire le variazioni <strong>di</strong><br />

posizione degli ovali <strong>di</strong> Simeti nelle sue superfici equivale<br />

a una immaginaria escursione nell’esprit elliptique o in<br />

quello ovale. Sì può ipotizzare che un artista come Simeti<br />

abbia sviluppato naturalmente, nella messa a punto del<br />

proprio linguaggio un suo sistema semantico che, pur<br />

<strong>di</strong>versificandosi da quello <strong>di</strong> maestri come Castellani o<br />

Fontana, percorra non<strong>di</strong>meno un habitat immaginario in<br />

cui i minimi spostamenti, le traiettorie, gli accorpamene,<br />

i ribaltamenti, le alternanze - una sorta <strong>di</strong> illimitata teoria<br />

della collocazione, dei suoi ovali <strong>di</strong> sagomazione della tela<br />

- descrivono n spazi equivalenti alla capacità <strong>di</strong> Simeti <strong>di</strong><br />

articolare il proprio esprit topologico né ìdeativamente<br />

così scontato, né <strong>di</strong> semplice attuazione.<br />

Le opere esposte in questa circostanza <strong>di</strong> rentrée romana,<br />

per l’artista che in questa città ha inalato il suo percorso,<br />

cinquant’anni or sono, <strong>di</strong>vengono in tal senso emblematiche.<br />

Infatti, fedeli agli aspetti della monocromia delle singole<br />

superfici e della modulazione a rilievo <strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> esse,<br />

i lavori sembrano sottolineare sempre una morfologia<br />

scaturita dalla <strong>di</strong>versa quantità <strong>di</strong> ovali e dalla loro <strong>di</strong>sposizione<br />

spaziale nelle superfici. Si <strong>di</strong>stinguono andamenti <strong>di</strong>agonali<br />

come quelli presenti in Quattro ovali marroni, 2004 (cm 100 x<br />

120) e in Tre ovali bianchi in progressione, 2011 (cm 100 x 200)<br />

attiguo quest’ultimo a un <strong>di</strong>ttico rosso dall’evidente struttura<br />

simmetrica bilaterale speculare. Ma la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong>agonale delle ellissi che sagomano le tele con effetti che<br />

la luce s’incarica <strong>di</strong> esaltare, sono altresì presenti nelle due<br />

opere in blu e in rosso componenti la triade in cui il terzo<br />

quadro giallo delle medesime misure degli altri sembra voler<br />

avocare non solo l’essenza cromatica primaria, ma anche<br />

quel tema caro a Barnett Newman dal titolo Who’s cifraia<br />

ofred.yellowand blue?, seppur con tutt’altre calibrature <strong>di</strong><br />

presenza dei colori.<br />

N. 2 2012<br />

37<br />

Mon <strong>di</strong>versamente stu<strong>di</strong>ate appaiono armoniose entro<br />

l’ambiente espositivo le connessioni tra le opere Cinque<br />

ovali bianchi, 2007 (cm 100 x 120) e il Dittico rosso, 2011<br />

(cm 120 x 200), oppure un Ovale bianco, I973 (cm 150 x<br />

150) e YQmaggio all’ovale, 2010 in bronzo. La <strong>di</strong>versa<br />

datazione delle opere, tutte entro la decade 2000 eccetto<br />

l’Ovate bianco appena nominato, consente <strong>di</strong> apprezzare,<br />

pur entra un arco temporale definito, il lento processo <strong>di</strong><br />

sviluppo dell’azione formale <strong>di</strong> Simeti in questi ultimi anni,<br />

che guadagna, con rigore, metodo e silenziosamente,<br />

una propria in<strong>di</strong>scutibile cifra <strong>di</strong>stintiva tra le proposizioni<br />

monocrome a vocazione spaziale.<br />

E che la sua esperienza sia tutta rivolta al conseguimento dì<br />

una pura nozione spazio-luminosa con tendenze plastiche,<br />

lo avevano riba<strong>di</strong>to con libertà poetica, accanto alle assidue<br />

elaborazioni <strong>di</strong> sagomatura delle superfici, anche taluni<br />

lavori originalissimi, non presenti in questa mostra, che<br />

troppo spesso sono taciuti e negletti, ma che non sembra<br />

inutile evocare. Mi riferisco ad alcuni progetti e realizzazioni<br />

elencati in un nota autografa <strong>di</strong> Simeti che lì descrive:<br />

progetto n. 1. L’altalena sospesa ai palloni;<br />

progetto n. 2. L’aliante blu su un prato;<br />

progetto n. 3. Distruzione <strong>di</strong> un aliante;<br />

progetto n. 4. Silenzio nella piramide;<br />

progetto n. 5. Barca a vela su tela <strong>di</strong> sacco.<br />

Queste creazioni rivelano un’attitu<strong>di</strong>ne a immaginare<br />

le forme in uno spazio <strong>di</strong> concezione ambienta le certa<br />

mente ben oltre la superficie <strong>di</strong> una tela; L’altalena sospesa<br />

in aria, 1968, degna <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con la Scultura nello<br />

spazio, <strong>di</strong> Piero Manzoni, o il Silenzio nella piramide, 1968,<br />

struttura <strong>di</strong> quattro metri <strong>di</strong> altezza e quattro dì lato base<br />

per una sola persona isolata dal contesto circostante al<br />

fine <strong>di</strong> rendere possibile una concentrazione <strong>di</strong> pensiero<br />

sulla parola “silenzio” segnata su una pietra all’interno -<br />

coniugata idealmente tanto con l’opera <strong>di</strong> John Cage<br />

quanto con le inven-zioni <strong>di</strong> Scheggi e Agnetti -, denotano<br />

una volontà precisa e già definita nei successivi progetti<br />

plastici a scala urbana <strong>di</strong> Alessandria, 1998, Alcamo, 2007<br />

e Mazara, 2007. Conferma <strong>di</strong> quel senso dell’habitat che<br />

sempre più è emerso dalla sua pittura e che sembrerebbe<br />

segnare il futuro prossimo dell’azione <strong>di</strong> Simeti, per destino<br />

e per vocazione poeta della spazialità come l’insulare<br />

concitta<strong>di</strong>no Cielo.


LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

Una vita da bancari<br />

Il primo Febbraio, dopo una pluriennale attività,<br />

durante la quale hanno ricoperto incarichi prestigiosi<br />

e <strong>di</strong> responsabilità, Pippo Vivona, Nicola Ippolito e<br />

Graziano Melia sono andati in pensione.<br />

Una vita <strong>di</strong> lavoro costellata da sod<strong>di</strong>sfazioni<br />

professionali. Un’esperienza meravigliosa, unica, fatta<br />

<strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> solidarietà, durante la quale si sono<br />

relazionati con una pluralità <strong>di</strong> persone, fatto mille<br />

esperienze, con<strong>di</strong>viso, con molti colleghi, giornate<br />

felici e momenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà.<br />

In circa 40 anni <strong>di</strong> servizio, nell’allegorico viaggio<br />

all’interno del mondo della cooperazione, hanno<br />

vissuto pienamente la storia <strong>di</strong> questa Società, nel suo<br />

continuo e fecondo crescere, in maniera impegnata e<br />

faticosa, così da essere considerati, insieme ad altri<br />

colleghi della stessa generazione, protagonisti dei<br />

successi della <strong>Banca</strong> che si avviava, dagli anni ‘70 in<br />

poi, a contribuire al successo economico e sociale del<br />

territorio.<br />

Generosi e <strong>di</strong>sponibili, volti ad agire sempre per il<br />

giusto verso, attraverso la conoscenza del proprio<br />

38<br />

Le comunicazioni istituzionali<br />

<strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />

lavoro e la corretta applicazione delle <strong>di</strong>rettive,<br />

consegnano, ai loro colleghi, un messaggio <strong>di</strong><br />

appartenenza fondamentale e in<strong>di</strong>spensabile per<br />

poter consolidare i risultati del passato e rendere<br />

migliore il futuro <strong>di</strong> questa interessante realtà che è<br />

la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

L’attaccamento al lavoro e il senso del dovere,<br />

insieme alla riconosciuta professionalità, hanno<br />

contribuito a stabilire un rapporto <strong>di</strong> reciproca<br />

fiducia con i clienti e con i colleghi, tale da meritare<br />

molteplici riconoscimenti da parte dei Consigli<br />

d’Amministrazione, che nel tempo si sono avvicendati.<br />

Va a loro un ringraziamento per aver deciso <strong>di</strong><br />

continuare a collaborare con la <strong>Banca</strong>, al fine <strong>di</strong> non<br />

<strong>di</strong>sperdere del tutto il bagaglio <strong>di</strong> conoscenze e <strong>di</strong><br />

competenze accumulate negli anni, facendo sì che<br />

queste ultime possano essere trasferite alle nuove<br />

generazioni <strong>di</strong> colleghi ed alla clientela, affinchè<br />

la storia <strong>di</strong> questo Istituto continui lungo il filo<br />

conduttore che l’ha sempre contrad<strong>di</strong>stinto nello<br />

spirito e nell’etica.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


39<br />

LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

Lo spread<br />

come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> crisi<br />

Da quando, nella calda sonnolenza della scorsa<br />

estate, è arrivata la doccia fredda della crisi<br />

economico-finanziaria tuttora in atto, un termine<br />

inglese è <strong>di</strong>ventato d’uso quoti<strong>di</strong>ano: “spread”.<br />

