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02.07.2013 Views

6 Ricostruzione 3D delle caratteristiche idrogeologiche nel bacino tra Ticino e Oglio sono state confrontate con due sezioni idrostratigrafiche (sezione 5a in figura 6.9 e sezione 2 in figura 6.11) realizzate nello studio regionale (Regione Lombardia & Eni-Divisione Agip, 2002): lo spessore di sottosuolo riprodotto da queste sezioni è maggiore di quello interessato dalla modellazione avvenuta con il software Gocad, la profondità massima supera gli 800 m al di sotto del piano campagna. Nelle sezioni del lavoro regionale sono stati infatti individuati anche il Gruppo Acquifero D, più antico e più profondo degli altri tre, e il limite tra acqua dolce e acqua salmastra. Va precisato che Gocad permette solamente la visualizzazione di sezioni lungo linee rette, quindi le sezioni simulate non coincidono esattamente con quelle di Eni-Agip, ma ne rappresentano una valida approssimazione. In Figura 6.8 è mostrata l’ubicazione delle quattro sezioni. Come accennato sopra, le figure 6.9 e 6.11 riproducono due visioni in sezioni dell’Unità Idrostratigrafiche A, B, C e D, riportate nel lavoro regionale. Tali unità sono delimitate da superfici di inconformità prodotte da fasi deformative di importanza regionale; al loro interno sono riconoscibili più unità di rango minore, delimitate da superfici di inconformità di significato più locale. I sedimenti fini (argille o limi) che formano la parte superiore di ogni unità costituiscono una barriera impermeabile (acquicludo) o poco permeabile (acquitardo) che determina un relativo isolamento idraulico di una data unità rispetto alla soprastante. Nel complesso, quindi, l’insieme delle unità idrostratigrafiche principali costituisce una successione di corpi sedimentari acquiferi articolati (Gruppi Acquiferi), relativamente isolati gli uni dagli altri, costituiti al loro interno da corpi sedimentari acquiferi di rango e dimensioni minori (Complessi Acquiferi). Nelle sezioni idrostratigrafiche vengono correlate le unità componenti i Gruppi Acquiferi, ovvero i Complessi Acquiferi. Ogni Complesso Acquifero è costituito da un Sistema Acquifero (in colore) e da un Sistema Acquitardo (in grigio). Il primo è l’insieme dei serbatoi acquiferi e può essere definito come un’unità idrogeologicamente omogenea costituita da sedimenti relativamente grossolani che comprende anche barriere di permeabilità locali; il secondo è l’insieme dei corpi impermeabili o poco permeabili e può essere definito come un’unità idrogeologicamente omogenea costituita da sedimenti fini che possono contenere anche serbatoi acquiferi di minore entità (Regione Lombardia & Eni-Divisione Agip, 2002). 54

6 Ricostruzione 3D delle caratteristiche idrogeologiche nel bacino tra Ticino e Oglio La sezione 5a (figura 6.9) è orientata circa in direzione Ovest-Est e visualizza l’andamento dei corpi sedimentari lungo l’asse del bacino padano, ossia lungo la direzione di massima deformazione; per questo motivo le deformazioni stesse sono attenuate. Infatti, così come accade nella sezione j=94 (figura 6.10), non si notano dei rilevanti sollevamenti o depressioni, soprattutto nelle superfici basali dei Gruppi Acquiferi A e B; gli spessori aumentano verso Est: lo spessore dell’Unità Idrostratigrafia A varia da circa 60 m a Ovest a circa 80 m a Est. Lo spessore dell’Unità Idrostratigrafica B è compreso tra circa 100 m a Ovest e circa 150 m (j=94)/180 m (sezione 5a) a Est. La sezione j=94 si trova circa nella media pianura (figura 6.8), dove la base del modello non si approfondisce fino al Gruppo Acquifero C: questo, infatti, nell’immagine 6.10 è modellato sottoforma di un corpo molto sottile, quasi inesistente, rispetto agli altri due Gruppi Acquiferi. Il motivo di questa configurazione è legato allo spessore intercorrente tra la superficie basale del Gruppo Acquifero B e la base del modello (figura 6.7). La sezione 2 (figura 6.11) ha orientazione Nord-Sud, rappresenta le geometrie dei corpi sedimentari trasversali all’asse del bacino e si trova in una zona in cui la tettonica ha conferito alle unità sedimentarie una geometria cuneiforme, visibile anche nella sezione i=123 (figura 6.12), relativamente al Gruppo Acquifero B, in corrispondenza del fiume Lambro Meridionale. Entrambe le sezioni nella zona meridionale sono interessate da rilevanti deformazioni, probabilmente legate all’azioni delle rampe laterali dei fronti appenninici più esterni: la base dell’Unità Idrostratigrafica B, infatti, si solleva e lo spessore si riduce rapidamente fino quasi ad annullarsi. Nella sezione i=123, nel settore settentrionale, viene riprodotta anche la porzione superiore del Gruppo Acquifero C. 55

