ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...
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8 Caratterizzazione idrogeologica 3D a scala provinciale L’acqua immagazzinata nell’acquifero, tuttavia, non è tutta acqua libera, in quanto i sedimenti a granulometria fine presentano conducibilità idrauliche tali da rendere la mobilità dell’acqua bassa o nulla. Una stima dei volumi di acqua mobile, che rappresenta il volume d’acqua soggetto a movimento all’interno dell’acquifero, è stata quindi effettuata prendendo in considerazione solo le classi di porosità efficace relative ai termini medi e grossolani, ossia dalla classe 17% (sabbia limosa) alla classe 28% (ciottoli), come illustrato in Figura 8.32. Il volume delle classi da 25% a 28% è molto basso rispetto alle altre, non supera qualche centinaio di migliaia di m 3 e perciò, per un problema di scala verticale, graficamente risulta pari a zero. Figura 8.32 - Istogramma delle classi percentuali di porosità efficace relative ai depositi medi e grossolani, all’interno dell’area di studio negli anni 1980, 1985, 1990, 1995, 2000 e 2005 Tramite lo stesso procedimento seguito per il calcolo dell’acqua immagazzinata, sono stati stimati i volumi di acqua mobile (Figura 8.33): i valori sono compresi tra circa 17 miliardi di m 3 /anno nel 1991 e circa 18.3 miliardi di m 3 /anno nel 1980. L’andamento generale è meno eterogeneo rispetto ai volumi di terreno saturo e ai volumi di acqua immagazzinata, ma anche in questo caso si nota un trend complessivo in leggera decrescita. Andando a svolgere un’analisi più attenta si possono individuare dei punti in cui la direzione del trend cambia completamente, probabilmente sotto l’influenza anche delle 190
8 Caratterizzazione idrogeologica 3D a scala provinciale variazioni di piovosità. L’elevato quantitativo di acqua nel 1980 deriva come visto dalle elevate precipitazioni registrate a fine degli anni ’70, così come la diminuzione significativa di volumi d’acqua dal 1986 al 1991 potrebbe essere stata causata principalmente da un aumento dei consumi e in parte da un deficit piovoso prolungato che ha avuto il culmine tra il 1989 e il 1991 (Bonomi et al., 2008). Allo stesso modo l’aumento dei volumi d’acqua mobile dal 1992 al 1996 è stato concomitante ad un periodo particolarmente piovoso. Figura 8.33 – Istogramma dei volumi di acqua mobile dal 1979 al 2005 stimati all’interno dell’area di studio I volumi di acqua mobile sono la fotografia della disponibilità idrica e rappresentano il bilancio netto del sistema, che è uguale al rapporto tra ricarica (precipitazione efficace, irrigazione efficace, perdite dai canali, alimentazione dai fiumi etc…) e prelievi (pompaggi, sorgenti, alimentazione di fiumi etc..). E’ possibile anche valutare la differenza tra un anno e il successivo: si possono così ricavare indicazioni sulle variazioni annuali della quantità di acqua immagazzinata nel serbatoio, identificando quali periodi possono essere considerati in deficit o in surplus idrico. Nell’istogramma di Figura 8.34 è riportata la differenza tra i volumi d’acqua mobile stimati 1982, anno il cui livello piezometrico viene preso come riferimento e quelli calcolati negli altri 27 anni. Il 1980 mostra un surplus di circa 541.5 milioni m 3 . Si notano due periodi di deficit prolungato dal 1987 al 1995 e dal 1997 al 2005. Il 1991 è 191
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variazioni di piovosità. L’elevato quantitativo di acqua nel 1980 deriva<br />
come visto dalle elevate precipitazioni registrate a fine degli anni ’70,<br />
così come la diminuzione significativa di volumi d’acqua dal 1986 al<br />
1991 potrebbe essere stata causata principalmente da un aumento<br />
dei consumi e in parte da un deficit piovoso prolungato che ha avuto il<br />
culmine tra il 1989 e il 1991 (Bonomi et al., 2008). Allo stesso modo<br />
l’aumento dei volumi d’acqua mobile dal 1992 al 1996 è stato<br />
concomitante ad un periodo particolarmente piovoso.<br />
Figura 8.33 – Istogramma dei volumi di acqua mobile dal 1979 al 2005 stimati<br />
all’interno dell’area di studio<br />
I volumi di acqua mobile sono la fotografia della disponibilità idrica<br />
e rappresentano il bilancio netto del sistema, che è uguale al rapporto<br />
tra ricarica (precipitazione efficace, irrigazione efficace, perdite dai<br />
canali, alimentazione dai fiumi etc…) e prelievi (pompaggi, sorgenti,<br />
alimentazione di fiumi etc..). E’ possibile anche valutare la differenza<br />
tra un anno e il successivo: si possono così ricavare indicazioni sulle<br />
variazioni annuali della quantità di acqua immagazzinata nel<br />
serbatoio, identificando quali periodi possono essere considerati in<br />
deficit o in surplus idrico.<br />
Nell’istogramma di Figura 8.34 è riportata la differenza tra i volumi<br />
d’acqua mobile stimati 1982, anno il cui livello piezometrico viene<br />
preso come riferimento e quelli calcolati negli altri 27 anni. Il 1980<br />
mostra un surplus di circa 541.5 milioni m 3 . Si notano due periodi di<br />
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