Ovviamente non è il solo: il gergo finanziario è<br />

orribilmente pro<strong>di</strong>go <strong>di</strong> termini tecnici che vengono<br />

assunti nell’uso comune, spesso impropriamente o,<br />

perlomeno, con un inutile <strong>di</strong>sprezzo delle capacità<br />

espressive della lingua italiana.<br />

Per il termine “spread”, tuttavia, l’utilizzo dell’inglese<br />

è quasi giustificato, in quanto sintetizza la locuzione<br />

“<strong>di</strong>fferenziale <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento”, onestamente poco<br />

fluida per un uso intenso come quello <strong>di</strong> questi<br />

giorni. A scendere più in dettaglio, nell’uso ormai<br />

invalso anche sui me<strong>di</strong>a, si riferisce al <strong>di</strong>fferenziale<br />

<strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento fra il Bund ed il BTP decennale. Per<br />

cui superiamo la questione puramente linguistica ed<br />

accettiamo che il vocabolario italiano faccia spazio<br />

anche per questo termine. La domanda ora <strong>di</strong>venta:<br />

che cosa in<strong>di</strong>ca lo spread?<br />

È la misura sintetica <strong>di</strong> quanto il Governo italiano<br />

deve pagare in più, a parità <strong>di</strong> debito e <strong>di</strong> scadenza,<br />

rispetto a quello tedesco. In un esempio: se il<br />

N. 2 2012<br />

<strong>Finanza</strong> ed economia reale e finanziaria<br />

<strong>di</strong> Marcello Ingrassia<br />

Bund decennale ha un ren<strong>di</strong>mento dell’1,48% ed il<br />

corrispondente BTP ce l’ha del 5,69%, basta sottrarre<br />

dal ren<strong>di</strong>mento del BTP quello del Bund (5,69 - 1,48 =<br />

4,21) e moltiplicare il risultato per 100. Si ottiene così<br />

uno spread pari a 421, espresso in punti base oppure,<br />

per quelli che veramente non riescono a resistere al<br />

richiamo del gergo, basis points (spesso abbreviato<br />

in bps)!<br />

Se fossero solo numeri, potremmo parlarne con il<br />

dovuto <strong>di</strong>stacco emotivo. Ma purtroppo è il prezzo<br />

che l’Italia paga in più, rispetto alla Germania<br />

giu<strong>di</strong>cata più degna <strong>di</strong> fiducia, per avere la stessa<br />

quantità <strong>di</strong> denaro dai risparmiatori. Per cui è un<br />

prezzo che paghiamo tutti noi contribuenti e che<br />

dà, con una lettura semplicistica, non solo l’idea <strong>di</strong><br />

quanto duramente la crisi ci colpisce, ma <strong>di</strong> quanto<br />

duramente ci colpirà negli anni a venire. In estrema<br />

semplificazione, quanto saremo ulteriormente tassati<br />

affinchè lo Stato abbia le risorse necessarie a coprire<br />

la maggior quantità d’interessi da corrispondere ai<br />

portatori dei BTP. Come spesso accade nelle questioni<br />

economiche, quando un debitore è messo male, il<br />

sistema fa in modo che presto…sia messo peggio!


LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

La filiale <strong>di</strong> Castellammare del Golfo della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong> veniva inaugurata nell’anno 1978. A piccoli passi,<br />

ma forti dei principi del nostro reverendo fondatore e dei<br />

valori originari, basati su oltre 30 anni <strong>di</strong> storia, al servizio<br />

della gente e del territorio, si è costruito un rapporto<br />

stretto e concreto con le famiglie, che rimangono<br />

sempre l’ossatura portante dei nostri servizi alla clientela.<br />

È proprio questo rapporto privilegiato che rende il<br />

Cre<strong>di</strong>to Cooperativo una <strong>Banca</strong> <strong>di</strong>fferente.<br />

Ad oggi la filiale conta più <strong>di</strong> 3.900 clienti e circa 180<br />

soci; la missione è quella <strong>di</strong> servire al meglio una zona<br />

economicamente importante per il turismo e per la<br />

pesca, strategica per la sua posizione geografica e<br />

punto <strong>di</strong> riferimento per il tessuto sociale ed economico<br />

della zona.<br />

Fino agli anni ‘80 pesca ed agricoltura rappresentavano<br />

quasi l’unica fonte <strong>di</strong> sostentamento della popolazione;<br />

oggi il turismo ed i servizi ad esso correlati, rappresentano<br />

le leve economiche principali del territorio. Nell’ultimo<br />

decennio si è potuto assistere ad un incremento<br />

significativo delle strutture alberghiere ed extralberghiere<br />

(bed & breakfast), locali pubblici e servizi al turismo.<br />

Differentemente da altre realtà bancarie e cre<strong>di</strong>tizie, con<br />

esplicito e continuo riferimento alla “Mission” originaria<br />

costituita dalla coerente applicazione dei principi etici<br />

40<br />

Focus <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

La filiale <strong>di</strong> Castellammare<br />

del Golfo nel territorio <strong>di</strong> Giovanna Vallone<br />

e sociali che sono alla base del Cre<strong>di</strong>to Cooperativo, la<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> si pone fornitrice <strong>di</strong> servizi e prodotti<br />

bancari, cercando <strong>di</strong> essere un efficace volano <strong>di</strong> sviluppo<br />

dell’economia locale e <strong>di</strong>ventando il partner finanziario<br />

naturale del piccolo impren<strong>di</strong>tore e delle famiglie.<br />

Il personale della filiale (costituito da 2 cassieri, Vincenzo<br />

Coppola e Giuseppe Milazzo, Concetta Castelli che si<br />

occupa dell’istruttoria fi<strong>di</strong>, dal vice preposto Margherita<br />

Ganci e dal preposto) è da sempre impegnato nella<br />

conoscenza della clientela e della realtà economica e<br />

sociale <strong>di</strong> Castellammare, in quanto solo partendo da una<br />

approfon<strong>di</strong>ta conoscenza delle esigenze <strong>di</strong> un territorio<br />

è possibile offrire un servizio adeguato ed aderente alle<br />

necessità <strong>di</strong> servizi bancari e cre<strong>di</strong>tizi.<br />

La nostra filiale è stata, ed è, parte integrante della<br />

comunità Castellammarese impegnata, quin<strong>di</strong>, a dare un<br />

supporto concreto per la crescita e per lo sviluppo del<br />

territorio, cercando <strong>di</strong> superare le <strong>di</strong>fficoltà congiunturali.<br />

La filiale offre un ventaglio <strong>di</strong> proposte e <strong>di</strong> opportunità<br />

<strong>di</strong>versificate e personalizzate, rivolte alla famiglia, ai<br />

giovani, ai pensionati, alla piccola e me<strong>di</strong>a impresa,<br />

orientandoli su investimenti che offrano il giusto<br />

equilibrio tra livello <strong>di</strong> rischio e <strong>di</strong> ritorno economico,<br />

preservando, così, la clientela più esposta dai potenziali<br />

rischi del mercato.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


N. 2 2012<br />

41<br />

LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA


LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

Scrivere il futuro<br />

Costituita l’associazione dei<br />

Soci Giovani Bcc <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

È stata costituita, ad Alcamo, l’Associazione Giovani<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. La nascita si deve alle esperienze<br />

<strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> giovani soci <strong>di</strong> Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />

Cooperativo e Casse Rurali, già maturate in alcune,<br />

se pur limitate, realtà italiane, che stanno portando<br />

la loro vitalità e il loro entusiasmo all’interno delle<br />

banche. In più occasioni i ragazzi si sono incontrati<br />

(e non solo virtualmente) per con<strong>di</strong>videre pensieri,<br />

scambiare opinioni, pensare a nuove iniziative.<br />

Da questi incontri sono nate idee e amicizie che<br />

certamente si intensificheranno e allargheranno, <strong>di</strong><br />

pari passo con la nascita <strong>di</strong> nuove realtà associative<br />

ed il consolidamento <strong>di</strong> una rete nazionale dei<br />

giovani soci.<br />

L’Associazione vuole dare un contributo significativo<br />

nel territorio <strong>di</strong> appartenenza della <strong>Banca</strong>, valorizzando<br />