6 Ricostruzione 3D <strong>delle</strong> <strong>caratteristiche</strong> <strong>idrogeologiche</strong> nel bacino tra Ticino e Oglio<br />

sono state confrontate con due sezioni idrostratigrafiche (sezione 5a<br />

in figura 6.9 e sezione 2 in figura 6.11) realizzate nello studio<br />

regionale (Regione Lombardia & Eni-Divisione Agip, 2002): lo<br />

spessore di sottosuolo riprodotto da queste sezioni è maggiore di<br />

quello interessato dalla modellazione avvenuta con il software Gocad,<br />

la profondità massima supera gli 800 m al di sotto del piano<br />

campagna. Nelle sezioni del lavoro regionale sono stati infatti<br />

individuati anche il Gruppo Acquifero D, più antico e più profondo<br />

degli altri tre, e il limite tra acqua dolce e acqua salmastra.<br />

Va precisato che Gocad permette solamente la visualizzazione di<br />

sezioni lungo linee rette, quindi le sezioni simulate non coincidono<br />

esattamente con quelle di Eni-Agip, ma ne rappresentano una valida<br />

approssimazione. In Figura 6.8 è mostrata l’ubicazione <strong>delle</strong> quattro<br />

sezioni.<br />

Come accennato sopra, le figure 6.9 e 6.11 riproducono due<br />

visioni in sezioni dell’Unità Idrostratigrafiche A, B, C e D, riportate nel<br />

lavoro regionale. Tali unità sono delimitate da superfici di inconformità<br />

prodotte da fasi deformative di importanza regionale; al loro interno<br />

sono riconoscibili più unità di rango minore, delimitate da superfici di<br />

inconformità di significato più locale.<br />

I sedimenti fini (argille o limi) che formano la parte superiore di<br />

ogni unità costituiscono una barriera impermeabile (acquicludo) o<br />

poco permeabile (acquitardo) che determina un relativo isolamento<br />

idraulico di una data unità rispetto alla soprastante. Nel complesso,<br />

quindi, l’insieme <strong>delle</strong> unità idrostratigrafiche principali costituisce una<br />

successione di corpi sedimentari acquiferi articolati (Gruppi Acquiferi),<br />

relativamente isolati gli uni dagli altri, costituiti al loro interno da corpi<br />

sedimentari acquiferi di rango e dimensioni minori (Complessi<br />

Acquiferi). Nelle sezioni idrostratigrafiche vengono correlate le unità<br />

componenti i Gruppi Acquiferi, ovvero i Complessi Acquiferi. Ogni<br />

Complesso Acquifero è costituito da un Sistema Acquifero (in colore)<br />

e da un Sistema Acquitardo (in grigio). Il primo è l’insieme dei<br />

serbatoi acquiferi e può essere definito come un’unità<br />

idrogeologicamente omogenea costituita da sedimenti relativamente<br />

grossolani che comprende anche barriere di permeabilità locali; il<br />

secondo è l’insieme dei corpi impermeabili o poco permeabili e può<br />

essere definito come un’unità idrogeologicamente omogenea<br />

costituita da sedimenti fini che possono contenere anche serbatoi<br />

acquiferi di minore entità (Regione Lombardia & Eni-Divisione Agip,<br />

2002).<br />

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