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02.07.2013 Views

1 Introduzione anche di migliaia di anni: la risposta dipende da diversi fattori (l’uso del suolo, il tipo di vegetazione, la tipologia del terreno e la conducibilità idraulica nel non saturo, le diverse condizioni meteoclimatiche..) e perciò gli effetti di qualsiasi variazione sulle acque sotterranee possono essere visibili anche molto lentamente nel tempo. La legge di riferimento per le acque sotterranee a livello nazionale è il D. Lgs. 3 aprile 2006 n.152, che sostituisce totalmente il D. Lgs. 11 maggio 1999 n. 152, ponendo l’argomento della salvaguardia idrica al centro della sua parte terza. Secondo ciò che è riportato in esso, “lo stato ambientale delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo e a quello chimico” e, per quanto riguarda lo stato quantitativo, la valutazione delle condizioni viene fatta “in base alle caratteristiche dell’acquifero (tipologia, permeabilità, coefficienti di immagazzinamento) e del relativo sfruttamento (tendenza piezometrica o delle portate, prelievi per vari usi)”. Secondo quest’ottica, la tutela del patrimonio idrico costituisce uno degli obiettivi principali che gli enti amministratori e gestori del territorio devono perseguire, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui le acque sono soggette a pressioni di tipo quantitativo (estrazione di acqua di falda mediante pozzi o derivazioni da corpi idrici superficiali), per soddisfare le varie tipologie di idroesigenza, e di tipo qualitativo, dovute a fonti di inquinamento puntuali e diffuse. Infatti la crescente richiesta di acque può comportare, anche in regioni caratterizzate da una generale disponibilità della risorsa, come ad esempio la Lombardia, problemi di approvvigionamento a livello locale, con le conseguenti ricadute sul contesto ambientale, sociale e produttivo. Lo scopo è, quindi, quello di tendere ad una gestione integrata e sostenibile della risorsa, che miri al raggiungimento di un giusto equilibrio tra il mantenimento di uno stato ecologico naturale e il soddisfacimento del fabbisogno per uno sviluppo economico e sociale. L’analisi di situazioni molto diverse tra loro e il collegamento di modelli sviluppati per singolo tematismi sono sicuramente due procedimenti complessi, soprattutto quando si affronta il tema delle acque sotterranee, che, forse perché apparentemente invisibili, sono da sempre poco indagate. Una conoscenza approfondita delle caratteristiche e dei corpi idrici sotterranei risulta quindi imprescindibile: in questa situazione i modelli risultano dei validi 2

3 1 Introduzione strumenti di simulazione della realtà, sia che riguardino la struttura geologica e idrogeologica del sistema acquifero, sia che ne riproducano il flusso o la percolazione o il trasporto di inquinanti, oltre a fornire dei bilanci quantitativi e a contribuire alla realizzazione di previsioni sullo stato della risorsa. E’ a questo proposito che si aggancia il progetto di dottorato: l’attività si è svolta nel campo dell’Idrogeologia applicata e si è inserita in un programma di ricerca sviluppato all’interno del gruppo di Idrogeologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio (DISAT), finalizzato allo sviluppo di metodologie informatiche applicate alle problematiche relative allo studio e alla gestione delle riserve idriche sotterranee. L’argomento di studio è vasto e complesso, per questo il progetto nasce anche dal prosieguo di altre ricerche concluse, in particolare si lega ad un progetto di ricerca triennale che è terminato a dicembre 2008, RICLIC-WARM (Regional Impact of Climatic Change in Lombardy Water Resources: Modelling and Applications, finanziato dall’ Università di Milano- Bicocca, da ARPA Lombardia e dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente), il cui scopo è stato quello di sviluppare una metodologia scientifica che permetta di valutare gli impatti delle variazioni climatiche sulle risorse idriche superficiali e sotterranee. Il dottorato di ricerca ha seguito le tematiche del progetto e ha attinto, in parte, ai dati già raccolti.

1 Introduzione<br />

anche di migliaia di anni: la risposta dipende da diversi fattori (l’uso<br />

del suolo, il tipo di vegetazione, la tipologia del terreno e la<br />

conducibilità idraulica nel non saturo, le diverse condizioni meteoclimatiche..)<br />

e perciò gli effetti di qualsiasi variazione sulle acque<br />

sotterranee possono essere visibili anche molto lentamente nel<br />

tempo.<br />

La legge di riferimento per le acque sotterranee a livello nazionale<br />

è il D. Lgs. 3 aprile 2006 n.152, che sostituisce totalmente il D. Lgs.<br />

11 maggio 1999 n. 152, ponendo l’argomento della salvaguardia<br />

idrica al centro della sua parte terza. Secondo ciò che è riportato in<br />

esso, “lo stato ambientale <strong>delle</strong> acque sotterranee è definito in base<br />

allo stato quantitativo e a quello chimico” e, per quanto riguarda lo<br />

stato quantitativo, la valutazione <strong>delle</strong> condizioni viene fatta “in base<br />

alle <strong>caratteristiche</strong> dell’acquifero (tipologia, permeabilità, coefficienti di<br />

immagazzinamento) e del relativo sfruttamento (tendenza<br />

piezometrica o <strong>delle</strong> portate, prelievi per vari usi)”.<br />

Secondo quest’ottica, la tutela del patrimonio idrico costituisce<br />

uno degli obiettivi principali che gli enti amministratori e gestori del<br />

territorio devono perseguire, soprattutto in un periodo come quello<br />

attuale in cui le acque sono soggette a pressioni di tipo quantitativo<br />

(estrazione di acqua di falda mediante pozzi o derivazioni da corpi<br />

idrici superficiali), per soddisfare le varie tipologie di idroesigenza, e<br />

di tipo qualitativo, dovute a fonti di inquinamento puntuali e diffuse.<br />

Infatti la crescente richiesta di acque può comportare, anche in<br />

regioni caratterizzate da una generale disponibilità della risorsa,<br />

come ad esempio la Lombardia, problemi di approvvigionamento a<br />

livello locale, con le conseguenti ricadute sul contesto ambientale,<br />

sociale e produttivo.<br />

Lo scopo è, quindi, quello di tendere ad una gestione integrata e<br />

sostenibile della risorsa, che miri al raggiungimento di un giusto<br />

equilibrio tra il mantenimento di uno stato ecologico naturale e il<br />

soddisfacimento del fabbisogno per uno sviluppo economico e<br />

sociale.<br />

L’analisi di situazioni molto diverse tra loro e il collegamento di<br />

modelli sviluppati per singolo tematismi sono sicuramente due<br />

procedimenti complessi, soprattutto quando si affronta il tema <strong>delle</strong><br />

acque sotterranee, che, forse perché apparentemente invisibili, sono<br />

da sempre poco indagate. Una conoscenza approfondita <strong>delle</strong><br />

<strong>caratteristiche</strong> e dei corpi idrici sotterranei risulta quindi<br />

imprescindibile: in questa situazione i modelli risultano dei validi<br />

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