42<br />

Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />

<strong>di</strong> Gaspare De Blasi<br />

e potenziando le qualità dei Soci Giovani, aprendo un<br />

canale <strong>di</strong> comunicazione vivo e <strong>di</strong>namico tra tutti gli<br />

appartenenti alla compagine sociale e la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo della Sicilia Occidentale<br />

attraverso iniziative concrete.<br />

L’Associazione vuole porsi come motore propulsivo<br />

per fare avvicinare i giovani al mondo della <strong>Banca</strong> e<br />

<strong>di</strong>ffondere i principi sanciti nella Carta dei Valori.<br />

Sono compiti dell’Associazione organizzare seminari,<br />

incontri, conferenze e convegni per l’analisi e<br />

l’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> tematiche culturali, sociali,<br />

politiche e solidaristiche; organizzare corsi e moduli<br />

formativi su materie <strong>di</strong> interesse culturale, economico<br />

e sociale; organizzare eventi culturali, artistici, sportivi<br />

e ricreativi; re<strong>di</strong>gere e pubblicare materiali cartacei,<br />

adoperandosi nella realizzazione del perio<strong>di</strong>co<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


d’Informazione della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />

Cooperativo della Sicilia Occidentale; collaborare<br />

con altre Associazioni ed organismi operanti nel<br />

territorio; promuovere la cultura della cooperazione<br />

e della citta<strong>di</strong>nanza attiva specificatamente nel<br />

mondo giovanile e promuovere l’incontro dei<br />

giovani con le organizzazioni pubbliche e private;<br />

promuovere lo sviluppo dell’impren<strong>di</strong>torialità e della<br />

responsabilità civile come atteggiamenti proattivi<br />

verso la società e come stili <strong>di</strong> vita personale ed adulta;<br />

promuovere lo sviluppo delle capacità progettuali<br />

e dell’orientamento al futuro come caratteristiche<br />

in<strong>di</strong>spensabili alla costruzione <strong>di</strong> un’identità e <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>mensione adulta; sviluppare forme <strong>di</strong> aggregazione<br />

per i giovani anche attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> strumenti<br />

informatici, social network, comunità virtuali, blog,<br />

chat e altri simili; promuovere e/o gestire ogni altra<br />

iniziativa, ritenuta idonea dall’Assemblea Giovani Soci<br />

per il raggiungimento degli obiettivi sociali; sviluppare<br />

progetti o partecipare a progetti finanziati che facilitino<br />

l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.<br />

Possono essere ammessi a socio le persone fisiche, <strong>di</strong><br />

età compresa dai 18 ai 35 anni, in modo automatico<br />

al momento della sottoscrizione della quota azionaria<br />

della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> - Cre<strong>di</strong>to Cooperativo della<br />

Sicilia Occidentale.<br />

Sono altresì ammessi come soci i <strong>di</strong>pendenti e i<br />

collaboratori della <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> età compresa tra i 18 e<br />

35 anni.<br />

La qualifica <strong>di</strong> socio giovane si perde automaticamente<br />

al compimento del 36° anno <strong>di</strong> età.<br />

N. 2 2012<br />

43<br />

Come afferma Sergio Gatti, Direttore Generale <strong>di</strong><br />

Federcasse, la Federazione Italiana Banche <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to<br />

Cooperativo Casse Rurali ed Artigiane, «Queste buone<br />

esperienze vogliono essere un ulteriore stimolo a generare<br />

cambiamento e fiducia nel coinvolgimento delle nuove<br />

generazioni nelle compagini sociali. E nel migliorare<br />

l’Italia, a partire dalle loro comunità. Modernizzando<br />

il fare banca mutualistica, valorizzandone il portato<br />

democratico. Siamo sicuri che sempre più BCC-CR<br />

sapranno cogliere l’opportunità <strong>di</strong> seguire questa strada<br />

che fa parte del più ampio ventaglio <strong>di</strong> iniziative che si<br />

stanno sviluppando nell’ambito del progetto “La banca<br />

dei giovani”. Nella consapevolezza dell’importanza<br />

<strong>di</strong> preparare la futura classe amministratrice delle<br />

banche del Movimento. Come sostiene Einstein,<br />

in bicicletta non si può restare fermi senza cadere.<br />

Servono energie giovani per guardare con speranza<br />

alla <strong>di</strong>stesa sconfinata e per iniziare a pedalare insieme<br />

verso un futuro che non sarà identico al passato. E che<br />

quin<strong>di</strong> i giovani soci vogliono e debbono scrivere».<br />

E conclude Sergio Gatti «oggi il futuro lascia<br />

intravedere molte ombre. Una crisi dagli effetti<br />

impreve<strong>di</strong>bili sta contagiando tutta l’economia, da<br />

quella domestica a quella impren<strong>di</strong>toriale. Neanche<br />

le banche sono immuni dai rischi ad essa legati.<br />

Ognuno dovrà fare la propria parte per trovare<br />

soluzioni e vie alternative. Certamente un impulso <strong>di</strong><br />

ottimismo potrà arrivare dalle nuove generazioni. La<br />

storia insegna che quando viene data l’occasione ai<br />

giovani <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare il loro valore rispondono senza<br />

risparmiare le loro energie».


LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

L’accesso al cre<strong>di</strong>to<br />

agli studenti<br />

Anche per i giovani studenti, il Ministero della Gioventù ha<br />

firmato un protocollo d’intesa con l’ABI, al fine <strong>di</strong> favorire<br />

l’accesso al cre<strong>di</strong>to degli stessi. La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, non<br />

si è fatta sfuggire tale importante opportunità e ha dato<br />

tempestivamente la propria adesione.<br />

Il prestito garantito per gli studenti meritevoli rientra<br />

all’interno del pacchetto <strong>di</strong> misure “Diritto al futuro”<br />

promosso dal Ministero della Gioventù ed è in<strong>di</strong>rizzato<br />

alle nuove generazioni, sugli argomenti della casa, del<br />

lavoro, della formazione e dell’autoimpiego.<br />

Favorire l’accesso al cre<strong>di</strong>to sfruttando la dotazione<br />

patrimoniale <strong>di</strong> 25 milioni <strong>di</strong> euro del Fondo <strong>di</strong> Garanzia,<br />

permette, in tal modo, <strong>di</strong> finanziare i giovani meritevoli<br />

<strong>di</strong> età compresa tra i 18 ed i 40 anni, che desiderino<br />

proseguire gli stu<strong>di</strong> dopo la scuola superiore iscrivendosi<br />

all’università, frequentando specializzazioni post laurea o<br />

approfondendo la conoscenza <strong>di</strong> una lingua.<br />

I mutui prima casa<br />

per i giovani<br />

Il 18 Maggio del 2011 l’ABI ha siglato con il Ministero<br />

della Gioventù un protocollo d’intesa mirato ad offrire<br />

finanziamenti, garantiti dal Fondo <strong>di</strong> Garanzia, alle giovani<br />

coppie per l’acquisto della prima casa. Tale protocollo<br />

si inserisce all’interno <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> azioni ideate dal<br />

Ministero della Gioventù, denominate “Diritto al futuro”,<br />

e rivolte alle nuove generazioni, sui temi del lavoro, della<br />

casa, della formazione e dell’autoimpiego.<br />

Uno degli aspetti <strong>di</strong>scriminanti nei confronti dei giovani<br />

che vogliono mettere su famiglia è, infatti, la <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> comprare una casa: accedere ai cre<strong>di</strong>ti bancari se si è<br />

titolari <strong>di</strong> contratti <strong>di</strong> lavoro atipici o a tempo determinato<br />

è, oggi, impossibile.<br />

La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> aderisce a tale importante iniziativa,<br />

continuando anch’essa a mettere in atto azioni a favore<br />

dei giovani e ponendosi, in tal modo, la finalità primaria<br />

<strong>di</strong> favorire l’accesso ai mutui ipotecari.<br />

Con<strong>di</strong>zione necessaria per poter usufruire del<br />

finanziamento è quella <strong>di</strong> essere una giovane coppia<br />

coniugata o un nucleo famigliare monogenitoriale con<br />

44<br />

Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />

<strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />

Lo scopo primario dell’iniziativa è quello <strong>di</strong> mettere<br />

in moto l’ascensore sociale e <strong>di</strong> consentire ai giovani<br />

senza una famiglia facoltosa alle spalle <strong>di</strong> scommettere<br />

su se stessi, come avviene nelle gran<strong>di</strong> democrazie<br />

occidentali.<br />

Nello specifico tali prestiti risultano cumulabili fino ad<br />

un ammontare massimo <strong>di</strong> 25.000 euro, possono essere<br />

erogati in rate annuali <strong>di</strong> importo non inferiore a 3.000<br />

euro e non superiore a 5.000 euro e applicano dei tassi<br />

vantaggiosi, volti a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze primarie <strong>di</strong><br />

risparmio e <strong>di</strong> accesso al cre<strong>di</strong>to che i giovani si trovano<br />

a fronteggiare durante il proprio percorso formativo.<br />

Investire sull’eccellenze studentesche rende orgogliosa<br />

la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, che crede nelle competenze, nelle<br />

professionalità e nei valori che i giovani svilupperanno<br />

e che <strong>di</strong>venteranno un valore aggiunto nel territorio e<br />

per la comunità.<br />

<strong>di</strong> Enrico Stellino<br />

figli minori che alla data <strong>di</strong> presentazione della domanda<br />

abbiano un’età inferiore a 35 anni, un red<strong>di</strong>to ISEE non<br />

superiore a 35.000 euro, non più del 50% del red<strong>di</strong>to<br />

complessivo imponibile ai fini IRPEF derivante da un<br />

contratto a tempo indeterminato e il mancato possesso<br />

<strong>di</strong> altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli <strong>di</strong> cui il<br />

mutuatario abbia acquistato la proprietà per successione.<br />

Nello specifico, il fondo messo a <strong>di</strong>sposizione dal Governo<br />

ha una dotazione patrimoniale <strong>di</strong> 50 milioni <strong>di</strong> euro ed<br />

