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ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...

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4 Inquadramento dell’area di studio<br />

trovano due unità ghiaioso-sabbiose separate da livelli limosoargillosi,<br />

discontinui nella parte mediana della pianura e più continui<br />

nella parte meridionale, dove si vengono così a creare una falda<br />

libera superiore e una confinata più profonda. Infatti, in quest’ultime<br />

due porzioni della pianura, il corpo acquifero “tradizionale” viene<br />

comunemente distinto un acquifero freatico superficiale ed uno<br />

semiconfinato/confinato sottostante; si parla, perciò, di “monostrato<br />

compartimentato”.<br />

Le falde libere sono contenute entro sedimenti ghiaioso-sabbiosi<br />

con scarse lenti argillose di ridotte dimensioni, attribuibili alla<br />

sedimentazione dei corsi d’acqua attuali e di quelli wurmiani. Anche i<br />

depositi glaciali (morene) ospitano falde libere, che, a differenza di<br />

quelle nominate sopra, sono di scarso interesse per la loro ridotta<br />

produttività. Esse, però, grazie alla loro buona estensione,<br />

consentono l’assorbimento di una notevole riserva che viene<br />

trasmessa agli acquiferi contenuti nei depositi alluvionali sottostanti,<br />

al limite dell’area pedemontana. Per questo motivo ne va considerato<br />

il ruolo idrologico.<br />

Le falde semiconfinate/confinate scorrono per lo più all’interno dei<br />

depositi fluvioglaciali più antichi e del Ceppo, nei quali sono presenti<br />

diaframmi argillosi più estesi e spessi, capaci di produrre qualche<br />

differenza di livello piezometrico con la falda libera contenuta nei<br />

depositi wurmiani; la superficie di separazione fra acquiferi liberi e<br />

semiconfinati/confinati corrisponde quindi quasi sempre al contatto fra<br />

depositi wurmiani e sedimenti più antichi (Regione Lombardia, 2001).<br />

Secondo la suddivisione di Avanzini et al. (1985, Figura 4.4),<br />

partendo dal piano campagna e proseguendo in profondità si incontra<br />

per prima l’ Unità ghiaioso-sabbiosa: essa è costituita da ghiaie e<br />

sabbie prevalenti con rare lenti di argilla che aumentano a Sud<br />

creando falde confinate o semiconfinate vicino alla superficie. La<br />

permeabilità, in generale, è molto elevata e consente la ricarica<br />

dell’acquifero tramite l’infiltrazione superficiale <strong>delle</strong> acque<br />

meteoriche e di quelle provenienti dai corsi d’acqua superficiali e dai<br />

canali artificiali. Al di sotto di essa si trova l’Unità ghiaioso-sabbiosolimoso<br />

e conglomeratica, costituita da ghiaie e sabbie immerse in una<br />

matrice limoso-argillosa. I conglomerati sono molto più frequenti nel<br />

settore orientale e settentrionale dell’area di studio e le <strong>caratteristiche</strong><br />

idrauliche variano in base al loro grado di cementazione e<br />

fratturazione. Successivamente è presente l’Unità sabbioso-argillosa,<br />

composta da depositi villafranchiani, argille e limi con orizzonti torbosi<br />

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