ricostruzione tridimensionale delle caratteristiche idrogeologiche ...
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Figura 6.54 - Distribuzione di materiali grossolani all’interno dell’area di studio, lungo sezioni incrociate Figura 6.55 - Distribuzione della varianza dei materiali grossolani all’interno dell’area di studio, lungo sezioni incrociate
6 Ricostruzione 3D delle caratteristiche idrogeologiche nel bacino tra Ticino e Oglio Termini medi Osservando gli istogrammi di frequenza dei termini medi lungo la verticale dell’intero sistema idrogeologicio (griglia A, B e C, Figura 6.56), si nota che: nella griglia A l’intervallo coperto dai risultati è 0%-100%, nella griglia B è compreso tra 0% e 94%, ed infine nella griglia C tra 0% e 84%. Come per i termini grossolani, anche in questo caso i massimi diminuiscono con la profondità; l’apice della curva gaussiana, all’aumentare della profondità, si sposta verso le percentuali più basse, ad ulteriore dimostrazione che la presenza di materiali medi diminuisce passando da una griglia all’altra. Inoltre la frequenza delle percentuali 0-50 rispetto a quella dell’intervallo percentuale 50-100 aumenta: nella griglia A è 63.81%, nella B 73.9% e nella C 92.12%. Allo stesso modo, le percentuali alte (70%-100%) diminuiscono: nella griglia A sono presenti per 11.45%, nella B per 4.55% ed infine nella C per 0.54%; i valori più diffusi nelle tre griglie si spostano verso valori più bassi dell’asse X dell’istogramma: se nella griglia A corrispondo all’intervallo 30%-50%, nella B e nella C si riferiscono rispettivamente a 30%-40% e 10%-20%. Le sezioni, longitudinali, latitudinali e incrociate (Figura 6.57, Figura 6.58 e Figura 6.59), mostrano a Nord, vicino alla zona prealpina, una bassa presenza di materiali a granulometria media, in particolare a Nord-Est, dove i valori sono compresi tra 0%-5%, con rare lenti intorno a 15%. A Nord-Ovest, le percentuali sono leggermente più alte, intorno a 10%-15%. Qualche chilometro più a Sud e spostandosi verso la media pianura (Figura 6.57, Figura 6.58 e Figura 6.59) la presenza di materiali medi aumenta (dominano i valori pari a 50%-60%), principalmente negli strati superficiali dove si incontrano lenti anche a valori pari o superiori al 95%. E’ evidente, inoltre, una loro predominanza ad Ovest rispetto ad Est. Quest’ultimo fenomeno è ben visibile tra le province di Milano e Pavia, ma soprattutto nel settore del Pavese (a cavallo tra le sezioni j=250 - j=270 e i=90 - i=110, Figura 6.59): infatti qui i litotipi sabbiosi, mischiati a ghiaietto e a intercalazioni argilloselimose, caratterizzano i depositi alluvionali superficiali e a profondità variabili (50-60 m) si incontra un potente spessore di sabbie a 111
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6 Ricostruzione 3D <strong>delle</strong> <strong>caratteristiche</strong> <strong>idrogeologiche</strong> nel bacino tra Ticino e Oglio<br />
Termini medi<br />
Osservando gli istogrammi di frequenza dei termini medi lungo la<br />
verticale dell’intero sistema idrogeologicio (griglia A, B e C, Figura<br />
6.56), si nota che:<br />
nella griglia A l’intervallo coperto dai risultati è 0%-100%, nella<br />
griglia B è compreso tra 0% e 94%, ed infine nella griglia C tra 0%<br />
e 84%. Come per i termini grossolani, anche in questo caso i<br />
massimi diminuiscono con la profondità;<br />
l’apice della curva gaussiana, all’aumentare della profondità, si<br />
sposta verso le percentuali più basse, ad ulteriore dimostrazione<br />
che la presenza di materiali medi diminuisce passando da una<br />
griglia all’altra. Inoltre la frequenza <strong>delle</strong> percentuali 0-50 rispetto<br />
a quella dell’intervallo percentuale 50-100 aumenta: nella griglia A<br />
è 63.81%, nella B 73.9% e nella C 92.12%. Allo stesso modo, le<br />
percentuali alte (70%-100%) diminuiscono: nella griglia A sono<br />
presenti per 11.45%, nella B per 4.55% ed infine nella C per<br />
0.54%;<br />
i valori più diffusi nelle tre griglie si spostano verso valori più bassi<br />
dell’asse X dell’istogramma: se nella griglia A corrispondo<br />
all’intervallo 30%-50%, nella B e nella C si riferiscono<br />
rispettivamente a 30%-40% e 10%-20%.<br />
Le sezioni, longitudinali, latitudinali e incrociate (Figura 6.57,<br />
Figura 6.58 e Figura 6.59), mostrano a Nord, vicino alla zona prealpina,<br />
una bassa presenza di materiali a granulometria media, in particolare<br />
a Nord-Est, dove i valori sono compresi tra 0%-5%, con rare lenti<br />
intorno a 15%. A Nord-Ovest, le percentuali sono leggermente più<br />
alte, intorno a 10%-15%.<br />
Qualche chilometro più a Sud e spostandosi verso la media<br />
pianura (Figura 6.57, Figura 6.58 e Figura 6.59) la presenza di materiali<br />
medi aumenta (dominano i valori pari a 50%-60%), principalmente<br />
negli strati superficiali dove si incontrano lenti anche a valori pari o<br />
superiori al 95%. E’ evidente, inoltre, una loro predominanza ad<br />
Ovest rispetto ad Est. Quest’ultimo fenomeno è ben visibile tra le<br />
province di Milano e Pavia, ma soprattutto nel settore del Pavese (a<br />
cavallo tra le sezioni j=250 - j=270 e i=90 - i=110, Figura 6.59): infatti<br />
qui i litotipi sabbiosi, mischiati a ghiaietto e a intercalazioni argilloselimose,<br />
caratterizzano i depositi alluvionali superficiali e a profondità<br />
variabili (50-60 m) si incontra un potente spessore di sabbie a<br />
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