è rivolto all’acquisto <strong>di</strong> immobili a<strong>di</strong>biti ad abitazione<br />

principale <strong>di</strong> valore non superiore a 200.000 euro che non<br />

rientrino nelle categorie catastali A1, A8 e A9 e con una<br />

superficie non superiore a 90 mq.<br />

Il mutuo prevede dei tassi agevolati in<strong>di</strong>cizzati che<br />

variano in base alla durata del finanziamento e delle<br />

spese <strong>di</strong> istruttoria e <strong>di</strong> perizia ridotte al minimo. Siamo<br />

certi che recandovi nelle nostre filiali e chiedendo <strong>di</strong> tale<br />

iniziativa avrete tutte le informazioni necessarie per poter<br />

realizzare il sogno <strong>di</strong> tutte le giovani coppie, ossia quello<br />

<strong>di</strong> poter costruire il proprio futuro.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


N. 2 2012<br />

45


LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

Le iniziative della <strong>Banca</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> nell’ambito<br />

della cooperazione<br />

“Cooperative enterpreises build a better world”. Questo lo<br />

slogan per il 2012, proclamato dall’Assemblea Generale<br />

dell’ONU, Anno Internazionale della Cooperazione. Viene<br />

così riconosciuto a livello internazionale l’importante<br />

ruolo assunto dalle imprese cooperative ai fini della<br />

promozione <strong>di</strong> uno sviluppo economico e sociale,<br />

che mira alla riduzione della povertà, all’aumento<br />

dell’occupazione ed all’integrazione economica e<br />

sociale. Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi, l’attuale crisi finanziaria,<br />

mettendo in <strong>di</strong>scussione la natura del para<strong>di</strong>gma<br />

capitalista, ha come <strong>di</strong>retta conseguenza la futura<br />

adozione <strong>di</strong> un nuovo modello <strong>di</strong> sviluppo che incorpori<br />

i principi della cooperazione, della collaborazione, del<br />

coor<strong>di</strong>namento, dello spirito <strong>di</strong> comunità.<br />

In occasione <strong>di</strong> questa ricorrenza, ed anche del 110°<br />

anniversario della costituzione della nostra <strong>Banca</strong> fondata<br />

da <strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, del quale ricorrono quest’anno<br />

i cento anni dalla morte e che ha fatto dell’etica della<br />

cooperazione nel cre<strong>di</strong>to un baluardo per contrastare il<br />

fenomeno dell’usura, la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ha avviato una<br />

serie <strong>di</strong> iniziative sul tema della cooperazione.<br />

46<br />

Il progetto Cooperazione della <strong>Banca</strong><br />

<strong>di</strong> Giada Cuticchio<br />

Tra le tante, sicuramente il corso <strong>di</strong> formazione in<br />

“Esperto in modelli economici e gestionali cooperativi”,<br />

rappresenta un importante obiettivo raggiunto dalla<br />

nostra <strong>Banca</strong> in quanto, nell’organizzazione del corso,<br />

oltre alla doverosa attenzione alla qualità dei contenuti,<br />

è stata posta particolare enfasi sull’opportunità <strong>di</strong><br />

instaurare rapporti <strong>di</strong> “cooperazione” con Enti ed<br />

Istituzioni rappresentativi e significativi per il nostro<br />

territorio.<br />

Le Università <strong>di</strong> Palermo e <strong>di</strong> Catania, l’IRCAC, Sviluppo<br />

Italia, l’ICE sono solo alcuni degli enti coinvolti in<br />

questo progetto che ha visto il suo avvio il 24 febbraio<br />

<strong>di</strong> quest’anno i cui destinatari sono principalmente i<br />

giovani <strong>di</strong>pendenti della <strong>Banca</strong> anche se è stata data<br />

anche l’opportunità, ad alcuni Soci giovani e figli <strong>di</strong> Soci,<br />

<strong>di</strong> accedere gratuitamente ad alcuni moduli.<br />

Con questo numero, inoltre, si inaugura una rubrica<br />

sulla cooperazione che raccoglierà un saggio redatto da<br />

un docente, ogni volta uno <strong>di</strong>verso, sui temi affrontati<br />

durante il corso <strong>di</strong> formazione.<br />

Trovarsi insieme è un inizio, restare insieme<br />

un progresso… lavorare insieme un successo.<br />

Henry Ford<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


47<br />

LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />

Il cre<strong>di</strong>to cooperativo:<br />

<strong>di</strong>fferente per genesi<br />

Scrivere <strong>di</strong> cooperazione e sopratutto <strong>di</strong> cooperazione<br />

nel cre<strong>di</strong>to da possibilità agli storici economici <strong>di</strong><br />

analizzare un modello realmente bottom up nel<br />

panorama dello sviluppo economico moderno. La<br />

nascita e lo sviluppo <strong>di</strong> un modello efficiente nella<br />

solidarietà hanno testimoniato che lo schema ultra<br />

liberista che vede esclusivamente il profitto come<br />

motore della crescita economica e dello sviluppo<br />

può essère temperato con delle declinazioni più<br />

solidaristiche senza dover necessariamente condurre<br />

all’inefficienza. Sin dalla loro nascita banche popolari<br />

e casse rurali, sotto l’azione <strong>di</strong> Schultze e Raffeisen, a<br />

cavallo fra ‘800 e ‘900 nella Germania imperiale, vanno a<br />

sod<strong>di</strong>sfare un bisogno, la necessità dei loro soci <strong>di</strong> poter<br />

accede al cre<strong>di</strong>to, dapprima per una mera sussistenza,<br />

e successivamente per sviluppare percorsi virtuosi<br />

d’impren<strong>di</strong>torialità. Perché questi modelli <strong>di</strong> banca<br />

basati sulla mutualità e la compartecipazione trovano<br />

spazi in mercati finanziari che, per complessità e<br />

<strong>di</strong>mensione, <strong>di</strong>ventavano sempre più ad appannaggio<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> istituzioni finanziarie, trovano uno spazio che<br />

le porterà nel corso del tempo a occupare rilevanti<br />

quote <strong>di</strong> mercato? I motivi sono fondamentalmente<br />

due: da un lato la “vicinanza” fra banca e impresa, per un<br />

modello operativo concentrato territorialmente, che<br />

consentiva una conoscenza unica e <strong>di</strong>retta dei propri<br />

interlocutori e dei loro progetti, dall’altro rappresentare<br />

un luogo d’accesso per iniziative che il grande<br />

comparto bancario non avrebbe mai considerato,<br />

perché il costo <strong>di</strong> transazione connesso alla carenza<br />

<strong>di</strong> informazioni su contesti territoriali e d’impresa<br />

marginali era un’insormontabile barriera all’accesso.<br />

N. 2 2012<br />

Il progetto Cooperazione della <strong>Banca</strong><br />

<strong>di</strong> Enrico Camilleri<br />

D’ispirazione laica o cattolica che fossero, queste banche<br />

sod<strong>di</strong>sfacevano bisogni fondamentali delle comunità<br />

<strong>di</strong> riferimento. In Italia la connotazione cattolica <strong>di</strong> tali<br />

aziende cre<strong>di</strong>tizie é profondamente influenzata sia dalla<br />

vocazione produttiva principalmente rurale, laddove<br />

la Chiesa era vista come un riferimento istituzionale<br />

in<strong>di</strong>spensabile, sia dalla cultura profondamente<br />

cattolica in generale dello stato che in età monarchica<br />

pervade tutte espressioni organizzate dell’economia e<br />

della società.<br />

In Italia le prime esperienze sono quelle banche<br />

popolari <strong>di</strong> Luzzatti, Viganò e Alvisi, con un modello<br />

<strong>di</strong> forma più capitalistica rispetto all’esperienza<br />

tedesca. La vera svolta viene con Leone Wollemborg<br />

intorno al 1880, con la fondazione delle casse rurali.<br />

Sebbene fosse un uomo profondamente laico, non<br />

esitò a coinvolgere la parte più progressista del clero<br />

italiano, uno su tutti don Sturzo. Il fenomeno ebbe una<br />

<strong>di</strong>ffusione rapi<strong>di</strong>ssima, tant’è che nel 1897, ad appena<br />

quattor<strong>di</strong>ci anni dalla fondazione della prima cassa<br />

rurale italiana, se ne potevano registrare oltre 900, delle<br />

quali quasi ottocento <strong>di</strong> ispirazione cattolica.<br />

Questo modello <strong>di</strong> banca fu fondamentale per la struttura<br />

produttiva italiana, sia industriale che agricola: la storia<br />

economica del nostro paese ci racconta del protagonismo<br />

assoluto della piccola impresa nel nostro sistema, che<br />

necessitava (e necessità) <strong>di</strong> strutture cre<strong>di</strong>tizie “vicine” agli<br />

impren<strong>di</strong>tori e al territorio <strong>di</strong> riferimento, contribuendo in<br />

tal maniera anche a limitare il rischio <strong>di</strong> marginalizzazione<br />

d’importanti aree del paese, e favorendo lo sviluppo<br />

d’imprese <strong>di</strong>namiche che nel corso dei decenni hanno<br />

regalato grande lustro all’Italia


FILO DIRETTO<br />

<strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo<br />

Giuseppe Toniolo <strong>di</strong> Genzano<br />

Abbiamo voluto intervistare il suo presidente, il dott. Maurizio Capogrossi.<br />

