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02.07.2013 Views

4 Inquadramento dell’area di studio di fattori: variazioni granulometriche, si passa infatti da una zona con depositi grossolani ad alta permeabilità, ad un’altra con depositi più fini con conseguente diminuzione di permeabilità, diminuzione del gradiente topografico della superficie e del gradiente idraulico, alimentazione da parte dei canali irrigui, maggiore infiltrazione a causa della minore urbanizzazione e minore infiltrazione per la diminuzione della granulometria dei sedimenti, presenza di paleoalvei a granulometria maggiore. La linea lungo cui si sviluppano i fontanili dipende dalla soggiacenza della falda a piccole profondità; per questo motivo le oscillazioni dovute all’attività umana possono provocare delle variazioni di ubicazione: si sposta verso Nord delle aree in cui vi è un’alimentazione artificiale legata all’irrigazione delle rogge e si sposta verso Sud quando l’emungimento da pozzi provoca un cono di depressione, come nell’area milanese. Figura 4.2 – Idrografia principale nella pianura lombarda 4.2 Inquadramento geomorfologico L’evoluzione della Pianura Padana, di cui quella lombarda è una porzione importante, è legata allo sviluppo della catena alpina prima e di quella appenninica nella fase successiva, rappresentando, all’inizio, l’avanfossa del sistema alpino, e poi di quello appenninico. Questa avanfossa presenta un profilo asimmetrico con minore inclinazione del lato settentrionale rispetto a quello meridionale, dove, 16

17 4 Inquadramento dell’area di studio in prossimità del margine appenninico, si raggiungono le profondità maggiori (7000-7500 m circa). Dal Pliocene ad oggi questa depressione è stata progressivamente colmata dalla deposizione di sedimenti in parte marini ed in parte continentali di notevole spessore, denotando una subsidenza accentuata. L’evoluzione plio - quaternaria può essere, così, sintetizzata dividendola in tre fasi: - fase del ritiro del mare e della sedimentazione di depositi continentali fluvio - lacustri, deltizi e di pianura costiera (Pliocene superiore – Pleistocene inferiore) su parte della pianura; - fase glaciale, comprende diverse fasi di crisi glaciale (Pleistocene); - fase postglaciale, di sedimentazione alluvionale e di erosione (Olocene). Sembra certo che il sollevamento della pianura iniziò dal Piemonte occidentale già nel Pliocene superiore e si estese gradualmente e con minore intensità alla Lombardia (Regione Lombardia, 2001) Nel Pleistocene Superiore – Olocene si sarebbe avuto il lento innalzamento della pianura lombarda, testimoniato dalla presenza di terrazzi nei depositi fluvio-glaciali e alluvionali più antichi. Tale innalzamento non sarebbe stato uniforme nell’area. Infatti in corrispondenza dell’area di Milano vi sarebbe una depressione con degli alti a Nord e a Sud. La mancanza di terrazzi in corrispondenza dell’area milanese nonché la convergenza della rete idrografica e il maggior spessore dei depositi grossolani fanno propendere per una zona subsidente rispetto a quelle circostanti (Cavalli et al., 1983) Le variazioni climatiche che hanno interessato la deglaciazione hanno prodotto cambiamenti nelle caratteristiche idrodinamiche dei principali fiumi della pianura, passando da una fase di aggradazione ad una fortemente erosiva da parte dei fiumi. Durante l’ultimo massimo glaciale, infatti, le condizioni ambientali favorirono l’instaurarsi di grandi portate sia solide che liquide. Nella aree alpine l’estesa superficie dei ghiacci limitava l’evapotraspirazione e la presenza di suolo ghiacciato impediva l’infiltrazione; di conseguenza la quasi totalità delle precipitazioni veniva concentrata alla chiusura dei bacini (agli scaricatori fluvioglaciali). Inoltre le azioni dei ghiacciai facilitarono la presenza di sedimenti trasportabili dalle acque superficiali. Tutte queste caratteristiche produssero la formazione di potenti superfici di aggradazione, tra cui ciò che viene definito il “livello fondamentale

4 Inquadramento dell’area di studio<br />

di fattori: variazioni granulometriche, si passa infatti da una zona con<br />

depositi grossolani ad alta permeabilità, ad un’altra con depositi più<br />

fini con conseguente diminuzione di permeabilità, diminuzione del<br />

gradiente topografico della superficie e del gradiente idraulico,<br />

alimentazione da parte dei canali irrigui, maggiore infiltrazione a<br />

causa della minore urbanizzazione e minore infiltrazione per la<br />

diminuzione della granulometria dei sedimenti, presenza di paleoalvei<br />

a granulometria maggiore. La linea lungo cui si sviluppano i fontanili<br />

dipende dalla soggiacenza della falda a piccole profondità; per questo<br />

motivo le oscillazioni dovute all’attività umana possono provocare<br />

<strong>delle</strong> variazioni di ubicazione: si sposta verso Nord <strong>delle</strong> aree in cui vi<br />

è un’alimentazione artificiale legata all’irrigazione <strong>delle</strong> rogge e si<br />

sposta verso Sud quando l’emungimento da pozzi provoca un cono di<br />

depressione, come nell’area milanese.<br />

Figura 4.2 – Idrografia principale nella pianura lombarda<br />

4.2 Inquadramento geomorfologico<br />

L’evoluzione della Pianura Padana, di cui quella lombarda è una<br />

porzione importante, è legata allo sviluppo della catena alpina prima<br />

e di quella appenninica nella fase successiva, rappresentando,<br />

all’inizio, l’avanfossa del sistema alpino, e poi di quello appenninico.<br />

Questa avanfossa presenta un profilo asimmetrico con minore<br />

inclinazione del lato settentrionale rispetto a quello meridionale, dove,<br />

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