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ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...

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Conclusioni<br />

Il calcolo <strong>delle</strong> variazioni volumetriche di ciascun anno rispetto al<br />

1982, il cui livello piezometrico è considerato il livello di riferimento<br />

minimo sostenibile della falda negli ultimi 30 anni (Regione<br />

Lombardia, 2006), ha permesso di effettuare valutazioni sui<br />

quantitativi di acqua che è possibile sfruttare e quelli che devono<br />

essere considerati esclusivamente una riserva strategica. Sono stati<br />

anche individuati periodi di surplus, come nel periodo 1979 -1981, e<br />

deficit idrico, come nel periodo 1987 – 1995, in cui le perdite massime<br />

pari a circa 700 milioni m 3 sono state registrate nel 1991.<br />

L’utilizzo di una differente aggregazione temporale dei dati<br />

piezometrici ha portato a risultati specifici per quel mese, facendo<br />

emergere informazioni diverse rispetto al comportamento medio<br />

annuale; si è infatti passati ad analizzare i valori medi di marzo per<br />

ciascun anno considerato. Un evidente esempio è rappresentato dal<br />

2003, che relativamente al mese di marzo, corrisponde al secondo<br />

valore più alto dei 27 anni, contrariamente alla stima annuale;<br />

probabilmente è l’effetto degli eventi piovosi dell’autunno del 2002.<br />

La stima in funzione <strong>delle</strong> diverse <strong>caratteristiche</strong> geomorfologiche<br />

e della differente tipologia di ricarica ha portato alla valutazione<br />

quantitativa della disponibilità idrica in 8 settori appartenenti all’area<br />

di studio: 4 a Nord del canale Villoresi, ovvero il terrazzo Ovest, il<br />

terrazzo Centro, le morene e il terrazzo Est; 4 a Sud di esso, ossia<br />

l’alta pianura, la bassa pianura idromorfa, il terrazzo fluviale del Ticino<br />

e il comune di Milano. In questi sono state individuate le zone a<br />

maggior potenziale idrico (a Nord del Villoresi si tratta del terazzo<br />

Ovest e a Sud del canale è il terrazzo Ticino) e anche in questo caso<br />

sono state eseguite <strong>delle</strong> analisi in funzione del livello minimo<br />

sostenibile (anno 1982).<br />

In conclusione emerge che il serbatoio idrico sotterraneo <strong>delle</strong><br />

due province costituisce una notevole riserva idrica naturale, che,<br />

nonostante un trend leggermente decrescente non sembra a rischio:<br />

le riserve degli ultimi anni indagati, infatti, sono prossime a quelle del<br />

livello minimo sostenibile e il deficit massimo (4%) rispetto al valore<br />

medio registrato nel periodo studiato non sembra essere significativo.<br />

La mancanza di dati relativi alla ricarica (precipitazioni efficaci,<br />

irrigazioni efficaci, perdite da canali e fognature, alimentazione da<br />

fiumi..) e alle uscite dal sistema (prelievi, fontanili, drenaggio da<br />

fiumi..) non ha permesso la realizzazione di precise e sicure<br />

valutazioni relative al bilancio idrogeologico dell’area, individuando,<br />

ad esempio, quale fattore influenzi maggiormente la disponibilità<br />

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