Presidente, Lei <strong>di</strong> professione è me<strong>di</strong>co. Come mai<br />

ha scelto <strong>di</strong> impegnarsi nella BCC?<br />

«Perchè la Bcc, anzi la Toniolo, è nel dna della mia famiglia.<br />

Mio padre è stato stretto collaboratore del primo<br />

presidente, amministratore della Cassa, ma soprattutto<br />

ha vissuto e ci ha trasmesso la passione per una delle<br />

esperienze più significative della cooperazione cattolica<br />

del nostro territorio. Questo sta alla base <strong>di</strong> una scelta<br />

che mi ha assicurato gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni, ma anche<br />

richiesto gran<strong>di</strong> sacrifici».<br />

Lei è presidente della <strong>Banca</strong> dal 2002. Quali sono le<br />

scelte più significative <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni?<br />

«Innanzi tutto quella <strong>di</strong> continuare ad essere una risorsa<br />

a tutto tondo per il nostro territorio confermando ed<br />

accrescendo il senso <strong>di</strong> appartenenza al nostro movimento.<br />

Una grande realtà fatto <strong>di</strong> banche che in questi ultimi anni<br />

hanno <strong>di</strong>mostrato il coraggio <strong>di</strong> continuare a sostenere<br />

famiglie con la consapevolezza <strong>di</strong> un accresciuto rischio<br />

<strong>di</strong> fronte ad una stagione <strong>di</strong> recessione. Poi quella <strong>di</strong> offrire<br />

un’opportunità <strong>di</strong> lavoro stabile ai giovani. In questo campo<br />

è per me motivo <strong>di</strong> orgoglio avere una <strong>Banca</strong> che supera i<br />

settanta <strong>di</strong>pendenti e che ha visto abbassarsi notevolmente<br />

l’età me<strong>di</strong>a del personale. Un altro obiettivo è stato quello<br />

dell’incremento della compagine sociale che oggi supera<br />

le 3500 unità. Ciò richiede l’impegno a non smarrire il<br />

senso <strong>di</strong> comunità. Se i soci non si sentono a casa propria<br />

quando entrano in banca il nostro futuro è a rischio. Se<br />

48<br />

BCC a confronto<br />

<strong>di</strong> Enrico Stellino<br />

La <strong>Banca</strong> <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo Giuseppe Toniolo ha sede in Genzano<br />

<strong>di</strong> Roma, Comune dei Castelli Romani con una popolazione che supera<br />

i ventiquattromila abitanti.<br />

La Cassa Rurale ed Artigiana è stata fondata il 27 febbraio 1947. La<br />

sua attività inizia l’anno successivo ed è incentrata nel sostegno della<br />

ricostruzione post bellica.<br />

La Cassa <strong>di</strong>venta rapidamente riferimento per l’intera popolazione<br />

genzanese ed accompagna la rinascita delle attività economiche<br />

sviluppo della città.<br />

Cresce nei volumi e si colloca a pieno titolo fra le esperienze trainanti<br />

la Federazione Lazio Umbria Sardegna, nata nel 1967 <strong>di</strong> cui è socio<br />

fondatore.<br />

Successivamente fioriscono altre esperienze cooperative per dare una<br />

casa ed offrire opportunità economiche ai concitta<strong>di</strong>ni. La Cassa Rurale<br />

offre, come naturale, il proprio sostegno a tali realtà.<br />

Negli ultimi <strong>di</strong>eci anni la BCC ha notevolmente aumentato la propria<br />

presenza sul territorio con l’apertura <strong>di</strong> altri sei sportelli.<br />

l’appartenenza è fattiva c’è la consapevolezza <strong>di</strong> avere una<br />

forza sulla quale far conto <strong>di</strong> fronte a qualsiasi scenario».<br />

Nella Sua <strong>Banca</strong> è presente l’Associazione dei<br />

giovani soci. Quali sono le caratteristiche ed i<br />

rapporti con tale realtà?<br />

«Quella dei gruppi <strong>di</strong> giovani soci è un’esperienza in cui il<br />

movimento crede fortemente e che sta attecchendo in<br />

tutto il territorio nazionale soprattutto dopo l’esperienza<br />

vissuta nell’ambito dell’ultimo Congresso nazionale. Se<br />

debbo rispondere alla domanda con una definizione <strong>di</strong>rei<br />

che l’associazione rappresenta una benefica spina nel<br />

fianco, un’antenna sul futuro ed un motivo d’orgoglio».<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


N. 2 2012<br />

Le iniziative per la cultura e la solidarietà<br />

49<br />

FILO DIRETTO<br />

Come mettere a valore<br />

le aree protette del trapanese<br />

Le iniziative del Centro stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> nell’ambito della creazione<br />

<strong>di</strong> nuova impren<strong>di</strong>torialità giovanile.<br />

<strong>di</strong> Giada Cuticchio<br />

Recentemente, è stato <strong>di</strong>ffuso il dato ISTAT sulla<br />

<strong>di</strong>soccupazione giovanile nelle province Meri<strong>di</strong>onali e,<br />

per l’anno 2011, è emerso che ha raggiunto il 29,1%, ma<br />

il dato ancor più drammatico, riguarda le donne residenti<br />

nel Mezzogiorno, infatti, quasi una su due è <strong>di</strong>soccupata.<br />

Questo è uno dei fili conduttori che hanno animato le<br />

iniziative della Rete “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” (Centro Stu<strong>di</strong>, <strong>Banca</strong> e<br />

dalla neocostituita Associazione Soci Giovani), e che<br />

si pongono, tra i vari obiettivi, quello <strong>di</strong> stimolare la<br />

riflessione intorno alle opportunità non ancora “colte” nel<br />

nostro territorio e che possono dare alla luce interessanti<br />

iniziative <strong>di</strong> autoimpren<strong>di</strong>torialità giovanile.<br />

Il progetto “Come mettere a valore le aree protette del<br />

Trapanese”, frutto <strong>di</strong> una proficua collaborazione tra alcuni<br />

ricercatori del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e del Dipartimento<br />

DEMETRAdell’Università degliStu<strong>di</strong><strong>di</strong>Palermo, coor<strong>di</strong>nati<br />

dai proff. Pietro Columba ed Alessandro Hoffmann, si è<br />

inserito a pieno titolo tra queste.<br />

Durante il convegno realizzato il 28 aprile <strong>di</strong> quest’anno,<br />

è stato presentato il report finale in cui sono in<strong>di</strong>cate le<br />

risorse finanziarie de<strong>di</strong>cate al mondo rurale (PSR), la storia, la<br />

normativa ed i <strong>di</strong>vieti, nonché, le potenzialità economiche<br />

delle aree protette trapanesi generate ad esempio<br />

dall’ecoturismo e dalle attività <strong>di</strong> educazione ambientale.<br />

È stata anche l’occasione per riflettere sulle potenzialità<br />

culturali e socio economiche del nostro territorio grazie<br />

all’intervento della prof.ssa Tiziana Cuccia dell’Università<br />

<strong>di</strong> Catania, e testimoniare come si possa fare anche<br />

impren<strong>di</strong>torialità “verde” grazie agli interventi <strong>di</strong> Fausto<br />

Faggioli (fattorie Faggioli), <strong>di</strong> Carmelinda Pane (Centro<br />

esperienza territoriale Geopark,Rocca <strong>di</strong> cerere), <strong>di</strong> Sergio<br />

Castrogiovanni (Parco avventura Madonie) e <strong>di</strong> Maria<br />

Stella Dara (Baglio Fastuchera).<br />

Gli interventi della dott.ssa Valeria Restuccia, Direttore<br />

dalla Riserva dello Zingaro, e del dott. Angelo Troia,<br />

ricercatore, hanno evidenziato, inoltre, le opportunità<br />

ed i rischi che la gestione pubblica e quella privata delle<br />

aree protette possono generare. Il report è <strong>di</strong>sponibile su<br />

www.bancadonrizzo.it e www.centrostu<strong>di</strong>donrizzo.it.


