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ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...

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4 Inquadramento dell’area di studio<br />

presenti in epoche antiche, costituiti, invece, da canali multipli<br />

intrecciati a basso indice di sinuosità. Nel livello fondamentale si<br />

ritrovano tracce dell’idrografia abbandonata che testimonia portate<br />

ben maggiori di quelle attuali (Marchetti M., 1990). Si tratta dei<br />

cosiddetti paleoalvei: questi costituiscono antichi percorsi fluviali<br />

attualmente abbandonati, che si trovano anche a discrete distanze<br />

rispetto ai corsi attuali, come ad esempio per il caso del fiume Adda<br />

(Beretta et al., 1992 )<br />

Il livello fondamentale è legato a monte con i ripiani<br />

altimetricamente più elevati della pianura, i terrazzi a “ferretto” che si<br />

raccordano più a Nord con le cerchie moreniche.<br />

4.3 Inquadramento geologico<br />

L’inquadramento geologico concerne i rapporti stratigrafici e<br />

geometrici dei corpi rocciosi affioranti e del sottosuolo.<br />

In corrispondenza del limite settentrionale della pianura e della<br />

fascia prealpina, in alcune zone affiora il substrato indifferenziato che<br />

comprende varie formazioni sedimentarie e cristalline con età dal<br />

Paleozoico al Terziario. Le unità più esterne (Gonfolite e Flysch)<br />

hanno una bassa o scarsa permeabilità e impediscono<br />

l’alimentazione dei potenziali acquiferi sottostanti. E’ possibile una<br />

ricarica lungo faglie e/o fratture (Cavallin et al., 1983). La serie dei<br />

depositi che costituisce il complesso degli acquiferi lombardi inizia<br />

con i terreni tipici di un’unità nota in letteratura come “Villafranchiano”.<br />

Tali depositi sono costituiti da sedimenti continentali fini (prevalgono i<br />

limi, ma sono comuni anche le sabbie fini e le argille, e sono molto<br />

frequenti le torbe, che indicano un ambiente di sedimentazione in<br />

acque ferme). Lo spessore di questa unità, che verso il basso fa<br />

passaggio molto graduale ai sedimenti marini pliocenici o quaternari<br />

(sabbie fini, limi e argille) può essere anche superiore ai 100 m. I<br />

depositi di questa importante unità costituiscono la base su cui<br />

giacciono i più permeabili depositi fluvioglaciali e alluvionali.<br />

L'unità “villafranchiana” è stata sottoposta ad un chiaro<br />

sollevamento dopo la sua deposizione; nel corso di questa fase la<br />

sua parte superiore venne erosa e profondamente incisa; nei solchi<br />

vallivi così creati si vennero a deporsi ghiaie e sabbie di grande<br />

spessore, che nella Lombardia a Est del fime Seveso e già in parte<br />

nella valle del Fiume Olona, sono frequentemente cementate. A<br />

seguito di questi fenomeni, il “tetto” dei sedimenti villafranchiani si

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