FILO DIRETTO<br />

Sorri-Denti per sempre<br />

Prevenzione alla salute del cavo orale<br />

La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e il Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

promuovendo l’iniziativa “le giornate della prevenzione”<br />

con il fine <strong>di</strong> sostenere la cultura alla tutela della salute,<br />

nel mese <strong>di</strong> febbraio dell’anno in corso, hanno voluto<br />

intraprendere la giornata “Sorri-Denti per Sempre”<br />

prevenzione alla salute del cavo orale. L’iniziativa è stata<br />

mirata ai ragazzi <strong>di</strong> età compresa dai 10 ai 14 anni.<br />

Nello svolgimento <strong>di</strong> quest’attività, i ragazzi, nella prima<br />

fase sono stati informati, attraverso la proiezione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>apositive, sull’anatomia dell’apparato oro-dentale e<br />

sensibilizzati ad una corretta alimentazione, sulla vali<strong>di</strong>tà<br />

della <strong>di</strong>agnosi precoce e in particolare sull’importanza<br />

<strong>di</strong> un’accurata igiene orale. Nella seconda fase, gli stessi<br />

ragazzi sono stati sottoposti, previa autorizzazione dei<br />

genitori, a visita specialistica da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ci odontoiatri, i quali con spirito <strong>di</strong> servizio, hanno<br />

svolto quest’attività <strong>di</strong> volontariato.<br />

Per ogni ragazzo è stata compilata una scheda<br />

personalizzata, nella quale, oltre ad evidenziare lo stato<br />

oro-dentale <strong>di</strong> ciascuno, sono stati in<strong>di</strong>cati anche dei<br />

suggerimenti da adottare per migliorare la qualità della<br />

salute orale.<br />

I ragazzi che hanno partecipato alle giornate della<br />

prevenzione, sono stati 432 <strong>di</strong>stribuiti sui territori <strong>di</strong><br />

Alcamo, <strong>di</strong> Paceco, <strong>di</strong> Trapani e <strong>di</strong> Valderice.<br />

Precisamente ad Alcamo hanno partecipato 92 ragazzi, <strong>di</strong><br />

cui 78 sono stati visitati e fra i quali, ai fini statistici, sono<br />

stati riscontrati: 95 denti cariati, 82 denti curati, 4 denti<br />

mancanti e 25 malocclusioni.<br />

A Paceco hanno partecipato 35 ragazzi, <strong>di</strong> cui 18 sono stati<br />

visitati e fra i quali sono stati riscontrati 15 denti cariati, 20<br />

denti curati, nessun dente mancante 6 malocclusioni.<br />

A Trapani hanno partecipato 230 ragazzi, <strong>di</strong> cui 195 sono<br />

stati visitati e fra i quali sono stati riscontrati 187 denti cariati,<br />

50<br />

Con Noi<br />

<strong>di</strong> Enzo Nuzzo<br />

136 denti curati, 6 denti mancanti e 62 malocclusioni.<br />

A Valderice hanno partecipato 75 ragazzi, <strong>di</strong> cui 30 sono<br />

stati visitati, e fra i quali sono stati riscontrati 29 denti<br />

cariati, 16 denti curati, nessun dente mancante e 12<br />

malocclusioni.<br />

Gli apprezzamenti ricevuti sia da parte dei sostenitori <strong>di</strong><br />

questa iniziativa, che da parte delle famiglie, gratificano<br />

certamente i me<strong>di</strong>ci volontari e certificano la bontà e<br />

l’utilità del progetto voluto e sostenuto dal Centro Stu<strong>di</strong><br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, il quale ringrazia tutto il team me<strong>di</strong>co tra cui il<br />

coor<strong>di</strong>natore dott. Liborio Cruciata che è stato coa<strong>di</strong>uvato<br />

dai me<strong>di</strong>ci odontoiatri dott. Giuseppe Bambina, dott.<br />

Francesco Blunda, dott. Aldo Brucia, dott.sa Cristina<br />

Brucia, dott.sa Valentina Cusumano.<br />

Un particolare ringraziamento è, anche, rivolto ai genitori<br />

che hanno autorizzato, con particolare sollecitu<strong>di</strong>ne, tale<br />

screening dentale. Infine un plauso sentito è in<strong>di</strong>rizzato<br />

ai ragazzi che hanno mostrato un comportamento<br />

encomiabile dando prova <strong>di</strong> avere preso coscienza della<br />

problematica e della sua importanza.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


N. 2 2012<br />

Gli appuntamenti<br />

51<br />

FILO DIRETTO<br />

100 anni con <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> <strong>di</strong> Luigi Culmone<br />

È stato un mese molto intenso quello <strong>di</strong> Aprile per il Centro<br />

Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>… e non poteva essere altrimenti…<br />

infatti il 17 Aprile si compiva il primo secolo esatto dalla<br />

prematura (agli occhi degli uomini) <strong>di</strong>partita del nostro<br />

caro <strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>. Per volontà unanime dei soci<br />

abbiamo sviluppato con costi pari a zero un’idea (questa<br />

sì impagabile) della <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> questa istituzione.<br />

Tutto è iniziato nella serata del 10 quando grazie alla<br />

<strong>di</strong>spobilità <strong>di</strong> <strong>Don</strong> Franco Finazzo, parroco <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo Redentore, abbiamo illustrato al un folto pubblico<br />

intervenuto la figura <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>. Il tema dell’incontro<br />

è stato proprio “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>: il Gigante della Carità”. In una<br />

forma scorrevole e <strong>di</strong>scorsiva, facendo tesoro, <strong>di</strong> materiale<br />

bibliografico in possesso del Centro Stu<strong>di</strong>, il Presidente<br />

della <strong>Banca</strong> Mistretta, il Direttore Guido ed il Presidente<br />

del Centro Stu<strong>di</strong> Nuzzo hanno voluto ripartire da questa<br />

bella sala conferenze posta in una Chiesa della periferia<br />

sud della città, sala che è stata realizzata grazie alla<br />

generosità della “figlia” del genio cristiano <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

ovvero questa azienda (la nostra BCC) che costituisce una<br />

comunità <strong>di</strong> oltre 4.000 persone.<br />

Chi scrive ha tratteggiato in un breve ma necessario volo<br />

che in mezz’ora ha attraversato 150 anni <strong>di</strong> storia… la vita<br />

le opere, la santità <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Con piacevole sorpresa abbiamo constatato che l’idea<br />

molto spartana ma piena <strong>di</strong> commozione vera era<br />

stata apprezzata dal numeroso pubblico intervenuto<br />

tra cui spiccava la presenza <strong>di</strong> molti giovani e tantissimi<br />

giovanissini ad<strong>di</strong>rittura delle scuole Me<strong>di</strong>e. Ci siamo detti<br />

che era un’esperienza da ripetere e così grazie all’attivismo<br />

veramente strao<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Enzo Nuzzo in poco più <strong>di</strong> un<br />

mese lo stesso tema e con le stesse modalità è stato<br />

trattato in molte scuole e nella Chiesa del Soccorso, dove<br />

la sera del 24 aprile siamo stati ospitatiti dal Movimento<br />

Ecclesiale Carmelitano. In quella occasione è stato per me<br />

molto significativo vedere un così partecipato incontro<br />

su <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> proprio a pochi metri dalla Cappella sita in<br />

Basilica.<br />

Una Chiesa, quella del Soccorso, che aveva una splen<strong>di</strong>da<br />

atmosfera, tutte le finestre <strong>di</strong> questa monumento dalla<br />

forma stranamente circolare facevano convergere la luce<br />

vespertina sull’antico altare ed il Tabernacolo sembrava<br />

irra<strong>di</strong>ato da raggi dorati. Prima <strong>di</strong> iniziare ad illustrare <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong>, i suoi tempi, la Alcamo <strong>di</strong> fine ottocento e come


questo grande sacerdote cammina ancora tra noi avevo<br />

la sicurezza che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> era lì ed era contento <strong>di</strong> ciò<br />

che facevamo…<br />

Mezzora, tre quarti d’ora massimo eppure quanto calore,<br />

quanta passione anche nei volti <strong>di</strong> tanti cattolici, <strong>di</strong><br />

tanti operatori della cultura, <strong>di</strong> tanti professionisti che<br />

“ritrovavano” un padre, un santo, un amico a cui rivolgersi<br />

in preghiera anche e soprattutto oggi.<br />

Così con molta semplicità… con l’ausilio anche dei<br />

“giovani” Salvo Cartuccio e Giada Cuticchio che hanno<br />

saputo ancor <strong>di</strong> più catturare la simpatia dei ragazzi…<br />

siamo andati in una commovente e festosa “peregrinatio”<br />

in tante scuole <strong>di</strong> Alcamo e Castellammare del Golfo,<br />

ovunque con la stessa reazione positica: l’interesse<br />

sempre crescente per la figura e l’opera <strong>di</strong> questo vero<br />

e proprio Gigante non solo della Carità ma anche della<br />

storia del nostro territorio.<br />

Grande la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> docenti e <strong>di</strong>rigenti della<br />

scuole… si può <strong>di</strong>re che abbiamo incontrato senza<br />

fanfare e senza alcun “battage” pubblicitario migliaia <strong>di</strong><br />

persone ma soprattutto abbiamo fatto conoscere <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong> ai giovani ed i giovani lo hanno preso in simpatia<br />

e Lui, <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> - più vivo che mai - sempre presente<br />

tra i ragazzi, a sorridere sornione e bene<strong>di</strong>cente. Ma<br />

il momento in cui tutti noi abbiamo sentito <strong>di</strong> essere<br />

avvolti dal grande manto <strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è stato durante<br />

la Santa Messa celebrata dal Vescovo <strong>di</strong> Trapani Mons.<br />

Miccichè proprio nelle ore esatte in cui si compiva un<br />

secolo esatto dalla sua morte. Una cerimonia semplice<br />

ma solenne, emozionante e raccolta… come avrebbe<br />

voluto Lui, il nostro <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> con tutti i <strong>di</strong>pendenti, gli<br />

amici ed anche il personale in quiescenza. Concelebranti<br />

tanti parroci alcamesi, Mons. Puma ed il Vicario <strong>di</strong> Trapani<br />

Mons. Benedetto Cottone.<br />

Le sentite e vibranti parole del Presidente Giuseppe<br />

Mistretta hanno preceduto la toccante processione con<br />

cui ci si è portati presso la Cappella <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, uno dei<br />

capolavori dell’arte contemporanea progettata da Paolo<br />

Portoghesi e lì in un giorno feriale, centinaia <strong>di</strong> “amici”<br />

52<br />

<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> hanno invaso la Basilica. Essi sono gli ere<strong>di</strong><br />

spirutuali che ancora oggi conducono per le strade del<br />

mondo l’opera <strong>di</strong> questo Sacerdote morto ad appena 48<br />

anni, dopo soli 24 anni <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>ssimo lavoro apostolico<br />

come prete, giornalista, sindacalista e geniale anticipatore<br />

dei tempi.<br />

Essi si sono stretti attorno al loro grande amico… e<br />

sembrava che questo contatto fisico tra la gente e <strong>Don</strong><br />

<strong>Rizzo</strong> non dovesse finire più.<br />

Mentre Lui con le mani aperte e scolpite nel can<strong>di</strong>do<br />

marmo <strong>di</strong> Carrara sembrava <strong>di</strong>cesse… non andate via…<br />

e continuate la mia opera soprattutto in <strong>di</strong>fesa degli<br />

ultimi, dei più piccoli e dei più deboli. E che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />

fosse un gigante lo capì anche San Pio X, con l’intuito che<br />

solo i Santi hanno, che poche ore prima della morte fece<br />

pervenire al sacerdote oramai morente una particolare<br />

bene<strong>di</strong>zione attraverso il Suo Segretario <strong>di</strong> Stato il<br />

Car<strong>di</strong>nale spagnolo Rafael Merry del Val.<br />

E così, il 17 aprile 1912, prima <strong>di</strong> perdere conoscenza,<br />

<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ascoltò le parole <strong>di</strong> un Santo, del Sommo<br />

Pontefice… quel Vicario <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> quel “dolce Cristo in<br />

terra” come <strong>di</strong>ce Dante che da Roma, sede <strong>di</strong> Pietro gli fece<br />

arrivare l’ultima carezza, carezza che <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ancora<br />

oggi ci restituisce ogni giorno quando ripercorriamo la<br />

sua strada fatta <strong>di</strong> Fede, Speranza e Carità.<br />

<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>


53<br />

FILO DIRETTO<br />

La cerimonia alla Fondazione<br />

Orestia<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gibellina <strong>di</strong> Salvo Cartuccio<br />

Mercoledì 2 Maggio, presso la Fondazione Istituto <strong>di</strong> Alta<br />

<strong>Cultura</strong> Orestia<strong>di</strong> onlus - Baglio Di Stefano - Gibellina, si<br />

è tenuta la Cerimonia ufficiale <strong>di</strong> benvenuto per i nuovi<br />

soci della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e, nell’occasione, si è anche<br />

proceduto alla consegna delle borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per tutti gli<br />

studenti Soci o figli <strong>di</strong> Soci che nel corso dell’anno scolastico<br />

o accademico 2010/2011 si sono <strong>di</strong>stinti per aver ottenuto<br />

il massimo dei voti.<br />

Con la delibera del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione del<br />

19 Ottobre 2010, la <strong>Banca</strong> ha tra l’altro previsto, oltre al<br />

consueto bonus in denaro, anche l’attribuzione dello status<br />

<strong>di</strong> Socio Giovane a tutti i neo-<strong>di</strong>plomati ed i neo-laureati, a<br />

cui è assegnato il premio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Infine, sono stati anche premiati i partecipanti al concorso<br />

fotografico 2011 “I luoghi intorno a noi” che, attraverso i 12<br />

scatti scelti da un’apposita giuria, hanno permesso <strong>di</strong> costituire<br />

il calendario ufficiale della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> per l’anno 2012.<br />

L’evento ha previsto, in una prima fase, la visita guidata delle<br />

splen<strong>di</strong>de sale del museo aventi per oggetto una mostra<br />

sull’Islam in Sicilia. La ricostruzione storica realizzata dal<br />

<strong>di</strong>rettore del museo ha permesso <strong>di</strong> “<strong>di</strong>pingere” ai Soci un<br />

preciso “affresco” del patrimonio artistico e culturale islamico<br />

nel territorio siciliano.<br />

La cerimonia è poi proseguita presso la sala convegni della<br />

Fondazione, in cui il Presidente delle Oresita<strong>di</strong>, Francesca<br />

Corrao, ha dato il benvenuto ai soci e ha narrato alcune<br />

suggestive ed affascinati storie sullo storico incrocio della<br />

cultura islamica e siciliana.<br />

N. 2 2012<br />

Gli appuntamenti<br />

Anche gli studenti hanno avuto il loro momento <strong>di</strong> gloria;<br />

il presidente Mistretta e il Direttore Guido, dopo aver<br />

evidenziato ai soci le caratteristiche <strong>di</strong>stintive del Cre<strong>di</strong>to<br />

Cooperativo e della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, hanno, infatti, invitato i<br />

circa cinquanta premiati a recarsi sul palco per l’attribuzione<br />

degli attestati e per la consueta fotografia, in cui i massimi<br />

vertici <strong>di</strong>rigenziali posano con gli studenti eccellenti.<br />

La consegna <strong>di</strong> una bicicletta mountain bike della Cicli<br />

Lombardo, <strong>di</strong> un trolley e <strong>di</strong> uno zaino PiQuadro, per i primi<br />

tre classificati, oltre gli attestati per gli altri nove fotografi,<br />

ha in ultimo concluso la premiazione dei partecipanti al<br />

concorso fotografico “I luoghi intorno a noi”.<br />

La manifestazione è, infine, terminata con un aperitivo<br />

tenuto presso un cortile situato in uno degli splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

spiazzi della Fondazione.


PER CRESCERE<br />

Gli autori <strong>di</strong> questo numero<br />

Maurizio Aiello<br />

Maurizio Aiello nasce a Palermiti, in provincia <strong>di</strong> Catanzaro. Docente <strong>di</strong> scuola primaria, nel 1979 si laurea in<br />

Pedagogia con 110/110 ed in pari data partecipa al concorso per <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>dattico. Nel 1982 viene nominato<br />

Direttore Didattico del Circolo <strong>di</strong> Castellammare del Golfo, dove attualmente presta servizio come <strong>di</strong>rigente<br />

scolastico. Nel 2000 consegue presso l’Università <strong>di</strong> Firenze il corso <strong>di</strong> perfezionamento nella <strong>di</strong>rigenza scolastica.<br />

È un convinto meri<strong>di</strong>onalista e stu<strong>di</strong>oso della problematica sull’emigrazione e sulla critica neotestamentaria.<br />

Federico Alesi<br />

Federico Alesi nasce nel 1991, si <strong>di</strong>ploma al programmatore <strong>di</strong> Alcamo e si iscrive alla Facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza<br />

a Trapani. Appassionato <strong>di</strong> scrittura e <strong>di</strong> musica, si <strong>di</strong>stingue, in Sicilia, presto, proprio per la qualità dei suoi dj set<br />

<strong>di</strong> cui è il protagonista in<strong>di</strong>scusso. Volontario ed amante della legalità collabora ad alcune riviste del territorio.<br />

Giuseppe Butera<br />

Giuseppe Butera, 19 anni, studente della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, da anni collabora in un importante stu<strong>di</strong>o<br />

professionale del trapanese. Si interessa <strong>di</strong> bioarchitettura e <strong>di</strong> valorizzazione del paesaggio. È redattore <strong>di</strong> alcune<br />

riviste e perio<strong>di</strong>ci locali. Al suo attivo numerose pubblicazioni del settore architettonico ed ingegneristico.<br />

Enrico Camilleri<br />

Enrico Camilleri è professore a contratto <strong>di</strong> Storia della Moneta e della <strong>Banca</strong> nella Facoltà <strong>di</strong> <strong>Economia</strong>. Autore<br />

<strong>di</strong> numerose pubblicazioni in campo industriale e finanziario, ha approfon<strong>di</strong>to i temi del <strong>di</strong>vario nord sud e<br />

dello sviluppo locale.<br />

Salvo Cartuccio<br />

Salvatore Cartuccio, nasce a Palermo nel 1983. Consegue la laurea in Discipline della Comunicazione nel<br />

2005 e la specializzazione in Comunicazione Sociale e Istituzionale nel 2009. Ha svolto l’attività <strong>di</strong> docente <strong>di</strong><br />

informatica <strong>di</strong> base presso un centro <strong>di</strong> formazione ed ha lavorato presso l’ufficio finanza <strong>di</strong> un altro istituto <strong>di</strong><br />

cre<strong>di</strong>to. Si occupa <strong>di</strong> marketing e comunicazione presso la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> da circa 3 anni.<br />

Luigi Culmone<br />

Luigi Culmone nasce ad Alcamo il 10 febbraio 1960. Consegue la maturità classica al liceo “cielo d’Alcamo” e<br />

ottiene la laurea in Giurisprudenza presso l’università <strong>di</strong> Palermo nel 1984 con il massimo dei voti. è iscritto<br />

all’albo ufficiale dei giornalisti dal 1980. Ha <strong>di</strong>retto numerose testate giornalistiche, sia televisive che a mezzo<br />

stampa. è stato Vice Segretario provinciale dell’Assostampa rurale e consigliere regionale dell’Unione della<br />

Stampa Cattolica Italiana.<br />

Giada Cuticchio<br />

Giada Cuticchio, nasce nel 1981, ha conseguito lauree in <strong>Economia</strong> e valutazione delle politiche pubbliche e<br />

territoriali e in <strong>Economia</strong> e gestione del territorio, master in Economics presso l’Università <strong>di</strong> Tor Vergata, Ph.D<br />

in Analisi economiche e gestione delle politiche per lo sviluppo territoriale. Docente, a contratto, <strong>di</strong> <strong>Economia</strong><br />

Urbana e del Territorio presso la Facoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Palermo, svolge attività <strong>di</strong> ricerca sul Capitale Territoriale<br />

presso la Facoltà <strong>di</strong> <strong>Economia</strong>. Attualmente collabora con la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Gaspare De Blasi<br />

Gaspare De Blasi nasce ad Alcamo nel 1986, consegue il <strong>di</strong>ploma in “Ragioniere, Perito commerciale e<br />

Programmatore” presso l’I.T.C.” G.Caruso” <strong>di</strong> Alcamo e si laurea nel luglio del 2009 in <strong>Economia</strong> Aziendale presso<br />

l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo. Da settembre 2009 collabora con la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ed è impiegato da<br />

marzo 2011 presso il front-office dell’ag. <strong>di</strong> Palermo è inoltre presidente pro-tempore dell’Associazione Giovani<br />

Soci <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Antonio Fundarò<br />

Antonio Fundarò, giornalista pubblicista, nasce in Alcamo nel 1968. Si laurea in Scienze Politiche Internazionali<br />

a Palermo, in Scienze Giuri<strong>di</strong>che a Roma, Dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione e dell’Educazione,<br />

alla LUISA. È dottore <strong>di</strong> Ricerca in “Uomo e Ambiente: le culture, le teorie, i <strong>di</strong>ritti, i movimenti”, dottore <strong>di</strong> Ricerca<br />

Internazionale in “Colture del Me<strong>di</strong>terraneo” al Politecnico <strong>di</strong> Valentia (Spagna), e dottore <strong>di</strong> Ricerca in “Storia della<br />

<strong>Cultura</strong> e della Tecnica” a Palermo. È stato docente a c. all’Università <strong>di</strong> Palermo. È docente <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipline giuri<strong>di</strong>che ed<br />

economiche all’IIS L. Da Vinci. Ha dato alle stampe 83 volumi ed è autore <strong>di</strong> 243 articoli scientifici.


Francesco Gianno<br />

Francesco Gianno nasce ad Erice nel 1993. Frequenta l’Istituto Tecnico Economico Statale Salvatore Calvino, del<br />

quale è rappresentante per la componente studenti.<br />

Marcello Ingrassia<br />

Marcello Ingrassia nasce ad Alcamo nel 1968, si laurea in <strong>Economia</strong> e Commercio nel 1991. Svolge il ruolo <strong>di</strong><br />

programmatore per lo sviluppo delle applicazioni presso il Banco <strong>di</strong> Sicilia per cinque anni. Dal 1999 è in servizio<br />

presso l’ufficio <strong>Finanza</strong> della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />

Vincenzo Labruzzo<br />

Vincenzo Labruzzo, 23 anni, <strong>di</strong>plomato all’istituto tecnico commerciale, in<strong>di</strong>rizzo programmatore, specializzato,<br />

all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo in “Operatore tecnico per la valutazione del sistema integrato, sicurezza sul lavoro,<br />

qualità e gestione ambientale”, collabora a numerosi perio<strong>di</strong>ci occupandosi, con competenza <strong>di</strong> temi ambientali e <strong>di</strong><br />

sviluppo territoriale. Ama la musica e la poesia. I suoi Dj set sono famosi in tutta la Sicilia.<br />

Maria Antonietta Macrì<br />

Maria Antonietta Macrì, nata in Calabria, a Catanzaro, si trasferisce a Castellammare del Golfo per ricongiungersi al<br />

marito, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>dattico. Laureatasi in Pedagogia nel 1979 con 110/110, si abilita all’insegnamento nella scuola<br />

secondaria in “Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione,” e in “Lettere”; si specializza nel sostegno nella Scuola<br />

Primaria e Secondaria. Dal 2001 è docente <strong>di</strong> “Italiano e storia” presso l’Istituto Tecnico “G.Caruso” <strong>di</strong> Alcamo.<br />

Filippo Nobile<br />

Filippo Nobile nasce a Bologna nel 1981, si laurea in “Educatore della Prima Infanzia” a Palermo e, successivamente, in<br />

“Pedagogista della Marginalità e della Disabilità”a Macerata. Dottore <strong>di</strong> ricerca in“Storia della <strong>Cultura</strong> e dellaTecnica”a Palermo,<br />

è giornalista pubblicista, caporedattore <strong>di</strong> un mensile <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong>rettore responsabile del mensile “30Dì”in <strong>di</strong>stribuzione<br />

nelle province <strong>di</strong> Trapani e Palermo. È stato “Esperto in Comunicazione” <strong>di</strong> un ente della Regione Siciliana. È autore <strong>di</strong> numerosi<br />

volumi pubblicati per la casa e<strong>di</strong>trice L’Espresso, ed è redattore de La Rivista della Scuola dove mensilmente si occupa <strong>di</strong> temi<br />

inerenti le risorse umane, la scuola, la formazione. Ha insegnato, a contratto, all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo.<br />

Vincenzo Nuzzo<br />

Vincenzo Nuzzo, nasce ad Alcamo nel 1944. È il vice presidente vicario della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 2008 e il Presidente<br />

del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 2011. Consegue la laurea in Scienze Biologiche ed intraprende la carriera <strong>di</strong>rigenziale<br />

presso un’azienda multinazionale farmaceutica, ricoprendo in 30 anni vari incarichi <strong>di</strong>rigenziali, sino a raggiungere<br />

i massimi vertici <strong>di</strong>rigenziali del territorio <strong>di</strong> alcune regioni meri<strong>di</strong>onali, quali la Sicilia, la Campania e la Puglia.<br />

Attualmente è Meeting and event officer nel Rotary International <strong>di</strong>stretto 2110 Sicilia-Malta. Nuzzo ha fatto anche<br />

parte del consiglio <strong>di</strong> amministrazione della fondazione Piera e Franco Cutino.<br />

Enrico Stellino<br />

Enrico Stellino, nasce ad Alcamo nel 1965. Consegue la laurea in <strong>Economia</strong> e Commercio nel 1990, l’abilitazione<br />

nel 1991 e nel 2005 il Master in Modelli <strong>di</strong> System Dynamics per il controllo <strong>di</strong> gestione nei processi <strong>di</strong> risanamento<br />

e sviluppo. Lavora presso la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> dal 1992 ed, attualmente, è responsabile dell’Area Affari Generali, del<br />

Servizio Pianificazione e dell’Ufficio Marketing.<br />

Giovanna Vallone<br />

Giovanna Vallone nata nel 1960, ragionerie, è dal Febbraio del 2008, preposto della filiale <strong>di</strong> Terrasini. Trenta anni<br />

<strong>di</strong> esperienza presso la banca <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, come impiegata presso le filiali, prima, con responsabilità presso l’ufficio<br />

servizi accentrati della banca, e, poi, da preposto.<br />

Elena Vetere<br />

Elena Vetere, nel 1984 si specializza in restauro dei <strong>di</strong>pinti murari a Napoli presso un istituto professionale<br />

<strong>di</strong>retto da Bal<strong>di</strong>ni Umberto. La sua formazione termina con la laurea in conservazione dei Beni <strong>Cultura</strong>li. Nel 91<br />

si costituisce come <strong>di</strong>tta, e si accre<strong>di</strong>ta presso la Soprintendenza per i BBCCAA <strong>di</strong> Napoli. Il suo laboratorio nasce<br />

all’interno <strong>di</strong> un bellissimo Convento francescano risalente al XVI sec, a Nord <strong>di</strong> Napoli. Trasferitasi a Trapani, nel<br />

93, si accre<strong>di</strong>ta anche presso le Soprintendenze della Sicilia. Attualmente il suo laboratorio è situato all’interno<br />

dei locali del Seminario Vescovile <strong>di</strong> Trapani.

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